giovedì 18 ottobre 2012

Reggio Emilia, Gruppo Marcegaglia in crisi. 260 operai rischiano il posto. - Annalisa Dall'Oca


Reggio Emilia, Gruppo Marcegaglia in crisi. 260 operai rischiano il posto


Problemi di liquidità, bilanci in perdita, riduzione dei turni di lavoro: l’azienda siderurgica valuta la dismissione delle emiliano romagnole Oto Mills e Oto Lift Trucks, della mantovana Oto Steel e della vicentina Oto Automation. La Fiom: "C'è preoccupazione, non ci raccontano tutta la verità e ci offrono solo la fregatura del salario d'ingresso".

Prima la disputa sul salario d’ingresso e poi la possibile cessione di quattro stabilimenti, due dei quali in provincia di Reggio Emilia. C’è di nuovo aria di tempesta, oltre che di crisi, all’interno del Gruppo Marcegaglia, tra la dirigenza del colosso siderurgico e le tute blu della Fiom, che hanno appreso, “leggendo un settimanale economico, l’intenzione, da parte dell’azienda, di avviare la cessione del ramo aziendale Engineering”.
Una vendita che l’azienda sta valutando, avviando un mandato esplorativo per sondare il mercato, e che potrebbe riguardare le emiliano romagnole Oto Millse Oto Lift Trucks, la mantovana Oto Steel e la vicentina Oto Automation. Più di 260 lavoratori coinvolti, tra interni e esterni, “che devono essere tutelati, ma di cui non conosciamo la sorte – spiega Mirco Rota, segretario generale Fiom Cgil Lombardia e responsabile sindacale dei rapporti con il gruppo Marcegaglia .– L’azienda non ci ha ancora fatto sapere nulla, né tanto meno ci ha informati a giugno, durante l’ultimo incontro sulla situazione produttiva degli stabilimenti, anzi avevano annunciato 50 nuove assunzioni. A questo punto, ovviamente, siamo preoccupati per le centinaia di persone coinvolte da questo progetto”.
Preoccupazione che, tuttavia, non ha ricevuto alcun riscontro. “Alle nostre continue richieste – ricorda Rota – inoltrate non appena siamo venuti a parte di questa intenzione, la dirigenza ha risposto convocando una riunione di appena cinque minuti con i lavoratori, durante la quale non ha assolutamente smentito la notizia, limitandosi a offrire qualche rassicurazione”.
Poche parole che non hanno saputo tranquillizzare nè gli operai, nè tantomeno la Fiom, che già da un anno a questa parte segnala a gran voce la crisi che il gigante dell’acciaio sta vivendo e che, inevitabilmente, “ricade sulle spalle dei lavoratori”. Problemi di liquidità, bilanci in perdita, riduzione dei turni di lavoro per gli operai di diversi stabilimenti, da Mantova a Ravenna. “Quello che abbiamo rilevato è un sensibile indebolimento industriale – racconta Rota – ma l’unica soluzione che l’azienda ci ha fornito è l’introduzione del salario d’ingresso. Un vero e proprio ricatto che, tra l’altro, invece di portare alle assunzioni promesse, all’ampliamento di alcuni stabilimenti, ha ridotto esclusivamente i diritti dei lavoratori”.
Nello stabilimento di Contino, a Mantova, per esempio, il salario d’ingresso per i nuovi dipendenti “che l’azienda ci ha imposto – chiarisce Rota – doveva, in cambio, garantire 20 assunzioni e l’allargamento dello stabilimento”. Ma le assunzioni sono state solo sei, e nell’incontro che si è svolto oggi, l’azienda ha chiesto di porre le basi per un accordo “che metta a casa in ferie i lavoratori, perchè i magazzini sono pieni e non si può continuare a produrre a ritmo normale”. Ma non solo. “Addirittura, ai lavoratori hanno detto che se non hanno più ferie, devono rimanere a casa comunque, recupereranno quando ci sarà lavoro”. Insomma, una cassa integrazione senza il ricorso agli ammortizzatori sociali finanziati dallo Stato. “Con i soldi dei lavoratori” tuona Rota.
Per questo, sulla cessione che negli uffici del Gruppo Marcegaglia è già nell’aria, le tute blu vogliono mettere le mani avanti. “Il 29 ottobre abbiamo un incontro con l’azienda per capire quali saranno le prospettive di tutto il gruppo – spiega la Fiom – ma a fronte di questa notizia è necessario, prima ancora dell’incontro di fine mese, che Marcegaglia dia un’informazione precisa alle organizzazioni sindacali rispetto al settore Engineering, perché gli elementi di preoccupazione sono parecchi ed è necessario che sia fatta chiarezza”.
L’amara pillola della riduzione di stipendio per i nuovi assunti nel gruppo, il salario d’ingresso appunto, del resto, non è ancora stata digerita dai sindacati. Tutt’altro. “La notizia della possibile cessione conferma di fatto che l’idea di introdurre il salario di ingresso da parte dell’azienda non risolve i problemi industriali e di mercato”.
A gettare acqua sul fuoco, però, ci pensa Enrico Giuliani, direttore generale del Gruppo Oto, che sulla questione chiarisce: “la vendita non è affatto assicurata”. Anche se l’intenzione c’è. Del resto è per questo che si avvia un mandato esplorativo. Un procedimento che serve a sondare il mercato, per capire quali realtà potrebbero essere interessate all’acquisto e a quale prezzo. Solitamente, il mandato esplorativo viene attuato dalle imprese in crisi che cercano di vendere, ma su questo punto Giuliani è chiarissimo: “non siamo in difficoltà – specifica – l’azienda è solida e non abbiamo necessariamente bisogno di vendere gli stabilimenti”. Se la cessione industriale ci sarà, “avverrà per portare un valore aggiunto alla nostra produzione”. E non risparmia una stoccata alle tute blu. “Non abbiamo informato i sindacati perchè non abbiamo ancora firmato nessun contratto, dunque, siccome non è insolito che altre realtà internazionali si interessino a noi, è capitato spesso in questi anni, non c’erano novità da comunicare”.
“Io credo – conclude Giuliani, a rassicurare i 260 operai interessati dalla possibile cessione – che se siamo stati additati a livello internazionale, se tanti partner e competitor sono interessati a noi, è per perseguire il made in Italy, garanzia di qualità nell’engineering e nella produzione, e non per smantellarlo”. 
E a rimetterci sono sempre i lavoratori, quelli che mettono le loro forza lavoro per portare avanti un'azienda.
I Marcegaglia di certo non ci rimettono nulla, anzi ci guadagnano, con i loro 17 conti segreti all'estero.

mercoledì 17 ottobre 2012

Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati.


Regali in cambio di prescrizioni di ormoni ai bambini, 67 medici indagati


I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto da 12 informatori scientifici della Sandoz somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore per equivalenti 500mila euro. Il prossimo passo è verificare se le prescrizioni hanno recato danno alla salute dei piccoli pazienti.

Regali in cambio di prescrizione di farmaci, nello specifico ormoni per la crescita destinati ai bimbi. Questo l’intreccio tra una azienda farmaceutica, la Sandoz, e 67 medici specialisti – soprattutto endocrinologi e nefrologi di strutture pubbliche e private – sparsi in tutta Italia, che sono finiti nella rete nei Nas. Circa 300 carabinieri del Nucleo operativo a tutela della salute e dei Comandi provinciali di 15 regioni stanno eseguendo in queste ore 77 perquisizioni a carico dei 67 medici indagati. 
I camici bianchi sono accusati di aver ricevuto, attraverso una organizzazione di informatori scientifici (12 persone) di una azienda farmaceutica somme di denaro, viaggi all’estero e oggetti di valore. L’indagine, condotta dal Nas di Bologna, è partita circa 2 anni fa ed è coordinata dalle Procure di Rimini e Busto Arsizio (Varese). Gli specialisti avrebbero intascato l’equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizione contestate. I reati ipotizzati sono quelli di truffa al Servizio sanitario nazionale, comparaggioassociazione a delinquere finalizzata alla corruzione e falso.
L’indagine ha portato alla scoperta dell’esistenza di una “collaudata organizzazione” che per incrementare le vendite di alcune tipologie di farmaci destinati ai bambini per curare i disturbi della crescita, dava o comunque prometteva somme di denaro, viaggi di piacere all’estero, oggetti di valore ed altro, a medici di strutture ospedaliere pubbliche e private, giustificandole con falsa documentazione, che indicava come il denaro fosse frutto di attività di consulenza, un contributo a congressi e seminari, o a viaggi per partecipare a meeting e seminari. 
“Non è la prima e, temo, non sarà l’ultima indagine di questo tipo – ha ammesso nel corso di una conferenza stampa il colonnello Antonio Diomeda, vicecomandante dei Nas – ma lo scenario che ne emerge stavolta è particolarmente allarmante. E’ un rapporto delittuoso e perverso quello che si era stabilito tra gli informatori scientifici e i medici, teso a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di somme di denaro (poi fatte passare per compensi di consulenze e studi, elargizioni ad associazioni onlus, rimborsi spese di congressi e convention, ndr), di viaggi in Italia e all’estero per i medici e i loro familiari e di oggetti quali gioielli e personal computer“.
Gli informatori scientifici sollecitavano i medici indagati ad aumentare le prescrizioni con l’inserimento in terapia di nuovi piccoli pazienti a cui venivano somministrati due tipi di farmaci innovativi a base di ormoni. I professionisti coinvolti sono specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria e in alcune circostanze non esitavano a chiedere somme superiori con i dirigenti dell’industria che si premuravano di incontrarli personalmente. Il prossimo passo per i Nas, ha spiegato il tenente colonnello Giovanni Capasso, “è quello di verificare se queste prescrizioni hanno in qualche modo recato danno alla salute dei bambini”.

Fiorito, Berlusconi sapeva. In una lettera la denuncia un mese prima del caso.- Marco Lillo


Fiorito, Berlusconi sapeva. In una lettera la denuncia un mese prima del caso


E' il 6 agosto quando il nuovo capogruppo Pdl in Regione Lazio, Francesco Battistoni, anticipa tutti gli abusi sui fondi in una lettera protocollata al Cavaliere, ad Alfano e a Verdini. La profezia: "Stabilità della giunta a rischio". Ma nessuno ha risposto fino all'inchiesta della magistratura.

Silvio Berlusconi sapeva tutto sui soldi rubati da Franco Fiorito al partito e non ha preso alcun provvedimento per più di un mese. Già il 6 agosto del 2012, quasi quaranta giorni prima dell’esplosione del caso, il capo del suo gruppo in consiglio regionale,Francesco Battistoni, scriveva al Cavaliere per segnalargli le spese pazze, i bonifici all’estero sui conti personali e i prelievi in contanti dai fondi del gruppo, alimentati con i soldi dei contribuenti. L’ex premier non era il solo a sapere. Anche il segretario del Pdl Angelino Alfano e il coordinatore, Denis Verdini, hanno ricevuto la lettera sulla razzia di soldi pubblici in seno al Pdl laziale. Eppure né il leader né il segretario né il coordinatore del Pdl hanno preso le opportune iniziative politiche e giudiziarie. Anzi. Dopo l’esplosione del caso Fiorito, il 20 settembre, sarà Battistoni a essere destituito da capogruppo.
Le lettere che il Fatto pubblica oggi sono state scritte e protocollate il 6 agosto 2012. Il 24 luglio il consigliere regionale viterbese in quota Forza Italia era riuscito a diventare presidente del gruppo scalzando il ciociaro aennino Fiorito. Appena insediato Battistoni prende in mano la contabilità bancaria scoprendo lo scenario inquietante che dilagherà sulle cronache solo molto tempo dopo. Il capogruppo non porta le carte in Procura ma scrive ai suoi capi: “Caro presidente”, è l’incipit preveggente che apre la lettera diretta a Berlusconi “sono costretto, con estremo dispiacere, a portarvi a conoscenza di una situazione che è talmente grave da poter minare, in maniera pesante, sia la stabilità della Regione Lazio che la credibilità del nostro partito (…) l’esame, ancorché superficiale della documentazione relativa ai conti correnti ha evidenziato una serie di ‘anomalie‘ tali che mi ha immediatamente indotto a nominare dei consulenti al fine di poter esaminare a fondo tali riscontri e consigliarmi sulle scelte consequenziali. Nel frattempo, nonostante i ripetuti solleciti, non sono ancora riuscito a ottenere alcuna documentazione e l’on. Fiorito, oltre a disertare le riunioni di gruppo, assume di essere stato defraudato e addirittura accusa colleghi, peraltro sulla stampa, di poca chiarezza sui conti! La situazione è sconfortante! Al contrario delle sue asserzioni, dai primi riscontri contabili emergono anomalie gravissime dovute a pagamenti ‘non in linea’ con le finalità istituzionali e politiche delle somme dallo stesso amministrate, come acquisti di autovetturesoggiorni lussuosi ingiustifìcabili, prelievi in contante, uso disinvolto di carte ricaricabili e da ultimo, ma non per ultimo, bonifìci personali su conti esteri”.
Battistoni denuncia l’uso dei fondi “non in linea” con le finalità pubbliche, ma descrive soprattutto i bonifici dal conto italiano del gruppo (con finalità pubbliche) al conto straniero (e privato) di Fiorito. In quella lettera protocollata e con tutta probabilità giunta a destinazione, Battistoni mette nero su bianco l’accusa che porterà Fiorito in carcere. Secondo i pm romani proprio lo spostamento dei fondi all’estero sui conti privati configurerebbe il reato di peculato. Il capogruppo in carica ha in mano la contabilità quando scrive con toni poco dubitativi: “Il riscontro che dovremo effettuare nei prossimi giorni potrà soltanto confermare, se non aggravare, gli indizi di una gestione poco chiara e illegittima dei detti fondi, tale da indurmi a prendere decisioni molto gravi nei confronti dello stesso on. Fiorito”. Battistoni chiede anche a Berlusconi di intervenire: “Credo non sia più tollerabile la presenza del collega nel nostro gruppo e nel partito (…) riservandomi comunque di illustrarVi, non appena possibile, le complete risultanze delle analisi dei miei consulenti”. Battistoni chiude con fiducia: “Certo di un Vostro immediato e concreto intervento, rimango in attesa per fornire tutti chiarimenti del caso”.
 Il 27 agosto il capogruppo scrive anche al collegio dei probiviri del Pdl, perché prenda provvedimenti contro Fiorito, segnalando anche la Bmw X5 acquistata in leasing con i soldi del partito. Per giorni non accade nulla poi il caso esplode. Non per merito dei leader del Pdl, bensì per l’esuberanza di Fiorito che accusa a sua volta Battistoni di spese allegre per viaggi e cene. Solo a quel punto arriva la denuncia del capogruppo contro Fiorito: a Viterbo per diffamazione, non a Roma per peculato. Pochi giorni dopo Battistoni, mai indagato, è costretto a dimettersi dal diktat della Polverini, poi travolta anche lei dallo scandalo. Di queste tre lettere non si è saputo mai nulla. Abbiamo provato a contattare Battistoni per chiedergli se Berlusconi, Alfano e Verdini le abbiano ricevute e quali provvedimenti abbiano adottato. Il consigliere, raggiunto tramite il figlio che risponde al suo telefonino, ha evitato di rispondere.

A Palermo arriva l’Ecobank: vaucher per la spesa, in cambio di spazzatura.


L'iniziativa del Comune operativa entro la fine dell'anno. In strada verranno installati dei contenitori in cui sarà possibile inserire bottiglie o lattine ricevendo un buono spesa.

PALERMO - Voucher per la spesa in cambio della spazzatura. E' questa la proposta che il Comune di Palermo lancia in città e che entro la fine dell'anno sarà operativa nel capoluogo. Una strategia adottata dall'assessore all'Ambiente Giuseppe Barbera che mira ad incentivare le cifre delle raccolta differenziata in città. Nella zona del centro e nei punti più commerciali sarà realizzata un'Ecobank. 

CONTENITORI - Lungo le strade verranno installati dei contenitori a prova di vandali qui sarà possibile inserire bottiglie in plastica o lattine in alluminio ricevendo un buono spesa. Un'iniziativa all'insegna della collaborazione con i cittadini e con i così detti centri commerciali naturali che mette in moto un circolo virtuoso: promuovere il commercio facendo un servizio al territorio. Un utile strumento che sostituirà il sistema della raccolta porta a porta in quei quartieri in cui il progetto ancora non è partito.

INCENDIO DI BELLOLAMPO - Al palo dopo l'incendio di Bellolampo il progetto Palermo Differenzia step 2: Mondello, Partanna, zona Addaura, Bandita e zona Uditore. Zone che presto dovrebbero essere raggiunte dal servizio come assicura l'assessore Barbera che prevede “entro la fine dell'anno” il coinvolgimento nel progetto di questi quartieri. Ad oggi nelle zone coperte dal progetto, ormai iniziato circa due anni fa, c'è una buona risposta da parte dei cittadini, che fa parlare di una percentuale di riscontro positivo che si aggira intorno al 60%.

DIFFERENZIATA - Non mancano però zone in cui la raccolta stenta a decollare sopratutto nei quartieri più periferici della città. Ed è qui che il Comune punta la sua attenzione per portare avanti delle “novità” in delle aree della città dove ancora si continua ad abbandonare la spazzatura in strada o dove seppur serviti dal porta a porta si preferisce per non differenziare buttare la spazzatura nella prima area cassonetti disponibile.

Auto blu a Papa, indagati 7 militari della Finanza: “Fate tutto quello che vi chiede”.


Il deputato che usa l'autoblu per portare i figli in piscina


Tra gli avvisi di garanzia spicca quello al generale Poletti, vicedirettore dell'Aisi. Le ipotesi di reato vanno dal peculato al falso. Le vetture di servizio erano utilizzate per accompagnare la moglie del parlamentare al mare, i figli in piscina o a giocare a calcetto o l'amica ucraina in giro per Ischia.

La procura di Napoli ha emesso sette avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti ufficiali dellaGuardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sulle auto delle Fiamme Gialle messe a disposizione del parlamentare del Pdl Alfonso Papa. I provvedimenti sono stati presi dal pm Henry John Woodcock e le ipotesi vanno dal peculato al falso ideologico e falso commesso da pubblico ufficiale.
Nell’inchiesta risultano indagati lo stesso Papa e la moglie Tiziana Rodà. Inviti a presentarsi sono stati emessi nei confronti degli ufficiali della Finanza che hanno ricevuto gli “avvisi”: Ernesto Mottola,Alfonso TucciniFernando CapezzutoPaolo Poletti e Giovanni Mainolfi. Sono indagati inoltre i sottufficiali Santolo Federico e Andrea Grimaldi. Al centro dell’inchiesta l’impiego di auto e uomini “per scopi privati e estranei a quelli di istituto ovvero espressione di attività istituzionale”. Il generale Poletti (all’epoca dei fatti colonnello) è l’ex capo di stato maggiore delle Fiamme gialle ed è l’attuale vicedirettore dell’Aisi, il servizio segreto che si occupa di sicurezza interna. ”Da oggi in poi fate tutto quello che vi chiede il dottor Papa” avrebbe detto il generale Poletti al brigadiere Grimaldi, uno dei due militari incaricati di accompagnare il parlamentare del Pdl, i suoi familiari e le sue amiche. Al momento di consegnare al brigadiere l’auto destinata a Papa, una Mercedes 320 SE, l’alto ufficiale gli avrebbe detto: “Vedi che macchinone? Questa macchina dimostra come il Corpo ci tiene per il dottor Papa. Cercate di farci fare bella figura e da oggi in poi fate tutto ciò che vi chiede il dottor Papa. State attenti e cercate di rigare dritto”.
I fatti al centro dell’indagine si riferiscono a un arco di tempo che va dal febbraio 2002 al febbraio 2011. Gli ufficiali indagati avrebbero disposto indebitamente il servizio di accompagnamento per Papa (magistrato in servizio fino al 2001 alla procura di Napoli, dal 2001 al 2008 distaccato al ministero della Giustizia e dal 2008 deputato eletto nelle liste del Pdl). E ciò “senza che ne avesse alcun titolo”, espletando inoltre “sovente e in modo non saltuario il servizio di accompagnamento di componenti della famiglia di Papa nonché delle amiche dello stesso, in luoghi e per fini esclusivamente privati”. Le indagini sono condotte dalle stesse Fiamme gialle.
Autovetture e militari della Finanza sono stati usati tra l’altro, secondo l’ipotesi di accusa, per accompagnare Papa e la sua famiglia alla casa al mare, in provincia di Latina, tra il 2005 e il 2008; per accompagnare la moglie del parlamentare, che è avvocato, a Roma e nei Tribunali in cui andava per motivi di lavoro, come Napoli e Santa Maria Capua Vetere (Caserta); per accompagnare i due figli della coppia a scuola, in piscina o a giocare a calcetto; per accompagnare Ludmyla Spornik, amica ucraina di Papa, a Ischia, in giro per Roma o all’aeroporto di Fiumicino. Gli itinerari e le date in cui le vetture e il personale della Guardia di Finanza sono stati messi a disposizione del parlamentare sono ricostruiti nell’invito a comparire notificato agli indagati.

martedì 16 ottobre 2012

Ecco di che cosa parla il nuovo premio nobel per l'economia Alvin Roth. - Sergio Di Cori Modigliani



Falsità, deliri narcisisti, faziosità, come necessaria premessa introduttiva nel presentare al pubblico italiano il pensiero del premio nobel per l’economia  2012, Alvin Roth.
Falsità, deliri narcisisti, faziosità: questo, attualmente, è lo stato dell’arte in questo cielo d’autunno italiano, in rete, su facebook, nel dibattito squallido della società civile italiana.
A differenza del 2011 quando, fondamentalmente, sui social networks c’era una spaccatura frontale tra i grandi sostenitori di Berlusconi & co. e i fieri oppositori democratici del cavaliere, oggi si è andati a finire nel buco culturale prodotto dalla TMM (Trappola Mediatica Montiana), laddove si alligna la mala pianta del pensiero unico omologato, che produce falsità, disinformazione e alterazione della realtà.  A quei tempi (era un anno fa ma sembra davvero un’altra epoca, e infatti lo era) lo schieramento di ambo le parti sembrava compatto al proprio interno, e un qualunque osservatore avrebbe addirittura potuto pensare che i partecipanti di entrambe le fazioni stessero usando delle argomentazioni razionali, logiche, ben strutturate. Da una parte avevamo coloro i quali un giorno sì e un giorno no spiegavano come l’Italia stesse andando a meraviglia, come non esistesse nessuna crisi, come non ci fosse alcun problema sociale e come il paese stesse crescendo alla grande con i conti a posto, un’economia lanciata verso il progresso, e una battaglia contro la criminalità organizzata che era stata vinta  (basterebbe citare tra questi Roberto Maroni e Giulio Tremonti, tanto per nominare i primi che mi sono venuti in mente, gli stessi che, oggi, sono alla guida trionfante della cosiddetta opposizione a Mario Monti e ogni giorno spiegano agli italiani, malati cronici di Alzheimer socio-politico.culturale, come stanno le cose e che cosa sia necessario fare per rimettere le cose a posto. Intendendo qui per “rimettere a posto”, l’attuazione di un apparente cambiamento epocale il cui fine consiste nel mantenere intatto lo status quo: gli stessi che hanno devastato e distrutto la nazione sono coloro che oggi si propongono come la nuova alternativa (campo dei moderati indignati) proprio perché sono i migliori garanti del non cambiamento.
Dall’altra parte, invece, nello schieramento opposto, la totale mancanza di idee mista a un livello inaudito di corruzione esistenziale, aveva ideato la strategia cibernetica del nemico satanizzato, per cui veniva giustificato ogni obbrobrio, qualsivoglia nefandezza, qualunque esempio privato di corruttela, ma soprattutto ogni privilegio derivante da rendita (sia finanziaria o politica o mediatica) a condizione che si dicesse sempre la frasetta magica “Berlusconi deve fare un passo indietro”, passepartout salvifico che avrebbe, magicamente, salvato la nazione, il paese, le esistenze individuali di ogni cittadino.
Poi si è verificato il miracolo tanto atteso.
Berlusconi ha fatto un passo indietro ed è venuta fuori la novità: Mario Monti.
Dopo un mesetto, preso atto che non soltanto non sarebbe cambiato nulla ma che la situazione sarebbe peggiorata inevitabilmente, allora il nemico satanizzato è diventato Mario Monti in coppia con Mario Draghi. In tal modo, l’intero campo della destra e dei moderati poteva godere di un impensabile salvacondotto verso la promozione sociale, politica e culturale, perché avevano la possibilità di far passare il discorso antagonista creando l’epica populista dell’identificazione in Monti come principale responsabile del dissesto italiota. Questo fatto, automaticamente – e in maniera subliminale perversa - consentiva ai responsabili della distruzione nazionale di potersi presentare come i nuovi antagonisti salvatori, mettendoli al riparo da qualunque tipo di recriminazione, dando quindi la stura a un totale consociativismo e a una totale falsificazione della realtà. (valga come esempio utile per tutti la scelta della Lega Nord di votare contro l’arresto dell’onorevole Cosentino, allo stesso tempo presentandolo ai propri gonzi votanti come esempio di lotta per i diritti civili, dato che il vero nemico era Mario Monti e l’Europa).
La cosiddetta opposizione si comportava nello stesso identico modo. Valga per tutti l’impossibilità di far cadere la Regione Lombardia per il rifiuto di Penati a dimettersi o la dichiarazione dell’esangue Fassina del PD dell’aprile 2012 “deve essere chiaro a tutti che la nostra posizione riguardo la politica di Mario Monti corre su un binario parallelo molto chiaro: appoggiamo in parlamento il governo, ma si tratta di un appoggio puramente tattico; strategicamente lo combattiamo e ci opponiamo”.
Questo stato di caos e confusione ha prodotto una specie di melma dove i codici si sono mescolati, dove il Senso è stato abolito, e dove è stato gonfiato, alimentato, e annaffiato il peggior aspetto dell’etnia italiana:  il tifo religioso.
L’euro non si tocca, aboliamo l’euro, salviamo le banche, fermiamo le banche, al rigore non c’è alternativa, al rigore c’è un’unica alternativa (la mia o quella del mio gruppo o setta di appartenenza), ecco i nomi dei veri poteri forti, i poteri forti non esistono, ecc.,ecc. La nuova particolarità di questa situazione (come avviene sempre nelle situazioni di “caos al basso” quando non esiste nessun programma culturalmente solido a livello strutturale) è stata quella di creare nuovi accorpamenti non più nel nome delle proprie idee, dei propri bisogni reali, delle autentiche esigenze di cambiamento, bensì di aggregati retorici di una nuova ideologia anti-ideologica, completamente priva di argomentazioni ponderate, sorretta da visioni apocalittiche di stampo complottista (a ciascuno il proprio Totem) sostenuta dalla cupola mediatica asservita che ha ben costruito la nuova religione italiota adatta ai tempi: il tecnicismo economico e la mercatizzazione dell’immaginario collettivo nazionale. E così, gli italiani – come collettivo- da furiosi sostenitori del Berlusca o validi moralisti che ne denunciavano gli squallidi festini, si sono trasformati nelle due uniche categorie socialmente accettabili: economisti e aspiranti economisti.
Il trionfo di Mario Monti.
Non è certo un caso che i due libri più importanti (regolarmente usciti, pubblicato da ottime case editrici, ben distribuiti e offerti a tutti) siano caduti nel totale silenzio collettivo.
La vera censura, oggi, consiste nel silenzio delle masse.
La vera censura, oggi, consiste nella mancanza di curiosità intellettuale.
I due libri, usciti entrambi nel tardo 2011, non a caso (il che li rendeva entrambi utilissimi strumenti) erano stati scritti da uno dei più grandi psichiatri italiani con almeno 40 anni di esperienza nell’affrontare il disagio psichico sociale collettivo (il settentrionale Prof. Vittorino Andreoli “Il danaro in testa” Rizzoli editore di Milano) e da un eccellente sociologo, competente esperto nell’analisi dei sistemi sociali complessi (il meridionale Prof. Franco Cassano “L’umiltà del male” Laterza editore di Bari). Due testi davvero utili, entrambi però con una terribile aggravante: non parlavano né di economia né di monete, né di spread né di sovranità, né di finanza né di teorie economiche salvavita. Parlavano dell’esistenza autentica, nostra.
Ma gli italiani se n’erano andati da un’altra parte: ad azzuffarsi con la bava alla bocca nel nome di teorie economiche, di teorie monetarie, di teorie finanziarie, di tecniche economiche, tecniche finanziarie, tecniche di mercato: il cavallo di battaglia dell’oligarchia finanziaria planetaria.
La massa ha pertanto assorbito il principio pubblicitario marketing di berlusconiana memoria e l’ha fatto proprio. Ormai Berlusconi e i suoi avevano vinto nell’immaginario collettivo inconscio (questo vuol dire avere il denaro in testa) e il Male, qui inteso come manipolazione subdola di coscienze fragili, perché troppo esposte per la mancanza di strumenti culturali, ha potuto con tranquillità incunearsi abbattendo ogni principio etico, ogni sbarramento culturale, ogni opposizione politica (questo vuol dire che il Male è sempre umile) trovando un humus fecondo nella nuova religione sociale del nostro tempo italiano. Con enorme soddisfazione della criminalità organizzata che vedeva finalmente spostato il pericoloso baricentro dalla lotta contro le mafie alla lotta contro “entità astratte multiformi” (la BCE, le banche, i colossi finanziari, i superpoteri, quelli dietro a, ecc.). La lotta contro entità astratte è una meraviglia da sempre auspicata dai  mafiosi. Loro temono la lotta contro i criminali in carne e ossa, la lotta contro associazioni criminali reali (magari una modesta srl.), la lotta contro gruppi criminali piccoli e anonimi e, ciò che temono più di ogni altra cosa in assoluto è la manifestazione che esiste lo Stato di Diritto e il rispetto della Legge: il loro unico nemico temuto.
E così, il montismo è diventato la prosecuzione del berlusconismo nella sua variante tecnocratica di obnubilamento delle coscienze, appiattendo una realtà che è stata trasformata nella clownerie attuale: la corrida degli economisti e l’affanno narcisista di chi li rincorre sventolando teorie economiche.
Nel nome di questa pappa si è costruito un nuovo fronte del pensiero unico omologato. Al posto dei glutei a go go della valletta di turno ben sostenuta dai politici sono venuti fuori economisti esperti nella vita delle persone. La gente, poveretta, ignara dell’andamento delle cose, è passata così dal gossip idiota e avvilente all’incorporazione del Sé come numero, aliquota, grafico in percentuale, incorporando poco a poco un’idea mercatista della vita basata sul principio religioso di totale asservimento acritico di questa o quella teoria economica. E la depressione sociale ha cominciato a dilagare perché il Numero ha sostituito l’Essenza Umana. La “teoria” ha sostituito la “narrativa esistenziale”. Casalinghe,  disoccupati, pensionati senza più ambizioni, giovani sbandati ai quali nessuno offre una bussola di riferimento autentico basata sulla comprensione psico-sociale dell’esistenza, manigoldi di varia razza, marpioni provinciali, furbi neolitici riciclati alla meno peggio come neo-profeti della nuova moda montiana, hanno messo in piedi questo autentico delirio che ha dilagato sul web in tutte le salse possibili e immaginabili.
Non esiste nessun paese d’occidente in cui gli economisti abbiano assunto un ruolo dominante nel dibattito così come è avvenuto in Italia. Seguendo le campagne elettorali in Olanda, Venezuela, Irlanda, Usa, nazioni molto diverse tra di loro, ho assistito a scontri, confronti, dibattiti, polemiche, zuffe, diatribe, legate tutti a temi (alcuni di natura locale) che si riferivano alla autentica posta in gioco: lo scontro sociale in atto tra le forze progressiste che mettono al centro del proprio programma “l’idea di Essere Umano” e le forze della conservazione oligarchica che mettono, invece, al centro del proprio programma “l’idea astratta” (che sia la Nazione, la Sovranità, il Debito Pubblico, la Moneta, il Popolo, la Teoria, è irrilevante; ciò che conta è spingere gli accorpamenti fuori dal contesto esistenziale degli individui). Gli italiani non parlano più di sé, usano ormai slogan religiosi che si rifanno a presupposte teorie economiche (e il sistema gongola), discutono di astrazioni giuridiche (e la criminalità organizzata gongola) e vivono di falsità nate sull’onda di esplosioni narcisiste. Siamo finiti dentro a un delirio pericoloso.
Ma c’è una novità.
E il ministro degli interni Anna Maria Cancellieri lo sa benissimo e ce lo ha pure detto.
E’ la persona (come essere umano) più attendibile e –per nostra fortuna- fra le più per bene dell’attuale governo in carica.
La novità consiste nel fatto che, finalmente, i militanti sbugiardano il direttivo.
I militanti della Lega Nord impongono con la forza ai propri dirigenti la linea del partito.
Il Falso degli ultimi due giorni consiste in ciò che la cupola mediatica asservita ha definito “la Lega Nord stacca la spina”. Non è vero. E’ Falso. E’ vero il contrario.
Le cose sono andate nel seguente modo: sei ore dopo l’avvenuto arresto dell’assessore alla casa della regione Lombardia, Roberto Maroni da bravo marpione al silicio ha capito subito che per lui era scattata la possibilità di sostituire Formigoni, in modo tale da poter proseguire in totale tranquillità “la gestione della regione Lombardia esattamente come prima”. Hanno convocato una riunione immediata tra Alfano, Berlusconi, Maroni, Formigoni che è durata cinque ore all’incirca, alla fine della quale hanno trovato un accordo totale. Formigoni, uomo politicamente abile, ha accettato diverse concessioni: ha capito il momentaccio. Finita la riunione, il management leghista se n’è ritornato a casa felice leccandosi i baffi all’idea della quantità di posti, aziende, appalti, sarebbero passate nelle loro mani nel nuovo governo. E qui si è verificato un fatto inatteso quanto importante. Ad eccezione di uno sparuto gruppo dei consueti cinici opportunisti, la base leghista ha dato la sua opinione. Migliaia e migliaia di e-mail, telefonate, sms, centinaia di fax hanno comunicato agli esterrefatti Maroni e Salvini che non volevano nessun accordo. Per tutta la notte deve essersi abbattuta sulla Lega Nord una gigantesca ondata di indignazione (la brava gente che ha votato per la Lega Nord pensando di essere rappresentata) al punto tale da costringere Maroni a dover comunicare alla Cancellieri ciò che stava accadendo, costringendola ad avvertire Monti e Berlusconi. Le fonti sono attendibili perché vengono dal basso, dal territorio leghista lombardo. Alle sei del mattino si era creata una situazione per cui un alto numero di persone aveva spiegato che si sarebbero presentate davanti alla Regione Lombardia e avrebbero occupato la sede del consiglio regionale. Alla fine, il management della Lega ha ceduto e all’alba hanno cambiato posizione in preda a uno stato di totale disperazione, perché la maggior parte di quei messaggi chiariva anche che non avrebbero mai più votato di nuovo per loro. E così, Matteo Salvini annuncia in pubblico, sorprendendo Formigoni (poche ore dopo l’accordo) che non c’è più nessun accordo, tradendo il patto sancito poche ore prima. Allo stesso tempo, chiedendo elezioni ad aprile per risparmiare 50 milioni di euro. Tre ore dopo la Cancellieri dichiara “tenendo presente l’attuale situazione devo affermare che siamo in una vera tangentopoli, anzi, è molto peggio di quella del 1992, per via della crisi”. Ma la Cancellieri sa benissimo che anche nel 1992 c’era la crisi, e se vogliamo fare i conti della spesa, la crisi economica italiana del 1992/1993 era almeno dieci volte peggio di quella di oggi. Basti pensare (dedicato agli amanti dell’economia finanziaria) che nel 1993 lo spread tra bpt italiani e tedeschi (oggi è intorno ai 360 punti) aveva raggiunto la cifra di 780 e l’Italia stava sull’orlo del default (ma nessuno lo diceva ufficialmente); ce lo ha spiegato dieci anni dopo, con precisione, dati, documenti e notizie, una fonte attendibilissima, il prof. Giuliano Amato, il quale veramente sa tutto perché lui fu chiamato a metterci una pezza immediata subito. Tra l’altro riuscendoci. Adesso vedremo come andrà a finire. Perché Formigoni si sente tradito (e ha ragione) e siccome è molto più forte di tutti, sa benissimo che se si va alle elezioni subito la Lega Nord perde tutto il proprio bacino elettorale e lui può rivincere, anche se si fa un partito da solo. Perché se Formigoni parla (cosa che non accadrà mai) non soltanto cade la Lombardia, ma crolla l’occidente, dato che la sua organizzazione, la memento domini, è stata diligentemente al servizio della famiglia Bush per tutto il periodo di inizio millennio, realizzando per conto terzi una serie di operazioni finanziarie di dubbia provenienza. Come è stato raccontato a suo tempo nel 2004 dal New York Times e in Italia dall’abile giornalista investigativo Gianni Barbacetto. Staremo a vedere come andrà a finire.
La vera notizia non è quella che ci hanno dato i media. La vera notizia è un’altra:, così descritta nel mio quotidiano politico surrealista: “La Lega Nord chiude l’accordo con Formigoni e il Celeste passa il bastone del comando. La base dei militanti insorge e minaccia la segreteria costringendo addirittura il prefetto ad intervenire. E così, Maroni e Salvini si arrendono all’evidenza ma chiedono tempo: hanno bisogno di almeno sei mesi per ricucire lo strappo con i loro elettori inferociti. Formigoni non ci sta. Vuole la rivincita. E la rivuole subito”.
Tra qualche giorno in Italia ci saranno i raduni della economy new age, quella che è diventata la religione mediatica dei social networks, la Modern Money Theory, denominata la MMT. Centinaia di bravi ragazzi, persone in buona fede, in cerca di una bussola, di un faro culturale, di una prospettiva esistenziale, andranno ad ascoltare la voce di chi offrirà loro ciò che viene presentato come “la teoria economica salvavite”. A spiegare il tutto ci sarà anche Warren Mosley. Chi è questo signor Mosley? Un minatore disoccupato delle Asturie? Un economista geniale? Un reduce della guerra dell’Iraq? Macchè. Si tratta di un vero e proprio sciacallo dei nostri tempi. Una persona che ha alle spalle 35 anni di attività come speculatore finanziario a Wall Street, che ha trascorso l’intera sua vita con l’ossessione di accatastare danaro, di ammassarlo, facendo anche fallire imprese, provocando licenziamenti, rovinando esistenze, animato soprattutto dalla sua bulimia di danaro. Attualmente è responsabile di uno dei più importanti “hedge fund investment” del mondo. Questo signore proviene dal mondo della finanza speculativa internazionale che sta distruggendo la vita sul pianeta e verrà in Italia a spiegare ai giovani la nuova religione del momento, cosiddetta “Teoria salva.vite” così definita dal neo-guru dell’economia (sezione aspiranti economisti) Paolo Barnard, record da guinness dei primati della  stampa internazionale: fino a quindici giorni fa ignorava che la Calabria fosse una regione in cui le istituzioni sono infiltrate e forse controllate dalla ‘ndrangheta.
Non c’è da stupirsi, quindi, se nelle pagine dei seguaci della nuova teoria religiosa economica, si siano versate poche parole sul prof. Alvin Roth.
Che è davvero tutta un’altra pasta.
Due giorni fa gli è stato attribuito il premio Nobel 2012 per l’economia, coronando la sua giusta e meritata ambizione (Warren Mosley ha come ambizione quella di entrare in joint venture con Goldman Sachs, ma per il momento ancora non ci è riuscito; ci ha provato qualche anno fa ma gli è andata male, ma questa è tutta un’altra storia).
Sono un progressista, caratterialmente ottimista, e padre di tre ragazzi.
Inevitabilmente sono portato a credere che tra 100 anni l’umanità starà molto ma molto meglio di adesso, magari dopo aver sofferto una gigantesca mattanza planetaria.
E, nei documenti storici di quell’epoca, nel 2112, qualunque sia il medium high tech che allora useranno, a differenza del 99% degli economisti attuali di cui non rimarrà memoria alcuna, a Roth verrà dedicato uno speciale e corposo capitolo.
Alvin Roth è giustamente considerato, attualmente, come il più grande rivoluzionario nel campo della teoria socio-economica della società. Le sue analisi, i suoi testi, i suoi corsi, i suoi libri, ma ciò che conta più di ogni altra cosa in assoluto, il suo curriculum vitae, sono una testimonianza palpabile della gigantesca differenza tra un rivoluzionario e un qualunque professore di teorie economiche. Ha diverse lauree e quella in economia non è la prima. Nasce come ingegnere, poi economista. Ma il suo obiettivo consiste nell’ideare “soluzioni per la gente, dispositivi applicativi dell’ingegneristica di insiemi, che consenta di costruire delle alternative valide, immediate, efficaci ed efficienti, per risolvere i problemi basici della popolazione urbana: l’abitazione, la socializzazione, l’istruzione, la sanità, al fine di modificare in meglio la qualità della propria esistenza”.
La sua svolta avviene quando incontra – teoricamente prima e poi anche nella vita vera- le analisi matematiche di un altro grande genio scienziato, il matematico John Nash (forse avrete visto il film “a beautiful mind” in cui si raccontava la sua storia di disagiato psichico, essendo lui un vero schizofrenico) e usando i modelli matematici messi a disposizione da Nash formula una nuova costruzione di “teoria dei giochi” basandosi sull’applicazione “anche di modelli altri, come ad esempio quelli dell’alta Cultura europea e della filosofia, basti per tutti l’indimenticabile testo dell’olandese  Huizinga”. Lui non si occupa di macroeconomia, bensì di microeconomia “perché lì si decide la vita degli individui e quindi è lì che bisogna operare, affrontare i problemi e risolverli: se sapete gestire una famiglia con successo di tutti i componenti, da lì sarà poi davvero facile estendere il modello a tutta la società fino alla vetta”!. Si occupa attivamente del territorio dove è cresciuto, il quartiere povero del Bronx, nello stato di New York, dove grazie alle sue consulenze risolve il problema dell’affidamento delle case popolari per conto del comune attraverso la costituzione di una “nuova formulazione di socialità economica basata sulla costituzione di forme di assemblearismo condominiale, attraverso l’ideazione di nuove forme minime di aggregazione socio-economiche per trasformare degli anonimi alveari in luoghi di ristoro psico-sociale per gli esseri umani che li abitano, creando delle zone di produzione di beni e servizi concentrici a circuito chiuso, che partono dal condominio e arrivano al condominio, sulla base dell’applicazione anche del concetto basico di bilancio sociale, in modo tale da far emergere nei componenti abitanti nel condominio l’idea base di comunità di singoli per l’insieme e non più entità anonime astratte e incomunicabili”.
Inventa anche un modello matematico che serve a pianificare nuovi modelli strategici nella gestione dei trapianti, molto attivo soprattutto nella sezione trapianti renali, che oggi, in Usa, portano il suo nome.
Al centro del modello economico da lui inventato c’è la coppia: “Mi sono chiesto: che cos’è che fa nascere la fedeltà nel rapporto tra un uomo e una donna all’interno di questa fortissima unità economico-.esistenziale-emotiva che è una coppia di esseri che decidono di convivere? Sarebbe possibile ricavarne un modello? Un parametro? Un punto di riferimento da applicare poi al sociale?”. E lo ha fatto.
Ma il punto principale della sua teoria consiste “nell’intervento per la modificazione del comportamento esistenziale” da cui la sua nomea di “inventore ed ideatore dell’economia esistenziale”.
Alvin Roth ha posto al centro dei suoi trentennali studi l’Essere Umano, con le sue contraddizioni, i suoi bisogni, i suoi desideri autentici. Si avvale e si è avvalso sempre della collaborazione di sociologi, filosofi, psichiatri, artisti, per elaborare dei modelli teorici che vengono poi sottoposti immediatamente a una prova sul campo. “L’economia non è una scienza esatta come la fisica o la matematica. Io non ho bisogno di alcuna prova per sapere che Isaac Newton o Galileo Galilei avevano ragione. Così come, se so leggere un’equazione, mi rendo conto che anche Einstein aveva ragione. Non ho bisogno di nessuna prova, di nessuna verifica. L’economia è diversa. Una teoria economica, per me, non ha alcun valore se non ho la possibilità di verificare nel sociale la sua esattezza concreta. Questa nozione rende l’economia una non-scienza. A meno che non si avvalga del principio teorico –che è ciò che io formulo- di una immediata verifica sul campo di ogni teoria, qualunque essa sia, per controllare, verificare e identificare il funzionamento nella prassi esistenziale. A me non interessa né è mai interessata la ricerca pura teorica accademica. Perché a me interessa la vita delle persone e valutare, sulla base dei miei studi e ricerche, come fare ad aiutarle per migliorare la qualità di vita delle loro esistenze”.
I suoi corsi accademici hanno una particolarità unica: quando lo studente finisce il corso, la sua vita è cambiata, nel senso letterale del termine. In California, il prof. Alvin Roth è un’icona vivente e non c’è stata alcuna sorpresa sul conferimento del nobel. E’ stata una semplice conferma.
“Ai miei studenti insegno modelli economici al fine di aiutarli a comprendere i meccanismi funzionanti  della società, sapere come funziona il meccanismo, per poi applicare le nuove nozioni alla propria esistenza, avendo sempre come fine la realizzazione delle proprie ambizioni, perché se non si realizzano i propri sogni nella propria vita non è possibile poi mettersi al servizio della collettività ed essere credibili. Chiedo sempre, all’inizio del corso, ai miei studenti: qual è il tuo sogno? E poco a poco vediamo di riuscire a costruire per ogni singolo studente un microcosmo economico per lui funzionale, psicologicamente adatto, ecologicamente sostenibile, perché la chiave sta nel costruire dei modelli individualmente sostenibili da persone diverse, mutuando la logica della teoria dei giochi, sia lineari che complessi. Il più antico e complesso sistema psico-economico mai inventato dalla specie umana sul pianeta, presente in tutte le culture, è il gioco di coppia. Ha funzionato. Grazie all’estensione di quel gioco è stata costruita la civiltà. Perché non costruirne sopra un  modello di economia sociale applicabile a ogni aspetto della vita?”
Se andate in rete, andate sul suo sito personale e andate a vedere la presentazione del corso universitario ai suoi studenti (una cinquantina di pagine) potrete avere un ottimo saggio e assaggio della sua teoria.
Il nobel al prof. Alvin Roth mi sembra davvero un’ottima notizia.
Senz’altro aiuterà Obama questa sera nel suo scontro con Romney, decisivo ai fini elettorali. E’ una mia personalissima connessione, intendiamoci, sorretta come sempre dall’ottimismo della volontà. Perché oggi, in tutti gli Usa si parlerà di lui e delle sue teorie e quindi di come l’economia debba essere messa sempre al servizio degli esseri umani e non gli esseri umani assoggettati a una teoria economica, come vuole Mario Monti e i neo-profeti della MMT, non a caso entrambi d’accordo sull’assunto dittatoriale di base “non esiste alternativa: o noi o il baratro”.
Quando il prof. Alvin Roth se ne andava in giro nel sociale a sperimentare e verificare nuove forme di alternativa esistenziale per gli umani, lo speculatore finanziario Warren Mosley era dentro Wall Street ad ammassare dollari nella finanza speculativa.
Per me, tutto ciò conta.
Perché, alla fine dei conti, la verità di ciò che noi diciamo e propaghiamo, risiede sempre nella unicità individuale delle scelte esistenziali che abbiamo fatto: dimmi come hai vissuto e ti dirò chi sei.
All’ingresso dell’università di Nanterre, a Parigi, nella facoltà di filosofia, nel maggio del 1968 c’era una gigantesca frase scritta sul muro laterale, che sintetizzava l’epoca:
“La cultura è come la marmellata, meno la si ha e più la si spalma”.
A me, la fetta di pane con la marmellata che oggi mi propongono, non piace affatto.
Preferisco le brioches.

Tangenti, indagato dirigente Cdo. Nel mirino delibera voluta da Formigoni.


Corruzione, indagati dirigenti Cdo Nel mirino delibera di Formigoni 

Perquisizioni a carico del presidente bergamasco della Compagnia delle opere Rossano Breno e dell'ex vicepresidente Luigi Brambilla. Al centro la vicenda che ha già portato in carcere l'ex assessore regionale lombardo Nicoli Cristiani: una discarica di amianto, sbloccata da un provvedimento proposto dal presidente.

La Guardia di finanza ha perquisito gli uffici di due società e quelli personali di Rossano Breno e Luigi Brambilla, rispettivamente presidente ed ex vicepresidente della Compagnia delle Opere di Bergamo. I due sono indagati per il reato di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul caso di Franco Nicoli Cristiani, il vicepresidente del Consiglio lombardo scarcerato a febbraio dopo 86 giorni a San Vittore, arrestato con l’accusa di corruzione. E l’attenzione degli investigatori si concentra su una discussa delibera proposta dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni
Secondo gli inquirenti, Nicoli Cristiani avrebbe intascato una tangente da 100mila euro dalle mani del funzionario Arpa Giuseppe Rotondaro, tramite dell’imprenditore Pier Luca Locatelli, per accelerare l’iter di trasformazione di una discarica nel cremonese e precisamente nella zona di Cappella Cantone. Per realizzare la discarica di amianto sarebbe stato necessario un atto della Regione Lombardia. Atto che il 20 aprile del 2011 sarebbe poi arrivato: si tratta di una delibera di Giunta proposta dal governatore Roberto Formigoni, la numero 1594, che autorizzava la trasformazione della cava di Cappella Cantone in un sito di stoccaggio dell’amianto. Questo nonostante l’opposizione della Provincia di Cremona e i diversi orientamenti della normativa regionale in materia ambientale. La delibera inoltre, in base ai primi accertamenti, non risulta pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione. 
Breno e Brambilla, scrivono i pm, si sarebbero mossi “affinché gli amministratori della Regione Lombardia, con cui erano in contatto, favorissero, con atti contrari ai doveri d’ufficio, gli interessi imprenditoriali di Pierluca Locatelli”. L’attività d’indagine sui due esponenti della Cdo, svolta su delega del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei sostituti procuratori Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, è legata al rilascio dell’autorizzazione regionale per l’apertura della discarica per lo stoccaggio dell’amianto. Gli indagati avrebbero utilizzato gli uffici delle proprie società “per stringere gli accordi criminosi con un imprenditore locale e per formare documentazione idonea a giustificare i pagamenti corruttivi”. Il ruolo della Compagnia delle opere nell’affare era già emerso nelle carte dell’arresto di Nicoli Cristiani
I due avrebbero chiesto come contropartita anche la realizzazione di una scuola di Comunione e liberazione che si trova in provincia di Bergamo. I lavori sarebbero stati realizzati gratis da Locatelli, il quale in un verbale di interrogatorio davanti ai pm, parla della cerimonia inaugurale della scuola, avvenuta alla presenza di autorità civili e religiose.