sabato 25 gennaio 2014

Antonio Mastrapasqua: il presidente Inps indagato per rimborsi e cartelle.

ANTONIO MASTRAPASQUA INDAGATO OSPEDALE ISRAELITICO
Antonio Mastrapasqua è indagato dalla procura di Roma per una storia di cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’ospedale Israelita, di cui è direttore generale. Si parla, scrive Repubblica di oggi in un articolo a firma di Fabio Tonacci e Francesco Viviano, di 85 milioni di euro “sotto inchiesta”, di cui 14 sarebbero non dovuti. Spiega il quotidiano sul caso che coinvolge il presidente dell’Inps:
"L’indagine è delicatissima. Si basa sulla denuncia del Nas di Roma, datata 16 settembre 2013 e consegnata in procura, nella quale si ricostruisce la maxi truffa ai danni dello Stato. E dunque, migliaia di semplici interventi svolti negli ambulatori del reparto di odontoiatria dell’Ospedale Israelitico tra il 2006 e il 2009 si sono trasformati in «operazioni invasive e con notevole carico assistenziale effettuate in ortopedia». In totale sono state contate 12.164 schede di dimissione falsificate. Ad esempio le estrazioni dei denti sono state classificate in qualche caso come costosissime plastiche gengivali con innesto di osso. In che modo? «Raggirando il sistema di controllo informatico — scrivono gli investigatori — inserendo codici diversi da quelli riportati nelle cartelle cliniche». C’è un “movente”, naturalmente. La clinica non risulta accreditata col Servizio sanitario per odontoiatria, quindi non può esigere il rimborso delle prestazioni ambulatoriali erogate in quel reparto. Lo può fare invece per ortopedia. Con questo trucco, ha chiesto alla Regione Lazio 13,8 milioni di euro."
CHI E’ ANTONIO MASTRAPASQUA, PRESIDENTE DELL’INPS INDAGATO – Antonio Mastrapasqua, 56 anni, ricopre una ventina di incarichi. Oltre a essere presidente dell’Inps e vicepresidente di Equitalia, è presidente del fondo immobiliare Idea Fimit Sgr, ha ruoli nei collegi sindacali di Autostrade per l’Italia, Aeroporti di Roma, Eur Congressi Roma srl, Coni Servizi e altri enti, è direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma e direttore della Casa di Riposo ebraica. In un vecchio articolo del Fatto si elencavano tutti i suoi molteplici incarichi:
Mastrapasqua, per arrivare dove è arrivato, secondo il Fatto ha sfruttato la sua amicizia con Gianni Letta.
E’ il potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio che proietta lo sconosciuto commercialista nel consiglio d’amministrazione dell’Inps, nel 2004. Ed è ancora lui a imporlo come vicepresidente di Equitalia al momento della nascita della società, di cui Inps è azionista al 49 per cento: in quel posto doveva andare naturalmente l’allora presidente dell’Inps, Gian Paolo Sassi, che ricevette il diktat da Palazzo Chigi: fai strada a Mastrapasqua. Poco dopo, infatti il povero Sassi, messo all’Inps dall’allora ministro del Lavoro Roberto Maroni, in un momento in cui il governo non sapeva bene chi metterci, fu fatto fuori.
E scoccò l’ora di Mastrapasqua, nominato nel 2008 dal governo Letta- Berlusconi appena tornato al potere: prima commissario (ma mai si capì per quale ragione l’Inps fu commissariato), poi presidente di se stesso.
Da quel giorno l’ascesa del commercialista è stata inarrestabile. Dicono che si sia fatto molti amici anche a sinistra, grazie alla sapiente distribuzione di poltrone, che dal vertice dell’Inps può fare ad ampio spettro. OTTIME all’uopo le presidenze delle Equitalia regionali, che spartisce con il numero uno di Equitalia, Attilio Befera, altro suo amico per la pelle. Ma anche la presidenza di Idea Fimit è utile, visto che è la più grande società immobiliare italiana, quella che ha venduto all’onorevole Pdl Riccardo Conti per 26 milioni il palazzo che l’astuto ha rivenduto poche ore dopo alla cassa previdenziale degli psicologi per 44 milioni.

Gli avevano dato un mese. Dopo 7 anni, è vivo grazie al LIMONE. Perché ci nascondono i suoi benefici?

limoni
ATTENZIONE: Abbiamo trovato questo articolo molto interessante nel web e ci è sembrato doveroso proporvelo. Non abbiamo ancora avuto modo di verificarne il contenuto, ma lo faremo e Vi terremo aggiornati. Comunque sono tante, tantissime le voci (anche autorevoli) che sostengono le virtù del limone come toccasana per innumerevoli malanni. CI INFORMEREMO E VI TERREMO AGGIORNATI.
Tre medici e un cardiochirurgo mi avevano dato un mese di vita. Sono passati sette anni. Sono vivo grazie al LIMONE. Ho preso per sei mesi antibiotici per curare una cistite. Mi ha curato il LIMONE.
Dopo sei mesi di una cistite devastante, dove a ogni antibiogramma risultava la morte di un batterio ma la vita di altri cinque o sei, dopo aver preso tutti gli antibiotici possibili e immaginabili, senza contare le visite specialistiche fino ad arrivare a un luminare di urologia, in preda alla più cupa disperazione e a bruciori da incubo, ho deciso di provare la “cura” di un amico dietologo, nutrizionista e gastroenterologo. Non gli credevo, ammetto. Non gli ho proprio dato credito convinta che – parliamo di quasi vent’anni fa – solo la medicina “ufficiale” avesse la risposta.
Quando poi arrivi “alla frutta”, in questo caso di nome e di fatto, ti arrendi e provi anche i rimedi…cui non credi. Tanto per non aver rimpianti.
Una spremuta di tre limoni succosi, seguiti da tre bicchieri d’acqua la sera prima di andare a dormire, con l’ordine tassativo di “tener duro” fino al mattino seguente. Convinzione, zero. Disperazione, diecimila. Immaginate la sorpresa quando, dopo solo qualche giorno, non sentivo più bruciore, il sanguinamento era scomparso, e all’ennesimo antibiogramma i valori erano perfetti?
Ma se il limone è riuscito a curare un disturbo come la cistite, forse possiede altre doti nascoste?
Comincia così, una ricerca lunga e laboriosa. Sapete che ricerche diverse hanno dimostrato che Il limone è in grado di uccidere le cellule tumorali, dimostrando un’efficacia 10.000 volte più forte della chemioterapia? Poi t’imbatti nelle dichiarazioni rilasciate a Ok Salute – di cui è garante scientifico – da Umberto Veronesi: “Una bella limonata fa da scudo contro il cancro. La ricerca ha evidenziato per questo frutto un ruolo speciale nella prevenzione, sebbene nessun alimento da solo possa essere uno scudo efficace se non è inserito in una dieta e in uno stile di vita salutare. Nei limoni ci sono molecole con notevoli proprietà antiossidanti, capaci di contrastare l’azione dei radicali liberi, che possono alterare la struttura delle membrane cellulari e del materiale genetico (DNA) e quindi aprire la strada ai processi di formazione della neoplasia. Sono i flavonoidi, presenti ad alte concentrazioni, e i limonoidi (che si ritrovano soprattutto nella buccia e che contribuiscono a fornire il tipico sapore agro). In più,
hanno il potere di limitare le infiammazioni croniche, che a loro volta sono alla base, spesso, della trasformazione neoplastica dei tessuti. I limonoidi, dal canto loro, mostrano una diretta capacità di frenare alcuni tipi di cellule cancerose, come quelle del neuroblastoma: l’hanno verificato, per ora solo in provetta, i ricercatori della Texas Agriculture Experiment Station di Chillicothe (Stati Uniti).  L’ideale è una spremuta di un limone il giorno. E una spruzzata di limone sull’insalata, è un gesto che bisognerebbe ricordarsi di fare più spesso”.
Ulteriori ricerche confermano che il limone è un rimedio provato contro praticamente tutti i tipi di tumore. Non solo, è uno spettro anti-microbico contro le infezioni batteriche e i funghi, funziona come antidepressivo, utile contro stress e disturbi nervosi, regolatore di pressione alta, combattente naturale di parassiti interni e vermi.
Secondo uno studio statunitense, il limonene, sostanza contenuta nel limone, pare sia impiegata con successo nella distruzione dei calcoli nella cistifellea, e nella cura di tumori a pancreas, stomaco e intestino.
Ma torniamo ai flavonoidi: uno studio pubblicato su Journal of Agricultural and Food Chemistry rivela che queste sostanze sono in grado di limitare l’azione di particolari molecole con alto potenziale cancerogeno. Un’altra ricerca, pubblicata su Current Cancer Drug Targets, afferma che i flavonoidi hanno il potere di rallentare il processo di duplicazione delle cellule tumorali.
Allora perché siamo costretti ad assumere versioni sintetiche di sostanze naturali?
Un nostro lettore scrive che il limone gli ha salvato la vita. “Tre medici, un cardiochirurgo…un mese di vita…storia lunga ma sono vivo dopo più di sette anni, non assumo più alcun farmaco”. Come, scusa? “In poche parole dopo il ricovero, dopo aver fatto tre volte l’Ecocolordoppler (metodica diagnostica non invasiva, che permette la visualizzazione ecografica dei principali vasi sanguigni e lo studio del flusso ematico al loro interno nda) tre medici diversi e un cardiochirurgo mi danno da un mese a una settimana di vita. Diagnosi: una necrosi ha compromesso già più del 25 % del cuore…Non si può più fare molto … Arrivederci e grazie! Una mia carissima zia mi consiglia “metti il Limone”. Così ho fatto, direttamente sul cuore: piano piano ho avuto miglioramenti fino alla completa guarigione”.
Il succo di limone è utile nel prevenire e curare la malattia? Pare proprio di sì. Ha un sapore abbastanza gradevole e soprattutto non produce gli effetti terribili della chemioterapia. Ma interessante è l’effetto che produce su cisti e tumori.
Inevitabile continuare a cercare, il WEB e i libri sono fonte inesauribile di bufale, certo, ma anche di notizie.
Come diceva Agatha Christie: “Una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze fanno un indizio, tre coincidenze fanno una prova”.
Una delle fonti sulle proprietà anticancerogene del limone ha dell’incredibile, perché arriva nientemeno che da uno dei più grandi produttori di droga al mondo: dal 1970, dopo più di venti test di laboratorio, si rileva che distrugge le cellule maligne in dodici tipi di cancro, incluso quello del colon, del seno, della prostata, polmone e pancreas.
Addirittura, secondo l’Istituto di Scienze della Salute di Baltimora, i composti dell’albero di limone hanno dimostrato un’efficacia 10.000 volte superiore di uno dei più usati farmaci chemioterapici. Non bastasse, pare che questo tipo di terapia a base di estratto di limone abbia la capacità di distruggere solo le cellule tumorali maligne senza influire su quelle sane.
Gli studi sul limone davvero si sprecano, così scopriamo che il limone è un valido aiuto anche per chi ha poche difese immunitarie perché può “aumentare” la produzione dei globuli bianchi. Anche per quanto riguarda il trattamento del diabete, questo frutto si è dimostrato un ottimo deterrente.
Studi scientifici in fase ancora embrionale, hanno individuato nella tangeritina, elemento presente nella buccia del limone, la possibilità di controllare i livelli di colesterolo nel sangue. Allo stesso tempo, sono all’esame i suoi effetti positivi nella cura del morbo di Parkinson.
Secondo la Reams Biological Ionization Theory, il limone sarebbe l’unico alimento anionico al mondo, caratteristica che lo renderebbe particolarmente benefico per la salute, grazie al contributo dato nell’interazione tra cationi e anioni, necessaria per la produzione di energia a livello cellulare.
Per le proprietà depurative e disintossicanti, sarebbe opportuno bere una spremuta di limone il mattino a digiuno. Tutti siamo convinti delle sue proprietà astringenti? Ebbene, bevuto il mattino, il limone aiuta a regolare l’intestino…e combatte la cellulite.
Ma l’uso del limone è davvero infinito: tarmicida naturale, è sufficiente appendere negli armadi qualche sacchetto di tela contenente scorze di limone secche per tenere alla larga le tarme.
Gli antichi Egizi ne usavano il succo per curare le dermatiti. Potremmo andare avanti all’infinito, ma se gli antichi usavano il limone come vera e propria medicina naturale in grado di curare e prevenire malattie, dov’è finita tutta questa conoscenza?
Concludiamo con una breve sintesi, una sorta di “Bignami” dei benefici effetti del limone:
  • Ostacola l’insorgere dell’osteoporosi
  • Riequilibra il Ph del corpo
  • Migliora la digestione
  • Favorisce il riposo
  • Previene raffreddore e influenze
  • Depura il fegato
  • Elimina gli acidi urici
  • Favorisce l’attività intestinale
  • Dissolve i calcoli biliari, renali e i depositi di calcio che si accumulano nei reni
  • Previene la calcolosi urinaria
  • Contrasta i radicali liberi
  • Previene l’invecchiamento cellulare dell’organismo
  • Abbassa il colesterolo
  • Favorisce la digestione
  • Ha proprietà antibatteriche
  • Elimina i parassiti intestinali
  • Rafforza i vasi sanguigni
  • Regola la pressione del sangue
  • Ha proprietà anticancro
  • Favorisce la produzione di energia
Se una mela il giorno toglie il medico di torno, cosa ci costa aumentare l’utilizzo del limone nella nostra vita quotidiana, partendo dal famoso bicchiere il mattino?

Le pastiglie per la lavastoglie: così si fanno in casa.

Come realizzare in casa le pastiglie per la lavastoviglie


Realizzare in casa le pastiglie per la lavastoviglie è semplice: bastano pochi ingredienti per lavare a fondo i piatti e le posate senza ricorrere a prodotti tossici e inquinanti.

Pulire casa senza utilizzare prodotti tossici e inquinanti è possibile. Dopo i consigli su come realizzare in casa, in maniera del tutto naturale, i detersivi per pulire vetri, cucina e mobili, oggi vi sveliamo come realizzare con facilità le pastiglie per la lavastoviglie.
Occorrente:
  • 300 grammi di bicarbonato di sodio
  • 1-2 cucchiai di sapone liquido di Marsiglia vegetale
  • 15 gocce di olio essenziale di limone
  • Acqua demineralizzata q.b.
  • Stampini per ghiaccio in silicone
Una volta recuperato tutto l’occorrente, la preparazione non vi ruberà molto tempo:
Mescolate insieme il bicarbonatoil sapone di Marsiglia e le gocce di olio essenziale aggiungendo una quantità di acqua demineralizzata sufficiente a rendere fluido il composto.
Una volta amalgamati per bene i diversi ingredienti non vi resta che suddividere il composto nei diversi stampini.
Lasciate asciugare fino a quando le pastiglie non diventano secche.
A questo punto potete toglierle dagli stampini e conservarle in un barattolo.

venerdì 24 gennaio 2014

CERN: Scienziati Intrappolano per la Prima Volta un Fascio di Antimateria.


Schema dell'esperimento creato per generare il fascio di anti-idrogeno. In verde c'è una cavità a micro-onde per indurre le transizioni iper-fini, i magneti usati sono in rosso e grigio, mentre in oro c'è il rilevatore per l'antimateria. Credit: Stefan Meyer Institut

Dopo anni di studi ed esperimenti, gli scienziati del CERN di Ginevra sono riusciti per la prima volta a produrre un fascio di atomi di anti-idrogeno (l'equivalente in antimateria dell'idrogeno). In uno studio rilasciato oggi sul giornale scientifico Nature Communications, il team dell'esperimento ASACUSA spiega di aver rilevato con certezza 80 atomi di anti-idrogeno a 2.7 metri di distanza dalla sorgente che li ha prodotti. Questo risultato è un grandissimo passo in avanti verso un'analisi spettroscopica completa dell'antimateria.

Uno dei motivi per cui gli scienziati sono così interessati all'antimateria riguarda la sua assenza nell'universo. Perché abbiamo così tanta materia, piuttosto che antimateria, rimane ancora oggi un mistero. È possibile che la spiegazione si nasconda nelle caratteristiche stesse dell'antimateria, così gli scienziati stanno cercando di produrne una quantità sufficiente per poterla studiare come si fa con la normale materia.
Gli atomi di anti-idrogeno vengono prodotti "mischiando" positroni (anti-elettroni) e antiprotoni a bassa energia prodotti dal Deceleratore Antiprotonico. 
Secondo le previsioni, lo spettro dell'idrogeno e quello dell'anti-idrogeno dovrebbero essere identici; quindi rilevare anche delle piccolissime differenze aprirebbe le porte a tanta fisica nuova e, forse, riusciremo a risolvere il dilemma legato al dominio della materia.
Con un solo protone accompagnato da un solo elettrone, l'idrogeno è l'atomo più semplice dell'universo ed è anche uno dei sistemi più studiati e meglio compresi nella fisica moderna. Per questo riuscire a comparare l'idrogeno e l'anti-idrogeno costituirebbe uno dei modi migliori per mettere alla prova le nostre teorie intorno alla simmetria materia/antimateria che, ricordiamo, prevedono che cambi solo la carica, ma le caratteristiche restino identiche.
Come avrete già sentito, il contatto tra materia ed antimateria porta all'annichilimento immediato di entrambi, quindi, oltre alla difficoltà di riuscire a creare l'anti-idrogeno, gli scienziati devono fare i conti anche con la necessità di far resistere l'anti-idrogeno abbastanza a lungo da eseguire i test. Per farlo, gli esperimenti si basano sulle proprietà magnetiche dell'anti-idrogeno (simili a quelle dell'idrogeno ordinario) e usano campi magnetici non-uniformi molto potenti, che possono intrappolare anti-atomi per un tempo sufficiente alla loro osservazione e studio. Tuttavia i fortissimi campi magnetici rendono le proprietà spettroscopiche degli anti-atomi molto difficili da rilevare. Per avere una spettroscopia ad alta risoluzione pulita, la collaborazione ASACUSA ha sviluppato un set-up nuovo ed innovativo che permette di trasferire atomi di anti-idrogeno in una regione dove possono essere studiati in volo, lontano dai forti campi magnetici.
"Gli atomi di anti-idrogeno non hanno una carica, ed è stata una grande sfida riuscire a trasportarli fino alla trappola. I nostri risultati sono molto promettenti per quanto riguarda gli studi ad alta precisione sugli atomi di anti-idrogeno, in particolare sulla struttura iper-fine, che è una delle due proprietà meglio conosciute dello spettro dell'idrogeno. Stiamo aspettando con trepidazione di riprendere gli esperimenti quest'estate, quando avremo un set-up ancora più performante." ha spiegato Yasunori Yamazaki che lavora all'acceleratore RIKEN in Giappone, strumento fondamentale nella collaborazione ASACUSA. Il prossimo passo per l'esperimento sarà ottimizzare l'intensità e l'energia cinetica dei raggi di anti-idrogeno e cercare di capire meglio i loro stati quantistici.
Il progresso degli esperimenti sull'antimateria presso il CERN ha avuto una forte accelerazione negli anni recenti. Nel 2011 l'esperimento ALPHA è riuscito a catturare atomi di anti-idrogeno per ben 1000 secondi; l'anno seguente ha inoltre ottenuto osservazioni di transizioni iper-fini di anti-atomi intrappolati. Nel 2013 l'esperimento ATRAP annunciò la prima misurazione diretta del momento magnetico di un anti-protone con una precisione frazionale di 4.4 parti per milione!

Natura affascinante...



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Alessandro Di Battista (M5S) - Servizio Pubblico

Università, test con il trucco: nomi dei professori già scritti prima della selezione. - Carlo Di Foggia e Francesco Ridolfi

Università, test con il trucco: nomi dei professori già scritti prima della selezione

Diversi candidati alla selezione per docenti universitari hanno inviato - sia al ministero dell'Istruzione che a Il Fatto Quotidiano - una lettera con i nomi che sarebbero stati scelti all'esame in Storia antica. E 15 erano proprio quelli poi abilitati. Rapporti tra commissari e aspiranti, romanzi e un diploma in chitarra presentati come pubblicazioni scientifiche: c'è anche questo nel caos dell'abilitazione scientifica nazionale.

Volevo complimentarmi con voi…”. Sono i primi di maggio quando iniziano a circolare email in cui compaiono i nomi degli abilitati alla prima fascia (professore ordinario) nella materia di Storia antica. È uno dei 180 settori che compongono l’abilitazione scientifica nazionale (Asn): si tratta del nuovo sistema di reclutamento voluto dall’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini per evitare lo scandalo dei concorsi truccati, dove spesso passava chi aveva il cognome giusto. Lo scandalo, invece, si ripete e il copione è sempre lo stesso: i vincitori si conoscono in anticipo, in palese violazione delle regole. Con studiosi di profilo internazionale con decine di pubblicazioni bocciati e modesti concorrenti promossi. I risultati della commissione esaminatrice sono stati infatti pubblicati solo molti mesi dopo, per la precisione, il 14 gennaio scorso. Eppure gli scambi di complimenti sono continuati ben prima della chiusura della selezione, tanto che tutti i nomi degli abilitati sono usciti fuori. A quel punto la rabbia dei candidati è esplosa, anche alla luce di giudizi contraddittori e rapporti tra commissari ed esaminati.
In ottobre, una lista con 15 nominativi viene spedita con raccomandata al ministero dell’Istruzione, all’attenzione del ministro Maria Chiara Carrozza e al direttore generale per l’Università, Daniele Livon. La stessa lista viene spedita anche a Il Fatto Quotidiano, anticipata da una email, datata 18 dicembre, cioè quasi un mese prima che i risultati fossero resi pubblici. L’incertezza è durata fino a martedì 14 gennaio, poi la clamorosa scoperta: i nomi combaciavano tutti. “Si è verificata una situazione deplorevole – si leggeva nella lettera – e, per più ragioni, di grave irregolarità: ancora prima che fosse avviata la procedura di valutazione dei candidati, già circolavano i nomi dei ‘fortunati’ che avrebbero ottenuto l’abilitazione. I sospetti sono divenuti certezza da almeno sei mesi, anche se a tutt’oggi gli esiti del Concorso di abilitazione non sono pubblici, circola la lista degli abilitati”. I firmatari sono pronti a recarsi dai magistrati perché indaghino sulla selezione. Mentre dal ministero prima negano di aver ricevuto la lettera, poi chiedono lumi sulla ricevuta di ritorno. Appurato che sulla lettera c’è il timbro ministeriale, non commentano.
Tra i mittenti della missiva, ci sono diversi nomi di candidati che pur avendo i titoli per ottenere l’abilitazione, sono stati bocciati. Tra questi, un ricercatore con oltre 80 pubblicazioni e esperienze di insegnamento all’estero, tra cui la Sorbona di Parigi . Oltre al profilo penale ipotizzato, infatti, ce n’è anche uno amministrativo. “In questo stesso periodo, è ampiamente noto che intensi sono stati i contatti tra i candidati e i loro commissari ‘sostenitori’ – continua il testo – È facile capire che l’attribuzione dell’abilitazione non è sempre avvenuta su base meritocratica. Alcuni studiosi, con un curriculum ricco e articolato e di profilo internazionale sono stati esclusi, pur rispondendo ai criteri adottati dal Miur e dalla stessa Commissione; mentre altri, di produttività scientifica più modesta, hanno conseguito l’abilitazione”. Le anomalie sono le stesse segnalate in molti altri insegnamenti, come i rapporti pregressi tra commissari (5 nomi sorteggiati in una lista di idonei), e tra questi e gli stessi candidati. Qui il commissario esterno, di norma uno straniero, è italiano, ed è stato allievo del presidente della commissione. Un altro commissario risulta relatore della tesi di laurea di uno degli abilitati, nell’elenco di titoli compare anche un “diploma in Chitarra classica” e nessuna esperienza d’insegnamento.
Ma le segnalazioni di irregolarità, brogli, parentele e favoritismi pesano sull’intero sistema, e si ripetono ormai da settimane, con diverse interrogazioni parlamentari. A Lecce, durante un convegno, sarebbero stati anticipati i risultati del settore “Organizzazione aziendale”, violando il segreto. In “Storia medievale” 38 studiosi hanno accusato i commissari di aver truccato i propri curricula. A “Scienze del libro e Scienze storico-religiose”, nessuno dei commissari aveva competenze in quest’ultima, e in alcuni curricula compaiono pubblicazioni che nulla hanno a che fare con il settore, come libri di poesia e romanzi. A “Sociologia” diversi candidati stanno studiando i risultati con un supporto legale. Qui i commissari avrebbero dedicato solo 50 secondi per valutare ogni singolo candidato. Tutta materia per i giudici. Dubbi sull’intero sistema erano già stati avanzati dal Consiglio di Stato, ma ignorati dalla Gelmini. La scientificità dei parametri (le mediane) era stata contestata dal mondo accademico.
Nel gennaio del 2013 una circolare dell’allora ministro Francesco Profumo ha lasciato ampio margine ai commissari, creando il caos. Il 16 gennaio due commissioni hanno congelato i risultati e riaperto i lavori con la procedura di “autotutela”. In meno di una settimana se ne sono aggiunte altre otto. Ma non quella di “Storia” di cui ci stiamo occupando.
Ma non sono solo questi concorsi truccati, lo sono anche i test per accedere alle facoltà universitarie. Se non si è negli elenchi inviati dai partiti politici non c'è speranza di superarli. I test compilati dai più bravi, infatti, non essendo prevista la firma del concorrente, vengono attribuiti ai "nominati" negli elenchi. E' la solita vergogna dei voti di scambio, un "do ut des" continuo tra la malapolitica e chi si sottopone ad essa per riuscire ad ottenere un qualcosa.