lunedì 23 aprile 2012

Def, la Corte dei Conti: "Troppe tasse". -





«Il pericolo corto circuito rigore-crescita  non è dissipato»

Nel 2013 gli effetti recessivi delle manovre brucerebbero oltre 37 miliardi di euro. È l’allarme lanciato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, durante l’audizione di oggi davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato sul Documento di Economia e Finanza 2012. «Prendendo a riferimento il 2013 - l’anno del ’pareggio' - si può calcolare - ha aggiunto Giampaolino - che l’effetto recessivo indotto dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio».

«La pressione fiscale salirà salirà dal 42,5 per cento del 2011 al oltre il 45 per cento per l’intero triennio successivo». È la previsione del presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, intervenuto oggi davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato per il ciclo di audizioni sul Documento di Economia e Finanza 2012. Le scelte operate di recente, con il decreto legge di semplificazione fiscale modificato alla camera, «offrono più di un elemento di perplessità». È quanto afferma il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, nel corso dell’audizione sul Def nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. In primo luogo la necessità di ottenere un miglioramento nell’efficienza gestionale ha spinto finora a puntare a una «semplificazione nella gestione dei servizi offerti dagli enti locali prevedendo la gestione associata delle funzioni».

Il decreto che la scorsa settimana ha ottenuto la fiducia a Montecitorio e che è passato al Senato per l’ok definitivo, «ampliando i margini per assunzioni negli enti locali, oltre che ad indebolire il rigore delle scelte finora assunte, attenua la spinta per l’individuazione di assetti organizzativi dimensionalmente più efficienti rispondendo a logiche individuali di una struttura territoriale considerata, a ragione, troppo frazionata», dice Giampaolino. Altra critica mossa dalla Corte dei conti riguarda l’introduzione del Patto di stabilità orizzontale nazionale. «Di fatto -dice Giampaolino- neutralizza l’operare della concertazione a livello regionale che nell’anno appena concluso aveva conosciuto le prime esperienze di un qualche rilievo in molte realtà regionali». Una scelta, evidenzia la magistratura contabile, «che sembra contraddire gli interventi diretti a valorizzare il ruolo del decentramento, rafforzando le forme di cooperazione tra enti diversi della stessa regione e contribuendo, per questa via, ad attribuire al sistema delle autonomie un ruolo nella politica di risanamento della finanza pubblica».


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