Dieci missive firmate Movimento armato proletario inviate anche a Berlusconi e a diversi direttori di giornali.
Lamezia Terme, 16 dic. (TMNews) - "Vi faremo maledire queste misure col sangue". È questa una delle frasi contenute nelle dieci missive indirizzate a politici e giornalisti, tra i quali anche il premier Monti e l'ex premier Berlusconi, intercettate ieri a Lamezia Terme nel centro di smistamento delle poste calabresi e che al loro interno oltre al volantino di minacce contenevano anche un proiettile.
"Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca, adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi. Ve la faremo pagare a tutti, vi colpiremo e sarà una guerra all'ultimo sangue", si legge ancora.
Tutte le dieci missive sono siglate Movimento armato proletario. "E' una lotta giusta, è coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. La finanziaria è pronta - prosegue ancora la nota al vaglio ora della magistratura - come è pronto anche il loro funerale. Ci vedremo a Roma e non siamo contro le forze dell'ordine però se c'è qualcuno che vuole fare l'eroe pensi prima alla sua famiglia".
Nella missiva, il Movimento armato proletario muove accuse contro la manovra appena approvata dal governo Monti: "Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono essere approvate, se non con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico?".
Tutta la documentazione è stata sequestrata dalla polizia postale di Lamezia Terme e dalla Digos della questura di Catanzaro, diretta dal vice questore aggiunto Marinella Giordano, e adesso è al vaglio della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha ricevuto gli incartamenti dalla procura ordinaria di Lamezia Terme, intervenuta in un primo momento. Lo stesso procuratore Lombardo ha garantito l'impegno ad un'attenta valutazione del contenuto delle missive cercando di arrivare quanto meno al sito di provenienza.
Intanto dalla indagini è emerso che il centro di stoccaggio delle poste di Lamezia Terme smista la corrispondenza in arrivo e in partenza solo della Calabria. Tra i destinatari dei plichi anche il ministro del Welfare Elsa Fornero i leader del Pd Pierluigi Bersani e dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Lettere minatorie sono state indirizzate anche al direttore di "Libero" Maurizio Belpietro, quello della "Padania", il direttore del "Corriere della Sera", Ferruccio De Bortoli, il direttore di "Repubblica" Ezio Mauro, e del "Tempo", Mario Sechi.
"Non dovrete più dormire sonni tranquilli. Il piombo non manca, adesso arriva anche il tritolo dagli amici arabi. Ve la faremo pagare a tutti, vi colpiremo e sarà una guerra all'ultimo sangue", si legge ancora.
Tutte le dieci missive sono siglate Movimento armato proletario. "E' una lotta giusta, è coerente contro i poteri forti a difesa della povera gente. La finanziaria è pronta - prosegue ancora la nota al vaglio ora della magistratura - come è pronto anche il loro funerale. Ci vedremo a Roma e non siamo contro le forze dell'ordine però se c'è qualcuno che vuole fare l'eroe pensi prima alla sua famiglia".
Nella missiva, il Movimento armato proletario muove accuse contro la manovra appena approvata dal governo Monti: "Le misure prese per colpire sempre i più deboli non devono essere approvate, se non con modifiche radicali a difendere quel poco che le fasce deboli hanno. Ma vi rendete conto che colpite gli operai con le loro famiglie che sono già sul lastrico?".
Tutta la documentazione è stata sequestrata dalla polizia postale di Lamezia Terme e dalla Digos della questura di Catanzaro, diretta dal vice questore aggiunto Marinella Giordano, e adesso è al vaglio della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha ricevuto gli incartamenti dalla procura ordinaria di Lamezia Terme, intervenuta in un primo momento. Lo stesso procuratore Lombardo ha garantito l'impegno ad un'attenta valutazione del contenuto delle missive cercando di arrivare quanto meno al sito di provenienza.
Intanto dalla indagini è emerso che il centro di stoccaggio delle poste di Lamezia Terme smista la corrispondenza in arrivo e in partenza solo della Calabria. Tra i destinatari dei plichi anche il ministro del Welfare Elsa Fornero i leader del Pd Pierluigi Bersani e dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Lettere minatorie sono state indirizzate anche al direttore di "Libero" Maurizio Belpietro, quello della "Padania", il direttore del "Corriere della Sera", Ferruccio De Bortoli, il direttore di "Repubblica" Ezio Mauro, e del "Tempo", Mario Sechi.
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