L’attenzione della stampa era forte perché dopo il no di ieri dell’Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani), tanti tra i cronisti parlamentari volevano capire quali fossero le reali intenzioni dei ‘terzopolisti’ sul federalismo. Mario Baldassarri (Fli), Linda Lanzillotta (Api), Gianluca Galletti e Mario Tassone (Udc), presiedono la conferenza stampa.
Puntano il dito sull’Imu, l’imposta sugli immobili che dovrebbe costituire la principale fonte di entrata per i Comuni; chiedono una compartecipazione dei comuni all’Iva invece che all’Irpef, sottolineando che non deve essere aumentato il tetto delle tariffe. Poi affermano che va modificato il meccanismo sulla cedolare secca sugli affitti, che secondo i deputati per essere efficace ed equa deve essere accompagnata da misure a favore degli affittuari e in primis di quelli con più figli a carico. Infine ribattono che la tassa di soggiorno venga modificata e costruita in maniera diversa che diventi una tassa percentuale fissa, pari allo 0,5% per unità da stabilire in base alla stanza perché, dice la Lanzillotta, “non può gravare una cifra fissa sulla stanza di una pensione e su quella di un grande albergo”. “Certo è che la tassa di soggiorno – dichiara Baldassarri – con il federalismo municipale non c’entra nulla e che ovunque questo tipo di riforma si applica sugli immobili e sui consumi”. Il voto del finiano, così come tutti gli altri deputati del Terzo polo restano decisivi nella “Bicameralina”, la Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale guidata da Enrico La Loggia (Pdl) che vorrebbe licenziare il parere entro poche settimane.
Ognuno dei deputati fa il suo intervento ma, forse anche per la pesantezza dei temi trattati, mentre gli altri colleghi parlano, l’onorevole Mario Tassone sonnecchia per tutto il tempo della conferenza. E così, a margine dell’incontro con la stampa, quando Tg e radio sono impegnate per le domande di rito ai singoli deputati, Tassone esce di scena mestamente dagli uffici, trascurato anche dai flash dei fotografi. Un momento di stanchezza per un decano della politica. In un recente articolo di Libero, il deputato calabrese, ex viceministro alle Infrastrutture e Trasporti nel penultimo governo Berlusconi, era stato citato come il quarto in classifica tra i deputati italiani in attività che, tra stipendio base e indennità, erano costati più di tutti agli italiani da quando sono entrati in politica. Ad oggi si è portato a casa la bella cifra di oltre 9 milioni di euro.
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