martedì 16 aprile 2013

Massacro in Congo.



Massacro in Congo nel silenzio del mondo, facciamo finta di non vedere nulla anche se milioni di congolesi sono stati massacrati nessuno ne parla anche se muoiono donne e bambini innocenti.

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http://www.fides.org/it/news/2346-AFRICA_CONGO_RD_Tensioni_politiche_e_massacri_contro_i_civili_La_pace_e_ancora_lontana#.UW27s6K9B-0

Strage di Capaci, scoperto il commando. Esplosivo da bombe recuperate in mare. - Giuseppe Pipitone


Strage di Capaci, scoperto il commando. Esplosivo da bombe recuperate in mare


Il pentito Spatuzza ha rivelato i nomi di otto uomini finora sfuggiti all'inchiesta. Tra di loro un pescatore che consegnò gli ordigni della seconda guerra mondiale agli uomini di Brancaccio. Anche da lì nel 1992 fu preso il tritolo per l'attentato di Cosa Nostra contro Falcone.

L’Attentatuni di Capaci ha un prequel, un prologo che arriva dal mare di Porticello, piccolo centro marinaro a pochi chilometri da Palermo. È qui che Cosimo D’Amato, fino a pochi mesi fa conosciuto da tutti soltanto come un pescatore di pesce, s’improvvisò pescatore di bombe, diventando di fatto fornitore di morte per conto di Cosa Nostra.
C’è una fase preparatoria inedita e fino a oggi segreta dietro il maxi botto che il 23 maggio del 1992 squarciò l’asfalto dell’autostrada A29, uccidendo Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, più tre ragazzi della scorta lanciati a centinaia di metri di distanza dalla deflagrazione. A organizzare quella strage non furono soltanto gli uomini di Giovanni Brusca, tutti ormai condannati all’ergastolo. Per fare fuori Falcone, Riina aveva attivato anche gli uomini di Brancaccio, che si adoperano per recuperare altri quantitativi di esplosivo. Lo svincolo di Capaci non era stato imbottito soltanto dal tritolo utilizzato nelle cave e recuperato da Brusca, ma anche da un altro tipo di esplosivo: è quello contenuto nelle bombe sganciate sui fondali del golfo palermitano ai tempi della seconda guerra mondiale. A recuperare quegli ordigni inabissati era stato proprio il pescatore D’Amato, che poi le aveva “girate” agli artificieri di Cosa Nostra.
A svelare l’ultimo tassello sulla strage di Capaci è stato proprio uno dei padrini che in quei mesi del 1992 collabora attivamente alla strage. Il racconto di Gaspare Spatuzza, ex pupillo dei fratelli Graviano e da qualche anno collaboratore di giustizia, ha fornito alla procura di Caltanissetta le chiavi per ordinare l’arresto di Salvo MadoniaGiuseppe BarrancaCristofaro CannellaCosimo Lo NigroGiorgio PizzoVittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello: tutti già detenuti per altri reati, adesso sono accusati anche di aver collaborato all’esecuzione della strage di Capaci. L’inchiesta della procura guidata da Sergio Lari coinvolge ovviamente anche D’Amato, il pescatore di bombe, che già nei mesi scorsi era stato arrestato dalla procura di Firenze, dopo che lo stesso Spatuzza aveva rivelato il suo coinvolgimento nelle stragi di Firenze, Roma e Milano del 1993.
La collaborazione tra il pescatore di morte e Cosa Nostra però inizia precedentemente, ovvero circa un mese e mezzo prima della strage di Capaci. È da lì che comincia il racconto di Spatuzza. “Fifetto Cannella mi chiese di procurargli una macchina voluminosa, per recuperare delle cose. Ci recammo pertanto con la macchina di mio fratello nella piazza Sant’Erasmo di Palermo, dove incontrammo Peppe Barranca e Cosimo Lo Nigro. Ci recammo quindi a Porticello, dove trovammo un certo Cosimo, e insieme a lui salimmo su una specie di peschereccio, da dove recuperammo dei cilindri delle dimensioni di 50 centimetri per un metro legati con delle funi ai bordi della barca. Al loro interno vi erano delle bombe”. Sono proprio gli ordigni che negli anni ’40, in piena seconda guerra mondiale, vengono sganciate su Palermo. Spesso però la mira dei piloti di guerra non era precisa e le bombe si inabissavano nel profondo del golfo palermitano. È da lì che, anni dopo, il pescatore D’Amato le recupera con le sue reti e le consegna agli uomini di Cosa Nostra.
“Con quest’ultima indagine riteniamo di aver fatto una ricostruzione completa della fase organizzativa della strage del 23 maggio 1992”, ha detto il procuratore Lari, commentando l’operazione che di fatto completa l’elenco dei carnefici di Falcone. In vent’anni di processi sulla strage di Capaci mai nessuno aveva fatto cenno a questo secondo gruppo di morte, che dopo aver recuperato l’esplosivo dal fondo del mare, lo aveva lavorato per renderlo adatto al nuovo scopo: non più una guerra mondiale, ma l’aggressione a suon di bombe di Cosa Nostra allo Stato.

Violento terremoto colpisce l'Iran Tremano anche il Golfo e l'India.

Centro sismologico euro mediterraneo

Teheran - (Adnkronos/Aki/Ign) - Il sisma di magnitudo 7,8 nella provincia del Sistan e Balucistan. E' il terremoto più potente registrato nel Paese negli ultimi 40 anni. Agenzia Fars: ''Primo bilancio è di 40 morti. L'epicentro localizzato in una zona rurale dove ci sono molte case fatte di mattoni di fango''. In Pakistan 21 vittime.Pochi giorni fa il sisma nella provincia di Bushehr, nell'Iran meridionale

Teheran, 16 apr. (Adnkronos/Aki/Ign) - Un violento sisma, di magnitudo 7,8 gradi, ha colpito oggi l'Iran. Si tratta del più forte terremoto registrato nel paese negli ultimi 40 anni. La scossa è stata avvertita anche nei Paesi del Golfo (Kuwait, Bahrain, Arabia Saudita e Qatar), in Pakistan e in India.
Secondo l'Usgs, l'istituto geofisico statunitense, l'epicentro è stato localizzato a una profondità di circa 15 chilometri, in una località a circa 80 chilometri da Saravan, nella provincia del Sistan e Balucistan, vicino al confine con il Pakistan.
Il primo bilancio, fornito dall'agenzia d'informazione 'Fars', è di almeno 40 morti. Quella dell'epicentro è una zona "rurale" dell'Iran dove ci sono molte case "fatte di mattoni di fango".
Il sisma, riferisce la tv di Stato iraniana, ha provocato guasti alla rete elettrica e al sistema di comunicazioni in gran parte della provincia. Le autorità iraniane hanno dichiarato lo stato di emergenza.
In Pakistan sono almeno 21 le vittime, secondo quanto rende noto il sito di 'Geo news', precisando che gli effetti del sisma iraniano si sono sentiti a Karachi, Hyderabad, Quetta, Abbottabad, Islamabad e Lahore. Le vittime sono a Mashkel, 600 chilometri a sud ovest di Quetta nel Balucistan, dove un migliaio di abitazioni sono state distrutte.
A Nuova Delhi, rende noto l'agenzia di stampa Xinhua, molte persone sono scese in strada, abbandonando uffici e abitazioni. Scosse sono state avvertite anche in Uttar Pradesh, Punjab, Haryana e Rajasthan, nel nord dell'India. Al momento non si hanno notizie di vittime nella capitale indiana.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Violento-terremoto-colpisce-lIran-Tremano-anche-il-Golfo-e-lIndia_3295080146.html

CAMERA: LATI PDL E PD VUOTI, LA LOMBARDI POSTA LE FOTO SU FACEBOOK


Le immagini ci mostrano una Camera praticamente deserta
Ed ecco il lato PD. E poi dicono che non sono uguali. Anche nelle cattive abitudini.




https://www.facebook.com/photo.php?fbid=596001603743359&set=a.438282739515247.107576.438277562849098&type=1&theater

Qui il lato destinato al Pdl



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=596003117076541&set=a.438282739515247.107576.438277562849098&type=1&theater

Attentato maratona Boston.



San Raffaele: dopo i licenziamenti le botte.




C’è un vero e proprio accanimento contro i lavoratori del San Raffaele di Milano, l’ospedale al centro di inchieste per malaffare, tangenti, sprechi e finanziamenti ai partiti le cui conseguenze  vengono rovesciate sugli operatori incolpevoli.
Stamattina la polizia ha caricato il presidio che le lavoratrici e i lavoratori avevano messo in campo già dalla giornata di ieri  davanti all’accettazione dell’ospedale per denunciare l’arrivo delle prime lettere di licenziamento sui 240 annunciati. Già dalla fine della scorsa settimana erano corse voci dell’arrivo delle lettere, cosa che si è concretizzata nella giornata di ieri.
Fra i primi ad essere licenziati, coloro che hanno dato vita alle lotte degli ultimi mesi. I licenziamenti hanno effetto immediato, cioè l’azienda addirittura preferisce pagare l’indennità di mancato preavviso piuttosto che ritardare nella sua opera di smantellamento del San Raffaele.
E’ appena il caso di ricordare che nei mesi scorsi in un referendum partecipatissimo la grande maggioranza dei dipendenti dell’ospedale aveva respinto l’ipotesi, sposata da gran parte delle organizzazioni sindacali, ma non dalla USB e dalle RSU, di scambiare i licenziamenti con riduzioni di salario e diritti. Nonostante poi l’azienda abbia comunque proceduto ai tagli salariali, oggi partono i licenziamenti.
Dov’è la politica? Cosa aspetta la neo eletta Regione Lombardia ad entrare in campo per impedire che le colpe degli amministratori ricadano sui lavoratori e sull’utenza?
Sul San Raffaele si gioca una partita importante per i diritti e la dignità. Le lavoratrici e i lavoratori non vanno lasciati soli. La USB invita tutte le forze sindacali e sociali a manifestare accanto a chi sta difendendo il proprio posto di lavoro e la salute dei cittadini.