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sabato 14 febbraio 2015

Giornalista, perché le bevi (quasi) tutte? - Marcello Foa


La notizia è di qualche giorno fa: la Troika ha piegato la Grecia anche grazie alle sottili pressioni di Sarkozy, il quale, avendo avuto accesso alla lista dei clienti Hsbc trafugata a Ginevra da Falciani, sapeva che la madre dell’allora premier per di più socialista Papandreu possedeva un conto non dichiarato da 500 milioni di euro. 
Diciamola tutta: fu un complotto, di cui naturalmente nessuno  era a conoscenza.

L’ex ministro del Tesoro americano Geithner ha ammesso che nel 2011 Berlusconi fu disarcionato in seguito a un complotto. 
In Ucraina un anno fa la verità sulla cosiddetta rivolta di Piazza Maidan è stata ampiamente aggiustata a fini mediatici oltre che ovviamente politici, presentando quello che di fatto era un golpe sotto le sembianze molto più confortevoli della commovente e pacifica rivoluzione di piazza e tacendo sul pesante, decisivo coinvolgimento di forze paramilitari neonaziste.

La vicenda di Charlie Hebdo presenta ancora oggi numerosi aspetti non chiariti e alcuni sono davvero imbarazzanti per la stampa mondiale. Uno su tutti: quando i leader mondiali si sono ritrovati per capeggiare l’immensa marcia popolare in difesa della libertà di stampa; peccato, però, che i leader non abbiano mai guidato il corteo ma si siano fatti filmare in una strada chiusa al pubblico. Dietro di loro, come vedete nella foto sopra, non marciava nessuno. Ma naturalmente né i tg né i giornali lo hanno detto al pubblico, preferendo enfatizzare la verità formale.

Persino le rivelazioni sulla già citata Lista Falciani, non possono essere certo considerate giornalismo di inchiesta, sebbene siano state presentate come tali. Qualcuno – non è difficile immaginare chi – ha semplicemente recapitato a un pool di testate internazionali gli elenchi, di cui peraltro non si sa nemmeno se autentici. E i giornali hanno sparato i nomi in prima pagina, senza nemmeno chiedersi se loro fossero strumentalizzati e a chi convenisse la pubblica gogna.

Potrei continuare con molti esempi sia recenti sia lontani ma mi fermo qui.

Chi segue questo blog conosce la mia posizione, piuttosto critica nei confronti del modo in cui oggi viene fatta informazione, per la sconcertante facilità con cui gli spin doctor riescono ad orientare e sovente a manipolare i media. Ne ho parlato recentemente in un’intervista a Enzo Pennetta per Critica scientifica e in un intervento organizzato un paio di settimane fa a Firenze dal consigliere regionale Gabriele Chiurli, con la partecipazione di Raymond McGovern, che per anni è stato capo del National Intelligence Estimates, uno dei massimi organismi Cia, e ora è uno dei più arcigni difensori delle libertà civili e implacabile critico delle politiche della Casa Bianca, sia di George W. Bush sia di Barack Obama.

Condivido al 100% la sua analisi: oggi la stampa non svolge il proprio ruolo di cane da guardia della democrazia, semmai è vero il contrario: troppo compiacente, troppo schierata, troppo pavida nei momenti in cui bisognerebbe essere coraggiosi. Si beve tutte le bufale degli spin doctor. 

Il suo giudizio riguarda la stampa americana – che noi continuiamo a torto a mitizzare, come se fosse ancora quella dei tempi del Watergate – ma è estendibile a quella europea.
E McGovern non è certo un complottista, tutt’altro: adotta un approccio pragmatico e saggio. Non insegue le proprie fantasie e i propri sospetti, per quanto suggestivi, ma si basa  sull’analisi dei fatti, sull’individuazione delle incongruenze, sulla formulazione insistita e pertinente di domande sugli aspetti poco chiari di una vicenda, sulla capacità di individuare connessioni non evidenti a prima vista e di costruire il proprio giudizio su prove o comunque su riscontri oggettivi. Insomma, ricostruisce con il dovuto scetticismo.

Ed è paradossale che debba essere un ex analista della Cia animato da un’ardente passione civica a ricordare ai giornalisti quella che dovrebbe essere una caratteristica innata di chi fa il mio mestiere.

Non è l’unico, peraltro.

L’ex consulente politica Naomi Wolf, diventata una scrittrice famosa in particolare grazie al romanzo The end of America in cui denuncia i rischi di un’involuzione totalitaria negli Stati Uniti, in una recente conferenza ha toccato gli stessi argomenti, giungendo a conclusioni analoghe, forse ancor più coraggiose.
“Siamo entrati in un’era in cui non è assurdo per un giornalista chiedersi sistematicamente se gli eventi a cui assiste sono veri o falsi. E più un evento è spettacolare, più alto è il rischio che sia stato inventato ad arte ovvero che si tratti di notizie false, create da governi e  da servizi segreti“, dichiara la Wolf.

Dubitare è l’unica forma di autodifesa. Per se stessi e per servire davvero il lettore.


martedì 27 maggio 2014

Avvenimenti inquietanti.



Analizziamo gli ultimi avvenimenti per cercare di capire cosa è successo.

NAPOLITANO, a novembre del 2011, nomina Monti Presidente del Consiglio.



NAPOLITANO accetta un secondo mandato come PdR. Aprile 2013.



NAPOLITANO, ad agosto del 2013, nomina Letta, nipote di letta Zio, Presidente del Consiglio.



Letta nipote del Letta Zio, accetta e forma un governo con Berlusconi...



Ma Letta nipote di Letta zio non soddisfa le esigenze, pertanto si procede alla nomina di un nuovo segretario del PD....

Renzi vince le primarie: è il nuovo segretario del Pd. dic. 2013




a febbraio 2013 Renzi viene nominato Presidente del Consiglio da NAPOLITANO



La nomina di Renzi risulta alquanto strana perchè poco qualificato, ancor meno considerato e poco stimato nel PD, ma fortemente voluto da non si capsce chi (o forse si); forse perchè chi lo ha fortemente voluto aveva la certezza e la sicurezza che il pivello, assurto prorompentemente su tutte le cronache politiche del mondo, avrebbe eseguito alla lettera gli ordini impartitigli, cosa che Monti ha fatto solo in parte e Letta, forse, non ha saputo fare. 

NAPOLITANO, intanto, riceve le visite di Obama 



e della regina Elisabetta, brevissime visite prima delle elezioni....strano, vero?? (marzo 2014)



La Merkel, anche, viene in vacanza col marito...a visitare gli scavi di Pompei...Aprile 2014



Subito dopo le elezioni per il parlamento europeo, vinte dal PD, Renzi si reca prima da NAPOLITANO, poi a Bruxelles.

Per ottenere l'ovazione dell'Europa? Perchè in Italia, sia chiaro, ha vinto l'Europa.
Renzi, del resto è stato chiaro nel suo discorso: «Qui è nato il sogno europeo», nessun riferimento ad un eventuale sogno italiano....

Infine, altro segnale significativo: subito dopo l'esito delle elezioni europee la borsa di Milano vola e lo spread cala...mah!

La cosa è sospetta.

Non è che siamo passati ad una repubblica presidenziale senza rendercene conto? 

Non è che i nostri governanti lavorino per i poteri economici occulti più che per l'Italia?

Ai posteri l'ardua sentenza....

Cetta.