giovedì 20 giugno 2013

Legittimo impedimento, la Consulta respinge il ricorso di Berlusconi.


Il conflitto di attribuzione era stato sollevato dalla presidenza del Consiglio contro il Tribunale di Milano per un'udienza del processo Mediaset, nel quale l'ex premier è stato condannato in appello a quattro anni per frode fiscale. Per i giudici, fu il Cavaliere a "fissare un impegno politico" in concomitanza con il dibattimento, "senza offrire alternative". Ghedini e Longo: "Fuori da logica giuridica, grave preoccupazione".

La Corte costituzionale ha respinto il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sul mancato riconoscimento del legittimo impedimento che l’ex premier Silvio Berlusconi aveva opposto in un’ udienza del processo Mediaset – del primo marzo 2010 – in quanto impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri non programmato.
Il ricorso per conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato era stato promosso dalla Presidenza del Consiglio nei riguardi del Tribunale di Milano, perché  la corte negò il legittimo impedimento chiesto da Berlusconi e fece proseguire l’udienza. resta così pienament valida la condanna in appello a quattro anni inflitta a Berlusconi per frode fiscale, con annessa interdizione dai pubblici uffici. Aspetto, quest’ultimo, che ha infiammato la polemica politica, con Maurizio Gasparri che ha minacciato le dimissioni in massa dei parlamentari Pdl in caso di “espulsione” di Berlusconi dalla vita politica per via giudiziaria.  
Nel dare ragione ai giudici di Milano, la Corte Costituzionale ha osservato che “dopo che per più volte il Tribunale aveva rideterminato il calendario delle udienze a seguito di richieste di rinvio per legittimo impedimento, la riunione del Consiglio dei ministri, già prevista in una precedente data non coincidente con un giorno di udienza dibattimentale, è stata fissata dall’imputato Presidente del Consiglio in altra data coincidente con un giorno di udienza, senza fornire alcuna indicazione (diversamente da quanto fatto nello stesso processo in casi precedenti), né circa la necessaria concomitanza e la ‘non rinviabilità’ dell’impegno, né circa una data alternativa per definire un nuovo calendario”.
Sul piede di guerra i legali dell’ex premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo: “I precedenti della Corte Costituzionale in tema di legittimo impedimento sono inequivocabili e non avrebbero mai consentito soluzione diversa dall’accoglimento del conflitto proposto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Evidentemente la decisione assunta si è basata su logiche diverse che non possono che destare grave preoccupazione“. Secondo i legali, “la preminenza della giurisdizione rispetto alla legittimazione di un governo a decidere tempi e modi della propria azione appare davvero al di fuori di ogni logica giuridica”. In conclusione, accusano Ghedini e Longo, la decisione “ampiamente annunciata da giorni da certa stampa politicamente orientata, non sorprende visti i precedenti della stessa Corte quando si è trattato del presidente Berlusconi e fa ben comprendere come la composizione della stessa non sia più adeguata per offrire ciò che sarebbe invece necessario per un organismo siffatto”.
Nessuna dichiarazione ufficiale arriva invece dagli uffici della Procura di Milano.

mercoledì 19 giugno 2013

L'Ultima Parola -"Grand Hotel Montecitorio" di Monica Raucci.



Lussi in parlamento.

Truffa aggravata...



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I soldi della Formazione per viaggi ed escort, terremoto nella politica siciliana: 17 arresti.


In manette Faustino Giacchetto, pubblicitario che avrebbe elargito regali a politici e funzionari per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di formazione, il Ciapi. Indagati anche politici noti come ex assessori e l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio.


PALERMO. Terremoto nella politica siciliana. Diciassette arresti sono stati effettuati stamattina per finanziamento illecito ai partiti e a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione nell'ambito di un'inchiesta sul Ciapi, uno dei più grandi enti di formazione siciliani, condotta dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e i sostituti Alessandro Picchi e Sergio Demontis. La guardia di finanza ha scoperto un comitato d'affari che per anni, anche attraverso la corruzione di politici e dirigenti pubblici e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, ha pilotato gli appalti dei grandi eventi in Sicilia: 17 le persone coinvolte. Dodici sono finite in carcere e cinque agli arresti domiciliari. Secondo i pm Faustino Giacchetto avrebbe elargito regali e mazzette a politici e funzionari, per canalizzare quanti più finanziamenti su un ente di formazione, il Ciapi, e per accaparrarsi i più grossi bandi sulla comunicazione della Regione.
Soldi finiti in mano di manager e politici, attraverso viaggi, cene, regali e persino escort. Giacchetto è stato arrestato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Con lui, altre 16 persone (fra cui la moglie Concetta Argento e la segretaria Stefania Scaduto), accusate a vario titolo di associazione a delinquere e corruzione. A tutti gli arrestati vengono sequestrati beni per un totale di 28 milioni di euro. L’indagine riguarda a vario titolo anche diversi uomini politici siciliani. Nella «black list» ci sono cinque ex assessori regionali al Lavoro e alla Formazione, tutti del centrodestra: Carmelo Incardona, che ha ricoperto l'incarico tra il maggio 2008 e il maggio 2009; Santi Formica (2006-2007), Francesco Scoma (2004-2006) e Nicola Leanza, che a capo degli uffici del Lavoro e della Formazione è stato per pochi mesi nel 2010 e oggi è capogruppo dell'Udc. La Guardia di finanza avrebbe denunciato anche l’ex presidente dell'Ars Francesco Cascio (Pdl), che deve rispondere di finanziamento illecito ai partiti; Gaspare Vitrano, ex deputato regionale del Pd, sotto processo per concussione, per aver intascato mazzette riguardanti appalti del settore fotovoltaico. Compaiono anche Salvino Caputo, deputato del Pdl all'Ars e Gerlando Inzerillo, ex congliere comunale di Grande Sud.

lunedì 17 giugno 2013

Ci rifà...



Irish Sun: “Berlusconi indagato in Irlanda per evasione fiscale e riciclaggio

Riciclaggio ed evasione fiscale. E’ questa l’ipotesi per cui Silvio Berlusconi sarebbe finito nel mirino delle autorità irlandesi che hanno aperto un’indagine. A darne notizia è l’Irish Sun che la pubblica in prima pagina (guarda) presentandola come ‘esclusiva mondiale’.
Secondo quanto scrive il quotidiano, le indagini dell’unità speciale investigativa Garda Bureau of Fraud Investigation’s sarebbero partite da una segnalazione della polizia italiana, che avrebbe chiesto agli irlandesi di investigare sulle operazioni dell’ex premier con l’International Financial Services Centre di Dublino, con particolare riferimento al periodo 2005-2007 e per un ammontare di circa 500 milioni di euro. 
Una vicenda che molto probabilmente riguarda i rapporti con la controllata irlandese Mediolanum International Funds. Il sospetto, come aveva già scritto Ilfattoquotidiano.it, è che il gruppo abbia mantenuto su Dublino una quota incongrua dei propri ricavi, così da sottoporli alla mano più leggera del fisco irlandese.
Ma dall’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, arriva la smentita. “La notizia apparsa sull’Irish Sun dell’esistenza di una indagine fiscale in Irlanda per il periodo 2005-2007 nei confronti del Presidente Berlusconi, è certamente frutto di un travisamento e di una erronea informazione. Infatti non consta esservi alcuna indagine sul punto – si legge in una nota – Di certo negli anni scorsi vi era stata una rogatoria dall’Italia in Irlanda in relazione alla vicenda riguardante i diritti cinematografici”, prosegue Ghedini, aggiungendo che, “come è noto per il periodo in questione vi è stata ampia assoluzione sia dal GUP presso il Tribunale di Milano sia dal GUP presso il Tribunale di Roma, decisioni confermate dalla Corte di Cassazione. E’ quindi evidente che non vi può essere alcuna indagine in merito”.
“Null’altro vi è che possa essere ricondotto al Presidente Berlusconi salvo che – continua Ghedini – il giornale non accosti erroneamente al Presidente la vicenda di Banca Mediolanum che ha notoriamente da tempo in corso un contenzioso tributario in Irlanda, che è in corso di risoluzione con un arbitrato fra la stessa Irlanda e l’Italia. E’ ovvio che si procederà in ogni sede giudiziaria – conclude l’avvocato di Berlusconi – per tutelarsi dalla propalazione di notizie false e inesatte”.

domenica 16 giugno 2013

Il governo Letta approva il ‘decreto fare’: “Rilancio dell’economia, grande coesione” - Stefano Feltri

Enrico Letta


Il ministro Flavio Zanonato annuncia il wifi libero: "Non sarà richiesta più l'identificazione personale degli utilizzatori”. Edilizia scolastica: "Cento milioni all'anno". Assunzioni nelle università. "Prima casa non pignorabile se non di lusso". Giustizia civile, "terapia d'urto con smaltimento di 1,2 milioni di pratiche".

Nel giorno del decreto “del fare”; quello che conta è la promessa di non fare del premier Enrico Letta al presidente della Commissione europea, José Barroso, in visita a Roma: “Ho confermato che l’Italia vuole mantenere il 3 per cento nel rapporto tra deficit e Pil come punto di riferimento”. Parole sentite mille volte, ma che in questi giorni assumono un significato non banale: con il Pil che continua a cadere (e che nel 2013 farà -2,4 invece che -1,3 come previsto dal governo), con una parte di Pd e Pdl che spera di evitare l’aumento dell’Iva a luglio anche senza solide coperture e che non si rassegna al ritorno dell’Imu a settembre. In questo contesto, insomma, mantenere il 3 per cento può significare fare un’altra manovra correttiva. E chissà se il governo può sopravvivere a un passaggio del genere. La durata del Consiglio dei ministri di ieri è la dimostrazione di quanto è difficile prendere decisioni economiche in questo contesto così rigido. Letta riunisce i ministri alle 15, partendo da una bozza che pareva definitiva, ma la riunione dura oltre cinque ore. I due temi tabù, quelli che possono far esplodere la maggioranza, non vengono affrontati. Non si parla di Imu, anche se il termine per riformare l’imposta sulla scada non è lontano, il 31 agosto. E non si tocca neppure la questione Iva, il governo cerca di preservare l’illusione che si possa almeno rinviare il passaggio dal 21 al 22 per cento dell’aliquota più alta che scatterà il primo luglio.
Il decreto “del fare”, come lo ha chiamato Letta, non contiene provvedimenti drastici, ma tanti piccoli interventi (80 le misure) che dovrebbero stimolare l’economia. Il dato politico più rilevante riguarda le infrastrutture: per finanziare alcune infrastrutture immediatamente cantierabili (che dovrebbero cioè creare subito posti di lavoro), come la terza linea della metro a Roma, si tolgono risorse alla linea di Alta velocità Torino-Lione e al terzo valico ligure. In totale quasi 2 miliardi, 524 milioni dal Tav. E questo, raccontano, ha irritato molto il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) che aveva difeso l’importanza dell’alta velocità nei giorni scorsi. Lo stesso Lupi, in realtà, cerca di smorzare i toni e nega il “definanziamento”. Semplicemente, dice, le risorse in questo momento non utilizzate per via dello stato di avanzamento dei lavori, vengono messe altrove. Sarà, intanto il Pdl incassa un allentamento delle tecniche di riscossione di Equitalia (con la non pignorabilità per la prima casa). Il Pd si intesta gli interventi per le imprese tramite la Cassa depositi e prestiti e il piano di edilizia scolastica da 100 milioni di euro e la riduzione delle bollette energetiche grazia a un taglio dei sussidi dal 2014.
LE MISURE PRINCIPALI DEL DECRETO
Infrastrutture – Via le risorse al Tav Torino-Lione, al Ponte e al Terzo Valico in Liguria
IL GOVERNO crea un fondo da 2 miliardi di euro “per consentire nell’anno 2013 la continuità dei cantieri in corso, ovvero il perfezionamento degli atti contrattuali finalizzati all’avvio dei lavori”. Così dovrebbe esserci subito un effetto sui posti di lavoro. I soldi vengono recuperati da altre grandi opere: 524 milioni vengono tolti al Tav Torino-Lione, al cui progetto restano soltanto 4 milioni per il 2014. Non è la fine del Tav, ovvio, ma sembra la garanzia che almeno per un altro anno resterà tutto fermo. Altri 50 milioni arrivano dal progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, che mai si farà ma continua ad assorbire risorse, e 773 milioni dal Terzo Valico a Genova (alcuni milioni si recuperano anche tra le pieghe del trattato di amicizia con la Libia di Gheddafi firmato nel 2010). Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi precisa: “Non c’è nessun de-finanziamento nè blocco di grandi opere, c’è un utilizzo temporaneo di risorse già allocate, ma che non verrebbero utilizzate nel breve periodo”. Tradotto: prendiamo i soldi per usarli per cose più utili, ma promettiamo di rimetterli a posto appena possibile. Chissà come.
Energia – Taglio agli incentivi inutili, ma la lobby elettrica limita i danniLA LOBBY dell’energia (con l’associazione Assoelettrica di Chicco Testa) riesce a limitare i danni che potevano arrivare dal decreto. Su un punto il ministro Flavio Zanonato ha mantenuto l’impegno: dal 2014 ci saranno forti risparmi in bolletta perché dal primo gennaio 2014 il Cec (il Costo evitato di combustibile) che è il parametro su cui si calcolano alcuni sussidi ai produttori dipenderà dal prezzo del gas sul mercato (oggi molto basso) e meno da quello del petrolio. Con un risparmio potenziale per i consumatori di 550 milioni di euro. Una novità che, comunque, era già prevista. Sparisce invece la Robin Tax (addizionale Ires del 13 per cento) per i produttori di energie rinnovabili che doveva colpire chi ha ricevuto tanti sussidi in questi anni da creare un eccesso di capacità produttiva. Ma questo intervento, negli effetti un taglio retroattivo degli incentivi, deve essere stato considerato eccessivo dopo la riduzione decisa dall’ex ministro Corrado Passera un anno fa.

Equitalia – Niente esproprio per prime case e capannoni (quasi)
IL GOVERNO impone una linea più morbida a Equitalia. Con il decreto di ieri vengono limitati i poteri di riscossione della società pubblica per quanto riguarda prime case e capannoni: non saranno più espropriabili, a meno che non si tratti di immobili di lusso, palazzi o castelli. Il contribuente però non può contare su una immunità totale: se ha altri debiti, per esempio verso le banche, i creditori diversi dallo Stato potranno comunque avviare l’espropriazione dell’immobile. E nel caso venga messo all’asta, Equitalia ha anche una prelazione sul ricavato. Nel caso di immobili diversi dalla prima casa e dai capannoni industriali, poi, Equitalia può avviare l’esproprio soltanto se il credito supera i 50 mila euro, mentre finora la soglia era fissata molto più in basso, a 20 mila euro. Nel caso della seconda casa la soglia è invece 120 mila. Per quanto riguarda la rateizzazione, il debitore potrà pagare il debito in 120 rate se ha un reddito basso e perde il diritto alla dilazione del pagamento iscritto a ruolo dopo aver saltato il saldo di otto rate consecutive, mentre al momento si perdeva la facoltà dopo soltanto due. Nel caso delle imprese non potrà essere pignorato più di un quinto del patrimonio, “così lo Stato non farà chiudere l’impreesa ”, dice il vicepremier Angelino Alfano (Pdl).

Imprese, subito i prestiti dalla Cdp, finanziamenti in autunno
LO AVEVANO GIÀ SUGGERITO i “saggi” riuniti dal Quirinale prima delle elezioni e lo ha ribadito a ogni occasione il governo Letta: il modo più efficace per far ripartire i prestiti alle piccole e medie imprese è aumentare la dotazione del Fondo centrale di garanzia, uno strumento finanziario che permette di garantire parte del credito chiesto dagli imprenditori alle banche facendo diminuire il rischio del prestito e spingendo quindi le banche a erogare il finanziamento. Il “decreto del fare” prevede la possibilità di coprire con la garanzia del Fondo fino all’80 per cento dell’operazione nel caso di imprese che vantano crediti verso la pubblica amministrazione. Il problema è che il potenziamento del Fondo viene stabilito solo in via di principio, per trovare le risorse bisognerà aspettare la legge di Stabilità in autunno (la ex Finanziaria). Quindi i benefici di questo intervento molto atteso – che con una dotazione di 3 miliardi dovrebbe attivarne 50 di finanziamenti – non si vedrà prima dell’inizio del nuovo anno. Entro 60 giorni il ministero dello Sviluppo e quello dell’Economia fisseranno le regole di accesso al Fondo. Partirà più in fretta il sostegno da 5 miliardi alle imprese che devono acquistare macchinari, assicurato dalla Cassa depositi e prestiti: fino a 2 milioni per ciascuna azienda.

Giustizia civile e Università. Sostegno ai giudici e torna la mediazione obbligatoria
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA Anna Maria Cancellieri parla di “terapia d’urto”. L’arretrato nella giustizia civile è soprattutto presso le Corti d’appello, lì andranno a lavorare 400 magistrati onorari selezionati tra avvocati e professori, per smaltire le pratiche. In Cassazione andranno 30 nuovi magistrati, per completare il lavoro. Nasce “l’ufficio del giudice”: ci saranno assistenti del giudice nella preparazione delle sentenze per accelerare i tempi. L’obiettivo è smaltire 1,2 milioni di pratiche. Viene riproposta la mediazione obbligatoria, che aveva avuto successo ma poi era stata bloccata dalla Corte costituzionale. Il ministro Cancellieri assicura che quei problemi sono stati risolti e col ritorno della mediazione, si spera, molte cause verranno risolte tra le parti, senza arrivare davanti al giudice. Per quanto riguarda scuola e università, il ministro dell’Istruzione Chiara Carrozza annuncia un piano di edilizia scolastica da 100 milioni e borse di studio per gli studenti meritevoli che vanno a studiare lontano dalla città di residenza. Verranno anche assunti 1500 ricercatori di fascia B..
Le altre misure
“WI-FI LIBERO”
 – Sul piano dell’Agenda digitale e della burocrazia del settore, il ministro Flavio Zanonato ha annunciato il wifi libero. Il provvedimento varato ha “liberalizzato completamente Internet” nel senso che nell’uso in pubblico del “wi-fi non sarà richiesta più l’identificazione personale degli utilizzatori”.
DEBITI PA – Il ministro per la Pubblica amministrazione Giampiero D’Alia ha parlato invece dell’introduzione ”in via sperimentale” di una norma che introduce un indennizzo per il ritardo nei procedimenti e che comporta una responsabilizzazione di tutti i soggetti della pubblica amministrazione”.
ONERI IMPRESE – Vengono diminuiti gli oneri per le imprese, tra i quali alcuni legati alla sicurezza sul lavoro, e questo comporterà risparmi per 450 milioni di euro. 
EDILIZIA SCOLASTICA E RICERCA – Tra i provvedimenti approvati dal cdm ci sono anche norme sull’edilizia scolastica, “un problema enorme: grazie anche all’intervento dell’Inail, abbiamo la possibilità d’accordo di cominciare con 100 milioni di euro per la manuetenzione degli edifici scolastici, un segnale importante anche per rassicurare le famiglie in vista dell’apertura dell’anno scolastico”. Lo ha detto il ministro dell’istruzione Chiara Carrozza nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il ministro ha poi aggiunto una novità sulle assunzioni: “Si ampliano le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20 a 50% il turn-over, ovvero il limite di spesa consentito a rispetto alle cessazioni dell’anno precedente. Con questo provvedimento si libereranno posti per 1500 ordinari e 1500 nuovi ricercatori” di tipo B.  

Sarò volutamente brutale. - Andrea Scanzi



Sarò volutamente brutale: alla stragrande maggioranza dei milioni di italiani che hanno votato M5S, della Gambaro non frega una beata mazza. Come non gliene fregava nulla della querelle-diaria o di tutte le baruffe pallosissime (e dannosissime) tra parlamentari. 
Come ha ricordato ieri Marco Travaglio, nell'ennesimo editoriale che condivido integralmente, la situazione rimane questa: "Sappiamo bene che i neoeletti stanno imparando il mestiere di parlamentari; hanno presentato una ventina di disegni di legge e altri ne stanno preparando; le loro presenze in aula e in commissione superano largamente quelle degli altri gruppi; hanno rinunciato (unici nella storia) al finanziamento pubblico di 42 milioni di euro; hanno avviato (unici nella storia) le pratiche per dichiarare ineleggibile B.; han fatto approvare una mozione per consentire a chi avanza crediti dallo Stato di scalarli dalle caselle esattoriali; hanno appoggiato la proposta del Pd Giachetti per tornare al Mattarellum, ovviamente sabotata dal partito unico Pd-Pdl-Monti; hanno contestato assieme a Sel il golpetto del governo in Senato per aggirare l’articolo 138 della Costituzione.Ma tutto questo i milioni di italiani che s’informano (si fa per dire) dai camerieri del potere non lo sanno. Da quando gli usurpatori hanno osato metter piede nel Palazzo, le guardie del corpo dei partiti e dei loro padroni dipingono M5S come un covo d’incompetenti sfaccendati e teleguidati che passano il tempo a litigare, epurare, espellere, o a parlare di scontrini, mentre Grillo e Casaleggio fanno soldi a palate". 
Ecco il punto: al netto degli errori, che ci sono stati e che chiunque dotato di onestà intellettuale dovrebbe ricordare, il M5S è l'unica (o quasi) forza a combattere certe battaglie. Ma queste battaglie non vengono raccontate da gran parte dei media. Proprio per questo la vicenda Gambaro è esattamente ciò che vogliono casta e stampa; ed è esattamente ciò che non vuole l'elettore M5S. 
Se qualcuno viola le regole, tipo il Folgorato Dalla D'Urso, venga allontanato, come capita ovunque (ma se capita nel Pd non fa notizia). Se qualcuno si sfoga, come la Gambaro, sticazzi: parlatene tra voi, non ha infranto nessuna regola (ha fatto un errore politico, che è cosa diversa). Senza Beppe Grillo il M5S avrebbe preso lo 0.1%, anzi neanche sarebbe mai nato; ma Grillo non può "bannare" chiunque osi criticarlo (è il Parlamento, non un profilo twitter). Se l'è presa per la Gambaro? Le telefoni, la mandi affanculo. Non ce ne frega una beata mazza. Il dissenso esiste e deve esistere. Grillo fa cazzate come tutti. Se ne faccia una ragione.
Basta con questa faida tra yes-(wo)men pedanti e teneri favietti salsati di ritorno ("Movimento Cinque Polli", diceva ieri sempre Travaglio). Più fate così, più regalate gioie a chi vi odia. Se questo scazzo gigantesco vi serve per serrare le fila, bene. Poi però basta. 
Questi harakiri se li può permettere il Pd, che vive di harakiri puntualmente giustificati dai media (e da molti suoi stessi elettori); se li può permettere il Pdl, che non è un partito ma un esercito di Silvio. Se li possono permettere Monti e Lega, che ormai non esistono più. Voi no. Voi non potete permettervelo. 
Siete stati votati per contribuire al cambiamento, non per farci sapere che a Crimi la Gambaro sta sulle palle. Fatevi grandi e smettetela di litigare come all'asilo.


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