venerdì 20 settembre 2013

Tu puoi dire frocio? - Rita Pani.

A sinistra i cittadini normali, a destra i cittadini diversamente normali con cariche politiche o istituzionali.

Ho molto rispetto per tutti i miei amici di diverso orientamento sessuale, quindi a mo’ di premessa vi esorto a non dire “ho ‘n zacco di amichi gay”; è l’anticamera dell’animo razzista.
Esultiamo! Abbiamo in discussione una legge – severa – contro l’omofobia. Una legge all’italiana.
In sintesi, e senza cavillose spiegazioni, funzionerà così:
“A tutti i cittadini normali, sarà fatto divieto di dare del frocio a chicchessia.”
Clap! Clap! Clap! “ I cittadini diversamente normali, ricoprenti ruoli politici, di livello o istituzionali, potranno invece continuare a dar del culattone, frocio, recchia, caghino a loro discrezione, in quanto negando loro questo diritto, si potrebbe ledere il sacrosanto diritto all’opinione e alla libertà di parola.
Spelliamoci le mani in un applauso: Clap! Clap! Clap!
Chiedo scusa, e lo faccio veramente, per aver scritto così con amara ironia, ma è tale lo sconforto, l’umiliazione e la vergogna di far parte di questo paesetto derelitto, che non avrei potuto scriverlo diversamente.
Mai! Mai una volta, che si faccia a meno di marcare il solco che divide il popolo dal potere. Mai una volta che si operi per cancellare la disparità che ci ingabbia, prigionieri di questo tempo maledetto.
Provate  pensare a un raduno leghista, a quel sacco di merda di borghezio, o bossi, o calderoli le cui uniche locuzioni comprensibili, durante uno dei loro “comizi” sono negher e culattone. Provate a pensare a quella cosa pietosa di giovanardi, a tutti coloro che negli anni si sono distinti per aver dato a Rosy Bindi dell’ “uomo”. Provate a pensare che ne sarebbe stato di questo fior fiore di statisti, se anche l’Italia si fosse svegliata di buon mattino con una parvenza di civiltà. Sarebbe stato un disastro, il neo-politichese sarebbe stato tutto da riscrivere.
Siamo ormai senza vergogna.
Questa è la legge che ci meritiamo tutti, per aver fatto sì che tutte le questioni venissero raggruppate in una soltanto: la questione morale.
Ridicoli ormai, fino alla fine.

Rita Pani (APOLIDE)

Vietato. - Pietro Spanò



Ciao Cettina!
Mi chiamo Pietro Spano' e sono un cantautore poco conosciuto. Oggi e' difficilissimo proporre delle "idee" e la rete, al momento, e' l'unico mezzo attraverso il quale diffondere la musica d'autore. Per questo motivo ti invito ad ascoltare il live del brano "VIETATO" tratto dal mio nuovo lavoro discografico"IL TERRIBILE SUONO DEL SILENZIO". Un caro saluto!

Innegabile logica.



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Vittoria M5S: ritirato l'emendamento Pd che stanziava 1 milione di euro in più ai partiti.

Vittoria! Il Movimento 5 Stelle è riuscito a far ritirare l'emendamento Marcucci (Pd) che stanziava 1 milione di euro all'anno per la "conservazione e informatizzazione degli archivi dei partiti". Il Movimento 5 Stelle con una serie d'interventi e controproposte ha spiazzato i partiti. Abbiamo proposto con un sub-emendamento a firma Fabrizio Bocchino di stanziare 1 milione di euro a musei, biblioteche, archivi di Stato e storici. I vari rappresentanti del Movimento 5 Stelle da Nicola Morra a Vito Crimi passando per Stefano Lucidi, Fabrizio Bocchino , Sergio Puglia, Barbara Lezzi hanno ricordato in aula come la cultura non è dei partiti e la memoria storica si conserva negli Archivi di Stato. Da lì l' invito i partiti a consegnare gratuitamente la loro documentazione storica negli Archivi di Stato e Istituti Storici.
A fronte dell'opposizione di gran parte dell'Aula, il relatore Marcucci (Pd) ha ritirato l'emendamento pro-partiti. Con questa mossa ha evitato la bocciatura della sua proposta e l' approvazione in aula del subemendamento del Movimento 5 Stelle che stanziava piu' fondi a musei, biblioteche, archivi di Stato. Il solito Pdmenoelle.
Il m5s è l'unico a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

giovedì 19 settembre 2013


1 kg di cosce di pollo e sottocosce

pepe nero quanto basta (facoltativo.. io non uso)

sale qb

1 tazza (tè) di olio

1 kg di quiabo lavati, asciugati e tagliati su asciugamani di carta a fettine sottili

il trucco perché non diventino pastosi, é spremere qualche goccia di limone dopo averli 

lavati e posti ad asciugare, é una reazione strana ma se sono maltrattati nel processo di

 pulitura oppure ancora umidi quando tagliati e aggiunti al soffritto o alla ricetta, rilasciano 

una sostanza tipo gommosa che non é bella visivamente.

6 spicchi d'aglio frullati in un frullatore
*
2 tazze (tè) di acqua

2 cucchiai (cucchiai) prezzemolo tritato

2 cucchiai (cucchiai) erba cipollina tritata

preparare

Pollo Condire con pepe e sale. Riserva. (io uso limone, rosmarino e sale)

In una pentola, portare l'olio per riscaldare

Friggere i pezzi di pollo fino a doratura (io aggiungo l'aglio porro tagliato a rotelle e poi a 

mezza luna, e un pochino di vino di preferenza rosso secco)

Togliere il pollo dalla padella e mettere da parte

Nella stessa padella del pollo fritto, ora soffriggere a fuoco vivo il quiabo tagliato al momento

a rotelle (essendo sicuri che sia ben asciutto, anche dalle gocce di limone) metre il fuoco é 

basso per circa 10 minuti.

Aggiungere il pollo al quiabo. Tenere la fiamma bassa e aggiungere gradualmente l'acqua 

quanto basta. Cuocere per circa 30 minuti.

Aggiungere il prezzemolo, l'erba cipollina.


Ricetta di Francesco De Agazio



Inciucio ventennale: ecco le carte segrete sull'ineleggibilità di B.

berlusconi-ineleggibile.jpg
Sono rimaste nascoste per vent 'anni negli archivi della Camera dei Deputati. E testimoniano l'osceno accordo grazie al quale la "sinistra" e Silvio Berlusconi hanno trescato sulla pelle degli italiani. Il problema dell'inadeguatezza dell'omino di Arcore a ricoprire cariche pubbliche non è stato scoperto dai primi di agosto, quando la Cassazione ha messo il bollo definitivo a uno dei suoi numerosi procedimenti penali. A partire dalla sua "discesa in campo" il suo nome è apparso negli elenchi sottoposti alla giunta per le elezioni che giudica l'incandidabilità di un parlamentare eletto.
Correva l'anno 1994 e Berlusconi era appena stato eletto. Sorgeva un problema: il deputato (e presidente del Consiglio) Silvio Berlusconi aveva nelle sue mani le tre principali reti televisive dell'emittenza privata italiana che godono di concessioni pubbliche - le frequenze Tv - pagando tra l'altro al fisco una cifra risibile. Quelle stesse tv che gli avevano spianato la strada per Palazzo Chigi potevano farlo cadere dalla poltrona visto che la legge dispone l'ineleggibilità di titolari di concessioni pubbliche. La Camera dei deputati avrebbe dovuto far rispettare la legge. E invece manco per sogno.
A sollevare il conflitto all'inizio non furono nemmeno i deputati dell'opposizione ma tre semplici cittadini. Furono presi per pazzi. Fu quella la prima volta che per Berlusconi la legge italiana (la 361 del '57)non valeva. Perché? Semplice, a giudizio della Giunta delle elezioni quella norma andava applicata "ad personam", termine che gli italiani impereranno a conoscere bene negli anni a seguire. E siccome sostiene che è ineleggibile colui che "in proprio" abbia "concessioni o autorizzazioni amministrative" ecco trovata la foglia di fico dietro la quale nascondere l'inciucio ventennale. La farsa veniva ripetuta all'indomani di ogni elezione. La giunta si riuniva e tutto finiva sempre nello stesso modo: destra e sinistra se ne fottevano della legge salvando l'impero Mediaset e la carriera politica del loro capo. E per non farsi scoprire occultavano ai cittadini le carte, con il logo della Camera dei Deputati, che attestavano l'accordo. Perché sono state secretate tutto questo tempo? Possibile che nessuno le abbia mai volute tirare fuori? Lo ha fatto il M5S: Eccole qui da scaricare. Tenetevi forte, è tutto vero.
Anno 1994, maggioranza di centrodestra. A coordinare i lavori del Comitato per l'ineleggibilità e le incompatibilità è Elio Vito, allora vicecapogruppo alla Camera, diventerà presidente del gruppo e ministro per i Rapporti col Parlamento, prima con Forza Italia poi col Pdl, per un totale di sei legislature. Illustra i ricorsi di tre cittadini "sottolineando che il Comitato medesimo all'unanimità ha convenuto sull'infondatezza dei ricorsi medesimi". Punto. La seduta termina alle 16, in tempo per fare merenda.
Anno 1996, maggioranza di centrosinistra. Viene richiamata la (mini) sessione della legislatura precedente. L'organo "ha convenuto a maggioranza sui principi richiamati ed ha quindi preso atto dell'insussistenza di ipotesi dell'ineleggibilità". Risultato? "Archiviazione per manifesta infondatezza dei reclami presentati l'eleggibilità dei deputati Berlusconi, Berruti, Dell'Utri, Martusciello, Previti e Sgarbi".
Anno 2002, maggioranza di centrodestra. Il presidente è Antonello
Soro, centrosinistra. . Sempre lo stesso film: "non sono consentite interpretazioni estensive e che l'espressione 'in proprio', di cui alla norma di legge, non si riferisce al fenomeno delle società e non può essere richiamato nei casi di partecipazioni azionarie indirette. Berlusconi salvo all'unanimità.
Anno 2006, maggioranza di centrosinistra. Lavori coordinati da Gianfranco Burchiellaro (Ulivo). Ancora una volta c'è un esposto contro Berlusconi. Sul verbale è inciso il copia-incolla dei precedenti. E quindi "il comitato ha pertanto convenuto sull'opportunità di ribadire il consolidato orientamento (...) proponendo alla Giunta di confermare il giudizio espresso sulla questione nelle tre precedenti legislature". Non sia mai. Concludendo con "l'eleggibilità del deputato Silvio Berlusconi, archiviando per infondatezza l'esposto presentato".

Il videomessaggio di Berlusconi. Pinuccio chiama e suggerisce.