mercoledì 4 novembre 2009

MERCURIO E SQUALENE NEI VACCINI MULTIDOSE CONTRO LA “SUINA”: vogliono avvelenarci tutti?



Il vaccino in preparazione per la "suina" contiene sostanze pericolosissime, i test verranno fatti in fretta e furia, eppure in Italia il governo si prepara ad acquisire decine di milioni di dosi: vorrebbero inocularlo a tutti!

Ricordate la guerra del golfo, quando migliaia di soldati USA morirono di una strana malattia denominata sindrome del golfo? Una delle cause di questa orribile sindrome é lo squalene, che era contenuto nei vaccini sperimentali inoculati ai militari.

Lo squalene ed il mercurio causano danni gravissimi al sistema immunitario fino a generare complicanze mortali, eppure queste sostanze tossiche le ritroviamo nei vaccini sperimentali (sperimentali sì, perché testati in fretta, o meglio non testati) che vogliono inoculare a mezzo mondo per difenderci da una influenza di poco conto. Lo squalene causa artrite, fibromialgia, linfoadenopatia, eruzioni cutanee, eruzioni cutanee fotosensitive, eruzioni cutanee alle guance, sindrome da fatica cronica, cefalea cronica, perdita anormale di peli, lesioni cutanee inguaribili, stomatiti aftose, vertigini, debolezza, perdita di memoria, colpi apoplettici, cambiamenti dell'umore, problemi neuropsichiatrici, effetti negativi sulla tiroide, anemia, elevato indice di eritrosedimentazione, lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica (ALS), fenomeno di Raynaud, sindrome di Sjorgren, diarrea cronica, accessi di sudore notturno e leggera febbre.”

Ricordiamo che una ricerca condotta alla Tulane Medical School sui veterani della Guerra del Golfo vaccinati per l’antrace con un vaccino contenente l’immuno-coadiuvante MF59 (ovvero contenente lo squalene) ha dimostrato che:

“ …la maggioranza sostanziale (95%) dei pazienti che svilupparono la Sindrome della Guerra del Golfo (Gulf War Syndome) aveva anticorpi verso lo squalene.

Tutti (100%) i pazienti GWS immunizzati per il servizio Tempesta del Deserto/Scudo del Deserto che non furono impiegati, ebbero gli stessi segni e sintomi di quelli che lo furono, ovvero anticorpi allo squalene.

Per contro, nessuno (0%) dei veterani impiegati nel Golfo Persico senza segni e sintomi della GWS avevano anticorpi allo squalene. Né i pazienti con malattie idiopatiche e autoimmuni, né i controlli sulla salute mostravano un siero riconoscibile di anticorpi allo squalene. La maggioranza dei pazienti con i sintomi della GWS avevano invece detto siero.”

Del resto si cominciano a contare i primi morti (ed i primi casi di severe malattie) causati dal vaccino contro l'influenza suina, mentre si scopre che in Germania i militari e l'élite governativa assumeranno un vaccino senza mercurio e squalene.

Non è un caso che il governo USA ha decretato che le aziende che producono i vaccini contro la suina non siano penalmente perseguibili per i danni causati dai nuovi vaccini contro l’influenza suina. Tali multinazionali farmaceutiche, inutile dirlo, incamereranno migliaia di miliardi di dollari.

Il ministro della salute australiano afferma che questa influenza è meno grave della normale influenza stagionale, ed anche quello italiano conferma che si tratta solo di una banale influenza.

E allora perché vaccinarci tutti con questi prodotti altamente nocivi?

Per altro i dottori Gorton e Jarvis hanno dimostrato che la vitamina C è molto più efficace dei vaccini nel prevenire l’influenza e nel mitigarne i sintomi (tre dosi da un grammo al giorno per un adulto a livello preventivo, un grammo ogni ora per sei ore per mitigare i sintomi dell'influenza). Vedi “The effectiveness of vitamin C in preventing and relieving the symptoms of virus-induced respiratory infections” (Manipolative Physiol Ther, ottobre 1999 vol 22 (8), pag 530-533)

In questo studio chi ha preso la vitamina C ha avuto l’85% di sintomi in meno rispetto a chi non l’ha assunta, chi si è fatto vaccinare ha il avuto il 25% di sintomi in meno rispetto a chi non si è vaccinato. Ciò significa contemporaneamente due cose: primo che le persone vaccinate, nonostante il vaccino, non sono immuni dall’influenza (altrimenti non avrebbero alcun sintomo, e non “il 25% dei sintomi in meno”), e secondo che la vitamina C è molto più efficace del vaccino.

Anche l’assunzione di vitamina D (5.000 U.I al giorno) si è dimostrata molto efficace nel prevenire l’influenza. L’assunzione di integratori di vitamina C e D renderebbe di fatto inutile una qualsiasi vaccinazione anti-influenzale con la differenza che tra gli effetti collaterali del vaccino vi è lo sviluppo di malattie croniche e persino mortali.
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Come approfondimenti potete leggere i seguenti articoli sull'influenza suina e sul relativo pericolosissimo vaccino; qui sotto oltre ai link anche alcuni estratti significativi; ulteriori notizie ed aggiornamenti vengono pubblicati continuamente sul blog scienzamarcia).

Il presente dossier é disponibile anche in una versione scaricabile (per una visione off-line o per la sua distribuzione brevi manu su cd-rom e altri supporti).


http://scienzamarcia.altervista.org/suina.html

lunedì 2 novembre 2009

"Vogliono far saltare il governo"

Il Quirinale blocca l'ultimo blitz al Senato per infilare la prescrizione in un decreto

Il Cavaliere teme che i giudici impongano l'interdizione dai pubblici uffici
la sentenza incubo di Silvio

di FRANCESCO BEI e LIANA MILELLA

ROMA - Il Cavaliere è giudiziariamente nudo e ha paura. Cancellato dalla Consulta il lodo Alfano, nell'impasse i suoi sono alla disperata ricerca di una leggina che lo liberi dai processi Mills e Mediaset. L'ultimo blitz, appena fresco di ore, per infilare la prescrizione breve nel decreto sugli obblighi comunitari (da martedì in aula al Senato) s'è infranto sui "niet" del Quirinale per la "manifesta eterogeneità della materia". Il premier annaspa. Teme una condanna per corruzione che porterebbe con sé, obbligatoriamente, pure l'interdizione dai pubblici uffici.
Una situazione insostenibile che il Colle, per primo, non potrebbe ignorare. Per questo ormai il refrain del Cavaliere è sempre lo stesso: "Non mi faranno fare la fine di Craxi. Una condanna sarebbe un sovvertimento della volontà del popolo". E per questo, giusto negli ultimi giorni, sta di nuovo pensando di esibirsi in uno speech alla Camera in occasione della riforma sulla giustizia. Un discorso "alto", ma in cui troverà posto anche un'apologia contro "i giudici che mi perseguitano dal '94, da quando sono sceso in politica".

Si proclama "innocente", a parole dice di voler "affrontare i suoi giudici", ma ha paura del giudizio, dello stillicidio settimanale delle udienze, dell'impatto mediatico che comunque, con lui o senza di lui in aula, il dibattimento avrà sulla gente. Il caso Dell'Utri insegna. Per questo dà mandato al suo avvocato Ghedini di cercare a ogni costo una soluzione parlamentare che azzeri i processi. Stavolta senza sbagli. Da un lato, ancora in questi giorni, ha ripetuto ai suoi: "Dimostrerò "per tabulas" la mia totale estraneità alle accuse che mi contestano. I miei legali hanno le carte per spiegare al centesimo il passaggio di quei 600mila dollari da Attanasio (l'armatore napoletano che secondo l'avvocato londinese gli avrebbe versato il denaro, ndr.) a Mills". Ma, del pari, la sfiducia verso i giudici di Milano è totale: "Lì ho sempre trovato gente ostile e, anche se non c'è più quella Gandus a presiedere il tribunale, non mi posso di certo fidare".

Ed ecco allora l'affanno per trovare una leggina che cozza contro gli ostacoli frapposti da Fini e dal Quirinale. L'ultima chance è andata in fumo tra mercoledì e venerdì pomeriggio. Sembrava quasi fatta per la prescrizione breve studiata da Ghedini. Col taglio del quarto di pena in più frutto degli "atti interruttivi", il reato di corruzione si cancellerebbe in otto anziché in dieci anni. E dunque il processo Mills salterebbe. Ma serve una legge in tempi brevissimi. Pensano di infilare la norma, che è già pronta, nel decreto sugli obblighi comunitari che da martedì prossimo è in aula al Senato. Berlusconi è talmente convinto che l'operazione riesca che i suoi ministri più fedeli ne parlano in giro come di una cosa fatta. E invece il finiano Andrea Ronchi, il ministro per le Politiche comunitarie cui fa capo il decreto, fa saltare il piano. "Sono stato rigorosissimo. C'è stata una moria di emendamenti. Sono entrati solo quelli che hanno stretta attinenza con la materia comunitaria del decreto. Cosa c'entra la prescrizione lì dentro? Assolutamente nulla. Il capo dello Stato ci avrebbe sicuramente bocciato il decreto".

Berlusconi s'infuria e legge l'ostacolo come l'ennesimo tentativo dei finiani di disarcionarlo dopo gli ostacoli di Giulia Bongiorno sulle intercettazioni e la blocca-processi. Ma stavolta anche da Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, arriva uno stop. Niente da fare, c'è troppa disomogeneità tra il decreto e la prescrizione. I sondaggi di palazzo Chigi con il Colle danno un esito negativo, Napolitano non firma decreti palesemente eterogenei, ha già messo più volte in guardia il governo. Non resterebbe che lo scontro aperto: il presidente non firma il decreto, lo rinvia alle Camere, la maggioranza lo riapprova. Ma le conseguenze di un simile conflitto sono troppo pericolose. Gianni Letta non se la sente e decide di soprassedere. Venerdì pomeriggio, quando la commissione chiude il testo, l'emendamento sulla prescrizione non c'è, né sarà presentato in aula. Sulla prescrizione prevale l'ipotesi di un disegno di legge autonomo che di necessità non potrà correre veloce come il decreto.

A questo punto per Berlusconi non resta che la strategia mediatica: sminare l'effetto di una condanna bollandola in anticipo come una persecuzione delle toghe. "Gli italiani comprenderanno che è solo una montatura politica per far saltare un governo che gode della fiducia della stragrande maggioranza degli elettori". Un copione che il Cavaliere conosce a memoria e che ha iniziato a recitare martedì scorso nella telefonata a Ballarò.

http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/giustizia-14/prescrizione-quirinale/prescrizione-quirinale.html

venerdì 30 ottobre 2009

Marina l'ambrogina



Letizia Moratti vuole candidare per l'Ambrogino d'oro, la massima benemerenza milanese, Marina Berlusconi.

Il consigliere comunale Carlo Fidanza del Pdl è entusiasta: "È un’imprenditrice che incarna al meglio i valori della milanesità e del fare impresa".

Giulio Gallera del Pdl (sempre il partito di famiglia) è felice perché si tratta: "di una manager, inserita da Forbes nella classifica delle donne più potenti del mondo, che dà lustro al Paese e a Milano".

Marina Berlusconi, oltre che figlia di suo padre, è presidente della Mondadori.

Una società assegnata allo psiconano grazie alla corruzione di giudici.

La Fininvest è stata condannata per la Mondadori a un risarcimento di 750 milioni di euro.

Marina l'ambrogina è senza alcun dubbio il massimo della milanesità e il suo lustro brilla come e più della Madunina.

http://www.beppegrillo.it/2009/10/tremorti_ha_dic.html#comments



Della serie tutti pazzi per Marina.

Per quelli del PdL, infatti, Marina è quella che più somiglia al paparino: stesso modus operandi!

Stefano Cucchi, morto di carcere