sabato 25 gennaio 2020

Movimento 5 stelle ed altro.


Risultato immagini per frustrazione"

Diciamocelo francamente, il m5s ha perso preferenze perchè è stato duramente attaccato dai mass media, che hanno fatto credere che tutto ciò che di buono si andava facendo, fosse insignificante, inefficace;
- pertanto, le beghe interne al movimento poco hanno a che vedere con il calo di preferenze.
Le beghe interne, invece, hanno costretto Di Maio a rassegnare le dimissioni da capo politico perchè la pazienza ha un limite e Di Maio il suo limite l'aveva raggiunto e superato.

Così come il calo di preferenze della sinistra è dovuto al fatto che, con l'avvento del liberista e berlusconiano Renzi e le sue leggi di stampo destroide, la sinistra ne fosse uscita distrutta, inesistente.
Lo dico per esperienza personale: io ho sempre votato a sinistra, ma dopo i vari Bettino, sindacalisti vendutisi ai padroni, segretari che ne hanno svilito significato ed obiettivi, ho capito che il partito che si professava democratico e di sinistra aveva solo il logo che lo posizionasse in quella posizione, per tutto il resto era un partito di destra che promulgava leggi di destra, che favoriva la destra, votava con la destra, proteggeva i potenti e calpestava la forza lavoro che regge le sorti del paese.

Io, privata di gran parte dei diritti acquisiti, non mi sono più sentita rappresentata dalla finta sinistra ed ho approcciato il m5s con il quale mi sono sentita in sintonia.
Ma, come purtroppo succede quando si è in tanti ed "ogni testa è un tribunale", anche qui ci sono i traditori, gli ammalati di protagonismo, gli arrivisti ad ogni costo che, più che pensare a lavorare per noi, pensano a fare carriera.

Dopo quest'ennesimo tradimento credo che lascerò che tutto vada per il verso stabilito, quello voluto dai potenti (vedasi l'ascesa di Salvinetor), tanto ho bell' e capito che il mio parere, il mio voto valgono poco o, addirittura... nulla!


Cetta.

Calo delle nascite, ne vogliamo parlare?

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Calo delle nascite, ne vogliamo parlare?
Pare che al governo, con tutti i bonus dei quali usufruiscono i parlamentari, non sappiano quanto costa mettere al mondo un figlio.
Lo era già in passato, ma con l'andar del tempo nulla è stato fatto in positivo anche se di negativo s'è fatto tanto.
Sono diminuiti gli stipendi e, contemporaneamente, sono aumentati i costi dei prodotti di vario genere, il risultato, è palese, il potere d'acquisto è calato in modo vertiginoso.
Facciamo un esempio prima dell'euro: stipendio 3.600.000 lire, pagando un affitto di 800.000 lire, ti restavano 2.800.000 da spendere per tutto il resto; oggi con lo stesso stipendio: 1.800 euro, pagando 800 euro di affitto te ne restano solo 1000, considerando che tutti i prodotti al consumo sono aumentati a dismisura, resta ben poco per poter sopperire a tutte le necessità familiari e tanto meno per mantenere un neonato.
Se poi aggiungiamo che lo stipendio medio di un impiegato è di molto inferiore a quello evidenziato, chi mette al mondo un figlio può essere considerato un incosciente.

Quindi, se ne deduce che dobbiamo ringraziare i nostri insipienti politicanti da strapazzo se in Italia c'è un calo delle nascite...


Cetta.

venerdì 24 gennaio 2020

Le idi Di Maio. - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 24 Gennaio



Nel più bel discorso della sua carriera politica, quello dell’addio, Di Maio non ha fatto l’autocritica che l’avrebbe reso perfetto. Ma ha detto cose condivisibili. Soprattutto una: i partiti muoiono sempre per cause interne, mai per quelle esterne. I nemici esterni spesso le rafforzano, attaccandole e compattandole. Ma contro quelli interni non c’è rimedio. I 5Stelle, quanto a nemici, non si son fatti mancare nulla: sempre avuto tutti contro. Ed è stata la loro fortuna nel terremotare la Seconda Repubblica, come l’altro movimento antisistema, la Lega, nello scardinare la Prima. Ma la Lega è sempre stata monolitica, leninista, fideisticamente raccolta attorno a un capo: prima Bossi, poi Salvini. Ha subìto scandali giudiziari, scissioni politiche e disfatte elettorali, ha cambiato linea e alleati ogni due per tre, è stata data cento volte per morta, ma è sempre rinata dalle sue ceneri grazie a un boss carismatico che condannava all’irrilevanza chi ne usciva, anche se al governo non combinava mai nulla. Secessione, devolution, uscita dall’euro, sovranismo: zero risultati. Il M5S, pur molto simile nelle origini, è l’opposto: un movimento orizzontale e anarchico, con due fondatori carismatici – Grillo e Casaleggio sr. – ma nessun capo riconosciuto. Anche quando, per legge, se lo sono dovuto dare, nessuno l’ha mai trattato come tale (salvo quando vinceva).
Risultato: un ronzio di fondo cacofonico che sovrastava e oscurava non solo la parola del leader, ma anche le promesse mantenute. E questo un po’ per peculiarità strutturali: il continuo turn over per il limite dei due mandati e la selezione a caso dei candidati, raschiando il fondo del barile dei meetup ormai spompati , o attingendo dalla “società civile” (che può riservare felici sorprese, come Conte, o furbastri della poltrona, del soldo e della vetrina come tanti fuggiaschi in Parlamento e sabotatori nei consigli comunali). Un po’ per i vizi di molti italiani che si affacciano alla politica: individualismo, litigiosità, opportunismo, immaturità, velleitarismo, smania di protagonismo. Questo è il vero bivio dei 5 Stelle. Non piazzare Patuanelli o Taverna o Appendino o Dibba al posto di Di Maio per massacrare anche loro. Né decidere se farsi annettere dal Pd o dalla Lega, stabilendo una volta per tutte da che parte stare: la loro forza è restare “né di destra né di sinistra”, non per tornare a strillare dall’opposizione, ma per mantenere i propri punti cardinali, darsene di nuovi e valutare a ogni elezione chi sia il partner migliore per realizzarli (ora il centrosinistra, domani chissà). Cioè creare una comunità e formare una classe dirigente compatta che non si sfasci contro il primo scoglio.

Il leghista sciacallo del dolore usa pure Tommy, ma fa flop. - Sarah Buono


Il ladro elettorale di bambini. Zero programmi e contenuti: il “Capitano” fa campagna con l’inchiesta “Angeli e demoni”. Pochissimi i residenti.

Nessun simbolo della Lega, poche le bandiere di partito e ancora meno i politici o i candidati presenti. È il comizio più atteso e discusso di questa infinita campagna elettorale di Lucia Borgonzoni, in corsa per diventare la prima presidente leghista dell’Emilia-Romagna, ma non sembra. La piazza di Bibbiano, comune simbolo dell’inchiesta sulla presunta mala gestio degli affidi, non si scalda e non si riempie come avrebbe auspicato il Carroccio. Di fronte alla sede del Municipio, al massimo saranno presenti mille persone, incluse le decine e decine di giornalisti. Inviati del quotidiano Le Monde, corrispondenti dall’Olanda e dalla Spagna, tutti in cerca dello show di Matteo Salvini. “Questa non è una serata di partito ma una serata che dovrebbe riunire tutte le persone perbene perché quando si tratta di difendere i bambini dovremmo essere tutti uniti. I protagonisti saranno solo mamme, papà e bambini. Ci sono centinaia di vittime di ingiustizie, noi abbiamo chiesto a cinque testimoni di parlare a nome di chi non c’è più”.
Storie tragiche, di famiglie separate dai propri figli per una valutazione, forse, troppo affrettata ma che nulla hanno a che vedere con l’inchiesta “Angeli e Demoni” aperta dal procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini e dalla pm Valentina Salvi. È il dolore a sfilare sul palco oggi, non i programmi per la Regione o la politica. Quella, forse, è a pochi metri di distanza, con le sardine in piazza Libero Grassi. “Abbiamo aperto il vaso di Pandora, c’è un sistema e noi siamo le vittime, con Salvini ci siamo sentiti protetti, finalmente abbiamo sentito lo Stato vicino” racconta dal palco una delle madri testimoni. Così come successo sul palco di Pontida, storica kermesse leghista, su cui salì “Greta di Bibbiano”, una bambina in realtà lombarda.
C’è anche Sara De Ceglie, la mamma, in piazza con lo striscione della sua associazione “Bambini strappati”. A pochi metri campeggia anche il cartello “Comunisti ladri di bambini” mentre una signora agita una croce e inveisce contro “il gender”. Il vero nemico sembrano le unioni civili e gay, contro cui anche la candidata Borgonzoni si è scagliata nel suo programma promettendo la cancellazione della legge contro le discriminazioni e le violenze determinate dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere.
Non è un caso che uno dei, pochi, politici presenti in piazza Repubblica sia Mirko De Carli del Popolo della Famiglia, alleato per le prossime elezioni. C’è anche Massimo Casanova, proprietario del Papeete ed eurodeputato eletto con il più alto numero di preferenze tra i leghisti alla scorsa tornata elettorale, e l’ex ministro Roberto Calderoli. Sul palco non salgono, lo spazio è solo per le famiglie spezzate.
Come quella di Tommaso Onofri, rapito e ucciso nel 2006 a Parma per chiedere un riscatto. “Mi sento vicina ai bambini di Bibbiano, hanno usato il nome di mio figlio nelle loro relazioni false, ma lui e noi non c’entriamo nulla, Matteo mi ha dato la possibilità di sfogarmi e spero che tutti insieme possiamo cambiare qualcosa” ha gridato Paola Pellinghelli, la madre. Nelle carte dell’inchiesta “Angeli e demoni” è emerso come Federica Anghinolfi, responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza indagata, avrebbe usato il nome del piccolo Tommy per convincere i suoi sottoposti dell’esistenza di una rete di pedofili satanisti: tra le vittime, secondo Anghinolfi, ci sarebbe stato anche lui. Un fatto non vero e privo di alcun fondamento. “Ci sono oltre 26 mila bambini lontani, spesso per motivi giustificati ma se anche uno solo fosse lontano senza motivo allora è dovere di un popolo civile riportarlo a casa. Dobbiamo differenziare sull’accordo condiviso, mamma e papà possono anche litigare ma i bambini devono rimanere con le famiglie. Massimo disprezzo per quelle strutture che sui bimbi hanno fatto i soldi, viva Bibbiano e sappiate che sono pronto a dare la vita per riportare a casa questi bambini, giù le mani dai bambini” è la chiusa del leader leghista: l’unica che scalda la piazza.
A sentire le voci dei presenti sono pochi i bibbianesi autoctoni. Il paese sembra deserto, post evacuazione, i residenti scomparsi, chiusi nelle proprie case. “Qui siamo comunisti e ne andiamo fieri, sono uscito da casa solo quando ho visto che Salvini se ne era andato”. L’amico vicino sorride ma non conferma: “Dicono così ma poi votano Lega nel segreto dell’urna”.
Due giorni di attesa e lo sapremo. Nel frattempo Salvini, dopo la piazza del reggiano e aver esaurito la coda per farsi il selfie con lui, si è diretto a gran velocità alla discoteca bolognese Matis per concludere la serata. Da Bibbiano alla disco, tutto nella stessa serata. L’ennesima prova della strumentalizzazione vista ieri.

giovedì 23 gennaio 2020

L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. fu così violenta da vetrificare il cervello delle vittime.

eruzione vesuvio 
Uno specchio emerso dagli scavi di Pompei.

È quanto emerso da uno studio condotto dagli archeologi dell'Università di Napoli e pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il calore rilasciato dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C è stato 100mila volte superiore a quello sperimentato durante l'esplosione delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Le temperature sono state così alte in alcune zone da vetrificare la materia grigia di un uomo. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dagli archeologi dell'Università di Napoli e pubblicato sul New England Journal of Medicine.
L'energia termica dell'eruzione ha vaporizzato i fluidi corporei delle vittime e ha sparso roccia fusa, pomice e cenere ardente sulle città di Pompei ed Ercolano. Secondo i ricercatori, la maggior parte delle vittime è deceduta per asfissia, soffocando a causa delle nuvole di gas tossico e della cenere. Uno studio del 2001 pubblicato sulla rivista Nature ha stimato una temperatura di 300° Celsius sulla città di Pompei, e altre ricerche condotte in seguito sembrano confermare temperature simili anche per la città di Ercolano. Il nuovo studio si è basato sull'analisi di un centinaio di scheletri ritrovati sul litorale di Ercolano, dove il team di ricerca guidato da Pierpaolo Petrone dell'Università di Napoli ha ipotizzato si fossero rifugiate le persone che non sono riuscite a scappare.
Dai risultati sono emersi nuovi dati relativi all'evento eruttivo. "C'erano alte concentrazioni di ferro, che potrebbero indicare i fluidi corporei evaporati, e numerose fratture nelle ossa, prove dell'esposizione a picchi di calore improvvisi, nonché crepe nelle calotte craniche", spiegano i ricercatori. "Tutto ciò sembra indicare che i flussi piroclastici abbiano scaldato il tessuto cerebrale, facendo letteralmente esplodere i crani delle vittime", aggiunge.
Ma un corpo in particolare ha suscitato diverse domande negli archeologi: una vittima, recuperata negli anni '60, trovata su un letto di legno che presentava resti di materia grigia nel cranio. Secondo il team di Petrone, il calore estremo potrebbe aver "saponificato” la materia cerebrale, trasformandola quindi in glicerolo e acidi grassi. Il tessuto cerebrale del corpo era stato però "vetrificato", cioè trasformato in vetro. Piero Pucci, coautore dell'articolo e ricercatore presso il Centro di ricerca sulle biotecnologie avanzate Ceinge, ha analizzato il materiale vetroso all'interno del cranio, trovando tracce di acidi grassi come trigliceridi, comuni nel cervello umano, insieme a componenti di capelli, quando nessuna di queste sostanze è stata trovata nella cenere o nel carbone circostante nel sito in cui è stato trovato il teschio, indicando che il materiale era molto probabilmente materia cerebrale. Il team di ricerca ha dedotto che le temperature avrebbero potuto raggiungere i 520° C. "Il calore è stato in grado di bruciare il grasso corporeo e vaporizzare i tessuti molli.
Il materiale vetroso indica la conservazione indotta termicamente del tessuto cerebrale umano vetrificato", spiegano gli autori. Non tutti sono d'accordo con le conclusioni di Pucci e Petrone. Tim Thompson, antropologo forense presso la Teesside University nel Regno Unito, ha riferito alla bioarcheologa Kristina Killgrove che non ritiene plausibile la teoria della vaporizzazione, preferendo la propria teoria alternativa secondo cui le vittime di Ercolano potrebbero essere state essenzialmente "cotte" dal calore di intensità più bassa . "Non sappiamo ancora con certezza tutti gli effetti che l'eruzione vulcanica del 79 d.C. ebbe sul corpo umano. Ma le nuove ricerche sulle cause di morte stanno aprendo nuove frontiere per capire cosa è successo nel Golfo di Napoli quel fatidico giorno", scrive Killgrove in un articolo pubblicato su Forbes. 
Il virus della Cina è arrivato all'uomo dai serpenti © ANSA
Il virus della Cina è arrivato all'uomo dai serpenti.

Lo indica l'analisi della mappa genetica.

Il virus cinese 2019-nCoV è arrivato all'uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all'uomo. Lo indica l'analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti. 

Come è accaduto in passato con i virus dell'influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l'indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. "I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV", scrivono i ricercatori. Le analisi genetiche aggiungono così una tessera fondamentale al mosaico della composizione genetica del virus 2019-nCoV, nel quale finora era chiaramente riconoscibile solo la sequenza della parte di virus ereditata dai pipistrelli e identificata fin dall'inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015; restava da risolvere il mistero della provenienza dell'altra metà del virus.
Adesso è chiaro che il virus 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di uno che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Ricombinandosi geneticamente nei serpenti, quindi, il nuovo virus ha fatto il cosiddetto 'salto di specie', acquisendo nuovi recettori che gli permettono di legarsi alle cellule del sistema respiratorio umano. "Le nuove informazioni ottenute dalla nostra analisi evoluzionistica - rilevano i ricercatori - sono molto importanti per il controllo dell'epidemia causata dalla polmonite indotta dal virus 2019-nCoV".
   

L’arrivederci bellico di Di Maio: “I peggiori traditori tra di noi”. - Luca De Carolis

L’arrivederci bellico di Di Maio: “I peggiori traditori tra di noi”

Non è un addio contrito, è un arrivederci con sillabe di guerra. Non è un lasciare il campo, è una ritirata per vedere quali e quante sono per davvero le truppe degli altri, ma presto, di certo dopo gli Stati generali di metà marzo, se la dovranno rivedere con lui. “Sono qui per rassegnare le mie dimissioni da capo politico” scandisce Luigi Di Maio dopo quasi tre quarti d’ora di discorso dentro il Tempio di Adriano, a due passi dalla Camera. Non ha voglia di dirla quella parola, ma alla fine deve formalizzare il passo indietro, con Vito Crimi che da Statuto gli subentra come reggente, in qualità di membro anziano del comitato di garanzia, e subito dice che “Di Maio non sarà più il capo delegazione dei 5Stelle”. Ma non è così, almeno non ancora, perché nella riunione mattutina con i ministri, quella in cui conferma le dimissioni, il 33enne di Pomigliano d’Arco è laconico: “Ne parleremo”.
Cioè sarà tutta da discutere, con i non dimaiani che invocano il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli per quel ruolo. Ma prima c’è la fine di un’esperienza “Oggi si chiude un’era, il Movimento deve rifondarsi” apre Di Maio. E il suo lungo addio è una cascata di accuse ai traditori, ai nemici interni, “quelli che distruggono sempre i partiti”. Il vero motivo dell’addio, fa capire. Ma c’è anche una promessa di rivincita, che ripete più volte: “Io non mollo, il Movimento è la mia famiglia”. In testa ha quello, Di Maio: lasciare qualche settimana il M5S con un reggente. Evitare che gli Stati generali siano un vero congresso, senza una conta di cui non può prevedere gli esiti. E poi riprendersi tutto, contando sull’incapacità di tutti gli altri di costruire un capo o una proposta alternativa. Ma ora lascia, e ci pensava da tempo. “Questo discorso ho cominciato a scriverlo un mese fa”, rivela. Poco dopo aver visto a Roma Beppe Grillo, che cita con due mezze frasi, per assolvere il compito. Neanche un’ombra di autocritica, ma tanta rabbia. “La prima stesura del discorso era ancora più dura” sussurrano mentre dal palco Di Maio comincia a disseminare quel verbo, “fidarsi”, ed è come inveire contro i traditori. “Io mi fido di noi, di voi e di chi verrà dopo di me” giura. Attorno a lui anche i facilitatori di vario ordine e grado, i volti della nuova struttura. “Ci ho lavorato un anno, adesso ho esaurito il mio compito” scandisce. Ora sarà la transizione verso la tre giorni di marzo, dove però non si voterà un nuovo capo politico o un nuovo assetto. “Agli Stati generali discuteremo sul cosa, subito dopo passeremo al chi”. Cioè a un nuovo capo, o a un organo collegiale. Nell’attesa, vuole regolare i conti. “Alcuni di noi si sono prestati al gioco del tutti contro tutti, il rumore di pochi ha coperto il lavoro di moltissimi” è la prima di tante accuse, celebrate con grandi applausi dalla sua platea.
E fa l’elenco dei nemici. “C’è chi è stato nelle retrovie e, senza prendersi responsabilità è uscito allo scoperto solo per pugnalare alle spalle” ringhia, e in diversi in sala soffiano il nome di Alessandro Di Battista. Poi ne ha per l’ex ministro Lorenzo Fioramonti e altri esuli grillini: “Te ne vai dal Movimento e poi continui a votare la fiducia dal Misto? Non è politica: è psichiatria”. Ma ci sono fendenti anche per l’espulso Gianluigi Paragone: “Ho trovato assurdo l’attacco ai probiviri, noi chiediamo il rispetto delle regole”. E ce l’ha sempre con il senatore ma anche con molti altri, quando difende la piattaforma web: “Sei stato eletto in Parlamento con Rousseau e poi la metti in discussione?”. Il ministro ha parole di miele per i Casaleggio, per Gianroberto e il figlio Davide, “un fratello maggiore”. Ed è ufficialmente gentile con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.“Su alcune cose non siamo stati sempre d’accordo - ammette - ma devo riconoscergli una capacità politica e un’onestà intellettuale rara. Sono orgoglioso della scelta che abbiamo fatto”.
E pare un modo per ricordare che a Palazzo Chigi ce l’hanno portato loro, i 5Stelle. D’altronde la rotta politica di Di Maio è diversa da quella di Grillo e Conte. E il ministro lo sottolinea, parla dell’esigenza di un approccio “post ideologico” su molti temi, a partire dall’immigrazione. Insomma, niente confluenza nel centro - sinistra. E il suo futuro? “Vedremo, non è detto che arriverà un nuovo capo politico” temporeggiano i suoi. Ma non è affatto escluso. E in qualunque forma, lui vorrà esserci. Pronto a tornare quello che sente di essere, il capo.