Lucio d’Alessandro dovrà rispondere di abuso di ufficio. Dovranno invece rispondere dell’accusa di falso Giovanni Coppola, Anna Giannetti e Alessandro Viscogliosi, membri della commissione chiamata a valutare i candidati.
E’ accusato di abuso di ufficio Lucio d’Alessandro, rettore dell’università Suor Orsola Benincasa. Secondo la Procura di Napoli, che ha gli ha inviato un avviso di chiusura delle indagini preliminari, avrebbe favorito un figlio dell’ex ministro Ortensio Zecchino nell’assegnazione di un posto di ricercatore alla facoltà di Lettere. Oltre al magnifico rettore, risultano indagati Giovanni Coppola, Anna Giannetti e Alessandro Viscogliosi, membri della commissione chiamata a valutare i candidati in lista per quel posto: per i tre docenti è ipotizzata anche l’accusa di falso. La notizia, ironia della sorte, si è diffusa mentre il professore d’Alessandro era ospite di Bruno Vespa a “Porta a Porta”, per commentare l’inchiesta della Procura di Firenze sullo scandalo relativo alla spartizione delle cattedre universitarie. D’Alessandro sarebbe il regista morale di una operazione finalizzata ad assicurare un posto di ricercatore al figlio dell’ex ministro della pubblica istruzione Ortensio Zecchino ma, va precisato, ne l’ex ministro né suo figlio Francesco sono indagati.
La vicenda risale al 2004.
Secondo la ricostruzione fatta dal pm Graziella Arlomede, che indaga con il coordinamento del procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, 13 anni fa, quando d’Alessandro era prorettore, avrebbe formato una commissione specificatamente costituita per agevolare Francesco Zecchino, figlio di Ortensio, docente del Suor Orsola e pochi anni prima ministro dell’Università e della Ricerca scientifica. La commissione era composta da Coppola, Giannetti e Viscogliosi, ritenuti dalla Procura “molto vicini all’allora prorettore” e allo stesso Zecchino. “Coppola – scrivono i pm - è fondatore e componente del consiglio direttivo del Cesn, Centro europeo di studi normanni di Ariano Irpino, istituto a cui partecipano il contro interessato Francesco Zecchino ed il padre di questi Ortensio, fondatore anch’egli e presidente del Consiglio di amministrazione dell’ente”. Comunque sia il posto di ricercatore andò al figlio del politico.
La notizia creò immediate polemiche.
Ci furono innumerevoli ricorsi e alla fine la questione finì sotto la lente della magistratura amministrativa con sentenze non favorevoli a Zecchino. La vicenda si è dunque conclusa? Niente affatto. Il rettore del Suor Orsola non cambiò orientamento e Francesco Zecchino è tuttora ricercatore al corso di laurea in Conservazione e restauro dei Beni culturali, facoltà di Lettere. Gli anni passano, e si arriva così al 2008. Uno dei candidati presenta un nuovo ricorso, che stabilisce la necessità di procedere a una nuova valutazione dei titoli dei candidati ma “da parte di una diversa commissione”. Ed è proprio su questa fase che si concentrano le attenzioni della magistratura.
D’Alessandro è il regista morale.
D’Alessandro, evidenziano dalla Procura, avrebbe a questo punto assunto il ruolo di “regista”, individuando lui stesso “il commissario di nomina interna nel professor Coppola”. La nuova commissione avrebbe “reiterato la svalutazione dei titoli” degli aspiranti docenti confermando ancora una volta Zecchino come vincitore. Fin qui la ricostruzione della Procura che ha formalmente chiuso l’inchiesta passando la parola alla difesa che avrà 20 giorni di tempo per chiedere interrogatori, depositare memorie o proporre supplementi investigativi.
Il rettore: "Sono sereno, confido nella magistratura".
Il professore d’Alessandro, difeso dall’avvocato Vittorio Manes, non intende entrare nello specifico ma si limita a dire che si tratta di “una vicenda molto vecchia e risalente nel tempo, sulla quale mi sento davvero sereno. Quando sono stato eletto rettore, il professor Zecchino era ricercatore già da anni. Ho trovato situazione pienamente in essere che non avevo motivo di ritenere illegittima. E comunque, i miei atti sono stati sempre improntati alla massima correttezza e trasparenza”.