giovedì 17 novembre 2011

Accademici, banchieri e cattolici. Nasce il governo di Mario Monti. - di Pierluigi Giordano Cardone




Nessun politico, ma diciotto tecnici che provengono da tutte le aree culturali del paese. Grande presenza di professori universitari e rappresentanti dell'azionismo religioso. Centrodestra e centrosinistra rappresentati in ugual misura. "Sgarro" alla Lega, con la nascita del ministero per la Coesione territoriale. 

Il primo consiglio dei ministri del governo di Mario Monti
Si scrive Governo Monti, si legge equilibrio del potere italiano. Accademici, banchieri, militari, funzionari di stato e cattolici. Nessun politico, ma tecnici ‘in quota’ alla politica. Di centrodestra, di centrosinistra e soprattutto di centro. Un esecutivo che in altri tempi avrebbe fatto storcere il naso per la sua natura politically correct, ma che oggi convince tutti. A cominciare dal Vaticano. Era il 17 ottobre scorso, del resto, quando il Forum delle associazioni cattoliche, riunito a Todi, si concluse con la richiesta di un nuovo governo, forte e sostenuto da tutti. Così è stato. Al seminario umbro, l’apertura dei ‘lavori’ fu ad opera del presidente Cei, cardinale Angelo Bagnascoche solo una settimana prima si era reso protagonista di una dura reprimenda contro il governo Berlusconi. Il messaggio di Bagnasco? Diretto a sottolineare il rinnovato impegno dei cattolici nella politica del Paese. Dopo quella del presidente dei vescovi, però, vennero molto apprezzate dalla platea, tra le altre, le relazioni del rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi (da tutti considerato uomo di Bagnasco dopo esserlo stato di Ruini), del fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi e dell’amministratore delegato di Banca Intesa Corrado Passera.

Oggi, a distanza di un mese, i tre sono diventati rispettivamente ministro dei Beni Culturali, della Cooperazione internazionale e dell’integrazione e dello Sviluppo economico e Infrastrutture. Passera e Riccardi, inoltre, hanno anche un altro legame in comune: sono stati tra i fondatori di Italia Futura, la fondazione che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo, altro esponente di quella società civile a cui guardava con interesse il cosiddetto ‘partito di Todi’. Dal cattolicesimo laico, invece, proviene il nuovo ministro della Salute, Renato Balduzzi, colui che con Stefano Ceccanti ha scritto la legge sui Dico, poi affossata dalle barricate “teo” dentro al Pd, con grande gioia dell’Udc di Pierferdinando Casini.

Quest’ultimo, nel nuovo governo Monti, può contare su un nome a lui molto caro: Piero Gnudi. Il neoministro al Turismo e Sport è un pezzo di storia della Seconda Repubblica. Già presidente di Enel, Iri e Rai Holding, é personaggio politicamente trasversale. In quota Udc, è il compagno di pedalata di Romano Prodi (di cui è ottimo amico), ma ha lavorato anche con De Benedetti e Berlusconi. Al cavaliere, del resto, non è sgradita la nomina di Paola Severino a Guardasigilli, visto che era proprio lei la candidata a prendere il posto di Angelino Alfano in via Arenula prima che la scelta confluisse su Francesco Nitto Palma. Il nuovo ministro della Giustizia è anche moglie di Paolo Di Benedetto, ex commissario Consob nominato da Silvio Berlusconi ed ex ad di BancoPosta Fondi Sgr. Chi lo nominò? Corrado Passera, all’epoca ad di Poste Italiane e ora ministro del governo Monti al pari della signora Severino, che da avvocato ha difeso Prodi, Formigoni, Geronzi, i fratelli Caltagirone e altre personalità del mondo politico, imprenditoriale italiano.

Il nuovo Guardasigilli, inoltre, è prorettore dell’università Luiss (dove insegna anche il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, uomo gradito a Silvio Berlusconi), che è proprietà privata di quella Confindustria a cui era stato accostato il nome del nuovo ministro agli Affari europei, Enzo Moavero Milanesi, quando arrivò alla presidenza generale Emma Marcegaglia. Alla fine, a diventare vicedirettore fu Daniel Kraus, con buona pace del fedelissimo di Mario Monti.

Il presidente del Consiglio ha pescato a piene mani anche tra gli uomini graditi al centrosinistra. Il neoministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, è molto stimato dal Pd, specie da Arturo Parisi eMassimo D’Alema, che nel 2007 lo proposero come comandante militare dell’Alleanza Atlantica. Di Paola, tuttavia, è stato capo di gabinetto anche con il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio, quindi in quota centrodestra. Discorso simile per Piero Giarda. Il ministro per i Rapporti col Parlamento (ed ex presidente del cda della Banca Popolare di Lodi) è stato sottosegretario al Tesoro dal 1995 al 2001: venne nominato per la prima volta da Dini, ma rimase in carica anche con Prodi, D’Alema e Amato. Bersaniano doc, invece, è Fabrizio Barca: il nuovo ministro per la Coesione Territoriale (dicitura di per sé sufficiente a fare imbestialire la Lega) è figlio di Luciano Barca, partigiano, deputato nelle fila del Pci, direttore dell’Unità ed economista. In quota Pd, ma trasversale alle varie anime interne partito, è Francesco Profumo. Il successore diMariastella Gelmini dell’Istruzione era il candidato in pectore dei democratici per le amministrative di Torino. Sul più bello, tuttavia, fece un passo indietro. In maniera rumorosa: scrisse una lettera con cui denunciava gli accordi tra i “tavoli romani” per favorire la mozione Fassino.

Ciò che più colpisce della squadra di Mario Monti, inoltre, è la massiccia presenza di personalità del mondo universitario: dei 18 ministri ben 11 insegnano nelle più importanti università italiane, con larga rappresentanza di ‘bocconiani’ (Monti in primis), ‘luissini’ (il pro rettore Paola Saverino) e professori della Cattolica di Milano (il rettore Ornaghi). Importanti anche gli intrecci con il mondo editoriale, e non per il ruolo di commentatori che molti ministri rivestono con i maggiori quotidiani d’Italia. Esempio lampante quello di Corrado Passera (il ‘superministro’ è anche il rappresentante più influente del ‘partito’ dei banchieri), alfiere del gruppo De Benedetti per molti anni, con ruoli di assoluta responsabilità. Ma non solo. Profumo è stato consigliere de Il Sole 24 ore, Lorenzo Ornaghi è vice presidente di Avvenire, Elsa Fornero è moglie di Mario Deaglio, economista ed editorialista de La Stampa. Altro dato significativo che caratterizza il nuovo governo è l’età avanzata della ‘squadra Monti’: tutti insieme, i 18 ministri hanno 1135 anni, ovvero 63,5 primavere a testa di media. Il nuovo corso dell’Italia è in mani ‘esperte’.

Francesco Profumo.

Francesco Profumo


ROMA - Francesco Profumo entra nella squadra di Governo dopo una lunga carriera accademica. Ligure (è nato a Savona il 3 maggio del '53), Profumo, ingegnere e docente universitario, dallo scorso 13 agosto e' Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Sposato, tre figli, ha iniziato la carriera nel 1978 in Ansaldo a Genova come ingegnere progettista. Nel 1985 si è trasferito a Torino dove ha intrapreso la carriera di ricercatore universitario e nel 1995 è diventato Professore Ordinario di Macchine e Azionamenti Elettrici nello stesso Ateneo. Ha quindi assunto la carica di Presidente della Prima Facoltà di Ingegneria del Politecnico dal 2003 al 2005; dal primo ottobre del 2005 è diventato rettore dello stesso ateneo (scadenza del mandato a settembre 2013). Il suo rettorato è stato caratterizzato da una forte spinta verso la collaborazione con diverse aziende internazionali (come Microsoft, Motorola) e con una apertura della didattica verso l'Estero.
E' stato "Visiting Professor" al Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'University of Wisconsin-Madison (USA) nel periodo 1986-88, al Dipartimento di Ingegneria Elettrica della Nagasaki University (Giappone) nel periodo 1996-97, al Dipartimento di Ingegneria Elettrica della Czech Technical University-Prague (Repubblica Ceca) nel 1999 e alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Cordoba (Argentina) nel 2004 e nel 2005. Accanto alla carriera nella propria Università, Profumo è stato molto attivo in molti gruppi di lavoro internazionali, con numerosi riconoscimenti in tutto il mondo e tante pubblicazioni. Nel 2011 ha dato la sua disponibilità alla candidatura di Sindaco di Torino per il Partito Democratico, ma in seguito ha ritirato la candidatura. Presidente di Columbus, del Forum Torino ha fatto anche parte di un Panel del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (Civr) del ministero dell'Istruzione. Già membro del Consiglio di Amministrazione di Reply, di Fidia SpA, Unicredit Private Bank, il 12 aprile 2011 è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia e ha svolto ruolo di Consigliere per Il Sole 24 Ore e per Pirelli.

Governo, Ministero della Coesione al posto di quello del Federalismo.

Roberto Calderoli

Cinquantuno minuti: dalle 13.38 alle 14.29. È il tempo che passa dalla nomina del nuovo ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca e la durissima nota di Roberto Calderoli che boccia senza riserve il governo Monti: "Se il buongiorno si vede dal mattino allora è notte fonda", tuona l'ex responsabile della Semplificazione normativa. Il primo atto del professore, la presentazione della lista, viene visto come una provocazione dai lumbard: nessun riferimento al federalismo e, in particolare, la scomparsa del ministero delle Riforme.

Nasce il dicastero della Coesione Come se non bastasse, il dicastero retto da Umberto Bossi fino a qualche giorno fa, viene sostituito da un nuovo ministero con un nome che non lascia spazio ad equivoci e la dice lunga sulle idee del neo-premier in merito: Coesione territoriale. È troppo per il Carroccio. "Significa aver creato il ministero del centralismo. Sarò felice di votare contro la fiducia al prossimo Esecutivo", annuncia Calderoli per il quale "il Nord non potrà accettare questo ennesimo schiaffo". La Lega è in fermento, particolarmente critica nei confronti del nuovo esecutivo. Il capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni si fa portavoce del sentimento della base. Punta il dito contro "la presenza ingombrante delle grandi banche" e sottolinea che "l'80% dei ministri è composto da docenti universitari, funzionari pubblici e burocrati di alto rango che prendono lo stipendio dallo Stato" e poi "chiedono i sacrifici alla povera gente". "Sentiremo che cosa dirà domani il governo ma quello che vediamo adesso lascia pensare molto", spiega Reguzzoni. È tutta la Lega ad insorgere contro il nuovo governo. "La nomina di Monti equivale ad un colpo di Stato, messo in atto sotto gli occhi di tutti", dice il deputato Corrado Callegari. Anche il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota esprime un "giudizio politico non positivo". "Se Monti voleva la certezza del nostro voto contrario al suo governo ha fatto tutto il possibile", sintetizza il parlamentare Paolo Grimoldi.

A rischio alleanza Pdl-Lega La svolta all'opposizione della Lega mette a rischio l'alleanza dei lumbard con il Pdl, che invece appoggia il governo Monti. Ieri, l'ex ministro Roberto Maroni lo ha detto chiaramente. Oggi, Calderoli lo ribadisce con toni più morbidi: "Pdl e Pd non lo hanno ancora capito ma saranno loro i primi ad essere danneggiati dal nuovo governo - dice - Bella operazione di masochismo". Intanto, ci si prepara all'opposizione. L'appuntamento è per il 4 dicembre per la riapertura del parlamento padano (probabilmente a Vicenza ma la sede deve ancora essere stabilita). La 'lunga marcià delle 'camicie verdì inizia lì.

Governo Monti giura al Quirinale Sedici ministri, nessun politico.



Roma - (Adnkronos/Ign) - Il neo presidente del Consiglio - che mantiene la delega all'Economia - annuncia i nomi dei nuovi ministri: tutti tecnici, tre donne (VIDEO).Passera allo Sviluppo e Infrastrutture. "L'assenza di politici non ostacolerà ma agevolerà". Ecco la nuova squadra (LISTA). Il giuramento (FOTO). Il capo dello Stato: "Dalla Ue segnali positivi". Juncker: "Buona notizia per Italia e Eurozona". Il programma di Monti. Berlusconi: "Siamo in buone mani".Bersani: "La svolta c'è stata"Fini: "Scelta dei ministri per competenza e valore". Annarella in trasferta al Quirinale: "A chi tocca nun s'engrugna". Il professore riservato ma intransigente dallo humour anglosassone.Monti giura al Quirinale e Piazza Affari prende quota.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Governo-Monti-giura-al-Quirinale-Sedici-ministri-nessun-politico_312650210740.html

LA LISTA DEI MINISTRI.



Ecco la squadra di governo Monti, neo presidente del Consiglio con delega all'Economia. Antonio Catricalà sarà proposto come sottosegretario alla Presidenza.


(Xinhua)


Mario Monti, neo presidente del Consiglio, presenta la squadra di governo. Antonio Catricalà sarà proposto come sottosegretario alla Presidenza.


MINISTRI CON PORTAFOGLIO:
Mario Monti, neo presidente del Consiglio, tiene l'interim all'Economia
Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore a Washington, agli Esteri
Anna Maria Cancellieri, la donna prefetto, agli Interni
Paola Severino, vice rettore dell'Università Luiss 'Guido Carli' di Roma, alla Giustizia
Corrado Passera, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti
Gianpaolo di Paola, presidente del comitato militare della Nato, alla Difesa
Elsa Fornero, vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, al Lavoro e politiche sociali
Lorenzo Ornaghi, rettore della Cattolica, alla Cultura
Francesco Profumo, presidente del Cnr, all'Università e Istruzione
Renato Balduzzi, presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), alla Salute
Mario Catania, capo del Dipartimento delle politiche europee e internazionali del Mipaaf, all'Agricoltura
Corrado Clini, direttore generale del dicastero di Via Cristoforo Colombo, all'Ambiente
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO:
Enzo Moavero Milanesi ministro degli affari europei; Piero Gnudi ministro del Turismo; Fabrizio Barca ministro per la Coesione territoriale; Piero Giarda ministro per i Rapporti con Parlamento e Andrea Riccardi ministro della Cooperazione.



http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/LA-LISTA-DEI-MINISTRI_312650846446.html

mercoledì 16 novembre 2011

Ran Raffaele, in corso perquisizioni. Un fermo. Don Verzè indagato per bancarotta.






L’inchiesta sulle vicende del San Raffaelegiunge a un punto di svolta. Dalle prime luci dell’alba sono in corso perquisizioni in una ventina di uffici, anche della presidenza, di alcuni degli indagati nell’inchiesta milanese sullabancarotta di oltre un miliardo che coinvolge i vertici dell’ospedale fondato da don Luigi Verzè. Le toghe puntano a fare luce sull’esistenza di presunti fondi neri e anche il prete-manager è finito sotto la lente degli investigatori per concorso in bancarotta.

Gli uomini della Guardia di Finanza sono al lavoro per acquisire materiale e documenti utili alle indagini che, nelle ultime ore, hanno portato ad allungare la lista degli indagati e a far scattare le manette per Piero Daccò, l’intermediario per consulenze e rapporti d’affari dell’ospedale, accreditato come molto vicino a Comunione e Liberazione. Il suo fermo è stato trasformato nella notte in arresto per pericolo di fuga. Anche lui, come don Verzè e gli altri è indagato di concorso in bancarotta. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire i movimenti che hanno portato alla voragine finanziaria di oltre un anno e mezzo, a a partire dai movimenti di denaro ritenuti sospetti. Come svela il Corriere della Sera, ciò che per il momento è chiaro alla procura di Milano è il meccanismo: la Fondazione San Raffaele paga (molto) più del dovuto i suoi fornitori che in un secondo momento restituiscono parte della somma in contanti. Così la Fondazione si sarebbe procurata enormi somme di denaro nero che l’ex barccio destro di don Verzè Mario Cal (il vicepresidente che il 18 luglio, durante i giorni della bufera giudiziaria, si è suicidato) avrebbe consegnato proprio a Daccò. Per destinazioni ancora sconosciute alla stampa.

Tra gli indagati, sempre per il meccanismo delle restituzioni in nero al San Raffaele, figurano anche i due costruttori Pierino e Giovanni Luca Zammarchi (padre e figlio) che hanno avuto lavori in appalto dalla struttura sanitaria per decine di milioni di euro. I due sono stati interrogati a lungo ieri dai titolari delle indagini.

Così, dopo circa sette mesi da quel 23 marzo, quando venne dichiarata la crisi finanziaria dell’istituto, le indagini sembrano arrivare a un punto di svolta dopo la decisione del Tribunale di Milano che il 28 ottobre, al posto del fallimento del colosso finanziario, ha optato per il concordato preventivo accettando (seppure con molti distinguo) il piano di risanamento presentato dallo Ior(la banca del Vaticano) e dall’imprenditore genovese Vittorio Malacanza.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/16/raffaele-corso-perquisizioni-fermo-verze-indagato-bancarotta/171050/

La Calunnia The Barber of Seville. - Simone Alaimo.



GRANDISSIMO SIMONE!
Il brano sembra composto per lui.