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domenica 3 gennaio 2021

Giuseppe Conte e il tramonto del renzismo. - Tommaso Merlo

 

Quest’anno drammatico si chiude con Giuseppe Conte sotto pressione da parte di quello che rimane del renzismo. Un partitino nato in parlamento raccogliendo fuoriusciti che nonostante non esista nel paese paventa la crisi ogni santo giorno. Un tira e molla riprovevole che ricorda la peggiore egopolitica del passato. Un tira e molla intollerabile perché è nel bel mezzo di una devastante crisi pandemica globale che sta mettendo in ginocchio il paese. Decine di migliaia di morti. Macerie economiche, macerie sociali, macerie psicologiche e spaventosi interrogativi per il futuro. In uno scenario di tale gravità era lecito attendersi senso di responsabilità da parte di tutta la politica nostrana. Ed invece le opposizioni sovraniste tentano di lucrare voti fin dal paziente uno mentre quello che rimane del renzismo ha ricominciato a minare il governo di cui fa parte. Invece cioè di lavorare e dare il proprio contributo, quello che rimane del renzismo aizza i giornali e i social con lamentele e provocazioni e ultimatum colpendo Giuseppe Conte in uno dei momenti più topici. La gestione dall’uscita dal tunnel e la progettazione della ripartenza. Un tira e molla politicamente assurdo. Il renzismo è stata una fase politica breve e miseramente tramontata per sempre. È stata una sbornia a destra del Pd. Non riuscendo, cioè, a partorire mezza idea, il Pd ha copiato quelle neoliberiste. Tradendo la sua storia, tradendo i suoi ideali, tradendo le classi sociali che diceva di voler tutelare. Il Pd renziano pensava che andando a braccetto con lobby e padroni sarebbe ripartita la crescita e quindi tutto il paese. Ed invece han solo falcidiato i diritti sociali e fatto dilagare povertà e ingiustizia sociale e l’Italia ha continuato ad occupare gli ultimi posti di tutte le classiche europee. Anche tutti i loro maldestri tentativi di riforma sono finiti male. Una stagione davvero rovinosa e aggravata da due errori storici. La sottovalutazione della questione morale e quella dell’impatto di un’immigrazione clandestina di massa finita fuori controllo. Quello che rimane del renzismo parla spesso di populismo come causa di tutti i mali, ma se è scoppiato il populismo la colpa è loro. La colpa è di una fantomatica sinistra che ha rinnegato le sue radici e che arroccata nei palazzi ha perso completamente il polso di quello che succedeva fuori. La paura, la rabbia, la miseria morale ed economica. Il renzismo è stato il colpo di grazia al centrosinistra italiano e se sono esplosi il Movimento e il sovranismo, lo si deve proprio ai disastri del vecchio sistema partitocratico in cui destra e sinistra erano diventati la stessa identica cosa. Lo si vede anche oggi, quello che rimane del renzismo e quello che rimane del berlusconismo sono cocci sovrapponibili di quella deleteria stagione. Ma invece di prenderne atto e mettersi al servizio del nuovo corso, quei cocci tramano per una fantomatica risurrezione affidandosi ai soliti vecchi giochetti di palazzo. Poveri illusi. La storia non ha la retromarcia e la nefasta era degli egopartitini è alle spalle. Se lo capiranno da soli bene, altrimenti ci penseranno gli italiani nelle urne. Un presidente del consiglio serio, specchiato e capace come Giuseppe Conte non si vedeva da decenni in Italia. Se venisse tradito dopo quello che sta facendo per il paese e in un momento così drammatico, altro che ammucchiata parlamentare per rimpiazzarlo. Tutti al voto per un 4 marzo bis ancora più devastante. Per riconfermare Giuseppe Conte, per riprendere il cammino interrotto e per sbarazzarsi una volta per tutte dei cocci di una stagione politica fallimentare che non vogliono rassegnarsi al loro irreversibile tramonto.  

https://repubblicaeuropea.wordpress.com/2020/12/31/giuseppe-conte-e-il-tramonto-del-renzismo/

venerdì 2 maggio 2014

Il conto alla rovescia clicca inesorabile: e non è solo virtuale! - Sergio Di Cori Modigliani



Sono finiti nei guai da soli e lo sanno benissimo.
Nonostante abbiano in mano (e in pugno) l'intero sistema nazionale delle comunicazioni, sono sconcertati davanti alle impietose cifre dei sondaggi che li danno in caduta verticale.
Un dato, per loro, incomprensibile.
Oltre che inconcepibile.
Avendo ormai interrotto ogni contatto con l'autentica realtà del paese, l'attuale classe politica dirigente dei partiti assiste attonita al proprio disfacimento. Si stupiscono del fatto che, tutto ciò, avvenga e si verifichi nella più totale indifferenza di gran parte della popolazione. 
L'hanno voluta indifferente, quando ne hanno bisogno non c'è: questi sono i risultati.
I partiti decotti hanno intenzionalmente e strategicamente attuato un piano di genocidio culturale delle coscienze degli italiani per addormentarli.
Purtroppo, riuscendoci alla perfezione.
Ora che avrebbero bisogno di gente sveglia, intelligente, dotata, meritevole e competente, quindi in grado di sfornare idee vincenti, buone soluzioni, novità pragmatiche efficaci, non hanno nessuno a disposizione.

Stanno davvero nei guai.
Silvio Berlusconi (tra tutti i soci delle premiate aziende partitiche l'uomo di comunicazione più abile nel captare con le sue antenne di lunga esperienza ciò che sta accadendo) ha giustamente iniziato a litigare con tutti. Lo capisco. Ha ragione. Anche io, al suo posto, prenderei le distanze dai suoi compagni di merenda. Le proverà, quindi, tutte, a costo di apparire nudo su MTV con Dudù che indossa un cappottino di pelouche promettendo cotillons e ricchi premi a chiunque e chicchessia.. 
Si inventeranno di tutto, ed è ciò che stanno facendo.
Ma non funziona.
I sondaggi parlano chiaro.
E i poteri forti che li sostengono, dato che non sono degli enti di beneficenza che finanziano specifiche persone perchè le trovano simpatiche o affascinanti, stanno iniziando a prendere le distanze. E' uno dei punti che il numero 1 del fondo finanziario internazionale "Black Rock", Mr. Larry Fink, deve aver spiegato a Matteo Renzi con severo cipiglio (immagino) nel colloquio riservato che hanno avuto ieri l'altro per un paio di orette a Firenze. 
Mr. Fink è una persona che siede su un budget di circa 6.000 miliardi di euro, superiore al pil dell'intera Unione Europea, Germania esclusa. Si occupa di "wealth management", cioè amministra patrimoni dei super ricchi. Non vuole nè pubblicità nè visibilità, e detesta che si parli di lui. Non va in giro a far visita alla gente, anche perchè, di solito, ci sono emiri, sceicchi, principi, superboss mafiosi, latitanti di svariata natura e celebri capitani d'industria che vanno da lui e si buttano in ginocchio ai suoi piedi sperando di essere messi nella lista dei suoi clienti. 
Come mai è venuto in Italia a parlare con il governo?
Di che?
I più acuti analisti di mercato, sul Wall Street Journal, sul Financial Times, su Le Monde Diplomatique segnalano il grave malumore dei veri big really big che si rendono conto della totale incapacità dei vari Berlusconi, Renzi, Alfano, Napolitano, ormai incapaci di garantire la tenuta del paese. I grandi uomini d'affari non hanno ideologia, nè sentimenti personali, badano al sodo. E per loro, è chiaro ciò che sta accadendo in Italia.
C'è ancora una parte sonnacchiosa del paese che non l'ha capito, ma cominciano a svegliarsi anche loro dalla narcolessia sociale e dalla telesione cerebrale.
Gli indici statistici dei sondaggi parlano chiaro: Forza Italia scende ancora, il PD perde ormai la media di 2 punti in percentuale a settimana e il M5s cresce dovunque, insieme all'astensione.
I gestori del potere oligarchico si sono resi conto che gli astenuti, in verità, sono nella stragrande maggioranza loro ex elettori, schifati all'inverosimile, che non credono più in nulla, in nessuno, e non credono neppure a una parola di quanto viene loro detto ogni santo giorno sui quotidiani, nei talk show, nei manifesti elettorali. Solo in Piemonte e in Lombardia, Forza Italia perde il 20% del suo elettorato e il PD ne perde il 10%.
I più intelligenti e furbi, sia dentro Forza Italia che dentro al PD, stanno infilando la porta d'uscita per poter dire, nel prossimo domani che ci attende, "io però avevo preso le distanze prima che...". 
Così va il mondo.
Ed e' sempre andato così, nei momenti di grande cambiamento epocale. 
Chi gestisce il potere, proprio perchè auto-riflettente, non ha la possibilità di comprendere ciò che accade nella realtà. Sono circondati da un personale ottuso e compiacente, al quale viene richiesta soltanto deferenza servile, in cambio di prebende e privilegi. Quindi, non sono in grado di avere una lettura delle cose aderente alla situazione reale perchè nessuno glie lo spiega per bene. Se ne accorgono soltanto dopo, quando ormai è troppo tardi.
L'ultima trovata di Berlusconi-PD-Scelta Civica va al di là di qualunque commento, ed è la seguente: nel decreto sul lavoro presentato dal governo c'è un emendamento firmato di persona da Berlusconi, evento che lui ha fortemente voluto per dare un segnale al paese che -nella sua mente obnubilata- dovrebbe essere di grande impatto, ovvero dimostrare che nonostante sia decaduto come senatore, sia un pregiudicato a tutti gli effetti e sia stato definito "legalmente inabile all'esercizio dei pubblici uffici in ogni sua forma" lui scrive le leggi perchè fa quello che gli pare. Questo fondamentale e osceno dettaglio, va da sè, non è stato propagandato dal PD, ma la notizia è circolata, provocando delle forti reazioni anche da parte di persone estremamente moderate.
Questo specifico particolare non è piaciuto a chi deve investire in Italia, non è piaciuto ai membri che contano nelle commissioni importanti del parlamento europeo, perchè identificano la Repubblica Italiana come una nazione in cui la legalità è stata formalmente cancellata e l'esercizio del Diritto soppresso. Ascoltare alcuni commento in giro per il mondo, oggi, è stato davvero triste. Neanche in Costa Rica nel 1973 accadevano eventi del genere, in quella che allora veniva chiamata -con giusto disprezzo folcloristico- "la repubblica delle banane", definizione che indicava una modalità dell'esecutivo identica a quella del governo italiano attualmente in carica.
Le persone ciniche e indifferenti che se ne fregano, seguiteranno a fregarsene.
Ma la parte sana della nazione si è ormai svegliata e comincia perfino a ragionare.
Certamente non nei talk show televisivi.
Ma la buona notizia è che li guardano sempre meno persone. Non se ne può più.
L'intelligente, abile, e super furbo Santoro, ha preso atto della situazione e sta chiudendo in questi giorni l'accordo per il suo rientro in Rai. Chi lo sa, forse finirà per fare una trasmissione che si occupa di giardinaggio. 
Per il momento se ne va, perchè nel frattempo se n'è andato il pubblico. 
Giovanni Floris anche ha perso almeno il 10% del suo pubblico, ma lui ancora resiste. 
Luca Telese, Corrado Formigli, Nicola Porro, parlano ormai da soli. 
Conchita de Gregorio aveva lanciato un suo nuovo talk show che ha retto soltanto tre puntate. 
Il potere non capisce come mai.
Io sì.
Il mio ottimismo caratteriale è stato premiato.
Bravi italiani. Una volta tanto, dà gusto e fa piacere fare i complimenti ai propri concittadini.
Si sono stufati.
Ci hanno messo un po' troppo a capirlo, ma meglio tardi che mai.
E i sondaggi parlano chiaro, perchè quelli sono dati statistici neutri e non fanno sconti.
Inventeranno di tutto, nelle prossime tre settimane, perchè sanno che se il M5s vince le elezioni europee in Italia, la cittadinanza italiana comincerà ad organizzarsi "formalmente e legalmente" per andare a presentare il conto a Bruxelles, a Strasburgo, a Francoforte, a Berlino.
Passando per il Quirinale e per Palazzo Chigi.
E' penoso (lo dico come italiano) essere testimoni dell'infantile affanno con il quale, da Maurizio Gasparri a Corradino Mineo, fanno a gara per cercare di metterci una toppa, di salvare una barca che fa acqua da tutte le parti.
Gli indici statistici dei sondaggi sono impietosi perchè sono impietose le cifre vere sull'Italia rilasciate dagli uffici dell'Unione Europea: l'Italia è l'unica nazione dei 27 paesi che andrà indietro, l'unica in cui la disoccupazione aumenterà, l'istruzione e la cultura decresceranno, l'unico paese dell'Unione in cui l'innovazione tecnologica e la ricerca scientifica non vengono neppure contemplate in sede d'esame; l'unica nazione in cui diminuisce la spesa per i beni culturali e per la diffusione dell'istruzione; ed è chiaro a tutti che dei 120 miliardi di euro di debito nei confronti delle piccole e medie aziende, la Pubblica Amministrazione non verserà un bel nulla. Monti ne aveva stanziati 40, di miliardi di euro "da devolvere subito con effetto immediato" (marzo 2013): non è partito neppure un euro; Letta ne aveva stanziati "25 subito e 25 alla fine di settembre 2013 per chiudere il saldo entro la prima metà del 2014" (maggio 2013): non è partito neppure un euro. Renzi ha annunciato al paese che "intanto cominciamo da oggi a pagare i debiti alle aziende, perchè i 25 miliardi precedentemente stanziati da Letta sono già in viaggio da questa mattina" (2 Marzo 2014). Non è mai partito neppure un euro.

Non soltanto manca la volontà politica.
Ma non ci sono, al governo, le persone atte e adatte per impostare una qualsivoglia manovra.
Questa non è una crisi.
E' l'inizio dello sfaldamento definitivo di un sistema basato sulla corruttela, sulla manipolazione, sulla esaltazione del privilegio garantito a pochi dai partiti-aziende, che sta implodendo sotto gli occhi di tutti.

Se ne accorgerebbe anche un bambino.
Ma la Storia ci insegna che i detentori corrotti di un potere corrotto sono sempre gli ultimi ad accorgersi quando la mura del Palazzo cominciano a sbriciolarsi sulle loro teste.
Pensano sempre di poterla far franca.
Poi, si arriva a un punto di non ritorno e quel sistema salta.
E' accaduto allo scià Pahlevi in Iran, a Menem in Argentina, a Craxi e Andreotti, a Mussolini, a Nixon. Capiterà anche a questi signori che ancora per poco ci governano.
Indignarsi o scandalizzarsi per ciò che fanno ormai è inutile.
Basta avere un po' di pazienza e restare attenti.
Un paese in cui i governanti nascondono ai propri cittadini che fanno redigere le leggi a un delinquente pregiudicato è un paese destinato alla sua distruzione o a un poderoso e rigoglioso ribaltamento dello status quo.
Quest'estate ci sarà davvero da divertirsi, forse stiamo per ritornare ad essere un Bel Paese.
Il 25 maggio c'è il referendum: o questa gente qui o cittadini normali che vogliono un paese normale. 


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/05/il-conto-alla-rovescia-clicca.html