giovedì 18 gennaio 2024

La vera storia dell’umanità è scritta nelle tavolette sumere tradotte da Zecharia Sitchin? - Deslok

 

Se pensavate che la Genesi fosse in qualche modo l’unica nella storia della nostra creazione ed esistenza, gli antichi testi di culture diverse vi diranno che siamo qua da molto tempo prima. In realtà, non solo molti i testi antichi che parlano di una narrazione “storica” ​​molto simile, ma sembrano dare più dettagli e aggiungere in maniera molto intrigante a tutte le informazioni di storia.

Una di queste storie è quella delle tavolette sumere di 20.000 anni fa, di cui l’archeologo e scrittore Zecharia Sitchin ha tradotto in 20 anni. Quello che ha trovato ha cambiato tutta la sua vita. Zecharia cominciò a tradurre 50 anni fa, quando non c’erano altri traduttori Sumeri e la complessità delle tavolette in sé era molto difficile. Sono state scritte in un periodo di tempo molto lungo, e hanno seguito i cambiamenti linguistici dell’antica lingua sumera.

Tuttavia, dopo 20 anni di duro lavoro, Zecharia finalmente è venuto fuori con una traduzione di ciò che sostiene di essere un’autobiografia di un alieno da un pianeta chiamato Nibiru. Il nome di questo alieno era Enki. Ciò che è molto interessante, la storia della autobiografia di Enki inizia molto prima della comparsa dell’Homo Sapiens, o come specie. Si inizia con la storia di Enki, che arrivò sulla Terra insieme ad altri 20 astronauti e sua moglie alla ricerca di un materiale che permette il perpetuarsi della vita sul loro pianeta: l’oro.

Le tavolette dicono che l’atmosfera del pianeta necessitava di polvere d’oro per riflettere la radiazione ultravioletta, perchè la vita su Nibiru era molto difficile.

Durante il tentativo di scavare il prezioso materiale della Terra, gli dèi sumeri (come poi vennero chiamati) non potevano sopportare i problemi fisici. Fu allora che Enki ha avuto l’idea di creare dei “servi” miscelando il suo DNA con ominidi esistenti sulla Terra. La missione di creare esseri umani senzienti, come siamo oggi, è stata data a Ninhursag, la moglie di Enki. Secondo le tavolette, era medico e scientifico e sapeva come usare la modificazione genetica sugli ominidi per farli diventare Homo Sapiens.

Come è questo collegato con tutto il resto? Ci sono molte teorie che gli esseri umani sono stati effettivamente creati attraverso l’intervento “divino”, lungo il percorso evolutivo che è già stato testato. Mentre alcuni chiamano per l’appunto “intervento divino”, altri ritengono che questo “intervento” era “estraneo”. Zacharia Sitchin ritiene che le tavolette dicono molto di quello a cui non siamo riusciti a dare una spiegazione circa la storia del mondo e del nostro sistema solare. Egli ritiene che l’anello mancante potrebbe proprio essere il risultato di un intervento da parte degli Anunnaki, o gli alieni da Nibiru.

Sitchin sostiene che il pianeta Nibiru è il pianeta 10 nel nostro sistema solare (oltre Plutone), con un ciclo di rotazione di 10.000 anni. Egli attribuisce la grande alluvione, che è stato descritta in quasi tutte le religioni del mondo, l’attrazione gravitazionale di Nibiru, quando “una volta sorgeva nei pressi della Terra” e sostiene che Nibiru tornerà.

Tuttavia, molti storici si oppongono a Sitchin e all’idea dell’esistenza degli alieni Anunnaki sospettando sulla precisione della traduzione delle tavolette. La ragione dietro il sospetto sta nel fatto che le tavolette hanno dimostrato variazioni nel linguaggio lungo il tempo e che non possono essere tradotte semplicemente seguendo la regola generale.

a cura di Hackthematrix

https://www.hackthematrix.it/la-vera-storia-dellumanita-e-scritta-nelle-tavolette-sumere-tradotte-da-zecharia-sitchin-video/?feed_id=169191&_unique_id=65a8be7572149

mercoledì 17 gennaio 2024

AUTONOMIA DIFFERENZIATA; IN SENATO IL FUNERALE DEL PAESE. - Pino Aprile

 


Parteciperemo a un funerale, martedì a Roma, al Senato: con il varo dell’Autonomia differenziata si celebra l’inizio della fine di questo Paese mai davvero unito e della decenza, dell’equità, della Costituzione che, sia pure solo a chiacchiere, riconosce pari diritti a tutti gli italiani (non avendoli mai avuti, nello stato a parole unitario, i terroni non sono evidentemente ritenuti italiani. Infatti, all’università, a proposito del cosiddetto Risorgimento, distinguono fra “italiani” e “borbonici”, ovvero gli abitanti dell’ex Regno delle Due Sicilie, la cui lingua ufficiale era l’italiano, mentre Cavour, Vittorio Emanuele II e gli altri parlavano francese).

Il capolavoro razzista della Lega, infatti, il disegno di legge sull’Autonomia differenziata per rendere costituzionale il riconoscimento di ulteriori privilegi al Nord (a spese di tutti) e la negazione di diritti fondamentali ai colonizzati del Sud, esordisce martedì 16 al Senato. I parlamentari meridionali della maggioranza, a quanto si sa, sono pronti a votare questa porcheria, per conservare al proprio culo il pagatissimo seggio, un po’ come i neri che aiutavano i negrieri a fare schiava la propria gente, perché ci guadagnavano, vendendo loro le catene.
C’è poco da sperare dagli onorevoli terroni, considerando che hanno già approvato l’ordine del giorno della Lega, per chiedere una legge in base alla quale pagare di meno gli insegnanti del Sud; hanno fatto passare il furto di quasi quattro miliardi dal fondo di perequazione destinato ai Comuni più poveri del Sud; hanno condiviso lo svuotamento del Pnrr di progetti per il Sud da finanziare con i fondi europei e la proposta di usare le risorse Coesione-e-Sviluppo, che pur essendo all’80 per cento per il Sud, verrebbero dirottate altrove; hanno assistito silenti e complici alla sottrazione, finora, di circa 20 miliardi di euro destinati al Sud e alla cancellazione del Mezzogiorno dall’agenda di governo, sino alla folle idea della Zes (Zona economica speciale) unica per tutto il Sud, misura ingannevole che intanto ha bloccato quelle già esistenti e funzionanti, e che accentra il “sì” per ogni iniziativa nel Mezzogiorno, fosse pure una sorta di B&B, nelle mani di un potere politico centrale, romano: di fatto, la dichiarazione ufficiale dello stato di colonia interna.
Addirittura, uno dei due relatori dell’infame disegno di legge dell’Autonomia differenziata è molisano, Costanzo Della Porta!
Vi ricordo che l’autore dell’immondo disegno di legge è quel Roberto Calderoli che solo astuzie e lungaggini processuali salvano da una probabilissima sentenza definitiva per razzismo, essendo stato condannato già in primo e in secondo grado e, dopo il passaggio in Cassazione, di nuovo in primo grado. Quel Calderoli che vanta di aver avuto dal padre l’educazione umana e politica riassunta nella frase: “Bergamo nazione, tutto il resto è meridione”. E che, rubando a Goebbles il concetto con cui giustificava lo sterminio degli ebrei (animali, non esseri umani), definì i napoletani “Topi da derattizzare”. E uno così, in Italia, diviene ministro!, e gli danno da stuprare la Costituzione. Ed è lui il parlamentare più influente del partito che ha, come segretario nazionale, un tale che ha dovuto patteggiare una condanna per razzismo contro i napoletani, Matteo Salvini (uno così, Italia, diviene nientemeno che vice capo del governo, con la complicità del partito che si dice “della Nazione”, FdI, e nel 2018, dei cinquestelle). Partito che, incredibilmente, ha parlamentari e dirigenti meridionali. Del resto, ad amministrare le colonie nell’interesse della potenza colonizzatrice, sono dirigenti locali “al servizio”.
Chissà a cosa pensava Fabrizio de André, quando scrisse che “lì ci troverai i ladri, gli assassini e il tipo strano/
quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano”.
Con l’Autonomia differenziata, nel patto indecente siglato il 28 febbraio 2018 da governo Gentiloni (Pd) e Regione Veneto (Zaia, Lega), si prevede che, con il trasferimento di competenze dall’amministrazione centrale a quelle regionali, si consenta a queste di trattenere sino al 90 per cento delle tasse statali (sulla percentuale si discute); si pretende che divengano di proprietà regionale i beni demaniali di Stato e opere pubbliche costruite con soldi di tutti gli italiani (che verrebbero derubati di quanto loro appartiene); si chiede addirittura che se il Paese dovesse sprofondare, a loro, e solo a loro, si dovrebbe garantire un flusso di risorse non inferiore alla spesa storica (quindi, uno Stato fallito dovrebbe svenarsi per mantenere il loro attuale livello di vita). E altre bestialità del genere.
Vi diranno che alcune di queste cose sono state attenuate nelle versioni successive. Fumo negli occhi, visto che quel testo rivela le ragioni e i fini per cui si è dato in via a un tale scempio.
Tutte queste schifezze (su cui la politica nord-centrica, dalla Lega al Pd è sempre stata unanime contro il Sud, vedi l’intesa perfetta fra i presidenti leghisti Fontana, della Lombardia, Zaia, del Veneto e il piddino presidente dell’Emilia Romagna, Bonaccini) son possibili in seguito allo stupro della Costituzione compiuto nel 2001, con la devastazione del Titolo V, da un altro governo di centrosinistra. La foglia di fico per far passare il mostro sono i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni da garantire in egual misura e qualità a tutti i cittadini (salute, istruzione, trasporti, eccetera). Di fatto, in 23 anni, i Lep non sono stati varati. Ora, in pochi mesi, la pagliacciata calderoliana con uso di ministero e pletora di alti nomi in acconciata Commissione ai desideri del leghista ordinante, ha buttato giù una indicazione dei Lep.
Ma, per legge, il passaggio di competenze dal governo alle Regioni deve avvenire senza aggravio di spesa e solo per tre di quei poteri (ufficialmente 23, di fatto, quasi 500), sanità, istruzione e trasporti, servirebbero da 80 a 100 miliardi, calcolò il precedente ministro alle Regioni, Francesco Boccia, Pd. Ed ecco che il ministro contro il Mezzogiorno, quel Raffaele (Buio) Fitto, salentino di Maglie, propone di stornare i FSC (fondi per lo sviluppo e la coesione), all’80 per cento del Sud, e usarli per far contenta la Lega.
Molti parlamentari meridionali del centrodestra, per non ammettere la vergogna del sostegno a un’azione contro il Sud di portata storica, forse definitiva (su questo, il Paese può spaccarsi. E chissà se sarebbe davvero un male), ripetono a cantilena le patacche che i loro capibastone spacciano come vere: l’Autonomia servirà anche al Sud, il Sud diventerà più responsabile, le Regioni meridionali potranno sfruttare le loro specificità… Palle, colossali palle: o sono talmente ignoranti da non capirlo o tanto falsi da fingere di crederci. Le risorse sono quelle che sappiamo e sono in calo, se le Regioni più ricche ne trattengono ancora di più, non resterà nulla nemmeno per il poco che c’è adesso, a Sud.
Ma per finanziare i Lep, anche le Regioni del Sud potrebbero trattenere parte delle tasse statali, obiettano. Vero, ma un conto è trattenere una certa percentuale di molto e un conto trattenere la stessa percentuale, ma di poco, visto che al Sud il reddito medio è circa metà di quello del Nord. Ci prendono in giro. Già adesso, con questo sistema, non ancora portato alle stelle dall’Autonomia differenziata, i Comuni del Mezzogiorno devono imporre, per necessità, tasse locali più alte che al Nord, ma ne ricavano così poco, che non riescono comunque a garantire quello cui i cittadini avrebbero diritto. Gli italiani che pagano di più sono quelli di Reggio Calabria, per avere molto meno di altri.
Altra foglia di fico con cui tanti parlamentari terroni cercano di nascondere la loro cattiva coscienza è dire che ormai “qualcosa bisogna dare”, magari competenze che non prevedono il calcolo dei Lep, così la Lega può gridare alla vittoria prima delle elezioni europee, e di fatto non si cede quasi nulla. Non è vero: una volta aperta la strada, passerebbe tutto. Ma se Fratelli d’Italia non converge sull’Autonomia differenziata (AD), la Lega blocca la riforma del Premierato per dare più forza al capo del governo. Un’altra bestialità: per avere più poteri al centro, Giorgia Meloni trasferisce i poteri dal centro alle Regioni. Ma ci fanno o ci sono? La verità è che hanno trasformato questi temi in bandiere di partito e devono andare avanti anche se sanno che sono incompatibili.
Ovviamente, se passasse questa schifezza dell’Autonomia differenziata (che comunque deve avere l’ok del Senato, poi della Camera dei deputati, poi un nuovo “sì” di entrambe le aule), le disuguaglianze fra Nord e Sud in Italia, già adesso le più grandi del mondo sviluppato, esploderebbero. E il Paese (come dimostrato storicamente, quando il livello di disparità supera una certa quota-limite) potrebbe spezzarsi. Paradossalmente, forse sarebbe la salvezza del Sud, dopo una fase iniziale durissima.
Quasi quasi, riesce difficile scegliere cosa augurarsi, se l’estremo atto di uno Stato razzista con il varo dell’AD o il rinsavimento dell’ultimo minuto di un Paese che ha perso la testa, e finalmente una botta di coraggio e orgoglio dei parlamentari terroni stufi di un blocco politico economico nord-centrico che, superando le distinzioni di partito (vedi proprio l’AD), da oltre un secolo e mezzo concentra risorse e investimenti pubblici solo in una parte del Paese (grandi eventi, autostrade, aeroporti, centri di ricerca, rete ferroviaria, alta velocità, sedi di Authority europee, diritti di scalo portuali…).
Noi martedì staremo al funerale che si terrà al Senato, e con l’elenco dei senatori meridionali. I quali speriamo ci sorprendano felicemente. Altrimenti, non dovrebbero stupirsi se, votando proni ai comandi dei loro partiti-padrone, ricevessero dai propri elettori messaggi tipo: “Ci indica, per favore, l’indirizzo a cui dobbiamo inviarLe i trenta denari che si è guadagnati per averci venduto? Grazie”. 

Lampade di Dendera.

 

Le cosiddette lampade di Dendera sono dei bassorilievi con geroglifici scoperti dall'archeologo francese Auguste Mariette nel 1857 a circa 70 km da Tebe, nel tempio di Hathor a Dendera, situato nell'omonima località dell'Egitto, sulla riva occidentale del Nilo.

Sotto il tempio vennero rinvenute ampie cripte che, ripulite dalla sabbia, mostrarono stanze con pareti ricoperte da lastre di pietra scolpite. Le stanze apparterrebbero al primo nucleo del tempio, risalente al XV secolo a.C., mentre l'attuale costruzione che ad esse si è sovrapposta è di epoca tolemaica e romana. Le lastre scolpite si riferiscono ad una decorazione della fase tolemaica. Le immagini raffigurano Harsomtus, sotto forma di serpente, che emerge da un fiore di loto che di solito è attaccato alla prua di una chiatta. La cosiddetta "lampada di Dendera" è una variazione di questo motivo, mostrando Harsomtus in un contenitore ovale chiamato hn, che potrebbe rappresentare l'utero della dea Nut. A volte un pilastro Djed sostiene il serpente o il contenitore. Un motivo strettamente correlato è "dio che riposa sul fiore di loto". Alcuni studiosi hanno invece interpretato le raffigurazioni come antiche lampade a incandescenza.

Negli anni Settanta gran parte delle lastre vennero trafugate e rimasero solo le pareti di una delle stanze. Qui si trovano raffigurati alcuni sacerdoti del tempio nell'atto di officiare riti intorno ad un oggetto, probabilmente un fiore di loto.

Interpretazioni dei bassorilievi.

Gli egittologi interpretano i bassorilievi come simbologia integrata nella mitologia egiziana: il serpente primordiale che nasce da un fiore di loto è un mito egizio conosciuto e anche il sostegno è un simbolo ricorrente nell'arte egiziana, collegato con Osiride e raffigurante la sua spina dorsale. La scena dovrebbe pertanto rappresentare la costruzione di due santuari primordiali. A questo stesso ambito riporta il significato dei geroglifici iscritti.

Le raffigurazioni sono invece state interpretate dai sostenitori della cosiddetta archeologia misteriosa o pseudoarcheologia come degli antichi tubi di Crookes, apparecchi in grado di emettere radiazioni (un dispositivo che venne inventato circa dieci anni dopo la pubblicazione dei disegni di Dendera da parte del suo scopritore Auguste Mariette). Il gambo del fiore di loto è stato interpretato come un cavo elettrico di alimentazione; un sostegno che rappresenta parte della colonna dorsale del dio Osiride verrebbe invece interpretato come un avvolgimento elettrico e dei serpenti raffigurerebbero le serpentine che si trovano all'interno dei tubi di Crookes. Infine, un dio tiene in mano due pugnali, e questo viene interpretato come un segnale di pericolo che si troverebbe proprio in corrispondenza del punto in cui dal tubo di Crookes escono i raggi X.

Infine, i due Djed, oggetti di culto rinvenuti in molti disegni e bassorilievi egizi ma la cui funzione è tuttora incerta e dibattuta, uniti a ciascuna delle (presunte) lampade, svolgerebbero la stessa funzione dei nostri moderni isolatori elettrici.

Immagine: Un bassorilievo raffigurante una "lampada" di Dendera - Pubblico dominio

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martedì 16 gennaio 2024

Sontuoso tempio di 2.600 anni fa trovato sull’isola greca di Eubea. - Lucia Petrone

 

Gli archeologi che hanno effettuato gli scavi presso il santuario di Artemis Amarysia ad Amarynthos, sull’isola greca di Eubea, hanno rivelato nuove informazioni sulla configurazione del tempio.

Il team di esperti ha portato alla luce un tempio costruito intorno al 700 a.C. lungo più di 30m. Secondo gli archeologi questa misura “perfetta” si riscontra su altri monumenti dello stesso periodo. Gli archeologi sono rimasti sorpresi quando hanno scoperto che la pianta del tempio era absidata (con un’abside semicircolare a un’estremità), cosa insolita per quel periodo. Durante l’antichità, il santuario era il centro di culto dedicato ad Artemide (la dea della caccia, degli animali selvatici e della natura). Gli archeologi hanno trovato focolari o altari dove venivano sacrificati animali in onore di Artemide, oltre a strati di cenere e ossa di animali calcinate. All’interno del tempio, sono state scoperte piattaforme di pietra dove probabilmente venivano sacrificati animali bruciandone parti come offerte ad Artemide. I buchi nel tetto hanno permesso al fumo degli incendi di fuoriuscire. Gli archeologi hanno scoperto numerosi manufatti antichi, tra cui gioielli, strumenti e vasi, che un tempo erano offerte lasciate dai visitatori precedenti, durante gli scavi nel terreno vicino al tempio. Una scultura in avorio di un personaggio egiziano, che illustra come persone provenienti da terre lontane portassero doni esotici, è stata una scoperta particolarmente insolita.

Le prove suggeriscono che il primo tempio fu in seguito parzialmente bruciato, quindi ricostruito più piccolo utilizzando mattoni di fango prima che ne fosse costruito uno ancora più grande intorno al 500 a.C. Il tempio si trova ai piedi di una collina occupata fin dall’età del bronzo, oltre 3.000 anni fa. Fori profondi scavati dagli archeologi hanno trovato resti più antichi risalenti al 900-800 a.C. e persino oggetti dell’età del bronzo come una testa di toro in terracotta datata intorno al 1200 a.C., dimostrando che le persone avevano onorato Artemide in questo luogo per migliaia di anni. Documenti rinvenuti in un antico palazzo attestano l’esistenza di una città denominata Amarynthos nelle vicinanze del tempio tra il 1500 e il 1100 a.C. (periodo miceneo). Vedere monumenti risalenti a molto tempo fa probabilmente ha aumentato il significato religioso della zona. Dopo molti scavi e scoperte, gli archeologi ora stanno esaminando attentamente le loro scoperte nei laboratori.

https://www.scienzenotizie.it/2024/01/14/sontuoso-tempio-di-2-600-anni-fa-trovato-sullisola-greca-di-eubea-0578014

Il piccolo genio della natura: le formiche rivelano un'inaspettata conoscenza dei semi. - Hasan Jasim by David Attenborough

 

Che scoperta incredibile! Gli scienziati hanno scoperto che le formiche, dopo aver raccolto i grani e i semi necessari per l'inverno, dividono quei semi a metà prima di conservarli nei nidi perché spezzarli in due impedisce loro di germinare anche attraverso la pioggia e le condizioni germinative più perfette. Ma gli scienziati sono rimasti sbalorditi quando hanno scoperto che i semi di coriandolo conservati nel nido di formica erano stati suddivisi in 4 pezzi invece che in 2 pezzi. Dopo una ricerca di laboratorio, gli scienziati hanno scoperto che un seme di coriandolo germinerà ancora dopo essere stato diviso in due, ma non germinerà dopo essere stato diviso in quattro parti. Come fanno queste piccole creature a sapere tutto questo? Gli umani sanno molto poco, c'è molto da imparare dalle altre creature

lunedì 15 gennaio 2024

il manoscritto di Voynich. - Ethos

 

Nelle profondità della storia, avvolto nel mistero, si trova il manoscritto di Voynich, un'opera che sfida la comprensione umana da secoli. Scoperto nel 1912 dal mercante di libri antichi Wilfrid Voynich, questo intrigante documento ha affascinato linguisti, storici, crittografi e appassionati di misteri allo stesso modo.
La prima cosa che attira l'attenzione quando apre il manoscritto di Voynich è la sua lingua incomprensibile. Composto da caratteri unici, non assomiglia a nessuna lingua conosciuta, il che ha portato a numerosi tentativi di decifrazione. Nonostante gli sforzi dei migliori crittografi, compresi quelli che hanno infranto i codici nelle guerre mondiali, il testo rimane un codice indecifrabile.
Accompagnando il testo, le illustrazioni del manoscritto aggiungono alla sua aura di mistero. Queste pagine sono decorate con disegni di piante sconosciute, simboli astrologici, figure femminili che fanno il bagno in strutture strane e diagrammi complessi. Alcuni suggeriscono che queste immagini potrebbero indicare conoscenze di botanica, astronomia e forse alchimia, ma il loro vero scopo rimane un enigma.
Nel corso degli anni sono emerse innumerevoli teorie sull'origine e il contenuto del manoscritto. Alcuni lo considerano un trattato medico, altri un compendio di conoscenze alchemiche, e c'è anche chi lo considera una frode elaborata. Tuttavia, la sua autenticità è stata supportata da analisi di datazione al radiocarbonio, che colloca la sua creazione nel XV secolo.
Il manoscritto di Voynich non è solo un puzzle linguistico; rappresenta una sfida alla nostra comprensione della storia e della conoscenza umana. La sua esistenza solleva domande su altre possibili opere perse nella storia e sulla possibilità di civiltà o culture la cui conoscenza è svanita nel tempo.
Nell'era dell'informazione, dove sembra che quasi tutta la conoscenza umana sia a portata di mano, il manoscritto Voynich rimane come un umile ricordo dei misteri che ancora ci circondano. Finché rimarrà incompleto, rimarrà una fonte di fascinazione e meraviglia, un enigma che sfida i confini della nostra comprensione.
Dal web.

sabato 13 gennaio 2024

La valle di Bamiyan, in Afghanistan.

 














Fin dall’antichità, monumenti, statue, dipinti, ma anche intere città, sono divenuti «vittime collaterali» delle guerre. Una sorte di cui sono state artefici grandi civiltà del passato, ma che continua a essere, purtroppo, rinnovata dai belligeranti del nostro tempo.
Un destino contro il quale si deve lottare con ogni forza, nella consapevolezza che un paese può dirsi vivo solo se lo è anche il suo patrimonio culturale.
La valle di Bamiyan, in Afghanistan. Le nicchie ricavate nella parete rocciosa ospitavano due statue colossali del Buddha, databili tra il III e il V-VI sec. d.C., distrutte dai talebani nel marzo 2001.📸