venerdì 5 ottobre 2012

Regioni, sforbiciate a poltrone e vitalizi. Monti: “Scandali? Danni incalcolabili”.


Regioni, sforbiciate a poltrone e vitalizi. Monti: “Scandali? Danni incalcolabili”


Il governo approva un decreto "anti-Casta": compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se una Regione non ci sta viene commissariata. Ma ora nel mirino finiranno anche le competenze.

Gli scandali della cattiva politica fanno parte di “un’Italia vecchia”, da archiviare il prima possibile anche grazie all’azione del governo. L’operazione di “messa in soffitta” della politica vecchia la assume il presidente del Consiglio Mario Monti, che si dice convinto che il decreto legge taglia spese, in accoppiata con le misure per la crescita, trasformeranno il Paese. Parole che arrivano quando il Consiglio dei Ministri è ancora in corso, impegnato proprio a esaminare il pacchetto sugli sperperi di assessori e consiglieri. Ma che lui riprenderà proprio a riunione terminata e con accenti, se possibile, ancora più duri: “Possiamo immaginare quale effetto può avere sull’immagine dell’Italia – riflette – quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione. Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini alla televisione. Per l’Italia è un danno incalcolabile“. ”Siamo impegnati, il ministro Grilli, io e anche gli altri ministri – ha proseguito il capo del governo – a far crescere il rispetto dell’Italia. E’ un lavoro che richiede il rispetto dei cittadini italiani, che richiede una grande presenza nelle sedi internazionali per spiegare che l’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”.
Da dove passa la ristrutturazione della facciata dell’Italia? Quello del governo è un bisturi che sembra voler mirare ai nodi principali di sprechi e spese allegre soprattutto nelle Regioni. Compensi abbassati al livello della Regione più virtuosa, eliminazione dei vitalizi, finanziamenti ai partiti dimezzati. E se c’è una Regione che non ci sta, benissimo: scioglimento del consiglio, commissariamento e tutti a casa. 
L’opinione pubblica, riprende Monti, “è sgomenta di fronte a fatti che minano gravemente la fiducia e la reputazione del Paese e la sua credibilità” continua Monti. Si rischia di vanificare “lo sforzo che stiamo tutti facendo perché il ruolo dell’Italia, paese civile e democratico, venga pienamente riconosciuto a livello internazionale”. ”Siamo impegnati a far crescere il rispetto per l’Italia” spiega. “Ed è un lavoro che richiede una grande presenza nella sedi internazionali per spiegare che l’immagine dell’Italia non corrisponde ai pregiudizi con cui spesso la si dipinge”. Ma gli scandali “inqualificabili” venuti alla luce in questi ultimi giorni “minano la fiducia dei cittadini verso le istituzioni e la credibilità dello Stato”, rischiando di vanificare “gli sforzi che stiamo facendo perché il ruolo dell’Italia sia riconosciuto a livello internazionale”. Tanto che Monti, preparato il terreno e tracciato il solco, a questo punto rilancia: “Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del Dna di ogni partito e spero che si raggiunga presto un accordo perché tassello essenziale per il Paese”.
Obiettivo: rivedere le competenze tra Stato e Regioni. Ma non finisce qui. Il bisturi di Monti sembra puntare ancora più in alto. Allo stesso Titolo V della Costituzione modificato in Parlamento dal centrosinistra e poi confermato da un referendum popolare. Al decreto legge sui costi della politica, spiega una nota di Palazzo Chigi, “seguiranno presto altri provvedimenti che comporteranno una proposta di revisione della ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni al fine di assicurare un assetto razionale ed efficiente, con l’eliminazione di sovrapposizioni e duplicazioni burocratiche e chiameranno regioni ed enti locali a concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, al consolidamento dei conti e al rispetto del pareggio di bilancio”. D’altronde, prosegue il comunicato del governo, l’aumento del deficit di bilancio di molte amministrazioni è il risultato, oltre che del ricorso all’indebitamento, anche dell’utilizzo opaco dei fondi da parte di alcune regioni e di un sistema farraginoso di controllo e valutazione delle performances. Con una crescita di spesa stellare. “Secondo i dati diffusi da Cgia Mestre a settembre 2012, nell’ultimo decennio la crescita della spesa delle Regioni è stata del 74,6%, pari a 89 miliardi di Euro” dicono dal governo. “Nel 2010 – si legge nella nota dell’esecutivo – (anno a cui risale l’ultimo dato disponibile riferito ai bilanci di previsione) le uscite complessive delle Regioni hanno superato i 208,4 miliardi di euro”.
Sindaci spreconi incandidabili per 10 anni. Arriva dunque il giro di vite per tutti gli amministratori locali. Sindaci e presidenti di provincia colpevoli di default saranno incandidabili per dieci anni e si troveranno a dover pagare mega multe: la Corte dei conti potrà infatti imporre una sanzione da cinque a venti volte la retribuzione dovuta al momento della violazione. Confermato poi il nuovo ruolo per i magistrati contabili, che dovranno fare controlli “preventivi” e che potranno farsi aiutare dalla Guardia di Finanza e dalla Ragioneria Generale dello Stato.
La Regione non controlla? Niente soldi. Le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa previsto dal decreto varato oggi dal governo saranno sanzionate con un taglio fino all’80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto. 
Taglio di consiglieri e assessori entro 6 mesi. Il decreto taglia il numero di consiglieri eassessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. La riduzione dovrà essere realizzata entro 6 mesi dall’entrata in vigore, ad esclusione delle Regioni in cui è prevista una tornata elettorale per le quali il limite verrà applicato dopo le elezioni. 
Dimezzati i finanziamenti ai partiti. I finanziamenti e le agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici vengono decurtati del 50% e adeguati ai livelli della Regione più virtuosa. Saranno aboliti i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere.
Tracciabilità delle spese dei gruppi. Sulle spese dei gruppi consiliari arriva un meccanismo di trasparenza che prevede la tracciabilità, oltre al controllo della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza.
Vietato il cumulo di indennità, eliminati i vitalizi. I compensi dei consiglieri e degli assessori vengono regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Vietato il cumulo di indennità ed emolumenti. Saranno eliminati i vitalizi e sarà introdotto metodo contributivo per il calcolo della pensione. “Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni”.
Commissariata la Regione che non applica le misure. Per le Regioni che si rifiutano di attuare le misure di taglio ai Costi della politica previsto dal decreto approvato oggi è previsto lo “scioglimento del Consiglio per gravi inadempienze di legge”. 
“Dieta” anche su consulenze e auto blu. Il decreto sui costi della politica obbliga anche le Regioni ad attenersi alle regole statali in materia di riduzione di consulenze e convegni, auto blu, sponsorizzazioni, compensi degli amministratori delle società partecipate.
Società partecipate nel mirino. Nel mirino finiscono anche le società partecipate degli enti locali: gli obiettivi gestionali così come il quadro dei conti dovranno essere monitorati. L’intenzione è quella di fare in modo che tutte le amministrazioni abbiano nel giro di qualche anno le finanze in ordine e dunque il decreto legge rafforza quanto previsto dalla normativa già in vigore: agli enti locali viene infatti data la possibilità di deliberare “aliquote o tariffe di tributi nella misura massima consentita”. Il piano però non potrà durare più di cinque anni. Intanto arriva la possibilità di modificare le aliquote dell’Imu fino al 31 ottobre, riaprendo così i termini scaduti a settembre. 
L’Anci: “E i ministri che il buco l’hanno fatto non pagano?”. Il governo, insomma, arriva in codice rosso e cerca di salvare il salvabile. Ma c’è chi ricorda che la responsabilità non è solo di chi c’è ora, ma anche di chi ci è stato: “Noi sindaci non ci sottraiamo alle valutazioni e alle responsabilità che per forza si devono avere quando si gestisce denaro pubblico, però mi chiedo se non sarebbe il caso di sanzionare allo stesso modo quei ministri che hanno portato il debito pubblico italiano a quasi 2 mila miliardi di euro” afferma il presidente dell’Anci Graziano Delrio. ”Mi chiedo ad esempio – ha aggiunto – che cosa debba fare un neosindaco di un Comune praticamente dissestato che dopo un mese di mandato è costretto a chiedere aiuto allo Stato per non fallire: in questo caso spero che la responsabilità del tracollo non sia dei sindaci chiamati a gestire ex post quella situazione”. Il provvedimento che sta adottando il governo Monti, spiega ancora il presidente dell’Anci, “è molto simile a una proposta che a suo tempo fece il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e anche a lui avevamo detto sì. Ma la responsabilità nella gestione dei soldi pubblici deve essere estesa a tutti i livelli, senza sparare nel mucchio”.

La Corte dei Conti: "Taglio delle tasse dalla lotta all'evasione fiscale".




Il presidente Giampaolino: "Serve un patto sociale"



Il presidente della Corte dei Conti Giampaolino: "L'evasione determina un effetto domino. Ci vuole un'elevata sensibilità politica e un ampio consenso sociale. L'Italia ai primissimi posti nel mondo. Dalla propensione a non dichiarare Iva e Irap minor gettito per 46 miliardi".
Roma, 3 ottobre 2012 - Destinare almeno parte dei recuperi della lotta all'evasione alla riduzione del prelievo complessivo; un modo per dare concretezza a una sorta di 'patto sociale'basato su un diffuso consenso nei confronti dell'azione di riduzione dell'evasione". Lo ha detto il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, in un'audizione al Senato.

Giampaolino ha proseguito: "Difficilmente il comportamento evasivo si esaurisce in un'unica violazione. Di norma, si e' in presenza di un circuito dell'evasione caratterizzato da un effetto domino'': si parte dall'Iva ''con un aggravio della spesa sociale''.
Nella lotta all'evasione fiscale "e' necessario poter contare su un'elevata sensibilita' politica e su un ampio consenso sociale". ha detto Giampaolino, alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato. "Il recupero di quote crescenti di evasione - ha sostenuto - rappresenta una delle condizioni per il riequilibrio della finanza pubblica, per il contenimento delle sperequazioni distributive e per l'avvio della ripresa economica".
I dati forniti durante l'audizione non sono positivi per l'Italia. Il nostro Paese, ha detto Giampaolino ''si colloca ai primissimi posti nella graduatoria internazionale'' per l'evasione, ricordando che gli ultimi dati Ocse danno il Belpaese al terzo posto fra i paesi dell'area. Alle spalle solo di Turchia e Messico.
Poi ha affermato che la "propensione a non dichiarare" l'Iva e l'Irap è causa di un minore gettito lordo per l'erario che ammonta a oltre 46 miliardi di euro l'anno.

Gnutti e Consorte indagati per la bancarotta della Snia.

giovanni consorte

Bancarotta della Snia, indagati tra gli altri anche il finanziere Emilio Gnutti e Giovanni Consorte. I loro nomi figurano nell'avviso di chiusura dell'indagine sulla bancarotta della storica società chimica dichiarata insolvente nell'aprile del 2010. 

L'atto che precede, di norma, la richiesta di processo è stato inviato dal pm Mauro Clerici a una quindicina di persone, accusate, a vario titolo, dì bancarotta fraudolenta attraverso la scissione distrattiva e operazioni dolose e falso in bilancio.

Nel 2004 Snia divise l'attività chimica da quelle biomedicali che confluirono dentro Sorin. Secondo l'accusa, i bilanci tra il 2004 e il momento in cui venne dichiarata l'insolvenza sarebbero stati falsi. Gnutti e Consorte facevano parte del Cda della società quando venne votata la scissione.


http://www.unita.it/economia/gnutti-e-consorte-indagati-br-per-la-bancarotta-della-snia-1.452258

Filippo Ferri e il nuovo incarico: consigliere della sicurezza al Milan.


Filippo Ferri è il nuovo consulente per la sicurezza del club guidato da Berlusconi



Dopo la sentenza G8 e l'interdizione dai pubblici uffici.


Per il capo della Squadra Mobile fiorentina sarà un derby con Stefano Filucchi, arrivato all'Inter da Firenze anche lui dopo importanti incarichi
Firenze, 4 ottobre 2012 - E' già in vista il derby dei toscani: Milan-Inter. E a quel qualcuno che si chiede cosa può esserci di fiorentino nel più milanese e acceso dei derby, spieghiamo che in ciascuna delle due società, storiche nemiche, ci stanno due amici, Stefano Filucchi all’Inter già da un pezzo e Filippo Ferri al Milan da pochi giorni dopo la sentenza della Cassazione.
Sentenza che, con la pena accessoria della interidizione dai pubblici uffici per 5 anni, di fatto lo ha ‘espulso’ dalla poltrona di capo della squadra Mobile alla questura fiorentina. Filucchi è entrato all’Inter dopo essere passato anche lui da importantissimi incarichi in polizia, anche alla Mobile di Firenze, e responsabile di ‘Città Sicura’ alle dipendenze del sindaco Domenici, e adesso è ai vertici della Saras, la holding di famiglia di Moratti.
Filippo Ferri ha appena ottenuto un contratto come consulente per la sicurezza del Milan di Berlusconi e da pochi giorni si è trasferito nel capoluogo lombardo dopo aver ottenuto l’autorizzazione prevista dal Tribunale di Sorveglianza di Genova da cui dipende l’osservanza della sentenza della Cassazione per il G8 di Genova.

Discarica in Romania, Ciancimino indagato a Roma per riciclaggio.



Roma - (Adnkronos/Ign) - Le indagini sono partite dal cosiddetto tesoro di don Vito. L'inchiesta della Procura si riferisce ad aziende e personaggi implicati nella vendita della discarica di Glina, valutata oltre 100 milioni di euro e riconducibile a Ciancimino. Iscritte nel registro degli indagati altre otto persone, perquisizioni a Lucca.

Roma, 4 ott. (Adnkronos/Ign) - Massimo Ciancimino è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per riciclaggio. Le indagini sono partite dal cosiddetto tesoro di don Vito. Al centro dell'inchiesta una discarica che si trova a Glina, in Romania.
L'inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dai sostituti Delia Cardia e Antonietta Picardi, si riferisce ad aziende e personaggi implicati nella vendita della discarica valutata oltre 100 milioni di euro e riconducibile a Ciancimino, le cui proprietà proverrebbero dall'attività illecita del padre.
Oltre a Ciancimino sono state iscritte nel registro degli indagati altre otto persone.
Nell'ambito dell'indagine sono state effettuate perquisizioni a Lucca. Il presunto prestanome di Ciancimino sarebbe un imprenditore lucchese già finito in passato al centro dell'operazione 'Matrioska' condotta dalla Guardia di Finanza.


http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Discarica-in-Romania-Ciancimino-indagato-a-Roma-per-riciclaggio_313759740420.html

Bellissima, ci vale!



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giovedì 4 ottobre 2012

Tagli a Comuni e Regioni, ok in Cdm Monti: «Scandali danno incalcolabile» Stop a vitalizi e indennità del caso Lazio.


Il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, con Mario Monti


Via libera in Cdm. Ridotte poltrone, fondi e stipendi. Sciolti enti che violano norme. Stop a indennità e vitalizi facili: Fiorito rimane senza pensione. Incandidabili i sindaci che sperperano.

ROMA - Gli scandali legati allo sperpero di spese per la politica fanno parte di «un'Italia vecchia che preferiremmo non vedere in futuro».Dice il premier Mario Monti in conferenza stampa a Palazzo Chigi illustrando i decreti sui costi della politica e sullo sviluppo, su cui oggi il Cdm ha dato il via libera. «Oggi presentiamo due provvedimenti molto diversi fra loro ma che hanno in comune l'obiettivo di trasformare l'Italia», sottolinea il premier.

Gli scandali.
 «Possiamo immaginare quale effetto può avere sull'immagine dell'Italia quando si verificano episodi di evasione fiscale o corruzione» ha sottolineato Monti. Il governo, con questi provvedimenti, intende risolvere una situazione diventata insostenibile, sull'onda degli scandali che colpiscono le Regioni, a partire dallo scandalo dei fondi del Lazio. E a tal proposito il premier ha rincarato la dose: «Che può pensare un cittadino straniero quando vede scorrere certe immagini di festini inqualificabili sulla televisione? Per l'Italia è un danno incalcolabile», ha detto.

Sviluppo. Agenda digitale, nascita e sviluppo di startup innovative, strumenti fiscali per agevolare la realizzazione di grandi opere con capitali privati, attrazione di investimenti esteri, credito alle Pmi e liberalizzazioni in campo assicurativozioni: sono le principali aree di intervento del "Decreto Crescita 2.0" approvato dal Cdm. (CONTINUA A LEGGERE)

I tagli alla politica. Secondo quanto detto dal premier Monti dopo il Cdm, il decreto approvato taglia, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, regioni chiamate al voto escluse, il numero di consiglieri e assessori applicando il decreto anticrisi 138 del 2011. Ridotti anche i compensi dei consiglieri e degli assessori, regolati in modo che non eccedano il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa. Il provvedimento vieta poi il cumulo di indennità ed emolumenti (come ad esempio nel caso Fiorito). 
I finanziamenti e le agevolazioni in favore dei gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici vengono decurtati del 50% e adeguati ai livello della Regione più virtuosa. Aboliti i finanziamenti ai gruppi composti da un solo consigliere. Le Regioni che non introdurranno il sistema di controllo di spesa previsto dal decreto varato oggi dal governo saranno sanzionate con un taglio fino all'80% dei trasferimenti dello Stato, eccetto che su sanità e trasporto.

Niente pensione per "Er Batman". Il decreto conferma l'eliminazione dei vitalizi e l'applicazione del metodo contributivo per il calcolo della pensione. Nelle more, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d'età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni. La norma sembra colpire proprio l'ex consigliere del Lazio Franco Fiorito che avrebbe preso la pensione a cinquant'anni.

Le sanzioni. Per le Regioni che si rifiutano di attuare le misure di taglio ai costi della politica è previsto lo «scioglimento del Consiglio per gravi inadempienze di legge», ha detto il sottosegretario Antonio Catricalà.

Anticorruzione. «Temi come la lotta alla corruzione dovrebbero far parte del Dna di ogni partiti e spero che si raggiunga presto accordo perchè tassello essenziale per il Paese», ha detto il premier Monti.

Amministratori spendaccioni incandidabili. Sindaci e presidenti di provincia che hanno contribuito al dissesto «non sono candidabili per 10 anni» a numerose cariche tra cui quelle nelle Giunte e nei consigli e nel Parlamento. In arrivo anche pesanti sanzioni.

La bozza. «Gli amministratori - si legge nella bozza del dl - che la Corte dei conti ha riconosciuto, anche in primo grado, responsabili di aver contribuito con condotte, dolose o gravemente colpose, sia omissive che commissive, al verificarsi del dissesto finanziario non possono ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati. I sindaci e i presidenti di provincia ritenuti responsabili ai sensi del periodo precedente, inoltre, non sono candidabili, per un periodo di dieci anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. Non possono altresì - prosegue il decreto legge - ricoprire per un periodo di tempo di dieci anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale nè alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. Ai medesimi soggetti, ove riconosciuti responsabili, le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti irrogano una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte la retribuzione dovuta al momento di commissione della violazione».

Spese delle Regioni, controlli della Corte dei conti e della Finanza. La Corte dei conti e la Ragioneria dello Stato effettueranno il «controllo preventivo di legittimità» sulle spese delle Regioni, compreso «il piano sanitario regionale ed il piano di riparto delle risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario regionale» e potrà avvalersi della Gdf. Lo prevede la bozza del dl su costi della Politica all'esame del Cdm.

Modifiche Imu, termini prorogati al 31 ottobre. Le aliquote Imu potranno essere modificate dai Comuni fino al 31 ottobre, il termine ultimo per l'approvazione dei bilanci previsionali comunali. Si riaprono così i termini scaduti a settembre. Lo prevede la bozza del decreto, che fa slittare al 30/11 il termine per la dichiarazione Imu.

Controlli enti locali su società esterne. 
Gli enti locali, prevede la Bozza del decreto, dovranno attuare un sistema di controlli sulle società partecipate, definendo gli obiettivi gestionali, gli standard qualitativi e quantitativi, ma anche la siutazione contabile, i contratti di servizio e il rispetto dellenorme di legge sui vincoli di finanza pubblica. I risultati delle societa «sono rilevati mediante bilancio consolidato, secondo la competenza economica».
Giovedì 04 Ottobre 2012 - 17:21
Ultimo aggiornamento: 23:26