L'inchiesta riguarda il trasferimento da Enna del prefetto Fernando Guida, che aveva avviato le procedure sfociate nel commissariamento della fondazione Kore, a cui fa capo l'omonima università. Grande sponsor dell'ateneo è stato l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli, anche lui indagato. Alfano: "Caso superato e smentito dai fatti. Decisione condivisa con l'interessato".
“In data odierna questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati”, si legge nell’avviso notificato ai quattro indagati dall’ufficio inquirente capitolino. Il fascicolo dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale e dal sostituto Roberto Felici, è stato trasmesso l’uno febbraio scorso al tribunale dei Ministri. Il reato ipotizzato sarebbe stato commesso il 23 dicembre del 2015, quando il consiglio dei ministri aveva richiamato da Enna il prefetto Fernando Guida, spostandolo ad Isernia.
Un vero e proprio caso dato che quel trasferimento era assolutamente inatteso: Guida, infatti, era arrivato in Sicilia nel gennaio del 2014, meno di due anni prima, e cioè il termine minimo utilizzato normalmente prima di destinare ad altro incarico i prefetti. Tra l’altro il cdm non solo aveva spostato Guida a sorpresa, ma evitato di nominare un nuovo prefetto che ne prendesse il posto. È per questo motivo che, come aveva anticipato ilfattoquotidiano.it, quel trasferimento rischiava di azzerare uno dei provvedimenti più delicati compiuti da Guida a Enna: e cioè il commissariamento della fondazione Kore, che designa il presidente dell’omonima università cittadina.
Le sorti dell’ateneo di Enna sono da sempre state molto a cuore a Crisafulli, il ras politico locale, l’ex parlamentare cancellato dalle liste per le politiche del 2013 perché considerato impresentabile dal collegio dei garanti del Pd. “Chi vuole commissariare la Kore è un bandito, chiaro?”, era stato lo sfogo dell’ex senatore dem, che aveva perso il suo notissimo self control. Il 18 dicembre 2015, infatti, il prefetto Guida aveva avviato il procedimento di commissariamento della fondazione universitaria, ma appena cinque giorni dopo era stato sollevato dal suo incarico. L’indagine della procura capitolina punta proprio a fare luce su questo passaggio: perché Alfano e Bubbico si sono attivati per spostare l’ex prefetto ennese a tappe forzate, evitando anche di nominare il suo successore? C’è stato per caso un qualche interesse di Crisafulli, e del suo fedelissimo Salerno, affinché Guida non portasse a termine il commissariamento della fondazione? Nonostante tutto, alla fine l’iter prefettizio era comunque andato fino in fondo: a fine gennaio, infatti, il vice prefetto vicario di Enna Tania Giallongo aveva decretato l’azzeramento di tutte le cariche della fondazione, nominando tre commissari per la durata minima di sei mesi.
È per questo che adesso il ministro dell’Interno si difende dalle accuse sostenendo che “la vicenda di cui si parla è un caso nato morto, superato e smentito dai fatti”. “Il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in via del tutto ordinaria insieme a tanti altri”, afferma Alfano, “senza avere ricevuto sollecitazione o pressione alcuna, e con la piena condivisione dell’interessato, come da nostra prassi ove possibile; l’avvio della procedura di commissariamento della fondazione da parte del prefetto era già avvenuta con la piena consapevolezza e input da parte mia e da parte degli uffici da me guidati; il vice prefetto vicario, durante la sua reggenza, ha ovviamente provveduto a completare l’opera e, infatti, il commissariamento è stato effettuato il 30 gennaio”, dice Alfano, che nei mesi scorsi era stato chiamato in causa anche dall’ex procuratore di Enna Calogero Ferrotti. “L’allontanamento di Guida è un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”, era stato il violento j’accuse del magistrato, che adesso è andato in pensione.
“Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un’indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti contro chi stava conducendo quelle indagini nel pieno rispetto delle regole e senza alcun clamore mediatico”, era invece la denuncia Sergio Lari, procuratore generale di Caltanissetta. “Il procuratore di Enna, che è andato in pensione – spiega sempre il ministro dell’Interno – aveva polemizzato con me per il trasferimento del prefetto proprio alla vigilia del suo meritato riposo. Se avesse avuto la pazienza di aspettare i tempi dell’iter amministrativo di esclusiva competenza della prefettura, avrebbe visto la conclusione da lui desiderata”. La palla passa ora al tribunale dei ministri.