Il paradosso, riportato da Lattanzio[1], che lo attribuisce ad Epicuro, si basa su alcune domande e procede per gradi fino a rendere, appunto, paradossale il concetto di Dio:
«Dio - dice Epicuro - o vuole togliere i mali, ma non può; oppure può, ma non vuole; oppure non vuole e non può; oppure vuole e può. Se vuole, ma non può, è impotente; il che è inammissibile in Dio. Se può, ma non vuole, è invidioso; il che pure è alieno da Dio. Se non vuole e non può, allora è invidioso e impotente; e anche questo non può attribuirsi a Dio. Se vuole e può, il che soltanto conviene a Dio, allora da dove vengono i mali? o perché non li toglie?»
Dio può e vuole; ma poiché il male esiste allora Dio esiste ma non si interessa dell'uomo. Questa è la conclusione alla quale giunge Epicuro al termine di queste ipotesi.
Io credo che il Dio al quale fa riferimento la chiesa cattolica, dopo averci creato, si limiti ad osservarci senza intervenire, facendo crescere il caos a dismisura; forse anche lui ha una predilezione per i cattivi e non vuole punirli.
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