Uganda, “bambini al lavoro nei campi della Chiesa cattolica”
La denuncia arriva da un'inchiesta della Bbc, che ha intervistato anche un ex bambino soldato dell'Uganda. Interpellato dai giornalisti della tv britannica, il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha negato ogni addebito: "Se c'è un problema con la chiesa locale non sono io il responsabile"
KAMPALA – La Chiesa cattolica e quei legami con il lavoro minorile in Uganda: si intitola così un’inchiesta firmata da Vinnie O’Dowd e Danny Vincent della Bbc che indaga il rapporto tra il Paese africano, la Chiesa e i bambini sfruttati. Durante la sua visita dello scorso novembre in Africa, continente in cui vivono quasi 200 milioni di cattolici, papa Francesco ha detto che i bambini sono le maggiori vittime dello sfruttamento occidentale in Africa. Allo stesso tempo ha invitato con forza i giovani africani a resistere alla corruzione. Eppure, si chiedono i cronisti della Bbc, il Vaticano potrebbe forse fare qualcosa di più? Alex Turyaritunga, ex bambino soldato dell’Uganda che oggi ha 32 anni, ha raccontato la propria esperienza alla Bbc: “Ero un bambino soldato, nulla me lo farà mai dimenticare. Ricordo la guerra nel 1994. Portavo un fucile in spalla”. Oggi Turyaritunga è un infermiere presso l’Agenzia Onu per i rifugiati in Uganda. Da bambino, però, rimase orfano del padre. Ad aiutare lui, sua madre e i suoi fratelli, ha detto alla Bbc, fu la Chiesa cattolica, che nel suo paese, Kabale, gli pagò gli studi. “Mi aiutarono a diventare quello che sono”, dice oggi. Allo stesso tempo, però, non risparmia le accuse. Turyaritunga sostiene infatti che la Chiesa tolleri nelle sue terre di Kabale il lavoro minorile: ci sono anche bambini di 10 anni che lavorano nelle piantagioni di tè, ha detto il giovane ugandese alla Bbc. Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in Uganda ci sono tre milioni di bambini lavoratori. Circa il 30% dei piccoli tra i cinque e i 14 anni lavorano, nonostante quella dei 14 anni sia l’età minima legale per qualunque tipo di lavoro. I bambini vengono pagati tra i mille e i duemila shillings ugandesi al giorno, ovvero tra i 30 e i 60 centesimi di dollaro. I cronisti della Bbc sono andati in Uganda e hanno verificato di persona la situazione. Hanno provato a contattare il vescovo locale, monsignor Callistus Rubaramira, che però era irreperibile. A quel punto hanno cercato di chiedere delucidazioni al suo segretario, padre Luciano, che però ha negato che nella piantagione venisse utilizzata manodopera minorile. Alla fine i giornalisti della Bbc hanno contattato direttamente il Vaticano. Il portavoce, padre Federico Lombardi, ha però negato qualunque responsabilità: “Se c’è un problema con la chiesa locale non sono io il responsabile”, ha detto alla Bbc. -
Fonte: laici.forumcommunity del 8/1/2016
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RispondiEliminatanto li sono già abituati ad essere schiavi... mica è peccato... #PappaPampero