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venerdì 3 ottobre 2025

Assurdo pianeta affamato come una stella vaga nello spazio: “Accumula 6 miliardi di tonnellate al secondo” - Andrea Centini

 

Nel cuore dello spazio profondo, a 620 anni luce dalla Terra e incastonato nella costellazione del Camaleonte, si trova un pianeta vagante – cioè libero e non associato a un sistema stellare – che si accresce in modo incredibilmente vorace, tanto da accumulare 6 miliardi di tonnellate di materiale ogni secondo. Questo ritmo di accrescimento è così estremo che fino ad oggi non era mai stato documentato in nessun pianeta, ma solo nelle stelle e nelle cosiddette "stelle fallite" (nane brune), ecco perché secondo gli autori dello studio questo oggetto così peculiare confonde un po' i confini tra ciò che è un pianeta e ciò che è una stella.

La massa dell'esopianeta, chiamato Cha 1107-7626, è da 5 a 10 volte superiore quella di Giove, il pianeta più grande e massiccio del Sistema solare, pertanto non siamo innanzi a una nana bruna, caratterizzata da una massa compresa tra 13 e 80 volte quella di Giove. Le nane brune sono oggetti intermedi tra stelle e pianeti, che non brillano di luce propria perché non riescono a fondere l'idrogeno come fanno le stelle vere e proprie, ma possono fondere altri elementi – come il deuterio – e “splendere” nell'infrarosso. In questi affascinanti corpi celesti, così come nelle giovani stelle in crescita, è stato osservato un accrescimento vorace simile di Cha 1107-7626, ma hanno tutti masse sensibilmente superiori a quella del pianeta. Pertanto, questo è il primo oggetto di massa planetaria a mostrare una simile “fame”.

A documentare l'accrescimento estremo dell'esopianeta Cha 1107-7626 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Osservatorio Astronomico di Palermo dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti la Facoltà di Fisica e Astronomia dell'Università di St. Andrews (Regno Unito), il Dipartimento di Fisica e Astronomia della Johns Hopkins University (Stati Uniti), il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Bologna e altri. I ricercatori, coordinati dal dottor Victor Almendros-Abad dell'osservatorio siciliano, hanno fatto questa scoperta dopo aver messo nel mirino Cha 1107-7626 con lo strumento XSHOOTER installato sul potente Very Large Telescope (VLT) dell'ESO (Cile) e il Telescopio Spaziale James Webb.

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Il pianeta vagante era stato scoperto nel 2008 e gli scienziati avevano presto capito che si trattava di qualcosa di molto interessante, alla luce di segni di accrescimento. Tra la primavera e l'estate di quest'anno il dottor Almendros-Abad e colleghi hanno puntato l'oggetto più volte, scoprendo un improvviso e significativo aumento di luminosità nel corso dei mesi estivi, fino a sei volte. Ciò era compatibile con il fenomeno dei lampi Exor, ovvero quelli emessi dalle stelle giovani mentre si accrescono in modo vorace e repentino. Secondo i calcoli degli esperti, durante questa sessione di "fame eccezionale", il pianeta era in grado di accumulare ben 6 miliardi di tonnellate di materiale al secondo dal disco di accrescimento di gas e polveri che lo avvolge. Analizzando dati di archivio, è stato scoperto che Cha 1107-7626 si era già comportato così nel 2016, quindi siamo innanzi ad “attacchi di fame” ricorrenti. I ricercatori hanno anche osservato alcuni cambiamenti nella composizione chimica del disco di accrescimento, come ad esempio la comparsa di tracce di vapore acqueo.



L’esopianeta in formazione Cha 1107–7626, vorace come una stella. Credit: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser

Tutto questo suggerisce che il raro pianeta vagabondo sia nato in una nube di gas e polveri in modo non dissimile da una stella, e che non sia stato espulso nello spazio profondo dal suo sistema stellare (un'altra possibile origine per i pianeti vaganti, come potrebbe diventare la Terra alla “morte” del Sole). “Questa scoperta confonde il confine tra stelle e pianeti e ci offre un'anteprima dei primi periodi di formazione dei pianeti vaganti”, ha affermato in un comunicato stampa la coautrice dello studio Belinda Damian. I dettagli della ricerca "Discovery of an Accretion Burst in a Free-floating Planetary-mass Object" sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Astrophysical Journal Letters.

continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/scienze/assurdo-pianeta-affamato-come-una-stella-vaga-nello-spazio-accumula-6-miliardi-di-tonnellate-al-secondo/

venerdì 17 novembre 2017

A 11 anni luce da noi un pianeta con temperature simili alle nostre. - Matteo Marini

A 11 anni luce da noi un pianeta con temperature simili alle nostre
Proxima Centauri 

Scoperto grazie allo strumento Harps dell'Eso: orbita attorno a una stella definita 'tranquilla', una nana rossa che non mostra attività estreme. Il che aumenta le possibilità che sulla sua superficie possa svilupparsi la vita. Ross 128 è uno degli astri più vicini alla Terra e tra appena 79.000 anni sarà la più prossima a noi.


LA FIDUCIA nel trovare un mondo simile al nostro e, con esso la vita fuori dalla Terra, si fa ogni giorno più forte nonostante sia una sfida davvero complicata. Non basta che un esopianeta sia nella cosiddetta "fascia di abitabilità", serve anche una stella buona, che non bombardi di radiazioni qualsiasi eventuale forma biologica sulla sua superficie, smembrando gli anelli essenziali della vita, almeno come la conosciamo. Un posto simile forse c'è, e potrebbe trovarsi ad appena 11 anni luce da noi, due passi in termini astronomici, attorno a un astro con le giuste caratteristiche.


Lo European southern observatory ha annunciato la scoperta di Ross 128 b, un pianeta che ha circa le dimensioni della Terra e orbita attorno a una piccola stella, una nana rossa, la dodicesima più vicina al Sole. Secondo gli scienziati, l'esopianeta ha buone possibilità di essere temperato, una ipotetica colonnina di mercurio oscillerebbe cioè tra i -60 e i 20 gradi centigradi: dunque con buone chance che ci siano acqua e magari forme di vita.

Un team internazionale di astronomi ha utilizzato il miglior cacciatore di pianeti che abbiamo sulla Terra: lo strumento Harps dell'Eso, montato su un telescopio da 3,6 metri nel deserto di Atacama, in Cile. Misurando i minimi spostamenti dell'astro hanno dedotto la presenza di un esopianeta: Ross 128 b è 20 volte più vicino alla stella madre della Terra rispetto al Sole (circa sette milioni e mezzo di chilometri) e impiega poco meno di dieci dei nostri giorni per compiere una rivoluzione. È il secondo pianeta più vicino alla Terra dopo Proxima b.


L'eccezionalità della scoperta sta però non tanto nel pianeta stesso (corpi simili sono già noti, anche nella fascia di abitabilità) quanto proprio nella stella che lo ospita. Ross 128 infatti è una nana rossa, molto più fredda del Sole e molto più tranquilla rispetto alle sue sorelle. Si trova nell'area della costellazione della Vergine ma non è visibile a occhio nudo perché la sua luce è molto debole.

LE NANE ROSSE, CULLE QUASI ETERNE
Le nane rosse sono le stelle più comuni nell'Universo e hanno un'aspettativa di vita lunghissima, addirittura superiore all'età attuale dell'Universo. Questo fa di loro le candidate ideali attorno alle quali trovare un pianeta in cui la vita e magari anche una civiltà possa essere nata e abbia avuto tempo sufficiente per evolversi e progredire. Essendo molto fredde però, la fascia di abitabilità è molto stretta: un pianeta deve essere dunque molto vicino per ricevere abbastanza calore da mantenere acqua liquida in superficie. Sfortunatamente, per loro natura, queste stelle sono piuttosto turbolente.

Anche Proxima Centauri, la stella più vicina a noi, è una nana rossa e ha un pianeta che potrebbe somigliare al nostro. Secondo alcuni studi, la sua superficie è bombardata da intensi 'flare' di raggi UV e X, potenzialmente letali per la vita come la conosciamo e che potrebbero aver già spazzato via la sua atmosfera
Ross 128 invece ha dimostrato di essere molto più mansueta e questo la rende interessante per ipotizzare che sul suo pianeta esistano condizioni paragonabili al nostro. Anche se ancora poco si sa della sua atmosfera, la presenza e la composizione, a renderlo un posto speciale è il fatto di essere il più vicino a noi attorno a una nana rossa inattiva.

·IL MISTERIOSO SEGNALE
Ross 128 ha già fatto parlare di sé. A luglio 2017 un segnale proveniente proprio da quell'angolo di cielo ha incuriosito gli scienziati. Strani impulsi captati dal radiotelescopio di Arecibo per i quali andava cercata una spiegazione. Se fossero provenuti davvero dalla stella l'ipotesi di una civiltà aliena, secondo gli stessi scienziati, non sarebbe stata da escludere (non totalmente almeno). Ulteriori indagini hanno trovato come spiegazione più plausibile la provenienza da satelliti in orbita geostazionaria, anche se alcune caratteristiche di quel segnale radio restano difficili da decifrare.

Nei prossimi anni Ross 128b sarà uno dei principali target per l’obiettivo dei telescopi e dei progetti che mirano a cercare prove di vita extraterrestre. A cominciare dall'Elt, il telescopio gigante dell'Eso o del James Webb space telescope della Nasa. A rendere ancora più affascinante l'attesa per nuovi dettagli è la sua posizione. La stella (e con essa il suo pianeta) si sta infatti avvicinando a noi. In un futuro non tanto remoto, in termini astronomici, sarà la più vicina al nostro Sistema solare. Eventuali alieni diventeranno i nostri prossimi vicini di casa tra circa 79.000 anni.

http://www.repubblica.it/scienze/2017/11/15/news/a_11_anni_luce_da_noi_un_pianeta_con_temperature_simili_alle_nostre-181154968/