Giorgio Napolitano si è giocato buona parte degli stipendi che i contribuenti italiani gli hanno erogato nella sua lunghissima carriera politica e istituzionale sul mattone. E non ha sbagliato: il suo primo investimento oggi si è moltiplicato quattro volte e mezzo di valore, nonostante la crisi del mercato immobiliare degli ultimi anni. Secondo le valutazioni di mercato oggi i mattoni di Napolitano (condivisi con la moglie Clio Bittoni) oscillano fra i 2,1 e i 2,6 milioni di euro di quotazione.
L’ultimo investimento è anche il più recente: i coniugi Napolitano hanno acquistato l’8 novembre 2012 (dopo un preliminare di vendita firmato il 20 luglio dello stesso anno) un appartamento al terzo piano di via dei Serpenti nel quartiere Monti - dove ora sono tornati a vivere - perfettamente identico a quello che già possedevano da decenni nello stesso immobile al piano terra: entrambi sono di sei vani. A venderglielo poco prima che scadesse il primo mandato alla presidenza della Repubblica, lo svizzero Mario Busetto e altri 11 comproprietari delle famiglie Persico, Maceratesi e Bertinetti. Non è noto il prezzo, perchè non indicato nell’atto sintetico depositato. Così come non è noto quanto fu pagato il villino con pertinenze che i coniugi Napolitano possiedono in una via privata all’imbocco di Capalbio, il paese della Maremma da sempre buen retiro della sinistra italiana.
Le quotazioni – L’ultimo acquisto in via dei Serpenti però è identico al primo, avvenuto nel lontano 1980. Allora i Napolitano pagarono quell’appartamento 100 milioni di lire alla Pars Italia spa. Secondo il calcolatore Istat che rivaluta le somme, sarebbero 243.767 euro di oggi. Ma oggi quell’appartamento viene valutato in una forchetta che oscilla fra 889.200 e 1.138.000 euro a seconda dello stato dell’immobile (ottimo): l’investimento si è quindi più che quadruplicato. I Napolitano hanno un fiuto particolare per gli affari immobiliari. Ed è una fortuna: perchè il valore degli immobili posseduti dai coniugi oggi è pari a quasi la metà degli stipendi ricevuti da Napolitano in tutta la sua vita politica.
Presidente della Repubblica “Re Giorgio” lo è stato per otto anni e otto mesi, ricevendo uno stipendio netto complessivo più o meno uguale al valore dell’ultimo appartamento acquistato: 1.094.391 euro. Non avendo sostanzialmente avuto spese (vitto e alloggio erano assicurati dalla funzione per i coniugi, così come ogni spostamento), saranno stati davvero messi da parte. Nel resto della vita Napolitano ha sempre ricevuto stipendio base e rimborsi spese dai contribuenti italiani, salvo che nel lustro 1963-1968, quando rimase fuori dal Parlamento e si occupò del suo partito: membro del comitato centrale del Pci e segretario regionale della Campania. Napolitano è stato invece 27 anni e 11 mesi deputato, e 5 anni senatore della Repubblica (anche adesso lo è, essendo senatore a vita).
In contemporanea (con il doppio mandato) è stato dieci anni europarlamentare e 2 anni ministro. Ha ricevuto stipendi da parlamentare (senza calcolare le indennità extra) per 2,5 milioni di euro netti. E in più ha percepito 1,8 milioni di euro di diaria per rimborso spese per il soggiorno a Roma (che lui non aveva, abitando nella capitale) che sono diventate altro stipendio netto non tassato. In tutto fanno 5.471.891 euro netti, a cui aggiungere le eventuali somme percepite per rimborso spese di segreteria, non spese e quindi andate a cumularsi anche esse allo stipendio netto, come è malcostume accada da sempre nel mondo politico.
Allo studio uno strumento per la diagnosi precoce del cancro.
Un nuovo test per i tumori consiste in una vera e propria biopsia liquida dalla saliva, che si effettua in una decina di minuti e costa davvero poco. E’ la nuova scoperta messa a punto da David Wong, dell’Università della California di Los Angeles. Il prototipo di questo test è stato presentato ad un convegno dell’Associazione americana per l’avanzamento delle scienze e promette risultati immediati ed attendibili. Il nuovo strumento costituisce un vero passo in avanti nelle possibilità di diagnosi dei tumori, un test che va ad aggiungersi alle possibilità attualmente in fase di studio di effettuare una biopsia sul sangue.
Il nuovo test
Questo nuovo strumento, messo a punto dal ricercatore americano, costa poco, meno di 20 euro, e può agire in 10 minuti ricercando frammenti di dna tumorale nei fluidi del corpo. In particolare è possibile verificare l’eventuale presenza di tumore a partire da una sola goccia di saliva. Secondo lo scienziato, il test può essere effettuato in qualsiasi luogo, dal medico o anche a casa, e si sarebbe rivelato totalmente accurato. In particolare le ricerche effettuate attualmente sul nuovo test sono rivolte alla diagnosi del tumore ai polmoni e i risultati sarebbero molto accurati. Nel corso dell’anno lo strumento dovrebbe essere sperimentato sui pazienti con questa patologia in Cina.
Bisogna ricordare, infatti, che attualmente per controllare la presenza di un tumore ai polmoni a partire dal sangue esistono dei metodi complicati e poco accurati, che possono dare risultati solo dopo due settimane e non possono essere utilizzati come un esame iniziale, ma solo per monitorare la diffusione del cancro.
Il nuovo test, invece, promette di fornire dei risultati precisi nel giro di pochi minuti, già a partire dalle prime fasi dello sviluppo della malattia.
Il ricercatore che ha sviluppato questo strumento pensa ad un utilizzo del test integrato con altri esami. Potrebbe essere usato, ad esempio, se dovesse emergere un nodulo da una radiografia, per confermare la presenza di un tumore a partire dall’esame della saliva. Potrebbe, quindi, rappresentare un metodo per effettuare la diagnosi precoce di alcuni tumori per i quali al momento non ci sono degli strumenti di analisi precoce efficaci. Secondo Wong, l’agenzia USA che regola i farmaci, la Food and Drug Administration, potrebbe fornire la sua approvazione nel giro di due anni e il test potrebbe arrivare già in quattro anni nel Regno Unito.
Le biopsie liquide
Lo studio delle biopsie liquide rappresenta, però, un settore ancora in fase di sviluppo. Esistono, infatti, altre ricerche al riguardo e c’è anche un progetto completamente italiano, il Cancer-Id, portato avanti dall’Istituto oncologico veneto, con l’obiettivo di determinare dei nuovi marker, che possano monitorare i tumori e l’efficacia delle cure evitando la biopsia e agendo esclusivamente sull’analisi del sangue. Sempre negli Stati Uniti, poi, il test del National Cancer Institute ha permesso di individuare, a partire dal sangue, la ricomparsa di tumori con diversi mesi di anticipo rispetto alla tac.
“Diciamoci la verità: l’importo di queste pensioni in Italia è elevato, è troppo alto rispetto al resto dell’Europa, non c’è un limite alla spesa”. Dopo la bufera che ha travolto il Governo sull’ipotesi di un taglio alle pensioni di reversibilità, una fonte dell’esecutivo spiega all’Huffington Post che è questo il ragionamento che ha guidato palazzo Chigi per mettere in campo la “razionalizzazione” contenuta nel disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei ministri il 28 gennaio. “Ancora non ci sono proposte specifiche, ma non si può negare che l’importo di queste pensioni sia un’anomalia”, sottolinea la stessa fonte.
Le critiche che sono arrivate dai sindacati e dal Parlamento, a iniziare dal Pd, hanno rafforzato la convinzione iniziale dell’esecutivo, spiegano fonti di governo: meglio procedere con cautela per non rischiare di essere travolti dall’impopolarità e di passare come “il Governo che taglia le pensioni”. Proprio per questo motivo si è scelto lo strumento del disegno di legge delega, che ha bisogno dell’avallo del Parlamento, e che contiene indicazioni molto generiche. Nel provvedimento, infatti, si parla di una “razionalizzazione” delle prestazioni sia di natura assistenziale che di natura previdenziale e di un accesso secondo criteri che tengono conto dell’Isee, l’indicatore patrimoniale. È a quella “razionalizzazione” che si è appellato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, per sostenere che le polemiche sono infondate e che “per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità”. Il titolare del dicastero di via Veneto ha però anche affermato che la delega si propone “il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale” e un taglio sulle pensioni di reversibilità, troppo alte, potrebbe rientrare proprio in quelle “situazioni anomale”, spiega la fonte di Governo.
I numeri che fanno da sfondo al ragionamento del Governo per un intervento sulle pensioni di reversibilità sono contenuti nella nota tecnica che accompagna il testo del disegno di legge delega. I beneficiari di queste pensioni sono più di tre milioni e la spesa, nel 2015, è stata pari a 24,1 miliardi di euro. Nella stessa nota si sottolinea che le prestazioni esistenti, tra le quali rientrano anche le pensioni di reversibilità, “devono essere verificate nella loro appropriatezza” e occorre “razionalizzare i trattamenti esistenti, ma anche riorganizzare il sistema di accesso alle prestazioni, a partire dalle modalità di valutazione del bisogno”.
Il cantiere è ancora ai primi passi e soprattutto fortemente condizionato dall’orientamento del Parlamento. “La discussione parlamentare interviene, integra, modifica, aggiunge”, sottolinea una fonte del ministero del Lavoro. Se la patata bollente vuole essere condivisa con le Camere, a Montecitorio tira una brutta aria per il Governo. Tra i dem, e non solo tra quelli che non sono vicini a Matteo Renzi, la linea è chiara: le pensioni di reversibilità non vanno toccate. I più oltranzisti, a iniziare da molti componenti della commissione Lavoro, vogliono che l’esecutivo cancelli del tutto il riferimento agli interventi di razionalizzazione “anche di natura previdenziale” all’interno del testo della delega, per allontanare ogni dubbio. Il presidente della stessa commissione, Cesare Damiano, è stato perentorio: “Si cancelli dalla delega ogni riferimento alla previdenza e se ne discuta in Parlamento riga per riga. Per quanto mi riguarda sono contrario a finanziare la lotta alla povertà con i soldi delle pensioni”. Anche l’ex capogruppo del Partito democratico alla Camera, Roberto Speranza, è netto: “Basta immaginare ancora tagli alle pensioni, ne sono già stati fatti molti negli ultimi anni”. Se parte del Pd è pronto alle barricate non da meno lo sono le opposizioni, da Forza Italia a Sinistra italiana. Il fuoco di sbarramento a Montecitorio, dove è attesa l’assegnazione del disegno di legge delega alle commissioni Lavoro e Affari sociali, è pronto. Ora il Governo fa attenzione a non scottarsi.
Leucemia, scoperte cellule Killer contro il tumore. (foto d'archivio, un laboratorio). Potrebbe rappresentare la svolta contro il ritorno della malattia. La notizia arriva dagli Usa, ma la scoperta è anche italiana: "Come un'immunoterapia contro il cancro".
Washington, 16 febbraio 2016 - Buone notizie nella lotta contro i tumori, in particolare contro le leucemie, arrivano dagli Stati Uniti. Ma queste notizie sono state 'scritte' anche dall'Italia. La ricerca contro i tumori del sangue ha trovato nuova linfa nello studio dei linfociti T geneticamente modificati, sostanzialmente cellule killer contro la malattia. Secondo una ricerca Usa queste 'super cellule' del sistema immunitario hanno portato alla remissione del 94% dei pazienti che hanno partecipato al 'trial'. E, ulteriore passo avanti, un gruppo di ricercatori italiani dell'ospedale San Raffaele di Milano, ha scoperto che i linfociti T restano nel sangue a lungo, probabilmente per tutta la vita, rappresentando una sorta di vaccino contro le ricadute del tumore. Entrambi gli studi sono stati presentati a Washington nel corso dell'incontro annuale dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS).
SVOLTA RIVOLUZIONARIA - Una delle ricercatrici è l'ematologa Chiara Bonini, vicedirettore della Divisione di Immunologia, trapianti e malattie Infettive del San Raffaele: "E' davvero una rivoluzione - ha detto -. I linfociti T possono sopravvivere nel nostro corpo per tutta la nostra vita. Immaginate di utilizzarle come immunoterapia contro il cancro. Le cellule T possono ricordare il tumore e prepararsi a contrastarlo se si ripresenta". Lo studio è stato riportato con grande evidenza su diversi giornali britannici. Il Times sottolinea il ruolo cruciale del team del San Raffaele e dedica alla notizia l'apertura della prima pagina. Secondo il giornale dietro questo studio s'intravvede una svolta che anche alcuni "veterani nella lotta contro il cancro" giudicano "rivoluzionaria".
CONTRO LA RICOMPARSA - I linfociti T sono stati identificati come i più resistenti e persistenti nel corpo dei pazienti che avevano subito trapianto di midollo e terapia genica con infusione di linfociti modificati. I ricercatori hanno rilevato che i pazienti analizzati avevano parametri immunologici uguali a quelli che si trovano in persone sane della stessa età, a 2-14 anni dal trapianto. Quindi i ricercatori hanno identificato le cellule del sistema immunitario che erano state modificate all'epoca delle infusioni e che si erano dimostrate come le più resistenti: le memory stem T, appunto. Da qui il passo successivo. I linfociti geneticamente modificati possono diventare un "farmaco vivente", secondo Bonini, in grado di contrastare il tumore anche in caso di ricomparsa, come fa un vaccino.
I NUMERI - La ricerca italiana è stata presentata insieme allo studio Usa realizzato a Seattle nel quale oltre 90% dei pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta che hanno partecipato allo studio, e che avevano 2-5 mesi di aspettativa di vita, sono attualmente in remissione. Pazienti con altri tumori del sangue hanno risposto positivamente in più dell'80% dei casi e la metà di questi è entrata in remissione. Il capo ricercatore, Stanley Riddell, ha spiegato che ai pazienti sono state rimosse delle cellule del sistema immunitario, che sono state modificate geneticamente con marcatori molecolari che le hanno trasformate in vaccini contro specifici tipi di cancro. Successivamente i linfociti sono stati reintrodotti tramite infusione nei pazienti.
LA PRUDENZA - "Probabilmente dovranno passare ancora diversi anni prima che l'immunoterapia venga messa a disposizione dei pazienti in Italia. E serviranno certamente investimenti", dice all'Agi Giacomo Oliveira, primo autore dell'ultimo studio pubblicato dal San Raffaele di Milano sulla rivista Science Translational Medicine, sull'immunoterapia contro i tumori del sangue. "Mentre negli Stati Uniti - ha detto Oliveira - si stanno sperimentando sui pazienti gli effetti dell'immunoterapia, il nostro gruppo di ricerca sta invece studiando altri aspetti di questo approccio, tra cui la tossicità. I risultati finora raggiunti sono molto incoraggianti e spero che bastino per accelerare i tempi anche qui nel nostro paese".
Conferenza stampa su appalti sanità irregolari in Lombardia. Nel riquadro Fabio Rizzi.
Sono 21 i destinatari della misura cautelare, anche Fabio Rizzi (Lega Nord), presidente della commissione regionale Sanità. Un gruppo imprenditoriale avrebbe corrotto i funzionari preposti all'assegnazione delle gare.
Milano, 16 febbraio 2016 - Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio: a vario titolo sono queste le accuse per 21 persone coinvolte nell'indagine "Smile". Sotto la lente degli investigatori c'è un gruppo imprenditoriale che avrebbe turbato in proprio favore l'aggiudicazione di una serie di appalti pubblici banditi da diverse aziende ospedaliere per la gestione esterna di servizi odontoiatrici, corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare. I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno dato esecuzione all'ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Monza, su richiesta della procura, nelle prime ore del mattino. Le indagini, avviate nel 2013, vertono su un giro d'affari per oltre 400 milioni di euro.Sono 21 i destinatari dei provvedimenti: 9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 con obbligo di firma.
Fra gli altri è finito in carcere il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rizzi (LA SCHEDA), 49 anni, presidente della commissione Sanità ed estensore della recente riforma sanitaria lombarda, ex senatore e sindaco di Besozzo (Varese) dal 2007 al 2012, segretario provinciale del Carroccio di Varese dal 2006 al 2008. Ordine di custodia cautelare anche per la moglie di Rizzi, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Per entrambi c'è l'accusa è di associazione per delinquere. Perquisizioni effettuate anche a casa di Rizzi, e negli uffici al Consiglio regionale dove è in carica dal 2013. Nel pomeriggio il presidente della Regione Roberto Maroni si è definito: "Incazzato, deluso e stupito", annunciando un "comitato ispettivo" sul caso.
A far partire le indagini della Procura di Monza è stato il componente di un collegio sindacale di un'azienda ospedaliera lombarda. "Sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d'appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il Nucleo Investigativo di Milano - spiega il Comandante Provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Canio Giuseppe La Gala - le gare di appalto pubbliche venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici. Gli arresti sono stati eseguiti prevalentemente nelle province di Milano, Monza, Como, Bergamo e Varese". Per il gip Giovanna Corbetta, che ha emesso l'ordinanza di custodia, appaiono di «particolare allarme» le condotte di Rizzi e di Mario Longo, componente del suo staff, che "hanno fatto del potere politico lo strumento per accumulare ricchezze, non esitando a strumentalizzare le idee del partito che rappresentano, a intimidire facendo valere la loro posizione, chi appare recalcitrante alle loro pretese".
LA DINAMICA - Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le aziende riferibili all'imprenditrice Maria Paola Canegrati (nella foto), tra cui la «Elledent» e la «Service Dent» (del gruppo Odontoquality con sede ad Arcore-Monza), in dieci anni avrebbero sostanzialmente preso il monopolio dei servizi odontoiatrici appaltati in esterno dagli ospedali lombardi. L'indagine si è svolta su uno studio del sistema di gare d'appalto e poi su intercettazioni ambientali e telefoniche. "Le gare erano puramente formali - come spiega il procuratore aggiunto di Monza Luisa Zanetti, che ha coordinato le indagini insieme al pm Manuela Massenz -. Lei stessa, dal 2013, si è adoperata per procurarsi aderenze nella politica regionale, per poi costruire la sua rete di azione a livello amministrativo con funzionari pubblici corrotti, i quali erano a libro paga del suo gruppo imprenditoriale. Si parla di un giro di affari per 400 milioni di euro".
Fabio Rizzi e Mario Longo, del suo staff (con incarichi pubblici nell'ambito dell'odontoiatria), avrebbero favorito la Canegrati, tra le altre cose, in gare d'appalto bandite dalle Aziende Ospedaliere «Istituti Clinici di Perfezionamento» (del 2015, da 45 milioni di euro) e «Ospedale di Circolo di Busto Arsizio» (del 2014, da 10 milioni di euro), nei rapporti economici intrattenuti con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Regionale. I due avrebbero indotto "i funzionari pubblici preposti alla gestione dei servizi di odontoiatria e alle forniture odontoiatriche delle aziende ospedaliere della Regione, nonche' gli amministratori delle strutture private e private convenzionate della Regione, a favorire nell'indizione delle gare d'appalto e nella scelta del contraente privato le societa' riconducibili alla Canegrati".
LE RICOMPENSE - D'altro canto, secondo le intercettazioni riportate nelle carte dell'inchiesta emerge che la campagna elettorale 2013 del presidente della Commissione sanità della Regione Lombardia, Fabio Rizzi, sarebbe stata interamente finanziata dall'imprenditrice Canegrati. Sempre secondo l'accusa, per i vari "favori", i due sarebbero stati ricompensati con una tangente di 50mila euro (pagata in contanti grazie all`intermediazione di un altro soggetto accusato di riciclaggio) ed una serie di finte consulenze da 5mila euro al mese fatturate dalla moglie di Longo; la creazione di una società utilizzata per istituire alcuni ambulatori odontoiatrici in strutture sanitarie private, le cui quote sono state intestate alla Canegrati e, per interposta persona, a Longo e a Rizzi; la promessa di ulteriori future nuove dazioni in denaro o di incarichi di natura privata.
MARONI - "Sono molto incazzato per quello che è successo, fermo restando la presunzione di innocenza e la fiducia nella magistratura". Così Roberto Maroni dopo l'arresto di Fabio Rizzi. "Fermo restando che stiamo leggendo gli atti e verificando nel dettaglio le imputazioni - ha detto il governatore lombardo intervenendo in Consiglio - il mio primo sentimento è di stupore e di grande delusione se le accuse fossero confermate nei confronti di Fabio Rizzi. Non vogliamo coprire nessuno, non abbiamo nessuno da difendere, chiunque abbia sbagliato mi risponderà". Maroni ha poi annunciato un "comitato ispettivo" sul caso di Fabio Rizzi. Il presidente della Lombardia ha sostenuto che in questa vicenda "la Regione è parte offesa", aggiungendo di sentirsi "offeso" anche personalmente e come leghista. Maroni, in mattinata aveva incontrato i capigruppo di maggioranza e il presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Cattaneo. La riunione è stata convocata dal governatore a seguito della notizia dell'arresto di Rizzi. Cattaneo aveva in precedenza riunito i capigruppo che avevano chiesto l'intervento di Maroni in Assemblea regionale, salvo poi decidere che si sarebbero attese maggiori informazioni soprattutto alla luce della conferenza stampa convocata dalla Procura titolare dell'indagine.
"La riforma prevede regole e nuovi strumenti di controllo. Ne cito uno, l'Agenzia di controllo, appena partita, lo strumento più idoneo per garantire che quello che è successo non possa ripetersi. Se qualcuno viola le regole e disattende la legge morale, questi comportamenti sono difficili per noi da verificare e da intervenire. Noi lo faremo sulle regole. Non servono nuove regole, sono già tutte previste nella nuova legge. L'Agenzia dei controlli è già stata istituita e siamo pronti che possa attivarsi fin da subito", ha concluso Maroni.
SALVINI - "Esco ora dal Parlamento Europeo e leggo degli arresti in Lombardia. Prima riflessione: chi sbaglia davvero, non merita la Lega". Cosi' su Facebook il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. "Seconda riflessione: spero - prosegue Salvini - che le accuse si rivelino una bufala. Terza riflessione: spero che alcuni magistrati non siano in campagna elettorale, e' accaduto gia' troppe volte. Quarta riflessione: sono sicuro che l'eventuale errore di pochi non danneggi il lavoro delle migliaia di persone che ogni giorno mandano avanti benissimo gli ospedali in Lombardia. Quinta riflessione: sono orgoglioso - conclude - di essere il segretario della Lega".
MOZIONE DI SFIDUCIA - Il M5S ha affermato nell'aula del Consiglio regionale della Lombardia la necessità di presentare una mozione di sfiducia alla Giunta Maroni a seguito dell'arresto del presidente della commissione Sanità Fabio Rizzi (Lega Nord): lo ha detto il capogruppo Stefano Buffagni nel suo intervento nel dibattito dopo le dichiarazioni del governatore Roberto Maroni in Aula. Intanto si è appreso che il centrosinistra regionale (Pd-Patto civico) è al lavoro su una propria mozione di sfiducia alla Giunta Maroni.
A cento anni dalla pubblicazione della Relatività Generale, una delle poche previsioni della rivoluzionaria teoria di Albert Einstein che si era finora sottratta alla verifica sperimentale diretta, trova finalmente conferma. E l'Italia ha dato il suo contributo con l'Istituto nazionale di fisica nucleare.
Un sasso ha perturbato la superficie di uno stagno, generando increspature che ancora oggi si stanno propagando. Nello spazio e nel tempo. Alla velocità della luce. Solo che il sasso è un enorme buco nero rotante, nato dall’abbraccio di due di questi voraci cannibali cosmici. E lo stagno l’intero universo, di cui il Sistema solare non è che una molecola. A cento anni dalla pubblicazione della Relatività Generale, una delle poche previsioni della rivoluzionaria teoria di Albert Einstein che si era finora sottratta alla verifica sperimentale diretta, trova finalmente conferma. I fisici sono riusciti per la prima volta a catturare le onde gravitazionali.
La scoperta è stata annunciata in contemporanea nel corso di due conferenze stampa a Washington, nella sede della National science foundation (Nsf), e in Italia, a Càscina, vicino Pisa, nella sede dello European gravitational observatory (Ego), fondato dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dal Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) francese. Una scoperta già in odore di Nobel, destinata a cambiare per sempre la nostra percezione dell’universo.
La scoperta di queste increspature del tessuto dello spazio-tempo, saltate fuori un secolo fa dalle equazioni di Einstein, e accolte inizialmente con scetticismo dallo stesso fisico tedesco, viene dagli Usa, dai due esperimenti gemelli Ligo (Laser interferometer gravitational-wave observatory). Ma parla anche italiano. Ligo è, infatti, parte di un network di osservatori di onde gravitazionali – gli esperti li chiamano interferometri laser – sparsi per il mondo, di cui un nodo importante è in Italia. È rappresentato dall’esperimento Virgo, un progetto nato da un’idea del fisico italiano Adalberto Giazotto e del francese Alain Brillet, e realizzato dall’Infn e dal Cnrs con il contributo del Nikhef (nei Paesi Bassi), in collaborazione con la Polish academy of sciences (in Polonia) e con il Wigner institute (in Ungheria).
L’antenna per onde gravitazionali Virgo – che fa capo a Ego e conta circa 250 fisici e ingegneri, quasi la metà dei quali Infn, provenienti da 19 laboratori europei -, i due interferometri gemelli Ligo negli Usa – a Hanford, nello stato di Washington, e a Livingston, in Louisiana – e il tedesco Geo600 ad Hannover funzionano, infatti, come un unico grande esperimento. I dati raccolti sono messi in comune e analizzati insieme. E insieme vengono pubblicati i risultati scientifici. Come sta avvenendo in queste ore con lo studio che illustra i dettagli della scoperta, accettato per la pubblicazione dalla rivista Physical review letters (Prl) e firmato da circa un migliaio di scienziati. Uno studio che contiene immagini destinate a essere ospitate in tutti i futuri libri di testo sulla Relatività Generale.
Einstein aveva ragione“Abbiamo dimostrato sperimentalmente proprio quello che aveva predetto Einstein – commenta emozionato Fulvio Ricci, ricercatore dell’Infn coordinatore di Virgo -. Le equazioni della Relatività Generale descrivono perfettamente il segnale che abbiamo osservato. Anzi – sottolinea il fisico italiano -, sarebbe più corretto dire che abbiamo ascoltato, dato che il segnale ha una frequenza caratteristica delle onde acustiche”. “Sembrava una sfida impossibile – aggiunge Pia Astone, ricercatrice Infn che ha curato la redazione dell’articolo scientifico sulla scoperta assieme ad altri cinque colleghi di Virgo e Ligo -. Lo sosteneva lo stesso Einstein, che reputava questi segnali troppo deboli per una possibile rivelazione. Invece, siamo riusciti a catturarli”.
Le onde gravitazionali sono state prodotte nell’ultima frazione di secondo di un evento cosmologico mai osservato finora direttamente: la fusione tra due buchi neri, di massa equivalente a circa 29 e 36 masse solari. Il risultato di questo cataclisma è un mostro cosmico, un unico buco nero rotante di circa 62 masse solari. Le 3 masse solari mancanti dopo la fusione corrispondono all’energia emessa sotto forma di onde gravitazionali. La massa e l’energia, infatti, come ci ha insegnato Einstein con la sua celebre equazione E=mc2, sono equivalenti. Questo scontro tra titani è avvenuto al di fuori della Via Lattea, a una distanza dalla Terra di circa 410 megaparsec (410 milioni di parsec, dove 1 parsec equivale a poco più di 3 anni luce, ndr). Le onde sono state, quindi, emesse quasi un miliardo e mezzo di anni fa, quando sul nostro Pianeta facevano la loro comparsa le prime cellule evolute, in grado di utilizzare l’ossigeno per produrre energia. E ha viaggiato tutto questo tempo nel cosmo, alla velocità della luce. Fino ai nostri giorni.
“Questo risultato rappresenta un regalo speciale per il 100° compleanno della Relatività Generale – commenta Fernando Ferroni, presidente dell’Infn -. È il sigillo finale sulla meravigliosa teoria che ci ha lasciato il genio di Albert Einstein. Una scoperta – prosegue il fisico italiano – cui l’Italia ha dato un grande contributo, figlio di quella scuola che negli anni ’70 del secolo scorso si formò intorno alle figure di Edoardo Amaldi, Guido Pizzella, Adalberto Giazotto, e che oggi vede i nostri ricercatori protagonisti grazie alla tecnologia di Virgo”.
Un cinguettìo dal cosmo profondo. Il primo segnale diretto di un’onda gravitazionale è brevissimo, della durata di una frazione di secondo, e ha una frequenza variabile dai 30 ai 250 Hz. Captato lo scorso 14 settembre, alle 10:51 ora italiana, è come un cinguettìo. È stato generato da due buchi neri che spiraleggiano l’uno intorno all’altro fino a scontrarsi a una velocità enorme, pari a circa la metà di quella della luce, fondendosi in un unico buco nero rotante che, prima di stabilizzarsi, vibra come una campana. Un vero e proprio terremoto cosmico che ha prodotto, anziché onde sismiche, onde gravitazionali. E nient’altro.
Senza queste increspature dello spazio-tempo, quindi, non avremmo mai saputo nulla di questo cataclisma. Il fenomeno, infatti, non è stato accompagnato dall’emissione di altri tipi di segnali luminosi, anche a lunghezze d’onda invisibili all’occhio umano, come radiazione gamma o raggi X, né di particelle come i neutrini. E lo dimostra il fatto che decine di osservatori ottici tradizionali – sia terrestri che non, come i telescopi spaziali Fermi e Swift - oppure osservatori per neutrini, come Icecube e Antares, subito allertati per osservare anch’essi la fusione tra i due buchi neri, dopo aver effettuato un’accurata radiografia del cielo, non hanno osservato nulla.
Uno sguardo dentro i buchi neri La scoperta appena annunciata, che ha immediatamente fatto il giro del mondo, ne contiene, in realtà, due in una. Da un lato, è la prima volta che gli scienziati ascoltano le onde gravitazionali, perturbazioni dello spazio-tempo prodotte dal movimento accelerato di corpi dotati di massa. Ma, dall’altro, rappresenta la prima prova diretta dell’esistenza di sistemi binari di buchi neri di massa stellare, in particolare superiori a 25 masse solari. Un risultato che apre la strada allo studio approfondito delle loro proprietà, attraverso le onde gravitazionali. Mai prima d’ora, infatti, gli scienziati erano riusciti a catturare un segnale, un’informazione di prima mano, proveniente direttamente dal cuore impenetrabile di questi buchi neri. Per definizione, infatti, questi mostri cosmici divorano tutto ciò che incontrano, tanto che la stessa luce non riesce a sfuggire al loro abbraccio gravitazionale, e la loro presenza può essere dedotta solo dalla devastazione che producono oltre il loro orizzonte.
Un nuovo tipo di astronomia. Ma la prima osservazione di onde gravitazionali non è solo un’ulteriore conferma della correttezza della Relatività Generale di Albert Einstein. È importante anche per un’altra ragione. Consente, infatti, di aprire una nuova finestra su un universo di cui conosciamo ancora poco. Un universo che parla una lingua fino a oggi sconosciuta agli scienziati, e di cui sarà possibile d’ora in poi ascoltare il suono. È come avere puntato al cielo un nuovo tipo di cannocchiale, come fece Galileo più di quattro secoli fa. Ogni volta che questo è successo in passato l’essere umano ha fatto scoperte straordinarie, oppure ha dovuto porsi nuove domande, spesso ancora senza risposte. La data di oggi segna l’inizio di un nuovo tipo di astronomia: l’astronomia gravitazionale.
“Questo risultato rappresenta un pietra miliare nella storia della fisica, ma ancor di più è l’inizio di un nuovo capitolo per l’astrofisica – spiega Ricci -. Osservare il cosmo attraverso le onde gravitazionali cambia radicalmente le nostre possibilità di studiarlo. Finora, infatti – chiarisce il coordinatore di Virgo -, è come se lo avessimo guardato attraverso delle radiografie. Adesso, invece, possiamo fare un’ecografia del nostro universo”. “L’astronomia gravitazionale è una nuova affascinante frontiera dell’incessante esplorazione cosmica – aggiunge Antonio Masiero, vicepresidente dell’Infn e del Council di Ego -. Questa straordinaria scoperta apre un’emozionante finestra sull’universo. Da oggi – spiega Masiero – le onde gravitazionali si aggiungono ai messaggeri cosmiciche già studiamo, come i fotoni e i neutrini di alta energia, i raggi cosmici e l’antimateria”.
Le onde gravitazionali, in particolare quelle primordiali emesse subito dopo il Big Bang – che i fisici sperano adesso di catturare, anche se l’impresa sarà ancora più complessa di quella che ha portato al risultato odierno – sono, infatti, come dei messaggi in bottiglia siderali. Potrebbero, ad esempio, permetterci di ottenere un’immagine dell’universo più remota di quella che possediamo finora, scattata dalla sonda spaziale dell’Esa (European space agency) Planck, e che risale a circa 380mila anni dopo il Big Bang. Prima di questa data, infatti, non abbiamo istantanee dell’universo neonato, perché la luce era come intrappolata in una fitta nebbia. Le onde gravitazionali primordiali, invece, a differenza dei fotoni, possono viaggiare indisturbate. E potrebbero raccontarci, quindi, che cosa è accaduto all’universo nei suoi primi 380mila anni di vita, quando ha emesso i suoi primi vagiti.
In ascolto dei bisbigli dell’universoI fisici inseguono le onde gravitazionali da decenni. Queste perturbazioni dello spazio-tempo sono come dei sussurri dell’universo. La loro ampiezza è, infatti, infinitesima e occorrono quindi strumenti sensibilissimi per osservarle. Per questo, c’è voluto un secolo per ascoltare questi bisbigli cosmici, da quando Einstein ne predisse l’esistenza nel 1916. Sulla Terra possiamo ascoltare solo quelle generate dagli eventi più energetici dell’universo, come appunto lo scontro tra buchi neri. Per raggiungere questo storico risultato è stato, quindi, necessario spingere al limite le tecnologie degli interferometri laser, gli osservatori utilizzati dai fisici per la ricerca sulle onde gravitazionali. Questi strumenti scientifici – enormi orecchie estremamente sensibili formate da coppie di bracci perpendicolari lunghi fino a tre, quattro chilometri ciascuno, all’interno dei quali corrono raggi laser – al passaggio di un’onda gravitazionale vibrano con lo spazio-tempo. Come ci ha insegnato Einstein. Di conseguenza, la lunghezza dei loro bracci cambia – uno si allunga e l’altro si accorcia – e con essa il tempo impiegato dalla luce laser a percorrerli. Variazioni impercettibili, un miliardo di volte più piccole del diametro di un atomo d’idrogeno. Che questi strumenti sono, però, in grado di misurare con estrema precisione.
Ma che cosa dobbiamo attenderci, dopo questa scoperta, nei prossimi mesi? I fisici italiani dell’Infn, già impegnati da mesi accanto ai colleghi americani di advanced Ligo nell’analisi dei dati presentati oggi al mondo, stanno adesso ultimando la realizzazione di un interferometro di seconda generazione, advanced Virgo, nel sito di Ego a Càscina. L’osservatorio inizierà a raccogliere dati nella seconda metà del 2016. Una volta ultimato, advanced Virgo avrà una sensibilità dieci volte superiore al passato. Sarà, cioè, in grado di guardare dieci volte più lontano, ampliando così di mille volte il volume di universo osservabile.
“L’aggiunta di advanced Virgo sarà fondamentale perché permetterà di capire da quale parte di cielo è arrivato il segnale – afferma Giovanni Losurdo, fisico Infn e project leader di advanced Virgo -. Gli interferometri di seconda generazione, come advanced Virgo e advanced Ligo, potrebbero catturare ogni anno decine di coalescenze, di fusioni tra buchi neri. L’osservazione diretta delle onde gravitazionali aprirà nuovi scenari, un modo nuovo di studiare l’universo e le sue leggi. Si potrà, ad esempio, guardare – sottolinea il ricercatore Infn – dentro oggetti opachi alla radiazione luminosa. E dare, quindi, una risposta sperimentale ad alcune grandi domande della fisica contemporanea, finora oggetto solo di speculazioni teoriche, come la formazione di un buco nero, o il comportamento della materia nelle condizioni di pressione e temperatura estreme di una stella di neutroni o di una supernova”.
Lo studio dei dati raccolti dai fisici aiuterà a descrivere meglio come agisce la forza gravitazionale in condizioni estreme mai esplorate prima, in cui la materia è confinata in un volume piccolissimo. Come se, ad esempio, una massa tre volte più grande del Sole fosse tutta racchiusa all’interno del diametro del grande raccordo anulare di Roma. “Finalmente – conclude Pia Astone -, possiamo osservare l’universo con occhi diversi. Adesso proseguiremo il nostro lavoro, non più domandandoci se ce la faremo a catturare le onde gravitazionali, ma quale sarà la prossima sorgente che manderà un segnale sui nostri strumenti. Noi siamo pronti”.