venerdì 28 marzo 2014

Scatta l'ora legale....



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QUESI MISTERI PARZIALMENTE SVELATI DOPO DECENNI. - Luciano Fuschini


Il mistero dell’aereo malese scomparso, con a bordo alcuni ingegneri elettronici cinesi, resta più fitto che mai. Ora si è decretato che, stranamente, ha seguito una rotta verso sud mentre doveva dirigersi a nord, in Cina; si è decretato che  tutti i passeggeri sono morti, compresi gli ingegneri elettronici cinesi, e non se ne parlerà più. 
Fra una quarantina d’anni forse qualcuno indagherà seriamente, ma allora i risultati dell’inchiesta non interesseranno il grande pubblico.

Intanto viene svelato che durante l’agguato delle BR a Moro e alla sua scorta, due agenti dei servizi segreti su una Honda di grossa cilindrata vigilavano per impedire che l’azione fosse disturbata. Per la verità la notizia circolava da tempo ma era sempre stata relegata ai margini, coperta da cortine di silenzio.
Se si fosse divulgato il fatto, o semplicemente il sospetto, al tempo del sequestro, sarebbe stata una bomba atomica politica. Oggi non impressiona più nessuno.

Pochi anni dopo la morte di Moro fu privatizzata la banca d’Italia, il debito pubblico fu sempre più massicciamente finanziato da creditori stranieri, fino a diventare insostenibile; venne Mani Pulite, la liquidazione dei partiti che, pur rubando, erano i custodi di un’industria di Stato che aveva fatto dell’Italia una delle maggiori potenze economiche del mondo; e vennero le privatizzazioni che dovevano sanare il debito pubblico...
L’attuale sfacelo viene da lontano e va lontano.

Negli anni Ottanta un aereo di linea sudcoreano pieno di passeggeri ma anche di strumenti elettronici di rilevazione di oggetti al suolo, misteriosamente uscì dalla sua rotta per centinaia di chilometri, sorvolando un territorio sovietico ricco di installazioni militari. Non rispose agli avvertimenti, finché fu abbattuto da un caccia. Naturalmente non ci furono sopravvissuti e il fatto contribuì a screditare un’URSS già in crisi. Nessuno è più tornato su quell’episodio per chiarirlo.

Qualche anno fa una nave mercantile russa dal carico imprecisato fu abbordata dai pirati al largo delle coste finlandesi: chi ha mai sentito parlare di pirati scandinavi dai tempi dei vichinghi? Si mobilitarono nella ricerca le flotte russa e americana. La nave fu ritrovata ma dei pirati (finlandesi?) nessuno parlò più, né più si parlò di quello stranissimo episodio. Fra una quarantina d’anni qualcuno svelerà qualcosa, ma non interesserà più nessuno.

Oggi solo qualche babbeo crede ancora che J.F.Kennedy fu ucciso da un pazzoide isolato, ma allora l’ipotesi del complotto, troppo esplosiva per poter essere tollerata, fu immediatamente scartata.

La versione ufficiale del disastro aereo di Ustica fu subito messa in discussione, ma sono occorsi decenni per giungere alla conclusione che l’aereo era stato abbattuto e che contemporaneamente ci fu uno scenario di guerra nei nostri cieli, con due Mig libici precipitati in Calabria, un fatto che fu postdatato perché non fosse messo in rapporto col mistero di Ustica. 
Allora non si doveva sapere, le contestazioni dei complottisti dovevano essere solo illazioni.

Dell’11 settembre si continua a rievocare l’immagine delle due torri colpite da due aerei, ma non si ricorda mai che i grattacieli collassati furono tre, né si ripropone l’immagine del Pentagono, dalle mura di pochi metri d’altezza, inverosimilmente colpite da un Boeing guidato con la perizia di un fuoriclasse dell’aviazione da un beduino che aveva seguito un corso di pilotaggio di 15 giorni. 
Quelle immagini farebbero cadere la versione ufficiale, cosa che sarebbe stata letale per il potere che si è fatto forte dell’11 Settembre per completare la conquista armata del mondo. Fra una quarantina d’anni forse molte cose saranno svelate, ma interesseranno solo gli storici.
La conclusione è ovvia. In tutto ciò che ci viene comunicato c’è un non detto, e quel non detto è proprio la parte decisiva, quella indispensabile per capire e orientarsi.

Saperlo è già un’autodifesa preziosa, una misura igienica per proteggerci la mente, che resta la parte più nobile di noi. Saperlo è anche la premessa per disilludersi sulla trasparenza dell’informazione in democrazia. Non esiste trasparenza per la semplice ragione che la democrazia è solo un espediente propagandistico. Efficacissimo, purtroppo. 

E ora beviamoci anche la storia dell’aereo che doveva andare a nord e per una bizzarrìa del caso si è diretto a sud.

Luciano Fuschini
www.ilribelle.com
27.03.2104

Per gentile concessione de “La Voce del Ribelle”

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Ma la felicità è davvero una pistola calda? Oppure..... - Sergio Di Cori Modigliani



Tu, sei felice? 
Oggi dovresti esserlo.
Lo ha stabilito l'Onu nel novembre del 2012.

In una soleggiata mattina del marzo 1968, John Lennon arriva negli studi di registrazione di Abbey Road, a Londra, dove lo attendevano gli altri componenti del gruppo musicale The Beatles, per incidere un pezzo. E' in preda ad una grande eccitazione. Sotto al braccio ha una rivista che ha appena acquistato da un rigattiere per strada, per pochi pennies. "Guardate qua che roba!" dice a Paul Mc Cartney "gli americani ormai sono andati completamente fuori di testa" e mostra una copia del mensile prodotto e distribuito in Usa (2 milioni di copie al mese) da quella che allora era la più potente lobby statunitense, The American Rifle Association, che si occupa di diffondere (per farle vendere) l'uso casalingo e personale di armi. 
46 anni dopo seguita a essere, ancora oggi, la più importante lobby Usa. 
All'interno della rivista c'era un articolo con un titolo che aveva colpito l'immaginario di John Lennon "Happyness is a warm gun" (trad.: la felicità è una pistola calda) in cui si raccontava la felicità di un bambino di tredici anni al quale il padre aveva regalato il suo primo fucile d'assalto (in bacheca c'è l'immagine del celebre articolo). "E' una follia: vogliono spingere il mondo verso il paradosso" commentò John Lennon, che qualche mese dopo raccontava l'intera storia a Pauline Kael che la pubblicò su un numero speciale di "The Village Voice" a Manhattan. 
Nacque così una delle più famose canzoni dei Beatles, fortemente voluta da Lennon e Mc Cartney per denunciare e demistificare la folle stupidità dell'uso delle armi e la pazzia della società americana in cui volevano che la gente identificasse la felicità con una pistola che era stata appena usata per uccidere qualcuno.

Dodici anni dopo, quando lo psichiatra scelto dal tribunale penale di Manhattan interrogò l'omicida di John Lennon, rimase colpito nell'ascoltare le parole di Mark Chapman, una guardia giurata di Honolulu, l'assassino del famoso cantante, che gli raccontò come avesse cominciato a coltivare il culto delle armi dopo aver ascoltato la canzone di John Lennon. "Sparare alla gente non mi procurò nessuna felicità, ed è per questo che ho capito quanto falso e pericoloso fosse John Lennon per la società: dovevo eliminarlo per il bene di tutti. Lui è diventato un miliardario famoso dicendo bugie; erano almeno dieci anni che lo volevo fare, non pensavo ad altro".
Paradossale deriva di una mente obnubilata dall'ossessione criminale, il ricordo di questo aneddoto pop, oggi, è balzato alla mia memoria e ho pensato che fosse l'occasione migliore per ricordarlo ai lettori.
Il 20 Marzo, infatti, si celebra ufficialmente la "giornata mondiale della felicità".

Personalmente ritengo che si tratti di una idiozia, sintomo della confusione planetaria che viviamo nel mondo della globalizzazione istituzionale. Con tutto il lavoro che dovrebbero fare nel tentativo di occuparsi delle immani sofferenze di almeno i 2/3 del pianeta, nell'autunno del 2012 l'Onu ha investito, oltre che una notevole quantità di soldi pubblici, ben tre mesi di ricerche per codificare -in seduta plenaria- il lancio di questo evento. Secondo le parole ufficiali dell'assemblea "Il perseguimento della felicità è al centro degli sforzi umani. Le persone in tutto il mondo aspirano a condurre vite felici e appaganti, libere dalla paura e dal bisogno e in armonia con la natura; questa è la motivazione che ha spinto tutte le nazioni del pianeta a lanciare la giornata mondiale della felicità". 
Non è stata spiegata la motivazione che ha portato alla scelta di questo giorno specifico.
In Usa questa celebrazione è stata contestata ed è presto abortita.
In realtà, non è mai decollata.
Lo psichiatra David Sack, riconosciuto esperto dell'American Psichiatry Association, ha pubblicato di recente sulla rivista "Psychology today" un divertente articolo nel quale spiega la stupidità di questa celebrazione, dato che "sono poche le persone al mondo che vogliono essere felici; la maggior parte delle persone sono drogate di infelicità e stabiliscono una forma di dipendenza dall'infelicità. Sono persone che trovano sempre qualcosa per cui essere insoddisfatte o infelici e fanno a gara per mostrare ai propri mariti, mogli, colleghi, amici, che la propria vita è di sicuro più complessa, più complicata e infelice della loro. La maggioranza della popolazione mondiale è dipendente dalla'infelicità perchè abbiamo costruito un mondo sociale che produce questo meccanismo".
E' un mondo alla cui base c'è la produzione scientifica di infelicità
Tutto il sistema di consumismo pilotato è basato sull'assunto di far sentire le persone infelici e quindi proporre degli acquisti di un bene specifico (dalla caramella che costa 50 centesimi di euro all'automobile di lusso che ne ne costa 80.000) per poter aspirare alla felicità.
L'intera macchina lobbystica dell'industria chimico-farmaceutica che produce psico-farmaci è basata sulla diffusione di elementi patogeni per poi poter vendere Prozac e pillole varie destinate a lenire il dolore esistenziale.
Celebrare la giornata mondiale della felicità è l'ennesima modalità di vivere dentro a un paradosso producendo ossimori. La felicità non può essere un dovere, tantomeno se addirittura imposta dalle istituzioni internazionali.
A mio avviso, questa festività -dal punto di vista della comunicazione- è il pilota del sistema di comunicazione globale che ci vuole imporre all'umanità, per snaturarne i confini, burocratizzando la sentimentalità. Con l'aggravante del fatto che se esiste "un giorno specifico dedicato alla felicità" vuol dire che per i restanti 364 ci si può dedicare in allegria a produrre infelicità a se stessi e al resto del mondo.

Ben altra cosa la fulminante, geniale intuizione del più grande romanziere mai esistito, il russo Fedor Dostoevskij, che in uno dei suoi più profondi e complessi libri "I demoni" presenta un personaggio inquietante che si dibatte nella società di allora (la Russia della fine dell'800) cercando di districarsi tra terroristi, carrieristi, cospiratori, opportunisti, per trovare una chiave di verità dell'esistenza. A un certo punto, nel rispondere al capo terrorista che gli spiega perchè sia necessario diffondere paura e terrore come arma di risveglio collettivo, lui dice: "Non è così. La gente non è infelice. Le persone sono tutte felici. Tutte, ma proprio tutte. Il mondo è pieno e pullulante di persone felici: solo che non sanno di esserlo".
E' un classico Grande Enigma dostoevskjiano, squisita perla di saggezza spirituale.
E' l'infelicità che andrebbe celebrata, caso mai, per fermarsi un attimo tutti e dedicare una giornata a coloro che hanno seri motivi per esserlo.
E poi, ritornare a coltivare la propria felicità con la consapevolezza di praticarla, curando il dettaglio esistenziale, il gesto amicale, la carezza che conta, la parola giusta alla persona giusta.
Così è la vita nel post-Maya.
Ma all'Onu, questo, non lo hanno capito.

Quindi, siate felici, oggi.
Lo ha stabilito una normativa internazionale nel novembre del 2012.
Almeno oggi.
Poi, da domani, potremo tornare a essere feroci e infelici come di consueto.
Ingozzando pillole per celebrare il paradosso macabro che si sta costruendo per tutti noi.


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Scoperto il primo asteroide con anelli. - Marcus Woo

astronomia,sistema solare
Illustrazione artistica degli anelli di Chariklo. Immagine di Lucie Maquet


Saturno ha i suoi anelli, naturalmente, e così anche gli altri giganti gassosi del nostro sistema solare, Giove, Urano e Nettuno, sebbene più sottili di quelli di Saturno.

Ma fino ad oggi sembrava che solo i pianeti giganti avessero sufficiente forza di gravità per trattenere in orbita i miliardi di frammenti di ghiaccio e polvere che formano un anello. In un articolo pubblicato oggi su Nature, gli astronomi segnalano la scoperta di due anelli di ghiaccio attorno a un piccolo oggetto celeste denominato Chariklo che orbita tra Saturno e Urano. Chariklo misura solo 248 chilometri di diametro.

"Quando ho sentito la notizia per la prima volta, è stato incredibile", dice Joseph Burns, astronomo della Cornell University di Ithaca, New York, che non ha preso parte alla scoperta dell'anello. "È un'osservazione davvero strabiliante", dice Marc Buie del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, neanche lui coinvolto nello studio. "Questa probabilmente sarà la più grande scoperta della mia carriera", dice Felipe Braga-Ribas dell'Osservatorio nazionale del Brasile, che ha 
guidato il team che ha trovato gli anelli e che ha ricevuto il suo Ph.D. solo l'anno scorso.

Una cometa? Un asteroide? Un pianeta minore?

Chariklo, che è stato scoperto nel 1997, è il più grande di una strana classe di oggetti noti come asteroidi centauri. Ne esistono alcune centinaia. Come l'ibrido mitologico di cavallo e uomo, gli asteroidi centauri vivono a loro volta a metà tra due mondi: quello degli asteroidi rocciosi che orbitano più vicini di Giove alla Terra, e quello delle comete ghiacciate che per lo più si trovano al di là di Nettuno.

I centauri potrebbero originariamente venire dalle fasce esterne del sistema solare, ma oggi circolano tra Giove e Nettuno su orbite instabili che attraversano il percorso di uno dei pianeti giganti. Ciò significa che sono probabilmente condannati, entro 10 milioni anni o giù di lì, a essere gettati nel sistema solare interno o nello spazio interstellare. Ci sono molte cose ancora poco conosciute sui centauri, compreso il numero di quanti, tra loro, abbiano abbastanza gravità da poter assumere una forma rotonda e guadagnare il titolo di "pianeta nano". 

Il 3 giugno 2013, Braga-Ribas ed i suoi colleghi hanno osservato Chariklo mentre passava davanti a una lontana stella, un evento chiamato occultazione. Utilizzando sette telescopi diversi in tutto il Sud America per determinare esattamente quando e per quanto tempo la luce della stella sarebbe stata oscurata dal centauro, speravano di misurare con precisione le dimensioni di Chariklo e la sua forma.

L'evento è durato solo pochi secondi. In un primo momento, il team pensava che i brevi inattesi cali nella luce registrata fossero la prova che Chariklo stesse espellendo gas come una cometa. Lo stesso fenomeno era stato visto in precedenza su Chirone, un altro centauro. Ma dalla ricorrenza dei piccoli cali di luce, che sono stati registrati sia prima e che dopo l'oscuramento causato da Chariklo stesso, è diventato presto chiaro ai ricercatori che quello che avevano osservato erano due anelli ravvicinati ma distinti che passavano davanti alla stella.

"È stata una completa sorpresa", dice Braga-Ribas. Gli anelli sono di circa 7 e 3 chilometri di larghezza, e sono rispettivamente a 391 e 405 chilometri dal centro di Chariklo. Sono pieni zeppi di acqua ghiacciata, dice Braga-Ribas, e sono luminosi e densi, simili a una versione in miniatura delle maestose bande di Saturno.

Col senno di poi, la scoperta degli anelli potrebbe chiarire un mistero sul comportamento di Chariklo. Dal 1997 al 2008 il suo segnale si è fatto più debole, e tracce di acqua ghiacciata sembravano scomparire dal suo spettro. Braga-Ribas dice ora che la spiegazione più probabile è che gli anelli luminosi di Chariklo abbiano progressivamente assunto un'inclinazione tale da diventare spesso invisibili agli osservatori sulla Terra. Appena gli anelli hanno nuovamente assunto l'inclinazione giusta per essere visti dalla Terra, Chariklo è tornata a splendere e sono state nuovamente rilevate le tracce di acqua ghiacciata, molto probabilmente rinchiusa negli anelli.

Il potere dell'occulto

Gli astronomi non sono sicuri come Chariklo abbia ottenuto i suoi anelli. Ma questa è una grande opportunità per imparare come si formano gli anelli in generale, spiega Burns. Una delle possibilità è che una collisione con un oggetto più piccolo abbia creato un disco di detriti intorno al centauro, e che i pezzi più piccoli siano poi stati compattati all'interno degli anelli grazie alla gravità di alcuni dei pezzi più grandi. Questo tipo di aiuto dai "satelliti pastore" è quello che conferisce agli anelli di Saturno i loro bordi taglienti. I satelliti pastore attorno Chariklo, tuttavia, potrebbero essere meno di un chilometro di diametro, il che li rende difficili da rilevare con un telescopio.

Dal momento della loro scoperta, Braga-Ribas e i suoi colleghi hanno guardato Chariklo passare davanti a una seconda stella, e hanno in progetto di osservare altre occultazioni quest'anno. Il team sta anche cercando possibili anelli attorno ad altri 50 centauri. "Se questo genere di cose può accadere, e così sembra, cos'è che ci dice di nuovo?" si chiede Buie. "Queste sono davvero novità importanti, e ci vorrà un po' perché si capiscano tutte le complesse conseguenze di questa scoperta".

"Scoprire un nuovo oggetto è un'esperienza piuttosto piacevole", dice Braga-Ribas . "Stiamo facendo la storia qui".


http://www.nationalgeographic.it/scienza/spazio/2014/03/27/news/scoperto_il_primo_asteroide_con_anelli-2073574/

Mafioso a sua insaputa. - Marco Travaglio



Da Il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2014

Ogni tanto anche la politica riesce ancora a regalarci momenti di autentica commozione. 

E il dibattito sul nuovo reato di voto di scambio politico-mafioso è uno di questi. 
Nel 1991 il Parlamento sanzionò penalmente con l’art. 416 ter del Codice penale i politici che comprano voti dai mafiosi “in cambio di denaro”. 
La formula originaria aggiungeva “o altre utilità”, visto che nessun mafioso sano di mente vende i suoi pacchetti di voti in cambio di contanti: ciò che si aspetta dal politico, una volta eletto, sono appalti, favori, assunzioni e protezioni per sé e per amici. 
Ma una manina furtiva fece sparire all’ultimo momento quell’“e altre utilità” e il reato così svuotato rimase praticamente lettera morta. 
L’estate scorsa, con appena 22 anni di ritardo, si decise di rimediare: alla Camera quasi tutti i partiti, con qualche mal di pancia a destra, votarono un testo migliorativo che puniva col carcere da 4 a 10 anni “chiunque accetta consapevolmente il procacciamento di voti con le modalità previste dal comma 2 dell’art. 416 bis (associazione mafiosa, ndr) in cambio di denaro o altra utilità”. Testo però ancora ambiguo a causa dell’aggiunta di “consapevolmente”: avverbio che presuppone un processo alle intenzioni. 
Cioè la prova impossibile che il politico che contratta voti col mafioso è consapevole del fatto che il tizio è mafioso e gli porterà voti in cambio di qualcosa. 
Un’autostrada spalancata all’insaputismo alla Scajola
Già pareva di vederli i politici votati dai mafiosi presentarsi ai giudici con la faccina candida: “Ma che ne sapevo io che il mio fornitore di voti è un mafioso? 
Pareva una così brava persona!”. 
In Senato, grazie alla pressione di M5S e alla resipiscenza del Pd, il “consapevolmente” è scomparso. 
Ora la norma torna alla Camera per l’approvazione definitiva. E qui, apriti cielo. Ostruzionismo campale di Forza Italia e – udite udite – di Ncd, cioè dei “diversamente berlusconiani” che, quando si tratta di antimafia e legalità, sono ugualmente berlusconiani. 
Il loro leader è Alfano, incredibilmente ministro dell’Interno: cioè responsabile dello scioglimento delle amministrazioni infiltrate dalla mafia (infatti l’altro giorno ha reso omaggio al cavaliere del lavoro catanese Mario Ciancio, indagato per mafia).

Intanto Brunetta precetta i suoi deputati a fare da scudi umani contro la norma “eversiva”, onde evitare almeno che valga già alle europee e amministrative di maggio (si vota col proporzionale, le preferenze sono già sul mercato): altrimenti “si consegna un’arma impropria nelle mani di chi vuol paralizzare ogni attività politica, soprattutto al Sud” (come se al Sud fosse obbligatorio scambiare voti coi mafiosi). 

Il berlusconiano Sisto tuona contro il “testo incostituzionale” che vorrebbe punire anche i politici che danno “disponibilità a soddisfare interessi o esigenze mafiose” (come se per un politico fosse tanto difficile stare alla larga dagli interessi mafiosi). 
Il Foglio di Giuliano Ferrara fornisce munizioni ai resistenti contro “le procure politicizzate”, i “giustizialisti” e i “manettari” che vorrebbero “incriminare chiunque” in base ai soliti “sospetti”, “sentito dire”, “odori di fritto”, “teoremi”. 
Farà piacere agli elettori del Pd ricordare chi sono i partner del loro partito nel governo e nelle riforme e vedere Renzi che, per far passare il voto di scambio, pratica il voto di scambio. Quanto a noi, salutiamo commossi il ritorno di vecchi slogan che parevano sepolti per sempre (almeno nella mente degli smemorati): come scrive il Foglio, punire il voto di scambio è “un’interferenza nella vita dei partiti e delle istituzioni”. 
Ma non solo il voto di scambio: può capitare che un politico voglia sparare a un avversario, o arrotondare i magri finanziamenti pubblici spacciando droga, chiedendo il pizzo, gestendo bordelli di ucraine. 
Chi siamo noi per impedirglielo, interferendo nella vita dei partiti e delle istituzioni? Bloccare il nuovo 416 ter non basta: bisogna proprio abrogare il Codice penale. Speriamo che Obama legga i giornali.


Scienziato Dimostra che la Morte Non Esiste.



Il Professor Lanza spiega perché la morte non esiste
Per la maggior parte degli scienziati, probabilmente, il concetto di una vita ultraterrena o è una sciocchezza, o per lo meno non è dimostrabile. 
Eppure un esperto sostiene che ha le prove per confermare che l’esistenza dopo la morte c’è e si trova nella fisica quantistica
Il Professor Robert Lanza afferma che la teoria del biocentrismo insegna che la morte come noi la conosciamo è un’illusione creata dalla nostra coscienza.
Il Professor Robert Lanza con la teoria del biocentrismo insegna che la morte come noi la conosciamo è un’illusione. Egli ritiene che la nostra coscienza crea l’universo, e non il contrario, e una volta che accettiamo che spazio e tempo sono “strumenti della nostra mente”, la morte non può esistere in ‘alcun senso reale’.“Pensiamo che la vita sia solo l’attività degli acidi nucleici e delle proteine. Viviamo un po’ per poi marcire nel terreno“, ha detto lo scienziato sul suo sito web. Lanza, è attualmente direttore scientifico presso l’Advanced Cell Technology ed è professore aggiunto alla  Wake Forest University School of Medicine nel North Carolina, ha proseguito spiegando, che come esseri umani noi crediamo nella morte, perché "ci è stato insegnato che si muore", o più precisamente, la nostra coscienza associa la vita con i corpi e sappiamo che i corpi muoiono.

Il Professor Robert Lanza, spiega la sua teoria nel suo libro biocentrismo: come la vita e la coscienza sono le chiavi per comprendere la vera natura dell’Universo.
La sua teoria del biocentrismo spiega che la morte non può essere terminale come pensiamo che sia. Il biocentrismo è inteso come la teoria del tutto - deriva dal greco ‘centro della vita’ -, è il credere che la vita e la biologia siano centrali per la realtà e che la vita crei l’universo, non il contrario. Questo suggerisce che la coscienza di una persona determina la forma e le dimensioni degli oggetti nell’universo. Lanza usa l’esempio del modo in cui percepiamo il mondo intorno a noi. Una persona vede un cielo blu, e gli viene detto che il colore che sta vedendo è blu, ma le cellule nel cervello di una persona potrebbero essere modificate per vedere il cielo verde o rosso.

“Quello che vedi non potrebbe esistere senza la tua coscienza“, ha spiegato Lanza. ”La nostra coscienza ha un senso del mondo“. Osservando l’universo dal punto di vista della biocentrica, significa anche che spazio e tempo non si comportano nel modo definito e veloce che la nostra coscienza ci dice che fanno. In sintesi, lo spazio e il tempo sono ‘semplici strumenti della nostra mente’. Secondo le considerazioni degli esperimenti di fisica quantistica, tutta la nostra esperienza sensoriale non è altro che un vortice di informazioni che si verificano nella nostra mente. Una volta che questa teoria su spazio e tempo è accettata, significa che la morte e l’idea di immortalità esistono in un mondo senza confini di spazio e tempo.
Allo stesso modo, i fisici teorici credono che ci sia un numero infinito di universi con diverse varianti di persone e situazioni, che si svolgono contemporaneamente. Lanza ha aggiunto che tutto ciò che può accadere e accade ad un certo punto in questi molti universi significa che la morte non può esistere in ‘alcun senso reale‘ le si voglia dare. Lanza, invece, ha detto che quando moriamo la nostra vita diventa un ‘fiore perenne che torna a fiorire nel multiverso‘. Ha continuato: ’ La vita è un’avventura che trascende il nostro modo ordinario di pensare”. Lanza ha citato il famoso esperimento della doppia fenditura per spiegare le sue affermazioni.

Nell'esperimento, quando gli scienziati guardano un passaggio di particelle attraverso due fenditure in una barriera, la particella si comporta come un proiettile e passa attraverso una fenditura o l’altra. Eppure, se una persona non guarda la singola particella, questa si comporta come un’onda, significa che può passare attraverso entrambe le fenditure contemporaneamente. Questo dimostra che la materia e l’energia possono presentare caratteristiche di entrambe e che il comportamento dei cambiamenti delle particelle sono alla base di percezione e coscienza di una persona.

giovedì 27 marzo 2014

UNA NUOVA RICERCA PARAGONA LA STRUTTURA E LO SVILUPPO DELL’UNIVERSO ALLE RETI NEURALI DI UN CERVELLO.

similitudine universo cervello

In uno studio pubblicato sulla rivista Nature’s Scientific Reports, alcuni scienziati hanno osservato che l’espansione dell’Universo ha alcune caratteristiche molto simili a quelle riscontrabili nella crescita e nello sviluppo del cervello.


Il nostro Universo cresce! O meglio, per dirla in linguaggio “cosmologico”, è un Universo che si “espande”.
Il primo a rendersi conto di questo fenomeno che interessa l’intero Cosmo è stato Edwin Hubble, il quale, grazie alle sue osservazioni, notò che le galassie tendevano ad allontanarsi le une dalle altre.
Le intuizioni di Hubble portarono una vera e propria rivoluzione copernicana nella cosmologia poiché fino a quel momento si credeva che il nostro fosse un “universo stazionario”.
In un articolo comparso sulla rivista Nature’s Scientific Reports, si apprende di alcuni scienziati che hanno programmato una simulazione al computer dell’Universo, dal quale emergerebbe che l’espansione dell’Universo ha alcune caratteristiche molto simili a quelle riscontrabili nella crescita e nello sviluppo del cervello.
Alcune leggi fondamentali, ancora sconosciute alla fisica teorica, governerebbero allo stesso modo la crescita di sistemi piccoli e grandi, come possono essere un cervello o un intero universo.
E non solo! Queste leggi sconosciute sembrano comparire anche nello sviluppo e crescita di reti reali come quelle sociali o la stessa Internet: “Le dinamiche che governano la crescita naturale sono le stesse per le reti sociali, il cervello e l’Universo”, spiega il co-autore Dmitri Krioukov, fisico presso la University of California di San Diego.
“Lo studio suggerisce che esisterebbe un’unica legge basilare della natura che governa lo sviluppo delle reti”, aggiunge il fisico Kevin Bassler dell’Università di Houston. “A prima vista, sembrano sistemi molto diversi tra loro. Allora la domanda a questo punto è: possiamo sviluppare la descrizione matematica di questa legge che governa lo sviluppo delle reti reali? Il contributo di questa ricerca è molto importante”, conclude Bassler. 

Somiglianza con le reti

In verità, già in alcuni studi precedenti è stato dimostrato che i circuiti cerebrali e Internet si sviluppano secondo una dinamica molto simile.
Nonostante questa somiglianza funzionale, però, nessuno era stato in grado di individuare un’equazione in grado di prevedere perfettamente come le reti neurali, le reti informatiche o i social network crescano nel tempo.
Utilizzando le equazioni della Relatività di Einstein, che descrivono come la materia deforma il tessuto dello spazio-tempo, i fisici possono ripercorrere a ritroso lo sviluppo dell’Universo, fino a circa 14 miliardi di anni fa, all’epoca del Big Bang, così da poter osservare come si sia espanso il cosmo da allora fino ad oggi.
Partendo da questa consapevolezza, la squadra di Krioukov si è chiesta se l’osservazione accelerata dello sviluppo dell’Universo potesse aiutare ad approfondire la comprensione delle dinamiche che guidano le reti sociali e i circuiti cerebrali.
Il team ha creato una simulazione al computer, frammentando l’Universo primordiale fin nelle sue più piccole componenti sub-atomiche. Nella simulazione, questi quanti-frammenti sono stati collegati tra loro in un una rete di relazioni causale. Una volta avviata la simulazione, il suo sviluppo ha aggiunto sempre più spazio-tempo alla storia dell’Universo, così come la “connessione di rete” tra la materia che componeva le galassie.
Quando il team ha confrontato la storia dell’Universo con il modello di crescita dei social network e dei circuiti cerebrali, si è reso conto che entrambi le reti si espandono in modo simile: le unità sviluppano collegamenti equilibrati sia con nodi simili, sia con quelli che già avevano molte connessioni.
er esempio, un amante dei gatti che naviga su internet, può connettersi a siti web che trattano specificamente di gatti, ma anche a mega-siti come Google o Yahoo. Allo stesso modo, le cellule del cervello si connettono sia con quelle a loro più vicine, cosi come a quelle che hanno sviluppato già numerosi collegamenti con altre cellule cerebrali.
“La somiglianza inquietante tra le micro-reti e le macro-reti è inquietante, ed è improbabile che si tratti di una semplice coincidenza”, continua Krioukov. “Per un fisico, questo è un segnale immediato che c’è ancora qualcosa che non riusciamo a comprendere sul funzionamento della natura. Dobbiamo prendere atto che esiste una legge che governa lo sviluppo sia dei più piccoli sistemi, come le cellule celebrali, sia dei più grandi sistemi come le galassie.
Questa nuova ricerca sembra confermare un altro dato che accosta il nostro Universo ad un cervello. Secondo la neuroscienza, il numero delle cellule nervose che compone il nostro cervello è circa lo stesso del numero delle stelle presenti nell’Universo (miliardi di miliardi).
Oggi scopriamo che l’Universo si sviluppa allo stesso modo di un cervello… sorge una suggestione intrigante: e se l’Universo fosse la grande mente dell’Architetto del quale, noi esseri umani, siamo il pensiero più complesso?