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sabato 26 giugno 2021

Ufo, rapporto Pentagono: oltre 140 «oggetti volanti non identificati», ma non c’è prova presenza alieni.

 

L’atteso rapporto del Pentagono e dell’intelligence non offre conclusioni definitive e, allo stesso tempo, non esclude ’attività aliena’ lasciando di fatto la porta aperta a nuove teorie sugli extraterrestri.

Gli Stati Uniti non hanno una spiegazione per gli oggetti volanti non identificati, gli Ufo: le indagini condotte non si sono tradotte in risultati conclusivi. È quanto emerge dall’atteso rapporto del Pentagono sugli Ufo che ha esaminato 144 episodi dal 2004. Si tratta di “fenomeni aereo non identificati” in 143 casi su 144 ma non sono state trovate prove certe della presenza degli extraterrestri.

Le due conclusioni principali del rapporto dell’intelligence Usa sugli “Ufo” o “Uap” (a seconda che si voglia attribuire l’aggettivo “sconosciuti” a “oggetti volanti” o a “fenomeni aerei”) sono state anticipate nei giorni scorsi dal New York Times. Una cosa, nel rapporto, viene data per certa: gli oggetti, o fenomeni, osservati dai militari nel corso di un paio di decenni, non sono frutto della tecnologia Usa. Nel documento definitivo ci sono ulteriori dettagli, ma non tali da alterare la sostanza del rapporto. I funzionari a conoscenza del contenuto, comunque concordano su un fatto: l’ambiguità dei fenomeni rilevati costringe il governo a non escludere che i piloti militari che li hanno osservati possano essere entrati in contatto visivo con oggetti non terrestri.

Da La guerra dei mondi a Roswell: americani affascinati e preoccupati dagli Ufo.

A rilanciare l’interesse per gli Ufo e gli alieni, che dal dramma radiofonico ’La guerra dei mondi’ di Orson Welles, del 1938, passando per ’l’incidente di Roswell’ del 1947, ha sempre avuto grande presa sull’opinione pubblica americana, nelle ultime settimane è stato anche Barack Obama. L’ex presidente, in un’intervista al ’The late late show’ di James Corden sulla Cbs, «parlando seriamente», aveva ammesso che «ci sono immagini e rapporti di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano». Sulla questione, qualche giorno fa, è intervenuto anche Donald Trump, che in un’intervista si è mostrato più scettico del suo predecessore. «Credo in quello che vedo, ma ci sono molte persone là fuori che sono coinvolte in questa cosa degli Ufo», ha detto Trump, affermando di non voler rivelare altro, per non «ferire i sogni o le paure» di quanti invece sembrano credere all’esistenza di fenomeni alieni.

E del resto, il rapporto del Pentagono sugli Ufo si deve proprio a Trump, poiché fa parte di una disposizione contenuta nel disegno di legge da 2,3 trilioni di dollari per aiuti e stanziamenti per il coronavirus, firmato l’anno scorso dall’allora presidente. Tra le voci di quel disegno di legge vi era anche «un’analisi dettagliata dei dati e dell’intelligence sui fenomeni aerei non identificati» dall’Office of Naval Intelligence, dalla Unidentified Aerial Phenomena Task Force e dall’Fbi. A lasciare interdetti gli esperti dell’intelligence sono in particolare alcune caratteristiche degli oggetti osservati nel corso degli anni. Innanzitutto, la loro accelerazione, oltre ai repentini cambi di direzione, che sembrano sfidare le leggi della fisica, e la loro capacità di immergersi in acqua e sparire. Ce n’è abbastanza, per gli appassionati di ufologia, per parlare di una conferma dell’esistenza dei ’Vimana’ indiani, i veicoli volanti descritti in numerosi antichi testi sanscriti.

Russia, Cina e altre ipotesi “terrestri”.

Una spiegazione più razionale, per gli oltre 140 fenomeni esaminati nel rapporto, potrebbe essere quella di tecnologie sperimentali di potenze straniere, soprattutto Russia Cina. Ma, se è vero che alcuni degli avvistamenti dettagliati nel rapporto risalgono ad una ventina di anni fa, rimane il dubbio di come la Russia, all’epoca lontana dal ’rinascimento militare’ degli ultimi anni, così come la Cina, non ancora divenuta il gigante tecnologico che è oggi, possano avere messo a punto già allora tecnologie così avanzate rispetto agli Usa. In particolare, coloro che tendono ad attribuire una spiegazione ’terrestre’ ai fenomeni, ipotizzano la sperimentazione di velivoli o missili ipersonici. Capaci, cioè, di una velocità superiore a quella del suono di almeno 5 volte (la velocità del suono è di circa 1.200 chilometri all’ora). Le tre superpotenze, Usa, Russia e Cina, sono le uniche, attualmente, ad essere dotate di questa tecnologia per scopi militari.

Risale al 2011 un esperimento documentato di un velivolo Usa di forma conica, l’'HTV-2 (Hypersonic Technology Vehicle-2), sviluppato dalla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa). Il test venne effettuato presso la U.S. Air Force Vandenberg Base, sulla costa californiana. Il velivolo si sarebbe mosso ai limiti dell’atmosfera ad una velocità ci circa 20mila chilometri orari, prima di perdere contatto con la base e schiantarsi nell’Oceano Pacifico. Ma, come sembra indicare il rapporto dell’intelligence Usa anticipato dal New York Times, viene chiaramente escluso che gli Ufo o Uap osservati siano frutto di test militari del Pentagono. Nel documento si farebbe riferimento a ripetuti avvistamenti da parte di piloti della Marina, tra l’estate del 2014 e il marzo del 2015, di strani oggetti, uno a forma di trottola, che volava contro vento nei cieli della Costa Orientale Usa. Nei loro rapporti, i piloti della Marina riferirono che gli oggetti non avevano motori visibili o scie di scarichi rilevabili con i sensori infrarossi, che potevano raggiungere un’altitudine di 30mila piedi (circa 9mila metri) e volavano a velocità ipersoniche. Addirittura, a fine 2014, il pilota di un caccia bombardiere Boeing F/A-18 Super Hornet della Marina, entrò quasi in collisione con uno degli oggetti volanti. Alcuni di questi incontri sono documentati su video, compreso un filmato ripreso dalla telecamera di un aereo militare a inizio 2015, nel quale appare un oggetto che si alza e si abbassa sulla superficie dell’oceano, lasciando interdetti i piloti.

Anni di raccolta di informazioni.

Che i ’fenomeni’ vengano presi seriamente, non fosse altro per il rischio che si tratti di tecnologie militari nemiche, è testimoniato non solo dal rapporto che verrà presentato al Congresso, ma dal fatto che il Pentagono abbia iniziato da almeno 13 anni a raccogliere sistematicamente testimonianze sugli ’incontri’. Risale infatti al 2007 l’inizio del programma ’Advanced Aerospace Threat Identification Program’, col compito di analizzare i dati dei radar, le immagini video e i rapporti e resoconti dei piloti della Marina e di altri militari. Il programma venne chiuso nel 2012, quando si esaurirono i finanziamenti, e poi rilanciato nel 2017, con un nuovo nome, ’Unidentified, Aerial Phenomena Task Force’. La missione è quella di «rilevare, analizzare e catalogare» avvistamenti e strani oggetti presenti nei cieli, che possano costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Nel rapporto del Pentagono, si farebbe anche riferimento ad un avvistamento che risale al 2004, del quale sono stati testimoni due piloti della Marina, al largo delle coste di San Diego. I due militari riferirono di avere osservato un oggetto di forma di colore bianco e forma ovale, simile ad una gigantesca mentina ’Tic Tac’, delle dimensioni circa di un aereo passeggeri. L’incontro durò diversi minuti, fino a quando l’oggetto volò via «con un’accelerazione che non avevo mai visto», riferì il comandante David Fravor in un’intervista. La provenienza dell’oggetto, sarebbe scritto nel rapporto, rimane «sconosciuta».

IlSole24Ore

domenica 7 marzo 2021

Energie rinnovabili: il Pentagono pensa a pannelli solari spaziali. - di Tom's Hardware per il Fatto.

 

Gli scienziati del Pentagono stanno pensando a un sistema di satelliti solari, in grado di sfruttare meglio l'energia solare al di fuori dell'atmosfera terrestre, per poi trasmetterla a terra tramite microonde.

Pannelli solari spaziali in orbita, per catturare tutta l’energia della luce solare senza che l’atmosfera ne diminuisca l’intensità facendo da filtro, e trasmetterla poi con estrema precisione in qualsiasi punto della Terra tramite microonde. È questa l’idea degli scienziati del Pentagono, che stanno pensando a soluzioni in ambito militare ovviamente, ma che potrebbero essere valide anche in campo civile.

Gli scienziati proprio in questi giorni hanno testato con successo nello spazio un pannello solare delle dimensioni di una scatola di pizza. Il pannello – noto come PRAM (Photovoltaic Radiofrequency Antenna Module), ovvero modulo di antenna a radiofrequenza fotovoltaica – è stato lanciato per la prima volta nel maggio 2020, collegato al drone senza pilota X-37B del Pentagono, per sfruttare la luce dal sole per convertirsi in elettricità.

Il pannello, come detto, è progettato per sfruttare al meglio la luce nello spazio che solitamente non passa attraverso l’atmosfera, e quindi mantiene l’energia delle onde blu, rendendola più potente della luce solare che raggiunge la Terra. La luce blu infatti normalmente si disperde all’ingresso dell’atmosfera, motivo per cui il cielo appare blu.

Il pannello testato è molto piccolo e ha prodotto circa 10 watt, ma la tecnologia è fortemente scalabile e non è difficile pensare di realizzare in un prossimo futuro “flotte” di satelliti con pannellature molto più estese, in grado così di produrre molta più energia.

Il problema da risolvere è piuttosto quello del tempo di esposizione all’irraggiamento solare. La quota attuale a cui è stato testato il piccolo satellite gli faceva compiere un giro completo ogni 90 minuti, con la metà del tempo trascorsa al buio. Una possibile soluzione sarebbe portare l’altezza dei satelliti a quota 36000 km, in orbita geosincrona, in modo da garantire loro esposizioni più prolungate, sfruttando il cosiddetto “giorno siderale”, ovvero il periodo impiegato dalla Terra per compiere un’intera rotazione sul proprio asse.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/03/energie-rinnovabili-il-pentagono-pensa-a-pannelli-solari-spaziali/6118879/

sabato 3 febbraio 2018

Usa, Pentagono rilancia il nucleare: testate atomiche tattiche come "deterrenza nei confronti della Russia"

Usa, Pentagono rilancia il nucleare: testate atomiche tattiche come "deterrenza nei confronti della Russia"
L'orologio dell'olocausto atomico è appena a 2 minuti dalla mezzanotte nucleare (reuters).

Il "Nuclear Posture Review", richiesto da Trump per rivedere l'arsenale nucleare, è operativo. I vertici militari rivelano che la Russia avrebbe pronta un'arma distruttiva dalla potenza mai raggiunta di 100 megatoni, trasportabile con sottomarini e in grado di provocare immensi tsunami di acqua radioattiva.

WASHINGTON - La nuova strategia nucleare statunitense prevede lo sviluppo di testate nucleari a potenza ridotta, anche di un solo kilotone (17 volte meno potente della bomba sganciata il 6 agosto 1945 su Hiroshima) per effettuare attacchi 'chirurgici' con numero ridotto di vittime, con l'obiettivo di danneggiare il nemico senza per forza innescare una rappresaglia termonucleare da "fine di mondo".
Questo il cuore del nuovo piano della Difesa Usa che di fatto rende più probabile l'uso dell'atomica, partendo dal presupposto che un ordigno meno potente delle attuali bombe all'idrogeno, in media di 50 megatoni, potrebbe essere usato con rischi ridotti di una rappresaglia totale.

RITORNO ALLA GUERRA FREDDA.
Si torna di fatto indietro, passando ad un arsenale formato da missili o testate trasportate da bombardieri e sottomarini super potenti alle cosiddette "atomiche tattiche di teatro", come quelle disponibili in piena guerra fredda, da poter essere sparate in un proiettile d'artiglieria di dimensioni normali.

NUCLEAR POSTURE REVIEW.
Il presidente Donald Trump sottolinea come il documento (Nuclear Posture Review), scaturito dalla verifica da lui richiesta un anno fa nei primissimi giorni alla Casa Bianca, "affonda le sue radici in una valutazione realistica nell'ambito della sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l'uso delle armi più distruttive del mondo e dell'impegno da parte del nostro paese alla non proliferazione nucleare".

STOP ALLA RIDUZIONE DELLE ARMI NUCLEARI.
La nuova dottrina mette fine allo sforzo dell'ex presidente Barack Obama di ridurre l'arsenale nucleare. La politica presentata ora dal Pentagono prevede l'introduzione di ordigni nucleari tattici a bassa intensità e il reinserimento nell'arsenale di missili balistici nucleari lanciati da sottomarini (Slcm). L'amministrazione di George Bush padre aveva messo fine al dispiegamento degli Slcm, mentre quella di Obama ne aveva ordinato la rimozione dall'arsenale.

LE BOMBE IN EUROPA. 
Gli Usa hanno già a disposizione un arsenale che include 150 atomiche modello B-61 in depositi europei, di cui 70 in Italia nelle basi di Ghedi e Aviano, che possono essere modificate per ridurne la potenza. Ma il Pentagono punta ad ottenere ordigni a potenza ridotta lanciabili da sottomarini e navi per non essere più costretti a conservarli nelle basi fuori dagli Stati Uniti. I nuovi ordigni, sottolineano al Pentagono, non si aggiungeranno a quelli esistenti ma li sostituiranno, partendo dal presupposto che molti di quelli già disponibili saranno appunto ammodernati e depotenziati.

IL CAMBIO DI ROTTA.  
La cosiddetta "Nuclear Posture Review" (revisione della strategia sul nucleare) delinea le ambizioni del Pentagono sotto il presidente Donald Trump ed è la prima riforma dal 2010, e rappresenta un'inversione a 180 gradi rispetto a quella delineata a Praga dall'allora presidente Barack Obama che puntava alla riduzione degli arsenali e nel lungo periodo all'eliminazione delle atomiche.

I NEMICI.
Mentre il testo sottolinea le preoccupazioni dell'amministrazione Trump per le minacce rappresentate da Corea del Nord, Iran e Cina, il programma si concentra sul nemico N.1 da sempre degli Usa: una volta l'Unione Sovietica, ora la Russia.


"Questa strategia risponde all'aumento delle capacità (militari) russe e alla natura della loro dottrina e strategia", ha spiegato il ministro della Difesa, Jim Mattis, nell'introduzione al documento di 75 pagine. "Sviluppi (delle capacità militari) cui si aggiungono la conquista della Crimea e le minacce nucleare contro i nostri alleati, che segnano la decisione di Mosca di tornare alla competizione come una grande potenza", ha aggiunto il generale in congedo a 4 stelle dei Marine.

"Abbiamo consistenti indizi che la nostra attuale strategia sia percepita dai russi come potenzialmente inadeguata a fermarli", ha sostenuto Greg Weaver, vicedirettore delle capacità strategiche allo Stato Maggiore, secondo il quale "gli Usa e la Nato hanno bisogno di un più ampio range di credibili ordigni nucleari a bassa intensità per fare una cosa specifica: convincere i vertici russi che se dessero il via al ricorso limitato di ordigni atomici, in una guerra con l'Alleanza Atlantica, la nostra risposta negherà loro di raggiungere l'obiettivo che cercano (non farci rispondere con lo stesso tipo di armi, ndr) ed imporre loro costi che supereranno i benefici cui puntano" con la loro strategia.

MISSILI E BOMBE.
Il nuovo documento conferma la modernizzazione degli arsenali nucleari che continuerà a basarsi sulla triade: missili balistici intercontinentali (Icbm) lanciati da terra; missili intercontinentali (Slbm) lanciati da sottomarini e bombe sganciate da bombardieri strategici.

LA NUOVA SUPERBOMBA RUSSA.
E proprio sull'armamento nucleare russo, secondo i vertici militari americani, dopo le indiscrezioni, arriva la conferma. Il Pentagono è convinto che la Russia stia sviluppando una nuova arma atomica di immensa potenza e impossibile da intercettare: conosciuto come 'Status-6 AUV', nome in codice Kanyon, è un drone-sottomarino delle dimensioni di un mini-sommergibile in grado di trasportare un singolo ordigno della potenza "monstre" di 100 megatoni, 2 volte la "bomba Zar" (la più potente mai fatta detonare nell'atmosfera dai russi nel 1961), della cui esistenza Washington ne parla dal 2016. Il Kanyon, se fosse effettivamente operativo, sarebbe l'Arma finale.

TSUNAMI NUCLEARE.
E' quanto emerge da un rapporto del Pentagono. Il Kanyon è progettato per esplodere poco a largo delle coste nemiche (Usa in primis ma anche quelle occidentali) per creare uno tsunami artificiale, ossia un'onda anomala di 500 metri di altezza, un'enorme muro di acqua altamente contaminata al cobalto-60. Ciò che non sarebbe distrutto dalla potenza in sè dell'onda, sarebbe contaminato per anni dalla radioattività sprigionata dalla deflagrazione sottomarina.


Il Kanyon oltre ad essere di una potenza senza pari, non può essere fermato: non esistono sistemi anti-missile (come nel caso di un Icbm), o sottomarini in grado di rilevarlo perché dal punto di vista marino è 'stealth', ossia invisibile acusticamente ai rilevatori sonar e alle boe acustiche sparse sul fondo degli oceani.

Privo di equipaggio, può raggiungere una profondità di mille metri, dove i sottomarini d'attacco Usa (quelli che affondano altri sottomarini) non possono arrivare, può viaggiare a 56 nodi (100 chilometri orari) e può colpire un'obiettivo a ben 10mila kchilometri di distanza, come un missile intercontinentale Icbm, ma sotto il pelo dell'acqua, e quindi non rilevabile in alcun modo. Il Kanyon sarebbe stato progetto per essere trasportato e lanciato dagli ultimi sottomarini russi della classe Oscar, il Belgorod, ed il Khabarovsk, della classe Yasen. Ognuno dei due grandi sottomarini potrebbe portare fino a 4 Kanyon.


http://www.repubblica.it/esteri/2018/02/03/news/pentagono_rilancia_il_nucleare_testate_atomiche_tattiche_come_deterrenza_nei_confronti_della_russia_-187917780/

Incredibile, ma vero!
Gli Stracci Uniti, come li definisce un caro amico, le stanno tentando tutte per scatenare una guerra nucleare.
Non hanno ancora capito che una eventuale guerra nucleare non farebbe bene a nessuno, non ci sarebbero vincitori, ma solo vinti.
E non è detto che chi le commissiona (il potere economico) sopravviva al massacro.

Oltretutto, come bambini, gli Stracci Uniti frignano e fanno a gara con chiunque pensano possa levargli lo scettro del "più migliore", per citare la frase di una novella ministra della cultura. 
E, nel frattempo, danno ampia dimostrazione che non è la Russia ad intervenire nelle loro faccende interne, ma sono proprio loro a ficcare il naso nelle faccende altrui...

domenica 18 settembre 2016

IL PENTAGONO – UNA VORAGINE DI DENARO. - DAVE LINDORFF*


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Che cosa potrebbe succedere se l’ispettore generale del Dipartimento di Salute e dei Servizi Umani dovesse rilevare che dai libri contabili risulta che si sono persi seimila e cinquecento miliardi e che questi soldi sono irreperibili? Potremmo immaginare che titoli farebbero i giornali, giusto?
E se si fosse trattato di 65 mila-miliardi di dollari? I titoli sarebbero a caratteri cubitali come quelli del primo sbarco sulla luna o dello sbarco a Omaha Beach nella seconda guerra mondiale. Ma se un rapporto è dell’Ufficio dell’Ispettorato Generale del Pentagono e dice che l’esercito americano ha seimila e cinquecento miliardi di dollari di spese inspiegabili delle quali semplicemente non c’è nessuna traccia cartacea? Stiamo parlando di sessantacinquemila milioni di dollari ! Ne avete già sentito parlare? Probabilmente no.
Questo dannatissimo rapporto è stato pubblicato il 26 luglio – ben due settimane fa – ma fino ad oggi non ne ha parlato nessun giornale dei media ufficiali.
Non è che si tratta di nessuna informazione segreta e non è difficile da trovare. Questo report è disponibile online sul sito del Department of Defense’s OIG. E afferma:
L’Ufficio dell’Assistant Secretary dell’Esercito (Financial Management & Comptroller) (OASA[FM&C]) e del Defense Finance and Accounting Service di Indianapolis (DFAS Indianapolis) non dispone di un adeguato supporto per 2,8 miliardi di dollari nel terzo quadrimestre come risulta dai libri contabili (JV) portando così il progressivo annuo a 6.500 miliardi di dollari sui dati AGF dichiarati nella compilazione.2 del bilancio dell’anno finanziario 2015. I dati senza giustificativi trovati sui JV sono stati rilevati perché la OASA (FM & C) e il DFAS di Indianapolis non hanno tenuto conto delle rettifiche del sistema per le quali si erano prodotte le irregolarità riportate sul JV, e perché non erano state fornite sufficienti istruzioni per evitare quel tipo di irregolarità generate dal sistema.
Inoltre, il DFAS di Indianapolis non ha nessun documento o pezza d’appoggio per giustificare il motivo per cui il Report del Sistema-bilancio (DDR-B) del Dipartimento alla Difesa – un sistema di reporting finanziario – abbia rimosso non meno di 16.513 su un milione e trecentomila voci registrate nel terzo trimestre dell’esercizio 2015. Tutto è successo perché il DFAS di Indianapolis non ha ricevuto una documentazione dettagliata in accompagnamento ai dati inseriti nel DDRS-B e perché i rapporti di sistema ricevuti non erano né accurati, né completi.
Di conseguenza, i dati utilizzati per la redazione del Bilancio Finanziario FY 2015 – AGF del terzo trimestre – e progressivo a fine anno – sono stati dichiarati inaffidabili e senza adeguata tracciabilità. Oltre al fatto che il DoD e chi gestisce le spese dell’esercito non hanno potuto contare sui dati dei sistemi contabili per poter prendere decisioni relative alla gestione delle risorse.
Questa fitta burocratizzazione non significa che seimila e cinquecento miliardi siano stati rubati, o che questo denaro sia da considerare in aggiunta ai 600 miliardi di dollari spesi dal Pentagono nell’anno fiscale 2015. Questo significa che per anni – e seimila e cinquecento miliardi corrispondono al valore di circa 15 anni di spesa militare USA – il Dipartimento della Difesa (sic), non ha monitorato, non ha registrato, né effettuato controlli su tutto il denaro dei contribuenti assegnato dal Congresso – su quello che è stato speso, su quanto bene sia stato speso, o dove quel denaro sia effettivamente finito. Qui ci sono parecchie opportunità per corruzione, tangenti, finanziamenti segreti per “Black Ops” e per attività illegali, e naturalmente per semplici sprechi nell’esercizio di un grande esercito, della marina e dell’aeronautica. E tra l’altro, le cose non vanno meglio per la Navy, per l’Air Force e per i Marines.
Incredibilmente, nessun giornalista o editorialista dei media tradizionali USA ha visto questo fatto come una storia di cui valesse la pena scrivere un articolo per il pubblico americano.
Tanto per dare un senso sulla portata di questo scandalo, si consideri che il totale delle spese discrezionali federali nel FY 2015 sono state poco più di 1,1 miliardi di dollari. Tutto incluso, Istruzione (70 miliardi di $), Edilizia e sviluppo sociale ($ 63 miliardi), Medicare e la Salute ($ 66 miliardi), Pensioni per i veterani ($ 65 miliardi), Energia ($ 39 miliardi), Trasporti ($ 26 miliardi) e Affari Internazionali ( $ 41 miliardi ), e, naturalmente, che $ 600.000.000.000 per i militari.
A tutte le altre agenzie responsabili per spese analoghe, come il Dipartimento della Pubblica Istruzione, il Dipartimento dei Veterans Affairs, il Dipartimento di Housing and Urban Development, ecc, è stato richiesto dal Congresso – fin dal 1996 – di redigere relazioni annuali sui controlli effettuati sui loro bilanci. Anche il Pentagono è soggetto alla stessa legge del Congresso, ma per 20 anni di seguito ha omesso di farlo. Ha semplicemente fatto ostruzionismo, e finora è riuscito a starne lontano.
Nessuno al Congresso sembra preoccuparsi di questo disprezzo per il Congresso stesso e nemmeno i due candidati – della politica tradizionale – a presidente, il repubblicano Donald Trump e la democratica Hillary Clinton, sembrano preoccuparsenee. Nessuno dei due ha accennato a questo scandalo epico.
Secondo il rapporto della OIG, questo problema in realtà risale indietro di una generazione, al 1991, cinque anni prima che il Congresso approvasse la legge che impone a tutte le agenzie federali di agire nel rispetto dei principi contabili federali e di effettuare verifiche annuali, quando il Government Accountability Office rilevò che “adjustments senza giustificativi ” erano stati riportati sui bilanci militari durante un audit condotta sull’esercizio di bilancio dell’esercito del 1991. Giusto 17 anni dopo, l’esercito, nella sua dichiarazione di affidabilità sul controllo interno per l’anno finanziario 2008, rilevò che la “debolezza” rilevata nel 1991 “sarebbe stata corretta entro la fine dell’esercizio 2011” scandaloso dopo un secondo decennio. Ma il rapporto OIG continua dicendo :
Comunque la dichiarazione di affidabilità sui controlli interni per l’anno 2015, indica che questa debolezza materiale rimane ancora nelle registrazioni e che non potrà essere corretta fino al terzo trimestre del 2017.
Un atteggiamento tanto apatico da parte del Pentagono, del Congresso e dei media verso una irregolarità contabile tanto abnorme da arrivare a migliaia di miliardi di dollari è semplicemente sbalorditiva, non esiste nessuno del Congresso che si metta di traverso, che interpelli la Casa Bianca, oppure chieda una audizione del Comitato dell’Armed Services per avere risposte e per chiedere teste. Nessun presidente e nemmeno nessun candidato alla presidenza ha denunciato questa atrocità.
A parte la questione politica su quanto, in realtà, dovrebbe essere per gli Stati Uniti la spesa per i militari — e se gli USA possano spendere per la guerra e per la preparazione della guerra, quasi quanto tutto il resto del mondo messo insieme — e se questa sia giustificabile. Come può, qualsiasi persona di qualsiasi convinzione politica, accettare l’idea di spendere somme di denaro da capogiro senza pretendere che qualcuno ne sia responsabile?
Si consideri che i politici di entrambi i maggiori partiti politici chiedono la tracciabilità per ogni centesimo speso per il welfare, inclusa la richiesta ai destinatari delle sovvenzioni di dimostrare che stanno cercando di trovare un lavoro. Idem per le persone che ricevono il sussidio di disoccupazione.
Consideriamo inoltre quanto tempo e quanto denaro si spende per fare test sugli studenti delle scuole pubbliche in un vano tentativo di rendere gli insegnanti responsabili per le “performance degli studenti”. Ma allo stesso tempo i militari non devono rendere conto di nessuno delle loro migliaia di miliardi spesi in manodopera e armi – anche se il Congresso già da più di una generazione ha approvato una legge che richiede che si assumano le loro responsabilità.
Tutte le richieste via e-mail e telefoniche inviate all’Ufficio stampa del DoD, per chiedere un commento sui fatti sono rimaste senza risposta.
Mandy Smithberger, direttore del Straus Military Reform Project del Project on Government Oversight (POGO), dice: “La contabilità presso il Dipartimento della Difesa è un disastro, ma nessuno sta urlando per questo fatto perché c’è un sacco di persone nello stesso Congresso che credono in maggiori spese militari, per questo motivo non si oppongono concretamente alle spese militari ” – e aggiunge: ” Non si vedrà nessun cambiamento a meno che il Congresso non tagli il budget del Pentagono, per ottenere qualche risultato, e il Congresso non ha nessuna intenzione di farlo. ”
Potrebbe anche aver aggiunto che giornalisti, redattori e editori dei media main-strem sono tutti per la spesa militare, dato che i media non dicono niente di questo scandalo cosicché il pubblico continua a restare al buio e si dimostra indifferente su questo fatto. Certo, i media racconteranno dei sedili del water degli aerei pagati 600 dollari e il pubblico sarà opportunamente indignato per questi soldi, ma nemmeno una parola sui sei trilioni e mezzo di dollari di spesa militare di cui non esiste nessuna traccia e di questo il pubblico non potrà sentirsi assolutamente indignato —- a meno che forse, qualcuno leggerà qualche pubblicazione alternativa, come questa.
Ma ora credo di averne avuto abbastanza! Non voglio sentire più denunce su troppa spesa pubblica per il welfare, per l’Istruzione, per l’ambiente, per i sussidi, per l’assistenza sanitaria, per i benefici per gli immigrati o per qualsiasi altra cosa, fino a quando il Pentagono non avrà riferito su questo fatto e non abbia giustificato e controllato ogni singolo dollaro che sta spendendo per la guerra.
Basta con questi passaggi gratis ai militari. 
*Dave Lindorff è membro fondatore di ThisCantBeHappening!, un giornale on-line collettivo, ed ha contribuito Hopeless: Barack Obama and the Politics of Illusion (AK Press). 
Fonte : http://www.counterpunch.org/ 11 agosto 2016
autore della traduzione Bosque Primario