sabato 7 gennaio 2012

Un Paese alla sbarra: il calendario delle indagini e dei processi del 2012. -



Corruzione alle stelle, partiti che fanno affari e intascano fondi illeciti, un'intera classe dirigente collusa con la criminalità. Nuovi clan, cospirazioni contro Csm e Consulta e, all'ombra del Caimano, le trame nere sulla Rai: da Minzolini alle truffe fiscali. Ecco le attività dei tribunali per l'anno nuovo.


Dovrebbe essere una vera e propria emergenza nazionale, uno dei primissimi punti dell’azione del nuovo governo Monti: la corruzione che strozza il Paese. E spesso lo fa dalla testa: politici, amministratori locali, manager. Quella che dovrebbe essere l’élite di una comunità ne diventa la zavorra più pesante. Materia da trattare nelle aule dei tribunali, fardello pesante che ingolfa la macchina della giustizia. Ovviamente non c’è solo Berlusconi. A processo quest’anno troveremo un pezzo della classe dirigente. L’Italia peggiore.

Logge nel mirino 

La P3: Verdini, Dell’Utri e la legge Anselmi
Si attende la decisione del Gip sulla richiesta di rinvio a giudizio emessa nei confronti di Marcello Dell’Utri, Denis Verdini e Flavio Carboni. L’accusa è di aver creato una nuova loggia, sotto il modello della vecchia P2, che riuscisse a inferire non solo negli affari dell’eolico, ma anche sulle decisioni di Consulta, Csm e Cassazione. I pm di Roma Capaldo e Sabelli hanno chiesto di mandare a processo altre 17 persone, contestando reati che vanno dalla violazione della legge Anselmi, all’associazione a delinquere, corruzione e abuso d’ufficio.

P4, tra appalti a palazzo Chigi, Papa e Bisignani Tra Roma e Napoli. 
Nella Capitale da una parte i magistrati stanno lavorando sull’appalto da 9 milioni di euro per l’informatizzazione degli uffici di Palazzo Chigi, i contratti tra la società Ilte e le Poste, i rapporti traLuigi Bisignani e l’ex dg della Rai Mauro Masi. Dall’altra si va invece verso la chiusura del filone che riguarda Michele Adinolfi accusato di rivelazione di segreto e favoreggiamento personale. Mentre si prospetta l’archiviazione per la vicenda Papa-Casale. L’accusa contestata al parlamentare Pdl è quella di aver “costretto o comunque indotto l’immobiliarista Vittorio Casale a conferirgli beni e utilità vari per un valore pari a migliaia di euro, prospettandogli in cambio una soluzione ai suoi problemi giudiziari”. A Napoli invece l’inchiesta è divisa in due canali. Processo con rito ordinario davanti alla prima sezione del tribunale per Papa (accusato di favoreggiamento, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio). Bisignani, invece, ha patteggiato 1 anno e 7 mesi davanti al gip Maurizio Conte.

Il “sistema gelatinoso” dei Grandi Eventi 
L’inchiesta sui grandi eventi, iniziata dalla procura di Firenze e condotta dal Ros dei Carabinieri, ha sviluppato molti filoni d’indagine,trasferiti anche a Perugia e Roma, la maggior parte dei quali ormai chiusi, in alcuni casi già con delle condanne. L’indagine riguarda gli appalti che furono commissionati per organizzare il G8 a La Maddalena prima che l’evento fosse trasferito a L’Aquila.


a) A Perugia il patteggiamento di Toro, a giudizio Bertolaso & co. 
Da questo filone d’indagine è scaturita un’altra inchiesta che ha già visto la prima condanna: a luglio, l’ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, ha patteggiato 8 mesi di reclusione. È stato condannato per aver rivelato segreti d’ufficio a esponenti della “cricca”. Sempre a Perugia sono stati rinviati a giudizio l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, l’ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci e l’imprenditore DiegoAnemone. Le imprese di Anemone, secondo le accuse della procura perugina, avrebbero ottenuto utili illeciti per circa 75 milioni di euro. La prima udienza del processo è fissata per il 23 aprile.

b) La Banca di Verdini e i finanziamenti occulti 
La procura di Firenze ha chiuso, ad ottobre, l’inchiesta sul credito cooperativo fiorentino. Tra i 55 indagati c’è l’ex presidente dell’istituto di credito Denis Verdini, coordinatore del Pdl, ilsenatore Marcello Dell’Utri,parte dei vertici della banca e della BTP, l’azienda di costruzioni all’epoca presieduta da Riccardo Fusi. L’inchiesta sulla banca è nata da quella relativa agli appalti per i Grandi eventi. I reati ipotizzati vanno dall’associazione a delinquere, alle appropriazioni indebite. Verdini è stato anche indagato per falso in bilancio e finanziamento illecito (come esponente politico): si sarebbe servito dell’istituto “per finanziare operazioni affaristiche del gruppoFusi-Bartolomei” all’ epoca alla guida dell’impresa edile BTP, “in relazione alla quale egli aveva talora anche interessi diretti e occulti”. La procura ha anche ipotizzato che 34 finanziamenti siano stati concessi senza che ci fossero le giuste credenziali. Fra i destinatari anche Dell’Utri.

c) A Roma il dibattimento sulla Scuola dei Marescialli 
Nella Capitali, dove è prevista la chiusura del primo grado entro l’anno, si sta svolgendo infine il processo, nato sempre dalle indagini fiorentine, sull’appalto per la ristrutturazione della Scuola dei Marescialli.

Milanese: ricatti e Bentley dell’ex braccio destro di Tremonti 
A Roma sono due le indagini che coinvolgono il braccio destro del ministro Tremonti. La prima sulle presunte irregolarità legate agli appalti della Sogei, la società generale di informatica controllata dal ministero dell’economia. La seconda indagine, invece, riguarda un giro di false fatturazioni che coinvolgono alcune società dell’imprenditore Tommaso Di Lernia. In questo caso l’accusa è di corruzione. Ma per Milanese un processo è già alle porte. Inizierà infatti il 21 febbraio il dibattimento dove è imputato per finanziamento illecito ai partiti per la compravendita di uno yacht nell’ambito dell’inchiesta su appalti Enav. Milanese è indagato anche a Napoli per corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e associazione per delinquere. Le indagini rappresentano lo sviluppo dell’inchiesta in cui è coinvolto anche Paolo Viscione in relazione alle attività della società assicurativa Eig. Secondo l’accusa, Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società somme di denaro, ma anche orologi di valore, gioielli e auto come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all’estero.

“Why not”, il complotto ai danni di De Magistris 
Riprende l’11 gennaio la deposizione a Salerno di Luigi de Magistris, parte lesa del processo che vede alla sbarra i presunti responsabili del complotto ordito ai suoi danni per sottrargli le inchieste più scottanti, da “Why Not” a “Poseidone”, quando era pm a Catanzaro.

Le toghe sporche di Potenza contro i colleghi onesti 
L’indagine sulla “loggia delle toghe di Potenza” è stata chiusa il 12 dicembre. Prossima tappa: la richiesta di rinvioagiudizio.IpmdiCatanzaroGiuseppeBorrellie Simona Rossi ha individuato un gruppo occulto di magistratieinvestigatorichemettevaibastonitraleruote ai colleghi onesti – il pm Woodcock, il gip Iannuzzi – calunniandoli con l’ausilio di carabinieri e funzionari di polizia. Tra i 13 indagati anche il procuratore generale di Potenza Vincenzo Tufano, i suoi due vice Gateano Bonomi e Modestino Roca, la pm Claudia de Luca, l’ex capo della mobile di Potenza, Luisa Fasano, moglie del parlamentare del Pd Nicola Margiotta, e il tenente colonnello dei Carabinieri Pietro Gentili.

Scajola e la casa “scontatissima” con vista Colosseo 
A primavera inizierà il processo in primo grado (data ancora da decidere) per l’ex ministro Claudio Scajola in relazione alla vicenda della casa in via Del Fagutale di-fronte al Colosseo. Processo anche per Diego Anemone, l’imprenditore al centro dell’inchiesta sugli appalti del G8. L’accusa è di finanziamento illecito: l’imprenditore avrebbe pagato, tramite l’architetto Angelo Zampolini, parte (circa 1,1 milioni di euro su 1,7 milioni di euro) della somma versata nel luglio del 2004 per acquistare l’immobile e avrebbe poi eseguito lavori di ristrutturazione per 100 mila euro, finanziando così l’ex ministro.

Viale Mazzini, i prezzi gonfiati per i film e l’ipotesi evasione
Inchiesta ancora agli esordi (pm Barbara Sargenti) che mira a verificare la regolarità delle procedure seguite dal 2003 in poi nelle trattative sui diritti di trasmissione tv delle società Rai Cinema e Rai spa. Per l’accusa i film sarebberostativendutiallaRaiaprezzimaggioratiinmodo da evadere le imposte. L’indagine è di fatto un filone di quella su Mediaset e Mediatrade, per cui prima dell’estate sono stati depositati gli atti.

II “direttorissimo” e le spese pazze a carico nostro 
Inizierà l’8 marzo il processo per l’ex direttore del Tg1 Augusto Minzolini, accusato di peculato. Per il procuratore aggiunto Alberto Caperna il giornalista, in soli 15 mesi, precisamente da luglio del 2009 a dicembre del 2010, avrebbe speso, tra pranzi, cene e viaggi, (stranamente molti concentrati nei week-end o a ridosso dei finesettimana), oltre 68mila euro, sforando il limite consentito dalla Rai per migliaia di euro. Tutto denaro pubblico.

Mazzette à go go 

Finmeccanica e la corruzione internazionale
Valter Lavitola è indagato dalla procura di Napoli per corruzione internazionale: al centro dell’inchiesta la commessa di radar, elicotteri e cartografia venduta dalla Selex Sistemi Integrati, attraverso Lavitola, al governo panamense del presidente Martinelli. Lavitola, ancora latitante, ha annunciatodivolerrientrareinItaliaperfinegennaio.Nel frattempo la procura sta interrogando Mauro Velocci, l’imprenditore che, sempre attraverso Lavitola, intendeva vendere a Panama le sue carceri modulari. L’inchiesta è nella fase delle indagini preliminari.

Il traffico di rifiuti all’ombra del Pirellone 
Il 30 novembre è finito in carcere , su richiesta della procura di Brescia, il vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, Pdl. I carabinierihannotrovatonelsuoappartamentole“bigbubble”, banconote da 500, per un totale di 100 mila euro: dalle intercettazioni sembra che fossero la metà di una tangente. Dimissionario, Nicoli deve rispondere di corruzione e traffico illecito di rifiuti insieme a un dirigente dell’Arpa (agenzia regionale per l’ambiente), Giuseppe Rotondaro, all’imprenditore bergamasco, Pierluca Locatelli e altre persone. Sui rifiuti tossici, finiti sotto il manto stradale della Bergamo-Brescia-Milano, continuano a indagare i pm bresciani, mentre sulla mazzetta che sarebbe servita per l’autorizzazione regionale ai lavori in un cava, l’indagine, per competenza, è passata a Milano. In questi giorni il tribunale del Riesame deve decidere sulla richiesta di scarcerazione degli indagati.

Lombardia, in provincia le tangenti in salsa leghista 
A Milano c’è un’altra inchiesta sulla corruzione, molto riservata. Nasce nella primavera scorsa con una storia di mazzette in provincia, a Cassano d’Adda. Finiscono in carcere il sindaco, Claudio Sala, ancora detenuto e l’architetto Michele Ugliola, ora libero. Il professionista è una vecchia conoscenza di tangentopoli e secondoSala è un architetto vicino alla Lega. Tanto che in uno degli interrogatori, l’ex sindaco dichiara: Ugliola mi ha portato “due o tre volte a parlare dall’assessore regionale all’Urbanistica, Boni (Davide Boni, attualmente presidente del Consiglio regionale, ndr)”.

L’ex ministro Fitto e i 500mila euro di Angelucci 
L’ex ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, è a processo per corruzione e finanziamento illecito del suo partito, la “Puglia prima di tutto”, a causa d’una presunta tangente da 500mila euro versata dal patron della sanità laziale – e dei quotidiani Libero e Il Riformista – Gianpaolo Angelucci, anch’egli rinviato a giudizio per corruzione. La somma rappresenterebbe, secondo i pm, una tangente finalizzata a ottenere un appalto da 198 milioni di euro per gestire alcune residenze sanitarie assistite.

Penati, la corruzione e il sostegno illecito al Pd
A Monza, da luglio, è indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, Filippo Penati, Pd, ex capo della segreteria di Bersani ed ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo. L’inchiesta ruota attorno alle aree ex Falk e Marelli di Sesto San Giovanni, di cui Penati è stato sindaco. L’esponente del Pd e altri indagati avrebbero preso mazzette da due costruttori, diventati grandi accusatori: Piero Di Caterina e Giuseppe Pasini. L’indagine riguarda anche l’acquisto da parte della Provincia di Milano, allora guidata da Penati, del 15% della Milano-Serravalle in mano all’imprenditore Marcellino Gavio, morto nel 2009 e i finanziamenti di Fare Metropoli, un’associazione di Penati.

Salerno, il sindaco galoppa verso la prescrizione 
Il 2012 potrebbe essere l’anno in cui finiranno in cavalleria i processi a carico di De Luca. Galoppano verso la prescrizione le vicende legate alla variante Mcm in favore dell’imprenditore Pdl Gianni Lettieri (candidato sindaco di Napoli, sconfitto da de Magistris) e alla trasformazione (fallita) dell’ex Ideal Standard in parco acquatico. Inizierà il 1 marzo un terzo processo, che vede imputato De Luca di peculato per l’incarico di ‘project manager’ del termovalorizzatore di Salerno ad un suo fedelissimo, firmato allora nella veste di commissario governativo dell’opera. Per il pm Roberto Penna, il nominato non aveva i titoli e la figura di project manager non poteva essere prevista dalla procedura. È già iniziato infine un processo che lo vede imputato per diffamazione ai danni del vicedirettore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, che lo querelò per le affermazioni fatte durante una convention delPd:“Spero di incontrarlo di notte,da solo, al buio…”. Prossima udienza, il 31 gennaio.

Il “Campanile” e la Udeur-connection di Ceppaloni
Due i filoni delle inchieste sulle clientele del Campanile . Uno, avviato nel gennaio 2008 con l’arresto di Lady Mastella, è a dibattimento. Un altro, culminato con il divieto di dimora della signora Mastella nel novembre 2009, è in aula da pochi mesi. Nel primo processo, Clemente Mastella non è imputato: posizione stralciata per la questione delle intercettazioni a un parlamentare. Nel secondo, è stato rinviato a giudizio per alcuni episodi, ma assolto dall’accusa di associazione per delinquere: pende però un ricorso del pm Curcio.

Mastella, Zamparini e la “stecca” da 50 mila euro 
Il processo per corruzione nei confronti del presidente del Palermo, del leader dell’Udeur e della moglie, consigliere regionale della Campania, inizierà il 18aprile di fronte al Tribunale di Benevento: 14 gli imputati per vari reati. La presunta ‘mazzetta’ – un bonifico di 50.000 euro di Zamparini in favore della onlus presieduta da Lady Mastella – sarebbe servita, secondo il pm Antonio Clemente, a sbloccare l’apertura dell’ipermercato di Benevento ‘I Sanniti’, frenata da seri problemi di natura burocratica e urbanistica.

Tedesco e le nomine pilotate nelle Asl della Puglia
Il senatore Pd Alberto Tedesco è accusato dalla procura di Bari di associazione per delinquere, concussione, corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. La Cassazione, a dicembre, ha deciso per sì al suo arresto, riattivando la richiesta di autorizzazione al Parlamento, che già l’ha negata una volta. Ex assessore regionale per la Sanità, Tedesco è accusato d’aver fatto pressioni per le nomine di alcuni manager delle Asl, “in modo da costituire una rete che era in grado di controllare forniture e gare d’appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo a imprenditori, collegati da interessi familiariedeconomiciconireferentipoliticiecheerano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso Tedesco”. I figli di Tedesco hanno operato a lungo nel settore delle protesi sanitarie. L’indagine è chiusa, si attende la decisione del Parlamento sull’arresto e la richiesta di rinvio giudizio.

Frisullo, Tarantini e le forniture nella sanità 
L’inchiesta sulla Sanità pugliese e sul “sistema Tarantini” hanno pesantemente coinvolto il centrosinistra e la giunta guidata da Nichi Vendola nella passata legislatura. Per Sandro Frisullo, Pd, all’epoca vicepresidente della giunta regionale, è stato chiesto il rinvio a giudizio.L’inchiestacontamoltiimputati,accusatiavario titolo di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e millantato credito. Frisullo è accusato di aver ricevuto da Tarantini escort e denaro favorendo, in cambio, l’aggiudicazione di appalti, nella Asl di Lecce, tra il 2007 e il 2009.

Firenze: Ligresti e la speculazione Castello
Il processo sulla trasformazione urbanistica dell’area di Castello a Firenze di proprietà Fondiaria Sai è iniziato il 6 giugno. Con Salvatore Ligresti sono imputati per corruzione i due ex assessori del comune di Firenze, Gianni Biagi e Graziano Cioni, insieme con due dirigenti di Fondiaria e un architetto fiorentino. Secondo l’accusa l’ex assessore all’urbanistica Biagi e quello per la sicurezza Cionisi misero a disposizione di Ligresti favorendo i suoi interessi nell’ambito delle trattative sulla urbanizzazione dell’area di Castello. Il processo è a metà dell’istruttoria dibattimentale. Il calendario delle udienze è fissato fino alla fine di marzo.

Menarini, la truffa da 800 milioni sulle medicine
La procura di Firenze ha chiuso l’inchiesta sul colosso farmaceutico ipotizzando una truffa di 860 milioni ai danni del Ssn. Il patron del gruppo, Alberto Aleotti, è accusato di aver realizzato da oltre 30 anni un ingiustificato aumento dei prezzi dei farmaci. Con lui sono indagate 15 persone tra le quali ci sono anche i figli Lucia e Giovanni. I reati ipotizzati sono, a vario titolo quelli di truffa ai danni dello stato, riciclaggio, frode fiscaleecorruzione.Indagatopercorruzione,insieme a Alberto Aleotti, anche il senatore Pdl Cesare Cursi.

Genova, appalti del provveditorato e il bagno del prefetto
Due anni di appalti del provveditorato alle Opere Pubbliche di Genova sono l’oggetto di un’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza. Le accuse, a carico di tre funzionari (tra loro un presidente di municipio e un maager di una società della Regione) e di tre imprenditori,vannodall’abusod’ufficio,allaturbativad’asta fino alla corruzione. Le carte degli inquirenti ipotizzano che tra i potenziali contatti romani del gruppo ci fossero il senatore Bornacin e l’ex ministro Matteoli (non indagati). L’inchiesta è partita dalla realizzazione del bagno del Prefetto, dotato di idromassaggio, ma si è occupata anche dei lavori per gli uffici dell’ex Questore. Per il provveditorato c’è il rischio di un commissariamento.

B. senza cavilli

I 600 mila dollari per Mills e la battaglia per la prescrizione
Per scongiurare la prescrizione, udienze a raffica questo mese al processo Mills a carico di Silvio Berlusconi. L’ex premier è accusato di aver corrotto con 600 mila dollari il testimone David Mills che lo ha tolto “da un mare di guai” ai processi Gdf-Fininvest e All Iberian. In calendario 6 udienze tra il 16 e il 28 gennaio. In programma, tra l’altro, le dichiarazioni spontanee di Berlusconi. A bocce ferme, la sentenza di primo grado, e solo quella, sarà emessa prima che scatti la prescrizione, prevista tra febbraio e marzo. Comunque, l’ex premier può stare tranquillo.Grazie a una delle sue leggi ad personam, la ex Cirielli, non arriverà mai a giudizio definitivo.

Karima “Mubarak” e le cene eleganti di Arcore
Il 20 e il 27 gennaio si celebreranno le udienze rispettivamente dei processi a Berlusconi e a Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede per il caso Ruby-bunga bunga. Il processo a carico dell’ex premier è per concussione (rilasciate la “nipote di Mubarak”) e prostituzione minorile. Minetti, Mora e Fede, invece, devono rispondere di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. In questo processo si sono costituite parte civile Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil, tre delle ragazze che hanno partecipato alle “cene eleganti” e che dovranno testimoniare. Il 7 febbraio la Consulta discuterà sul conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera contro i giudici milanesi

Mediaset, i diritti tv e l’accusa di frode fiscale 
Al processo Mediaset, Silvio Berlusconi è imputato di frode fiscale per presunti costi gonfiati dalla sua azienda durante l’acquisto dei diritti televisivi .Secondol’accusa, con questa modalità sarebbero stati accantonati soldi in nero all’estero. Anche questo processo, come quello Mills, non vedrà una sentenza definitiva grazie alla legge ex Cirielli che ha ridotto da 15 a 7 anni e mezzo la prescrizione per la frode fiscale. Da una costola dell’inchiesta che ha portato al processo in corso, è nata quella su “Meditrade-Rti”. L’ipotesi è sempre il costo alterato dell’acquisto dei diritti televisivi. Berlusconi è stato prosciolto in fase di udienza preliminare (la procura farà ricorso in Cassazione) mentre sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri e il vicepresidente, Piersilvio Berlusconi.

L’intercettazione rubata Fassino-Consorte sul “Giornale”
Il 30 gennaio si saprà se Berlusconi sarà processato a Milanoperrivelazionedelsegretod’ufficioinrelazione alla pubblicazione sul Giornale di un’intercettazione, del 2005, ancora segreta, tra il segretario dei Ds, Piero Fassino e il presidente di Unipol, Giovanni Consorte: “Allora, abbiamo una banca?”. Era la stagione dei “furbetti del quartierino” e dei loro tentativi illeciti di scalare banche e il Corriere della Sera. Quell’intercettazione arrivò ad ad Arcore, il 24 dicembre del 2005, grazie al fratello Paolo Berlusconi (saràprocessatodal10gennaio), all’ex socio Fabrizio Favata (condannato con rito abbreviato) e a Roberto Raffaelli (ha patteggiato), ex amministratore delegato di Rcs, società di intercettazioni che lavorava per la procura.

Le escort, il reclutamento e l’utilizzatore finale
L’indagine aperta nel 2009 sul giro di prostituzione del quale Berlusconi, non indagato, era “l’utilizzatore finale” è stata chiusa dalla procura di Bari a settembre. A Tarantini viene imputata “un’attività, a seconda dei casi, di reclutamento, induzione e/o favoreggiamento alla prostituzione” e si attende la decisione sul suo rinvio a giudizio.

Lavitola, Gianpi e le bugie sul Cavaliere 
Nata a Napoli – dalle indagini dei pm Piscitelli, Woodcock e Curcio – l’inchiesta su Valter Lavitola è giunta a Bari per competenza territoriale. La procura di Bari, inizialmente contraria, ha dovuto chiedere l’arresto di Lavitola, nel frattempo latitante a Panama. Lavitola è accusato di aver indotto Tarantini a rendere dichiarazioni mendaci, dinanzi ai pm baresi che indagavano sulle escort, per tutelare Berlusconi. In origine, secondo l’impostazione della procura di Napoli, Lavitola era accusato – con Tarantini – di aver estorto a B. almeno 500mila euro. Il tribunale del Riesame di Napoli ha mutato il reato in induzione a rendere dichiarazioni mendaci, trasferendo il fascicolo a Bari, mentre, per la stessa vicenda, e con il reato di estorsione, s’indaga a Roma.

di Gianni Barbacetto, Michela Gargiulo, Vincenzo Iurillo, Marco Lillo, Antonella Mascali, Antonio Massari, Valeria Pacelli Ferruccio Sansa

venerdì 6 gennaio 2012

La vignetta di Vauro.


http://vauro.globalist.it/Detail_News_Display?ID=6005&typeb=0

Agli operai Fiat la tredicesima è di 270 euro. Al Senato c'è anche la sedicesima!



Insomma una casta nella casta.


Gli stenografi del Senato al massimo livello retributivo arrivano a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro. Quasi il doppio degli stessi senatori.
Questi signori incassano non solo la tredicesima, la quattordicesima e la quindicesima, ma anche la sedicesima.
Il regolamento sul personale del Senato, all'articolo 17 comma 3, quest'ultima la chiama ‘indennità compensativa di produttività’ ma di fatto equivale a una mensilità aggiuntiva rispetto alle quindici di cui si compone lo stipendio dei dipendenti di entrambi i rami del Parlamento. Insomma, oltre alle classiche tredicesima e quattordicesima riscosse a dicembre e a giugno, i lavoratori di Camera e Senato incassano la quindicesima, una mensilità il cui importo viene spalmato nelle buste paga di aprile e settembre, e la sedicesima.

La busta paga di dicembre di un operaio Fiat, cassintegrato a rotazione, reparto verniciatura: 270 euro di tredicesima.
Una sola parola: vergogna.


Piscicelli fa tremare Palazzo Chigi. “Adesso mi incazzo e racconto tutto”. - di Marco Lillo






Intervista esclusiva de Il Fatto Quotidiano al costruttore che rideva dopo il terremoto in Abruzzo e che ora ha deciso di collaborare con la magistratura che indaga sulla cosiddetta cricca. Dice. "Ho pagato un milione". Tra i vari beneficiari anche l'attuale sottosegretario Carlo Malinconico.


Francesco de Vito Piscicelli riassume così al Fatto la molla che lo ha spinto a collaborare con la Procura di Roma: “Quelli che andavano in vacanza gratis o che ho pagato sono tutti ai loro posti al ministero e alla presidenza del Consiglio. Io che lavoravo e pagavo per non avere rotture, sono trattato come se fossi il mostro. Mi braccano le troupe di Mediaset perché atterro sulla spiaggia per il vento? Ora mi incazzo e racconto tutto”.

I pm romani hanno fatto il punto con i Carabinieri del Ros. Piscicelli sarà risentito. Gli indagati sono cinque e tra questi ci sono il commissario dei mondiali di nuoto Claudio Rinaldi e il magistrato contabile Antonello Colosimo. Gli altri tre sono funzionari che hanno avuto un ruolo nel controllare i cantieri dei mondiali del nuoto. Piscicelli ha accetatto di parlare con il Fatto e finalmente fa nomi e cifre: “Ho pagato un milione di euro in contanti complessivamente ai funzionari più tanti favori e incarichi di lavoro. Mi hanno spennato come un pollo, capito? Altro che mostro. E ora mi minacciano anche”.

Piscicelli chi la minaccia?

Ho appena finito una lunga seduta per una denuncia con i carabinieri della caserma di Orbetello. Stamattina (ieri Ndr) sono uscito dal cancello della mia villa all’Argentario e ho trovato ad aspettarmi tre persone, tutte con la pistola che si vedeva sotto il maglione. Mi hanno minacciato pesantemente. È la seconda volta che succede. La prima volta era stato a piazza di Spagna, all’uscita da un ristorante. Ero da solo e anche allora ho denunciato tutto ai magistrati. Quel giorno mi hanno detto: ’stia attento a quello che fa’. Non sembravano delinquenti comuni ma persone di un certo livello. Non vogliono che parli con i pm.

Piscicelli perché all’improvviso ha deciso di colaborare?

A luglio mi sono presentato spontaneamente ai pm perché non sopportavo più questa situazione. Mi trattano come se fossi colpevole di chissà cosa. Solo per una telefonata maledetta nella quale mio cognato dice quella battuta da c…, sui terremotati scusi il termine e io non lo contraddico perché ero stanco nella notte. Ma io non ho mai lavorato a L’Aquila.

A dire il vero gli investigatori sostengono che era proprio lei a parlare. Comunque la sua immagine è rimasta inchiodata a quella telefonata. Ad altri è andata meglio. Carlo Malinconico, che ha fatto le vacanze a spese sue, è sottosegretario

Io non ho nulla contro Malinconico. Non ho mai lavorato con lui ma l’ho conosciuto e lo considero una bella persona. Ma le pare possibile che a mi fanno fuori da tutto, mi mettono in carcere e mi trattano come un mostro mentre lui invece è diventato sottosegretario alla presidenza del consiglio? A me sospendono la licenza di volo solo perché mi chiamo Piscicelli e non certo per l’atterraggio sulla spiaggia in pieno inverno con il vento forte, mentre a lui nessuno dice nulla. Ma si è accorto che ieri non c’era traccia in nessun articolo del nome di Malinconico mentre io, pure se collaboro con la Procura, sono sempre il mostro? Non sarà che c’entra il fatto che lui era presidente della federazione degli editori dei giornali e ora è alla Presidenza del consiglio?

Allora ce la racconti finalmente questa storia delle vacanze di Malinconico a Porto Ercole

Dunque un giorno mi chiama Angelo Balducci e mi invita a prendere un aperitivo nel centro di Roma. Io vado e lui mi dice: “Francesco mi devi prenotare due vacanze. La prima a Capri per due amici francesi, che però pagano loro e non ti devi preoccupare di altro che di prenotare. La seconda, invece all’hotel Pellicano di Porto Ercole, l’ospite è Carlo Malinconico, però in questo caso ti prego di anticipare tu la somma”.

Piscicelli ma lei è un ingegnere o un agente di viaggio? E poi che vuol dire anticipa tu?

Angelo Balducci era potentissimo allora. Sapeva che conoscevo bene Roberto Sciò, il padrone dell’hotel Pellicano e non potevo dire di no. Gli feci solo presente che una camera al Pellicano costa 1500 euro a notte. Così anticipai i soldi e ancora oggi aspetto che Balducci me li restituisca.

I Carabinieri del Ros di Firenze hanno accertato che lei ha pagato 9 mila e 800 euro, come da fattura alla sua società. Ma sostengono che lei avrebbe pagato ancora altre volte. Insomma quell’aperitivo con Balducci quanto le è costato? 

Sì è vero, un’altra volta Diego Anemone mi chiese di prenotare di nuovo pagando ma non mi sono fatto fregare e ho chiesto a Diego di anticiparmi i soldi. Ho pagato in contanti sì ma con i soldi suoi.

Ha chiesto i soldi indietro a Malinconico o a Balducci?

Ma scherza? Malinconico non mi aveva chiesto nulla. Quanto a Balducci, non è elegante fare una cosa del genere. In certi ambienti non si usa. Certamente speravo che Balducci me li restituisse ma non avrei mai osato chiederli. Mi costituirò parte civile nel processo e me li ridarà.

A chi ha dato i soldi?

Questo lo deve chiedere ai magistrati. Io noto che i funzionari che lavoravano con me sono ancora tutti lì. Per esempio Paolo Zini che dirigeva i lavori o il commissario Claudio Rinaldi. Un magistrato mi ha chiesto di mettergli a disposizione il mio autista per un anno. Il coordinatore per la sicurezza, Pierpaolo Gandola, voleva uno stipendio in nero di 2 mila e 500 euro al mese. Ma l ’ho pagato un mese solo e poi ho detto basta. Poi ho dato un incarico di progettazione spendendo 700 mila euro a un team all’interno del quale c’era il figlio della dottoressa Natalia Muzzatti, Fabio Frasca, perché era una funzionaria importante del ministero e mi chiese Angelo Balducci, tramite l’ingegnere Bentivoglio di aiutare il figlio.

Dichiarazioni tutte da verificare. Il magistrato contabile Antonello Colosimo che però ieri ha dichiarato “sono completamente estraneo”. Mentre Fabio Frasca replica: “Facevo parte di un team con altri due progettisti e mi occupavo della parte strutturale per tutte le gare a cui ha partecipato Piscicelli per i mondiali di nuoto, il compenso stabilito era di 80 mila euro”.

da Il Fatto Quotidiano del 6 gennaio 2012

giovedì 5 gennaio 2012

Giudice: "Le tasse arrivate per posta non sono valide"




Con una sentenza rivoluzionaria il giudice tributario dichiara giuridicamente inesistente una multa via raccomandata. Risultato: tutte le notifiche eseguite da Equitalia sarebbero nulle. E i consumatori preparano già una valanga di ricorsi.


Lancia in resta le associazioni di consumatori sono già partite all’attacco. Tra le mani un piccolo tesoro, carte che potrebbero fare la felicità di decine di contribuenti. 
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Si tratta infatti di una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria regionale della Lombardia che ha dichiarato «giuridicamente inesistente» una multa di 9mila euro perché «notificata solo dai dipendenti di Equitalia a mezzo posta». 
Tale modalità di notifica, infatti, se non effettuata da soggetti abilitati, secondo i giudici lombardi, non produce effetti nei confronti dei contribuenti (in pratica è come se la cartella, l’avviso di intimazione di pagamento o l’ipoteca non fossero mai stati notificati). Tutto ciò deriva da un attento esame delle norme che riguardano la notifica degli atti esattoriali in generale e di quella a mezzo posta in particolare.
La vicenda nasce da un ricorso presentato da un contribuente che dopo una verifica agli uffici dell’Esatri era venuto a conoscenza di dover pagare la bellezza di 9.153 euro relativa a Iva del 2003 comprensiva di sanzioni. Il contribuente sosteneva di non aver mai ricevuto la comunicazione, Equitalia con la ricevuta di ritorno alla mano diceva al contrario di aver spedito la raccomandata che era stata ritirata dal custode dello stabile sostenendo che «la notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento». Non così invece per la XXII Commissione Tributaria che, nella sentenza elenca, individuandoli in maniera tassativa, «gli unici soggetti legittimati alla notifica della cartella, ossia: gli ufficiali della riscossione, i messi comunali, gli agenti della polizia municipale altri soggetti sempre opportunamente autorizzati dal Concessionario», ma mai quest’ultimo «direttamente», a mezzo di propri dipendenti. Una sentenza che rimbalzata alle orecchie delle associazioni dei consumatori ha già riempito i siti web di «petizioni popolari» e minacce di class action. 
«Al di fuori dai casi previsti espressamente dalla legge, tutte le notifiche per posta sono da ritenersi inesistenti poiché effettuate da soggetti non appositamente abilitati, spiega l’avvocato Matteo Sances esperto di Diritto tributario e legale della Libera Associazione Consumatori Europei- Inutile dire che tale interpretazione della norma potrebbe portare ad effetti sorprendenti per i contribuenti “morosi”, in quanto non solo avrebbero la possibilità di contestare vecchie cartelle pervenute per posta ma, trattandosi di notifiche “giuridicamente inesistenti”, è come se le somme non fossero mai state richieste, con tutte le conseguenze derivanti da una eventuale prescrizione di vecchi crediti vantati dal Concessionario». Bocciato dalla Commissione Tributaria anche l’invito di Equitalia a una sanatoria. «La sanatoria si potrebbe fare per una atto nullo - spiegano i giudici - ma non per atti dichiarati giuridicamente inesistenti». In campo sono scese anche Sos Fisco e Cartellesattioriali.it due associazioni di consumatori che hanno proposto una petizione popolare. «Sappiamo di cittadini e imprese ridotte sul lastrico a seguito di fermi, ipoteche e pignoramenti portate avanti da Equitalia sulla base di cartelle esattoriali sconosciute - dicono - Per questo siamo impegnati in una battaglia di civiltà volta a sensibilizzare il ministero delle Finanze e il Parlamento affinché si comprenda la necessità di far allegare alle ipoteche e ai pignoramenti inviati da Equitalia almeno copia delle relate di notifica delle cartelle esattoriali per le quali si agisce, in modo da evitare almeno gli errori più grossolani».