“Sono innocente e lo si legge dalle carte del Riesame di Napoli”. “Non mi sono mai impossessato dei soldi che il presidente aveva dato a Tarantini”. “C’è una telefonata non intercettata o non trascritta che mi scagiona dall’accusa di aver ricattato il premier”. “Non ho dato nessuna scheda telefonica peruviana a Berlusconi”. Valter Lavitola non aveva mai parlato prima: silenzio e latitanza. Ora è uscito dall’ombra: è andato in tv e ha dato la sua versione dei fatti, collegandosi in diretta televisiva da Panama con Bersaglio Mobile, il nuovo talk show di Enrico Mentana. In studio e in collegamento, il vicedirettore del Fatto Marco Travaglio, il cronista giudiziario del quotidiano Marco Lillo, Carlo Bonini di Repubblica e Corrado Formigli, conduttore di Piazza Pulita. Da Panama (o da un’altra località sconosciuta), il latitante Valter Lavitola. Domande e risposte. Secche.
“UNA TELEFONATA MI SCAGIONA” – Il primo colpo lo ha battuto Mentana, che ha chiesto qual è la sua posizione sulla vicenda del presunto ricatto. Secondo il faccendiere ci sarebbe una telefonata con Silvio Berlusconi che lo scagionerebbe dall’accusa di essersi appropriato indebitamente di parte dei 500mila euro fatti avere dal premier perché li consegnasse a Tarantini. “La mia telefonata – ha detto l’ex direttore de L’Avanti! – è stata fatta dalla stessa utenza argentina usata con Tarantini ma non c’è traccia di questa intercettazione. Perchè?”.
“TARANTINI? UN PO’ FESSO” – Travaglio ha chiesto perché, visto che si dichiara innocente, ha detto a Tarantini di “costringere con le spalle al muro” il presidente del Consiglio. Lavitola prima ha letto direttamente l’ordinanza del Riesame, ma poi, pressato da Travaglio, ha aggiunto: “Tarantini è uno scapestrato e non un criminale, anche un po’ fesso. I Tarantini non avevano il senso della realtà, erano solo ragazzi sperperoni. Erano pressanti in maniera esasperante verso di me, aveva tre ossessioni: vedere il premier quanto più possibile, riuscire a far sì che un loro amico, Pino Settanni, potesse concretizzare l’ottenimento di un lavoro con una delle società collegate all’Eni e la necessità di ottenere soldi per le loro esigenze più disparate. Io dicevo a Nicla Tarantini: questa storia finirà e lo metterò con le spalle al muro perché a me non conveniva. In ginocchio? Era rivolta agli avvocati, ed è l’unica frase in 1200 atti che mi vede coinvolto nel discorso del patteggiamento”.
LA SCHEDA TELEFONICA DATA A B. – Sulla scheda peruviana data al premier, Lavitola ha risposto: “Io non ho fornito nessuna scheda telefonica peruviana, ho dato una scheda italiana al Presidente Berlusconi, comprata da un mio collaboratore peruviano. Ho dato la scheda per timore di essere intercettato non per i contenuti illegali della telefonata ma perchè parlavo di considerazioni riservate”. Rapporto stretto con Berlusconi si evince dalla telefonata con Berlusconi che fa parte dell’inchiesta di Pescara. Mentana la manda in onda e poi chiede: “Lei ha un rapporto quasi da consigliere con Berlusconi”? E Lavitola: “Ho poco da dire sulla telfonata. Sul ruolo, non sono mai riuscito dal ’94 ad ora a non avere mai un ruolo elettivo. sono riuscito, invece, dopo una gavetta lunghissima a far sì che il presidente mi concedesse di dire la mia su una serie di argomenti importanti, come si evince nella telefonata in questione. Sono un giornalista, gfaccio politica da 25 anni. Non sono un cretino: non vedo perché non avessi il diritto di dire la mia al presidente. Mi ero ritagliato un piccolo ruolo”.
“HO ANTICIPATO IO I 500MILA EURO PER TARANTINI” – Formigli chiede: “Perché soldi a Tarantini da lei tramite una banca uruguaiana?” E Lavitola: “Perché Berlusconi al momento non poteva per altri motivi e li ho dati io. Non ce la facevo più ad avere due, tre telefonate al giorno da Tarantini. Ecco perché il premier gli aveva dato questi soldi, solo per sviluppare una attività imprenditoriale. Per me era una liberazione quando Tarantini ha detto: ‘datemi questi soldi e non vi rompo più’. Ma come si fa a dare 500mila euro a Tarantini per far sviluppare un’attività all’estero? Io so cosa significa e i costi che comporta, perché in Sud America ho lavorato e lavoro bene. Ma lui consumava come una Ferrari”. Va in onda la telefonata con la segretaria del premier in cui si parla di soldi. Mentana chiede: “Di cosa si tratta?” E Lavitola: “Erano una parte del rimborso di una parte dei 500mila euro che avevo anticipato”. E Travaglio: “Qui c’è una cosa che fa passare Ghedini per uno sprovveduto, visto che si era attivato con B. per far riavere i soldi indietro da Tarantini. Possibile che Berlusconi si sia attivato per avere i soldi indietro da Tarantini se invece li aveva dati Lavitola?”. E Mentana: “E’strano che Lavitola dia 500mila tutti insieme e il premier in comode rate mensili?”. Lavitola risponde così: “Sono socialista, nel ’93-’94 ero nel partito, gran parte dei socialisti sono traghettati in Forza Italia, poi nel ’95 si iniziarono a fare una serie di riunioni e a Fiuggi l’ho incontrato la prima volta. Da allora in poi, in una srie di riunioni ho avuto modo di vederlo cercando di farmi apprezzare per fare il parlamentare. Non ci sono mai riuscito anche per colpa di Ghedini. E’ vero che ho minacciato di menarlo. Stasera ho fatto questa cosa perché non voglio fare un processo in tv, perché sia ben chiaro che ho un sacro terrore della magistratura e non voglio farli irritare in nessuna maniera. Ho una paura dannata. Sono latitante per alcuni errori, ma forse ho fatto been vedendo quello che è successo a Tarantini e alla moglie, che non doveva essere arrestata perché aveva dei bambini piccoli. Tutto contro la legge, nonostante la misura sia disposta da un gip donna. Io avrei fatto la stessa fine di Tarantini: due mesi di carcere e poi mi avrebbero rilasciato chiedendomi scusa perché non ho fatto nulla”.
LA MASSONERIA – Travaglio ha chiesto al faccendiere del suo rapporto con la massoneria. Lavitola ha risposto: “Mi sono iscritto alla massoneria quando avevo 18 anni in una loggia di Roma perchè mi sembrò, leggendo un libro, che fosse il miglior apprendimento per imparare a stare zitti. Non so se Berlusconi sia iscritto”.
QUAL E’ IL LAVORO DI LAVITOLA? – Bonini, poi, chiede nuovamente a Lavitola qual è il suo mestiere e perché il premier perde tempo con lui, che sta sempre in mezzo a tante, troppe storie, da Saint Lucia al caso Tarantini. Lavitola ha detto: “Sono qui stasera per non irritare i magistrati e voglio dimostrare di non essere l’uomo nero nè il faccendiere che mi dicono di essere. Voglio dimostrare chi sono, cosa faccio e perché risulto un personaggio scomodo. Sono determinato e non soffro di timori reverenziali nei confronti di nessuno, ecco perché sono inviso a molti collaboratori del premier. Sono un giornalista, facevo le riunioni di redazione al telefono. Mi prendete in giro dicendo che sono un filantropo? Non c’è nulla da scherzare. Ho aiutato i Tarantini perché me lo ha chiesto il presidente. Lo incontrai, parlammo di loro, dissi ‘perché non li aiutiamo’ e lui mi disse: ‘aiutali perché questi sono dei ragazzini’. Per quanto riguarda il fatto di essere un imprenditore ittico, è una sottolineatura strana, perché è il mio lavoro e basta.
I CORTIGIANI DI B. – Cosa so dei cortigiani del presidente a cui avrei dovuto fare il culo? Ricordo di cosa stiamo parlando. Vennero da me D’Avanzo e un altro di Repubblica e mi sfogai: c’è una querela che feci a Repubblica perché quelli erano solo sfoghi. Io non so nulla che possa consentire di far male a nessuno. Molti dei collaboratori del premier mi stanno antipatici, ma se sapessi qualcosa di compromettente su di loro non lo verrei certo a dire in tv”.
I RAPPORTI CON RAI, ENI, FINMECCANICA – Viene mandato in onda un servizio sulle tante attività imprenditoriali di Lavitola e sui suoi rapporti con le società di Stato. “Molte cose non vere. I soldi de L’Avanti! dirottati alla mia società brasiliana? Qualcuno dopo stasera mi può dire che sono completamente scemo? E allora come avrei potuto: se qualcuno di voi è in grado di dimostrare queste cessioni a società che non si occupano di stampa, beh, allora denunciatemi e querelatemi come ho già fatto io. Sarei un pazzo a fare una cosa del genere. Su Rai Trade? Chiesi un appuntamento un anno e mezzo fa per verificare se era possibile acquistare diritti tv da vendere nel mercato centro e su americano. Non ne valeva la pena e non si è fatto nulla. Finmeccanica? Ho conosciuto Pozzessere il 2,3 dicembre 2009. C’erano molte multinazionali, tra cui Finmeccanica. Ho subito una serie di ingiuste delusioni da Berlusconi, non sono mai stato eletto né mai nominato e sappiamo la lite con Ghedini. Lo scoop è che non essendo mai riuscito, nel 2010 chiesi di essere responsabile personale di Silvio in America Latina. Lui non mi disse né sì né no. Io dissi di essere messo alla prova durante un viaggio in america latina e lui mi disse sì per togliermi dalle scatole. Poi ci fu la storia delle ballerine di San Paolo e fu deciso che io non dovessi avere nessun incarico. Io qui non mi sto divertendo, non vedo mio figlio da tanto tempo né faccio il latitante per divertimento. Non voglio fare gossip con il discorso delle ballerine. Quando siamo arrivati a Panama, arrivo lì e mi rendo conto che non c’era nessuna chanche per le mie attività politiche. E mi resi conto che con Finmeccanica potevo trovare un lavoro.Ero in difficoltà e credevo che potesse essere un lavoro, Pozzessere stesso mi ha proposto una consulenza, per me una grande opportunità. Lui stesso ha detto di avermi fregato con un contratto di 30mila euro, cifra che gli proposi io perché credevo che fosse uno scherzo. Poi mi sono reso conto di quanti soldi potevo chiedere, viste le consulenze. C’è un’altra indagine in corso e non posso dire nulla. Il mio contratto stava scadendo e avevo chiesto un aumento a 70mila euro, ma mi hanno detto che non era possibile. Avevo scoperto un mondo in cui potevo mettere a frutto le mie competenze create negli anni grazie alle mie capacità. In molti anni sono entrato in contatto con imprenditori, politici e quant’altro”.
“IL SEGRETO DEL MIO SUCCESSO” – “Ma non tutti hanno le sue entrature” ha chiesto Mentana, che poi ha mandato in onda un servizio sugli stretti rapporti con i potenti sudamericani di Lavitola. “E’ difficile avere brutti rapporti con chi dona sei navi…Qual è il segreto del suo successo?” è stata la domanda di Marco Lillo, che poi ha citato un’intercettazione in cui parlano la moglie di Tarantini e Lavitola. La signora è arrabbiata perché il premier non si fa ricevere e Lavitola spiega che Gianpi non può avere più rapporti con il presidente perché a lui interessa solo la figa. Lillo ha chiesto se c’è una relazione tra queste frasi e il suo rapporto con il presidente del Consiglio. Lavitola ha risposto così: “Ci sono troppi omissis e bisogna contestualizzare le intercettazioni: le trascrizioni non sono attendibili perché sono parziali. Per la questione della figa, invece, qualcuno può pensare che a Berlusconi non piacciano? Per quanto riguarda il Castello di Tor Crescenza, fui io a suggerire al presidente di affittarlo, visto che doveva passare le vacanze estive e di passare l’estate lì. Mi chiese di andare con lui e mi chiese il mio parere sulla questione. Per quanto riguarda la questione delle navi, invece, bisogna finirla di dire cose inesatte: non ho regalato né fatto regalare nessuna nave. Era il frutto di un accordo bilaterale con l’Italia, Panama si impegnava nella lotta al narcotraffico in cambio di sei pattugliatori che stavano andando in disuso. Basta verificare: dai porti panamensi parte tantissima droga”.
I RAPPORTI CON PANAMA – Bonini torna sulla questione degli affari: “Come nascono i suoi rapporti col presidente panamense? Quali sono i suoi rapporti con Eni? Che ci faceva a Sofia il 24 agosto?” Lavitola ha risposto così: “A Sofia avevo appuntamento con dei fornitori di pesce, può testimoniarlo. Con eni nessun tipo di contatto e in alcune occasioni ho bluffato con i Tarantini perché ero ossessionato dalle loro richieste. Con Martinelli nessun rapporto speciale. E’ un signore con radici italiane ed è un magnate dell’industria agroalimentare che ho conosciuto per motivi lavorativi nell’ambito delle comunità italiane del sud e centro America”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/28/la-verita-di-lavitola-dalla-latitanza-di-panama-in-diretta-televisiva/160653/comment-page-3/#comment-2463442
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