Urne aperte oggi e domani per eleggere il nuovo sindaco, mobilitazione per portare alle urne chi si è astenuto al primo turno. De Magistris e Lettieri in campagna elettorale fino alla fine.
Sfida finale per Palazzo San Giacomo. Dopo due settimane di polemiche, scontri televisivi e scambi di accuse, una Napoli sfregiata dall’emergenza rifiuti e ferita da episodi di violenza si prepara a scegliere il nuovo sindaco. La partita è fra Gianni Lettieri e Luigi de Magistris, i due candidati che hanno raggiunto il ballottaggio e si giocano ora la successione alla poltrona occupata per dieci anni da Rosa Russo Iervolino. Urne aperte oggi dalle 8 alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Le tensioni dei giorni scorsi hanno indotto il prefetto Andrea De Martino a chiedere espressamente massima attenzione nei servizi di controllo. I seggi saranno presidiati anche da pattuglie in borghese delle forze dell’ordine.
La polizia municipale guidata dal generale Luigi Sementa schiera nelle attività collegate alle elezioni 873 agenti, si annuncia imponente anche l’impiego di personale da parte della polizia, con la Digos diretta dal vicequestore Filippo Bonfiglio, e dei carabinieri del comando provinciale guidato dal colonnello Mario Cinque. Tolleranza zero contro i “galoppini” che tenteranno di condizionare gli elettori all’ingresso delle sezioni e linea dura contro qualsiasi episodio di inquinamento del voto. Controlli rigorosi sono stati chiesti dalla prefettura ai presidenti di seggio che dovranno far rispettare il divieto di introdurre nella cabina telefonini o altri strumenti utilizzabili per fotografare le schede e vigilare su eventuali tentativi di votare due volte.
Le 886 sezioni elettorali del comune di Napoli si sono regolarmente costituite ieri pomeriggio. Sono stati sostituiti 8 presidenti di sezione, la composizione dei seggi sarà la stessa del primo turno. Per votare servono un documento e la tessera elettorale. In caso di furto o smarrimento sarà possibile chiedere il duplicato anche oggi e domani, nello stesso orario delle votazioni, negli uffici delle municipalità dove sono stati potenziati i drappelli della polizia municipale addetti a ricevere le denunce di smarrimento o di furto. Se l’elettore ha perso la tessera o gli è stata rubata, dovrà allegare la denuncia alla richiesta di duplicato. Se intende sostituire la tessera deteriorata, dovrà esibire quella vecchia. Alle 17 di ieri erano stati rilasciati 807 duplicati di tessere elettorali.
I due candidati arrivano al ballottaggio dopo una campagna elettorale aspra, condotta su toni costantemente accesi e senza esclusione di colpi bassi. Imprenditore ed ex presidente dell’Unione industriali, Lettieri è il candidato del centrodestra sostenuto dal Pdl e da altre 10 liste. Al primo turno ha ottenuto 179 mila pari al 38,52 per cento. Ex pm a Napoli e Catanzaro, europarlamentare dell’Italia dei Valori, de Magistris è appoggiato da Idv e da tre liste civiche, con il sostegno esterno di Pd, Sel, Riformisti e lista Morcone. Al primo turno ha ottenuto 128 mila preferenze pari al 27,52 per cento. La vittoria dell’uno o dell’altro candidato influirà in maniera determinante sulla composizione del nuovo consiglio comunale (vedi tabella nella pagina) perché la legge elettorale riconosce al sindaco un premio di maggioranza distribuito sulla base delle liste formalmente “apparentate”. E dunque, in caso di elezione di Lettieri, il Pdl otterrebbe 18 consiglieri, il Pd 8, 3 l’Idv. Con de Magistris sindaco invece sarebbero 14 i consiglieri dell’Idv, 8 quelli della lista civica “Napoli è tua”, il Pdl eleggerebbe 8 consiglieri e il Pd 5.
Gli aventi diritto al voto sono oltre 800 mila. Il Terzo polo, che al primo turno aveva scelto come candidato sindaco Raimondo Pasquino ottenendo il 9,74 per cento, ha lasciato libertà di scelta ai suoi elettori anche se Pasquino ha espresso riserve su Lettieri. Ma la vera incognita che pesa su questo secondo, decisivo, turno elettorale è rappresentata dall’astensionismo. Due settimane or sono andò a votare il 60,32 per cento degli elettori. La percentuale era stata più alta alle amministrative del 2006, quelle concluse con la riconferma della Iervolino senza neppure bisogno del ballottaggio, quando alle urne andò il 66,67 per cento degli aventi diritto. Dunque il “partito del non voto”, con il suo 40 per cento del 1516 maggio, può davvero diventare l’arbitro della corsa più lunga, quella verso Palazzo San Giacomo.
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