lunedì 2 marzo 2015

Usa, allarme per un batterio killer fuoriuscito da un laboratorio di New Orleans.



"Burkholderia pseudomallei" causa la meliodosi e si può trasmettere all'uomo dal semplice passaggio di roditori infetti.

WASHINGTON  - E' allarme in Louisiana. Dal laboratorio di ricerca Tulane National Primate Research Center di Covington a circa 80 km a nord di New Orleans è fuoriuscito a novembre all'esterno un batterio altamente infettivo e spesso letale. A dare la notizia è stato il quotidiano USA Today, il quale, nonostante le autorità abbiano garantito che non ci sono rischi per il pubblico, sottolinea che resta incerta al momento la portata della contaminazione e che di 4 scimmie che si sono ammalate, due sono state uccise. Non solo. Un ispettore federale si è ammalato a sua volta dopo aver visitato la struttura.

Il batterio si chiama "Burkholderia pseudomallei": è un batterio gram negativo che causa la meliodosi (che si manifesta come un'infezione tubercolare opportunistica in soggetti indeboliti da altri disturbi ed ha una mortalità tra il 14 ed il 40%). E' una malattia contagiosa nei topi ma che si può trasmettere all'uomo attraverso cibo e bevande contaminate dal semplice passaggio di roditori infetti.

Nonostante le autorità della Lousiana siano rassicuranti il "Burkholderia pseudomallei" è classificato come un potenziale "agente (chimico) impiegabile in attacchi di bio-terrrorismo". Il batterio è endemico nel sud-est asiatico, specialmente in Thalandia e nell'Australia settentrionale. Sembra che i tecnici stessero lavorando ad un vaccino testato sulle scimmie quando è riuscito a superare le difese del laboratorio.


http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/02/news/usa_allarme_per_un_batterio_killer_fuoriuscito_da_un_laboratorio_di_new_orleans-108521753/

“Le cellule possono tornare indietro nel tempo” conquista il Nobel per la medicina 2012.

Il Nobel per la Medicina 2012 premia la scoperta sulla riprogrammazione cellulare dell’inglese John B. Gurdon e il giapponese Shinya Yamanaka. I due scienziati hanno dimostrato come le cellule mature e specializzate possono essere riprogrammate per trasformarsi e regredire allo stato di cellule indifferenziate capaci di “ritrasformarsi” in qualsiasi altra cellula dell’organismo.
Tornare indietro nel tempo: si può. Almeno per le cellule. Questo è il senso della scoperta di John Gurdon e Shinya Yamanaka, che gli è valsa il premio Nobel per la Medicina 2012. I due scienziati hanno scoperto che le cellule mature e con funzioni ben definite possono essere riprogrammate e fatte regredire a cellule immature, capaci di differenziarsi in qualsiasi altra cellula dell’organismo. «I loro studi – come si legge sul comunicato stampa del Karolinska Institutet, prestigioso centro di ricerca svedese che ogni anno dal 1901 assegna il premio Nobel per la Fisiologia o Medicina – hanno rivoluzionato la nostra conoscenza sullo sviluppo delle cellule e dell’organismo».
Il professore e ricercatore britannico e il collega giapponese sono stati premiati per aver scoperto che le cellule adulte e specializzate possono essere riprogrammate per diventare immature e pluripotenticapaci cioè di trasformarsi per sviluppare qualunque tessuto del corpo umano. Una scoperta, questa, che ha completamente rivoluzionato le teorie preesistenti sulla specializzazione cellulare. Ora sappiamo che le cellule adulte non devono necessariamente essere confinate per sempre alla specializzazione raggiunta, ma possono essere riprogrammate, con enormi benefici per lo studio e lo sviluppo di nuovi metodi diagnostici e terapeutici di moltissime patologie.
Tutti noi ci sviluppiamo a partire da una cellula uovo fecondata. Durante i primi giorni dal concepimento, l’embrione è costituito da un gruppo di cellule immature, ciascuna delle quali è in grado di svilupparsi in potenzialmente tutti i tipi di cellule che formano un organismo adulto. Queste cellule sono chiamate cellule staminali pluripotenti.
Mano a mano che l’embrione si sviluppa, queste cellule danno origine per esempio, alle cellule nervose, muscolari, del fegato, e a tutti gli altri tipi di cellule specializzati per assolvere a un determinato compito all’interno di un organismo adulto.
Il viaggio che porta una cellula immatura a specializzarsi era finora considerato unidirezionale: si pensava cioè che non fosse più possibile, per una cellula adulta ritornare allo stadio di cellula immatura e pluripotente.
Prima di questa scoperta si sapeva che l’embrione, nato dalla fecondazione, era formato da cellule indifferenziate e immature, in grado di “trasformarsi” in qualsiasi cellula dell’organismo maturo. Queste cellule, chiamate totipotenti, man mano che l’embrione si sviluppa, acquistano delle funzioni definite e si specializzano, diventando cellule muscolari, neuroni, cellule dell’epidermide e così via, fino a coprire tutte le funzioni necessarie all’organismo adulto. La scoperta di Gurdon e Yamanaka ha dimostrato che la differenziazione che avviene nel corso dello sviluppo in realtà non è unidirezionale, come si pensava, ma reversibile. Il che significa che una qualsiasi cellula matura del nostro organismo può essere fatta regredire a cellula totipotente, e trasformata in qualsiasi altra cellula matura e differenziata.
Il primo passo avanti fu fatto da Gurdon nel 1962 con un esperimento sulla rana, con cui spezzò il dogma per cui una cellula specializzata ha un solo destino e può diventare un solo tipo di cellula. Al contrario, anche quando diventa matura, una cellula conserva al suo interno tutte le informazioni necessarie per differenziarsi in qualsiasi altra cellula dell’organismo. Gurdon lo verificò sostituendo il nucleo di una cellula uovo di una rana con quello di una cellula matura, intestinale, prelevata da un girino. L’uovo si sarebbe poi sviluppato in un girino sano nonostante il nucleo introdotto fosse già differenziato. Dimostrazione del fatto che il nucleo della cellula matura non aveva perso la sua capacità di guidare lo sviluppo di un organismo funzionale. La scoperta in seguito fu studiata e sviluppata fino a portare alla tecnica di clonazione dei mammiferi, anche criticata in passato.
Quarant’anni dopo, Yamanaka completò la scoperta lavorando sulle cellule staminali embrionali (cellule staminali pluripotenti che sono isolate dall’embrione e coltivate in laboratorio), isolate per la prima volta dai topi grazie a Martin Evans (Premio Nobel 2007). Yamanaka cercò, infatti, di trovare i geni responsabili dello stato di indifferenziazione della cellula, e una volta individuati li testò introducendoli con varie combinazioni all’interno delle cellule mature, fintanto che non riuscì a ottenere una cellula staminale pluripotente. La scoperta fu pubblicata nel 2006 e fu subito considerato un importante passo avanti. Yamanaka, a differenza di Gurdon, aveva direttamente fatto regredire una cellula pluripotente, senza dover rimuovere il nucleo cellulare, trasferendolo in un’altra cellula.
Inutile dire che la scoperta ha importanti conseguenze sulla ricerca scientifica in campo medico, sia perché ha fornito dei nuovi e utili strumenti per la ricerca di base sia perché ha portato a notevoli progressi in molti settori della medicina. Le cellule staminali pluripotenti indotte (induced pluripotent stem cells o iPS cells) possono anche essere preparate da cellule umane e potrebbero rivelarsi degli strumenti preziosi per la comprensione dei meccanismi delle malattie. Le cellule ottenute da pazienti con determinate malattie, infatti, possono essere fatte regredire e il loro sviluppo confrontato con quello delle cellule di individui sani, in modo da capire il meccanismo che determina la malattia e sulla base di questo individuare nuove terapie mediche.

Troppi farmaci, sempre più anziani ritornano in ospedale.



Spesso a causa di troppi farmaci, sempre più anziani ritornano in ospedale entro tre mesi dal primo ricovero: a lanciare l’allarme sono i medici italiani.
I dati raccolti nel registro Reposi (Registro poli terapie Simi) della Società italiana di medicina interna, istituto Mario Negri e Politecnico di Milano lanciano l’allarme sui degenti anziani: sei pazienti su dieci sono esposti al rischio di interazioni e reazioni pericolose per la salute a causa di prescrizioni inappropriate ed eccessive.

Secondo i risultati registrati dall’istituto Mario Negri, in Italia è sempre più rilevante il cosiddetto “effetto porte girevoli”, che spinge una volta su cinque l’anziano a rientrare in ospedale entro tre mesi dal primo ricovero a causa di un eccesso di farmaci (in generale tornano in ospedale 10 su 100).

Solitamente, la metà degli over 65 prende abitualmente oltre cinque farmaci, ma dopo un ricovero ospedaliero il numero di medicine da assumere aumenta ancora di più e la maggior parte degli anziani si trova a dovere gestire sei tipi di medicinali da prendere ogni giorno. Un eccesso di assunzioni, che spesso riporta l’ammalato in ospedale a causa di un’overdose di medicinali.

Talvolta, le prescrizioni non sono necessarie, e anzi nocive:dopo le dimissioni al 24% degli anziani viene prescritto un antidepressivo (utili i videogames) senza che vi siano segni di un disturbo dell'umore, mentre al 63% viene prescritto un gastro protettore indipendentemente dalle necessità.

Il registro Reposi include al momento 5mila anziani (ma 2milioni di pensionati rinunciano a curarsi) che sono stati ricoverati in 95 centri internistici e geriatrici in tutta Italia. “I nostri dati confermano la grande prevalenza di malattie croniche, che riguardano il 38% degli over 65 e arrivano al 64%fra gli over 85 - spiega Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico del Policlinico di Milano - Alcuni farmaci, ad esempio,aggravano una delle malattie già esistenti e spesso la comparsa di complicazioni o nuovi sintomi viene interpretata come lo sviluppo di nuove malattie. E questo innesca nuove prescrizioni. Bisogna lavorare per capire come tagliare i medicinali inutili e inappropriati”.

Scoperta la struttura del DNA. (sabato 28 febbraio 1953 (62 anni fa)



Scoperta la struttura del DNA«Abbiamo trovato il segreto della vita!» L'annuncio trionfale del biologo Francis Crick sorprese i clienti dell’Eagle Pub di Cambridge, ignari che quella scoperta avrebbe dato un nuovo corso alla ricerca scientifica e maggiori speranze a milioni di pazienti affetti da malattie genetiche.

Le leggi di Mendel sull'ereditarietà avevano fornito la chiave dell'esistenza di un preciso codice genetico, già nel 1865. Da allora si erano fatti ulteriori passi in avanti in questo campo, grazie all'introduzione di nuovi metodi d'indagine. Fondamentale in tal senso si era rivelata la cristallografia a raggi X ideata da William Henry Bragg: una tecnica che permise di approfondire la struttura ed il funzionamento di molte molecole biologiche, tra cui gli acidi nucleici presenti nel DNA.

I primi a sfruttarla efficacemente furono Oswald Theodore Avery, Colin MacLeod e Maclyn McCart che nel 1944 riuscirono a dimostrare che i cromosomi, portatori dei caratteri ereditari, sono costituiti da catene di acido desossiribonucleico (DNA) e che è, pertanto, quest'ultimo il responsabile della trasmissione dei caratteri, necessari alla vita di un organismo. All'inizio degli anni Cinquanta si sapeva quasi tutto del DNA, tranne che forma avesse. 

Il 1953 fu l'anno decisivo per l'aggiunta dell'ultimo prezioso tassello. In quell'anno la biologa inglese Rosalind Franklin, ricercatrice al King's College di Londra, riuscì nell'impresa di fotografare il modello base della molecola del DNA, grazie alla tecnica della diffrazione dei raggi di X di Bragg. L'immagine, passata alla storia come Foto 51, finì nelle mani del direttore del laboratorio Maurice Wilkins che la mostrò a due colleghi del celebre Cavendish Laboratorydi Cambridge.

I due, Francis Crick e James Watson, colsero l'occasione al volo e la utilizzarono per portare a termine le loro ricerche. Si arrivò così allo storico annuncio di Crick all'Eagle Pub, cui seguì un articolo sull'autorevole rivista Nature, che il 25 aprile dello stesso anno mostrò al mondo accademico «il segreto della vita»: il modello a doppia elica della molecola di acido desossiribonucleico. L'immagine ritraeva due filamenti con uno scheletro formato da molecole di zucchero (desossiribosio), unite tra loro da molecole di acido fosforico e avvolte intorno a un asse centrale, disegnando così un’elica.

In quel documento non si accennava minimamente ai meriti della povera Rosalind, che quattro anni dopo morì di cancro contratto per l'eccessiva esposizione alle radiazioni dei raggi X. Il suo nome rimase nell'ombra anche nel 1962 quando a Wilkins, Watson e Crick fu consegnato il Premio Nobel per la Medicina«per le loro scoperte sulla struttura molecolare degli acidi nucleici e l’importanza nel trasferimento dell'informazione genetica nella materia vivente».


http://www.mondi.it/almanacco/voce/208009

I sette nani...



E chi non li vorrebbe? 

https://www.facebook.com/BirikinaOfficial/photos/a.10150240711728278.365866.99179278277/10152831755633278/?type=1&theater

domenica 1 marzo 2015

Vitalizio ai condannati.



La vergogna di questo Paese. I condannati per Mafia ricevono il vitalizio dallo Stato: oltre 4000 euro al mese. I pensionati onesti muoiono di fame. CONDIVIDETE la foto, è uno schifo assoluto!

https://plus.google.com/u/0/113620432077106560570/posts/Ba452Agh5pT?pid=6120813516917689362&oid=114477408630979351070

sabato 28 febbraio 2015

Sicilia, i vitalizi passano di padre in figlio. Ex onorevoli più costosi di quelli in carica. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, i vitalizi passano di padre in figlio. Ex onorevoli più costosi di quelli in carica

In 117 casi gli assegni della Regione sono passati ai congiunti degli ex deputati defunti. Tra questi, la moglie di Elios Costa, eletto nel 1947 e non rinnovato nel 51. Oppure Franco Bisignano, primo dei non eletti nel 1976: all'Ars non ha mai messo piede, ma dopo una battaglia legale durata 15 anni si è visto riconoscere la titolarità del seggio. Il suo assegno è percepito dalla moglie. In tutto gli ex deputati costano 17 milioni l'anno, uno in più di quelli in attività.

L’avvocato trapanese Elios Costa fu eletto all’Assemblea Regionale Siciliana con 14mila voti. Era il 1947, il presidente del consiglio si chiamava Alcide De Gasperi, George Marshall non aveva ancora presentato al mondo il suo celebre piano di aiuti economici per l’Europa, e quella era la prima legislatura del parlamento siciliano in epoca repubblicana. Costa rimase all’Ars solo tre anni, non venne rieletto nel 1951, e a Palazzo dei Normanni non mise più piede. Forse non avrebbe mai immaginato che quei tre anni da deputato regionale avrebbero fruttato più di duemila euro al mese di vitalizio: assegno che dopo la morte di Costa, viene percepito dalla moglie. Solo uno dei 117 casi in cui il vitalizio dell’Ars viene erogato a coniugi o figli di ex deputati grazie alla reversibilità: in totale costano 522mila euro al mese, 6 milioni e duecentomila euro l’anno. Tutto secondo legge, dato che gli ex deputati dell’Ars hanno diritto al vitalizio anche se sono stati in carica per pochi mesi (a patto di riscattare il resto degli anni fino a completare una legislatura intera), e dopo la morte hanno la possibilità di girare l’assegno ai coniugi o ai figli, a patto che questi ultimi siano “in stato di bisogno”.
Capita così che per quei pochi anni trascorsi all’Ars da Costa nel dopoguerra, Palazzo dei Normanni debba riconoscere ogni mese il vitalizio alla moglie, anche ora che dall’elezione dell’avvocato trapanese sono trascorsi quasi settant’anni. Lo stesso assegno arriva ogni mese alle vedove di Michele Semeraro, eletto nel Blocco del Popolo, e di Francesco Lanza di Scalea, che a Palazzo dei Normanni entrò invece sotto le bandiere del Blocco liberarale democratico qualunquista: dopo soli tre anni da deputati, si sono assicurati un assegno mensile quasi perpetuo. Si dovrà accontentare di appena mille euro invece Anna Rosa Baglione, rimasta da poco vedova di Franco Bisignano, che all’Ars neanche ci mise mai piede. Si candidò nel 1976 con il Movimento Sociale Italiano, fu il primo dei non eletti e rimase fuori dal Parlamento Regionale. Bisignano però, come racconta l’edizione palermitana diRepubblica, non si arrese: iniziò a farsi chiamare “onorevole” (anche se era soltanto sindaco del minuscolo comune di Furnari, nel messinese) e cominciò una guerra a colpi di carta bollata contro Antonino Fede, eletto al suo posto, ma non residente in Sicilia.
Alla fine nel 1996 il tribunale gli dà ragione: solo che la legislatura si è conclusa da “appena” 15 anni. Poco male però: a Bisignano viene concessa comunque la liquidazione e il vitalizio, che adesso passa alla vedova. L’agricoltore Carmelo Antoci, reduce della guerra d’Africa, trascorse all’Ars le prime due legislature, dal 1947 al 1955: da 36 anni, e cioè dal 1978 data della morte dell’ex onorevole, il vitalizio arriva puntuale ogni mese alla sorella. Dopo anni di segretezza dovuti a non meglio specificati motivi di privacy, l’Ars ha deciso di pubblicare on line i dati relativi ai vitalizi erogati. Si scopre così che i deputati ancora in vita che percepiscono un assegno da Palazzo dei Normanni sono 180 e costano 902mila euro al mese, quasi undici milioni l’anno. In pratica tra assegni di reversibilità e vitalizi diretti, gli ex parlamentari siciliani costano ogni anno più di quelli in carica, che invece, dopo la spending review imposta dal governo Monti, pesano sul bilancio di Palazzo dei Normanni per “appena” sedici milioni l’anno. Fino al 2011, tra l’altro, il vitalizio erogato dall’Ars era cumulabile con altre pensioni, o vitalizi legati ad altre cariche elettive.
È il caso di Calogero Mannino, l’ex ministro democristiano attualmente imputato nel processo sulla Trattativa Stato – mafia, che percepisce in totale diecimila e cinquecento euro al mese dalla Camera dei deputati e dall’Assemblea regionale siciliana. Arriva ai tredicimila euro tondi, invece, il bonifico mensile sul conto di Emanuele Macaluso, il leader dei miglioristi del Pci, ex senatore ed ex deputato regionale. È stato cancellato dalle liste del Pd perché considerato “impresentabile”, invece, Mirello Crisafulli: ciononostante arriva a guadagnare quasi settemila euro al mese dopo gli anni trascorsi tra Palazzo dei Normanni e Palazzo Madama. Non incassa il doppio vitalizio Salvatore Caltagirone di Alleanza Nazionale: secondo il sito dell’Ars, a palazzo dei Normanni trascorse solo quattro mesi, uno scampolo finale della dodicesima legislatura. Quanto basta per intascare tremila euro al mese di vitalizio.