Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 4 maggio 2012
TRAVAGLIO | Ci vorrebbe un tecnico per i guai dei tecnici. - Marco Travaglio
Si diceva che il governo dei professori doveva riparare i danni fatti dai politici. Ma agli errori che accumulano Monti e i suoi ministri chi porrà rimedio? Eccone un primo, sommario elenco.
Immaginiamo un governo politico, di destra o di centro o di sinistra, che l'8 gennaio promette di mettere mano alla Rai "entro poche settimane" e poi non fa nulla per tre mesi e mezzo, anche dopo che il 28 marzo è scaduto il Cda; si dice "disponibile a un decreto" per tagliare i fondi pubblici ai partiti e poi non muove un dito; annuncia che le province saranno abolite, poi si scopre che restano, ma i consiglieri non li eleggono più i cittadini, bensì li nominano i consiglieri comunali; alza l'età pensionabile a 68 anni mentre ogni anno decine di migliaia di lavoratori vengono rottamati a 50, e poi s'accorge che così centinaia di migliaia di lavoratori restano senza stipendio né pensione; annuncia che gli "esodati" sono 65 mila perché i soldi bastano solo per questi, salvo scoprire che sono 350 mila; ripristina la tassa sulla prima casa (Imu), esentando le fondazioni bancarie, ma non le case di vecchi e invalidi ricoverati in ospizio; divide l'Imu prima in due poi in tre rate e annuncia aliquote più alte ma senza fissarle, gettando i contribuenti nel caos e beccandosi l'accusa di incostituzionalità dai tecnici della Camera.
Ma non è finita: abolisce le imposte sulle borse di studio fino a 11.500 euro, ma non per i 25 mila medici specializzandi scippandogli il 20 per cento di quel poco che lo Stato concede loro per finire gli studi; abolisce dall'articolo 18 il reintegro giudiziario per i licenziati ingiustamente con la scusa dei motivi economici, poi annuncia che la riforma è immodificabile, infine fa retromarcia alla prima minaccia di sciopero; lancia il decreto liberalizzazioni e poi lo lascia svuotare in Parlamento dalle solite lobby, mentre la Ragioneria dello Stato segnala la mancanza di copertura finanziaria per alcune norme; dà parere favorevole a un emendamento Pd che cancella le commissioni bancarie, salvo poi accorgersene e cancellarlo con un altro decreto; lascia passare un altro emendamento Pd che tassa gli alcolici per assumere 10 mila precari della scuola, poi lo fa bocciare in extremis; annuncia la ritassazione dei capitali scudati, ma senza spiegare come si paga, così nessuno riesce a pagarla nemmeno se vuole; tassa le ville all'estero, ma si scorda quelle intestate a società, che sono la maggioranza, così non paga quasi nessuno; toglie ai disoccupati l'esenzione dal ticket sanitario e poi la ripristina scusandosi per il "refuso".
E ancora: vara il decreto "svuotacarceri" per sfollare le celle, col risultato che i detenuti aumentano (66.632 fine febbraio, 66.695 fine marzo); annuncia la tassa di 2 centesimi sugli sms per finanziare la Protezione civile, poi se la rimangia e aumenta le accise sulla benzina; annuncia due volte nella Delega fiscale un "fondo taglia-tasse" per abbassare le aliquote e abolire l'Irap coi proventi della lotta all'evasione, ma due volte lo cancella; depenalizza le condotte "ascrivibili all'elusione fiscale" con "abuso del diritto" che vedono imputati Dolce e Gabbana, indagati dirigenti di Unicredit e Barclays e multati dal fisco Intesa Sanpaolo per 270 milioni e Montepaschi per 260 (lodo salva-banche); inventa una tassa sulle barche di lusso, ma cambia tre volte le regole così pochi la pagano e quasi tutti portano gli yacht all'estero ("lodo Briatore"); nella riforma della Protezione civile scrive che "il soggetto incaricato dell'attività di previsione e prevenzione del rischio è responsabile solo in caso di dolo o colpa grave", rischiando di mandare in fumo il processo in corso a L'Aquila contro la Commissione grandi rischi per omicidio colposo e le indagini sulla mancata prevenzione nel sisma del 2009 (lodo salva-Bertolaso & C.); nel pacchetto anticorruzione Severino cambia il nome e riduce la pena (e la prescrizione: da 15 a 10 anni) alla concussione per induzione, reato contestato a Berlusconi nel processo Ruby (lodo salva-Silvio).
Ecco, in uno a caso di tutti questi casi, che si direbbe di questo governo politico? Che ci vogliono dei tecnici per ripararne tutti i guasti. Ma se questi guasti li fa il governo tecnico, chi li ripara?
http://temi.repubblica.it/micromega-online/travaglio-ci-vorrebbe-un-tecnico-per-i-guai-dei-tecnici/
Un buco nero divora in diretta una stella. - Francesca Mancuso.
Avvistato un nuovo immenso buco nero, intento a fagocitare una stella. Lo ha scoperto uno studio condotto da Suvi Gezari del Department of Physics and Astronomy della Johns Hopkins University.
Grazie ai raggi X emessi dalla stelle è stato possibile scoprire l'esistenza di uno dei buchi neri più grandi mai conosciuti. L'urlo della stella, come da molti è stato definito, al momento della sua distruzione, ha permesso di localizzarne la presenza.
Durante le osservazioni effettuate dagli scienziati, infatti, è stata rilevata una intensa emissione di raggi X dal nucleo di una galassia inattiva, proprio dove si trovava l'enorme buco nero supermassiccio.
I buchi neri sono enormi ammassi dotati di un'eccezionale attrazione gravitazionale, alla quale neanche la luce resiste. La malcapitata stella è finita dentro la sua sfera d'attrazione, captata dalla sua forza di marea, talmente potente da superare la forza di gravità che tiene insieme la stella.
A quel punto, metà della massa della stella è stata espulsa dal sistema, mentre la parte restante viene accresciuta dal buco nero "rilasciando in tal modo una gran quantità di energia in poco tempo e causando così un improvviso aumento della luminosità del sistema", come hanno spiegato gli esperti dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
Giuseppe Lodato, dell'Università di Milano e associato Inaf, ha spiegato che "fino a pochi anni fa, tali eventi, seppur predetti teoricamente, erano largamente sconosciuti. E’ stato solo negli ultimi anni, e in particolare a partire dall’anno scorso, grazie a specifiche campagne osservative di monitoragio di un gran numero di galassie, che gli astronomi hanno cominciato ad esplorare questo nuovo fenomeno".
La ricerca è stata pubblicata su Nature.
Dato per suicida, sarebbe morto sul cantiere Inchiesta sull'operaio trovato nel torrente.
Gli inquirenti pensavano si trattasse di un suicidio, ma l'uomo forse è stato buttato nel torrente dopo un incidente sul lavoro.
MILANO - Pensavano si fosse suicidato e invece molto probabilmente è morto in cantiere in un incidente sul lavoro. La procura di Sanremo ha aperto un fascicolo per occultamento di cadavere, in merito al ritrovamento di un uomo, avvenuto una settimana fa, nel torrente Argentina a Taggia (Imperia). In un primo momento gli inquirenti pensavano che si trattasse di un suicidio o di una caduta accidentale, ora ipotizzano che l'uomo sia stato buttato nel torrente già morto, probabilmente a seguito di un incidente sul lavoro.
LE INDAGINI - Secondo i carabinieri che stanno svolgendo le indagini, non è escluso che la vittima sia deceduta in qualche cantiere edile, e poi si siano sbarazzati del corpo. Dall'autopsia, è risultato che l'uomo aveva delle lesioni toraciche e addominali, risultate mortali, e gravi traumi avvenuti dopo la morte. Secondo il medico legale, le lesioni letali sono compatibili con una precipitazione, così come quelle causate dopo la morte. L'uomo, oltre a numerose fratture e un trauma importante alla colonna vertebrale, aveva numerosi traumi interni. Le indagini ora proseguono non solo nei cantieri della zona, e della provincia di Imperia: i carabinieri non escludono che l'incidente possa essere avvenuto anche in Piemonte o nella vicina Costa Azzurra. I militari sono stati in alcuni cantieri aperti nei pressi del luogo del ritrovamento del corpo, senza trovare elementi utili per l'indagine. Il corpo è ancora senza identità e questo lascia pensare che si possa trattare di un lavoratore in nero o di uno straniero non in regola.
Fisco, smascherato commercialista-evasore totale da 800 mila euro.
Milano, 4 mag. (Adnkronos) - Esperto in contabilita', ma non della sua. Un commercialista, rappresentante legale di una societa' che gestisce uno studio a Rho, comune alle porte di Milano, e' stato smascherato dalla Guardia di Finanza. L'uomo e' risultato essere un evasore totale.
Senza preoccuparsi di registrare e conservare le fatture che emetteva nei confronti dei suoi clienti e senza compilare la propria contabilita' ne' la dichiarazione dei redditi e dell'Iva, e' riuscito negli ultimi anni a sottrarre al fisco compensi professionali per 800 mila euro, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle.
http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Fisco-smascherato-commercialista-evasore-totale-da-800-mila-euro_313269587959.html
giovedì 3 maggio 2012
SVELARE LA BUGIA NASCOSTA. - Phil Rockstroh
Palliativi resistenti nell’Era degli eccessi oligarchici e nell’Era distruttiva dell’Antropocene.
Wall Street è ancora a livello del facsimile elettronico una volta conosciuto come denaro. Ma è il Botox Recovery (guarigione per mezzo del botox, ndt): una procedura superficiale, realizzata con un veleno che paralizza il nervo, riservata ai ricchi la cui vanità li ha spinti a trasformare le loro facce in caricature di corruzione… per acquisire un volto, congelato come quello di una bambola inquietante, incapace di mostrare emozioni – un simulacro grottesco del volto umano.
Un volto distorto dal botox rivela un individuo con una visione distorta dell’esistenza: che la vita ha dei limiti, in questo caso il processo di invecchiamento, deve essere nascosto, e così facendo, l’artificiosità trionfa sulla realtà.
Allo stesso modo, la vita con la struttura politica ed economica attuale sotto l’effetto del botox sembra una raccapricciante distorsione della vita stessa – una mossa disperata per nascondere la carneficina inflitta dai mostruosi eccessi di sfruttamento della popolazione e del pianeta nell’Era dell’oligarchia e dell’Antropocene.
Dopo aver visto il volto di un narcisista le cui caratteristiche sono state volutamente deturpate dal botox, ci si chiede ovviamente: si è almeno guardato allo specchio?
Si. Ma, siccome è il caso dell’1%, vede solo ciò che sta cercando disperatamente di vedere. È riuscito ad ingannare se stesso, di conseguenza crede di ingannare tutti coloro i quali hanno la sfortuna di posare lo sguardo su di lui.
Una verità balbettante risuona di più nel cuore, piuttosto che una bugia ben raccontata. Purtroppo, una mentalità abitualmente dissimulante visualizzerà la situazione in senso inverso. Troppo spesso, i sistemi interiorizzati di visualizzazione di un evento in svolgimento determinano la presa di un individuo su una data situazione. Se le istituzioni (per esempio familiari, religiose, di governo, i mass media) che hanno influenzato il metodo di percezione delle persone sono esse stesse compromesse dall’interiorizzazione, dai pregiudizi auto-risonanti, di conseguenza entra in gioco un tipo di effetto specchio-deformante carnevalesco (sia su base individuale che culturale di ampia scala) per cui le distorsioni riflettono le distorsioni che a loro volta riflettono quelle distorsioni… all’infinito. La realtà diventa grottesca, e le enormi distorsioni sono percepite come realtà.
Ecco perché risulta essenziale, su base individuale, sviluppare un metodo di visualizzazione che includa il cuore, lo stomaco, e tutti i sensi. Una menzogna inganna soltanto la mente; al contrario, la verità risuona in tutto l’intero essere.
Tutto quello che ho è una voce / per svelare la bugia nascosta.
— W.H. Auden
Attualmente, solo poco più del 40% della popolazione degli Stati Uniti accetta la realtà verificabile del caos climatico globale. La raffica costante di propaganda nella forma di falsa scienza, inventata e propagata da enormi e oscenamente ricche multinazionali dell’energia, è uno dei motivi del numero penoso e che continua a peggiorare delle persone che non riescono a discernere l’indagine scientifica della ricerca della verità dalla dissimulazione della grande squadra di politicanti e PR factotum corrotta dal denaro.
Questo sviluppo, abbastanza inquietante di per sé, è emblematico di un dilemma più grande. Questa falsa coscienza pervasiva, generata dall’atomizzazione, natura artificiale dell’esistenza all’interno dello stato aziendale/consumatore – ad esempio l’Era dei Media che usurpa gli innati desideri del cuore umano e li trasforma in brame disperate di consumatori – ha non solo lasciato i veri seguaci del consumismo spogliati della capacità di elaborare le informazioni seriamente, ma ha reso troppe persone incapaci di individuare la fonte della loro sofferenza.
È impossibile saziare un vuoto appetito con un ancora più vuoto consumo. Al contrario, il vuoto al centro dello stato di anomia del consumatore può essere risolto soltanto da un risveglio del cuore. Come si fa ad intraprendere questo corso di azione? La risposta non è né recondita né inaccessibile: attraverso i momenti che rispettano le modalità del dolore, la gratitudine, e abbracciando l’entusiasmo per l’impegno sociale e politico. Al momento, l’attuale stato della società e dei governi ci dà ampie possibilità di pratica.
Iniziando da: affliggersi per l’abuso da parte nostra della flora e della fauna di questo pianeta vivente; affliggersi poi per la sofferenza che arrechiamo a noi stessi per queste azioni insensibili. Poiché, fintanto che noi riteniamo sia nostro diritto per nascita sfruttare il pianeta, ne consegue che continueremo a credere ammissibile sfruttarci l’un l’altro in maniera spietata, attraverso gli stessi metodi senza cuore.
Non c’è bisogno di un dio vendicativo al di sopra per punirci per le nostre trasgressioni… lo stiamo facendo bene già da soli. Arrancare per tutta la vita privi del calore dato da un cuore compassionevole equivale a privarsi della propria anima – vale a dire, rendere se stessi non completamente vivi nella vita stessa. Che orribile specie di punizione è: costruire nel luogo intimo dentro te stesso dove il tuo cuore dovrebbe essere posizionato, una prigione in cui sei diventato il torturato e il torturatore – tutto per ordine di un despota spietato (la tua mente ostinata, non temprata dal consiglio di un cuore compassionevole) che comanda a bacchetta sul deserto di equivoci che hai frainteso per l’intera esistenza.
Sia la depressione economica che quella cosiddetta psicologica sono generate da alcune fonti comuni: l’aggrapparsi ad un morente sistema di credenze (come il culto della morte del tardo capitalismo) e il rifiuto di accettare la fine delle cose; il dolore che fa presa su chi si rifiuta di onorare i morti attraverso la chiusura fornita da una decente sepoltura. Così non si permette ai defunti di riposare… impegnandoli in una conversazione ossessiva e unilaterale … chiedendo loro di fare ciò che non possono fare… risorgere e portare conforto ai vivi.
Inoltre la depressione può nascere dall’essere reso oggetto fino a portare alla disumanizzante repressione nel confronto con le forze degradanti dello sfruttamento. Spesso, gli individui soggetti alla depressione, con la forza dell’abitudine, reprimono la rabbia, la fantasia, l’eros – forze vitali di propulsione e intenzione. Quindi, sentimenti di disperazione arrivano alla psiche.
Contrariamente alla propaganda altamente redditizia dei giganti dell’industria farmaceutica, la depressione, nella stragrande maggioranza dei casi, non è causata da uno squilibrio chimico. Gli antidepressivi servono da palliativo per la demoralizzata manodopera dello stato capitalista. E questi composti sono inefficaci. Studi dopo studi rivelano che gli antidepressivi (SSRI, in particolare) non sono più efficaci del placebo. Anche se queste sostanze non sono così innocue come pillole di zucchero. Per di più gli antidepressivi creano dipendenza. L’astinenza da questi farmaci è dolorosa e pericolosa, come per l’abuso di qualsiasi altro farmaco.
Il modello neurologico ha dimostrato di essere una falsità egocentrica e riduzionista.
Indipendentemente dall’astruso (e palesemente falso) linguaggio riguardante i ricettori neuronali, la depressione è uno stato d’animo – ciò che riguarda l’immaginario soggettivo – un mezzo per dare forma e descrivere i misteri dell’essere e del mondo.
Una volta che la depressione (più accuratamente, tristezza, o dolore, o melanconia, o noia, o tribolazione) viene accettata come una condizione mutevole del multi-verso della mente umana, la sua presa si allenta. Un’anima dolente desidera semplicemente dialogare… lasciare la sua torre decrepita (dopo un necessario periodo di lutto, ovviamente) e viaggiare attraverso le regioni della psiche; sola, nel suo isolamento, aveva dimenticato come farlo.
Se sei depresso al punto di meditare il suicidio, la tua anima non ti sta consigliando di uccidere te stesso. Ti sta suggerendo di uccidere la falsa coscienza che ti ha indotto a credere i suoi concetti che imprigionano, applicandoli nella totalità di te stesso e nella tua concezione di vita. Non commettere il suicidio, invece, scopri e deponi l’usurpatore che trama nella sala del trono del tuo cuore.
Invia comunicati sia dal paesaggio urbano della tua anima che dalle regioni più remote; dai voce alle esaltazioni del tuo spirito e alle sofferenze del tuo cuore. Lo sterile paesaggio del nulla della depressione fiorisce in una vita vivace attraverso l’abbraccio di immagini vive che nascono da un cuore aperto. E i pensieri in decomposizione sono un concime eccellente.
In caso contrario, arriva la disperazione. Per esempio, la fantasia generata dalla disperazione… di essere in estasi verso il cielo, o la sua controparte laica… di essere sollevati dallo stress e dalle incertezze, inflitte da una vita mercificata, vincendo alla lotteria. Nel profondo, ci si accorge di avere poche possibilità di sfuggire alla natura, mortificante e basata sullo sfruttamento, dell’ordine presente, di conseguenza, i cittadini dello stato corporativo colgono al volo queste disperate fantasie di liberazione dalle proprie esigenze onnicomprensive ed oneri.
Con il tardo capitalismo, le persone si sentono imprigionate dalle circostanze sociali e finanziarie; in tanti non credono di poter cambiare il corso della loro vita attraverso la loro iniziativa e il loro lavoro. Gli operatori dell’1% (forgiatori della consapevolezza culturale) sono truffatori di sogni… usurpatori di desideri. Sono ben consapevoli che il linguaggio del cuore si esprime nel lessico della trasformazione, del desiderio che abita nel profondo dell’umano di rintracciare il sublime nell’esperienza quotidiana, un modo di essere che noi chiamiamo libertà; per esempio il desiderio di avere un proprio unico carattere, forgiato dalle proprie scelte di vita, come se si negoziasse la casualità di svolgimento del destino.
La mania per la lotteria e le fantasie sulla fine del mondo rivelano che la premessa centrale del capitalismo è una menzogna. Quindi, le persone hanno compreso che nell’attuale sistema non potranno mai essere libere abbastanza dal punto di vista finanziario per portare avanti la loro vocazione del cuore. Solo un giro altamente improbabile della Ruota della Fortuna o di una favola simile, chiedendo aiuto al cielo, potrà mai liberarli.
Queste sono le fantasie di un popolo sfinito – le vili credenze e i rimedi palliativi che sono colti da un popolo governato da istituzioni guidate da entropia, che hanno perso ogni scopo che non sia l’auto-perpetuazione. Pertanto, bisogna essere pronti ad agire appena la struttura crolla.
Di conseguenza, costruisci dentro di te una struttura interna autentica, come fai esteriormente la tua parte per cercare di immaginare e creare nuovi modelli politici e culturali. In breve, agisci come se l’inevitabile collasso si sia già verificato.
Phil Rockstroh è un poeta, paroliere, filosofo che vive a New York City.
Può essere contattato tramite mail al seguente indirizzo phil@philrockstroh.com e su: Facebook
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10237
Wall Street è ancora a livello del facsimile elettronico una volta conosciuto come denaro. Ma è il Botox Recovery (guarigione per mezzo del botox, ndt): una procedura superficiale, realizzata con un veleno che paralizza il nervo, riservata ai ricchi la cui vanità li ha spinti a trasformare le loro facce in caricature di corruzione… per acquisire un volto, congelato come quello di una bambola inquietante, incapace di mostrare emozioni – un simulacro grottesco del volto umano.
Un volto distorto dal botox rivela un individuo con una visione distorta dell’esistenza: che la vita ha dei limiti, in questo caso il processo di invecchiamento, deve essere nascosto, e così facendo, l’artificiosità trionfa sulla realtà.
Allo stesso modo, la vita con la struttura politica ed economica attuale sotto l’effetto del botox sembra una raccapricciante distorsione della vita stessa – una mossa disperata per nascondere la carneficina inflitta dai mostruosi eccessi di sfruttamento della popolazione e del pianeta nell’Era dell’oligarchia e dell’Antropocene.
Dopo aver visto il volto di un narcisista le cui caratteristiche sono state volutamente deturpate dal botox, ci si chiede ovviamente: si è almeno guardato allo specchio?
Si. Ma, siccome è il caso dell’1%, vede solo ciò che sta cercando disperatamente di vedere. È riuscito ad ingannare se stesso, di conseguenza crede di ingannare tutti coloro i quali hanno la sfortuna di posare lo sguardo su di lui.
Una verità balbettante risuona di più nel cuore, piuttosto che una bugia ben raccontata. Purtroppo, una mentalità abitualmente dissimulante visualizzerà la situazione in senso inverso. Troppo spesso, i sistemi interiorizzati di visualizzazione di un evento in svolgimento determinano la presa di un individuo su una data situazione. Se le istituzioni (per esempio familiari, religiose, di governo, i mass media) che hanno influenzato il metodo di percezione delle persone sono esse stesse compromesse dall’interiorizzazione, dai pregiudizi auto-risonanti, di conseguenza entra in gioco un tipo di effetto specchio-deformante carnevalesco (sia su base individuale che culturale di ampia scala) per cui le distorsioni riflettono le distorsioni che a loro volta riflettono quelle distorsioni… all’infinito. La realtà diventa grottesca, e le enormi distorsioni sono percepite come realtà.
Ecco perché risulta essenziale, su base individuale, sviluppare un metodo di visualizzazione che includa il cuore, lo stomaco, e tutti i sensi. Una menzogna inganna soltanto la mente; al contrario, la verità risuona in tutto l’intero essere.
Tutto quello che ho è una voce / per svelare la bugia nascosta.
— W.H. Auden
Attualmente, solo poco più del 40% della popolazione degli Stati Uniti accetta la realtà verificabile del caos climatico globale. La raffica costante di propaganda nella forma di falsa scienza, inventata e propagata da enormi e oscenamente ricche multinazionali dell’energia, è uno dei motivi del numero penoso e che continua a peggiorare delle persone che non riescono a discernere l’indagine scientifica della ricerca della verità dalla dissimulazione della grande squadra di politicanti e PR factotum corrotta dal denaro.
Questo sviluppo, abbastanza inquietante di per sé, è emblematico di un dilemma più grande. Questa falsa coscienza pervasiva, generata dall’atomizzazione, natura artificiale dell’esistenza all’interno dello stato aziendale/consumatore – ad esempio l’Era dei Media che usurpa gli innati desideri del cuore umano e li trasforma in brame disperate di consumatori – ha non solo lasciato i veri seguaci del consumismo spogliati della capacità di elaborare le informazioni seriamente, ma ha reso troppe persone incapaci di individuare la fonte della loro sofferenza.
È impossibile saziare un vuoto appetito con un ancora più vuoto consumo. Al contrario, il vuoto al centro dello stato di anomia del consumatore può essere risolto soltanto da un risveglio del cuore. Come si fa ad intraprendere questo corso di azione? La risposta non è né recondita né inaccessibile: attraverso i momenti che rispettano le modalità del dolore, la gratitudine, e abbracciando l’entusiasmo per l’impegno sociale e politico. Al momento, l’attuale stato della società e dei governi ci dà ampie possibilità di pratica.
Iniziando da: affliggersi per l’abuso da parte nostra della flora e della fauna di questo pianeta vivente; affliggersi poi per la sofferenza che arrechiamo a noi stessi per queste azioni insensibili. Poiché, fintanto che noi riteniamo sia nostro diritto per nascita sfruttare il pianeta, ne consegue che continueremo a credere ammissibile sfruttarci l’un l’altro in maniera spietata, attraverso gli stessi metodi senza cuore.
Non c’è bisogno di un dio vendicativo al di sopra per punirci per le nostre trasgressioni… lo stiamo facendo bene già da soli. Arrancare per tutta la vita privi del calore dato da un cuore compassionevole equivale a privarsi della propria anima – vale a dire, rendere se stessi non completamente vivi nella vita stessa. Che orribile specie di punizione è: costruire nel luogo intimo dentro te stesso dove il tuo cuore dovrebbe essere posizionato, una prigione in cui sei diventato il torturato e il torturatore – tutto per ordine di un despota spietato (la tua mente ostinata, non temprata dal consiglio di un cuore compassionevole) che comanda a bacchetta sul deserto di equivoci che hai frainteso per l’intera esistenza.
Sia la depressione economica che quella cosiddetta psicologica sono generate da alcune fonti comuni: l’aggrapparsi ad un morente sistema di credenze (come il culto della morte del tardo capitalismo) e il rifiuto di accettare la fine delle cose; il dolore che fa presa su chi si rifiuta di onorare i morti attraverso la chiusura fornita da una decente sepoltura. Così non si permette ai defunti di riposare… impegnandoli in una conversazione ossessiva e unilaterale … chiedendo loro di fare ciò che non possono fare… risorgere e portare conforto ai vivi.
Inoltre la depressione può nascere dall’essere reso oggetto fino a portare alla disumanizzante repressione nel confronto con le forze degradanti dello sfruttamento. Spesso, gli individui soggetti alla depressione, con la forza dell’abitudine, reprimono la rabbia, la fantasia, l’eros – forze vitali di propulsione e intenzione. Quindi, sentimenti di disperazione arrivano alla psiche.
Contrariamente alla propaganda altamente redditizia dei giganti dell’industria farmaceutica, la depressione, nella stragrande maggioranza dei casi, non è causata da uno squilibrio chimico. Gli antidepressivi servono da palliativo per la demoralizzata manodopera dello stato capitalista. E questi composti sono inefficaci. Studi dopo studi rivelano che gli antidepressivi (SSRI, in particolare) non sono più efficaci del placebo. Anche se queste sostanze non sono così innocue come pillole di zucchero. Per di più gli antidepressivi creano dipendenza. L’astinenza da questi farmaci è dolorosa e pericolosa, come per l’abuso di qualsiasi altro farmaco.
Il modello neurologico ha dimostrato di essere una falsità egocentrica e riduzionista.
Indipendentemente dall’astruso (e palesemente falso) linguaggio riguardante i ricettori neuronali, la depressione è uno stato d’animo – ciò che riguarda l’immaginario soggettivo – un mezzo per dare forma e descrivere i misteri dell’essere e del mondo.
Una volta che la depressione (più accuratamente, tristezza, o dolore, o melanconia, o noia, o tribolazione) viene accettata come una condizione mutevole del multi-verso della mente umana, la sua presa si allenta. Un’anima dolente desidera semplicemente dialogare… lasciare la sua torre decrepita (dopo un necessario periodo di lutto, ovviamente) e viaggiare attraverso le regioni della psiche; sola, nel suo isolamento, aveva dimenticato come farlo.
Se sei depresso al punto di meditare il suicidio, la tua anima non ti sta consigliando di uccidere te stesso. Ti sta suggerendo di uccidere la falsa coscienza che ti ha indotto a credere i suoi concetti che imprigionano, applicandoli nella totalità di te stesso e nella tua concezione di vita. Non commettere il suicidio, invece, scopri e deponi l’usurpatore che trama nella sala del trono del tuo cuore.
Invia comunicati sia dal paesaggio urbano della tua anima che dalle regioni più remote; dai voce alle esaltazioni del tuo spirito e alle sofferenze del tuo cuore. Lo sterile paesaggio del nulla della depressione fiorisce in una vita vivace attraverso l’abbraccio di immagini vive che nascono da un cuore aperto. E i pensieri in decomposizione sono un concime eccellente.
In caso contrario, arriva la disperazione. Per esempio, la fantasia generata dalla disperazione… di essere in estasi verso il cielo, o la sua controparte laica… di essere sollevati dallo stress e dalle incertezze, inflitte da una vita mercificata, vincendo alla lotteria. Nel profondo, ci si accorge di avere poche possibilità di sfuggire alla natura, mortificante e basata sullo sfruttamento, dell’ordine presente, di conseguenza, i cittadini dello stato corporativo colgono al volo queste disperate fantasie di liberazione dalle proprie esigenze onnicomprensive ed oneri.
Con il tardo capitalismo, le persone si sentono imprigionate dalle circostanze sociali e finanziarie; in tanti non credono di poter cambiare il corso della loro vita attraverso la loro iniziativa e il loro lavoro. Gli operatori dell’1% (forgiatori della consapevolezza culturale) sono truffatori di sogni… usurpatori di desideri. Sono ben consapevoli che il linguaggio del cuore si esprime nel lessico della trasformazione, del desiderio che abita nel profondo dell’umano di rintracciare il sublime nell’esperienza quotidiana, un modo di essere che noi chiamiamo libertà; per esempio il desiderio di avere un proprio unico carattere, forgiato dalle proprie scelte di vita, come se si negoziasse la casualità di svolgimento del destino.
La mania per la lotteria e le fantasie sulla fine del mondo rivelano che la premessa centrale del capitalismo è una menzogna. Quindi, le persone hanno compreso che nell’attuale sistema non potranno mai essere libere abbastanza dal punto di vista finanziario per portare avanti la loro vocazione del cuore. Solo un giro altamente improbabile della Ruota della Fortuna o di una favola simile, chiedendo aiuto al cielo, potrà mai liberarli.
Queste sono le fantasie di un popolo sfinito – le vili credenze e i rimedi palliativi che sono colti da un popolo governato da istituzioni guidate da entropia, che hanno perso ogni scopo che non sia l’auto-perpetuazione. Pertanto, bisogna essere pronti ad agire appena la struttura crolla.
Di conseguenza, costruisci dentro di te una struttura interna autentica, come fai esteriormente la tua parte per cercare di immaginare e creare nuovi modelli politici e culturali. In breve, agisci come se l’inevitabile collasso si sia già verificato.
Phil Rockstroh è un poeta, paroliere, filosofo che vive a New York City.
Può essere contattato tramite mail al seguente indirizzo phil@philrockstroh.com e su: Facebook
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10237
Rimini, il vescovo si presenta in parrocchia a bordo di una Rolls Royce.
La notizia diffusa su Facebook insieme a una fotografia. E subito è polemica: "In un periodo di austerità è un affronto".
Un’auto d’epoca del 1976, una Rolls Royce per la precisione. Così il vescovo emerito di Rimini, monsignor Mariano De Nicolò, ha raggiunto la chiesa di Bellariva, nella capitale della riviera, durante la giornata delle cresime. Per lo stupore di amici e parenti che attendevano, radunati davanti all’edificio, l’inizio della funzione religiosa. A raccontare la vicenda attraverso uno scatto subito pubblicato su Facebook è stato l’attore Carlo Frisi, e la fotografia ha fatto prontamente il giro del web, scatenando una vera ondata di polemiche.
“Io mi chiedo se in un periodo così difficile dove alla Caritas c’è sempre più gente e le famiglie devono dire ai figli di risparmiare, un Vescovo possa presentarsi così – ha commentato lo scatto Frisi, nel suo profilo – anche se è stato un passaggio gratuito non era da accettare. Per che cosa si fanno le dottrine ai ragazzi? Se la macchina fosse della curia o di qualcuno vicino chiedo alla Guardia di Finanza di controllare se il cliente è congruo, come si dice adesso….. ho fatto un sacco di spettacoli per i poveri e le associazioni bisognose, dopo aver visto questa foto mi preoccupo per l’utilizzo dei fondi, questo lo dico senza generalizzare”.
Un’opinione largamente condivisa dagli internauti di tutta Italia, che hanno puntato il dito contro un’istituzione, la Chiesa, rea di “avere troppi privilegi, rispetto ai dogmi che predica quotidianamente”. Anche se l’auto, come ha subito sottolineato il vescovo, non era di sua proprietà, ma della parrocchia di Bellariva, che l’aveva invitato per la cerimonia.
Monsignor De Nicolò, raggiunto telefonicamente dal Resto del Carlino allo scopo di chiarire la situazione, ha infatti spiegato subito che “questa auto non è la mia, e quella di domenica scorsa è stata la prima volta che salivo a bordo di una macchina del genere. Dalla parrocchia di Bellariva sono venuti a prendermi per partecipare alle cresime. Quando ho visto la Rolls Royce – ha aggiunto il vescovo emerito – ho subito detto al signore che la guidava: ‘Così mi mette in imbarazzo’. Durante il tragitto questo signore, che possiede una ventina di queste vetture d’epoca, mi ha spiegato che l’auto, con targa della Gran Bretagna e guida a destra, era del 1976 ed era appartenuta a un attore famoso. Una gran bella macchina, nulla da dire”.
“E immaginavo che avrebbe creato qualche imbarazzo – ha aggiunto il monsignore – Quando sono arrivato il sagrato della chiesa di Bellariva era gremito e la gente guardava incuriosita questa Rolls Royce. E quando sono sceso dall’auto ho visto molte facce stupite”.
La tempestiva spiegazione, tuttavia, non ha placato gli animi accesi dalla testimonianza fornita da Frisi. La scelta del mezzo, “inopportuno visti i tempi”, non è piaciuta e in molti, oltre un centinaio solo sulla pagina dell’attore, da cui è partito il tam tam su internet, hanno commentato l’accaduto criticando la “curia e le sue ricchezze”. Esprimendo prevalentemente incredulità, rabbia e soprattutto, biasimo.
“Non ci posso credere eppure la foto è li, lampante e chiara” si legge fra i commenti alla fotografia, sulla bacheca del cabarettista riminese, “è semplicemente un comportamento non consono ad un buon pastore. Si può perdonare, ma non giustificare un simile episodio. Una caduta di stile, da parte un uomo come tutti noi…”.
La polemica non ha risparmiato nemmeno la stampa locale, accusata di non aver dato subito la notizia. “Nessun giornale si è occupato di dare notizia sul Vescovo in Roll Royce. Questo la dice lunga, sulla serietà dei mass-media! Solo su Facebook si è sviluppato un dibattito del tutto libero ed indipendente. E’ normale che un rappresentante della Chiesa, nell’esercizio delle sue funzioni, accetti di salire su un’auto di lusso?”.
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La mia missiva al Supercommissario Enrico Biondi, scopiazzando un po' quella di Marco Travaglio.
All'Egregio Supercommissario Enrico Biondi.
Rispondo alla Sua richiesta di segnalazione degli sprechi per fornirLe i miei suggerimenti
1) eliminare il finanziamento pubblico ai partiti, camuffato da rimborso elettorale
2) ridurre del 50% il numero dei parlamentari
3) ridurre del 70% la retribuzione dei parlamentari e tutti i benefit aggiuntivi
4) eliminare il finanziamento pubblico ai giornali
5) eliminare i doppi incarichi
6) accorpare le provincie
7) evitare l'acquisto di cacciabombardieri, che non servono alla crescita del paese, e di auto blu che abbiamo già in eccedenza rispetto agli altri paesi
8) ritirare tutte le truppe dislocate in varie parti del mondo camuffate da "missione di pace"
9) utilizzare, come parametro di amministrazione del paese, un sistema da casalinga o padre di famiglia, tagliando gli sperperi, ma non i servizi di utilità pubblica che già hanno subito tagli in eccesso.
Spero di esserLe stata d'aiuto.
Nell'attesa di ricevere un Suo gradito riscontro alla presente, Le porgo i miei più sentiti auguri.
In fede: Cettina De Giosa
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