mercoledì 2 marzo 2022

Premettere che Putin è uno stronzo. - Antonio Padellaro

 

Avviso ai combattenti. Qualunque anche pur minimo rilievo a eventuali responsabilità del fronte Nato nell’avere sottovalutato l’inevitabile reazione di Mosca all’ipotesi di un passaggio di Kiev nel fronte politico e militare occidentale va sempre preceduta da una decisa, inequivocabile e dunque definitiva condanna dell’invasore russo. Solo dopo aver premesso, e senza equivoci di sorta, che Putin è un criminale – o anche un delinquente, uno psicopatico, un mostro sanguinario, uno stronzo (meglio ancora se tutte queste cose insieme) – si potrà argomentare la non totale condivisione rispetto alle scelte di chi si è fatto usbergo dei valori del mondo libero. Senza tuttavia eccedere nei distinguo per non demoralizzare le truppe, in questo caso gli eroici opinionisti e strateghi che difendono la democrazia dal divano di casa.

C’è davvero poco da scherzare perché l’intolleranza nei confronti di qualsiasi visione degli accadimenti bellici non coincidente con quella quella timbrata e omologata dalle cancellerie (oltre che dal gruppo editoriale Gedi e dal Tg1) ricorda analoghe rimostranze. Quelle che, durante i picchi di contagio pandemici, ricoprivano di guano chiunque esprimesse il pur minimo dubbio sulla reale efficacia della campagna di vaccinazione, o sulle limitazioni imposte dal green pass.

Infatti, ogni obiezione sussurrata necessitava di una professione di fede basata sull’essersi gioiosamente fatti inoculare le tre dosi previste. Nonché, se necessario, anche una quarta e una quinta. Pure così, se eccepivi qualcosina, era difficile sfuggire al sospetto di una qualche tua complicità con i no vax. Esattamente come ora, se non indossi l’elmetto atlantico, rischi di passare oggettivamente per un servo del Cremlino. È inutile, qui da noi anche la causa più giusta, come la difesa della salute collettiva o del diritto alla libertà di un popolo aggredito, finisce per essere invariabilmente sporcata dai custodi del vero e del giusto. Maestrini dalla penna rozza, infastiditi da chiunque non sia disposto a portare il cervello all’ammasso.

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