mercoledì 9 marzo 2022

La questione Zelensky, eroe molesto. - Antonio Padellaro

 

Noi sgomenti e impotenti spettatori abbiamo come l’impressione che, ultimamente, il premier ucraino Zelensky, più ancora del “criminale di guerra Putin”, abbia come bersaglio costante i governi cosiddetti alleati a cui non risparmia critiche e reprimende per la tiepidezza (e forse anche viltà) che dimostrano nei confronti del nemico comune. Fino a profetizzare che “questo conflitto non finirà così, ma scatenerà una guerra mondiale poiché questa bestia più mangia e più vorrà mangiare”. Cosicché i vari Biden, Macron, Scholz, Johnson, Draghi, si trovano nella scomoda situazione di chi non può replicare a tono. Che una terza guerra mondiale, per esempio, potrebbe divampare forse già un minuto dopo la creazione di quella no fly zone sollecitata dall’uomo di Kiev. Non appena un aereo russo fosse abbattuto da un caccia Nato (o viceversa). Imbarazzante, infatti, per chi se ne sta al sicuro e al calduccio (chissà ancora per quanto) polemizzare con un eroe asserragliato a difesa del proprio popolo, e a rischio continuo della propria vita. Parliamo dello stesso eroe che la “bestia” di Mosca aveva ampiamente sottovalutato nel progettare un’invasione che, secondo i calcoli, avrebbe comportato, in due o tre giorni, la resa dell’Ucraina con la fuga del comico-presidente. Eh sì, questo personaggio spuntato dal nulla che da due settimane, barba lunga e canottiera militare, arringa l’universo mondo in diretta tv potrebbe avere rotto le classiche uova nel paniere a nemici e amici. Come simbolo di una resistenza senza se e senza ma, ha colpito in contropiede pure quella strategia terzista convinta che con l’immediata cessione al Cremlino di Donbass e Crimea, più una esplicita dichiarazione di neutralità, il mondo avrebbe tirato un sospiro di sollievo e questa brutta storia sarebbe stata archiviata per poi procedere tutti festosamente verso le vacanze pasquali. Vero che Zelensky ha aperto uno spiraglio sulle possibili concessioni alla Russia, ma con gli eroi non si può mai sapere (“Beati quei popoli che non ne hanno bisogno”: Bertolt Brecht aveva capito tutto in anticipo).

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/09/la-questione-zelensky-eroe-molesto/6519933/?utm_content=marcotravaglio&utm_medium=social&utm_campaign=Echobox2021&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR0Z3YHuK3rMxF9OA__kgAIjK_SLrr-NAyINmOVuI79qPBRaQFRTSxKyYM0#Echobox=1646816887

Nessun commento:

Posta un commento