sabato 14 maggio 2011

A proposito di amici di terroristi: Ghedini era amico dei Nar sospettati di strage.


Giuliano Pisapia era amico degli estremisti? Se anche fosse, l’avvocato milanese candidato al Comune era in buona compagnia. E a ricordarlo è il Fatto Quotidiano, che rimembra le frequentazioni di Niccolò Ghedini, oggi rappresentante legale di Berlusconi e a Padova amico di gente poi sospettata di aver lavorato all’organizzazione di stragi. Ecco l’articolo:

Se il metro di giudizio è quello che usa il Pdl nella sua chiassosa campagna elettorale milanese, allora si può dire tutto. Se anche con sentenze che ne garantiscono l’innocenza passate in giudicato, il candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia deve essere additato come un nemico della democrazia cresciuto in un brodo di cultura di estremismo rosso, allora si può anche dire che l’avvoca – to del premier, Niccolò Ghedini, onorevole al di sopra di ogni sospetto, visse la sua gioventù nel brodo di cultura dell’estremismo nero. Interrogato in questura, a Bologna, il 27 settembre 1980, il ventunenne che pochi anni dopo sarebbe diventato il cavallo di razza dello studio legale di Piero Longo, era uno degli iscritti del Fronte della Gioventù nella tumultuosa sede del Movimento Sociale del quartiere Arcella di Padova.

E chi era il segretario di sezione?

Dall’autunno ‘76 al dicembre ‘77 il segretario di sezione era Roberto Rinani soprannominato “Ammira glio”, più volte denunciato per atti di violenza politica e sospettato, anni dopo, di aver avuto un ruolo anche nella strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. Proprio per questo, poco più di un mese dopo quella deflagrazione, lo studente in Legge Ghedini fu chiamato dalla polizia a raccontare le sue frequentazioni. Quelle parole le confermò in aula il primo febbraio del 1988, testimone nel primo processo sulla bomba alla stazione. Parlò del gruppo di Rinani che esercitava violenza politica (“era personaggio di spicco tra quelli che conosce vo”), ma non aveva contezza che detenesse esplosivi. E parlò di Franco Giomo (“siamo usciti assieme un paio di volte”) vicino ai Nar. Vatti a fidare degli anni ‘70.

http://www.giornalettismo.com/archives/125134/a-proposito-di-amici-di-terroristi-ghedini-era-amico-dei-nar-sospettati-di-strage/


Elezioni, il giallo delle matite copiative "Si possono cancellare con una gomma"



di BRUNO PERSANO

ROMA - Era successo l'anno scorso alla politiche; si è ripetuto quest'anno alle europee. In almeno tre casi i segni lasciati dalle matite consegnate agli elettori non sono indelebili. Al Viminale giurano che siano copiative ma alcuni elettori sardi hanno riscontrato che così non è: "La croce si cancella con una normale gomma". L'esposto l'anno scorso era partito da Genova e Milano: altre matite ma lo stesso risultato. E stamane la conferma che poco è cambiato dall'aprile 2008. "Sono andato a votare al seggio 101 presso la scuola elementare di Li Punti, frazione di Sassari", racconta aRepubblica.it Paolo Cocco. "Ricordavo quello che era successo alle politiche scorse a Genova. Così mi sono messo una gomma in tasca e sono entrato in cabina. Prima ho fatto un segno su un normale pezzo di carta che avevo recuperato dalla scrivania di casa. Ho fatto una croce e ho provato a cancellare. Tutto vero: il segno se n'è andato senza lasciare traccia. Ho denunciato la cosa al presidente del seggio che mi ha convinto a rifare l'esperimento su un angolo della scheda, tanto per capire se la matita era copiativa solo sulla carta del ministero. Ma anche sulla scheda il risultato non è cambiato: i segni della matita possono essere cancellati. E' scritto tutto nel verbale che ho sottoscritto davanti al presidente del seggio". E' successo anche in altri due seggi sardi, nelle sezioni elettorali 420 di Cagliari e nella numero 25 di Quartu Sant'Elena. Paola Lebbiu, 70enne di Cagliari, ha redatto un dettagliato verbale insieme al presidente del seggio allestito nella scuola elementare Foscolo del capoluogo: "E' tutto scritto lì: il segno che ho fatto su un pezzo di carta, la gomma portata da casa per l'esperimento e la scomparsa dellla croce. E' stato avvertito anche l'ufficio elettorale del comune e domani presenterò un esposto in Procura. Identica storia è capitata ai miei parenti che hanno votato a Quartu. A loro hanno detto che le matite sono state sostituite".

Data per scontata la buona fede dei presidenti dei seggi e degli scrutatori, con matite del genere è evidente la possibilità di modificare i voti sulle schede. Per questo, da che l'Italia 60 anni fa è diventata Repubblica, le matite sono, o dovrebbero essere, copiative, lasciare segni durevoli nel tempo. Invece... L'anno scorso la questione fu sollevata dalla segretaria del seggio 295 di Genova: "Non credevo ai miei occhi - disse Flavia Scaletta - ma i segni con quelle matite si potevano cancellare". Allora fu interessato anche il Prefetto della città, Annamaria Cancellieri, che dopo aver verificato con il Viminale, concluse convinta che "le matite sono state testate dal Provveditorato generale dello Stato, collaudate dai laboratori scientifici e sono tutte incancellabili". Eppure segnalazioni di simili disguidi giunsero anche da un seggio a Milano 2. Di fronte all'ultimo caso, l'ufficio stampa del ministero dell'Interno assicura: "Controlleremo". Sarà necessario. Le matite contestate a Genova un anno fa erano siglate 2005; quella consegnata all'elettore di Sassari 1981, e alla pensionata di Cagliari 1999. Anni diversi ma difetto uguale.



Milano Vecchioni Pisapia: un mare di gente !!!



Piazza piena di gente che non va ad un appuntamento politico per un panino e 20 €, gente che crede in ciò che fa.
Una folla che fa ben sperare che, stavolta, ce la facciamo a mandare a casa la classe politica più sporca e opportunista che abbiamo mai avuto al governo.


Le urla della contestatrice.





Ragazzo di Mozzo (Bergamo) sputtana Sindaco della Lega in piazza. Base leghista inizia a reagire




venerdì 13 maggio 2011

Arriva il premier, manifestanti bloccano la Mostra.



Sul ponte sventola Bandiera Santanchè. - di Andrea Scanzi.



Sono un po’ preoccupato. Ogni volta che vedo Daniela Santanchè, la trovo meno splendente. Le guance scavate, la mascella bulimica. Sembra Darth Vader, solo che Darth Vader era più sexy (soprattutto quando respirava: Fffushhhhhhh).

Giustizialisti come siete, avrete tutti visto ieri sera lo show della Pasionaria Sallustiana da quel comunista terrorista eversivo di Michele Santoro.

La fredda cronaca (cit). Mascella Bulimica, come sempre, va da Santoro a dir due bischerate. Alza la voce, offende a casaccio qualcuno e poi si lamenta della poca democrazia del conduttore. Un po’ come se io venissi in casa vostra, vi spaccassi i mobili e poi mi lamentassi se dopo averlo fatto non siete lì ad offrirmi – entusiasti – un caffè.

Nel perenne esercizio della Politica Carnivora, branca dello scibile umano in cui Mascella Bulimica signoreggia e soverchia, l’assunto della serata è: Pisapia era terrorista. Un’asserzione che ne basterebbe la metà per essere interdetta da qualsiasi pubblico ufficio, perfetta quindi per fare carriera in Italia.

Il tentativo dei falchi destrorsi di correre in soccorso a Letizia Moratti, dopo lo scivolone aSkyTg24, ha qualcosa di commovente. Prima hanno detto alla Moratti di essere aggressiva (come dire a D’Alema di essere di sinistra). Poi si sono resi conto che la trovata processuale sul passato pisapiesco era stata un boomerang (se comunque valgono i Settanta, anche il passato di Niccolò Ghedini dà spunti simpatici). Quindi, tra un Lupi (Lupiiiiiiiiiiiiii) che prendeva le distanze e un Bossi che esortava a non esagerare (giuro che è successo), sono spuntati gli Stracquadanio d’assalto. IlGiornale ieri (“Finalmente la Moratti ha tirato fuori le unghie” – e forse pure gli zebedei), Liberostamani (“Fuori le Br dalle liste elettorali”).

Vamos.

Ieri sera, sobillata dal mononeurone ringhioso e forte di un’elaborazione politica che ricorda De Gasperi e i Gormiti, Mascella Bulimica ha tirato fuori una pagina di Repubblica e stigmatizzato un titolo che parlava di “liberazione di Milano”. Poi, credendo di calare il poker d’assi, ha sostenuto che i 20mila adepti di Pisapia accorsi a plaudire il loro Renato Curcio (il carbonaro, cit) avevano per unica bandiera quella di Hamas. Cioè del terrorismo palestinese.

Silenzio tra i presenti. Mascella Bulimica si è autoconvinta di aver espugnato Telekabul (in realtà in quel momento Santoro dormiva e il fantasma di Travaglio attaccava i post-it con scritto “Bischero” sulla schiena del Pierferdi Casini. Marco lo fa spesso, l’altro giorno ha dato un ceffone da dietro a Luca Telese che, nel dubbio, se l’è presa con la Borromeo).

Dopo un po’, alla Pasionaria Sallustiana hanno detto che quella bandiera non era di Hamas, ma di un’associazione non governativa e pacifista che si chiama Freedom Flotilla.

Quindi: Daniela Santanchè, in diretta nazionale, su un programma seguitissimo, aveva appena raccattato una figura che faceva il paio con il monumentale “Chi è Lukashenko?” di Ignazio La Rissa. Roba da sotterrarsi e, come minimo, chiedere scusa.

Ovviamente, Mascella Bulimica non ha chiesto scusa. Lei è donna tutta d’un pezzo, mica come Rosy Bindi. Si trasforma in un razzo missile e ci fa un culo così. Il suo mento nasconde collezioni di alabarde spaziali: per questo sporge.

La reazione alla monumentale figura barbina va ripercorsa, poiché emblematica di un côté politico sontuoso (non avete idea da quanto volessi usare la parola côté. E senza sbagliare gli accenti, per giunta).
Se ne compia una seria esegesi.

Fase 1: Dissimulazione. Colta in fallo dal Maestro (bolscevico), Mascella Bulimica indossa la faccia di Darth Vader senza boccaglio e, sgranando l’occhio fascistissimo, fa sì col gran testone come a dire: E certo che lo sapevo che quella bandiera lì era di Fridom Flottiglia, o come cazzo si chiama.

Fase 2: Creazione di una realtà altra. Mascella Bulimica comincia a balbettare cose tipo, Ma sì, proprio questo ho detto, che Pisapia è vicino ai terroristi palestinesi. Come se voler aiutare i palestinesi equivalesse a fiancheggiare Hamas.

Fase 3: Contrattacco. Mascella Bulimica, forte di una totale non-aderenza ai fatti narrati, eleva (da sola) le sue affermazioni a Verità Suprema. Sarebbe come se io, dopo aver scambiato Rosario Dawson per la Serracchiani, una volta scoperto l’errore continuassi a dire: Appunto, lei è la Serracchiani e voi – che mi date contro - siete dei criminali. Per molto meno, voi mi lapidereste. Giustamente. Invece a Milano la/li voteranno. E’ la democrazia, baby.

Fase 4. Delirio livido. Per spostare l’attenzione, la Preferita da Priapino parte con un pippone martirizzante, parla mezzora promettendo ogni trenta secondi che “ho quasi finito”, accusa Vauro – autore del logo di Freedom Flotilla – di aver le mani sporche di sangue e, già che c’è, Gad Lerner di essere un riccone col cuore a sinistra e il portafogli a destra (o al Trivulzio).

Fase 5. Estasi. Mascella Bulimica, terminata l’arringa a cazzo di cane (cit), assapora il Momento Solenne in cui il Gran Capo le telefonerà, terminata la puntata, dicendole quanto è stata brava. E promettendole di brindare di lì a poco, magari con una Cicuta d’annata.

Sintesi finale. Se pensate che questi momenti facciano perdere voti a Berlusconi, leggete troppo Eugenio Scalfari.

Buona catastrofe.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/13/sul-ponte-sventola-bandiera-santanche/110982/