venerdì 13 luglio 2012

Scoperta la materia oscura – di Roberto Vacca – 12 Luglio 2012.



L'Universo visibile - Terra, Sole, pianeti, galassie, ammassi di galassie - riempiva di rinnovata meraviglia la mente di Immanuel Kant. Si sarebbe meravigliato ben di più se avesse capito che "il cielo stellato sopra di lui" è solo un ventesimo (il 5%) di tutta la roba che c'è nel cosmo. Il 95% è materia oscura che non si vede. Lo si sapeva da decenni - ma non c'erano prove dimostrate "ai sensi e all'esperienza" - come voleva Galileo.
Ora, però, la materia oscura è stata localizzata e misurata da Joerg Dietrich e collaboratori. La notizia è grossa, ma se ne è parlato molto meno di quanto si è scritto e detto sul bosone di Higgs.
Nel pezzo allegato racconto come sia stato possibile (70 anni fa) calcolare questa preponderanza della materia oscura. È straordinario che con calcoli che si possono riassumere e semplificare in mezza pagina sia possibile calcolare la massa di materia che non si vede.
La mia spiegazione è semplificata: se ti sembra difficile, insisti o fattela spiegare -- ne vale la pena.
La nostra mente si arricchisce di più a capire la materia oscura che a discutere se la concertazione sia utile o dannosa [suggerimento: bisogna vedere se la si fa bene o male]
Roberto
 
Scoperta la materia oscura – di Roberto Vacca – 12 Luglio 2012.

Per la prima volta è stata rilevata e misurata la materia oscura. La notizia è sconvolgente perché la materia oscura costituisce il 95% della massa dell’universo, ma non emette, né assorbe luce – quindi non si vede. Che esista non lo sa quasi nessuno.
Un gruppo internazionale di astrofisici dell’Università del Michigan, diretto da Jörg Dietrich pubblica oggi su Nature, un lavoro epocale. Descrivono un enorme “filamento” di materia oscura lungo 58 milioni di anniluce e spesso 3 milioni di anniluce. Si trova a 2,7 miliardi di anniluce da noi e collega due ammassi di galassie chiamati Abell222 e Abell223. Questo enorme oggetto non si vede, ma la sua massa gravitazionale fa deviare la luce proveniente da altre galassie – il che ha permesso di misurarlo. La situazione somiglia, in scala molto maggiore, all’esperienza di Eddington che il 29 Maggio 1919 durante un’eclissi dl sole confermò che la luce di stelle lontane veniva deviata nel passaggio in prossimità della massa del sole, come previsto dalla teoria della relatività.
Dietrich e collaboratori hanno analizzato immagini ottenute dal telescopio Subaru a Mauna Kea e dal telescopio spaziale XMMM-Newton. Hanno calcolato le distorsioni dovute a oltre 40.000 galassie e le hanno confrontate con la distorsione totale. Le differenze hanno condotto a costruire un modello della forma e delle dimensioni dell’immane filamento di materia oscura.
Questa conferma è interessante, ma l’esistenza della materia oscura era data per certa già da decenni – in parte per le considerazioni che seguono, in parte per calcoli che descrivo brevemente più oltre.
L'espansione attuale del cosmo pare sia del tutto diversa da quella iniziale - chiamata "inflazione" e dovuta alla presunta esplosione iniziale. Infatti dovremmo attenderci che, a causa dell'attrazione gravitazionale, l'espansione dovrebbe frenare e infine giungere a un collasso che ricompatti tutta la materia. Non è così: negli anni ‘90 si scoprì che l'espansione del cosmo accelera. Deve esistere, dunque, una forza opposta alla gravità. È l’"energia oscura" - intuita da Einstein. Pare sia prodotta dallo spazio vuoto che, secondo le teorie quantistiche, è pieno di particelle virtuali che si formano, esistono per tempi minimi e scompaiono. Non si sa se l'energia oscura sia costante o variabile. Occorrono nuove osservazioni. Alcuni scienziati mirano a spiegare i meccanismi dell'energia oscura indagando cosa accada allo spazio, al tempo e alla materia ai margini di un buco nero. All'interno di un buco nero la gravità è tanto forte che nemmeno la luce ne può uscire, il tempo si ferma e la materia viene attratta inesorabilmente.
Questi fenomeni possono essere spiegati dall'esistenza di un tipo di materia diversa da quella nota. E', appunto, la materia oscura che costituirebbe il 95% dell'universo. E' priva di cariche elettriche, ma non di massa e interagisce con la materia a noi nota. Non produce radiazioni, non è fatta di atomi e di molecole, ma di particelle finora non osservate, ma solo ipotizzate. Fra queste, gli axioni: privi di carica e di spin e aventi una massa minima - si degraderebbero a fotoni. Fotini: previsti dalla teoria della supersimmetria e aventi spin 1/2. Neutralini e gravitini che hanno massa e che sono soggetti a interazioni deboli. Stentiamo a pensare che si possa parlare con precisione di oggetti che nessuno ha mai visto, nè misurato.
Ma, come dicevo, passiamo ai calcoli. Le formule che seguono sono molto semplici. Forse ricordate che una massa  m  che si muove alla velocità V, immagazzina una quantità di energia uguale a ½ m V2  (energia cinetica). Anche se non lo ricordate, potete trovarne la spiegazione nel Capitolo 5 del mio libro ANCHE TU FISICO.

Il teorema viriale fu dimostrato nel 1970 da Rudolf Clausius. Ne do qui una versione molto semplificata.
Una piccola massa m che ruota attorno a una massa M molto più grande seguendo una traiettoria circolare di raggio  R, che percorre alla velocità V, è sottoposta a una forza centrifuga   F =  m V2/R      che deve essere identica alla forza di attrazione         Fgrav = G m M/R2        ove G è la costante di gravitazione universale che vale 6,673  10-11 m3/kg . s2
cioè:
(m V2 )/R= G m M/R   da cui:    m V2  = G m M/R 

L’energia cinetica (o forza viva, cioè l’energia immagazzinata nella mass  m  perché si muove alla velocità V) è
            E = ½ m V2   =  ½ G m M/R
Ma    (G m M/R)   è l’energia potenziale del campo gravitazionale considerato.
Il teorema viriale dice, appunto, che quando abbiamo masse in rotazione che si attraggono mutuamente, l’energia cinetica è uguale alla metà dell’energia potenziale.
            In generale con molte masse in rotazione che si attraggono mutuamente (chiamando M  la loro massa totale e chiamando R il raggio medio misurato dal centro di rotazione)
M V2 = G M2 /R
da cui
M = R V2/G
Se possiamo misurare il raggio medio R e la velocità media V di una massa di corpi che ruotano e si attraggono, è immediato calcolarne la massa totale M. Questo è stato fatto per galassie e ammassi di galassie, la prima volta da Fritz Zwicki nel 1933 . Risultato: la massa calcolate è 20 volte maggiore di quella corrispondente alle stelle visibili. La massa del nostro sistema solare è concentrata nel Sole per oltre il 99%. È verosimile che accada lo stesso nel resto del cosmo. Invece no. Come detto sopra, si calcola con estrema semplicità che il cosmo è costituito in misura preponderante da cose che non si vedono e non emettono luce.
La scoperta di Dietrich & Co. sembra davvero epocale.

Comune, arrestato vicepresidente del consiglio accusato di finanziamento illecito ai partiti.


Comune, arrestato vicepresidente del consiglio accusato di finanziamento illecito ai partiti

Samuele Piccolo, vicepresidente del consiglio comunale finito agli arresti domiciliari.


Samuele Piccolo ai domiciliari con il padre Raffaele. In carcere il fratello Massimiliano, considerato "capo, organizzatore e promotore" dell'associazione a delinquere. L'inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo, Mario Palazzi e Barbara Sargenti.

Il vice presidente del consiglio comunale di Roma, Samuele Piccolo (Pdl), è finito agli arresti domiciliari con le accuse di associazione a delinquere, finanziamento illecito ai partiti e e l'appropriazione indebita. 

Ai domiciliari anche il padre, Raffaele, insieme ad altre quattro persone. Per la Procura il "capo, organizzatore e promotore" dell'associazione a delinquere è il fratello di Samuele Piccolo, Massimiliano, finito però in carecere.

L'inchiesta è coordinata dai pm Paolo Ielo, Barbara Sargenti e Mario Palazzi. In totale sono sette i provvedimenti di custodia cautelari firmati dal gip Filippo Steidl. In base all'impianto accusatorio, attraverso una serie di società sarebbero stati creati finti crediti Iva e dirottati i fondi drenati al fisco all'attività politica del vicepresidente del consiglio comunale.

Questa mattina sono scattate le perquisizioni degli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma nell'ufficio del consigliere comunale romano del Pdl Piccolo in Campidoglio. A quanto si apprende, la Guardia di finanza avrebbe acquisito carte e documenti. Le verifiche sono partite anche sulla base di accertamenti che erano stati fatti dall'ufficio centrale antifrode dell'Agenzia delle entrate.


Con individui di questa portata ai posti di comando, come possiamo sperare di ottenere credibilità dal resto del mondo?

Bce: disoccupazione e debito frenano ripresa "Servono flessibilità e salari più bassi".


Bce: disoccupazione e debito frenano ripresa "Servono flessibilità e salari più bassi"




Il bollettino di luglio della Banca centrale disegna uno scenario ancora negativo per l'economia europea. "In Italia bene la riforma delle pensioni, ma l'Imu potrebbe danneggiare il settore costruzioni". Per rilanciare il lavoro si chiedono ulteriori tagli agli stipendi e riforme strutturali.


ROMA - Le tensioni sul debito e l'alta disoccupazione sono tra i fattori che freneranno la ripresa nell'eurozona. E' una delle affermazione contenute nel bollettino di luglio della Bce che per l'ennesima volta lascia poco spazio all'ottimismo sul breve periodo: "Gli indicatori relativi al secondo trimestre segnalano un nuovo indebolimento dell'espansione economica e una maggiore incertezza", si legge nel bollettino. Su un orizzonte temporale più lungo, il Consiglio direttivo si attende che l'economia dell'area euro registri una graduale ripresa, il cui vigore sarebbe tuttavia smorzato da una serie di fattori.

"In particolare, - afferma la Banca centrale europea - vi è l'aspettativa che la dinamica di fondo della crescita risenta delle tensioni in alcuni mercati del debito sovrano dell'area e del loro impatto sulle condizioni di credito, nonché del processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e dell'elevata disoccupazione". In generale, invece, la crescita economica nell'eurozona "resta debole, in un contesto di maggiore incertezza, che grava sul clima di fiducia".

Parlando delle decisioni dell'ultimo vertice eurogruppo-ecofin, la Bce si dice favorevole allo scudo anti-spread e conferma la disponibilità al ruolo di agente, realtivamente alla conduzione delle operazioni sul mercato, nell'eventualità che i due fondi Efsf/Esm salva-Stati vengano utilizzati "in maniera flessibile" ed efficiente al fine di stabilizzare i mercati".

Nell'analisi sull'Italia, la Bce sottolinea da un lato come la riforma delle pensioni diminuirà le pressioni sulla spesa pubblica legate all'invecchiamento della popolazione, al contrario di quanto avverrà, ad esempio, in Germania e Francia. Dall'altro lato, però, esprime la preoccupazione che il settore costruzione possa risentire negativamente dalla reintroduzione dell'Imu sulla prima casa e dal graduale rientro delle misure fiscali a favore degli investimenti in immobili residenziali".

La Banca centrale torna poi a chiedere più "flessibilità e moderazione salariale", ritenendo che possano favorire l'occupazione. Nell'analisi dell'Eurotower, la modesta riduzione dei salari registrata nonostante l'elevata disoccupazione testimonia la necessità di ulteriori riforme strutturali. "In vari paesi - si legge tra l'altro nel bollettino - la correzione al ribasso dei salari è stata modesta, e ciò malgrado l'aumento della disoccupazione, a indicazione della necessità di ulteriori riforme che favoriscano la flessibilità dei salari".

Francoforte prende atto che "in molti dei paesi più colpiti si stanno intraprendendo riforme strutturali". Ma queste riforme "dovranno mirare anche a incoraggiare la flessibilità dei mercati del lavoro e la moderazione salariale, in modo da agevolare la riallocazione settoriale dei lavoratori in esubero, favorire la creazione dei posti di lavoro e ridurre così la disoccupazione".


Buona la prima, controproducente la seconda. 
Diminuire gli stipendi significa solo aumentare la disoccupazione, perchè se nessuno compra le aziende produttrici falliscono, e se le aziende falliscono perchè nessuno compra, aumenta la disoccupazione. Per dare impulso alla crescita bisogna mettere soldi nelle tasche della gente e incentivare la possibilità di comprare ciò che le aziende producono!
Cetta.

Moody's taglia titoli Italia Spread oltre 480 punti.



13 luglio, 09:55 Mario Monti al suo arrivo negli Stati Uniti


Piazza Affari apre in positivo come le altre borse europee, poi gira in rosso. Oggi l'asta dei Btp.
NEW YORK - Arriva l'ennesima tegola di Moody's sull'Italia. L'agenzia ha infatti tagliato di ben due scalini il rating dei titoli di Stato, portandolo da A3 a Baa2 e mantenendo un outlook negativo.
La notizia e' arrivata proprio mentre il premier Mario Monti atterrava in Idaho, Stati Uniti, per recarsi alla Allen Conference di Sun Valley, dove e' riunito il gotha della finanza e del mondo dei media 'made in Usa'. Li' il Professore - che interverra' nelle prossime ore intervistato (a porte chiuse) dal noto anchorman della Cbs, Charlie Rose, ha come obiettivo principale quello di convincere ad investire in Italia.
Non a caso Moody's, spiegando la sua decisione, sottolinea come tra i fattori che probabilmente porteranno ad ''un ulteriore netto aumento dei costi di finanziamento'' dell'Italia ci sono anche ''segnali di erosione'' sul fronte degli investeminte esteri, oltre al rischio contagio da Grecia e Spagna, con i rischi di un'uscita di Atene dall'euro ''che sono saliti'' e il sistema bancario spagnolo sempre piu' in difficolta'.
Ma l'agenzia di rating punta il dito anche su altri fattori: dal ''deterioramento delle prospettive economiche nel breve termine'', nonostante le misure e le riforme decise dal governo Monti, al ''clima politico che, con l'avvicinarsi del voto della prossima primavera - scrive Moody's - e' fonte di un aumento dei rischi''. Questo spiega anche l'outlook negativo, con il nostro Paese che resta sotto stretta osservazione da parte dell'agenzia di rating. Per la quale ''i rischi che gravano sull'attuazione delle riforme restano considerevoli''. Il peggioramento dell'economia, poi, col Paese in recessione, ''aumenta il peso dell'austerity e delle riforme sulla popolazione italiana''. Questo porta le forze politiche a frenare, in qualche modo, l'azione del governo. Quest'ultimo - riconosce Moody's - ha messo in campo ''un programma di riforme che ha davvero le potenzialita' per migliorare notevolmente la crescita e le prospettive di bilancio''. Nonostante cio' la recessione incombe e raggiungere gli obiettivi di risanamento dei conti resta una enorme sfida, con il pareggio di bilancio - si sottolinea - slittato di due anni. Forse gli analisti di Moody's pensavano al 'percorso di guerra' citato ieri dallo stesso Monti.
GIAPPONE MINIMIZZA, UE SU STRADA GIUSTA - Il Giappone minimizza la portata del taglio del rating di Moody's sull'Italia (da A3 a Baa2) sulla convinzione che i leader Ue "stiano facendo gli sforzi per risolvere gravi problemi mai sperimentati nella storia". Ne è convinto il ministro delle Finanze, Jun Azumi, secondo cui, "dato il potenziale, sono sicuro che l'Europa supererà i problemi e riavrà la fiducia del mercato". Le prospettive sono più che positive con la mossa Ue su controllo unico bancario, coinvolgendo la Bce, e cooperazione economica e fiscale.
CRESCITA ECONOMIA CINA +7,6% - Il tasso di crescita dell'economia cinese e' stato del 7,6% nel secondo trimestre del 2012. 
Si tratta del tasso di crescita piu' basso degli ultimi tre anni. Il dato sul rallentamento della crescita conferma le previsioni degli economisti, basate sulla flessione delle esportazioni cinesi, che hanno nell'Europa il loro principale mercato. L'Ufficio nazionale di statistica, che ha diffuso oggi i dati sull'andamento dell'economia, ha precisato che, calcolato sui primi sei mesi dell'anno il tasso di crescita e' stato del 7,8 per cento.
Io credo che le cause di questo declassamento siano ben altre. La prima è che abbiamo alienato aziende che rappresentavano il vanto dell'Italia, la seconda, da non prendere sotto gamba, è che abbiamo una politica compromessa e inefficiente. In altre parole non suscitiamo più alcuna fiducia, neanche nel prossimo futuro.
Cetta.

Paolo Borsellino.



"Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri."
Paolo Borsellino


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Nuova inchiesta su Dell'Utri. - Lirio Abbate e Paolo Biondani

Marcello Dell Utri


Manovre in parlamento, entrature nel governo, tangenti su un affaire di gas con la Russia. La Procura di Firenze indaga sul potere del senatore. E sul suo braccio destro Massimo De Caro, il consulente di Ornaghi che al telefono evocava interventi di Passera e dossier contro D'Alema.


Una lobby in grado di condizionare parlamentari, imprenditori e burocrati di altissimo livello, interferendo perfino sul governo Monti. Presunto burattinaio, il senatore Marcello Dell'Utri. Braccio operativo, Massimo De Caro , ex «consulente speciale» di due ministri dei Beni culturali, arrestato il 24 maggio con l'accusa di aver rubato centinaia di libri antichi dalla Biblioteca dei Girolamini a Napoli, di cui era diventato direttore tra molte polemiche. Mentre i magistrati partenopei continuano a indagare sui maxi-furti addebitati a De Caro (che dopo il ritrovamento a Verona dei primi 257 preziosi volumi, ora è sospettato di averne trafugati più di 2.200), la Procura di Firenze ha scoperto le carte di un'altra inchiesta. La nuova accusa che accomuna De Caro e Dell'Utri è una presunta corruzione: tangenti per favorire l'espansione in Italia del gruppo Avelar-Renova, un colosso dell'energia controllato da un miliardario russo con base in Svizzera. Seguendo la pista degli affari i carabinieri del Ros hanno intercettato De Caro per mesi, fino all'arresto per i libri rubati. Le telefonate considerate rilevanti svelano la sua rete di relazioni nei ministeri e nello staff di Palazzo Chigi. Un ruolo conquistato grazie al legame con Dell'Utri e i parlamentari più fedeli al senatore, che nel '93-94 fu il creatore del partito-azienda di Berlusconi. 

DALLA RUSSIA CON DE CARO
 . Tra aprile e maggio 2009 Dell'Utri incassa 409 mila euro sul suo conto al Credito Cooperativo Fiorentino, la banca allora guidata dal coordinatore del Pdl Denis Verdini, poi commissariata dopo l'indagine sulla "cricca" degli appalti. A versargli quei soldi è il bibliofilo De Caro. Sulla carta è il prezzo di una «epistola di Cristoforo Colombo del 1493». Per i giudici di Firenze, però, la giustificazione «è del tutto fittizia»: Dell'Utri non aveva quell'incunabolo, mentre De Caro gli ha girato soldi che aveva a sua volta ricevuto dai russi di Renova, di cui fino al 2009 fu manager (come rivelò "l'Espresso" del 22 dicembre 2010). Dunque quei bonifici, secondo i pm, servivano in realtà a comprare «l'influenza del senatore Dell'Utri sulle amministrazione pubbliche», per assicurare al gigante straniero, che in Italia fattura già un miliardo, nuove concessioni «di rilievo strategico», come i giacimenti di gas lucani a Grottole Ferrandina e Pisticci. Con le prime perquisizioni finora è emerso solo questa accusa, ma l'inchiesta è più ampia. Le intercettazioni documentano altri interventi di De Caro sul crinale tra affari e politica. E il suo cellulare registra le manovre di Dell'Utri e dei «suoi» parlamentari per influire su leggi e fondi pubblici. Per loro, Mario Monti è «un problema». Ma tra i papaveri della burocrazia c'è chi appoggia «l'uomo di Dell'Utri» perfino mentre il senatore è in attesa del verdetto per mafia della Cassazione.



MI MANDA ROMANO. Nel marzo-aprile 2012, mentre è consulente ministeriale, De Caro si fa in quattro per favorire un progetto privato: un impianto fotovoltaico a Gela da 110 milioni di euro, «per un terzo coperti da contributi pubblici». L'imprenditore interessato è Paolo Campinoti della Pramac di Firenze, che è in cordata con il solito gruppo Renova del miliardario Viktor Vekselberg. Da Cipro, il colosso russo ha già versato 1,2 milioni a De Caro, che ne ha girati un terzo al senatore. Nel febbraio 2012 De Caro sta gestendo «un nuovo progetto con Saverio Romano», l'ex ministro delle politiche agricole imputato per mafia. Quindi annuncia a Dell'Utri che «lunedì 13 Campinoti mi fa visitare la sua fabbrica a Lugano, al ritorno mi fermo da lei». Il senatore commenta: «Ottimamente». In Svizzera De Caro non va in fabbrica, ma nell'ufficio di un avvocato del colosso russo. Il 23 marzo, al secondo «incontro riservato» a Lugano, partecipa anche un siciliano, Domenico Di Carlo: è il capo della segreteria di Romano e per i magistrati «rappresenta gli interessi dell'ex ministro». Prima e dopo ogni visita in Svizzera, De Caro va a rapporto da Dell'Utri. E per i giudici è molto sospetto che Campinoti voglia cedere ai russi i «costi non industriali e di contorno». «Oneri di compensazione ai comuni? No, ai privati....», ci scherza sopra un faccendiere lucano, che segnala a De Caro le pretese di un politico soprannominato "Ciaffaraffà".


PRESSIONI SU ORNAGHI. Nato a Bari nel 1973, De Caro ha nel curriculum solo un'impresa (liquidata) di libri antichi e il lavoro di lobby per i russi, quando viene nominato, il 13 aprile 2011, «consulente speciale» del ministro dei Beni culturali Giancarlo Galan. In giugno diventa anche direttore della biblioteca dei Girolamini. E il 15 dicembre viene riconfermato dal nuovo ministro, Lorenzo Ornaghi, ex rettore della Cattolica, che però gli taglia lo stipendio a 40 mila euro l'anno. Dal ministero, De Caro tratta con politici e alti funzionari. Nel gennaio 2012 il senatore Elio Palmizio di "Coesione nazionale" gli annuncia un incontro con Ornaghi: «Mi ha chiamato il ministro, quindi ci vediamo prima noi per mettere giù tutte le cose da fare». All'uscita il parlamentare telefona a De Caro che «è andata bene»: «Abbiamo parlato di un sacco di cose. Con ordine: le deleghe lui non le fa scritte, però ci organizza l'incontro con il direttore generale delle biblioteche... Su Arcus mi ha detto che non c'è problema. Entro metà febbraio è operativo e da lì si parte per chiedere i soldi per le varie cose che ci interessano... Finché non si sblocca Arcus non posso fare un cacchio». Arcus è una società-cassaforte dei Beni culturali: secondo i carabinieri, il senatore pensava ai «suoi interessi». 

IMU ALLA CHIESA. Il 25 febbraio Dell'Utri è all'estero in attesa del verdetto per mafia. Alle dieci di sera De Caro gli chiede la sua approvazione a un «sub-emendamento sull'Imu della Chiesa» presentato dal senatore Salvatore Piscitelli: «Dove c'è un vincolo dei Beni culturali, non si deve pagare l'Imu... Ovviamente la Chiesa è d'accordo. Palmizio ha sentito il ministro Ornaghi che è contentissimo». Dell'Utri è «d'accordissimo»: «E' una cosa di giustizia, sottoscrivo». De Caro aggiunge: «Monti ha tagliato anche le agevolazioni per le dimore storiche, mentre noi con l'emendamento diciamo che deve continuare l'esenzione». Dell'Utri approva, «perché ci interessano le cose della Chiesa». L'unico problema è interno al Pdl: De Caro vorrebbe pubblicizzare «una delle prime cose che ha fatto la nostra corrente del Buongoverno», ma «Letta voleva andare dall'associazione delle dimore storiche a dire: vi ho difeso io». Al che Dell'Utri s'infuria: «E' un pezzo di m...». 



FALLO PER L'AMBIENTE. Il 15 marzo un funzionario delle Politiche agricole, Giamberto De Vito, segnala a De Caro l'imprenditore italiano C. che «vuole investire centinaia di milioni per le serre in Russia»: «Mi sono permesso di fargli avere la tua lettera d'intenti, che il ministro Catania non ha più portato avanti. Gli ho detto che hai un sacco di entrature». De Caro chiama subito l'imprenditore: «Vediamoci a Roma, ho l'ufficio al ministero dei Beni culturali...». De Caro era stato designato da Galan anche per il direttivo del parco del Gran Sasso, ma la nomina ora spetta ai nuovi ministri. Bisogna sapere se hanno già scelto un altro. Dopo una telefonata a Dell'Utri e un incontro con Romano, che vanta «ottimi rapporti con Catania», De Caro riesce a sapere che «non c'è ancora nulla di firmato»: glielo comunica il capo di gabinetto dell'Ambiente, che non è suo amico. Infatti De Caro gli telefona sotto falso nome: «Sono il dottor Tuzzi». 

PASSERA E LA REGIONE
. Il 27 gennaio De Caro fa il punto su un progetto di Renova in Basilicata: «Oltre al politico nazionale, lì è intervenuto, sul presidente della Regione, il ministro Passera, perché ha ricevuto una telefonata molto minacciosa dall'ambasciatore russo, dicendo che se non avessero dato questa concessione, avrebbe creato problemi tra Italia e Russia». De Caro racconta spesso balle che gli fanno comodo. Certo è che l'oligarca Vekselberg è davvero protetto da Putin. 

D'ALEMA E LA LIBIA
 . In gennaio De Caro tenta di ispirare un dossier contro Massimo D'Alema. Come presunta fonte cita l'amico pugliese Roberto De Sanctis, che lavorò con lui per i russi. «Roberto ha organizzato viaggi in Libia su mandato dell'altro quando era ministro, con aerei privati, per fare contratti con la società del gas libica. Ci sono anche scambi di lettere. Poi l'hanno presa nel sedere perché era calato il gas». Anche queste parole vanno prese con le pinze: l'amico di Dell'Utri può avere interesse a screditare D'Alema. Ma in altri casi De Caro parla direttamente con i politici.



L'AMICO POMICINO. Quando il governo Monti annuncia il taglio degli incentivi al fotovoltaico, l'imprenditore Campinoti cerca «una via politica per tenere Gela fuori dal quinto conto energia». In aprile incontra a Palermo l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino, che promette aiuto: «Bisogna salvare il progetto». L'imprenditore si è indebitato per la crisi e il politico di Tangentopoli gli garantisce appoggi anche con le banche. «Sono a Roma, oggi rivedo il gran capo», lo rassicura, senza fare nomi al telefono. 

MARCELLO IN CASSAZIONE
. Il 9 marzo, mentre la Suprema Corte decide, Dell'Utri è all'estero. Quando esce la sentenza, è De Caro a passargli la moglie Miranda, che gli elenca gli amici in festa, da Verdini al senatore Riccardo Villari. Proprio De Caro è l'unico a sapere dov'è Dell'Utri: «Madrid? No, c'è un oceano di mezzo. Brasile? No: parlano spagnolo».



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nuova-inchiesta-su-dellutri/2186911

Dell'Utri e l'oro nero di Putin. - Lirio Abbate e Paolo Biondani

Marcello Dell Utri con Silvio Berlusconi


Il braccio destro del Cavaliere protagonista del business petrolifero con la Russia. In affari con un calabrese ora latitante per mafia. E l'appoggio dei servizi segreti di Mosca. Ecco le intercettazioni esclusive.


Tra l'Italia di Berlusconi e la Russia di Putin ora spuntano gli affari petroliferi di Marcello Dell'Utri. Braccio destro del Cavaliere fin dagli anni Settanta, il senatore del Pdl è il mediatore d'eccezione in compravendite di greggio e trattative per forniture di gas definite "colossali". Operazioni commerciali che vengono gestite attraverso una società energetica che ha sede in Svizzera, ma è controllata da un miliardario russo di origine ucraina: tra i suoi amministratori c'è un manager italiano, che Dell'Utri indica come il suo emissario, impartendogli istruzioni e direttive. Ma il dato più strabiliante è che questo business viene organizzato dal parlamentare berlusconiano, da poco condannato anche in appello per mafia a Palermo, accordandosi con un pregiudicato calabrese, emigrato in Venezuela per sfuggire a precedenti condanne per bancarotta, che ora è ricercato dai magistrati di Reggio Calabria che indagano nientemeno che sul clan Piromalli, la cosca della 'ndrangheta di Gioia Tauro.

A svelare questo assurdo intreccio tra petrolio, politica, mafia e affari è un faldone di intercettazioni internazionali finora inedite. Tra dicembre 2007 e aprile 2008 Dell'Utri parla a lungo al telefono con un certo Aldo Miccichè, ex politico della Dc calabrese trasferitosi in Sudamerica per sfuggire alla giustizia italiana. Miccichè viene intercettato perché ha rapporti strettissimi con la cosca mafiosa di Gioia Tauro, in particolare con Antonio Piromalli, oggi 38enne, che guida la famiglia dopo l'arresto del padre. L'inchiesta è delicata per molti motivi: gli appalti del porto stanno facendo scoppiare una guerra di mafia tra i Piromalli e i Molè, alleati "da cent'anni"; e il figlio del boss incarica Miccichè di muovere le sue conoscenze, tra massoneria e ministero della Giustizia, per far revocare il carcere duro (41 bis) al genitore. Miccichè parla anche di affari e politica: alla vigilia delle elezioni del 2008 garantisce a Dell'Utri di poter "bruciare e sostituire" migliaia di schede con i voti degli italiani all'estero. La polizia avverte subito il Viminale. E così, già due anni fa, i giornali pubblicano le prime intercettazioni, quelle sui progetti di frode elettorale. Gli affari petroliferi invece restano segreti. 

Nel frattempo sono successe tante cose: nel luglio 2008 i magistrati hanno ordinato l'arresto di Miccichè, che da allora è latitante; i suoi amici del clan Piromalli sono stati incarcerati e condannati in primo grado; e nei processi l'accusa ha dovuto pubblicare anche le intercettazioni su gas e petrolio. Mentre i messaggi svelati da WikiLeaks hanno mostrato la preoccupazione degli Stati Uniti per i rapporti tra Berlusconi e Putin, con richieste ai diplomatici di scoprire i possibili interessi personali e i misteri degli accordi Eni-Gazprom. Ora "L'espresso" è in grado di fornire una prima risposta, documentata dalle chiamate dello stesso Dell'Utri. Che, essendo parlamentare, non è mai intercettabile direttamente, ma solo quando è al telefono con un intercettato per mafia.

La prima chiamata è del 14 dicembre 2007, ore 18.39. Dell'Utri dice di aver "ricevuto il fax" su un affare petrolifero. Miccichè gli fa notare che "Massimo è un ragazzo in gamba". E il senatore commenta: "Trovare persone valide è il mio mestiere". Chi è questo "ragazzo" reclutato da Dell'Utri? E' Massimo De Caro, che ad appena 34 anni è vicepresidente della Avelar Energy (gruppo Renova), che ha sede in Svizzera ma appartiene all'undicesimo uomo più ricco della Russia, Viktor Vekselberg (vedi box a pag. 44). La prima sorpresa è proprio questa: Dell'Utri ha un suo uomo al vertice di un colosso russo-elvetico dell'energia. 
Le intercettazioni registrano tutte le fasi del primo affare: greggio venezuelano, che però è esportabile solo tramite triangolazioni con Mosca. 

Il 29 dicembre proprio De Caro è al fianco di Dell'Utri mentre il senatore telefona a Miccichè, che lo saluta come "il miglior del mondo". Leggendo "una nota segretissima", il calabrese propone di acquistare greggio dalla compagnia venezuelana Pdvsa. Qui interviene De Caro: "Però la Russia... Gli conviene che a farla sia Viktor". Viktor è il nome del padrone della Avelar. Eppure, secondo Miccichè, l'affare dipende da Dell'Utri: "Io vado lì e dico: mi manda Picone, e quando dico Picone intendo Marcello... E' un'operazione perfetta". Cosa c'entri la Russia con il greggio venezuelano, lo si capisce solo quando Dell'Utri tira in ballo un intermediario "che poi vende tutto a Gazprom", il gigante energetico controllato dagli uomini di Putin.

Le telefonate con il manager De Caro chiariscono anche le cifre di questo primo affare. Si tratta di vari tipi di petrolio: "Un milione di "crudo oriente" e tre milioni di "napo" ogni mese". Il calabrese Miccichè precisa che "il greggio parte per Mosca, ma poi in effetti va a Londra". E aggiunge che "il vero segreto è che bisogna dare 1,50 dollari al barile sottobanco" ai manager di Caracas. Solo questo "sottobanco", fatti i conti, vale "4,5 milioni di dollari al mese".

Miccichè però punta molto in alto. "Dopo il petrolio, cominciamo l'operazione gas, che è di un'importanza colossale... E' l'operazione che stanno tentando la Germania, la Francia...". E Dell'Utri, elogiandolo, cita ancora i russi: "Perfetto... Può essere che Gazprom faccia da copertura".
Il 10 gennaio il calabrese di Caracas parla di una "seconda operazione petrolifera": stando alle intercettazioni, almeno "sei milioni di tonnellate metriche" di greggio russo, chiamato in gergo D2. Trattando l'affare con il solito Miccichè, il manager De Caro spiega che "Avelar non ha raffinerie", ma fa parte del gruppo Renova e quindi del consorzio russo Tnk-Bp, per cui potrà usare gli impianti di Mosca. C'è però un problema, annunciato da un avvocato italiano: la raffineria russa ha bisogno dello "svincolo dei servizi". E il 19 febbraio Avelar viene bocciata, perché gli 007 di Mosca sospettano che voglia "rivendere il petrolio a paesi ostili". Lo stop sembra insuperabile. Invece, per gli amici di Dell'Utri, si risolve in dieci giorni. Il 28 febbraio infatti Miccichè comunica al senatore lo sblocco del contratto con queste parole: "I russi hanno mollato, stasera dovremmo avere il via libera per il D2. Questo è un colpo grosso, ma ricordati che tutto deve passare attraverso di te, se no io non faccio niente". Dell'Utri: "Benissimo". 

Come sia stato possibile superare così in fretta il veto dei servizi di Mosca, resta un mistero solo fino a quando scoppia una lite sui profitti dell'affare. Sentendosi dire dall'avvocato che "De Caro vuole prendersi tutti i meriti e i compensi", Miccichè diventa furibondo: "Farò intervenire direttamente Dell'Utri... perché chi ha messo lì Massimo è stato Marcello!". E di seguito aggiunge: "I rapporti con il russo sono di Marcello perché Berlusconi, allora, ha dato a lui questo rapporto, chiaro?". Come dire che De Caro è nella Avelar solo perché lo ha scelto Dell'Utri. E il senatore, a sua volta, può entrare nel business del petrolio solo perché lo ha voluto Berlusconi. Forte di un accordo personale con la Russia di Putin, mai rivelato, che sembra risalire al suo secondo governo (2001-2006), visto che nel 2007-2008 viene già rispettato.
Da notare che Miccichè, infuriato dopo lo stop dei servizi di Mosca, spiega al suo avvocato che "questo russo fa parte della catena di Putin", però "sta giocando con tutti, anche con Berlusconi e quindi con Marcello". E l'8 marzo 2008, quando protesta che "il ragazzo, De Caro, non si muove bene", Dell'Utri gli risponde così: "Per questo bisogna accreditarlo".

La Avelar, in tutti questi affari, fa solo da intermediario: compra, rivende all'estero e trattiene un guadagno. Le intercettazioni fanno pensare che tra gli acquirenti finali del petrolio ci fosse un gruppo americano con uffici a Los Angeles. Ed è alla fine di questo giro stesso di telefonate che Miccichè spiega al senatore come truccare "i cosiddetti voti di ritorno" degli italiani all'estero. Con Dell'Utri che risponde: "Chiarissimo". 

Il 18 marzo anche l'affare D2 sembra chiuso: l'avvocato comunica che potranno usare quattro diverse raffinerie russe, ma "il massimo della produzione lo determinerà Gazprom". E il primo aprile De Caro annuncia di aver fissato "la prossima settimana l'appuntamento tra Marcello Dell'Utri e Igor Akhmerov", che è il manager numero uno della Avelar. Ma proprio alla vigilia dell'incontro tra i big, la nostra polizia non sente più nulla: una talpa ha avvisato gli indagati che "tutti i telefoni sono sotto controllo".

Le intercettazioni, quindi, non svelano altri dettagli o ulteriori affari. Per saperne di più, "L'espresso" ha interpellato De Caro, che nel frattempo ha lasciato la Avelar ed è diventato consulente ministeriale, mentre il gruppo Renova creava in Italia un impero nei parchi eolici e nelle bio-energie. Sugli affari con Dell'Utri nel 2008, però, oggi De Caro ricorda poco: non fa alcun cenno al greggio russo D2 e cita solo "due trattative tra Avelar e Pdvsa, una per il petrolio venezuelano, l'altra per commercializzare in Italia il loro gas", sostenendo che "non andarono in porto, perché Miccichè si vendeva come rappresentante della Pdvsa e invece non aveva alcun mandato".

Una versione che contrasta con quelle fornite proprio da Dell'Utri e Miccichè nel 2008, quando nessuno parlava della Avelar e il loro unico problema era smentire brogli elettorali. Dell'Utri spiegava così a "La Stampa" le sue telefonate al calabrese: "Lui in Venezuela si occupava di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui conoscendo questi russi ho fatto da tramite... Non vedo dove sia la materia del contendere". E Miccichè, da Caracas, ribadiva al "Corriere": "Non ci siamo mai visti. C'eravamo sentiti via telefono alcuni mesi fa per un contratto di compravendita di petrolio. Io da una parte, alcuni suoi amici russi dall'altra e lui da trait d'union. Ho capito che avrebbe potuto portare a compimento il contratto. Cosa fatta magistralmente e con molta affettuosità".

(art. del 6 dic 2010)