mercoledì 23 dicembre 2020

Magrini (dg Aifa): “Mai proposti gratis”. Le email lo smentiscono. - Thomas Mackinson

 

“L’Aifa ha interesse a sperimentare i monoclonali”. Giorgio Palù ha impresso la svolta all’agenzia che presiede dal 4 dicembre: “Sono un sicuro presidio nel momento in cui non riusciremo a fare il vaccino a tutti. Stiamo valutando una sperimentazione”. Lo sostiene da sempre, ma per riaprire il discorso tocca cancellare la macchia: l’occasione mancata di sperimentare già a novembre 10 mila dosi del farmaco sviluppato da Eli Lilly, a beneficio di altrettanti pazienti e a costo zero. Nicola Magrini, dg dell’Aifa, si intesta la smentita di una trattativa che il Fatto ha ricostruito e di cui proprio nulla, prima, si sapeva. Magrini parla di “una generica disponibilità a collaborare”. Sostiene che l’agenzia non ha ricevuto proposte di sperimentazione ma di acquisto. E che in ogni caso, “non è vero che abbiamo rifiutato l’accesso in Italia”.

La documentazione in nostro possesso racconta altro. Tutti i decisori pubblici coinvolti, a partire dallo stesso Magrini, fin dal 7 ottobre erano chiamati a valutare la proposta di un trial clinico-pragmatico gratuito che avrebbe garantito una delle poche cure disponibili al mondo. Stesso oggetto ha la riunione del 29 ottobre tra i vertici mondiali della Lilly (il vicepresidente Ajay Nirula), il gruppo regolatorio dell’Aifa, Gianni Rezza per il ministero, Giuseppe Ippolito (Cts e Spallanzani) e il professor Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta che ha dato impulso all’iniziativa. Lo conferma lo stesso Ippolito, in una lettera al Fatto in cui parla di “sperimentazione”, non vendita. Il comunicato gioca con le parole. Aifa non ha ricevuto la proposta, ma perché dopo la riunione l’ha lasciata cadere per dichiarato disinteresse. Sottolinea però d’aver ricevuto quella d’acquisto. Certo, ma è stata chiesta dall’Italia il 16 novembre perché il 9 l’Fda Usa autorizza il farmaco per l’emergenza e Lilly non può più regalarlo. Tanto che l’Italia torna al tavolo con Arcuri per trattare il prezzo. Si sostiene poi che l’intoppo è l’Ema, ma l’Ungheria ha autorizzato e si sta muovendo la Germania. Potevamo essere primi, rischiamo d’esser gli ultimi. Questa è la storia.

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