venerdì 7 febbraio 2014

Proprietà e benefici del limone

limone

Proprietà curative del limone ed effetti benefici? I benefici del limone sulla salute, sono dimostrati in diversi casi: infezioni della gola, cattiva digestione, stipsi, problemi ai denti, febbre, cura dei capelli, cura della pelle, emorragie interne, reumatismi, ustioni, sovrappeso, disturbi respiratori, il colera e la pressione alta. Il limone è noto per le sue proprietà terapeutiche da diverse generazioni, il limone aiuta a rafforzare il sistema immunitario e purifica l’apparato digerente.
E non è solo un depuratore del sangue, ma aiuta anche il corpo a combattere le malattie. Il succo di limone, in particolare, è molto utile nel trattamento dei calcoli renali, nelle cure degli attacchi di cuore e nella riduzione della temperatura corporea.
I benefici del limone sulla salute sono dovuti a molti elementi in esso contenuti, come la vitamina C, la vitamina B, il fosforo, le proteine ed anche carboidrati. Il limone è un frutto che contiene flavonoidi, i quali, a loro volta, contengono elementi antiossidanti e proprietà anti-cancro.
Aiuta a prevenire il diabete, la stipsi, l’ipertensione, è utile nella cura della pelle, nel trattamento della febbre, nella cura dei capelli, in occasione di terapie odontoiatriche, in caso di indigestione e in molti altri problemi di salute. Studi condotti presso l'American Urological Association evidenziano anche che il succo di limone o una limonata siano in grado di curare i calcoli renali formando citrato urinario, che impedisce la formazione dei cristalli.
La gente utilizza il limone per fare limonate, mescolandone il succo con acqua e zucchero. Molte persone usano il limone come un detersivo, per rimuovere le macchie. Il limone può anche respingere le zanzare. Bere del succo di limone con olio d'oliva, aiuta a sbarazzarsi di calcoli biliari. Inoltre, in base a risultati riportati da uno studio sulle Malattie Reumatiche, il limone fornisce una valida protezione contro la poliartrite infiammatoria e l'artrite.

Proprietà e benefici del limone:

  1. Indigestione e stitichezza: il succo di limone aiuta a curare problemi legati alla digestione e alla costipazione. Si consiglia di aggiungere qualche goccia di limone nel cibo (attenzione: non nel latte!). Dopo un buon pranzo o una cena, si può bere della limonata fresca. La ricetta è la seguente: aggiungere al succo di limone, un po' d'acqua fredda, della soda, del sale comune o del sale di salgemma e zucchero o miele; mescolare il tutto in un bicchiere. È inoltre possibile aggiungere alcune foglie di menta o semi di finocchio.
  2. Febbre: il succo di limone può favorire la guarigione di una persona che soffre di raffreddore, influenza o febbre. Aiuta la sudorazione.
  3. Cura dentale: se il succo di limone fresco viene applicato sulle aree del mal di denti, il dolore può attenuarsi. I massaggi di succo di limone sulle gengive possono fermare le emorragie gengivali. Migliora l’alitosi causata da problemi legati alle gengive. Inoltre, il limone può essere utilizzato anche nella pulizia regolare dei denti. E’ possibile cercare un dentifricio contenente limone o aggiungere una goccia di succo di limone al dentifricio usato abitualmente. Alcune persone strofinano i denti utilizzando la buccia del limone, ma … è necessario fare attenzione: se la bocca comincia a “bruciare”, bisogna risciacquare rapidamente!.
  4. Cura dei capelli: il succo di limone, se applicato sul cuoio capelluto, può attenuare alcuni problemi come la forfora, la caduta dei capelli e altri problemi relativi alla cute e capelli. Inoltre, dona una lucentezza naturale.
  5. Cura della pelle: il succo di limone, essendo un antisettico naturale, può risolvere problemi legati alla pelle. Agisce sule scottature. Aiuta ad ottenere sollievo in seguito alla puntura di un’ape. Il succo di limone può essere applicato anche sulla pelle acneica e in caso di eczema. Agisce come un rimedio anti invecchiamento e può rimuovere rughe e punti neri. Bere del succo di limone mescolato con acqua e miele dà lucentezza alla pelle.
  6. Ustioni: Il succo di limone, applicato sulle zone ustionate, aiuta ad attenuare le cicatrici. E riduce la sensazione di bruciore sulla pelle.
  7. Emorragie interne: il limone possiede proprietà antisettiche e coagulanti, perciò può fermare le emorragie interne. È possibile applicare il succo di limone su un batuffolo di cotone e riporlo dentro al naso per fermare l'emorragia.
  8. Reumatismi: il limone è anche un diuretico ed è in grado di trattare reumatismi e artrite.
  9. Perdita di peso: se una persona assume del succo di limone mescolato con acqua tiepida e miele, può ridurre il peso del corpo corporeo, associando il tutto ad una dieta adeguata.
  10. Disturbi respiratori: il succo di limone aiuta a curare i problemi respiratori, essendo una fonte ricca di vitamina C.
  11. Colera: le malattie come il colera o la malaria possono essere trattate con succo di limone, poiché esso agisce come purificatore del sangue.
  12.  Piedi: il limone ha proprietà aromatiche e antisettiche ed favorisce il benessere dei piedi. Si consiglia di aggiungere un po’ di succo di limone in acqua calda e di immergervi i piedi.
  13. infezioni della gola: il limone aiuta a combattere i problemi legati ad infezioni della gola, poiché possiede proprietà anti - batteriche.
  14. Ipertensione: bere succo di limone è utile per le persone che soffrono di problemi cardiaci poiché contiene potassio. Controlla la pressione alta, le vertigini, la nausea e favorisce il rilassamento di mente e corpo. Riduce lo stress mentale e la depressione.
Il limone è un vero e proprio dono della natura. Quindi... si consiglia di mangiare almeno un quarto o la metà di un limone al giorno!
Leggi anche:
Concludiamo con una breve sintesi, una sorta di “Bignami” dei benefici effetti del limone:
  • Ostacola l’insorgere dell’osteoporosi
  • Riequilibra il Ph del corpo
  • Migliora la digestione
  • Favorisce il riposo
  • Previene raffreddore e influenze
  • Depura il fegato
  • Elimina gli acidi urici
  • Favorisce l’attività intestinale
  • Dissolve i calcoli biliari, renali e i depositi di calcio che si accumulano nei reni
  • Previene la calcolosi urinaria
  • Contrasta i radicali liberi
  • Previene l’invecchiamento cellulare dell’organismo
  • Abbassa il colesterolo
  • Favorisce la digestione
  • Ha proprietà antibatteriche
  • Elimina i parassiti intestinali
  • Rafforza i vasi sanguigni
  • Regola la pressione del sangue
  • Ha proprietà anticancro
  • Favorisce la produzione di energia
Se una mela il giorno toglie il medico di torno, cosa ci costa aumentare l’utilizzo del limone nella nostra vita quotidiana, partendo dal famoso bicchiere il mattino?  Fonte

CAUSA E AFFETTO, OVVERO CARITÀ PELUSO. IL PROBLEMA DELLE CARCERI AFFRONTATO ANCHE PER RIDURRE LA DISOCCUPAZIONE. - Antonio De Martini

peluso

Il Ministero di Grazia e Giustizia ha rinnovato alla Telecom il mandato a gestire il famoso braccialetto elettronico che dovrebbe costituire un sistema di controllo dei cittadini sottoposti a ” misure alternative”.

Di questi braccialetti pochi sanno e nessuno li porta, ma il contratto è milionario.

Fastweb ha fatto ricorso contro questo ” rinnovo”  semiautomatico che, a suo dire,  richiederebbe – visto l’importo notevolissimo – una gara europea.


Praticamente in contemporanea il dottor Peluso, figlio della ministra di grazia e giustizia Giuseppina Cancellieri – al secolo nonna Pina – veniva assunto come direttore amministrativo e finanziario della Telecom.

Come noto, il dottor Peluso proviene dal gruppo Ligresti dal quale ha percepito alcuni milioni ( se non ricordo male, cinque) a titolo di buonuscita.

Dato che era disoccupato, l’intervento Telecom può definirsi provvidenziale. Per tutti.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12900

Ecco quando finirà l'Euro e come i media coprono tutto, intervista ad Alberto Bagnai



Pubblichiamo l'intervista ad Alberto Bagnai, autore di "Il tramonto dell'euro" di Alessandro Bianchi. Alberto Bagnai è Professore di politica economica all'Università Gabriele d'Annunzio di Pescara. Curatore del blog Goofynomics.

1) Nel Consiglio europeo di giovedì 19 dicembre, Angela Merkel, di fronte all'impossibilità di far accettare ad i suoi “alleati” i cosiddetti contratti di riforma vincolanti, ha sostenuto come “senza la coesione necessaria, l'euro prima o poi esploderà”. Sarà la Germania a staccare la spina? E ci troveremo, quindi, di fronte ad una beffa assoluta per i paesi del sud che hanno deciso la via della povertà, della disoccupazione di massa e della rinegoziazione dei diritti sociali pur di restare nella moneta unica?

Farei una riflessione iniziale di principio. E' assolutamente ovvio come un'unione monetaria tra paesi diversi, creando distorsioni e tensioni derivanti dalla abolizione di quello strumento difensivo che è il cambio flessibile, non possa sopravvivere senza un coordinamento o una cooperazione. Questa esigenza basilare, iscritta in modo molto chiaro nei Trattati europei soprattutto per quel che riguarda le politiche sociali, si può realizzare in tanti modi. Quello che Angela Merkel propone oggi è  abbastanza simile ad una resa senza condizioni, come ha commentato in modo molto efficace Jacques Sapir. 
L'Unione Europea nasce fra paesi diversi, alcuni dei quali erano in un ritardo quantificabile in termini di Pil pro capite in una ventina di anni rispetto al paese leader, la Germania. In questo contesto, il sogno era quello di creare una comunità di eguali per competere con i big player del mondo, ma per arrivare a questo, i paesi del sud dovevano essere aiutati da quelli del nord ed una cooperazione positiva di questo tipo non si è verificata. Banalmente, se si fosse avuta, non saremo in questa crisi, perché la Germania avrebbe accettato di fare quello che i massimi economisti del mondo, penso ad esempio a Stiglitz, le suggerivano fin dall’inizio: in primis una politica fiscale espansiva e di crescita dei salari.
Può anche essere fuori moda parlarne oggi, ma la dinamica Nord-sud di questa crisi può essere compresa solo attraverso un'ottica di classe: una politica espansiva ed una politica dei salari in linea con la produttività in Germania avrebbe infatti significato, per gli imprenditori tedeschi, rinunciare a dei profitti. Ora, gli imprenditori, con il massimo rispetto per il ruolo che svolgono nel sistema capitalistico, sono noti per avere scarsa prospettiva, e cercano di massimizzare i profitti nel breve periodo, creando fatalmente delle crisi. Senza arrivare ad evocare Marx, è un semplice dato di buon senso: una politica di compressione salariale del paese più ricco - che la può fare perché tutto sommato i suoi lavoratori stanno relativamente bene - portata avanti in modo scoordinato dagli altri, costringe quest'ultimi a seguirlo e determina la catastrofe. Il paese ricco, a quel punto, si rende conto di aver distrutto il suo mercato di sbocco principale e, molto probabilmente, ha voglia di tirarsi indietro. Quindi, in estrema sintesi, la risposta alla domanda è sì: il danno e poi la beffa.

2) Sempre in quel Consiglio, al primo ministro spagnolo Mariano Rajoy che spiegava come il suo paese non avrebbe accettato i contratti di riforma vincolanti, Mario Draghi sentenziava: “Se non fate le riforme perderete la sovranità nazionale”. Come possono i rappresentanti dei governi continuare ad accettare dichiarazioni di questo tipo da un presidente di un istituto privato?  E perché il ristabilimento del principio secondo cui la Banca centrale debba essere uno strumento del potere esecutivo non assume forza nel dibattito politico nonostante il livello della crisi attuale?

Vedo che nei dibattiti su internet si enfatizza molto la natura pubblica piuttosto che privata degli istituti di emissione. Secondo me è una questione controversa ed irrilevante, perché il punto centrale è un altro. La Bce va molto fiera della sua indipendenza, bene. Ma questa è una relazione bilaterale: tu non puoi essere indipendente da me, se io sono dipendente da te. Quando Mario Draghi si esprime in questo modo, oppure nel modo in cui si era espresso prima delle elezioni politiche italiane, quando aveva affermato che “non importa chi vincerà, perché tanto avete il pilota automatico deciso da noi”, dimostra una cosa molto semplice, che Stiglitz ha ampiamente messo in luce: l'indipendenza della Bce dal potere politico è una colossale inganno il cui scopo è sottrarre allo scrutinio democratico una serie di decisioni politiche fondamentali che riguardano la redistribuzione del reddito.  Come ha ricordato Alberto Montero Soler a Pescara, la Spagna, ad esempio, i compiti a casa li aveva già fatti, perché aveva una situazione dei conti pubblici tra le migliori della zona euro e sicuramente migliore di quelli della Germania, per cui questa enfasi sulla riforma è uno strumento retorico per far sentire in colpa i paesi del sud, per metterli in una posizione di inferiorità morale e farli accettare politiche che sono irrazionali ed immotivate.
Il processo di costruzione della neostoria a cui ci sottopongono i media di regime cerca di far credere che l'inflazione degli anni '70 fosse dovuta alla dipendenza della Banca centrale al Tesoro. Si dimenticano due cose: in primo luogo, le lotte operaie di quegli anni, per riportare i salari in linea con la produttività e, in secondo luogo, uno shock petrolifero che ha fatto quadruplicare il prezzo del petrolio (nel 1973) ed un altro shock petrolifero che lo ha fatto raddoppiare ulteriormente (nel 1979). Ora, che in queste circostanze l'inflazione sia stata solo a due cifre mi sembra abbastanza miracoloso e devo dire che l'autonomia della Banca centrale non avrebbe aggiunto nulla di particolare, anzi, l'aver avuto un istituto di emissione che non faceva lo sgambetto al governo ci ha permesso di attraversare la crisi con danni non particolarmente rilevanti.
Oggi anche gli editorialisti dell'Economist ammettono tranquillamente che l'indipendenza della Banca Centrale ha fallito e che la deflazione negli anni '80 ci sarebbe stata anche senza l'uso della clava della valuta forte. Ci sarebbe stata fondamentalmente perché si erano arrestati quei raddoppi folgoranti dei prezzi delle materie prime – il prezzo del petrolio nel 1986 dimezzò - e si erano create delle condizioni più equilibrate sui mercati.
Lo stessa Alesina notò con grande accortezza nel 1997 che la disinflazione non era stata più rapida nei paesi dello Sme - e quindi con cambio fisso, integrazione monetaria e BC più o meno indipendente - rispetto agli altri paesi Ocse. Era stato un processo che a livello mondiale aveva seguito le stesse logiche. Non ci aveva dato nessun vantaggio in questi termini lo Sme. O meglio: il vantaggio c’era stato per alcuni capitalismi periferici, che con la politica del cambio forte avevano potuto arrestare la crescita dei salari reali. A partire dagli anni '80 si assiste alla stagnazione dei salari reali, in Italia come nel resto del mondo, che è la radice più profonda della crisi debitoria: se un capitalismo molto maturo e molto produttivo decide di ridurre i salari, per permettere agli operai di continuare a comprare i beni, ed evitare la paralisi del sistema, deve riempire questo “cuneo” con debito: pubblico fino agli anni '90 e poi privato.

La nuova Unione Bancaria, che sarà pienamente operativa solo nel 2025, è stata criticata da diversi esperti per la mancanza di protezione oggettiva rispetto alle perdite reali delle banche, il non chiaro utilizzo del Mes ed il rischio di quello che è stata definita la possibile “germanificazione del capitale”. Qual è il suo giudizio complessivo sull'accordo raggiunto e che impatto potrà avere sulla crisi attuale?

Mi sembra che a grandi linee si stia proseguendo con quello che è un format consolidato del percorso europeo: vengono fatte delle dichiarazioni che inizialmente allarmano gli elettori, si fa passare un po' di tempo, ci si riprova, si fa passare un altro po' di tempo e si mette in pratica quello che si era deciso fin dall'inizio, perché l'attenzione è caduta ed il sistema dei media ha in qualche modo mitridatizzato gli elettori, rendendo politicamente sostenibile quello che inizialmente non lo era. Fu proprio Jean Claude Juncker, l'ex presidente dell'Eurogruppo, a dichiarare esplicitamente che la strategia politica dell'eurozona era questa.
L'episodio di Cipro con il bail-in che ha sorpreso tutti è esemplificativo. Poco dopo, l'attuale presidente dell'EuroGruppo, l'olandese Jeroen Dijsselbloem, dichiarò che quello sarebbe stato il modello che avremo adottato per salvare le banche. Grande levata di scudi dell'opinione pubblica e poco dopo, a marzo, Dijsselbloem smentì sé stesso. Ad aprile il ministro delle finanze tedesco Schauble disse che saremo andati avanti su questa strada. Nessuno ha più detto niente e a fine anno abbiamo un'Unione Bancaria che adotta lo schemino di Cipro, secondo cui le banche devono essere salvate fondamentalmente da chi ci ha messo i propri risparmi. Le critiche che sono state fatte le giudico tutte opportune e valide. Ma il problema di fondo è più generale ed è che siamo inseriti in un processo non completamente trasparente in termini di democrazia, che impedisce agli elettori di cogliere in pieno quello che stia accadendo. La sintesi migliore della riforma bancaria ce l'ha fornita Carlo Alberto Carnevale Maffè della Bocconi, che in un tweet l'ha descritta in questo modo: “Quali banche falliscono lo decidiamo noi e poi i soldi ce li mettete voi”.

Professore veniamo al dibattito sull'euro. Le tralascio di ripetere tutte le ragioni per cui la moneta unica sia economicamente insostenibile, che illustra ampiamente con la sua opera di divulgazione giornaliera. Mi soffermerei sul fatto che un numero crescente di commentatori, critici dell'attuale architettura istituzionale europea, ha iniziato a chiedere con sempre più insistenza che i paesi dell'Europa meridionale, prima di forzare una dissoluzione della zona euro, formino un cartello e costringano i paesi del Nord ad i cambiamenti necessari. Cosa risponde loro ed è una strategia davvero percorribile oggi?

Con il massimo rispetto o sono incompetenti o sono ipocriti. Insomma: o non conoscono la storia monetaria recente o hanno delle rendite di posizione da difendere. In questo momento dare la colpa di quello che sta succedendo all'austerità e quindi alle regole fiscali, ma non all'euro, significa prendere due piccioni con una fava: perché da un lato assumi una posizione critica, simil-keyenesiana, e quindi fai finta di essere di sinistra, “rivoluzionario”, ma, dall'altro, non tocchi il nocciolo del problema che è la rigidità dell'euro, uno strumento creato per facilitare la libera circolazione del capitale e quindi per dare a quest’ultimo l'ennesimo vantaggio sul lavoro. Ed in questo modo difendi un progetto che è intrinsecamente di destra neoliberale. Quindi, agendo così, personaggi di questo tipo si mettono in salvo in entrambi gli scenari possibili, dove potranno conservare la propria nicchia di potere. Questo è il motivo che li spinge a mentire rispetto ad una serie di evidenze.
In primo luogo, parlare di coercizione politica o di minaccia da parte dei paesi del sud rispetto ai paesi del nord è una cosa totalmente assurda: intanto, anche se uniti, i primi sarebbero sempre in una posizione di estrema debolezza; inoltre, esortare ad un atteggiamento di minaccia, in una fase di tensioni politiche così forti, è una cosa totalmente irrazionale, che rischia di fomentare dei veri e propri conflitti intra-europei che potrebbero non essere solo diplomatici o antidiplomatici, ma qualcosa di peggio. Chi evoca questi scenari è un apprendista stregone, incosciente ed incompetente. Non è con la minaccia che si fa politica, ma con la ricerca di una solidarietà e di un percorso comune. 
In secondo luogo, chi evoca questo tipo di scenario fa finta di non capire, o forse non capisce per la mancanza di strumenti intellettuali, che siamo costretti a fare austerità perché c'è l'euro. Basta un qualunque testo di macroeconomia elementare per capirlo. Il perché è molto semplice: gli squilibri che dobbiamo risanare, nonostante l'impostura dei media che ci descrivono la crisi come di finanza pubblica, sono fondamentalmente di finanza privata, determinati dai rapporti di debito e credito estero. Questi squilibri si risolvono rimettendo a posto il saldo delle partite correnti, cioè riducendo il debito estero dei paesi del sud. Ora si dà il caso che in ogni funzione di domanda ci siano due argomenti: il reddito ed i prezzi. Se noi blocchiamo il tasso di cambio, di fatto limitiamo grandemente l'aggiustamento attraverso il meccanismo dei prezzi e quindi per riportare in equilibrio la bilancia dei pagamenti di un paese del sud - per far ridurre rapidamente il suo indebitamento estero, cioè - abbiamo solo l'aggiustamento di reddito. Quindi: o diciamo al resto del mondo di crescere il triplo in modo tale che possiamo esportare di più – il che è palesemente assurdo, perché noi non possiamo né chiedere agli altri di tirarci fuori dai guai, né loro possono farlo – o accettiamo il fatto che col cambio fisso l'unica strada è tagliare i nostri redditi e quindi le nostre importazioni. Ma questo dobbiamo farlo perché ci siamo preclusi il meccanismo di aggiustamento attraverso la variazione del tasso di cambio nominale. 
E dove risalta la malafede, l'incoscienza, l'ignoranza di certe persone è quando si fa una riflessione molto semplice: questa è la prima volta nella storia dell'umanità che viene adottato un sistema di tasso di cambio centro-periferia che non preveda alcun tipo di riallineamento nominale, non preveda alcun tipo di rifinanziamento degli squilibri e non preveda alcun tipo di intervento nel caso di squilibri fondamentali.
Cominciamo dal riallineamento del cambio. Le persone che hanno studiato il Gold Standard sulle carte dei Baci Perugina evidentemente non sanno quello che studi del Fondo Monetario Internazionale ampiamente documentano, vale a dire che perfino nel Gold Standard fra il centro – Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito - e la periferia – costituita da paesi come l'Italia, ma anche Cina e Brasile, che esistevano anche allora, sorpresa esisteva la Cina! – il meccanismo di riallineamento nominale del cambio giocava un ruolo molto importante. E non mi riferisco solo al fatto, ovvio, che comunque il contenuto aureo di una moneta poteva essere cambiato. Non parlo di riallineamenti (svalutazioni) traumatici, ma della fisiologia del sistema. I paesi periferici non adottavano, infatti, il tallone aureo ma avevano o il tallone argenteo, e quindi il cambio fluttuava in relazione alla fluttuazione dei prezzi dei due metalli (oro e argento); oppure, come l'Italia fece per tanto tempo, il corso forzoso, cioè biglietti a corso legale, che oscillavano rispetto all'oro (con buona pace dei dilettanti per i quali il corso forzoso – che loro chiamano “moneta fiat” – esiste solo dalla fine del sistema di Bretton Woods). Il cambio perennemente fisso uno a uno (un'unità di conio della periferia per una unità di conio del centro) non è mai esistito nella storia dell'umanità prima dell'euro. E se qualcuno mi dimostra il contrario gliene sarò grato. 
Secondo, nell’Eurozona non è stato previsto alcun meccanismo di finanziamento degli squilibri: nel sistema di Bretton Woods, che era un sistema di cambi fissi, era stato creato il Fondo monetario internazionale appunto per rifinanziare gli squilibri di breve periodo delle bilance dei pagamenti. Nell'euro non è stato previsto nulla di tutto questo: l’euro è un progetto costruito su una fiducia illimitata nel fatto che il mercato privato di capitali avrebbe fatto il suo lavoro ed avrebbe riequilibrato la situazione. Chi difende l’euro, quindi, anche se si presenta in maglietta e non in gessato e cravatta, è sostanzialmente un fondamentalista di mercato, uno scarto della scuola di Chicago, superato a sinistra ormai perfino dal vicegovernatore della Bce, il quale, bontà sua, nel maggio scorso (2013) ha ammesso che “i mercati non hanno funzionato come avrebbero dovuto funzionare in teoria”.
Terzo, gli squilibri fondamentali. Le parità erano riaggiustabili nel sistema di Bretton Woods, ma anche nel Gold Standard, come abbiamo detto, attraverso la riduzione del contenuto aureo dichiarato della moneta. La possibilità di un riaggiustamento, che storicamente è sempre stata presente in tutti i sistemi di cambio fisso, nell’euro viene assurdamente e astoricamente negata: un euro tedesco sarà un euro portoghese per sempre: si tratta di una totale assurdità. Altro aspetto, nel sistema di Bretton Woods era prevista la clausola della valuta scarsa, e quindi era previsto che si adottassero dazi discriminatori verso un paese che teneva politiche mercantiliste di surplus continuo. Questo non è più possibile. E' la prima volta nella storia dell'umanità in cui abbiamo un sistema monetario così assurdo, è la prima volta nella storia dell'umanità in cui abbiamo dei colleghi così poco disposti a venire a patti con la storia e la realtà, e quindi, non a caso, è la prima volta che abbiamo a che fare con una crisi così assurda, inutile e persistente. 

Un sistema monetario assurdo che mette in pericolo il resto del processo di integrazione del continente?

Il sistema creato urta, paradossalmente, contro due esigenze legittime e ovvie, che avrebbe dovuto favorire. La prima esigenza era quella di accelerare il recupero da parte delle economie periferiche. Queste, per crescere di più, avrebbero avuto bisogno di capitali e l'euro ne facilitava certo la circolazione. Al contempo, queste economie, crescendo di più, avrebbero naturalmente sperimentato un tasso d'inflazione maggiore, dato che erano più surriscaldate. Se corri sudi, se un’economia cresce ci si può aspettare che abbia un’inflazione fisiologicamente più alta. Con un sistema monetario così assurdo era prevedibile (e previsto) che fatalmente questo processo naturale si sarebbe trasformato in una disastrosa perdita di competitività da parte delle economie più deboli, che sarebbero andate in crisi proprio a causa del loro tentativo di emanciparsi, ed è quello che è successo. 
Il secondo motivo per il quale un sistema così assurdo urta contro la logica di un'unione economica è quello che ho spiegato a dicembre nella mia audizione in commissione finanze, ed ho visto che è stato ripreso da Sapir in un modo molto intelligente. Ed è questo: se tu puoi fare aggiustamenti solo tagliando salari e redditi, di fatto distruggi il Mercato interno, vale a dire il motivo stesso di essere di una unione economica, che non è quello di essere uniti per combattere gli altri, ma è quello di essere uniti per avere un forte mercato interno al quale rivolgersi in caso di shock esterni, un mercato interno che funzioni da “ammortizzatore”. Per competere con gli altri si può essere benissimo piccoli e soli come la Corea del sud che sta tra Giappone e Cina e non ha nessuna intenzione di fare un'unione monetaria né con l'uno né con l'altra perché preferisce mantenere la propria flessibilità. Non è necessario essere un'enorme petroliera per sopravvivere al mare in tempesta ed in qualche caso essere grossi può essere un problema: se la Costa Concordia, banalmente, fosse stata una nave più piccola, avrebbe pescato di meno e non sarebbe successo quello che è successo. 

Di tutto il terrorismo mediatico a cui abbiamo assistito in questi mesi su una possibile uscita dall'euro, dall'inflazione al livello di Weimar all'impossibilità di reggere la concorrenza della Cina, fino alle inevitabili ritorsioni della Germania, quale è stata secondo Lei la distorsione più grande fatta dall'informazione?

 Su questo aspetto sto progettando un libro, perché il furto di verità che il sistema dell'informazione, non solo in Italia ma in tutta Europa, ha perpetrato è stato un colossale furto di democrazia. Io mi chiedo se un medico si esprimesse su un giornale in termini così dissonanti rispetto a quello che sta scritto su un manuale di medicina del primo anno, che cosa potrebbe succedere? E invece assistiamo a persone che falsificano la realtà, ricostruendo il passato in modo assolutamente arbitrario, come ho dimostrato più volte nel mio blog. Nessuno di questi argomenti che vengono portati ha senso. 
Non ci si mette insieme per fare il tiro alla fune con la Cina, ma ci si mette insieme per godere di un mercato interno, come sosteneva correttamente Alesina fin dagli anni ’90. Ci sono tanti paesi piccoli che competono con successo sfruttando con intelligenza i propri vantaggi comparati. L'inflazione al livello di Weimar mi fa solo sorridere, perché il riallineamento che ci si aspetta (peraltro rispetto alla Germania e non rispetto agli Stati Uniti) è dell'ordine del 20% - rispetto al dollaro probabilmente di meno - e noi abbiamo sperimentato cose di questo tipo - noi e paesi simili a noi - più volte nella nostra storia: intanto nel 1992 e sappiamo come andò, ma anche quando siamo entrati nell'euro, quest'ultimo ha perso il 20% del suo valore rispetto al dollaro e non sono aumentati del 20% i prezzi, eppure il petrolio lo compravamo in euro. Ancora, in seguito allo shock del 2008 abbiamo visto come la Polonia, la Corea del sud, l'Inghilterra e adesso gli Stati Uniti, il Giappone hanno iniziato a svalutare e non si vedono fiammate inflazionistiche. Questa argomentazione non ha alcun senso e la letteratura economica lo ha ampiamente dimostrato. 
E quindi siamo alle parole in libertà e messaggi terroristici, ma non è un caso che vengano da giornali che spesso sono espressioni di grossi gruppi finanziari - per i quali indubbiamente il change over sarebbe una seccatura - o di poteri industriali che hanno de-localizzato, soprattutto grazie all'apertura ad est della Ue, la propria attività e per i quali quindi il riallineamento al ribasso della valuta italiana sarebbe un problema, perché quando poi reimportano i loro prodotti in Italia per venderli su quello che è ovviamente un mercato più ricco di quello della Romania o della Bulgaria chiaramente risulterebbero svantaggiati. Siamo in mano a persone che preferiscono distruggere 60 milioni di italiani per i loro sporchi interessi e questo alla lunga creerà inevitabilmente delle tensioni sociali.


http://www.pressnewsweb.it/2014/02/ecco-quando-finira-leuro-ecome-i-media.html

Intervento Marco travaglio Servizio Pubblico 06 febbraio 2014 - La ghigliottina.



mercoledì 5 febbraio 2014

Cos'ha detto (davvero) Stephen Hawking sui buchi neri. - Sabine Hossenfelder



Il clamore suscitato della recente affermazione di Stephen Hawking che i buchi neri non esistono nasce da un equivoco, e dalla confusione fra il concetto puramente matematico di buco nero, potenzialmente eterno, e quello fisico. Il primo potrebbe benissimo non avere alcun corrispettivo fisico, senza che ciò influisca minimamente sull'altro, la cui esistenza appare comprovata.

A meno che non abbiate trascorso gli ultimi giorni dentro un buco vero e proprio, avrete probabilmente letto da qualche parte che Stephen Hawking ora sostiene che i buchi neri non esistono. Ero sul punto di chiudere gli occhi e lasciare che questa ondata di sciocchezze mediatiche mi passasse accanto, ma persino mia madre mi ha chiesto che cosa significava. Quindi, ecco la spiegazione in breve.

Si dice spesso che un buco nero è definito dalla presenza di un orizzonte degli eventi. L'orizzonte degli eventi è il confine di una regione da cui non può sfuggire alcuna informazione, mai. La parola decisiva è “mai”. L'orizzonte degli eventi è una proprietà matematicamente ben definita dello spazio-tempo, ma è solo un costrutto interamente matematico. Dovremmo letteralmente aspettare fino alla fine dei tempi per scoprire se un orizzonte degli eventi è davvero un orizzonte degli eventi nel senso di questa definizione.



Cos'ha detto (davvero) Stephen Hawking sui buchi neri
© Yenpitsu Nemoto/Ikon Images/Corbis
Quindi, invece che di orizzonte degli eventi, i fisici parlano spesso di orizzonte apparente. L'orizzonte apparente è, grosso modo, un qualcosa che  somiglia a un orizzonte degli eventi per un periodo finito di tempo. Dal momento che noi possiamo misurare solamente cose che avvengono in tempi finiti, ciò su cui ci interroghiamo, che cerchiamo e che osserviamo è l'orizzonte apparente.

Agli effetti pratici - vale a dire le reali osservazioni di buchi neri astrofisici - la distinzione tra orizzonti apparenti e orizzonti degli eventi è del tutto irrilevante. Ed è per questo che né voi - né, probabilmente, molti giornalisti scientifici - ne avete mai sentito parlare.

L'idea che quando la materia collassa possano formarsi non orizzonti degli eventi veri e propri, ma solo orizzonti degli eventi apparenti che finiscono per svanire non è nuova. Nella letteratura scientifica è oggetto di discussione da una ventina di anni. In un articolo che ho scritto con Lee Smolin, abbiamo discusso la possibilità che non ci siano orizzonti degli eventi, ma solo orizzonti apparenti per ragioni di carattere molto generale. (Si veda la figura 3 dell'articolo e relativa didascalia)

Ma allora che cosa ha detto veramente Hawking? La citazione esatta è:

“L'assenza di orizzonti degli eventi implica che non ci siano buchi neri, nel senso di condizioni da cui la luce non può sfuggire all'infinito.”

Se si definisce un buco nero come uno spazio-tempo con un orizzonte degli eventi, allora l'affermazione è corretta. Ma ci saranno ancora degli oggetti, chiamiamoli “buchi neri apparenti”, che somigliano quasi perfettamente ai buchi neri per tempi che superano di diversi ordini di grandezza la durata di vita dell'universo. E nessuna osservazione attualmente possibile sarà in grado di dire se, per esempio, il centro della Via Lattea ospita un buco nero con un orizzonte degli eventi o un buco nero apparente che somiglia a un buco nero con un orizzonte degli eventi.

Sostanzialmente, ciò che Hawking sta dicendo è di ritenere che un collasso della materia porti solo a un orizzonte apparente temporaneo, e non a un orizzonte degli eventi eterno. Questo è un parere condiviso da molti suoi colleghi (me compresa) e non c'è nulla di nuovo in questa idea.



Cos'ha detto (davvero) Stephen Hawking sui buchi neri
Stephen Hawking durante la cerimonia di apertura dei Giochi Paraolimpici 2012 a Londra (© Julian Stratenschulte/dpa/Corbis)
E' davvero un peccato che questa dichiarazione di Hawking sia stata così fraintesa, dato che ci sono davvero persone che affermano che i buchi neri non esistono. Sostengono che ciò che osserviamo in realtà sono solo oggetti massicci molto scuri che non collassano oltre il loro raggio di Schwarzschild [una distanza associata e proporzionale alla massa di un corpo celeste, N.d.R.] e che hanno una superficie materiale. Si tratta di un'opinione a dir poco minoritaria, perché richiede modifiche sostanziali alla teoria della gravità di Einstein, senza contare che è in conflitto con le osservazioni. Sono sicurissima che non è questo ciò che Hawking intendeva.

Detto questo, “l'articolo” di Hawking è in realtà solo un resoconto di una conferenza tenuta lo scorso anno. E' soprattutto una sintesi delle sue riflessioni sul cosiddetto firewall dei buchi neri, nessuna delle quali ho trovato molto appassionante e straordinaria. Se l'articolo fosse stato scritto da qualcun altro, nessuno vi avrebbe prestato attenzione.

In sintesi, in seguito all'articolo di Hawking non è cambiato nulla nella nostra comprensione dei buchi neri. Circolare, circolare, qui non c'è niente da vedere.

http://www.lescienze.it/news/2014/02/03/news/buchi_neri_hawking_orizzonte_degli_eventi-1992502/

I veleni di Scarpino allarmano Genova.



Testo dell'intervento del M5S in merito al problema del percolato finito nel rio Cassinelle.
Consiglio comunale del 28 gennaioo 2014.
Proprio ieri sera il Movimento 5 Stelle ha registrato una conferenza organizzata con un esperto tecnico del problema di Scarpino, "dal non progetto al percolato", prossimamente in onda sui nostri siti per informare i cittadini, durante la quale la storia della discarica ha delineato una situazione senza scampo che la ventennale politica pd di questa città è riuscita a produrre.
Una discarica, specialmente la vecchia, realizzata su un torrente, quella stessa via d'acqua che oggi pare ribellarsi alla follia di tecnici e politici senza scrupoli che hanno voluto tenere nascosto il problema da essa derivante: il percolato tossico e inquinante.
Improvvisamente (si dice) il rio Cassinelle, sepolto da metri e metri di spazzatura senza alcune protezione e con i residui degli incendi degli anni iniziali della discarica, ha raddoppiato la sua portata, questo viene dato di sapere. E la linea tubiera che dovrebbe portare il percolato al mare senza inquinare il rio Cassinelle e il torrente Chiaravagna non è più sufficiente. Si procede quindi al bypass delle vasche di accumulo, inviando il liquame di scarpino 1 nel rio.
Comunque scopriamo che le assicurazioni della dirigenza di Amiu durante la visita a Scarpino del maggio scorso sul fatto che "il problema del percolato è ormai sotto controllo" non corrisponde a verità.
Lo stesso, diluito al punto di rendere inefficace qualsiasi depurazione per osmosi inversa, e comunque ricco di sostanza come metalli pesanti ed ammoniaca, anche nelle normali condizioni di funzionamento e non in emergenza come adesso, disturba i processi di depurazione dei reflui urbani, per la presenza dell'ammoniaca. Che fine ha fatto il progetto Amiu di "strippare" l'ammoniaca a Scarpino per distillazione, usando il biogas prodotto dalla discarica? Forse è meglio, per Amiu, potersi fregiare di produrre energia elettrica dallo stesso gas, invece che pensare ad un problema di salute pubblica.
E dove finisce adesso tutto questo? In mezzo alle barche del porto turistico di sestri, tra le case di recente costruzione, in un'area che si chiude su se stessa per la presenza di dighe e moli, quindi con il pericoloso effetto di una possibile concentrazione in zona di metalli pesanti sul fondo e si miasmi in aria.
Anche il recente scandalo oggetto di indagine della magistratura ci lascia esterefatti. Non si vuole parlarne, essendo in atto un'indagine, come si usa in questi casi, invece bisognerebbe avere il coraggio di raccontare quanto si sa, di informare le persone, i cittadini, che ogni anno si vedono pelare le tasche da un'azienda che non ha voluto (non "non ha potuto o saputo", non ha proprio voluto adattare la propria raccolta differenziata ai numeri europei, e che riceve dalla regione, invece che un richiamo ufficiale, un aiuto insperato con la proroga dei termini richiesti dal Presidente Claudio Burlando alla conferenza delle regioni ad aprile 2013. Proroga subito fatta propria da Amiu, che invece che partire con la Raccolta Differenziata porta a porta (PAP), come tra l'altro indicato da un nostro odg votato a maggioranza dal Consiglio Comunale, ha prodotto un piano industriale dove parla di continuare a bruciare, furbescamente in casa d'altri, la nostra rumenta sotto la mentitrice forma di "CSS", il Combustibile Solido Secondario, un'altra bugia per indicare il CDR, quello che ben conosciamo. E dico bugia perché il CSS è considerato un prodotto, una specie di cippato industriale, che sarà bruciato in forni inadatti, come cementifici e centrali elettriche. Il business prima della salute, come al solito.
La dirigenza di Amiu ha mentito, lo ha fatto in questi anni parlando di inceneritore come un toccasana, lo abbiamo trovato citato e citato tra i parametri per la purificazione dell'aria (pagina 167 della risposta alla Vas regionale sul Puc, come riscontrato da Legambiente, un refuso che pare più un lapsus freudiano messo nelle mani della dirigenza che spingeva questa corbelleria chiamata incenerimento, gassificazione, insomma distruzione termica). Ricordiamo come anni fa un'inchiesta avesse denotato la presenza di IPA e PCB in discarica, sostanze che inducono mutazioni generiche, e a seguire adesso i numerosi scandali sia amministrativi (dei quali saranno da verificare eventuali ricadute sanitarie). Lo ha fatto adesso, trattando con la leggerezza di un incompetente, ma essendo competente, quindi con doppia colpa, il problema delle vasche, appena sufficienti al contenimento del percolato prodotto in situazioni meteorologiche normali. Amiu, a nostro avviso, sottovaluta ad arte il vantaggio di una RD PAP, che crea posti di lavoro e riduce il volume e il peso dei rifiuti, risolve un problema vero ma che "rischia" di sottrarre importanza al pozzo di San Patrizio chiamato discarica.
Proprio perché non crediamo ad Amiu, da tempo, dai tempi delle lotte contro l'inceneritore, e prima ancora, abbiamo chiesto con un accesso agli atti i risultati delle analisi di Amiu sul percolato, per verificare cosa cercano in quella sostanza, perché come si sa, in chimica "si può trovare ciò che si cerca", e noi vogliamo che i cittadini sappiano se quell'acqua sporca del rio cassinelle possa o meno costituire un rischio per la loro salute.
Ricordiamo che abbiamo chiesto da tempo i dati statistici sulle malattie e le cause di morte nel comune di genova, mappate per quartiere, tipo di malattia, causa di morte, ma questi dati non ci sono forniti. Indagini epidemiologiche di questo tipo fanno paura, rivelano gli scheletri negli armadi, e sono tenute segrete o addirittura non eseguite affatto. Noi le chiediamo, e le avremo, se non dal Comune, potete starne certi tra poco, quando saliremo in regione, manca poco ormai.
Esiste una soluzione al problema del percolato? La conferenza di ieri terminava con "è stato creato un mostro difficilmente domabile". Noi speriamo che ci sia una soluzione.
Solo delle ipotesi, per ora, non conoscendo la situazione idrogeologica di Scarpino 1. Dei pozzi che dall'alto possano succhiare l'acqua prima che questa entri sul fondo della discarica, per cercare di limitare la quantità e la diluzione del percolato. Sono questi gli argomenti che vorremmo vedere nel piano industriale di Amiu, insieme alla PAP, alla RD all'80% entro pochi anni, non un 2020 al 65%, E tante certificazioni di enti terzi, perché si sa che chi "si guarda allo specchio" spesso vede solo quello che crede.
Dopo questo, solo la "soluzione Chernobyl" parebbe risolutiva: un enorma sarcofago che copra la valle e asciughi per sempre la sorgente sotterranea.
Chiediamo quindi le dimissioni dell'intera dirigenza di Amiu, immediate e senza ulteriori indugi, ed invitiamo l'Assessore Garotta a rassegnare le proprie per l'evidente incapacità di tenere le briglie di questa ennesima emergenza.

Cgil-Fiom, Landini risponde alla Camusso: “Richiesta sanzioni è fatto gravissimo”

Maurizio Landini


Il segretario della Fiom risponde alla leader della Cgil, sottolineando che "abbiamo chiesto di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere sugli accordi: una richiesta di democrazia minima".

"Se la Cgil” fosse davvero pronta a denunciare la Fiom agli organi di garanzia del sindacato sull’accordo sulla rappresentanza “sarebbe un fatto gravissimo“. E’ la risposta di Maurizio Landini, segretario della Fiom, alla lettera svelata da Il Fatto Quotidiano con cui Susanna Camusso ha chiesto al Collegio statutario del sindacato di attivarsi contro Landini (leggi il testo) “per appurare se è coerente o consentito che il segretario generale di una categoria, la Fiom-Cgil, affermi che le decisioni del comitato direttivo non sono per lui e per la sua categoria un vincolo”.
Intervenendo a L’economia prima di tutto su Radio1 Rai, Landini ha affermato: “Non ne so nulla, per quello che mi riguarda abbiamo chiesto” alla Cgil “di ottenere che i lavoratori possano votare e decidere sugli accordi. Una richiesta di democrazia minima – spiega il leader Fiom – e se a una richiesta simile ci fosse una risposta della Cgil di questa natura” attraverso gli organi di garanzia del sindacato “sarebbe un fatto gravissimo”. Comunque, ha concluso, “quello che mi interessa è concentrarmi su Electrolux, su Fiat, sui lavoratori in cassa integrazione, su chi è in difficoltà e non ha un lavoro: dobbiamo concentrarci su questi temi”.
Lo scontro tra Landini e Camusso ruota attorno al testo unico di rappresentanza sindacale firmato lo scorso 10 gennaio tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria. “La Cgil non ha accettato la consultazione con i diretti interessati, ovvero i dipendenti a cui sarà applicato il contratto, nonostante lo stesso statuto prevede che gli accordi per essere validi devono essere sottoposti al voto dei lavoratori iscritti“, aveva detto, sottolineando che per questo motivo “la Fiom non si sente vincolata dall’intesa e farà di tutto per reagire alla svolta autoritaria della Cgil”.