domenica 23 febbraio 2014

Federica Guidi.



Per meglio comprendere l''idea di "sviluppo" del nuovo ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, sappiate che la produzione delle aziende di famiglia è stata spostata in Croazia, Romania e India.

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Giancarlo Cancelleri Portavoce a 5 Stelle.



Siamo in piazza a Caltanissetta per una passeggiata, i Portavoce Nazionali e Regionali vengono pacificamente assaliti dai cittadini. Questa è una rivoluzione culturale, spazzeremo via la vecchia politica con un sorriso.

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Governo, Gomez: “Renzi? Un bugiardo, Bruto al suo confronto era Gandhi”.



“Bruto era Gandhi a confronto di quello che ha fatto Matteo Renzi oggi. E’ andato di fronte a tutti e ha licenziato Enrico Letta. Qui ci sono diversi esponenti del Pd che parlano di “governo fantastico” e di “Letta bravissimo” e intanto lo accoltellano. Questi mentono per mestiere”. Lo afferma Peter Gomez, ospite di“Porta a porta”, su Rai Uno. Il direttore de ilfattoquotidiano.it analizza le convulse ore successive alla staffetta Renzi-Letta: “Renzi oggi è un bugiardo: se vediamo le sue dichiarazioni sulla sua lealtà a Letta, ha un’unica possibilità. Quella di far dimenticare agli elettori il fatto di essere un bugiardo, governare a lungo e cercare di governare bene”. E chiede: “Con la stessa maggioranza di adesso è possibile, pur avendo l’orizzonte di 4 anni, pensare davvero di far uscire il Paese dalla palude, come dice lui? Io questa risposta non ce l’ho. So solo che vedendo queste cose mi viene in mente Mark Twain, quando diceva che votare non serve a niente perché, se contasse qualcosa, non ce lo farebbero fare”. Riguardo al futuro del governo Renzi fino al 2018, Gomez spiega che lo spettro della Troika non è così lontano, ergo è assolutamente necessario essere credibili di fronte all’Europa attraverso l’adozione di provvedimenti draconiani contro la corruzione e di alcune scelte mirate: “Ad esempio, un po’ di politica keynesiana si potrebbe fare in questo Paese con la banda ultralarga. Questa è la scommessa di Renzi. Se gli va male, alle prossime elezioni il M5S prende il 51%”. Sul premier uscente, il giornalista afferma: “Letta forse ieri ha pensato di fare una mossa alla Andreotti: ha tirato fuori un programma che di fatto era una fotocopia delle cose che va dicendo in giro Renzi, e ha pensato di portarlo alla direzione Pd per invitare tutti a votare contro il segretario. Poi, all’ultimo, ci ripensa, e al Nazareno nemmeno si presenta. La brutta figura che ha fatto è epocale”  

di Gisella Ruccia

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/02/14/governo-gomez-renzi-bugiardo-bruto-al-suo-confronto-era-gandhi/265958/

La Madia ministro? Vergogna! - Piergiorgio Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi
Alle elezioni del 2008, Walter Veltroni usa le prerogative del porcellum per candidare capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio la sconosciuta ventisettenne Marianna Madia. Alla conferenza stampa di presentazione, agli attoniti giornalisti la signorina dichiara gigionescamente di “portare in dote la propria inesperienza”.
In realtà è una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante. E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoristismo, come dovrebbe.
In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.
Invece di essere cacciata a pedate, viene ripresentata col porcellum anche alle elezioni del 2013. Ma poi arriva il grande Rottamatore, e la sua sorte dovrebbe essere segnata. Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.
La riciclata ora rispolvererà l’argomento che aveva già usato fin dalla sua prima discesa paracadutata in campo: “Non preoccupatevi di come sono arrivata qui, giudicatemi per cosa farò”. Ottimo argomento, lo stesso usato dal riciclatore che dice: “Non preoccupatevi di come ho ottenuto i miei capitali, giudicatemi per come li investo”. Se qualcuno ancora sperava di liberarsi dai rottami e dai riciclatori, è servito. L’Italia, nel frattempo, continui ad arrangiarsi.
Ps. Il seguente commento fornisce un’integrazione essenziale al post:

Il ladro.



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sabato 22 febbraio 2014

La gabbia : ITALIA, UN PAESE IN SVENDITA (25/09/2013)

Andrea Scanzi.



E menomale che Renzi era quello coraggioso, quello furbo: quello del cambiamento. 

Macché: nient'altro che un democristiano 2.0, un Enrico Renzi, un Matteo Letta. 

Un serial bugiardo che mira a cambiare affinché nulla cambi. 
Un Gattopardo ibridato con Peppa Pig. 
Un rottamatore, sì, ma intenzionato a desertificare non il "vecchio" quanto la buona politica, la credibilità e la competenza. 

Parafrasando due delle sue poetesse preferite, Jo Squillo e Sabrina Salerno, "oltre l'ambizione non c'è di più".

Il suo governo è uno strazio così evidente che non ha senso infierire. 


C'è la Mogherini, quella che a L'aria che tira si vantava che loro (il Pd) mai e poi mai avrebbero ridato i soldi pubblici del finanziamento-rimborso ai partiti. 
C'è la Madia, nota inesperta di tutto. 
C'è la Boschi, nota (ma poco) e basta. 
Ci sono Alfano, Lupi e Lorenzin, giustamente felicissimi (solo Renzi poteva allungargli la vita) e vicini al "cambiamento" come Povia a Jimi Hendrix. 
C'è Franceschini, uno che c'è sempre, e la sua sola presenza inamovibile rende pressoché impossibile votare Pd (a meno che non si sia intrisi di un masochismo bulimico). 
Ci sono le lobby: Confindustria, Coop, Cl. 

C'è un dalemiano nel ruolo chiave dell'Economia. 
C'è la civatiana Lanzetta buttata là senza preavviso, giusto per isolare Civati e applicare alla perfezione il Manuale Cencelli, garantendosi quindi i voti di tutte le 812 correnti Pd. 

E c'è soprattutto Orlando, il carismatico e guizzante Andrea Orlando, uno che vorrebbe abolire ergastolo e 41 bis, uno che ha un'idea di giustizia al cui confronto Ghedini è antiberlusconiano. 

Uno che non ci doveva essere, perché Renzi (in una delle sue 2 o 3 idee di pregio avute negli ultimi mesi) voleva il "magistrato in servizio" Gratteri, ma con coraggio di Don Abbondio ha poi obbedito pure lui a Re Giorgio.

Renzi, renziani (verso cui siamo sempre più solidali) e stampa folgorata sulla via di San Matteo da Rignano la meneranno nei prossimi giorni con il 50% di quota rosa, l'esiguo numero dei ministeri che "una roba così solo De Gasperi nel secolo scorso" e l'età media più bassa nella storia della Repubblica Italiana. Tutte cose buone per glorificare le pagliuzze e nascondere le travi. 

La verità è che Renzi era e rimane un restauratore, un gattopardo: un Craxi-Berlusconi senza avere la bravura - anche maligna - di entrambi. Più che un Renzi I, questo è un Letta 2 o un Napolitano 3. Un rimpasto alla democristiana con supercazzola annessa, scappellamento a destra e qualche antani prematurato per indorare la pillola a un elettorato sempre più vilipeso (che pare accettare quasi tutto). Renzi voleva essere il nuovo Blair, ma sembra più che altro il vecchio Rumor. Meno preparato, però.

https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482