mercoledì 26 agosto 2020

Sui social c’è un orrore da fermare. - Gaetano Pedullà

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Azzolina e Briatore: quante persone conoscete più diverse per storia e stile di vita? Eppure la ministra e l’imprenditore hanno una cosa in comune. La prima è bombardata da insulti sessisti e violenti. Il secondo, in ospedale con il Covid, si è beccato pure gli auguri di non farcela, ripagato così per gli sproloqui in internet e tv contro lo stop delle discoteche, dove probabilmente anche lui stesso s’è infettato.
Azzolina e Briatore, così lontani e imparagonabili, sono due facce della stessa violenza alimentata sui social, e cambia poco se la responsabile della scuola si è sempre tenuta al largo dal provocare mentre Mr. Billionaire è un cliente abituale di battute grevi e “sparate” fuori luogo, a partire da quelle in cui minimizzava i rischi della pandemia, in compagnia con altri negazionisti del virus, tra cui lo stesso dottor Zangrillo presso cui adesso è ricoverato.
“Nessuna donna dovrà mai leggere commenti così infimi” ha detto l’Azzolina commentando le schifezze che le scrivono su Facebook e promettendo di fare di più, proprio nella scuola, per educare i giovani a rispettare gli altri – tutti – a cominciare dalle parole che si usano. Non sarà una battaglia facile e con una generazione ormai fuori da un pezzo dalle aule non c’è più molto da fare. Ma la violenza che generano certi attacchi non si può sottovalutare oltre. Senza discutere il diritto di critica, sulla rete è ora di garantire sul serio la moderazione, impedendo gli insulti degradanti, a costo di togliere la tastiera a chi da questo orecchio non ci sa sentire.

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