domenica 3 marzo 2013

"Bersani deve fare un passo avanti". E' la strada verso la governabilità. - Sergio Di Cori Modigliani



Non c’è niente da fare: non capiscono. Davvero non si rendono conto. Tant’è vero che l’unica idea che finora si sta manifestando sui social networks e sul web (a dichiarata firma PD con qualche complicità PDL) consiste in una neo-moda di squadrismo mediatico, basata sull’insulto, sulla calunnia, sul falso, sulla pubblicazione di dati e affermazioni false, e siamo ormai al record surrealista di persone intelligenti che attribuiscono al M5s e a Beppe Grillo addirittura la responsabilità dell’attuale crisi e della cosiddetta ingovernabilità. Si cerca di rovesciare le carte, quindi è necessario rispedire la palla sul loro campo, perché stanno tentando abilmente (mica tanto poi) di annebbiare la mente di chi legge e ascolta per costruire l’ennesimo falso.
Per due anni di seguito, il PD ha detto solo e soltanto una cosa: “Berlusconi deve fare un passo indietro” senza mai parlare del loro programma. Il Berlusca lo ha fatto e per un anno ci hanno spiegato che era necessario appoggiare Monti insieme a Berlusconi senza mai parlare del loro programma.
Adesso, invece, non è più possibile.
Questo è il punto. Soltanto questo.
Qual è il programma del PD? Sono a favore dell’abolizione del finanziamento ai partiti? Il M5s ha già dichiarato che non prenderanno il contributo rinunciando a 35 milioni di euro.  Quali sono i punti essenziali del programma del PD in materia di spesa, lavoro, occupazione, legalità?
Il corriere della sera è andato a chiederlo a Massimo D’Alema, uno degli esponenti di punta della vecchia guardia piddina, D’Alema ha “bypassato” la risposta come se la domanda non fosse stata fatta e ha dato la sua soluzione all’attuale fase in atto. Ecco che cosa ha detto D’Alema:

La strada è chiara: la presidenza della Camera al M5s con un governo presieduto da Bersani…è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte delle forze principali…nessuno può avere interesse a precipitare il paese verso nuove elezioni che sarebbero un drammatico choc. Neanche il Movimento 5 stelle che ha ottenuto un successo e che ragionevolmente credo voglia dimostrare la capacità di generare cambiamenti positivi per l’Italia….quindi al centrodestra vada la presidenza del senato e al movimento 5 stelle la presidenza della camera, ovviamente sulla base della proposta di personalità che siano adeguate a ruoli istituzionali di garanzia….”.

Per D’Alema è fatta, lui non vede neppure il problema. E’ convinto che si risolva dando come regalo qualche presidenza. Come era accaduto con la Lega.
Si tratta, per il momento, di uno scontro tra due idee esistenziali e politiche che sono davvero incompatibili.
A mio avviso, invece, per poter cominciare a trattare, è assolutamente necessario “che Bersani faccia un passo avanti”.
Per quale motivo noi elettori e anche il gruppo parlamentare del M5s dovremmo credere a un ipotetico cambiamento dato che le persone e le personalità sono ancora le stesse?
Quindi, la prima mossa spetta al presidente del consiglio incaricato in pectore  che deve  invitare l’attuale segreteria a dimettersi ( nell’interesse del suo partito) sostituendo coloro che non hanno fatto negli ultimi vent’anni ciò che oggi sostengono di essere disponibili a fare e consentire alla nuova segreteria di avanzare un piano programmatico di legislatura, con scadenze specifiche indicate, che accolga istanze portate avanti dal M5s e che non è difficile ricavare anche dal risultato elettorale (astensione e calo del bacino elettorale dei due maggiori partiti): dall’immediato abbattimento dei costi della politica alla immediata legge sul conflitto d’interesse; dalla riduzione del numero dei parlamentari all’abolizione di privilegi parlamentari inutilmente costosissimi (benefits, auto blu, consulenze a pioggia, ecc.); dall’introduzione del concetto di reddito di cittadinanza (per far fronte immediato al disagio dei ceti sociali più colpiti) alla suddivisione finanziaria “legale” tra banche d’affari speculative e banche che gestiscono il risparmio dei correntisti, mettendo a disposizione linee di credito alle imprese medio-piccole in difficoltà, per dare inizio alla ripresa economica e così via.
Se Bersani fa un passo avanti e, con una rinnovata dirigenza, immette nel suo programma di governo questi punti, penso che i neo-eletti di M5s troverebbero naturale dargli la fiducia, rinunciando –per il momento- a portare avanti altre istanze che vengono –di comune accordo- rimandate. Ma solo in un contesto che mostri che il PD ha raccolto la richiesta di rinnovamento proveniente dall’esito elettorale. Come si fa a dare la fiducia a chi ha già dimostrato “sul campo” di essere inaffidabile?
Che ci fa il M5s con la presidenza della camera? La foto ricordo?
Allora, che facciamo?
Andrea Scanzi ben sintetizza l’attuale fase di oggi nel seguente modo:

Grillo, anzitutto, si toglie i sassolini dalle scarpe e giustamente ricorda la badilata di cazzate empie piovute addosso ai 5 Stelle da parte dell'intellighenzia stinta del Pd (fassisti del web, qualunquisti, Casa Pound, bla bla bla). Non puoi prima darmi del criminale e il giorno dopo chiedermi di salvarti la vita perché altrimenti muori: troppo facile, dovevi pensarci prima. Grillo, oltretutto, è un vendicativo permaloso. Figuriamoci se non reagisce a uno schiaffo con un calcio sulle palle: è fatto così. Una volta superata la soddisfazione di infierire sulla boria patetica di chi credeva di avere già vinto e ha sbagliato pure questa, il punto è un altro (ed è dirimente): che facciamo? Non c'è nessuna base spaccata (i giornalisti stanno perdendo la testa, è bellissimo). La stragrande maggioranza dei grillini detesta il Pd, perché lo conoscono benissimo. C'è solo chi è possibilista e chi no. Per ora siamo alle scaramucce. La mia sensazione è che il centrosinistra stia cercando ogni scusa per giustificare l'inciucione (tipo: "Visto? Grillo ci ha detto no, quindi tubiamo con Berlusconi". E' la linea D'Alema, cioè la linea-nulla). La mia paura è che Grillo possa peccare in orgoglio. Tradotto: occorre aspettare i punti del programma governativo di Bersani. In 20 anni non hanno fatto né il conflitto di interessi, né opposizione, né progetti seri per abbattere i costi della politica: dubito che se ne ricordino adesso. Se lo faranno, poiché costretti dall'acqua alla gola, il M5S dovrà appoggiarli (a costo di dare la fiducia: non facciamo i puristi del nulla, su). Se sarà invece la solita aria fritta, avremo per un po' (sei mesi, un anno) il governissimo e di lì a poco le elezioni anticipate. Filippo Petardo Facci (chi?) dice che la prossima volta il M5S non prenderà più voti, come accaduto in Grecia coi movimenti di protesta. Quindi il M5S farà un botto ulteriore. E la Casta lo sa. Per questo, in ogni modo, cercherà di barcamenarsi. Trincerandosi in Parlamento e tirando a campare”.

Sono d’accordo con questa  analisi.
Stanno giocando, come al solito, con carte truccate. Si rifiutano di parlare del programma e propongono come novità governativa le solite facce. Come si fa a ragionare in questi termini? Perché il M5s dovrebbe dare la fiducia a coloro contro i quali è andato per tutta la campagna elettorale?
Bersani deve fare un passo avanti.
Tutto qui.
Cambi il suo management, legga le voci del suo programma alla nazione e abbia il coraggio di sfidare il M5s a un dibattito pubblico su ogni singolo punto del programma, in modo tale da consentire al paese di “sentire” che davvero stiamo andando verso la trasparenza pragmatica delle istituzioni, e non verso la consueta, vecchia, ammuffita compravendita di presidenze, così come viene presentata da Massimo D’Alema, l’ennesimo genio della politica che dimostra di non aver capito affatto che cosa sta accadendo nel paese.
La governabilità c’è eccome!
Ma sui programmi e sulla sostanza.
Non sulla qualità e sulla quantità delle presidenze di camera, fondazioni bancarie, commissioni clientelari.
Tutto il resto è fumo negli occhi.
Come ha detto il premio Nobel Dario Fo, regalando un solido consiglio esistenziale a Pierluigi Bersani, quando la Gruber lo ha intervistato:  “Buttati, dai, fai un bel salto e sono certo che il M5s voterà a favore”.
Altrimenti, che si prepari ad essere testimone della propria estinzione per incapacità politica, per incompetenza manageriale, per mancanza di creatività e scarsa propensione all’assunzione di responsabilità individuale davanti alla collettività.
Altrimenti, dato che è il primo partito alla camera, c’è sempre il M5s che può assumere l’incarico di formare un governo, presentare un programma e vediamo chi lo vota in parlamento.
Così vediamo chi non vota per l’abolizione delle province, chi non vota per l’abolizione dei cosiddetti rimborsi elettorali, chi non vota per una vera legge anticorruzione, chi non vota per una nuova legge elettorale, chi non vota per misure che rilanciano la piccola e media impresa, chi non vota per l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, chi non vota per il reddito di cittadinanza, chi non vota per la legge sul conflitto di interesse, chi non vota per la cancellazione degli enti inutili, chi non vota per l’annullamento delle fondazioni bancarie, chi non vota per l’abolizione deiprivilegi parlamentari, chi non vota per la decurtazione del numero dei deputati, ecc.,ecc…..

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