lunedì 11 marzo 2013

L'ex ministro Giulio Tremonti indagato per finanziamento illecito. - Domenico Lusi



L'accusa si riferisce ai 250mila euro di lavori di ristrutturazione pagati da Angelo Proietti, titolare della Edil Ars, tra il 2008 e il 2009 per l'appartamento in via Campo Marzio 24 a Roma dove abitava l'allora capo del dicastero dell'Economia.

Tremonti è indagato a Roma per finanziamento illecito insieme al suo ex consigliere Marco Milanese e ad Angelo Proietti, titolare della Edil Ars. La vicenda giudiziaria, al vaglio del pm Angelo Ielo, si riferisce ai 250mila euro di lavori di ristrutturazione pagati da Proietti tra il 2008 e il 2009 per l'appartamento in via Campo Marzio 24 a Roma dove abitava il ministro. 

La storia salta fuori nell'estate del 2011, nell'ambito dell'inchiesta di Napoli sulla P4. Si scopre che nell'appartamento, affittato da Milanese per 8.500 euro al mese dal Pio Sodalizio dei Piceni nel 2009, abita l'allora ministro dell'Economia. Che dichiara prima pubblicamente e poi ai pm di avere utilizzato l'abitazione come appoggio temporaneo, visto che nella casera romana della Gdf dove era solito dormire temeva di potere essere spiato. 

Tremonti lascia subito l'appartamento, ma le indagini vanno avanti. Se ne occupa, per competenza Roma. Che iscrive nel registro degli indagati Tremonti, Milanese e Proietti. L'imprenditore avrebbe pagato i lavori di ristrutturazione per ingraziarsi il ministro e alimentare il feeling che lo lega a Milanese: grazie a tale rapporto, secondo i pm, la Edil Ars di Proietti tra il 2002 e il 2010 si è guadagnata dalla Sogei (controllata di via XX settembre) appalti per ben 31 milioni. 

Dalle indagini è emerso che Tremonti in realtà ha abitato per 2 anni e mezzo nell'appartamento di via Campo Marzio. I vicini di casa hanno testimoniato che in quel periodo lo hanno visto entrare e uscire quotidianamente. E' inoltre emerso che Tremonti, prima di abbandonare l'appartamento dopo l'esplosione del caso sui giornali, aveva ordinato personalmente divani e libreria dal falegname. La storia sarebbe stata confermata, prima dello scorso Natale, anche da Milanese, in un interrogatorio davanti al pm Paolo Ielo.

Beppe Grillo al Pd: “Bersani rinunci come il Movimento 5 Stelle ai rimborsi elettorali”.



Contemporaneamente Roberta Lombardi, capogruppo in pectore alla Camera per il M5S, ha "escluso categoricamente" l'accordo sulla fiducia, avvertendo che "se c'è chi deciderà di farlo sarà fuori dal movimento".

Pier Luigi Bersani rinunci ai rimborsi elettorali. E’ l’appello fatto su twitter da Beppe Grillo, che ha chiesto al leader del Partito Democratico di non accettare i 48,8 milioni di euro dei rimborsi. Il capo del Movimento 5 Stelle ha pubblicato sul social network la foto di un documento per la rinuncia con l’invito a Bersani a sottoscriverlo. “Per facilitare il compito ho preparato il documento che Bersani può firmare per ufficializzare il rifiuto”, ha avvertito. “Bersani, firma qui! Meno parole e più fatti”.
“Il M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative”, ha precisato Grillo. “Le spese per la campagna elettorale sono state integralmente sostenute grazie ai contributi volontari raccolti e verranno comunque rendicontate, il mio auspicio è che tutte le forze politiche seguano il nostro esempio, in particolare il ‘pdmenoelle’ al quale spetta la quota più rilevante: oltre 45 milioni di euro (al Pdl ‘solo’ 38 milioni). Non è necessaria una legge, è sufficiente che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la volontà di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma”.
Sul finanziamento pubblico ai partiti è intervenuto nei giorni scorsi anche Matteo Renzi, proponendo di “rinunciare al rimborso immediatamente, da queste elezioni” e utilizzare questi soldi per “una risposta concreta all’emergenza abitativa”. Mentre il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, intervistato dall’Unità ha sottolineato che i rimborsi elettorali ai partiti ammontano allo 0,01 per cento della spesa pubblica, ovvero 91 milioni annui, precisando però che “non siamo qui a difendere un fortino e siamo quindi pronti a ragionare sul finanziamento”. Commentando la posizione del Movimento 5 Stelle, Misani ha detto che “avere rinunciato ai rimborsi è senza dubbio una scelta molto popolare, ma in realtà Grillo ha rinunciato a una cosa a cui non ha diritto. La legge a riguardo è molto chiara: accedono ai contributi pubblici solo le forze che si danno uno Statuto democratico e questo non è il caso del M5S.
Contemporaneamente Roberta Lombardi, capogruppo in pectore alla Camera per il M5S, ha “escluso categoricamente” l’accordo sulla fiducia, avvertendo che “se c’è chi deciderà di farlo sarà fuori dal movimento“, confermando la posizione tenuta ieri alla conferenza stampa che si è svolta al termine della riunione degli eletti all’Eur. I capigruppo del M5S Vito Crimi e Roberta Lombardi avevano infatti ribadito con chiarezza che “l’unico governo che siamo pronti a sostenere è quello del Movimento 5 Stelle”, promettendo tagli agli stipendi e altre “sforbiciate” che tocchino le indennità spettanti ai parlamentari.
Lombardi ha però assicurato oggi che il Movimento 5 Stelle è aperto a un dialogo con il Pd purché sia alla luce del sole. “Se il dialogo è in trasparenza, assolutamente sì”, ha detto ai cronisti che a Montecitorio le chiedevano se il Movimento sia disponibile a un confronto istituzionale con il Pd. “Non vedo perché non dovremmo ascoltare”, ha insistito, “ma no ad accordi del tipo ‘tu mi dai una poltrona io ti do un sottosegretario’. Per il resto, se loro lo vogliono per noi non c’è problema. Diremo cosa ci aspettiamo come prima forza politica della Camera. Spetta a loro dare un senso al voto degli italiani”.
Il capogruppo in pectore alla Camera per il M5S ha poi definito un “gesto di straordinaria ricchezza per il Movimento” le dichiarazioni di Grillo e Gianroberto Casaleggio, che hanno minacciato il passo indietro dal Movimento se mai si dovesse cedere ad accordi con altre forze politiche. “Ho visto un gesto di straordinaria ricchezza”, ha detto, che prova come il leader e il guru del M5S ”non siano deus ex machina ma due persone della rete come noi”. Per Lombardi, “Grillo e Casaleggio hanno dato tanto al Movimento e noi siamo ben contenti che siano con noi”. Ma le posizioni espresse in questi giorni dai due comprovano che “il Movimento ha una sua vita, siamo in rete ma liberi cittadini”.

Vogliamo ricordarli così.


Foto: I parlamentari Pdl "occupano" il palazzo di giustizia di Milano per protestare contro i processi su Berlusconi. Guarda le immagini: http://bit.ly/ZzSNXA

Vogliamo ricordarli così: tirati a lucido in pose plastiche (esempio unico fra tutti, la Santanchè!). Trattasi di razza in via di estinzione, appartenente alla specie "lecchinis proprium interessum", che di rado si può trovare nei pressi di qualche tribunale a sbraitare rumori incomprensibili di cui stiamo per fortuna perdendo il significato.

Massimiliano Sapienza

Questa è la politica che vogliamo!



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Il Pdl contro la Magistratura.




Sfilano in corteo contro il Tribunale di Milano per difendere un pregiudicato ...
Sono loro la nostra vera vergogna!!!

Facebook sempre piu' "giornale personalizzato", ecco il new look.



(AGI) - Menlo Park (California), 11 mar. - Facebook cambia look con una 'rivoluzione' principalmente nella sezione notizie (news feed). Le foto, che rappresentano oltre il 50% del materiale condiviso dagli utenti, diventano protagoniste del social network, assieme alla musica che avra' una sezione dedicata. Si tratta della piu' radicale trasformazione di Facebook dal 2006, quando fu introdotto il news feed. Mark Zuckerberg ha spiegato che il social network diventera' un "giornale personalizzato" con diverse sezioni da esplorare, orientate soprattutto su immagini e video. Il restyling consentira' di organizzare meglio le 'notizie' pubblicate e di dividerle per area di interesse. Piu' curata anche la parte 'mobile' per tablet e smartphone: da ora in poi ci sara' un unico layout.

http://www.agi.it/estero/notizie/201303111459-est-rt10224-facebook_sempre_piu_giornale_personalizzato_ecco_il_new_look

Caso De Gregorio, la procura chiede il giudizio immediato per Berlusconi. - Guido Ruotolo


L’ex premier è accusato di aver versato al senatore tre milioni di euro per far cadere il governo.

Processo immediato. Silvio Berlusconi deve essere processato subito, per corruzione. Lo ha deciso la procura di Napoli che ha annunciato la richiesta all’ufficio del Gip. E con lui sul banco degli imputati Valter Lavitola e da venerdì prossimo l’ex senatore Sergio De Gregorio.  

Operazione libertà, l’aveva chiamata l’allora leader dell’opposizione. Siamo nel 2006 e al governo c’è Romano Prodi. Berlusconi dà il via alla campagna acquisti di parlamentari. Sergio De Gregorio confessa che fu comprato tre milioni di euro, uno ufficiale, due al nero. Ai tre indagati era stato contestato anche il reato di finanziamento illecito ai partiti, accusa per ora accantonata. 

Nei confronti di De Gregorio resta ancora aperta l’indagine relativa a presunti rapporti con la camorra. 
Gli atti sono stati trasmessi poco fa all’ufficio del giudice per le indagini preliminari che dovrà procedere all’assegnazione del fascicolo. 

L’inchiesta è coordinata dai procuratori aggiunti Federico Cafiero de Raho e Francesco Greco e svolta dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, i sostituti della Dda, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio e il sostituto della Dna, Francesco Curcio.  

http://www.lastampa.it/2013/03/11/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/caso-de-gregorio-la-procura-chiede-il-giudizio-immediato-per-berlusconi-4tLuTMF61mkRX58rsCpJZP/pagina.html

Berlusconi non aveva riflettuto sul fatto che chi si vende una prima volta, lo fa anche in seguito, ogni qualvolta gli si presenta l'occasione. 
Chi la fa l'aspetti.