lunedì 16 luglio 2012

Inchiesta Maugeri, sequestro per oltre 60 milioni. Yacht, vini, quote e ville.

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Nel mirino della Procura è finito la yacht "America" di Daccò, considerato il "tesoriere". Oltre alla barca, di oltre 30 metri, sono state sequestrate mille bottiglie di vini pregiati per un valore di oltre 300mila euro. Nella stessa inchiesta è indagato anche Roberto Formigoni. A ex assessore Simone contestato riciclaggio da oltre 10 milioni.

E dopo gli arresti arrivano i sequestri nell’ambito dell’inchiesta Maugeri, quella in cui risulta indagato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Gli uomini della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato stanno sequestrando beni  oltre 60 milioni di euro per lo scandalo che ha travolto nuovamente la sanità lombarda. I beni sono stati sequestrati alle cinque persone arrestate lo scorso aprile tra cui il faccendiere Pierangelo Daccò, l’imprenditore che pagava le vacanze al governatore lombardo e i cui ultimi verbali sono stati secretati. Gli investigatori stanno eseguendo il sequestro in Sardegna, Liguria e a Venezia; tre immobili a Olbia, località Schina Manna; quattro a Sant’Angelo Lodigiano (Lodi); uno a Venezia; quattro a Milano; cinque a Bonassola. Sigilli anche alle quote societarie di numerose società con sede in Italia ed all’Estero (Svizzera, Olanda, Inghilterra, Irlanda, USA, Seychelles, Panama, Nuova Zelanda, Lussemburgo, Singapore, Hong Kong); varie automobili di grossa cilindrata e motocicli. 
Nel mirino della Procura è finito lo yacht  ”America”, l’ex “Mi amor”, un Ferretti di proprietà di Daccò. Oltre alla barca, di oltre 30 metri, sono state sequestrate mille bottiglie di vini pregiati per un valore di oltre 300mila euro che uno degli indagati aveva depositato presso la cantina di un noto ristorante di Milano. L’indagine coordinata dai pm di Milano Luigi Orsi, Laura Pedio, Gaetano Ruta e Antonio Pastore, infatti, ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata a plurimi al riciclaggio, l’appropriazione indebita pluriaggravata ai danni della Fondazione Maugeri (composta da diverse cliniche specializzate nella raibilitazione), la frode fiscale, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Dalle casse della Maugeri, per la Procura di Milano, sono usciti poco meno di 70 milioni di euro di cui Daccò era in qualche modo il “tesoriere”.  
Gli arresti erano stati eseguiti il 13 aprile scorso. In manette per la distrazione di fondi oltre a Daccò finirono l’ex assessore regionale alla sanità (anni ’90) Antonio Simone, il direttore amministrativo della clinica pavese Costantino Passerino (il primo a parlare in un interrogatorio quando era semplice teste dei rapporti Daccò Formigoni, ndr), un consulente, un commercialista e il presidente della Fondazione. Nelle carte dell’inchiesta erano immediatamente emersi  i contatti tra Passerino e Daccò “uomo importante per i suoi rapporti con il presidente” ed erano già nota l’amicizia dell’imprenditore, già arrestato nell’ambito dell’inchiesta sul San Raffaele per cui la Procura ha chiesto 5 anni e mezzo. 
Dopo le misure cautelari erano iniziati gli interrogatori degli indagati. In uno di questi Simone aveva spiegato di avere il ruolo di sponsor per la legge regionale del 2007 che in qualche modo avrebbe favorito la Fondazione Maugeri. Per ripagare una norma favorevole dalle casse della clinica, sotto forma di contratti e consulenze anche molto fantasiose come lo studio per accertare la presenza di vita su Marte, sarebbero usciti secondo la Procura di Milano circa 70 milioni di euro, finiti in fondi neri. Da qui la decisione del sequestro preventivo “del profitto dei reati contestati anche ‘per equivalente’ laddove non sia possibile reperire le somme direttamente pertinenti il reato”. Proprio a Simone viene contestato un riciclaggio di 10 milioni di euro e 1 milione e 300mila dollari Usa. Per il giudice per le indagini preliminari Vincenzo Tutinelli Simone “in concorso con Grenci, in qualità di fiduciario svizzero, socio della Norconsulting, con più atti esecutivi di un medesimo disegno crimonoso, in tempi diversi, fuori dei casi di concorso nei reati di appropriazione indebita ai danni della Fondazione Maugeri, trasferiva denaro provento di tali delitti per un importo di circa 10 mln di euro e 1 mln e 300mila dollari Usa, e compiva in relazione ad esso altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della sua provenienza delittuosa facendo transitare tali somme su conti correnti esteri riferibili a lui personalmente o a sue società, in forza di falsi contratti di consulenza, così da disperderne le tracce”. Tra i beni sequestrati all’ex assessore, vi è un complesso abitativo a Olbia e quote societarie per 20mila euro oltre a un conto corrente e due conto deposito.
Secondo gli inquirenti Daccò, Simone, Passerino, l’ex presidente della fondazione, Umberto Maugeri, e i due consulenti Gianfranco Mozzali e Claudio Massimo, avrebbero agito in concorso con altri indagati: Mario Cannata, legale rappresentante della società Icb, Ridolfo Paolo Latmiral, legale rappresentante di altre società e Manfred Hirshmann, legale rappresentante della Mtb, una delle società di Daccò. Nel decreto di sequestro vengono messi “nero su bianco” i ruoli di tutti gli indagati nell’associazione e viene chiarito che “sotto la direzione di Maugeri, Passerino, Daccò e Simone” venivano prese “decisioni” nel corso di “frequenti riunioni” nello studio di Daccò, nelle sedi di alcune società e “presso la sede della redazione della rivista Tempi in Milano. Gli associati “si accordavano allo scopo di distrarre ingenti risorse ai danni della Fondazione Maugeri ed effettivamente ponevano in essere plurime operazioni che assicuravano profitti illeciti pari a circa 69 milioni di euro”. In particolare il gip quantifica i fondi neri in “69.284.580” euro.
Un contributo importante allo sviluppo dell’indagine è arrivato da due indagati arrestati ad aprile: “Deve rilevarsi – scrive il gip  come la situazione fotografata a quella data (il riferimento è all’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti degli indagati nell’aprile scorso, ndr) sia profondamente mutata per effetto delle dichiarazioni degli indagati Passerino e Mozzali e di ulteriori soggetti escussi quali Parricchi e Fenyo”. Gli interrogatori di Daccò invece, alcuni in parte vincolati al segreto, hanno poi smentito di fatto le dichiarazioni di Formigoni sulle vacanze di gruppo, ai Caraibi in barca. Il faccendiere in un interrogatorio aveva fatto sapere che mai gli erano stati restituiti i soldi di quei viaggi e del resto Formigoni non ha mai mostrato le ricevute di cui parlava. Le indagini sono state dirette anche sui soldi usati per le ville in Costa Smeralda, senza dimenticare che nell’ambito dell’inchesta San Raffaele era emerso che Formigoni aveva aiutato l’amico Alberto Perego  a comprare da Daccò Villa Li Grazii, a cinque chilometri da Porto Cervo. E Alberto Perego, convivente del presidente, è stato stato condannato in primo grado a quattro mesi per falsa testimonianza per aver negato di essere il beneficiario di un conto bancario svizzero nell’inchiesta della Procura di Milano. Sull’operazione di sequestro a chi gli chiedeva spiegazioni Formigoni ha risposto: ”Non ne so nulla, l’ho appreso dalle agenzie”. 

Forza Italia? Si legge Forza Mediaset. La “svolta” di Berlusconi per restare a galla. - Sara Nicoli

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Il ritorno al passato, allo "spirito del 94", nasconde un progetto ben meno ambizioso. Non quello di vincere le elezioni, ma di avere un presidio in Parlamento per difendere aziende e fedina penale. Il Pdl è finito, ex An in cerca di collocazione.

Alla fine, il Capo ha deciso. Si torna a Forza Italia, allo “spirito del ’94” e anche ai suoi padri fondatori, i Martino, i Dell’Utri, gli ScajolaSilvio Berlusconiparlando come di consueto ai giornali stranieri perché di quelli italiani non si è mai fidato (a cominciare dal “suo”) ha svelato che la macchina da guerra della sua propaganda sta lavorando da mesi solo per tornare all’antico. L’annuncio vero ci sarà proprio oggi, a Villa Germetto, dove Berlusconi ha convocato un consesso di economisti (pare ci sia anche un premio Nobel di cui, però, si ignora il nome) per dare concretezza a quello che dovrebbe diventare la sua proposta politica in vista delle elezioni 2013.
Una linea tutta improntata alle questioni economiche e al rilancio dello sviluppo (un modo anche per prendere in contropiede Giulio Tremonti che ha intenzione di insidiarlo con il suo nuovo partito e un progetto politico similare) che è anche alla base della scelta di ritornare al vecchio nome, a Forza Italia. Perché in un momento del genere, ragionava qualche giorno fa Paolo Bonaiuti, suo storico portavoce, “ci dobbiamo dare tutti la forza di ricominciare e guardare avanti ritrovando lo spirito di coesione che animò il ’94”. Ecco, dunque, che Berlusconi tornerà, avvolto dalla sua vecchia bandiera e, soprattutto, circondato dai suoi veri amici di sempre, quelli che non lo hanno mai tradito, quelli che – come Martino – lo hanno pesantemente criticato quando dava troppo retta a Tremonti e “non faceva di testa sua”.
Oggi a Villa Germetto, però, non si consumerà solo la rinascita di Forza Italia, ma anche la definitiva lacerazione di quello che fu il Pdl. Gli ex An sono già con un piede fuori dalla porta, Ignazio La Russa ha già un  nuovo nome in tasca e, forse, anche un nuovo progetto politico da dividere con Gasparri e Matteoli, ma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, frena perché vuole ancora delle primarie che non avrà mai: “Non mi convince una scomposizione del centrodestra, con la destra da una parte e il centro dall’altra. E poi, che destra? Destra sociale? Liberale? Liberista? Lasciamo perdere…”.
La notizia, comunque, è che il Cavaliere ha girato pagina. All’indietro. Riavvolgendo il nastro della sua storia politica di quasi vent’anni, convinto che a un Paese come l’Italia – e in particolare al suo elettorato – basti davvero una sorta di operazione nostalgia per salvarlo non tanto dal capestro della giustizia “ad orologeria”, come l’ha sempre chiamata lui, quanto dal tracollo delle sue aziende. Sembra di capire che Berlusconi sia conscio di non poter vincere in alcun modo le prossime elezioni (anche se in pubblico, ovviamente, spaccia il contrario) ma ciò che gli serve, oggi più di ieri, è il restare al centro dell’agone della politica, se non come centravanti, almeno come mediano, quello che influenza direttamente il gioco e, in qualche modo, lo tiene in pugno da centrocampo.
Pierferdinando Casini ha già bocciato questo ritorno, ma in fondo il ritorno del Cavaliere non piace neppure allo zoccolo duro del suo elettorato che, probabilmente, si frammenterà ulteriormente, in attesa che nuove aggregazioni facciano da calamita verso quel che resta degli ex An, del Pdl. E anche della Lega. Non c’è dubbio, infatti, che l’annuncio di Berlusconi abbia anche dato definitivamente la stura a un progetto di nuova legge elettorale d’impronta fortemente proporzionale, perché solo in questo modo la nuova Forza Italia (e tutto il resto del pulviscolo partitico che si formerà a destra) potranno avere qualche minima chance di trovare un posto il Parlamento. E di condizionare pesantemente il governo che verrà e il dopo Monti. Altro che Forza Italia; per Berlusconi sarà sempre e solo Forza Mediaset. E perchè no, Forza Gnocca…

Altro che fallimento L’euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dall’oligarchia.



L’euro ha centrato il suo obiettivo: …ovvero quello di distruggere le nazioni europee in soli 10 anni!
“L’idea che l’Euro sia un fallimento è stupidamente errata, l’Euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dal suo ideatore e da quel 1% di oligarchi che l’hanno imposto“.
Così ha scritto il giornalista americano Greg Palast sul Guardian del 26 giugno, ricordando che “l’ideatore”, Robert Mundell, ha sempre visto la sua creatura (l’euro) come l’arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul lavoro; “Ho conosciuto Mundell tramite il mio docente universitario Milton Friedman“.
Palast descrive bene l’idea di Mundell: “L’Euro inizia davvero a svolgere il suo compito in tempi di crisi, infatti la moneta unica e soprannazionale toglie ai governi eletti la possibilità di usare politiche creditizie e fiscali capaci di farci uscire dalla crisi, in quanto pone le politiche monetarie al di fuori dalla portata dei politici (eletti) e, senza queste prerogative, l’unico modo che hanno i governi per cercare di mantenere i posti di lavoro è quello di ridurre regole e diritti verso imprese e lavoratori, tutto nel nome della concorrenza”. Per Mundell niente deve interferire col MERCATO“.
Palast continua dicendo che Mundell gli spiegava che “l’euro è tutt’uno con la Reaganomics; la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui politici (servi del mercato invisibile… sic), e quando la crisi morde allora alle nazioni resta ben poco da fare se non liberalizzare, privatizzare, deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato“.
Il termine “riforme strutturali” non è altro che un eufemismo per nascondere l’annullamento dei diritti dei lavoratori (e degli imprenditori…), Mundell sostiene che “l’unione monetaria è una guerra di classe con altri mezzi” (la classe oligarchica contro il 99% dei cittadini).
FONTE: movisol.org
Tratto da: Altro che fallimento L’euro sta provocando ciò per cui è stato progettato dall’oligarchia | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/07/13/altro-che-fallimento-leuro-sta-provocando-cio-per-cui-e-stato-progettato-dalloligarchia/#ixzz20mK66ADR
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 



http://www.informarexresistere.fr/2012/07/13/altro-che-fallimento-leuro-sta-provocando-cio-per-cui-e-stato-progettato-dalloligarchia/#axzz20jUsQhRW

“Porta via 'sto negro”: bimbo e mamma cacciati dalla piscina.




Un bimbo di colore di 5 anni in lacrime in piscina, a Padova: una donna gli sbatte la testa contro un armadietto, poi offende la giovane mamma. Che ora ha deciso di dare battaglia.

PADOVA - Si accanisce con un bambino mulatto di 5 anni sbattendogli la testa contro un armadietto dello spogliatoio della piscina. Poi, con fare sprezzante, intima alla mamma di portar via “’sto negro”. E’ la ripugnante storia di razzismo che arriva dalle piscine Oasi 2000 di Padova e che ha provocato un putiferio, con tanto di intervento dei carabinieri. Protagonista della vicenda una donna sulla quarantina, subito raggiunta ed identificata dai militari dell’Arma mentre, dopo l’accaduto, prendeva tranquilla e beata il sole sul lettino. Scioccato il piccolo preso di mira, frutto dell’amore fra Cherubina, 27 anni, e Maximo, un insegnante di Salsa ecuadoregno che vive a Padova da 15 anni. La giovane mamma ha sporto immediatamente denuncia ed è intenzionata ad andare fino in fondo, incoraggiata anche dai numerosissimi attestati di solidarietà che le stanno giungendo da tutta Italia. Vuole creare addirittura una pagina Facebook, perché un fatto del genere non si ripeta mai più. “Verso le 17.30 sono andata a recuperare il mio bambino negli spogliatoi”, è il racconto di Cherubina, “quando sono entrata lui è corso verso di me piangendo, toccandosi la testa con la manina e chiedendomi per quale motivo la signora lo avesse spinto contro l’armadietto”. Alla richiesta immediata di spiegazioni la donna ha risposto: “Non ho tempo da perdere: portati via ’sto negro”. Al battibecco seguito a bordo piscina hanno assistito in molti, bagnini compresi. A quel punto la mamma del bimbo ha telefonato al 112, chiedendo l’intervento di una pattuglia dei carabinieri. Molte le testimonianze dei presenti raccolte. “L’ho denunciata perché quel che ha fatto non è giusto”, sottolinea Cherubina, “io amo mio marito e nostro figlio è frutto del nostro amore. Non tollero che in una città come Padova succedano cose simili”. 


Prescindendo dal colore della pelle del bambino, la signora che lo ha spinto contro l'armadietto è già passibile di denuncia per il gesto compiuto. Il colore della pelle del bambino, messo peraltro in evidenza dalla signora con la frase pronunciata, contribuisce ad aggravarne il reato.
Questa è una delle tante storie del degrado e dell'ignoranza che vigono in alcuni ambienti in cui anche un piccolo ed insignificante particolare, come il colore della pelle, mette in difficoltà chi non sa accettare le differenze, le diversità e, quindi, le teme. 
Pertanto, la signora in questione, oltre ad aver commesso un reato con aggravante, ha dimostrato anche di essere estremamente ignorante.
Cetta.

Salva-Stati, Merkel pone condizioni "No alla solidarieta' senza controlli".


Salva-Stati, Merkel pone condizioniNo alla solidarieta senza controlli
(AGI) - Berlino, 16 lug. - "Non ci sara' solidarieta'", in Europa, "senza controlli". Lo ha dichiarato in un'intervista alla Zdf Angela Merkel, ricordando che "se si ha una moneta comune questo significa, naturalmente, che oltre ai vantaggi ci sono degli obblighi e che le decisioni politiche di ogni singolo membro hanno effetto sugli altri Paesi". "Dobbiamo avere un'Europa piu' impegnata" sul rigore, ha proseguito il cancelliere, aggiungendo che si "deve dare alle istituzioni europee piu' potere di agire contro chi (quei Paesi) che non rispettano le regole. Un controllo che sia vincolante e che non permetta di violare facilmente le regole che ci siamo imposte".
Merkel ha riconosciuto che "nell'ultimo mese si e' fatto di piu' che negli ultimi anni, ma tuttavia molto altro deve essere fatto". Il cancelliere ha ricordato che "le forze della Germania non sono infinite e noi come l'Europa affrontiamo una competizione mondiale che dobbiamo vincere per mantenere il nostro benessere. Questo e' cio' che mi guida e per questo, si debbono cambiare alcune cose, anche con durezza, in Europa" Merkel ha poi chiarito che le ricostruzioni che l'hanno data come uscita sconfitta dall'ultimo vertice Ue, e' "un' interpretazione che non trova conferma nei fatti". (AGI) .

La scienza conferma: "donne più intelligenti degli uomini". - Maria Melania Barone



Sin da quando esistono i test del Quoziente Intellettivo le donne non hanno mai registrato punteggi superiori agli uomini. Il loro cervello pesava in media 200 grammi in meno rispetto a quello maschile. Ma adesso la situazione si è rovesciata.

Le donne da sempre si sono occupate di molte mansioni sviluppando quello che oggi  chiamiamo "multitasking". Una parola ormai di largo uso proprio perchè la società di oggi costringe, uomini e donne, ad allenare queste capacità. Ma la donna è sempre stata più avvantaggiata in questo e ciò le ha permesso di rovesciare completamente la situazione.

Il più grande esperto di QI, James Flynn, intervistato dal Sunday Times ha affermato che per la prima volta le donne ai test hanno totalizzato più punti degli uomini. L'esperto, che negli anni '80 dimostrò come il QI non è un fatto genetico e che va allenato, ha inoltre affermato che persino le dimensioni del cervello delle donne hanno superato quello degli uomini.

Insomma, la battaglia per il sesso forte ha appena avuto inizio.

Shoah, trovato criminale nazista Mandò ai lager 12mila ebrei ungheresi.


Laszlo Csizsik-Csatary

GERUSALEMME - Una caccia di 15 anni si è conclusa nei giorni scorsi quando i reporter del "Sun" hanno finalmente localizzato in un elegante quartiere di Budapest il «criminale nazista più ricercato»:Laszlo Csizsik-Csatary, 97 anni. A dare l'annuncio è stato oggi il settimanale britannico, poco dopo da Gerusalemme è giunta la conferma del Centro Wiesenthal di documentazione dei criminali nazisti, che l'anno scorso aveva dato ai reporter britannici indicazioni per localizzarlo. Le stesse informazioni erano state inoltrate allora anche alla magistratura ungherese, ha spiegato Efraim Zuroff, direttore della sezione israeliana del Centro Wiesenthal.

Le nefandezze di Csatary. Durante la seconda guerra mondiale Csatary era un ufficiale di polizia nella località di Kassa, Ungheria (oggi Kosice, in Slovacchia). Documenti dell'epoca dimostrano che svolse allora un ruolo di primo piano nelle reclusione di 12mila ebrei in un ghetto, nella requisizione dei loro beni e nella supervisione, nel 1944, della loro spedizione nel campo di sterminio di Auschwitz. Solo 450 avrebbero fatto ritorno. Dopo la guerra fu condannato a morte in contumacia da un tribunale cecoslovacco. Ma Csatary sarebbe riuscito a farsi una nuova esistenza in Canada. La sua attività di commerciante d'arte fu interrotta nel 1997, quando la sua vera identità fu scoperta e la cittadinanza canadese gli venne revocata. Ma Csatary non si perse d'animo e di nuovo fece perdere le proprie tracce.

L'informazione decisiva. Solo nel 2011 il Centro Wiesenthal avrebbe ricevuto (pagando 25 mila dollari) l'informazione decisiva: Csatary, «il criminale nazista più ricercato», viveva agiatamente a Budapest. Nel suo rione, spiega ora il Sun, era noto come "Papà Csatary" e sul campanello di casa aveva scritto "Smith-Csatary". «Adesso ci attendiamo che sia preso in custodia dalla giustizia - ha concluso Zuroff - E' un dovere verso la nostra generazione, quella che è venuta dopo l'Olocausto».