venerdì 5 ottobre 2018

Tria: con l'ok alla manovra via incertezza mercati e giù spread.


Il ministro dellEconomia Giovanni Tria tra i giornalisti al termine della conferenza stampa del vertice sulla manovra economica del Governo a palazzo Chigi, Roma, 03 ottobre 2018 RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA.

Stop nel 2019, poi taglio parziale. Debito cala ma non rispetta la regola.


Il governo ha inviato al Parlamento la nota di aggiornamento al Def. Confermate le stime del Pil del triennio all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021; la spesa per il 2018 è cifrata a 3,6 punti di Pil contro i 3,5 del Def. Confermati 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e 7 per la quota 100 sulle pensioni; l'Iva non salirà nel 2019 ma, salvo altri interventi, tornerà a crescere dal 2020; previsti 10 miliardi di privatizzazioni in due anni; verso l'abolizione del patto di stabilità interno. Il ministro dell'Economia esprime soddisfazione: 'Con l'ok alla manovra via l'incertezza dei mercati e giù lo spread'. Preoccupazione sulla tenuta dei conti pubblici esprime invece il presidente della Bce Draghi che mercoledì scorso è salito al Colle. Intanto Piazza Affari è in territorio negativo e lo spread è in risalita.

Tria, con manovra via incertezza mercati - "I recenti livelli dei rendimenti sui titoli di Stato" base delle previsioni della nota di aggiornamento al Def "non riflettono i dati fondamentali del Paese. Contiamo che una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento, si dissolva l'incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi". Lo scrive il ministro dell'Economia Giovanni Tria nella premessa al documento. "Con livelli dei rendimenti più allineati ai dati fondamentali, le proiezioni di crescita e di finanza pubblica miglioreranno significativamente.

La nota di aggiornamento al Def - Nel 2018 gli "oneri per interessi" sul debito "sono rivisti al rialzo per poco più di 1,9 miliardi di euro (0,11 punti percentuali di Pil)". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def che il governo ieri in tarda serata ha trasmesso al Parlamento. Vista la "traslazione verso l'alto della curva dei rendimenti, che che su alcune scadenze eccede un punto percentuale" la spesa per il prossimo anno è cifrata ora a "3,6 punti di Pil" contro i "3,5 del Def". Rispetto ad aprile la spesa "crescerebbe di 0,2 punti di Pil nel 2020 e di 0,3 nel 2021".

Il governo intende procedere con "l'abolizione del patto di stabilità interno, che limitava le capacità di intervento degli enti locali". Lo si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def pubblicato sul sito del Mef.  Inoltre è prevista "la riforma del codice degli appalti per rendere più snella e trasparente la gestione degli acquisti e delle forniture della PA".

"Il Governo intende mettere in atto una serie di disposizioni per definire un sistema fiscale a misura di famiglia, alleggerendo il peso dell'imposizione tenendo conto del numero dei figli e della funzione sociale multidimensionale svolta dal nucleo familiare". 

"Nel settore universitario sono allo studio misure per agevolare l'accesso alla no tax area al fine di ampliare la platea di studenti beneficiari dell'esenzione". E' quanto si legge nella nota di aggiornamento al Def. "È prevista, inoltre, la stabilizzazione da parte delle Regioni - si legge ancora - del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti meritevoli, ma privi di mezzi e la semplificazione delle procedure amministrative necessarie all'erogazione delle borse di studio".

La stima di riduzione del rapporto debito/pil nel 2020, "incorpora l'ipotesi di introiti da privatizzazioni e da altri proventi finanziari per circa lo 0,3 per cento del PIL", che equivale a circa 10 miliardi, "in entrambi gli anni 2019 e 2020", si legge nel testo della nota di aggiornamento al Def. 

Salvini, stime Pil limitate - Le stime del Pil sono ottimistiche? "No sono limitate". Così il vicepremier Matteo Salvini ha risposto ai cronisti sui numeri inseriti nel Def dal governo. "Sono stufo di un'Italia che cresce dello 'zero virgola' - ha aggiunto - Noi investiamo sul lavoro per crescere dell''uno virgola' o 'due virgola'".

Def scommette su crescita ma da 2020 Iva torna a salire - L'Italia deve crescere "più rapidamente del resto d'Europa" e recuperare il "terreno perso negli ultimi vent'anni": un obiettivo che il ministro dell'Economia Giovanni Tria definisce "ambizioso ma realistico" al punto che i paletti fissati oggi dal governo nella nota di aggiornamento al Def potrebbero addirittura, assicura, essere superati. E così nonostante le stime del Pil per quest'anno vengano riviste al ribasso, quelle del prossimo triennio sono confermate rispettivamente all'1,5% per il 2019, l'1,6 per il 2020 e 1,4% nel 2021. Confermate anche alcune delle promesse gialloverdi, dal reddito di cittadinanza alla riforma della Fornero per un totale di 21,5 miliardi di impegni il prossimo anno. La coperta delle risorse è però corta e quindi l'Esecutivo riesce a sterilizzare solo in parte l'aumento dell'Iva: non salirà nel 2019 mentre tornerà ad innalzarsi parzialmente nel biennio successivo. A una settimana esatta dal Consiglio dei ministri che ha approvato la Nadef, il documento viene infine pubblicato e trasmesso alle Camere che la prossima settimana dovranno ingaggiare una corsa contro il tempo per riuscire ad esaminarlo e approvarlo: la scadenza, al momento, è fissata per mercoledì 10 ottobre. 

Le misure viaggeranno su un doppio binario, sfruttando anche i cosiddetti disegni di legge collegati ma, dopo la guerra di cifre che si è consumata nelle ultime ore fra gli alleati di governo, viene confermata la dote di "nove miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza e sette per la quota cento, a cui vanno aggiunti un miliardo per i centri per impiego, due per la flat tax, un miliardo per le forze dell'ordine e un miliardo e messo per i truffati delle banche. Ipotizza anche incentivi per spingere le auto elettriche e ridurre le auto diesel e a benzina. "Con gli interventi previsti in manovra - si legge nel documento che fa da cornice alla manovra - il governo spingerà la crescita di 0,6 punti percentuali nel 2019, di 0,5 nel 2020 e di 0,3 nel 2021". Tornando al quadro macro, il Def però mostra come a peggiorare sia il deficit strutturale, cioè la misura su cui l'Ue valuta i miglioramenti dei conti pubblici dei Paesi: questo 'numeretto' peggiorerà il prossimo anno di 0,8 punti percentuali passando dallo 0,9% di quest'anno all'1,7% per poi rimanere stabile su questo livello anche nel 2020 e nel 2021. Rinviato poi sine die il pareggio di bilancio 'strutturale', previsto in precedenza nel 2020, quando "la crescita e la disoccupazione saranno tornati ai livelli precrisi". Il governo per contro registra una progressiva discesa del debito pubblico che passa dal 131,2% del 2017 al 126,7% del 2021, attestandosi al 130,9% di quest'anno. E seppure non si esclude la possibilità di una "riduzione più accentuata" proprio su questo fronte "qualora si realizzi una maggior crescita", l'Esecutivo si trova a dover ammettere di non rispettare la cosiddetta regola del debito "dato che il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto eccedere il benchmark di 3,9 punti percentuali".

Fonte: www.ansa.it del 05 ottobre 2018

Il Nobel per la Pace a Nadia Murad e a Denis Mukwege.

 

Il Nobel per la Pace 2018 è stato assegnato a  Nadia Murad e a Denis Mukwege.


Fonte www.ansa.it del 5 ottobre 2018

L'ex deputato regionale con 300 mila euro nella scatola delle scarpe.

L'ex deputato regionale con 300 mila euro nella scatola delle scarpe

Inchiesta "Diplomat" della Procura di Agrigento: 110 indagati per la compravendita di diplomi, tra essi anche Gaetano Cani, parlamentare nella scorsa legislatura. Coinvolte quattro scuole "private": la Pirandello di Licata, la Pirandello e la Volta di Canicattì e San Marco di Acireale.

Sono, complessivamente, 110 gli indagati, fra dirigenti scolastici, insegnanti e personale di segreteria: tutti pubblici ufficiali in servizio nelle scuole. Uno dei principali indagati è l’ex deputato regionale, nonché dirigente scolastico, Gaetano Cani, di Canicattì al quale sono stati trovati e sequestrati - in una scatola di scarpe custodita nella sua abitazione - 300 mila euro in contanti.

Quattro le scuole paritarie che «vendevano» diplomi: l'istituto Pirandello di Licata, il Pirandello di Canicattì, l'Alessandro Volta di Canicattì, tutti nell’Agrigentino, e l'istituto San Marco di Acireale. Ventidue i diplomi taroccati.
I risultati dell’inchiesta «Diplomat» sono stati illustrati dal procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio e dai pm Simona Faga e Paola Vetro insieme al colonnello Giorgio Salerno, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa (città da dove era partita l’indagine per il coinvolgimento di una scuola di Ispica) e al maggiore delle Fiamme gialle Luigi De Gregorio.
«Siamo in presenza di una vera e propria organizzazione a delinquere dove ognuno aveva un ruolo ben preciso nella vendita dei diplomi. Gli alunni e i loro genitori, al momento, non sono indagati. Nella lista dei 110, a cui stiamo notificando l’avviso di chiusura dell’inchiesta, ci sono pubblici ufficiali in servizio nelle scuole. Si tratta di insegnanti, dirigenti scolastici e personale di segreteria», ha detto Patronaggio.
«Studenti e genitori - ha aggiunto - sono stati interrogati come persone informate dei fatti ma è chiaro che sapevano di avere beneficiato di lezioni false, di esami truccati e altro. Quindi la loro posizione è al vaglio».
«L'attività scolastica - hanno spiegato il colonnello della Gdf Salerno e il maggiore De Gregorio - era del tutto fittizia: niente lezioni e niente interrogazioni. Risultava solo sulla carta perché gli studenti pagavano consistenti quote di iscrizione. Quando si doveva fare i conti con le commissioni di esami esterne, si faceva in modo di risolvere la questione comunicando prima le domande e dando in anticipo i temi delle prove scritte. Tutto avveniva con grande sfrontatezza».
I reati contestati ai 110 indagati sono, a vario titolo, l'associazione per delinquere, il falso commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico, la rivelazione del segreto di ufficio e l’abuso di ufficio.
L’inchiesta è partita da una segnalazione-denuncia. «E' stata raccolta una preliminare segnalazione che ci ha indotti ad indagare - ha spiegato Salerno -. C'era una struttura che permetteva di costruire un percorso scolastico falso: dagli esami mai sostenuti fino ad inquinare anche la prova di maturità fornendo anticipatamente il tema svolto ai candidati». Secondo quanto emerso sarebbero state gestite anche le prove orali degli esami di maturità con delle tesine costruite a tavolino.

Fonte www.lasicilia.it del 04 10 2018

5 milioni alla dorsale dei Nebrodi – Antoci: “La Regione prende un abbaglio”.



Antoci: quei fondi non sono regionali ma del Mastreplan di Messina e li abbiamo ottenuti con i Sindaci con grandi sacrifici.


S. Agata di Militello, 4 ottobre 2018 – Un comunicato stampa della Regione Siciliana, con tanto di dichiarazioni del Presidente Musumeci, è stata inviato agli organi di informazione per comunicare che la “Regione” ha finanziato per 5 milioni di euro il progetto di Ingegneria naturalistica della Dorsale dei Nebrodi che per 64 chilometri va da Floresta a Mistretta.
Nel comunicato delle Presidenza della Regione si dice chiaramente: “opera finanziata dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente”; peccato invece che quel progetto era già stato deliberato dal Comitato Esecutivo del Parco dei Nebrodi presieduto da Antoci e che i fondi nulla hanno a che vedere con fondi regionali bensì, gli stessi, sono stati garantiti dal Patto per Il Sud della citta Metropolitana di Messina come tra l’altro correttamente riportato dalla Gazzetta del Sud di questa mattina. Per i Nebrodi tale attività è stata coordinata da Antoci nella qualità di Presidente del Parco e le destinazioni delle somme sono state decise di concerto con tutti i Sindaci coinvolti.
“In epoca di Fake news non ci si può stupire che le stesse vengano propinate con regolarità ai lettori – dichiara Giuseppe Antoci ex Presidente del Parco dei Nebrodi – ma che sia una istituzione come la Regione a modificare la realtà appropriandosi del lavoro svolto con grande passione e determinazione dal Parco da me presieduto e dai Sindaci che hanno scelto la destinazione delle somme per il territori, più che una Fake news mi sembra veramente una barzelletta. Ma quali fondi regionali? Li abbiamo conquistati noi e sudati giorno per giorno assicurandoci le somme a valere dal Patto per il Sud della Città Metropolitana di Messina”.
Insomma un incidente di comunicazione che metterà senz’altro in forte imbarazzo il Governatore Musumeci e che, nel contempo, lascia un pò di amarezza in quanto è come se si volesse cancellare tutto il lavoro dell’epoca Antoci svolto da lui e dai Sindaci che, con grande affiatamento, hanno garantito circa 65 milioni di euro per i Nebrodi dal Masterplan di Messina e di cui proprio i 5 milioni della dorsale fanno parte. Dunque fondi non regionali e progetto del Parco finanziato dal Governo Nazionale per il tramite della Città Metropolitana di Messina.
“Sono stato in silenzio nei mesi successivi alla mia revoca da Presidente del Parco vedendo tanti progetti messi in cantiere da me, dal mio Comitato Esecutivo e dal Consiglio del Parco che, se pur non citando mai il nostro impegno, venivano presentati come nuove iniziative – continua Antoci – l’ho fatto perché ho ritenuto che l’importante era portare avanti le idee messe in campo indipendentemente da vederne attribuiti i meriti; ma questa della dorsale non si può proprio sentire… questa è troppo grossa. Prendersi i meriti di una cosa sulla quale la Regione non c’entra nulla mi sembra veramente istituzionalmente imbarazzante. Inoltre non capisco come si possa pensare che le persone abbiano potuto dimenticarsi di un così importante obiettivo raggiunto dalla Presidenza Antoci e di cui ha parlato tutta la stampa in epoche recentissime”.
“Nonostante questo incidente di comunicazione nel quale è scivolato il Presidente Musumeci – conclude Antoci – provo una grande soddisfazione nel constatare che il progetto della dorsale, al quale tanto ho lavorato e per il quale tanto mi sono speso, sia ormai alle battute finali e questo, ovviamente, indipendentemente da chi ha reso possibile il finanziamento. Certo da questa vicenda un insegnamento lo possiamo trarre: mai sottovalutare l’intelligenza e la memoria delle persone in quanto la prima è patrimonio dei più, mentre la seconda non si cancella mai. La memoria crea la storia e non si modifica raccontando a proprio piacimento gli eventi ne, tantomeno, si cancella con gli spoil system o le revoche degli incarichi. Quella rimane sempre con un unico vincolo e cioè che la scrivono i giusti…. Viva il Parco dei Nebrodi”. 

Fonte: www.canalesicilia.it del 4.10.2018

giovedì 4 ottobre 2018

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia.

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia

Congressi scientifici organizzati per promuovere determinate medicine e concorsi truccati.

Franco Aversa, direttore della struttura complessa di Ematologia e del centro trapianti midollo osseo dell'azienda ospedaliera di Parma, è stato arrestato nell'ambito dell'operazione Conquibus (denaro) condotta dal Nas di Parma su mandato della locale Procura.

I reati contestati ai 36 indagati sono corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, comparaggio farmaceutico, abuso d'ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.


Oltre al dirigente medico, si trova ai domiciliari anche una imprenditrice perugina, Paola Gagliardini titolare della Centro servizi congressuali.

Applicate misure cautelari interdittive a carico di altri nove indagati tra medici universitari a Parma, fra cui Nicola Giuliani e Antonio Mutti (accusato di abuso d'ufficio e sospeso per un anno dall'insegnamento universitario e dall'esercizio della funzione di commissario nei concorsi pubblici) e rappresentanti del settore farmaceutico. Sequestrati 335mila euro provento delle condotte corruttive e del reato di truffa.

Tutti gli indagati.
Aversa è considerato un luminare italiano dell'ematologia, dipartimento che ha contribuito a fondare all'ospedale di Parma. Pioniere di innovative tecniche di trapianto di cellule staminali fino ad ottenere riconoscimenti internazionali per aver consentito, per la prima volta al mondo, il successo del trapianto anche tra soggetti non compatibili.

L'indagine, durata due anni dal 2015 al 2016 e avviata dopo la denuncia di un medico, ha evidenziato tre episodi di indebita induzione, cinque casi di corruzione e vari episodi di abusi d'ufficio con diramazioni in altre province.

Le reazioni del rettore Andreai e del dg del Maggiore Fabi.
Le case farmaceutiche coinvolte non hanno sede a Parma, alcune sono internazionali. A loro carico il Gip ha avviato le procedure per accertarne le responsabilità.


Al centro del sistema c'erano il professore universitario di fama internazionale e Gagliardini, referente di un ditta organizzatrice di eventi scientifico - formativi. Erano loro, per l'accusa, i vertici di una organizzazione che assicurava favori alle aziende farmaceutiche, report positivi o negativi per questo o quel medicinale, in cambio di sponsorizzazioni per convegni e contributi economici che finivano direttamente nelle tasche degli indagati.

Entrambi, infatti, con la complicità di altri professori e amministrativi universitari, medici, rappresentanti di aziende farmaceutiche, favorivano l'organizzazione di congressi scientifici durante i quali pubblicizzare i prodotti delle ditte che avevano sponsorizzato l'evento.

L'obiettivo - spiega il Nas guidato da Gianfranco Di Sario - era "adattare le prescrizioni di costosi farmaci per terapie salvavita secondo le esigenze e il profitto delle aziende farmaceutiche, promuovendone la divulgazione nei vari eventi congressuali, organizzati in violazione di norme e in contrasto con i principi di trasparenza e indipendenza scientifica".

Corruzione sanità, procuratore di Parma: "Come Tangentopoli, nulla è cambiato".

Un fenomeno non nuovo, già riscontrato ai tempi di Tangentopoli, ha ricordato il procuratore Alfonso D'Avino nel sottolineare come, a distanza di anni, la prassi illecita prosegua.

Per chi non aderiva alle sponsorizzazioni congressuali scattava la minaccia di ritorsioni, come il mancato inserimento dei medicinali nel prontuario dei farmaci o la mancata prescrizione nell'ambito delle attività ospedaliere. Mentre per le ditte generose veniva sostenuta la rimborsabilità dei farmaci presso le autorità regionali, al fine di favorirne le strategie economiche.

"Poco importa il contenuto tecnico del farmaco, conta il 'conquibus' cioè quello che può essere intascato. Per me collaborazione è io do una cosa a te e tu dai una cosa a me" il tenore delle intercettazioni di cui hanno parlato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa convocata nel palazzo della Procura.

Così veniva promosso l'inserimento di taluni farmaci oncologici nel prontuario regionale per ampliarne la diffusione sul mercato e ricevere il finanziamento del sistema sanitario nazionale; "un meccanismo ben articolato per promuovere un prodotto invece di un altro".

Corruzione sui farmaci: arrestato a Parma il professor Aversa, luminare dell'ematologia

D'Avino ha tuttavia sottolineato che dall'inchiesta non sono emersi risvolti di pericolo per la salute pubblica. Il comandante dei carabinieri Salvatore Altavilla ha invece voluto scindere le responsabilità personali dei convolti dall'ateneo nel suo complesso.

Un altro filone riguarda i concorsi truccati per il conferimento di assegni di ricerca; le prove erano solo apparenti dato che già erano stati individuati i vincitori, persone vicine ad Aversa. Accertate le nomine pilotate della commissione di gara e redazione di falsi verbali in cui si dava atto di attività concorsuali che non era state effettuate.

A carico di Aversa anche il reato di truffa aggravata: il professore svolgeva attività professionale fuori provincia anche se aveva un rapporto di lavoro in esclusiva con l'ospedale di Parma.

Per l'azienda ospedaliera parmigiana si tratta di un nuovo scandalo dopo quello che ha portato all'arresto, mesi fa, di Guido Fanelli, esperto in cure palliative, al termine dell'operazione Pasimafi. L'allora capo della Procura parlò di "corruzione quasi permanente".


mercoledì 3 ottobre 2018

Un nuovo gigante del Giurassico.


Rappresentazione artistica del gigante erbivoro Ledumahadi mafube, vissuto nel Giurassico e rinvenuto in Sudafrica (fonte: Viktor Radermacher, University of the Witwatersrand /Instagram: Viktorsaurus91)

Era un erbivoro, parente del brontosauro.

Un nuovo gigante di Jurassic Park emerge dal passato della Terra. Era un erbivoro quadrupede, parente del brontosauro, vissuto 200 milioni di anni fa nel Giurassico. Rinvenuto in Sudafrica, era grande il doppio di un moderno elefante africano ed è descritto sulla rivista Current Biology. 
I resti del gigante del Giurassico sono stati trovati da un gruppo dell’Università sudafricana di Witwatersrand, a Johannesburg, coordinato da Jonah Choiniere, in collaborazione con l’Università sudafricana di Città del Capo, quella britannica di Oxford, quella brasiliana di San Paolo e con il Museo di storia naturale del Sudafrica. L’animale è stato chiamato Ledumahadi mafube, ‘grande tuono dell’alba’ in lingua sotho sudafricana. I primi resti sono stati rinvenuti nel 2012, ma solo dopo anni di scavi è stato possibile attribuirli a una nuova specie di dinosauro.
I fossili comprendono alcune ossa delle vertebre e degli arti di un esemplare adulto di 14 anni di età, alto circa 4 metri e del peso approssimativo di circa 12 tonnellate. “Era tra i vertebrati più grandi ad aver mai camminato sulla Terra”, ha spiegato Choiniere. Grazie allo studio dello spessore dei fossili degli arti e al confronto con le ossa di alcuni animali viventi, i ricercatori hanno scoperto che il dinosauro camminava su quattro zampe, a differenza di alcuni dei suoi predecessori bipedi. “L’evoluzione di questi erbivori giganti non è stata, quindi, un processo lineare come si pensava finora - hanno concluso i paleontologi - ma con diversi tentativi di sperimentare l’andatura quadrupede”.

Nobel Chimica ad Arnold, Smith e Winter, premiata la chimica verde.


Dopo la Fisica un'altra donna, la quinta nella storia della Chimica.

Il Nobel per la Chimica 2018 è stato assegnato agli americani Frances H. Arnold e George P. Smith ed al britannico Sir Gregory P. Winter.
Con l'assegnazione ad Arnold, per la quinta volta nella sua storia, il Nobel per la Chimica viene assegnato ad una donna. La notizia arriva all'indomani dell'assegnazione del Nobel per la Fisica ad una donna, per la terza volta nella storia del Nobel.
E' la Chimica 'verde' la vincitrice del Nobel per la Chimica 2018: premiata la scoperta dei 'registi dell'evoluzione', come gli enzimi alla base di reazioni chimiche vitali, e con essa le numerose ricadute positive per tecnologie e processi di trasformazione amici dell'ambiente.
Una metà del premio è assegnata a rances H. Arnold per le sue ricerche, che hanno permesso di ottenere il controllo degli enzimi, e l'altra metà è divisa fra George P. Smith e Sir Gregory P. Winter per le ricerche condotte sulla genetica dei batteriofagi e sugli anticorpi.
Le ricerche di Arnold sono cominciate alla fine degli anni '70, quando era impegnata  sulle allora nuove tecnologie per l'energia solare. Lungo questa strada, decise di concentrare l'attenzione sugli enzimi, ossia sugli strumenti che l'evoluzione utilizza naturalmente per guidare e modificare la vita sulla Terra. 
Negli anni successivi le sue ricerche hanno dimostrato la possibilità di controllare e manipolare gli enzimi. Grazie a quelle tecniche oggi gli enzimi sono largamente utilizzati nella produzione di biocarburanti e farmaci, dagli anticorpi ad alcuni antitumorali.
Smith ha invece lavorato sui batteriofagi, ossia sui virus che infettano i batteri, trasformandoli in fabbriche di proteine. Wilson ha utilizzato le ricerche di Smith per controllare l'evoluzione degli anticorpi, in modo da ritagliarli 'su misura' per svolgere determinate funzioni. Nel 2002 il primo anticorpo ottenuto con questa tecnica, chiamato adalimumab, è stato approvato per la terapia dell'artrite reumatoide
Chi sono i premiati.
L'americana Frances H. Arnold, 62 anni, è insegna Ingegneria chimica, bioingegneria e biochimica nel California Institute of Technology (Caltech). Nata nel 1956 a Pittsburgh, ha studiato nell'università della California a Berkeley.
E' americano anche George P. Smith, 71 anni, è professore emerito dell'università del Missouri. Nato nel 1941 a Norwalk,ha studiato nell'università di Harvard e poi in quella di americana di University, nel Massachusetts.
Il britannico Sir Gregory P. Winter, 67 anni, è professore emerito del Laboratorio di Biologia Molecolare del Medical Research Council (Mrc) a Cambridge. Nato nel 1951 a Leicester, ha studiato nell'università di Cambridge.