giovedì 17 marzo 2011

L'Italia è una repubblica di sana e robusta prostituzione.


Leggo sul blog di Beppe Grillo:

"Caro Beppe,
stasera nella mia città, come in tante altre, inizieranno i festeggiamenti per i 150 anni. Ma di cosa? Mi sono rifiutata di appendere la bandiera al balcone perché non credo che l'Italia esista davvero. Formalmente sì ma come popolo no. Siamo un branco di individualisti che si riconoscono come popolo giusto quando gioca la nazionale. Non ci indigniamo più per quello che la nostra classe dirigente fa e dice; l'importante è avere il carrello della spesa pieno e una bella televisione con abbonamento a Sky. Sono amareggiata perché dopo la laurea ho lavorato diversi anni come libera professionista coniugando lavoro e famiglia avendo messo al mondo un discreto numero di figli. Dopo una separazione molto controversa ho ripreso a lavorare fatturando ogni euro che incassavo ( e anche quelli che alcuni clienti non mi hanno mai pagato ). Non ho mai smesso di seguire i miei figli da vicino lottando con una scuola pubblica che fa acqua con insegnanti che non sanno parlare l'italiano e che mi costringevano ad un lavoro extra serale di assistenza nello studio per essere sicura che imparassero ad esprimersi nella lingua nazionale. Con tutto ciò ho sempre pagato le stesse tasse che paga un collega che non ha prole e magari vive con i genitori...... Morale della favola da alcuni mesi ho cambiato lavoro: ricevo uomini su appuntamento. Mi prostituisco insomma. Non potevo fare diversamente. Stavo per dare il giro ed ero stufa di arrivare a certi week end con i figli in casa, il frigo vuoto e venti euro nel portafoglio. Le ho provate tutte ma alla fine mi sono buttata in un lavoro che sicuramente permette guadagni notevoli e tempo libero da dedicare ai figli. E di pagare i debiti che inevitabilmente si sono accumulati nel corso degli anni. Non è facile ma almeno provo l'orgoglio di poter garantire il minimo indispensabile ai miei figli. Però il tricolore lo lascio appendere agli altri". Maria

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La mia risposta, non pubblicata sul blog di Grillo, non so per quale motivo.

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Quando leggo certe cose, prima di dare un giudizio, cerco di riflettere.

Il momento che stiamo attraversando è problematico sotto tanti punti di vista, non c'è dubbio, ma la sua, signora, mi sembra una resa più che una scelta.

Lei ha deciso di arrendersi, tutto qui.

Evidentemente, quello che guadagnava da libera professionista non le bastava, non le bastavano neanche i soldi che eventualmente le passava suo marito, perchè se le sono stati affidati i bambini, lei non specifica quanti, qualcosa deve pur riceverla.

Lei non specifica troppe cose, e ciò mi lascia scettica.

Le posso garantire che un lavoro lo avrebbe potuto trovare, se solo avesse avuto la pazienza e la volontà di farlo, magari facendo qualche sacrificio iniziale, le potrei portare esempi in tal senso.

Con quanto le sto dicendo non ho intenzione di condannarla, me ne guarderei bene, ognuno è padrone di fare ciò che vuole della propria vita, ma le chiedo solo di riflettere su ciò che il suo lavoro potrebbe provocare sull'educazione ed il futuro dei suoi figli.

Con questo la saluto, non mi piace chi si arrende.
Non la comprendo e non condivido la sua scelta.


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