Saranno abbassate le attuali soglie di punibilità ritoccate all'insù dal governo Renzi. Nella bozza c'è anche l'allargamento di una misura che oggi si applica solo ai condannati per mafia e gravi reati: l'obiettivo è colpire le organizzazioni criminali che occultano e reimpiegano proventi illeciti realizzati con reati fiscali. Previsti anche l'obbligo di certificare le compensazioni tra debiti e crediti fiscali superiori a 5mila euro e la riapertura della rottamazione ter.
Nel decreto legge fiscale collegato alla manovra che dovrebbe andare in consiglio dei ministri lunedì prossimo ci sarà anche la annunciata “stretta sui grandi evasori“, con l’abbassamento delle attuali soglie di punibilità ritoccate all’insù dal governo Renzi e l’aumento delle pene fino a 8 anni di reclusione. Dopo il botta e risposta sul carcere per chi non paga le tasse tra il ministro dell’economia Roberto Gualtieri e il Guardasigilli Alfonso Bonafede, fonti M5s hanno confermato che i pentastellati puntano a inserire questa proposta nel provvedimento. In scia a quanto affermato dal premier Giuseppe Conte che ha invitato il governo ad avere “coraggio” contro l’evasione “perché ogni euro recuperato sarà destinato a scuole, ospedali, infrastrutture e riduzione delle tassi” e “essere onesti conviene”. Non è chiaro se ci sia l’intesa con le altre forze di maggioranza. Il Pd per ora non si pronuncia e da Italia viva trapelano dubbi.
L’intervento voluto dal M5s, parte del pacchetto messo a punto da Bonafede, dovrebbe ricalcare i contenuti dell’emendamento presentato un anno fa al ddl anticorruzione dalla relatrice Francesca Businarolo, poi accantonato. Soglie più basse per individuare l’imposta evasa, dunque, e più anni di carcere per chi viene scoperto. Quell’emendamento stabiliva per esempio che per il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti“ la reclusione prevista passasse da un minimo di un anno e sei mesi a 6 anni di massimo, a un minimo di 4 anni fino a un massimo di 8.
Le altre misure contenute nella bozza del decreto vanno dalla decurtazione dei rimborsi fiscali da eventuali debiti con l’erario già diventati cartelle esattoriali alla confisca dei patrimoni non giustificati dal reddito dichiarato allargata ai casi di condanna o patteggiamento per i reati tributari. Sempre in chiave anti evasione, arriveranno una stretta sulle movimentazioni di gas, carburanti, alcolici e altri prodotti soggetti ad accisa e sulle compensazioni di crediti di imposta per un valore superiore a 5mila euro. Per far decollare la lotteria degli scontrini, poi, i premi non saranno sottoposti a tassazione. Il provvedimento comprende anche la riapertura della rottamazione ter per chi non ha saldato la prima o unica rata il 31 luglio: la norma sposta al 30 novembre la data per il primo versamento (per chi ha scelto di pagare a rate) o per il saldo (per chi ha optato per il pagamento in una unica soluzione).
Compensazione tra crediti fiscali e cartelle esattoriali – Prima di erogare i crediti fiscali lo Stato ‘preleverà’ quanto gli spetta se il contribuente ha dei debiti con il fisco, superiori a 100 euro, già diventati cartelle. Il rimborso dunque sarà subordinato alla verifica che non ci siano debiti risultanti da carichi notificati dall’agente della riscossione. Le sole eccezioni saranno previste nei casi in cui ci sia stata una sospensione o sia stato avviato un piano di rateazione. In parallelo è in arrivo, come annunciato da Luigi Di Maio e Pasquale Tridico, una stretta sulle indebite compensazioni da cui stando alla relazione tecnica sono attesi quasi tre miliardi in tre anni. La norma modifica i presupposti per compensare crediti fiscali e debiti (fiscali o contributivi) prevedendo la presentazione della dichiarazione per ogni credito sopra i 5mila euro l’anno e comunque l’obbligo di presentare un F24 tramite i servizi telematici delle Entrate. Il gettito previsto è di 1.084 milioni nel 2020 e 878 milioni nel 2021 e nel 2022.
Verso confisca per sproporzione al condannato per reati fiscali – Un articolo della bozza prevede che il fisco proceda alla confisca di beni ‘per sproporzione’ – oggi possibile per chi si rende responsabile di gravi reati come l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, corruzione, concussione – anche nel caso di condanna penale per evasione di imposte sui redditi e Iva. La norma punta a colpire le organizzazioni criminali che fondano la propria capacità operativa sull’abilità di accumulare, occultare e reimpiegare proventi illeciti. La confisca, che di fatto estende le norme antimafia, scatta quando il condannato non può giustificare la provenienza dei fondi accumulati. Oggi il modello tradizionale di confisca diretta “risulta raramente applicabile ai reati di natura economica per la concreta difficoltà di individuare ex post, nel patrimonio del trasgressore, i proventi dell’attività delittuosa, perché consumati o confusi con gli altri beni nella sua disponibilità, perché ceduti a terzi in buona fede, ovvero perché reinvestiti o anche solo artatamente occultati”. Per questo, al fine di “rendere più sistematica e completa la disciplina delle misure di aggressione patrimoniale nel settore penale tributario”, si prevede di “integrare le disposizioni contemplate dall’art. 12-bis del D.Lgs. n. 74/2000, al fine di ricomprendervi la confisca per sproporzione”.
Oltre 1 miliardo atteso dalla stretta su evasione Iva sui carburanti – Il decreto metterà in campo anche una stretta sulle movimentazioni di gas, carburanti, alcolici e altri prodotti soggetti ad accisa. Lo scopo è contrastare il meccanismo delle società ‘teste di legno’ – di fatto cartiere – che acquistano all’estero prodotti petroliferi aggirando l’Iva e poi rivendono in Italia incassando l’imposta. Entro il 30 giugno 2020 verrà istituito ‘Infoil’, un sistema informatizzato per la gestione della detenzione e della movimentazione dei prodotti energetici per autotrazione. Il limite temporale entro cui deve concludersi il regime di sospensione dell’accisa per la movimentazione del prodotto viene poi ridotto da 5 giorni a 24 ore: entro un giorno dalla presa in consegna, quindi, la nota di ricevimento dei prodotti andrà trasmessa all’Amministrazione finanziaria. E’ inoltre prevista la digitalizzazione della Dichiarazione accise semplificata (Das), che diventerà una spia di irregolarità. La bozza stima di poter recuperare “un maggior gettito compreso tra i 100 milioni euro l’anno (stima pessimistica di recupero) e i 200 milioni di euro/anno (stima ottimistica di recupero) che si aggiungono a quello previsto con l’adozione del Das informatico nella filiera del gasolio e della benzina per autotrazione”. Dal Das, il governo ” stima di poter recuperare tra il 30% e il 65% del tax-gap di 1,4 miliardi euro l’anno sul gasolio autotrazione, per un maggior gettito annuo compreso tra i 400 milioni euro l’anno (stima pessimistica di recupero) e i 910 milioni di euro l’anno (stima ottimistica di recupero)”.
Controlli su acquisti di auto all’estero – Faro del fisco sugli acquisti di auto all’estero, anche usate. Arriva un controllo preventivo dell’Agenzia delle Entrate anche nei casi in cui non è previsto il versamento dell’Iva con F24. In particolare, come si legge nella relazione che accompagna la norma equipara le operazioni dei titolari di partita Iva a quelle dei consumatori finali e introduce “la verifica preventiva anche per i soggetti privati che acquistano mezzi fiscalmente usati in altri Paesi dell’Unione Europea”.
Agente sotto copertura contro il gioco illegale – Da gennaio 2020 è prevista la nascita del Registro unico degli operatori del gioco pubblico, per contrastare infiltrazioni criminali e gioco illegale oltre a razionalizzare l’offerta. L’obbligo di iscrizione al registro dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli è già previsto per gli apparecchi da gioco con vincita in denaro e ora si estende a concessionari di scommesse, a chi venda lotterie istantanee, giochi numerici a quota fissa e a totalizzatore, ai concessionari del gioco a distanza. Per iscriversi vanno presentate autorizzazioni, concessioni e certificazione antimafia e pagati 200 euro. Si stima così di incassare 12 milioni l’anno. L’iscrizione va rinnovata ogni anno e in caso di irregolarità scatta una sanzione di 10mila euro, più il divieto di iscriversi per cinque anni. La stessa sanzione scatta per i concessionari che abbiamo rapporti con esercenti non iscritti al registro, che rischiano la revoca della concessione se reiterano per tre volte la violazione in due anni. Dovrebbe arrivare anche un “agente sotto copertura” autorizzato a giocare non oltre 100mila euro l’anno per contrastare il gioco illegale e “prevenire il gioco minorile”. L’attività di controllo sarà in capo all’Agenzia delle Dogane che potrà autorizzare il proprio personale. Le stesse operazioni potranno essere effettuate anche da polizia, carabinieri e Guardia di finanza.
Faro sui trust nei paradisi fiscali – Occhio del fisco sui ‘trust’ aperti all’estero in territori a fiscalità privilegiata – i paradisi fiscali – da beneficiari italiani. La norma serve ad evitare smagliature elusive alle norme, in particolare nel caso in cui non sia possibile possibile distinguere come considerare le somme ricevute dal beneficiario per i cosiddetti trust ‘opachi’, nei quali il beneficiario riceve reddito o parte del reddito per una scelta discrezionale del trustee (il gestore del trust).