lunedì 17 novembre 2014

Tra i boia dell'Isis due ventenni europei, un inglese e un francese.

lo studente britannico Nasser Muthana

Foto 1
 Il "boia" francese sarebbe Maxime Hauchard

Uno studente britannico di medicina sarebbe tra i jihadisti dell'Isis che hanno ucciso a sangue freddo 17 soldati ostaggi dello Stato islamico. Secondo il Daily Mail, si chiama Nasser Muthana, 20 anni, e lo avrebbe riconosciuto il padre dal video dell'esecuzione pubblicato su YouTube.  
Nel video dell'esecuzione di gruppo, Nasser, originario di Cardiff, appare di fianco a 'Jihadista John', il miliziano dall'accento inglese ritenuto l'esecutore delle decapitazioni di cinque ostaggi occidentali, l'ultimo dei quali è stato l'americano Peter Kassig. ''Non sono del tutto certo ma assomiglia proprio a lui - ha detto Ahmed, il padre di Nasser Muthana - Deve temere Allah per aver ucciso persone''. ''Non lo perdonerò - ha aggiunto il padre - deve essere malato di mente''
Ministro Interno Parigi, un cittadino francese tra i boia jihadisti
E' ''molto probabile" che fra i "boia" dell'Isis protagonisti delle ultime decapitazioni ci sia anche un francese. Lo ha detto questa mattina il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve. 
ll "boia" francese sarebbe Maxime Hauchard, 22 anni, nato in Normandia e convertito all'islam prima di partire, nell'agosto 2013, verso la Siria. Prima di questa esperienza, Hauchard avrebbe soggiornato in Mauritania nel 2012. "Al di là della condanna di questi innominabili crimini - ha detto Cazeneuve - lancio un appello solenne e con la massima gravità a tutti i nostri compatrioti e soprattutto ai giovani, che sono l'obiettivo privilegiato della propaganda terroristica, affinché aprano gli occhi sulla terribile realtà delle azioni di Daesch e dei gruppi affiliati, che schiavizzano, martirizzano e uccidono".

domenica 16 novembre 2014

Luminare italiano inventa lo scanner che scopre i tumori appena formati: il macchinario da Nobel solo in due ospedali campani.

scanner  630

Il professor Clarbruno Vedruccio ha inventato uno strumento rivoluzionario, poco ingombrante, portatile, che si può usare ovunque e che non necessita di mezzi di contrasto radioattivi, lastre fotografiche o altro materiale di consumo. Un’apparecchiatura che si compra con 50.000 euro, contro i 3-4 milioni di euro di una macchina per la risonanza magnetica, i 2 milioni di una Pet e il milione e mezzo di una Tac, tutt’e tre con costi di gestione elevatissimi. 
Il Bioscanner, nome commerciale Trimprob, è formato da un tubo lungo 30 centimetri che permette di scoprire i tumori non appena cominciano a formarsi. 
Una sonda elettromagnetica che vede qualsiasi infiammazione dei tessuti. 
Un esame che dura appena 2-3 minuti, non è invasivo, non provoca dolore o disagi al paziente, e fornisce immediatamente la risposta. 
Un test innocuo, ripetibile all’infinito e senza togliersi i vestiti, che ha una precisione diagnostica come minimo del 70% ma, se eseguito da mani esperte, può arrivare anche al 100% di attendibilità. 
Ma allora, perché non lo troviamo in tutti gli ospedali? 
In realtà il Ministero della Salute lo ha inserito nel repertorio dei dispositivi medici del Servizio sanitario nazionale, il professor Umberto Veronesi lo ha sperimentato nel suo Istituto europeo di oncologia di Milano e ne ha decantato la validità ed è stato utilizzato per diagnosi effettuati a pazienti illustri quali Beppe Grillo
Difatti anche quest’ultimo si è chiesto come mai non si sia diffuso oggi nel mercato. Eppure, già diversi anni fa la Galileo Avionica, società del colosso Finmeccanica, ha annunciato la chiusura della Trim Probe Spa, l’azienda che lo produceva e lo commercializzava. 
Questa è la tristissima storia del professor Clarbruno  Vedruccio, l’inventore del bioscanner, laureato in fisica e in ingegneria elettronica negli Stati Uniti, già collaboratore dell’Istituto di fisica dell’atmosfera del Cnr a Bologna e docente di metodologia della ricerca all’Università di Urbino, che nei tempi presenti avrebbe meritato i premi Nobel per la fisica e la medicina fusi insieme, come stanno chiedendo diverse petizioni on-line, ma che al momento ai più, resta addirittura sconosciuto. 
In Campania infatti solo due strutture ospedaliere dispongono del moderno macchinario, nessuno a Napoli bensi a Benevento nella “Nuova Clinica S.Rita Benevento” ( Viale Mellusi, 103, Tel 0824.311475, fax 0824.311489 medico referente dr. Giuseppe Sepe, indirizzo mail per prenotazioni giuseppesepe44@libero.it ) e a Maddaloni (Caserta) nella Clinica San Michele (Tel: 082.3208111, medico referente dr. Giuseppe Sepe, indirizzo mail per prenotazioni giuseppesepe44@libero.it )

Hawaii: un fiume di lava spaventa Pahoa. - Marta Brambilla Pisoni



Il vulcano Kilauea, sulla Grande Isola delle Hawaii, è uno dei più attivi al mondo. Da giugno un fiume di lava, che si muove alla velocità di 9 m/h, minaccia la città rurale di Pahoa. E ora la situazione si è fatta preoccupante. Le autorità hanno allertato i residenti a tenersi pronti a una possibile evacuazione

http://video.repubblica.it/mondo/hawaii-un-fiume-di-lava-spaventa-pahoa/181476/180277

sabato 15 novembre 2014

Protone, elettrone, neutrone.



https://www.facebook.com/scienze.fanpage/photos/a.271267979647104.59937.191402287633674/689676517806246/?type=1&theater

Sta succedendo a Genova, e' terrificante...guardate!

De Girolamo vicepresidente Giunta autorizzazioni. M5S: “Ma è indagata”.



La deputata del Nuovo centrodestra succede ad Antonio Leone, eletto al Csm. Ma è accusata di abuso d'ufficio, truffa e turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sulla Asl di Benevento. I 5 stelle: "Controllori e controllati che diventano la stessa persona".

Nunzia De Girolamo vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a Montecitorio. La deputata del Nuovo centrodestra è indagata per abuso d’ufficio, truffa e turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sulla Asl di Benevento. La sua nomina è arrivata dopo che Antonio Leone, prima vicepresidente, è stato eletto nel Consiglio superiore della magistratura. La decisione ha sollevato alcune polemiche visto il ruolo della giunta che è chiamata a giudicare su richieste di indagini, arresti e intercettazioni relative ai parlamentari. Critico il Movimento 5 stelle: “Decisione che mostra il volto peggiore di questa classe politica”.
Solo qualche ora prima, c’era stato uno scontro in giunta, anche se questa volta al Senato, per la decisione della maggioranza di salvare il senatore Antonio Azzollini e di fermare l’utilizzo delle registrazioni che lo riguardano nell’inchiesta sul porto di Molfetta. “La De Girolamo”, continuano i 5 stelle, “è attualmente sotto indagine nel secondo filone d’inchiesta scaturito dalle conversazioni registrate da Felice Pisapia, ex responsabile economico dell’Asl di Benevento. Autorizzerà il suo arresto nel prossimo futuro? Siamo all’apice delle contraddizioni. Il pieno sconcerto e la mancanza di qualsiasi etica politica. Controllori e controllati che diventano la stessa persona. Indagati che diventano vice presidenti della Giunta che autorizza a sua volta l’arresto di un deputato. Ci chiediamo chi possa aver mai voluto questa nomina così assurda e indegna”.
Chi difende la De Girolamo è il presidente della Giunta Ignazio La Russa: “Non ci sono stati e non ci sono nemmeno in prospettiva, elementi per un procedimento di competenza della Giunta per le autorizzazioni (che peraltro esprime solo una proposta all’Aula) a carico dell’onorevole Nunzia De Girolamo. La nomina a vicepresidente è avvenuta a larghissima maggioranza. Trovo pertanto inutile la polemica sollevata da alcuni membri della Giunta i quali sanno benissimo che, anche laddove si dovessero manifestare situazioni di conflitto d’interesse, ne deriverebbe da parte dell’eventuale interessato il dovere di astensione dal voto”.
Viene lo sgomento....come facciamo a sopportare questo marciume?

"Troppo sangue infetto": l'Europa condanna l'Italia „

"Troppo sangue infetto": l'Europa condanna l'Italia

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E' la seconda volta che il nostro Paese viene condannato dalla Corte di Strasburgo sul tema: la prima sentenza obbligava lo Stato a pagare i 60mila infettati.



"Troppo sangue infetto": l'Europa condanna l'Italia
a Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha di nuovo condannato il nostro paese, ma stavolta le carceri non c'entrano: lo Stato dovrà risarcire gli oltre 60mila pazienti a cui è stata somministrata una trasfusione con sangue infetto. 

La Cedu ha stabilito che lo Stato deve versare a tutti gli infettati l'indennità integrativa speciale prevista dalla legge 210/1992. Non è la prima volta che i giudici di Strasburgo si esprimono su questo tema: la prima volta era stato nel 2013 e il tutto era partito da un esposto presentato da 162 pazienti  che avevano contratto hiv, epatite B o C dopo una trasfusione o somministrazione di emoderivati. 
Soddisfatta l'associazione Politrasfusi (Api) perché adesso "i cittadini infettati ricevono un indennizzo, sulla base della legge 210 del 1992, pari a un minimo di circa 540 euro al mese. Ma grazie alla sentenza percepiranno cento euro in più". 


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