domenica 18 aprile 2010

Raimondo muore, Silvio si spaventa

Raimondo muore, Silvio si spaventa

imagesNon è stato un funerale qualunque, quello con cui si è affacciato nell’aldilà Raimondo Vianello. Non è stata la semplice scomparsa di un comico borghese che ci ha fatto sorridere delle nostre vite medie.

Il quadro dolente di Sandra Mondaini, non la sbirulina a cui si è voluto bene, la graziosa signorina che intepretava gradevoli bianchi e nero, ma un’anziana pietrificata dal dolore sulla sedia a rotelle, con una benda corsara all’occhio che le offendeva il viso, questo quadro insomma con al centro una donna al limite del dolore era la sintesi di una morte sintetica oltre che terrena: la fine di una gloriosa stagione televisiva, quella appunto vissuta dalla coppia Sandra&Raimondo, fatta di pacatezza e pudori, senso della misura e creatività genuina.

Un mondo che fu, e che più non è, violentato definitivamente dall’avvento di Berlusconi, l’uomo della pubblicità e delle poppe in vista. Non a caso, il premier, ha trovato il tempo e il modo per palesarsi in duomo e assistere alla cerimonia. Con l’intelligenza, anzi il fiuto che non gli difetta, ha intuito la portata dell’evento. La terminalità innegabile di una stagione italiana che si è espressa e riconosciuta attraverso il teleschermo.

Anche la televisione muore, avrà pensato con terrore il presidente del Consiglio mentre accarezzava la povera Sandra e costruiva il suo personale reality.
Anche il suo Canale 5, la sua Italia uno, il suo Retequattro, schiantati dalla banalità dell’offerta e dalla bomba tecnologica, stanno arrivando alla fine.
E così pure, clamorosamente, la sua giustificazione politica, fatta di un tutto e niente che si equivalgono e sopravvalutano.


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