mercoledì 4 maggio 2011

Multiplayer.it incontra Anonymous.



Il punto della situazione e la nostra intervista al gruppo che è intervenuto nella vicenda GeoHot contro Sony.
Passano gli anni e tutto si modifica, nella forma, ma non nelle idee. Prima dell'avvento della tecnologia molte "guerre" ideologiche avvenivano unicamente sul campo con risultati più o meno tragici, a seconda se la lotta fosse contro il capitalismo, il comunismo, da parte di gruppi estremisti oppure pacifisti.
La storia del mondo è piena di episodi sui quali è difficile prendere una posizione netta, perché spesso ci sono troppe variabili da considerare e che magari non sono nemmeno note, c'è di mezzo la politica, la religione, l'animo umano così differente da persona a persona, e al di là di quelle conseguenze che oggettivamente nessuno sano di mente vorrebbe che accadessero (e qui si apre un'altra voragine...), hanno segnato la nostra epoca. Con l'avvento di internet parte di queste ideologie si sono trasferite nel mondo digitale, dove gli attacchi sono mirati solitamente alla sottrazione di informazioni sensibili oppure al rendere irraggiungibili determinati siti e servizi. I disagi e i risultati sono meno clamorosi dal punto di vista "estetico", fermo restando che i danni economici derivati, i disservizi e il furto dei dati possono provocare conseguenze sul lungo termine ugualmente paragonabili, se non maggiori. Come corollario imponente abbiamo il fitto mondo dell'hacking e del cracking, così variegato da rendere impossibile una sua catalogazione precisa, se non per sommi capi che vedono il primo più "romantico" e che afferma come una volta entrati in possesso di un hardware e software l'utente sia libero di farne ciò che vuole per espanderlo e renderlo più comodo per il proprio utilizzo, e con il secondo che spesso e volentieri sconfina nella illegalità pura e acclarata del piratare software che poi viene immesso nei circuiti a disposizione di tutti.
Multiplayer.it incontra Anonymous
Al primo mondo appartiene il ben noto GeoHot, al secolo George Francis Hotz, salito alla ribalta per esser stato tra i primissimi ad aver sviluppato il jailbreak per iPhone. Questo hack che ha permesso agli utenti di installare programmi all'infuori dell'App Store, magari per estenderne le caratteristiche o abilitare funzioni non attive per scelta di Apple, col risultato che poi una buona fetta di persone lo ha poi utilizzato per installare applicazioni regolarmente crackate, destino che purtroppo capita la maggior parte delle volte che un hardware e un software vengono violati. GeoHot è molto conosciuto nell'ambito videoludico in quanto è tra tra gli artefici del primo hack funzionante di PlayStation 3, hack che ha dato il la, dopo anni di assoluta inviolabilità della console, all'innesco di un processo nel quale altre persone hanno avviato la pirateria sulla console di Sony. I risvolti sono stati piuttosto eclatanti, il produttore giapponese ha infatti portato in tribunale diversi personaggi e lo stesso ventunenne hacker americano, che si è trovato a dover rispondere a diverse accuse di aver sconfinato oltre i confini legali consentiti, fino alpatteggiamento avvenuto pochi giorni fa. Queste vicenda durata per oltre tre mesi ha diviso la rete e creato diverse correnti di pensiero tra sostenitori di Sony e quelli che hanno giudicato eccessivo l'accanimento del produttore giapponese dalle risorse infinite verso un singolo ragazzo. Proprio quest'ultima è stata abbracciata da Anonymous, gruppo o idea perseguita da migliaia di persone sparse per la rete e che al suo attivo ha già diverse azioni nei confronti di Paypal, Mastercard, Visa e altri (ci ritorneremo più avanti) e che nel caso specifico di GeoHot ha dichiarato di essere stato il fautore dell'attacco ad alcuni siti istituzionali di Sony ed al PSN, reso inutilizzabile per diverso tempo. Non è nostro compito in questa sede giudicare in maniera netta quanto accaduto, perché come dicevamo qualche riga più su sono molte le sfaccettature non chiare, le ragioni e cose che sarebbero potute andare diversamente. Detto questo, qualche giorno fa siamo stati contattati da BBpower, una persona che si è definita "portavoce" del gruppo Anonymous, la quale ci ha concesso un'intervista esclusiva per fare un po' il punto della situazione. Quella di seguito è la trascrizione in maniera assolutamente integrale e senza prese di posizione della nostra chiacchierata, avvenuta su un canale irc di un sito non meglio definito. Per completezza di informazione ci siamo prodigati nel contattare la divisione internazionale di Sony per un commento di risposta ufficiale, invero piuttosto stringato, che trovate in calce a questa intervista.

La genesi dell'attacco

Innanzitutto con chi sto parlando?
Parli con un Anonimo, il ruolo è di sostenitore del network, uno dei "leader" di opitaly e che parla a nome di opitaly, ma anche per gli organizzatori internazionali di Anonymous.

Sei quindi al corrente del pensiero di Anonymous stesso e posso ritenere che quello che dici rappresenta il pensiero di Anonymous?
Anonymous è un'idea, un pensiero e come tale può essere interpretato da ogni membro o sostenitore in modo diverso. Io parlo a nome di coloro che a seguito di una riunione hanno deciso di dover esprimere le loro idee facendo chiarezza. Queste persone con le quali ho parlato sono organizzatori internazionali del gruppo.

Va bene, cominciamo dal principio. L'idea di Anonymous è partita contestualmente alla "questione Sony" oppure prima? Ha già operato in qualche caso conosciuto?
Anonymous esiste da moltissimo tempo, parliamo di anni.

Puoi dirmi altri casi dove ha operato?
I più importanti sono stati contro Scientology per esempio, quello che ha attirato più curiosi è stato per la vicenda legata a Wikileaks. Nello specifico alcuni istituti bancari negarono a Wikileaks la possibilità di ricevere donazioni. Per questo motivo si riunirono da tutto il globo migliaia di anonimi che attraverso semplici tool, oppure con dei metodi più accurati hanno reso inaccessibile per un periodo di tempo non ben definito PayPal, MasterCard e Visa..

Multiplayer.it incontra Anonymous
Vorrei sottolineare che Anonymous non si definisce un gruppo di hacker, infatti chiunque può entrare e non penso che entrare in un channel e avviare un semplice script basti per poter essere chiamato hacker. Certo ci sono persone molto molto skillate ed alcuni di loro possiamo si chiamarli hacker. Nel contesto italiano ce ne sono pochissimi.

Cosa pensa invece Anonymous dei cracker e di chi utilizza sistemi di hack per poi immettere materiale illegale? (penso all'hack firmware iPhone e a quelli che poi fanno programmi per scaricare le app gratis)
Bè riteniamo che Anonymous per i suoi stessi principi DEVE garantire la libertà individuale di una persona. Sotto questo punto di vista credo che il dibattito sia aperto, l'idea di comprare un oggetto e poterlo utilizzare a proprio piacimento è legittimo. E' anche leggittimo però che chi vende software e si vede il proprio prodotto bypassato da cracker utilizzi un rimedio per vie legali.

Mi riferivo al passaggio hack-crack e alle cose chiaramente illegali, non al concetto di hack "puro", ma a persone che utilizzano l'hack per poi creare il crack che in questo secondo caso è chiaramente illegale
Nello specifico ti riferisci per esempio a chi bypassa un sistema tipo firmware?
Mmmh no, secondo me esistono due filosofie, hacking e cracking, spesso gli appartenenti alla prima si distanziano dalla seconda, vorrei capire se Anonymous comprende entrambe le filosofie o meno
Sì senz'altro. Anonymous ha dei membri che sono molto etici e hanno le idee molto molto chiare. Anonymous crede più nella filosofia hacking almeno per quello che pensano gli organizzatori internazionali ma sicuramente una parte è a sostegno della filosofia del cracking etc.

Arriviamo a Sony, vorrei sapere il perché dell'attacco, le motivazioni iniziali, come è avvenuto e il fine ultimo
Bene credo che tutti conoscano la vicenda di Geohot, S3KyZi e Graf_chokolo. Partendo da questo Anonymous attraverso un sondaggio, prima interno, ha deciso di iniziare opsony. Operation Sony aveva come scopo quello di mettere offline i siti web e le webmail dei siti ufficiali Sony, grazie alla ottima coordinazione che Anonymous vanta i server Sony sono caduti.
A quel punto è partita la fase due che come target vedeva il PSN.
La potenza del ddos è stata così ampia da aver messo in ginocchio anche i grandissimi server della casa nipponica. Quando la notizia è giunta i curiosi o i semplici videogiocatori che non riuscivano a stare sul PSN si sono recati nella chat ufficiale e nel canale opsony chiedendo spiegazioni.
Visto e considerato l'enorme afflusso di questi videogiocatori Anonymous ha deciso di cessare l'attacco. Contemporaneamente abbiamo visto che Sony ha dovuto immediatamente contattare un'azienda che si occupa di servizi anti-ddos.
Sony inoltre da quello che sappiamo si è molto allarmata perchè ci sono molte compagnie rivali che potrebbero approfittarsi della situazione e metterci lo zampino (per appropiarsi di dati sensibili ndTanzen) e quindi fino a ieri (l'intervista si è tenuta il 12 aprile ndTanzen) sera sono stati mantenuti offline alcuni siti interni di Sony.
E' bene dire comunque che Anonymous si divide in due livelli, quello più basso si occupa di buttare giu i server, rendere un servizio inutilizzabile etc., quello alto si occupa di penetrare nei server e prendere informazioni sensibili delle aziende, mettere insomma in "mutande" persone e non solo. Come ad esempio con HBGary, un'azienda informatica di sicurezza che aveva lo scopo di mettere in manette tutti gli organizzatori (nella vicenda Wikileaks, qui qualche informazione aggiuntiva NdTanzen) ed invece è finita con gli Anonymous che hanno bucato il server della compagnia e sottratto nomi, carte di credito, email, numeri riservati e documenti privati dell'azienda e dei suoi membri.

Multiplayer.it incontra Anonymous
Tornando alla vicenda oggetto di questa intervista, è corretto dire che Anonymous ha agito come "reazione" alla vicenda Sony/GeoHot?
Sì è corretto.

Secondo Anonymous cosa ha sbagliato Sony con GeoHot?
Il suo accanimento è stato eccessivo nei confronti di GeoHot. Sono riusciti addirittura attraverso i giudici a fare dei controlli nel suo account Paypal.

Quindi per l'accanimento e non per il fatto che fosse giusto o meno prendere misure legali nei suoi confronti?

Parlando da Anonymous GeoHot è solamente un "curioso" e ha spinto la sua curiosità per offrire un servizio gratuito.

Perché avete interrotto l'attacco?
Per i videogiocatori. Abbiamo visto che stare sul PSN sia più importante della propria libertà nello scegliere cosa fare di un prodotto pagato. Non volendo colpire nessun esterno, perchè non è questo lo scopo, è stato deciso di interrompere l'attacco. Ci sono assi nella manica per gli Anonymous che verranno tirati fuori al momento giusto.

Quindi Anonymous sta riorganizzando la propria attività in maniera da colpire Sony senza intaccare gli utenti oppure non ci saranno ulteriori attacchi?
Attività che non toccheranno minimamente l'utenza. Se c'è un principio in Anonymous è quella di stare dalla parte dei più deboli. Forse non si ricorda o non si sa, ma Anonymous ha aiutato nelle rivoluzioni del nord Africa a fare lo sharing di informazioni a mettere KO i sistemi di comunicazioni della polizia che aveva l'ordine di uccidere i manifestanti come in Egitto.

Come si pone Anonymous nei confronti della stampa che ha trattato l'argomento di Sony, e come si pone invece nei riguardi dei commenti degli utenti sparsi per la rete?
Dal punto di vista internazionale Anonymous è seguito in maniera più approfondita ed infatti i media che ne hanno parlato in tutto il mondo hanno capito le motivazioni e da buoni giornalisti non hanno espresso considerazioni extra.
In Italia la situazione è differente. Molti blog hanno ridicolizzato Anonymous e l'hanno fatto passare come un gruppo di ladri o nullafacenti che si divertono a rompere le palle ai videogiocatori oppure a Sony.

Multiplayer.it incontra Anonymous
Cosa ne pensa invece Anonymous del recente accordo di patteggiamento tra GeoHot e Sony, sul fatto che il primo non potrà più toccare materiale prodotto da Sony, normale evoluzione della vicenda?
Non penso che GeoHot si fermerà davanti a questi accordi. Si ovvio che ha patteggiato nei suoi interessi, ma se veramente è quello che ha dimostrato magari i suoi lavori continueranno nelle mani di altri, ma il suo zampino ci sarà sempre.

Tornando ad un discorso generale, qual è la posizione di Anonymous sulla pirateria?
Beh non posso parlare in questo caso a nome di Anonymous. Considero personalmente la pirateria come un danno per le industrie che alle spalle hanno un lavoro enorme. Ma giustifico anche la pirateria perchè spesso i costi dei software, giochi etc sono eccessivi.

Come mai non puoi parlare a nome di Anonymous?
Perchè parlare a nome di migliaia di persone su un argomento delicato sarebbe una pazzia e non sarebbe rispettoso, sopratutto.

Hai detto che Anonymous è un'idea supportata da migliaia di persone, mi spieghi però se c'è una sorta di controllo contro chi agisce per conto suo? La decisione finale di un attacco o altro a chi spetta, c'è una sorta di gerarchia perlomeno ai piani alti?
Sì ad esempio in Italia un gruppo attaccò Mediaset per conto suo, entrò quindi in chat un responsabile Anonymous internazionale che ci andò giu pesante con i rimproveri. Non si può attaccare qualcosa a nome di Anonymous, se Anonymous non condivide l'attacco. E Anonymous è un gruppo e quindi la maggioranza del gruppo deve essere favorevole.

In conclusione posso chiederti di lasciare un messaggio?
Certo
Vorrei che tutti si informassero sulle vicende Anonymous e non giudicassero le vicende senza prima essere BENE informati. Anonymous non vuole essere un nemico, Anonymous è amico dei cittadini, se secondo voi Anonymous sbaglia non esitate a dire la vostra, non lasciate che nessuno manipoli le vostre idee e non lasciatevi prendere dalle apparenze. Sopratutto non siamo criminali, paranoici rompiscatole. Anonymous è composta da tutte le razze, sesso e religione. E' solo lo strumento per risvegliare la coscienza globale almeno in rete. C'è gente che ogni giorno uccide, ruba, ma è proprio lì seduto su una poltrona di pelle.

Multiplayer.it incontra Anonymous
E' giusta la definizione di anarchici?
No, assolutamente no. Troppo estremi, non hanno dialogo aperto, non sarebbero mai venuti da Tanzen, e se avessero letto che Tanzen scriveva contro di loro, Tanzen avrebbe avuto tutto down, tecnologicamente parlando :D

Ahahaha, quindi che appellativo può essere dato?
E' un pensiero Tanzen, ti piacciono le arti marziali?
Sìsì
Miyamoto Musashi, Sun Tzu, c'è qualche principio suo dentro Anonymous e del libro dei cinque anelli (qui qualche informazione).
Quando Miyamoto Musashi parla Wall Street ascolta, nello specifico mi rivolgo al fatto che l'ordine della scuola dei due cieli di Miyamoto aveva delle regole rigide e credeva veramente in ciò che faceva, coloro che entravano potevano uscire quando non seguivano le regole.
La stessa cosa è Anonymous, entri perchè sei libero, esci perchè la tua libertà ha occupato quella degli altri.

Pensi ci possa essere un corrispettivo "storico" di Anonymous?
Guy Fawkes, cospiratore inglese che cercò di far saltare in aria il parlamento britannico; potrebbe essere un corrispettivo, ma non saprei come fare un vero confronto perché Anonymous può essere visto come il bene ed il male, il bene per gli ideali, il male per i metodi utilizzati.

Questo è quanto per la lunga intervista che abbiamo fatto, che si è tenuta esattamente il 12 aprile. Come detto abbiamo contattato anche la divisione internazionale di Sony per avere un commento ufficiale sulla vicenda, questo è quanto ci stato risposto:

We are currently investigating, including the possibility of targeted behaviour of an outside party. If this is indeed caused by such act, we want to once again thank our customers who have borne the brunt of the attack through interrupted service. Our engineers are working to restore and maintain the services, and we appreciate our customers' continued support.

Stiamo attualmente investigando sull'accaduto, inclusa la possibilità che sia avvenuto a causa di fonti esterne. Se questa dovesse essere la causa, vogliamo ancora una volta ringraziare i nostri utenti che hanno dovuto subire l'impatto di questo attacco con conseguente interruzione del servizio. I nostri ingegneri stanno lavorando per ripristinare il servizio in maniera definitiva, e apprezziamo il supporto continuo da parte dei nostri utenti.




Lo scippo del Primo Maggio. - di Carlo Cornaglia


Piazza San Pietro. C’è una grande scritta:
“Siano a Cristo le porte spalancate”,
ma dovesse Gesù scendere in ditta
caccerebbe i mercanti a gran nerbate.

Nel giorno che beatifica Wojtyla
il suo volto si trova su ogni cosa:
sulle bottiglie d’olio messe in fila,
sui post it da parete, con ventosa,

su magneti da frigo e cartoline,
su accendini, orologi e medagliette,
sui portapillole, sulle tazzine,
su portachiavi e penne, su magliette

con le scritte che inneggiano al beato,
su specchi fatti a cuore e calendari,
su poster, ceri, immagini e rosari,
sugli adesivi in lingua d’ogni stato,

sui ditali e gli oggetti più pacchiani.
C’è Karol su milioni di patacche
per la gioia dei farisei nostrani,
degli scout, delle monache polacche.

C’è un Wojtyla con testa ciondolante,
Gongolo detto dal bancarellista
e ce n’è un altro con la voce orante,
se gli schiaccia la pancia chi lo acquista.

A tutti scendon grandi lacrimoni
fra il salmodiar dei canti e dei rosari,
ma, ahimé, si sente, più delle orazioni,
il fruscio del maneggio dei denari…

In questo Primo Maggio, a noi scippato,
santità si respira tutto in giro
e tanto se ne inebria l’arrapato
che, a testa china, dorme come un ghiro.


martedì 3 maggio 2011

Inquietante: Milano: bandiera con croce celtica appesa in un ufficio della Polizia.


La Polizia: "Frutto di un sequestro, appesa per poco tempo"

Milano: bandiera con croce celtica appesa in un ufficio della Polizia
MILANO - C'è una foto che sta facendo il giro di Internet. E' fatta il Primo Maggio dalla strada e riprende un ufficio del Commissariato di Polizia di Milano-Porta Venezia, in via Cadamosto; l'ufficio è quello che si trova sopra le bandiere dell'Italia e dell'Europa. Il punto è che è evidentissima, appesa al muro, una bandiera nera su cui è disegnata in bianco una evidente croce celtica.
Gli abitanti della zona hanno protestato, ricevendo come risposta che si trattava di una goliardata e che la bandiera era stata subito tolta. Risposta che non ha soddisfatto nessuno e che evidentemente è stata ritenuta poco credibile.
Ma è la versiuone a cui si attiene la Polizia, come mostrano le dichiarazioni del vicequestore aggiunto Maurizio Cusano: "Ma tengo a precisare che quella è una bandiera che avevamo sequestrato, insieme con una mazza con la scritta 'Forza nuova', ed è rimasta provvisoriamente su quella parete del nostro ufficio politico. Poi è stata riposta, come da prassi, insieme con tutti i reperti. Quei simboli, come altri, sono totalmente estranei alla nostra ideologia".
Sarebbe interessante capire come mai tra i tanti sequestri che vengono fatti abitualmente dalla Polizia, sia finita appesa al muro proprio quella bandiera così "estranea alla nostra (della Polizia, ndr) ideologia"

http://www.julienews.it/notizia/cronaca/milano-bandiera-con-croce-celtica-appesa-in-un-ufficio-della-polizia/75530_cronaca_2.html


Brusca e le stragi di mafia del '93 "Diktat a Berlusconi: patto o bombe Per Mancino il papello di Totò Riina"


Secondo il super- pentito
gli attentati dovevano servire
a far tornare lo Stato a trattare con Cosa nostra: i contatti si erano interrotti dopo l'attentato in cui morì Paolo Borsellino.
L'ex ministro: "Una vendetta"

FIRENZE
Nella seconda metà del 1993 «mandai Mangano a Milano ad avvertire dell’Utri e, attraverso lui, Berlusconi, che si apprestava a diventare premier, che senza revisione del maxiprocesso e del 41 bis le stragi sarebbero continuate». Lo ha detto Giovanni Brusca deponendo a Firenze al processo sulle stragi del 1993. «Mangano - ha aggiunto - tornò dicendo che aveva parlato con dell’Utri, che si era messo a disposizione». Secondo Brusca, l’attentato all’Olimpico contro i carabinieri era una vendetta per chi non aveva mantenuto le promesse: «chiudiamo il caso con il vecchio - ha spiegato - vendicandoci, e apriamo il nuovo».

Secondo Brusca, Marcello dell’Utri e Silvio Berlusconi non c’entrano con le stragi del '93 perchè «la situazione è ancorata al passato». L'ex boss, oggi super-pentito, sentito dalla Corte di Assise di Firenze nell'aula bunker di Santa Verdiana, ha detto poi che Nicola Mancino era il referente ultimo cui far arrivare il "papello", il documento con le richieste della mafia perportare avanti la trattativa con lo Stato.

Brusca ha quindi aggiunto su Dell'Utri: «Nel 1994, con Bagarella ho un contatto con dell’Utri, attraverso Mangano», per avere modo di «arrivare» a Silvio Berlusconi. A dell’Utri fu detto che il governo, allora guidato dal centrosinistra, sapeva. Questo contatto con dell’Utri venne fuori perchè Brusca sapeva che Mangano lavorava ad Arcore. A Mangano «chiesi se conosceva Berlusconi e lui disse di sì e che ci saremmo potuti arrivare tramite dell’Utri», contattabile attraverso un uomo delle pulizie di Canale 5. La richiesta era l’allentamento del 41 bis. «Era la fine del 1993 o l’inizio del 1994, dopo la vicenda Contorno», che è nel 1994, ha detto Brusca.

L'ex boss è stato chiamato a testimoniare al processo che vede imputato Francesco Tagliavia, mafioso accusato dell'attentato di via Georofili e di aver partecipato all’organizzazione delle stragi del 1993, oltre che a Firenze, anche a Roma e Milano.

Ancora Brusca: «Dopo l'uccisione di Falcone e prima della strage di via D'Amelio, Riina mi disse: "finalmente si sono fatti sotto. Ho consegnato un papello con tutta una serie di richieste". Non l'ho visto, quel documento, ma so e sapevo quali erano le richieste: la revisione del maxi processo, l'applicazione della legge Gozzini, la legge sulla confisca. Il tramite non me lo disse, mi disse solo il committente finale e mi fece il nome dell'onorevole Mancino, allora ministro dell'Interno».

In precedenza, in un altro incontro, lo stesso Riina aveva detto a Brusca, secondo quanto riferito dallo stesso, che «si erano fatti sotto dei soggetti, Dell'Utri e Ciancimino, che gli volevano portare la Lega (la Lega sud ndr) e un altro soggetto politico che non ricordo». Il secondo contatto, quello che, secondo Brusca, avrebbe avuto come referente finale Mancino, «era diverso dalla prima offerta che gli era stato fatta, era un fatto piu' concreto». Il papello sarebbe stato consegnato a Mancino «tramite terzi, ma non siamo scesi nel dettaglio su chi fossero».

E ha aggiunto: «Fino all’attentato al giudice Falcone, l’obiettivo di Riina era di influenzare il maxi processo di Palermo. Dopo di che subentrarono soggetti indicati in Marcello Dell’Utri e Ciancimino che volevano portare la Lega e un altro soggetto che non ricordo...a Riina». «Fino all’ultimo attentato - ha concluso Brusca - Riina pensava di condizionare il maxi processo». Poi, «Dopo la strage Borsellino si è tagliato ogni contatto. Il primo a dirlo fu Salvatore Riina, che mi diceva: non c’è più nessuno». E così, quelle stragi successive, del 1993, ha aggiunto Brusca, servivano «a far tornare lo Stato o chi per esso a trattare».

Quasi immediata la replica di Nicola Mancino: «Se Riina ha fatto il mio nome è perché da ministro dell’Interno ho sempre sollecitato il suo arresto, e l’ho ottenuto». Le parole di Brusca, secondo Mancino,sono «una vendetta contro chi ha combattuto la mafia con leggi che hanno consentito di concludere il maxiprocesso e di perfezionare e rendere più severa la legislazione di contrasto alla criminalità organizzata. Durante il mio incarico al Viminale lo Stato ha combattuto con decisione la mafia ottenendo notevoli risultati. Altro che trattative o ricevere papelli!». E ha aggiunto: «Brusca, riferisce su di me quanto avrebbe appreso da Riina, il quale continua a non parlare. Rilevo che una prima volta Brusca riferisce accuse apprese da Riina alla vigilia di Natale del 1992, mentre oggi parla di una data fra l’uccisione del giudice Falcone e la strage di via D’Amelio (quindi diversi mesi prima). Una confusione che inficia il contenuto delle confidenze di Riina».

La richiesta di ascoltare Brusca è stata presentata nelle udienze scorse dalle parti civili ed è stata accolta dalla corte d’Assise. Giovedì 5 maggio saranno ascoltati i fratelli Giuseppe e Filippi Graviano, che saranno collegati con l’aula bunker in videoconferenza. Secondo i legali di parte civile Brusca potrà fornire dettagli importanti sul contesto in cui sono maturate le stragi.


http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/400568/



Impresentabili e condannati a volte ritornano (in Regione). - di Vincenzo Iurillo


Si tratta di Roberto Conte e Alberico Gambino. Sospesi per le loro condanne, ora, dopo la firma del Cavaliere, rischiano di rientrare in gioco a sostegno del berlusconiano Caldoro

Rieccoli, i condannati. Occupano le istituzioni. Vanno a sedersi nel consiglio regionale della Campania. Sono pronti a legiferare per noi. Con un decreto a firma del premier Silvio Berlusconi, si è infatti conclusa la sospensione dalla carica di due eletti alle regionali del marzo 2010, entrambi in forza al centrodestra del Governatore Stefano Caldoro. Si tratta di Roberto Conte, condannato nel 2009 in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione camorristica per una storiaccia di voto di scambio alle regionali del 2000 col clanMisso, e di Alberico Gambino, condannato sia in primo grado che in appello per peculato. L’ultima sentenza gli ha inflitto una pena di un anno, cinque mesi e dieci giorni: deve rispondere di una disinvolta gestione della carta di credito del Comune di Pagani (Salerno), di cui Gambino era (ed è) sindaco.

Giovedì la giunta per le elezioni del parlamentino dovrebbe riunirsi per decidere sul reintegro di Conte e Gambino, sospesi in conseguenza di condanne non definitive, come stabilito dal decreto legislativo 267/2000 sull’ordinamento degli enti locali. L’esito è scontato: la giunta e l’Aula non potranno far altro che prendere atto del decreto di Berlusconi. “Una cambiale elettorale” secondo il Pd. Perché il segnale che arriva da Palazzo Chigi è dirompente, e fa riflettere la tempistica del decreto. I termini della sospensione di Conte e Gambino erano scaduti da tempo. Berlusconi poteva agire prima, oppure aspettare il voto delle amministrative, o l’esito di una diffida della consigliera Pdl subentrata a Gambino, Monica Paolino, secondo la quale Gambino era comunque ineleggibile per non essersi dimesso da sindaco di Pagani prima di candidarsi (all’epoca era sospeso anche da quella carica). Invece il premier ha dato il via libera ai due condannati in piena campagna elettorale, infischiandosene delle polemiche sugli inquisiti candidati e sulla longa manus dell’imputato di camorra Nicola Cosentino sulla composizione delle liste azzurre.

Conte, eletto nella lista Alleanza di Popolo, tra i cui sponsor si ricorda l’avvocato-scrittore degli “strategismi sentimentali” Alfonso Luigi Marra, ha strappato nell’ultima tornata 10.460 preferenze. Nonostante la circostanza di essersi candidato da consigliere uscente già sospeso per la condanna pendente. Le sue vicende giudiziarie non hanno impressionato l’elettorato. Esattamente come per Gambino, eletto nella lista Pdl di Salerno col botto di 27.164 preferenze: pochi giorni prima della chiusura delle liste la Corte di Appello aveva confermato la condanna, con uno sconto di appena venti giorni rispetto alla pronuncia di primo grado.

Per entrambi le sentenze non sono definitive. Conte ha fatto ricorso in Appello. Nel frattempo, deve difendersi in un altro processo dove è imputato di corruzione per una vicenda di appalti di manutenzione di impianti antincendio per l’ente regionale. Secondo il pm si sarebbe messo in tasca 160.000 euro e le chiavi di una lussuosa Maserati. Il 19 maggio il Gup deciderà sul rinvio a giudizio. Tra le parti offese, il consiglio regionale nel quale a breve Conte verrà riammesso. Quanto a Gambino, a luglio la Cassazione esaminerà il suo processo. A fine febbraio è stato reintegrato anche nella carica di sindaco. Una legge della Campania gli imporrebbe ora di optare tra il Comune e la Regione. Ha qualche mese di tempo.

Conte e Gambino arrivano alla corte di Caldoro attraverso percorsi politici molto diversi. Conte è un ex dirigente dei Verdi, uno dei pochi in Campania a fare il muso duro contro Alfonso Pecoraro Scanio. Nel 2000 viene eletto in Regione nella lista del Sole che Ride nonostante l’aperta ostilità del suo partito, dal quale infatti esce poco tempo dopo per iniziare a collezionare casacche. Nel 2005 è nella Margherita, viene rieletto con oltre 30.000 preferenze, diventa un fedelissimo diRutelli. Col quale approda nel Pd. Dopo la condanna, il passaggio nel centro destra attraverso una lista fiancheggiatrice.

Gambino invece è un azzurro che più azzurro non si può. Nel 2007, in Forza Italia, acquista fama nazionale perché diventa il sindaco più votato d’Italia: oltre il 76% di consensi al primo turno. Nel 2009 cumula gli incarichi di sindaco e di assessore provinciale di Salerno nella giunta del PdlEdmondo Cirielli. Poi gli piomba in testa la tegola della condanna in primo grado. Con annessa sospensione da Comune e Provincia. Ma Cirielli non vuole rinunciare a lui: e lo recupera con un contratto di consulente al Turismo. In pratica, Gambino fa l’assessore ombra. Non può sedere in giunta, ma per un po’ continua a far parte dello staff degli uomini di stretta fiducia dell’ex ufficiale dei Carabinieri. E c’è anche il sostegno di Cirielli, che nel Pdl è entrato in rotta di collisione col ministro salernitano Mara Carfagna, dietro all’exploit di preferenze di Gambino alle ultime regionali.

Sul reintegro della coppia Conte-Gambino, il deputato napoletano del Pd e membro della commissione Antimafia Salvatore Piccolo ci va giù duro: “Mentre l’Istat informa che un terzo dei giovani è senza lavoro e Napoli è sommersa dai rifiuti, la sola preoccupazione del Governo Berlusconi è di rafforzare la traballante maggioranza di Caldoro anche a costo di reintegrare due consiglieri condannati”. “E’ questa la risposta del centrodestra – prosegue Piccolo – alla domanda della gente di avere istituzioni trasparenti e credibili? In realtà, la decisione del Governo Berlusconi scava, rispetto alle persone perbene della Campania, un altro solco profondissimo. Rappresenta l’ennesimo schiaffo a chi spera in un riscatto di Napoli e dell’intera Regione all’insegna della legalità. Il centrodestra, giorno dopo giorno, ha sempre meno credibilità in questo campo. Evidentemente, lo stesso Berlusconi ha preferito pagare in anticipo qualche cambiale elettorale anziché tutelare la dignità dei cittadini e delle istituzioni che li rappresentano. E il Governatore Caldoro? Davanti a questa desolante vicenda tace. Come sempre”.

Poco fa un colpo di scena. Il presidente del consiglio regionale campano Paolo Romano (Pdl), ha annunciato che la Regione Campania si costituirà in giudizo nei processi a Conte in cui l’istituzione campana è parte offesa. “Al di là delle legittime posizioni politiche espresse a riguardo, si tratta di un atto dovuto” spiega Romano ”l’iniziativa, maturata anche da un positivo confronto con il governatore Stefano Caldoro e il capogruppo del Pdl, Fulvio Martusciello è volta a tutelare l’istituzione regionale”. Qualche settimana fa il segretario campano del Pd, Enzo Amendola, in un’intervista a ‘Il Mattino’ chiese a gran voce la costituzione di parte civile del consiglio regionale nei procedimenti a carico di Conte. Ed è di queste ore un durissimo documento dei capigruppo regionali dei partiti di opposizione (Pd, Idv, Pse) col quale si definisce il reintegro dei due consiglieri condannati “la conferma dell’esistenza di una questione morale irrisolta nel centro destra campano, vicenda che si somma a quella dei tanti impresentabili che affollano le liste del Pdl e dei partiti ad esso alleati nei Comuni e nelle Municipalità che vanno al voto”. Nella nota, i capigruppo regionali “considerata l’escalation e la portata di questi fenomeni nel territorio campano” esprimono “fondati timori sul regolare e libero svolgimento di questa tornata elettorale, con le consequenziali ripercussioni sulla tenuta democratica delle nostre istituzioni” e invitano l’opposizione parlamentare ad aprire “un ineludibile e indispensabile confronto” su quel che sta succedendo in Campania.



La prova provata che a Berlusconi piacciono questi individui poco raccomandabili che gli assomigliano per l'indisposizione naturale alla legalità.


Menti eccelse del PdL - (naturalmente ironico) - Lehner (Pdl): “Sepoltura in pelli suine per combattere l’islamismo”



“Mi rivolgo al pragmatico ministro Maroni, perché, come prevenzione scientifica delle eventuali azioni stragiste di al-Qaeda, mobiliti la cooperazione emiliano-romagnola e toscana per la produzione industriale di pelli di maiale fornite di zip per la perfetta chiusura stagna”.

Questo è quanto chiede Giancarlo Lehner, deputato “Responsabile”, che motiva così la sua richiesta: “Non è uno scherzo, bensì l’uovo di Colombo, trattandosi di un deterrente micidiale contro il terrorismo islamico. Per dissuadere gli aspiranti kamikaze ed i professionisti del terrorismo, basterebbe far loro sapere attraverso delle pubblicità-progresso che l’Italia è attrezzata per dare ‘degna’ sepoltura, dentro pelli suine, ai loro caduti. Il kamikaze, infatti, vede nella morte il mezzo rapido per ascendere nel Paradiso maomettano, dove fontane, frescure e vergini son lì per arrecargli eterna e concreta beatitudine. Viaggio ascensionale che verrebbe impedito proprio dal seppellimento dentro un feretro di cotenna suina” conclude Lehner.

http://frontierenews.it/2011/05/lehner-pdl-sepoltura-in-pelli-suine-per-combattere-lislamismo/


Per saperne di più:

Il 18 febbraio 2011 annuncia il suo ingresso del gruppo parlamentare a sostegno della maggioranza di Iniziativa Responsabile. "Dopo una vita politicamente spericolata, ho messo la testa a posto. Dalla settimana prossima, a Montecitorio, sarò assiso sui banchi dei 'Responsabili' ", afferma in una nota il deputato che lascia così il gruppo del Popolo della Libertà della Camera.

A seguito di alcune accuse rivolte nei suoi scritti alla magistratura è stato condannato per diffamazione aggravata: la prima volta dal Tribunale di Trento per il pamphlet, edito daMondadori, Attentato al governo Berlusconi: articolo 289 Codice Penale, in cui effettuava riferimenti a iniziative della magistratura accostandole al reato di "Attentato agli organi Costituzionali"; la seconda volta, in seguito a un articolo pubblicato dal quotidiano Il Giornale il 29 gennaio 2004 dal titolo Un'indagine malata e avente per oggetto un'istruttoria del pm milanese Ilda Boccassini: quale sanzione accessoria alla condanna, il Tribunale di Brescia ha disposto la pubblicazione della sentenza emessa a carico di Lehner e dell'allora direttore responsabile Maurizio Belpietro sulla prima pagina de Il Giornale del 27 aprile 2007, in corpo doppio rispetto ai normali caratteri tipografici, nello spazio normalmente riservato al fondo.

(wikipedia)