domenica 4 maggio 2014

Struttura di Richat



La struttura di Richat (o Guelb El Richat) è una struttura circolare nel Deserto del Sahara, in Mauritania. Ha attratto l'attenzione fin dalle prime missioni spaziali, perché ha la forma di un grosso cerchio in una parte di deserto altrimenti vuota. Descritta da alcuni come somigliante ad una grande ammonite, ha un diametro di quasi 50 chilometri. Inizialmente fu interpretata come il cratere di un meteorite, a causa della sua elevata circolarità, ma oggi si pensa che sia un rialzo simmetrico, messo a nudo dall'erosione. Le parti visibili della struttura sono di quarzite paleozoica.

http://it.wikipedia.org/wiki/Struttura_di_Richat

Spari fuori dallo stadio, petardi e caos: 10 feriti.

Fiorentina-Napoli, "Genny 'a carogna": il capo ultras che ha dato il via libera alla partita


Un 30enne in condizioni gravissime. Atmosfera surreale all'Olimpico

Tre feriti per colpi di pistola a Roma, prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, in una giornata segnata da incidenti e caos. Un ultrà della Roma, Daniele De Santis, anche lui ferito e ricoverato in ospedale con una gamba rotta, accusato di aver fatto fuoco. E' stato arrestato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio.
Gli spari nel pomeriggio, nei pressi di Viale Tor di Quinto, vicino allo stadio Olimpico. Vittime tre tifosi napoletani: uno dei tre, Ciro Esposito, trentenne, è gravissimo. Un proiettile ha raggiunto la colonna vertebrale ed è stato estratto durante un delicato intervento chirurgico. La sua situazione è definita dai medici "stabile, ma critica". Gli altri coinvolti sono un uomo di 43 anni, colpito alla mano destra ed uno di 32 anni, colpito ad un braccio e ad una mano.
I feriti sono stati soccorsi dalla polizia, che ha anche recuperato la pistola che ha sparato. A notte non era ancora del tutto chiara la dinamica. La questura in un primo momento aveva fatto sapere che il ferimento non sarebbe da "collegare a scontri tra tifosi, ma avrebbe cause occasionali". Però, con il passar del tempo, ha preso piede e si è concretizzata la pista della lite tra ultrà che è poi drammaticamente degenerata. I fatti si sono verificati nei pressi di un'area verde - dove c'è il "Ciak", un ex locale - vicino allo stadio Olimpico. Qui, secondo la dinamica al momento più accreditata, De Santis avrebbe prima provocato alcuni tifosi partenopei e poi, dopo la loro reazione violenta, avrebbe fatto fuoco.
L'ultrà è stato interrogato a lungo nell'ospedale dove è ricoverato e per lui, a notte, è scattato il fermo. Gli investigatori, infatti, ritengono di aver raccolto elementi sufficienti per indiziarlo del triplice ferimento. L'uomo non è sconosciuto alle forze di polizia. Fu infatti coinvolto, secondo quanto si è appreso, in una vicenda giudiziaria, poi prescritta, sulla sospensione del derby Lazio-Roma del 21 marzo 2004. La partita venne fermata in seguito alle pressanti richieste dei leader delle curve per le voci, poi rivelatesi infondate, della morte di un bambino investito da un'auto della polizia. L'ultrà avrebbe scavalcato, con altre persone, il recinto di gioco.
Stasera allo stadio c'era anche il premier Matteo Renzi, con moglie e figli, scortato da polizia e carabinieri. La partita è poi iniziata con 45 minuti di ritardo in un clima surreale. "Una partita di calcio non si può trasformare in una guerra tra bande con episodi di violenza", ha commentato il presidente del Senato, Pietro Grasso, all'arrivo allo stadio Olimpico. Roma è stata 'invasa' da decine di migliaia di tifosi giunti da Napoli e Firenze.
La giornata è stata caratterizzata da incidenti tra i tifosi e tafferugli: una decina complessivamente i feriti. La tensione è salita nel tardo pomeriggio, quando sono cominciati gli scontri tra i supporter delle due squadre, cui avrebbero partecipato anche ultras della Roma, e tra questi e le forze dell'ordine. Contro gli agenti che scortavano le tifoserie perché non venissero a contatto, nei pressi di Ponte Milvio, sono stati lanciati bottiglie ed oggetti vari. Tafferugli tra i gruppi di sostenitori si sono verificati in altre zone vicino all'Olimpico. Anche nello stadio, poi, ci sono stati lanci di petardi e bombe carta.
Naturalmente la partita si è poi giocata in un clima di palpabile tensione sugli spalti. Un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. E' stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l'assenso all'inizio della partita quando i funzionari delle forze dell'ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.

Fiorentina-Napoli, "Genny 'a carogna": il capo ultras che ha dato il via libera alla partita.



Il capo ultras del Napoli che, insieme ai dirigenti e alle forze dell'ordine, ha dato l'assenso all'inizio della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina all'Olimpico di Roma si chiama Gennaro, ed è il capo della curva A del San Paolo di Napoli. Seduto su una grata della curva Nord, il capo ultras ha partecipato alla trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. L'ultrà sarebbe Gennaro De Tommaso, detto "Genny 'a carogna", noto alle autorità per precedenti reati. Sarebbe inoltre figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico del rione Sanità dei Misso. Sulla maglietta nera di Gennaro la scritta ''Libertà per gli ultras'' sul retro, e ''Speziale libero'' davanti. Quest'ultima scritta si riferisce ad Antonino Speziale, l'ultrà del Catania che sta scontando otto anni per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore di polizia Filippo Raciti avvenuto il 2 febbraio del 2007
  (ansa)

sabato 3 maggio 2014

I BAMBINI DI FALLUJA - L'OSPEDALE DEGLI ORRORI. - Robert Fisk


Bambini nati morti, handicap, deformazioni troppo raccapriccianti da descrivere  - quali sono le bugie che si nascondono dietro l’angoscia del Fallujah General Hospital?

Le foto scorrono sullo schermo, in un piano alto del Fallujah General Hospital (Policlinico di Fallujah). E, di colpo, l’ufficio amministrativo di Nadhem Shokr al-Hadidi si trasforma in una piccola camera degli orrori. Un neonato con una bocca terribilmente deformata . Un altro con una malformazione del midollo spinale, con materia midollare che fuoriesce dal corpicino. Un neonato con uno spaventoso, enorme occhio da ciclope. Un altro neonato, con solo mezza testa, nato morto come i precedenti, data di nascita 17 giugno 2009. Un’altra foto passa sullo schermo: data di nascita 6 luglio 2009, mostra un minuscolo neonato con solamente un mozzicone del braccio destro, del tutto privo della gamba sinistra e senza genitali.


"Assistiamo continuamente a scene del genere", dice Al-Hadidi, quando un medico donna entra nella stanza e volge lo sguardo verso lo schermo. Ha fatto nascere alcuni di questi bambini nati morti. "In tutta la mia carriera, non ho mai visto niente di così raccapricciante", dice tranquillamente. Al-Hadidi risponde al telefono, accoglie i visitatori nel suo ufficio, ci offre del tè con i biscotti mentre queste immagini da brivido si materializzano sullo schermo. Ho chiesto di poter vedere queste fotografie per assicurarmi che i bambini nati morti, con le loro deformità, fossero reali. C'è sempre un lettore o uno spettatore che, sottovoce, grida alla "propaganda".
Ma le fotografie rappresentano una schiacciante, orribile ricompensa a tali dubbi. 7/1/2010: un bambino con la pelle sbiadita, giallognola e le braccia deformi. 26/4/2010: una massa grigia su un lato della testa del bambino. Un dottore accanto a me parla di "Tetralogia di Fallot", un difetto del setto interventricolare. 3/5/2010: una creatura dall’aspetto di una rana in cui – commenta il medico appena entrato nella stanza - "è come se tutti gli organi addominali cercassero di uscire dal corpo".
È troppo. Le fotografie sono eccessivamente crude; incarnano un dolore e una angoscia che ne rende la visione, per lo meno ai poveri genitori, impossibile. In poche parole, non possono essere pubblicate.
L’atteggiamento dei medici di Falluja è molto pratico. Sono consapevoli che la loro tragedia non ci è ignota. Infatti, le deformità dei bambini di Fallujah non rappresentano una novità. Già altri corrispondenti - tra cui il mio collega Patrick Cockburn - hanno visitato Falluja per denunciare quel che sta accadendo. Quel che è veramente vergognoso è che queste deformità si ripetono senza alcun tipo di monitoraggio o controllo. Un medico di Fallujah, una ostetrica formatasi in Gran Bretagna, dove ha acquistato a sue spese uno scanner da 79.000 sterline per la rilevazione prenatale delle anomalie congenite destinato alla sua clinica privata – e che è rientrata a Fallujah solo cinque mesi fa - mi dice il suo nome e mi domanda perché il Ministero della Salute a Baghdad non promuova una approfondita indagine ufficiale sui bambini deformi di Fallujah.
"Sono andata ad incontrare il ministro", dice. "Diceva che avrebbe creato un comitato. Sono andata ad incontrare il comitato. Non hanno fatto nulla. Non sono riuscita ad ottenere alcun tipo di risposta". Più tardi, ventiquattro ore dopo, la stessa donna inviava un messaggio ad un mio amico, un altro medico iracheno, in cui mi chiedeva di voler restare anonima.
Nonostante il numero di bambini nati morti di Fallujah sia altissimo, il personale medico presso il Policlinico di Fallujah dimostra la propria onestà invitando ripetutamente a non formulare conclusioni avventate.
"Ho fatto nascere io quel bambino", dice l'ostetrica mentre l’ennesima immagine raccapricciante viene proiettata sullo schermo. "Non credo che questo abbia qualcosa a che vedere con le armi americane . I genitori erano parenti stretti. I matrimoni tribali qui in Iraq coinvolgono parecchie famiglie che hanno tra loro legami di sangue. Bisogna riconoscere che se una madre partorisce in casa un neonato nato morto a causa di simili malformazioni, l'evento non ci viene affatto segnalato, ed il bambino verrà sepolto senza che se ne sappia nulla".
Le fotografie proseguono sullo schermo. 19/1/2010: un bambino con arti minuscoli, nato morto. Un bambino nato il 30/1/2010, con labbro leporino e palatoschisi, ancora in vita , un buco nel cuore, un difetto facciale, che necessitava di cure ecocardiografiche. "Il labbro leporino e la palatoschisi sono anomalie congenite abbastanza comuni", dice tranquillamente la dottoressa Samira Allani. "Ma è l’aumento della frequenza che è allarmante". La dott.ssa Allani cita una ricerca su "l’aumento della diffusione delle deformazioni alla nascita" a Fallujah, uno studio su quattro padri di famiglia "con due sole linee di discendenza". I difetti cardiaci congeniti , dice il documento, hanno raggiunto "cifre senza precedenti " nel 2010.
Le cifre continuano a crescere. Proprio mentre stiamo parlando, un infermiere viene a chiamare la dott.ssa Allani. Immediatamente andiamo nella sala parto dell'ospedale; ci mostra il corpicino di un bambino, dentro un’incubatrice, nato appena da 24 giorni. Zeid Mohamed è ancora troppo giovane per sorridere; dorme sotto lo sguardo della madre, al di là del vetro. La madre ha acconsentito affinchè io potessi vedere il suo bambino. Suo padre è una guardia di sicurezza, la coppia si è sposata tre anni fa. Nelle loro famiglie di provenienza, non vi è mai stato alcun caso di deformazione alla nascita. Ma Zeid ha solo quattro dita su ciascuna delle sue manine.
Negli archivi informatici della dott.ssa Allani si trova circa un centinaio di Zeids. Chiede ad un altro medico di convocare alcuni genitori. Saranno disposti a parlare con un giornalista? "Vogliono sapere cosa è successo ai loro figli", dice . "Meritano una risposta". Ha ragione. Ma né le autorità irachene, né gli americani, né gli inglesi - marginalmente coinvolti nella seconda battaglia di Fallujah, in cui hanno perso quattro uomini - né alcuna delle più importanti ONG, appaiono disposti ad aiutare, o in grado di farlo.
Quando i medici cercano di ottenere dei finanziamenti la ricerca, capita che a volte si rivolgono a organizzazioni che hanno un preciso orientamento politico. Lo studio della Dott.ssa Allani, ad esempio, ha ricevuto finanziamenti dal "Kuala Lumpur Foundation to Criminalise War" (Fondazione malese per mettere al bando la guerra)  - un’entità che in maniera appena marginale si oppone all’uso di armi da guerra statunitensi  a Fallujah. Anche questo, temo, è parte della tragedia di Fallujah.
L'ostetrica che mi ha chiesto di restare anonima parla sconsolata della mancanza di attrezzature e di formazione. "Difetti cromosomici - come la sindrome di Down - non possono essere corretti in uno stadio prenatale. Ma siamo in grado di trattare un’infezione fetale, e possiamo correggerla grazie al semplice prelievo di un campione di sangue del bambino e della madre. Ma nessun laboratorio qui a Fallujah possiede le apparecchiature adatte. Una semplice trasfusione di sangue è ciò che serve a prevenire il verificarsi dell’infezione. Certo , ciò non risponderebbe ancora alle nostre domande: perché l'incremento degli aborti, perché l'aumento dei bambini nati morti, perché l'aumento delle nascite premature?"
Il dottor Chris Busby , professore esterno proveniente dall'Università dell’Ulster, che ha esaminato  circa 5.000 persone a Fallujah, confessa che è impossibile precisare la causa dei difetti alla nascita, così come quella dei tumori. "Alcune forti esposizioni ad agenti mutageni sono sicuramente avvenute nel 2004, quando si avvennero i bombardamenti", ha scritto due anni fa. Il report del dottor Busby, redatto in collaborazione con Malak Hamdan ed Entesar Ariabi, afferma che la mortalità infantile a Falluja è pari ad 80 su ogni 1.000 nati, rispetto ai 19 in Egitto, 17 in Giordania e solo 9,7 in Kuwait.
Un altro dei medici di Fallujah mi dice che l'unico contributo che hanno ricevuto dal Regno Unito proviene dal dottor Kypros Nicolaides, primario in medicina fetale presso il King’s College Hospital. Dirige un ente di beneficenza, la Foetal Medicine Foundation (Fondazione per la medicina fetale), che ha già formato uno dei medici di Fallujah. Lo contatto. È carico di rabbia.

"A mio avviso, l’aspetto da incriminare maggiormente di tutto questo è che, durante la guerra, né il governo inglese né quello americano son stati capaci di recarsi da Woolworths (centro commerciale, ndr) ad acquistare dei computer con cui poter documentare le morti in Iraq. Esiste una pubblicazione Lancet in cui si stima che il numero dei morti durante la guerra si aggiri intorno ai 600.000. Eppure le potenzeoccupanti (USA e Gran Bretagna) non hanno avuto la decenza di dotarsi di un computer del valore di anche solo 500 sterlinein modo da dire "questo corpo è ci è stato portato oggi e questo era il suo nome".
Ora sapete che esiste un paese arabo che ha un numero di malformazioni o tumori maggiore di quello dell'Europa intera e avete bisogno di un adeguato studio epidemiologico. Sono sicuro che queste deformazioni sono in relazione con l’uso di armi da parte dei soldati americani. Ma ora abbiamo un “Dio sa quale” governo in Iraq e non disponiamo di alcuno studio epidemiologico. Chiudere gli occhi è molto facile per chiunque - tranne che per qualche professore pazzoide e sensibile come me che, da Londra, cerca di fare qualcosa".
Nell'ufficio di al-Hadidi, le fotografie vanno al di là delle parole. Come si può anche solo immaginare di descrivere un bambino nato morto, con una sola gamba e la testa che misura quattro volte la taglia del suo corpicino?
Robert Fisk
Fonte: www.independent.co.uk
Link: http://www.independent.co.uk/voices/commentators/fisk/robert-fisk-the-children-of-fallujah--the-hospital-of-horrors-7679168.html
26.04.2014

Traduzione a cura di ROBICH per www.Comedonchisciotte.org

LEGGI ANCHE: Robert Fisk - Sayef e i bambini di Fallujah nell’ospedale degli orrori

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13305

Censis: i dieci italiani più ricchi possiedono quanto 500 mila operai.

La povertà tocca ormai anche i ceti medi. In foto la mensa per poveri della Comunità di Sant’Egidio, a Roma (Ansa/Peri)

Duemila persone hanno un patrimonio superiore a 169 miliardi di euro. L’ipotesi del centro studi sugli effetti del bonus di 80 auro: «Se permanente 3,1 miliardi di consumi»
I 10 uomini più ricchi d’Italia dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme. Lo rileva un’analisi del Censis. Poco meno di 2mila italiani ricchissimi, membri del club mondiale degli ultraricchi, dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi di euro (senza contare il valore degli immobili): cioè lo 0,003% della popolazione italiana possiede una ricchezza pari a quella del 4,5% della popolazione totale. Ecco plasticamente rappresentate le disuguaglianze di oggi in Italia.
Un dirigente guadagna 5,6 volte in più di un operaio.
«Le distanze nella ricchezza sono cresciute nel tempo - osserva il Censis - oggi, in piena crisi, il patrimonio di un dirigente è pari a 5,6 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte vent’anni fa. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent’anni fa). Quello di un imprenditore è pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent’anni fa)». Anche la geografia ha il suo peso: il rischio di finire in povertà è, per i residenti nel sud (33,3%), triplo rispetto a quelli del nord (10,7%) e doppio rispetto a quelli del centro (15,5%). Al sud (18%) i residenti hanno anche un rischio quasi doppio di finire indebitati rispetto al nord (10,4%) e di 5 punti percentuali più alto rispetto a quelli del centro (13%).
Gli effetti del bonus da 80 euro.
Ma come impiegheranno il bonus di 80 euro al mese i 10 milioni di italiani che ne beneficeranno? Dipende, dice il Censis, se il bonus Irpef sarà permanente oppure una tantum. Nel primo caso, si stima un incremento della spesa per consumi in 8 mesi superiore a 3,1 miliardi di euro, il 15% in più rispetto al caso in cui il bonus non venga rinnovato. Nel caso in cui gli 80 euro costituiscano un incremento una tantum del reddito, il Censis ritiene che 2,7 miliardi di euro (dei 6,7 miliardi totali previsti dal decreto del governo) andranno ad alimentare la domanda interna. Per la precisione, 2,2 milioni di beneficiari del provvedimento impiegheranno tutti gli 80 euro mensili in consumi, per una spesa pari a 1,5 miliardi negli otto mesi mentre altri 2,7 milioni di beneficiari li spenderanno solo in parte per consumi, per un valore di 1,2 miliardi di euro (e destineranno 700 milioni ad altro). Invece, 5 milioni di beneficiari useranno il bonus esclusivamente per impieghi diversi dai consumi (risparmi, pagamento di debiti, ecc.), per un ammontare di 3,3 miliardi di euro.
«Tanti vanno giù e pochi salgono»
Negli anni della crisi (tra il 2006 e il 2012), i consumi familiari annui degli operai si sono ridotti, in termini reali, del 10,5%, quelli degli imprenditori del 5,9%, quelli degli impiegati del 4,5%, mentre i consumi dei dirigenti hanno registrato solo un -2,4%. «Distanze già ampie che si allargano, dunque - rilevano i ricercatori del Censis - compattezza sociale che si sfarina, e alla corsa verso il ceto medio tipica degli anni ‘80 e ‘90 si è sostituita oggi una fuga in direzioni opposte, con tanti che vanno giù e solo pochi che riescono a salire. In questa situazione è alto il rischio di un ritorno al conflitto sociale».
Il secondo figlio raddoppia la possibilità di diventare poveri.
Le iniquità sociali non riguardano solo patrimoni e redditi, ci sono anche eventi della vita che generano diversità. Come avere o non avere bambini: la nascita del primo figlio fa aumentare di poco, rispetto alle coppie senza figli, il rischio di finire in povertà (nel primo caso il rischio riguarda l’11,6%, nel secondo caso il 13,1%). Ma la nascita del secondo figlio fa quasi raddoppiare il rischio di finire in povertà (20,6%) e la nascita del terzo figlio lo triplica (32,3%). Inoltre, avere figli raddoppia il rischio di finire indebitati per mutuo, affitti, bollette o altro rispetto alle coppie senza figli: il rischio riguarda il 15,7% nel primo caso, il 6,2% nel secondo caso.

Alluvione nelle Marche.

Jesi - (Adnkronos) - L'uomo è deceduto in seguito a un malore nella sua casa a Senigallia. Impossibili i soccorsi via terra a causa degli allagamenti. All'arrivo dell'eliambulanza non c'era più nulla da fare. Situazione critica in tutta nella provincia di Ancona (Foto Video Youreporter). Salvato uno jesino di 86 anni: era rimasto bloccato nell'auto in un sottopassoWeek-end instabile sull'Italia

Roma, 3 mag. (Adnkronos) - Allerta maltempo nelle Marche. Un anziano è morto sabato pomeriggio dopo aver accusato un malore nella sua casa a Senigallia. L'uomo è stato soccorso da un'eliambulanza perché i soccorsi via terra erano impossibili a causa della situazione delle strade, dopo il violento nubifragio che si è abbattuto sulla zona, ma per l'anziano non c'è stato nulla da fare.
La situazione resta critica in tutta nella provincia di Ancona e in particolare a Senigallia dove diverse zone della città sono allagate.
Sono più di 100 le unità dei vigili del fuoco impegnate nei soccorsi nella zona di Senigallia: 42 sono arrivate da comandi fuori regione, 10 da altri comandi delle Marche, 80 dal comando di Ancona. Sul posto sono operative le squadre di soccorritori acquatici con battelli pneumatici dai comandi di Ravenna, Venezia e Lucca e due elicotteri dei vigili del fuoco dei nuclei di Pescara e Bologna.
Le precipitazioni che venerdì notte hanno colpito la provincia di Ancona hanno provocato allagamenti e smottamenti in quasi tutta la Vallesina. In particolare sono state chiuse le seguenti strade: Sp 36 Montecarottese per smottamenti; Via Montelatiere di San Marcello per una frana; Via Fontedamo di Jesi per allagamenti.
Allagamenti ed esondazioni sono stati segnalati in vari punti di Chiaravalle. Alle 5.30 a via Fontedamo di Jesi un anziano jesino di 86 anni è stato salvato dai carabinieri mentre era rimasto bloccato con la propria auto in un sottopasso completamente allagato. Pochi minuti prima era stata segnalata al 112 una vettura in balia delle acque in quel sottopasso.
Giunti sul posto i militari dell'Aliquota Radiomobile di Jesi hanno visto una Fiat Multipla che si spostava lateralmente verso i pilastri spinta dalla forza delle acque. La vettura era invasa dalle acque fino a metà. I militari si sono accorti che all'interno c'era un uomo e sono entrati in acqua per raggiungere il veicolo.
Nonostante le difficoltà legate all'acqua alta più di un metro e alla corrente formatasi, i militari sono riusciti a salvare l'anziano, trovato in stato confusionale e con un principio di ipotermia. L'uomo è stato visitato e sta bene.


venerdì 2 maggio 2014

Lusi condannato a 8 anni. Rutelli, giustizia è fatta

L'ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi è stato condannato ad otto anni di reclusione per essersi appropriato di oltre 25 milioni di euro di fondi destinati al partito. Lo ha deciso il tribunale di Roma.
I giudici della IV sezione penale hanno assolto Lusi dall'accusa di associazione a delinquere ma per l'ex tesoriere Dl resta, oltre alla condanna per appropriazione indebita, anche quella relativa all'accusa di calunnia ai danni di Francesco Rutelli.
Il tribunale di Roma ha condannato anche gli altri tre imputati. In particolare, condanne per i commercialisti Mario Montecchia (a tre anni e 6 mesi) e Giovanni Sebastio (a due anni e 8 mesi). Condanna anche ad un anno e 2 mesi per l'ex collaboratrice Diana Ferri per la quale la procura aveva chiesto l'assoluzione.
"Giustizia è fatta. Vengono dimostrate le esclusive responsabilità dell'ex tesoriere e dei suoi complici, e la nostra totale onestà, di politici e persone perbene". Così Francesco Rutelli commenta la condanna di Luigi Lusi. "Con la condanna di Lusi per calunnia nei miei confronti, si spazzano via tutti i veleni che furono diffusi".

Il conto alla rovescia clicca inesorabile: e non è solo virtuale! - Sergio Di Cori Modigliani



Sono finiti nei guai da soli e lo sanno benissimo.
Nonostante abbiano in mano (e in pugno) l'intero sistema nazionale delle comunicazioni, sono sconcertati davanti alle impietose cifre dei sondaggi che li danno in caduta verticale.
Un dato, per loro, incomprensibile.
Oltre che inconcepibile.
Avendo ormai interrotto ogni contatto con l'autentica realtà del paese, l'attuale classe politica dirigente dei partiti assiste attonita al proprio disfacimento. Si stupiscono del fatto che, tutto ciò, avvenga e si verifichi nella più totale indifferenza di gran parte della popolazione. 
L'hanno voluta indifferente, quando ne hanno bisogno non c'è: questi sono i risultati.
I partiti decotti hanno intenzionalmente e strategicamente attuato un piano di genocidio culturale delle coscienze degli italiani per addormentarli.
Purtroppo, riuscendoci alla perfezione.
Ora che avrebbero bisogno di gente sveglia, intelligente, dotata, meritevole e competente, quindi in grado di sfornare idee vincenti, buone soluzioni, novità pragmatiche efficaci, non hanno nessuno a disposizione.

Stanno davvero nei guai.
Silvio Berlusconi (tra tutti i soci delle premiate aziende partitiche l'uomo di comunicazione più abile nel captare con le sue antenne di lunga esperienza ciò che sta accadendo) ha giustamente iniziato a litigare con tutti. Lo capisco. Ha ragione. Anche io, al suo posto, prenderei le distanze dai suoi compagni di merenda. Le proverà, quindi, tutte, a costo di apparire nudo su MTV con Dudù che indossa un cappottino di pelouche promettendo cotillons e ricchi premi a chiunque e chicchessia.. 
Si inventeranno di tutto, ed è ciò che stanno facendo.
Ma non funziona.
I sondaggi parlano chiaro.
E i poteri forti che li sostengono, dato che non sono degli enti di beneficenza che finanziano specifiche persone perchè le trovano simpatiche o affascinanti, stanno iniziando a prendere le distanze. E' uno dei punti che il numero 1 del fondo finanziario internazionale "Black Rock", Mr. Larry Fink, deve aver spiegato a Matteo Renzi con severo cipiglio (immagino) nel colloquio riservato che hanno avuto ieri l'altro per un paio di orette a Firenze. 
Mr. Fink è una persona che siede su un budget di circa 6.000 miliardi di euro, superiore al pil dell'intera Unione Europea, Germania esclusa. Si occupa di "wealth management", cioè amministra patrimoni dei super ricchi. Non vuole nè pubblicità nè visibilità, e detesta che si parli di lui. Non va in giro a far visita alla gente, anche perchè, di solito, ci sono emiri, sceicchi, principi, superboss mafiosi, latitanti di svariata natura e celebri capitani d'industria che vanno da lui e si buttano in ginocchio ai suoi piedi sperando di essere messi nella lista dei suoi clienti. 
Come mai è venuto in Italia a parlare con il governo?
Di che?
I più acuti analisti di mercato, sul Wall Street Journal, sul Financial Times, su Le Monde Diplomatique segnalano il grave malumore dei veri big really big che si rendono conto della totale incapacità dei vari Berlusconi, Renzi, Alfano, Napolitano, ormai incapaci di garantire la tenuta del paese. I grandi uomini d'affari non hanno ideologia, nè sentimenti personali, badano al sodo. E per loro, è chiaro ciò che sta accadendo in Italia.
C'è ancora una parte sonnacchiosa del paese che non l'ha capito, ma cominciano a svegliarsi anche loro dalla narcolessia sociale e dalla telesione cerebrale.
Gli indici statistici dei sondaggi parlano chiaro: Forza Italia scende ancora, il PD perde ormai la media di 2 punti in percentuale a settimana e il M5s cresce dovunque, insieme all'astensione.
I gestori del potere oligarchico si sono resi conto che gli astenuti, in verità, sono nella stragrande maggioranza loro ex elettori, schifati all'inverosimile, che non credono più in nulla, in nessuno, e non credono neppure a una parola di quanto viene loro detto ogni santo giorno sui quotidiani, nei talk show, nei manifesti elettorali. Solo in Piemonte e in Lombardia, Forza Italia perde il 20% del suo elettorato e il PD ne perde il 10%.
I più intelligenti e furbi, sia dentro Forza Italia che dentro al PD, stanno infilando la porta d'uscita per poter dire, nel prossimo domani che ci attende, "io però avevo preso le distanze prima che...". 
Così va il mondo.
Ed e' sempre andato così, nei momenti di grande cambiamento epocale. 
Chi gestisce il potere, proprio perchè auto-riflettente, non ha la possibilità di comprendere ciò che accade nella realtà. Sono circondati da un personale ottuso e compiacente, al quale viene richiesta soltanto deferenza servile, in cambio di prebende e privilegi. Quindi, non sono in grado di avere una lettura delle cose aderente alla situazione reale perchè nessuno glie lo spiega per bene. Se ne accorgono soltanto dopo, quando ormai è troppo tardi.
L'ultima trovata di Berlusconi-PD-Scelta Civica va al di là di qualunque commento, ed è la seguente: nel decreto sul lavoro presentato dal governo c'è un emendamento firmato di persona da Berlusconi, evento che lui ha fortemente voluto per dare un segnale al paese che -nella sua mente obnubilata- dovrebbe essere di grande impatto, ovvero dimostrare che nonostante sia decaduto come senatore, sia un pregiudicato a tutti gli effetti e sia stato definito "legalmente inabile all'esercizio dei pubblici uffici in ogni sua forma" lui scrive le leggi perchè fa quello che gli pare. Questo fondamentale e osceno dettaglio, va da sè, non è stato propagandato dal PD, ma la notizia è circolata, provocando delle forti reazioni anche da parte di persone estremamente moderate.
Questo specifico particolare non è piaciuto a chi deve investire in Italia, non è piaciuto ai membri che contano nelle commissioni importanti del parlamento europeo, perchè identificano la Repubblica Italiana come una nazione in cui la legalità è stata formalmente cancellata e l'esercizio del Diritto soppresso. Ascoltare alcuni commento in giro per il mondo, oggi, è stato davvero triste. Neanche in Costa Rica nel 1973 accadevano eventi del genere, in quella che allora veniva chiamata -con giusto disprezzo folcloristico- "la repubblica delle banane", definizione che indicava una modalità dell'esecutivo identica a quella del governo italiano attualmente in carica.
Le persone ciniche e indifferenti che se ne fregano, seguiteranno a fregarsene.
Ma la parte sana della nazione si è ormai svegliata e comincia perfino a ragionare.
Certamente non nei talk show televisivi.
Ma la buona notizia è che li guardano sempre meno persone. Non se ne può più.
L'intelligente, abile, e super furbo Santoro, ha preso atto della situazione e sta chiudendo in questi giorni l'accordo per il suo rientro in Rai. Chi lo sa, forse finirà per fare una trasmissione che si occupa di giardinaggio. 
Per il momento se ne va, perchè nel frattempo se n'è andato il pubblico. 
Giovanni Floris anche ha perso almeno il 10% del suo pubblico, ma lui ancora resiste. 
Luca Telese, Corrado Formigli, Nicola Porro, parlano ormai da soli. 
Conchita de Gregorio aveva lanciato un suo nuovo talk show che ha retto soltanto tre puntate. 
Il potere non capisce come mai.
Io sì.
Il mio ottimismo caratteriale è stato premiato.
Bravi italiani. Una volta tanto, dà gusto e fa piacere fare i complimenti ai propri concittadini.
Si sono stufati.
Ci hanno messo un po' troppo a capirlo, ma meglio tardi che mai.
E i sondaggi parlano chiaro, perchè quelli sono dati statistici neutri e non fanno sconti.
Inventeranno di tutto, nelle prossime tre settimane, perchè sanno che se il M5s vince le elezioni europee in Italia, la cittadinanza italiana comincerà ad organizzarsi "formalmente e legalmente" per andare a presentare il conto a Bruxelles, a Strasburgo, a Francoforte, a Berlino.
Passando per il Quirinale e per Palazzo Chigi.
E' penoso (lo dico come italiano) essere testimoni dell'infantile affanno con il quale, da Maurizio Gasparri a Corradino Mineo, fanno a gara per cercare di metterci una toppa, di salvare una barca che fa acqua da tutte le parti.
Gli indici statistici dei sondaggi sono impietosi perchè sono impietose le cifre vere sull'Italia rilasciate dagli uffici dell'Unione Europea: l'Italia è l'unica nazione dei 27 paesi che andrà indietro, l'unica in cui la disoccupazione aumenterà, l'istruzione e la cultura decresceranno, l'unico paese dell'Unione in cui l'innovazione tecnologica e la ricerca scientifica non vengono neppure contemplate in sede d'esame; l'unica nazione in cui diminuisce la spesa per i beni culturali e per la diffusione dell'istruzione; ed è chiaro a tutti che dei 120 miliardi di euro di debito nei confronti delle piccole e medie aziende, la Pubblica Amministrazione non verserà un bel nulla. Monti ne aveva stanziati 40, di miliardi di euro "da devolvere subito con effetto immediato" (marzo 2013): non è partito neppure un euro; Letta ne aveva stanziati "25 subito e 25 alla fine di settembre 2013 per chiudere il saldo entro la prima metà del 2014" (maggio 2013): non è partito neppure un euro. Renzi ha annunciato al paese che "intanto cominciamo da oggi a pagare i debiti alle aziende, perchè i 25 miliardi precedentemente stanziati da Letta sono già in viaggio da questa mattina" (2 Marzo 2014). Non è mai partito neppure un euro.

Non soltanto manca la volontà politica.
Ma non ci sono, al governo, le persone atte e adatte per impostare una qualsivoglia manovra.
Questa non è una crisi.
E' l'inizio dello sfaldamento definitivo di un sistema basato sulla corruttela, sulla manipolazione, sulla esaltazione del privilegio garantito a pochi dai partiti-aziende, che sta implodendo sotto gli occhi di tutti.

Se ne accorgerebbe anche un bambino.
Ma la Storia ci insegna che i detentori corrotti di un potere corrotto sono sempre gli ultimi ad accorgersi quando la mura del Palazzo cominciano a sbriciolarsi sulle loro teste.
Pensano sempre di poterla far franca.
Poi, si arriva a un punto di non ritorno e quel sistema salta.
E' accaduto allo scià Pahlevi in Iran, a Menem in Argentina, a Craxi e Andreotti, a Mussolini, a Nixon. Capiterà anche a questi signori che ancora per poco ci governano.
Indignarsi o scandalizzarsi per ciò che fanno ormai è inutile.
Basta avere un po' di pazienza e restare attenti.
Un paese in cui i governanti nascondono ai propri cittadini che fanno redigere le leggi a un delinquente pregiudicato è un paese destinato alla sua distruzione o a un poderoso e rigoglioso ribaltamento dello status quo.
Quest'estate ci sarà davvero da divertirsi, forse stiamo per ritornare ad essere un Bel Paese.
Il 25 maggio c'è il referendum: o questa gente qui o cittadini normali che vogliono un paese normale. 


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