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sabato 13 agosto 2016

Sanità, il marito di Anna Finocchiaro nominato consigliere del registro dei tumori. Ma è imputato per truffa. - Andrea Tornago

Sanità, il marito di Anna Finocchiaro nominato consigliere del registro dei tumori. Ma è imputato per truffa

Melchiorre Fidelbo è entrato nel consiglio direttivo dell'Airtum, l’Associazione italiana registri tumori, soggetto chiave nella redazione di rapporti come lo studio epidemiologico “Sentieri” sui siti inquinati di interesse nazionale. Ma è a processo per un appalto da 1,7 milioni affidato a una sua società, secondo l'accusa, senza bando.

È imputato di truffa e abuso d’ufficio per un appalto da 1,7 milioni nella sanità in Sicilia. Ma l’Airtum, l’Associazione italiana registri tumori, lo scorso 14 aprile l’ha nominato nel suo consiglio direttivo. Il dottor Melchiorre Fidelbo, ginecologo e marito della senatrice del Pd Anna Finocchiaro, siede ora nell’organismo direttivo dell’associazione che riunisce i “ricercatori e il personale tecnico operanti presso i registri tumori di popolazione”, soggetto chiave nella redazione di rapporti come lo studio epidemiologico “Sentieri” sui siti inquinati di interesse nazionale, finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità.
Fidelbo, dal 2000 segretario coordinatore del Registro tumori integrato di Catania, Messina, Siracusa ed Enna, è finito a processo a Catania insieme a tre ex manager dell’azienda sanitaria provinciale per l’appalto vinto dalla società Salsamb srl (di cui era socio al 50 per cento oltre che amministratore) per l’informatizzazione dell’ospedale di Giarre. Un lavoro che, come ricostruito dagli inquirenti, è stato affidato direttamente alla società del marito della Finocchiaro senza “una procedura ad evidenza pubblica e comunque in violazione del divieto di affidare incarichi di consulenza esterna”.
La questione della nomina di Fidelbo nell’organismo dirigente dell’Airtum è stata ripresa da un’interrogazione al ministro della Salute presentata in Commissione sanità lo scorso 5 maggio dai deputati del M5s Massimo Enrico Baroni e Alberto Zolezzi. Essendo un’associazione priva di codice etico, nulla vieta formalmente ai soci dell’Airtum di nominare nel proprio consiglio direttivo un imputato. Ma per i parlamentari firmatari dell’interrogazione l’elezione del dottor Fidelbo è comunque “inquietante”, perché l’inchiesta siciliana “disegna un quadro di commistione d’interessi privatistici, politici e pubblici – scrivono i deputati – ove lo stesso Fidelbo, oltre a ricoprire il ruolo di amministratore della società Solsamb srl, veniva nominato anche in una sottocommissione regionale incaricata di studiare proprio il nuovo piano relativo all’organizzazione dell’assistenza ospedaliera siciliana”.
E ora la preoccupazione arriva a interessare anche i progetti di legge sull’istituzione del registro nazionale tumori, in discussione alla Commissione affari sociali della Camera. Diverse proposte, alcune delle quali presentate dal partito di Anna Finocchiaro, prevedono un importante ruolo istituzionale dell’Airtum in relazione alla “alimentazione, gestione, aggiornamento, ampliamento e controllo di qualità dei dati” epidemiologici nazionali, oltre alla “valutazione della qualità dei dati prodotti dal Registro nazionale e dai registri regionali e provinciali” e alla funzione di accreditamento dei registri tumori locali. Tutte prerogative che verrebbero affidate a un’associazione privata, al momento priva di un codice che regoli i conflitti di interesse, e con un dirigente imputato per truffa.

domenica 17 marzo 2013

Presidenti delle Camere, qualcosa sta cambiando. - Peter Gomez


E alla fine un segnale è arrivato. Quando ormai tutti si erano rassegnati a vedere sedere sulle poltrone della seconda e della terza carica dello Stato due vecchie cariatidi del centrosinistra come Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e i suoi hanno sparigliato i giochi e hanno eletto due persone stimate da una larga fetta di cittadini: Pietro Grasso e Laura Boldrini.
Certo, si potrà a lungo discutere, e anche criticare, la scelta del Pd di proseguire con il brutto andazzo inaugurato da Silvio Berlusconi nel 1994 di non concedere la presidenza di una delle due Camere alle opposizioni. Ma il dato (positivo) per ora è questo: i due dinosauri si sono dovuti accomodare in panchina e Renato Schifani, l’indagato per fatti di mafia in attesa di archiviazione che sperava di convincere i montiani a rieleggerlo, non ce l’ha fatta.
Il risultato, impensabile fino a 48 ore prima della votazioni, non nasce per caso. Le elezioni hanno dimostrato con chiarezza come i cittadini si attendano dalla politica segnali di cambiamento. Il responso delle urne ha dato forza a chi nei vecchi partiti, per convinzione o realismo, vuole provare a mutare il corso delle cose.
A poco a poco, e tra molti errori, qualcosa nella politica italiana si muove. Molte certezze non hanno più valore, molte convinzioni vanno riviste. Tra queste anche quella, esemplarmente riassunta da Silvio Berlusconi, secondo la quale il Movimento 5 Stelle (percepito da un terzo degli elettori come il maggior rappresentante della spinta verso il rinnovamento) è “una setta come Scientology”. No, quel Movimento (che legittimamente può piacere o non piacere) non è una setta e nemmeno un partito teleguidato da Beppe Grillo. Lo dimostra proprio la spaccatura nell’assemblea degli eletti al Senato tra chi voleva votare scheda bianca e chi voleva opporsi al rischio Schifani. Idee e teste diverse si sono confrontate e alla fine una dozzina di senatori M5S hanno votato per Grasso.
Tra qualche dramma e molti musi lunghi, certo. Ma questa, in fondo, si chiama democrazia.
Ps: Nella tarda serata di sabato Grillo, dopo aver ricordato una norma del non statuto, ha invitato chi ha votato in maniera diversa da quanto stabilito dalla  maggioranza della loro assemblea a uscire dall’anonimato e a trarre le dovute conclusioni (cioè ad andarsene).  Ha il regolamento dalla sua parte. E chiedere ai senatori di rendere palese il loro voto ha un senso. Tutto il resto, detto con franchezza, non appare una gran trovata. Le regole non vanno solo rispettate. Vanno, alla luce dell’esperienza, pure migliorate. Anche perché tra votare un governo, una legge o una carica istituzionale, le differenze ci sono.  Basta, con intelligenza, volerle vedere.