giovedì 30 giugno 2016

Stuprata dal branco a 16 anni: ora le danno della "troia" su facebook. - Claudia Sarritzu

Foto di repertorio

Ecco cosa deve sopportare una ragazzina di Salerno.

Lo stupro di una donna non finisce mai nel momento in cui il mostro, o i mostri come in questo caso escono dal suo ventre. Continua durante gli interrogatori in caserma, le visite mediche in ospedale dove cercano (spesso con modi inumani) di capire se sei una pazza bugiarda. Continuano nello sguardo di chi osserva e cerca di trovare una causa scatenante, come se la violenza avesse sempre una colpa. Lo stupro si consuma in ogni "però, ma, forse, perché”. O ancora più esplicitamente con frasi come questa che violentano più in profondità la vittima, violentano un intero genere. Ogni volta che questa frase viene pronunciata tutte le donne del mondo ricevono uno schiaffo mortale: "Avete visto bene come quella si concia e se ne va in giro?".

Ecco cosa deve sopportare la 16enne di Salerno che pochi giorni fa era stata violentata dal branco in un garage a San Valentino Torio. Oggi è costretta a subire un'altra aggressione: una valanga di insulti sul suo profilo Facebook.

A riportarli è “Il Mattino” che ben scrive "frasi in piena sintonia con le tante in corsa libera nello stupidario incontrollato dei social forum, digitate da compagni di scuola, adolescenti amici dei cinque o anche conoscenti della ragazza, in vena di commenti carichi di minaccioso scherno verso di lei, e sfruttando l'occasione validi come messaggi espliciti nei confronti di tutte le altre perché se ne stiano avvisate: “Se fate le troie, questo meritate". 

Ovviamente a insultare la ragazzina sono soprattutto i maschi. Gli amici, parenti e conoscenti dei 5 minorenni arrestati per lo stupro, che vorrebbero così "ribaltare i ruoli e far apparire colpevole la vittima" afferma il  quotidiano.

In un paese fatto di genitori che permettono ai figli minorenni di scrivere sui social affermazioni così violente e criminali, che giustificano un reato terribile, non ci si può certo stupire che quelle 5 belve esistano. Noi siamo quello che respiriamo, vediamo, ascoltiamo, sentiamo. Siamo l’educazione che la società e la famiglia ci offrono.

Proporrei non solo pene severe per i 5 delinquenti, ma un corso accelerato di umanità a chi ha cresciuto figli mostri che stuprano e se ne vantano. Un genitore che giustifica un figlio criminale è più criminale e pericoloso del figlio stesso.

E' badate bene, anche il giorno in cui la nostra società non colpevolizzerà più la donna vittima, uno stupro è un dolore che dura una vita. Un ergastolo che non può valere un paio di anni di carcere e permessi premio. 

Il Brexit ridistribuisce la geopolitica globale. - Thierry Meyssan



Nulla potrà più impedire il collasso UE. Tuttavia, in gioco non è la stessa UE, ma tutte le istituzioni che permettono il dominio USA nel mondo.

Mentre la stampa internazionale cerca un qualche modo per rilanciare la costruzione europea - sempre senza la Russia e ora senza il Regno Unito - Thierry Meyssan è convinto che nulla ormai potrà più impedire il collasso del sistema. Tuttavia, sottolinea, ciò che è in gioco non è la stessa Unione Europea, ma tutte le istituzioni che permettono il dominio degli Stati Uniti nel mondo e l'integrità degli Stati Uniti stessi.

Nell'immagine di apertura: favorevole al Brexit, la regina Elisabetta sarà in grado di reindirizzare il paese verso lo yuan.

Nessuno sembra capire le conseguenze della decisione britannica di lasciare l'Unione europea. I commentatori, che interpretano la politica politicante e hanno perso da tempo la conoscenza delle questioni internazionali, si sono focalizzati sugli elementi di una campagna assurda: da un lato gli avversari di un'immigrazione senza controlli e dall'altra gli jettatori che minacciavano il Regno Unito dei peggiori tormenti.
Ora, la posta in gioco di questa decisione non ha alcun rapporto con questi temi. Il divario tra la realtà e il discorso politico-mediatico illustra la malattia di cui soffrono le élites occidentali: la loro incompetenza.
Quando il velo si strappa davanti ai nostri occhi, le nostre élites non riescono a capire la situazione meglio del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, quando non prevedeva le conseguenze della caduta del Muro di Berlino nel novembre 1989: la dissoluzione dell'URSS nel dicembre 1991, poi del Consiglio per la mutua assistenza economica (Comecon) e del Patto di Varsavia sei mesi più tardi, e poi ancora i tentativi di smantellare la Russia stessa che quasi si trovava a perdere la Cecenia.
In un futuro assai prossimo assisteremo in modo identico alla dissoluzione dell'Unione Europea e della NATO, e - se non staranno abbastanza attenti - allo smantellamento degli Stati Uniti.

Quali interessi dietro il Brexit?
A differenza delle spacconate di Nigel Farage, l'UKIP non è all'origine del referendum che ha appena vinto. Questa decisione è stata imposta a David Cameron da membri del partito conservatore.
Per loro, la politica di Londra deve essere un adattamento pragmatico al mondo che cambia. Questa "nazione di bottegai", come la definiva Napoleone, osserva che gli Stati Uniti non sono più né la più grande economia del mondo, né la prima potenza militare. Non hanno dunque più motivo di essere i loro partner privilegiati.
Proprio come Margaret Thatcher non ha esitato a distruggere l'industria britannica per trasformare il suo paese in un centro finanziario globale, allo stesso modo questi conservatori non hanno esitato ad aprire la via all'indipendenza della Scozia e dell'Irlanda del Nord, e quindi alla perdita del petrolio del Mare del Nord, per fare della City il primo centro finanziario off shore dello yuan.
La campagna per il Brexit è stata ampiamente sostenuta dalla Gentry e da Buckingham Palace che hanno mobilitato la stampa popolare per fare appello a ritornare all'indipendenza.
Contrariamente a quanto spiega la stampa europea, la separazione dei britannici dalla UE non si farà affatto lentamente, perché l'Unione europea crollerà più velocemente rispetto al tempo necessario alle trattative burocratiche per la loro uscita. Gli stati del Comecon non hanno avuto da negoziare la loro uscita perché il Comecon ha smesso di funzionare una volta iniziato il movimento centrifugo. Gli Stati membri della UE che si aggrappano ai rami e continuano a salvare quel che resta dell'Unione non riusciranno ad adattarsi alla nuova situazione con il rischio di sperimentare le convulsioni dolorose dei primi anni della nuova Russia: caduta vertiginosa del livello di vita e della speranza di vita.
Per le centinaia di migliaia di dipendenti pubblici, funzionari eletti e collaboratori europei che perderanno inevitabilmente il loro posto di lavoro e per le élites nazionali che sono parimenti dipendenti da questo sistema, vi è un urgente bisogno di riformare le istituzioni per salvarle. Tutti credono a torto che il Brexit apra una breccia in cui gli euroscettici andranno a introdursi. Ora, il Brexit è solo una risposta al declino degli Stati Uniti.
Il Pentagono, che prepara il vertice della NATO a Varsavia, non ha capito che non era più in grado di imporre ai suoi alleati di sviluppare il loro bilancio della Difesa e di sostenere le sue avventure militari. Il dominio di Washington nel mondo è terminato.
Quel che abbiamo è un cambiamento d'epoca.

Che cosa sta per cambiare?
La caduta del blocco sovietico è stata dapprima la morte di una visione del mondo. I sovietici e i loro alleati volevano costruire una società solidale in cui si mettessero quante più cose possibili in comune. Hanno avuto una burocrazia titanica e dei dirigenti necrotizzati.
Il Muro di Berlino non è stato abbattuto da anti-comunisti, ma da una coalizione di giovani comunisti e di Chiese luterane. Intendevano rifondare l'ideale comunista liberato dalla tutela sovietica, dalla polizia politica e dalla burocrazia. Sono stati traditi dalle loro élites che, dopo aver servito gli interessi dei sovietici si sono precipitate con tanto ardore a servire quelli degli statunitensi. Gli elettori del Brexit più impegnati cercano in primo luogo di riguadagnare la loro sovranità nazionale e di far pagare ai leader dell'Europa occidentale l'arroganza di cui hanno dato ampia prova con l'imposizione del Trattato di Lisbona dopo il rifiuto popolare della Costituzione europea (2004- 07). Potrebbero anche essere delusi da ciò che seguirà.
Il Brexit segna la fine della dominazione ideologica degli Stati Uniti, quella della democrazia al ribasso delle "quattro libertà". Nel suo discorso sullo stato dell'Unione del 1941, il presidente Roosevelt le aveva definite come 
(1) la libertà di parola e di espressione, 
(2) la libertà di ciascuno di adorare Dio come vuole, 
(3) la libertà dal bisogno, 
(4) la libertà dalla paura [di un'aggressione straniera]. 
Se gli inglesi risaliranno alle loro tradizioni, gli europei continentali ritroveranno gli interrogativi delle rivoluzioni francese e russa sulla legittimità del potere, e rovesceranno le loro istituzioni a rischio di veder risorgere il conflitto franco-tedesco.
Il Brexit segna altresì la fine del dominio militare-economico degli Stati Uniti laddove la NATO e l'UE sono solo due facce di un unico pezzo, benché la costruzione della politica estera e di sicurezza comune abbia richiesto più tempo per la sua messa in opera rispetto al libero scambio. Recentemente, ho scritto una nota su questa politica nei confronti della Siria. Ho esaminato tutti i documenti interni della UE, fossero essi pubblici o meno, per giungere alla conclusione che sono stati redatti senza alcuna conoscenza della realtà sul campo, per esserlo invece a partire dalle note del Ministero tedesco degli esteri, che a sua volta riproduce le istruzioni del Dipartimento di Stato USA. Mi ero trovato alcuni anni fa a seguire lo stesso processo per un altro Stato e sono arrivato a una conclusione simile (solo che, in questo altro caso, l'intermediario non era il governo tedesco, ma quello francese).

Le prime conseguenze in seno alla UE
Attualmente, i sindacati francesi rifiutano il disegno di legge sul lavoro che è stato redatto dal governo Valls sulla base di un rapporto dell'Unione Europea, a sua volta ispirato dalle istruzioni del Dipartimento di Stato USA. Se la mobilitazione della CGT ha permesso ai francesi di scoprire il ruolo dell'UE in questo caso, non hanno ancora colto in cosa consista l'articolazione UE-USA. Hanno capito che invertendo le norme e mettendo i contratti aziendali al di sopra dei contratti di settore, il governo rimetteva in realtà in questione la preminenza della Legge sul contratto, ma ignorano la strategia di Joseph Korbel e dei suoi due figli, la sua figlia naturale democratica Madeleine Albright e la sua figlia adottiva repubblicana Condoleezza Rice. Il professor Korbel affermava che per dominare il mondo, era sufficiente che Washington imponesse una riscrittura delle relazioni internazionali secondo termini giuridici anglosassoni. In effetti, nel porre il contratto al di sopra della Legge, il diritto anglosassone privilegia nel lungo periodo i ricchi e i potenti in rapporto ai poveri e ai miserabili.
È probabile che i francesi, gli olandesi, i danesi e altri ancora cercheranno di rompere con l'Unione europea. Dovranno per tutto ciò affrontare la loro classe dirigente. Se la durata di questa lotta è imprevedibile, il risultato non lascia più dubbi. In ogni caso, nello sconvolgimento incombente, i lavoratori francesi saranno difficilmente manipolabili, a differenza dei loro omologhi inglesi, oggi disorganizzati.

Le prime conseguenze per il Regno Unito
Il primo ministro David Cameron ha usato l'argomento delle vacanze estive per rimettere le sue dimissioni a ottobre. Il suo successore, in linea di principio Boris Johnson, può quindi preparare il cambiamento per applicarlo immediatamente al suo arrivo a Downing Street. Il Regno Unito non aspetterà la sua uscita definitiva dalla UE per gestire la propria politica. A cominciare dal dissociarsi dalle sanzioni prese contro la Russia e la Siria.
A differenza di quel che scrive la stampa europea, la City di Londra non è direttamente influenzata dal Brexit. Dato il suo status speciale di Stato indipendente sotto l'autorità della Corona, non ha mai fatto parte dell'Unione europea. Certo, non potrà più ospitare le sedi sociali di certe aziende che ripiegheranno verso l'Unione, ma al contrario potrà utilizzare la sovranità di Londra per sviluppare il mercato dello yuan. Già ad aprile, ha ottenuto i privilegi necessari firmando un accordo con la Banca centrale della Cina. Inoltre, dovrebbe sviluppare le sue attività di paradiso fiscale per gli europei.
Se il Brexit disorganizzerà temporaneamente l'economia britannica in attesa di nuove regole, è probabile che il Regno Unito - o almeno l'Inghilterra - si riorganizzerà rapidamente ottenendo il massimo profitto. La domanda è se chi ha concepito questo terremoto avrà la saggezza di far arrivare dei benefici al proprio popolo: il Brexit è un ritorno alla sovranità nazionale, non garantisce la sovranità popolare.
Il panorama internazionale può evolvere in modi molto diversi a seconda delle reazioni che seguiranno. Anche se questo dovesse andare male per alcune persone, è sempre meglio attenersi alla realtà come fanno i britannici, anziché persistere a stare in un sogno fino a quando questo non va in pezzi.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.

http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126120&typeb=0&il-brexit-ridistribuisce-la-geopolitica-globale

mercoledì 29 giugno 2016

BREXIT: IL VIZIO ASSURDO DELLA DEMOCRAZIA… - Rosanna Spadini

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Sullo schermo nero di "Black Mirror", serie tv britannica ideata e prodotta da Charlie Brooker, una fiction dal titolo "Messaggio al Primo Ministro" immagina che la principessa reale inglese sia stata rapita e che il sequestratore terrorista chieda come riscatto per la sua liberazione che il Primo Ministro faccia sesso con un maiale in diretta tv, sottoponendosi all'umiliazione del rapporto ripugnante davanti agli occhi disgustati dell'opinione pubblica ... naturalmente con la piena approvazione della Corona inglese. In pratica dunque il Primo Ministro viene sottoposto a ricatto e sacrificato dalla Regina in nome della ragion di stato … ma ora un dubbio assale … anche David Cameron doveva far sesso con un maiale ? Forse sì.

Infatti una verità ben diversa dalla narrazione mainstream, passata su tutti gli organi di stampa di questi giorni, ci dice che David Cameron è stato l'agnello sacrificale della corona britannica e della finanza della City … altro che democrazia !! Sembra che la regina l’abbia chiesto agli ospiti durante una cena “Datemi tre ragioni perché dobbiamo restare nella Ue …” (copyrightMaurizio Blondet),
e poi l’ufficio stampa l'avrebbe prontamente divulgato ai network nazionali. God save the Queen.

Sembrava strano infatti che i Panama Papers nell'aprile 2016 se la fossero presa anche con David Cameron, visto che erano stati pilotati dagli Usa, e che l'Uk è stato da sempre il loro alleato prediletto … infatti lo scandalo sui fondi offshore conservati a Panama nei documenti trapelati dal grande studio Mossack Fonseca, aveva individuato undici milioni di documenti che coinvolgevano capi di stato, politici, attori, sportivi … ma mancavano numerose presenze americane dalla lista del network internazionale offshore, attraverso il quale riciclare denaro ed evitare di pagare tasse.
Infatti solo 200 persone con residenza negli Usa erano state trovate all'interno del leak che ha rivelato i clienti dello studio di Panama … la ragione è molto semplice, creare una società di comodo negli Stati Uniti è piuttosto facile, e così nascondere la propria identità e il proprio denaro … quindi i cittadini americani avrebbero pochissimi motivi per andarsi a impantanare a Panama o in altri paradisi fiscali, lo si può fare in ogni stato americano, in Delaware, Nevada, o Wyoming.
Ora … dopo il Brexit, abbiamo capito il motivo per cui il primo ministro inglese era stato denunciato, anche se la vicenda è piuttosto complessa, e parte da lontano. La Brexit infatti non è stata una riedizione della Grexit … mentre per i greci l’idea di Europa non è mai stata messa in discussione, presi dalla sindrome del "pennello grande", in Gran Bretagna al contrario, la sensazione di sentirsi maestri di civiltà e padroni del globo è particolarmente condivisa, e storicamente sedimentata nella cultura british (Rudyard Kipling, Il libro della giungla).
E comunque mentre la rinuncia al Grexit è stata pilotata da sinistra (Tsipras/Syriza), il Brexit invece è stato determinato a tutti gli effetti da uno spostamento a destra del baricentro politico inglese, la campagna mediatica del “Leave” infatti è stata largamente egemonizzata dal clima di xenofobia fomentato da ampi settori del Partito conservatore, guidati dall’ex sindaco di Londra Boris Johnson … e dall'abilità propagandistica dell’Ukip di Nigel Farage … ma le vere regioni consistono nell'improbabile ed implicito patto d'acciaio tra la Corona, la City e la Cina.
Cameron infatti si è dimesso in previsione della prossima transizione della Gran Bretagna fuori dall’Europa, in favore del nuovo probabile governo Boris Johnson, un governo conservatore incalzato dalle ali più estreme, ricompattate dal successo elettorale. Cameron, definito troppo ingenuo per aver sottoposto temi di questa portata politica all'esercizio di un referendum democratico, ora è dunque costretto al sacrificio delle dimissioni … ma non certo per la sua presunta "ingenuità politica", quanto per la sacralità della ragion di stato. E le cause di questa liturgia sacrificale risalgono all'anno precedente, quando i rapporti finanziari tra Uk e Cina si sono rivelati prossimi ad una svolta di profonda collaborazione.
Il Presidente cinese Xi Jinping, in visita di Stato nel Regno Unito nell'ottobre scorso, si è rivolto alle Camere del Parlamento riunite a Westminster, rivendicando alla storia del suo Paese profonde radici di civiltà simili a quelle britanniche, e sostenendo che la Repubblica popolare odierna, ed il comunismo attuale, non sarebbero altro che una rinnovata forma del medesimo Impero ... insomma tra Imperi ci s'intende, e i giochi mondialisti negli ultimi tempi sono decisamente cambiati, perché Londra, al di là dell'inossidabile alleanza atlantica, ha vissuto un problema di emarginazione eurocratica, a partire dall'affermarsi della crisi del 2008 … poi strada facendo, il peso dell’euro ed il timore di una sua implosione, hanno assunto una centralità assoluta. 
Tutte le energie dell'Eurozona di gestione teutonica si sono concentrate sulle politiche fiscali, su un possibile sistema di aiuti per nuove difficoltà (QE), sulla vigilanza bancaria ed i relativi meccanismi … dal Fiscal Compact alla Banking Union, dall’Esm al Piano Junker, la Germania ha egemonizzato la politica economica europea, al solo fine di salvare l’euro, ed il conseguente sfruttamento dei paesi Piigs.  L'analisi parossistica dei problemi dell’euro, unilateralmente identificati con quelli dell’Europa hanno maturato la volontà di tagliare l'accordo ormai insostenibile tra Londra e Bruxelles.
All'interno della guerra monetaria globale del dopo crisi 2008, l’Inghilterra ha sentito l'impellente diktat d'individuare un nuovo destino al di là dell’Europa … per sé, per la sterlina e soprattutto per la City. Ma anche la Cina ha sentito la necessità di riassorbire gli squilibri globali cercando di governare la crescita mercantilistica di un'economia trainata dalla domanda estera, senza sacrificare lo sviluppo della dinamica autonoma interna.
Mentre l'urgenza della convertibilità dello yuan sul mercato dei capitali diventava sempre più pressante … per l’esigenza di trovare approdo stabile al sempre nuovo surplus estero, ma anche quella di affermare lo yuan come moneta di riserva nell’ambito del Fmi.
Le economie dei due Paesi si presentano complementari in questo momento storico: l'Uk possiede una tradizione plurisecolare nella gestione della finanza globale, ed ha un'industria finanziaria che produce un saldo estero attivo per 80 miliardi di euro annui … la Cina ha un enorme apparato produttivo nel settore manifatturiero.

Certo la Cina non trae alcun vantaggio dall'implosione dell’Europa e dell’euro, perché ciò favorirebbe il potere del dollaro, moneta di riserva globale … per questo Xi Jinping ha sollecitato il Regno Unito a non abbandonare l’Unione Europea, ed anzi a farsi promotore di più strette relazioni di questa con la Cina … ma la Corona inglese, alleata con la City, sente la necessità di ritrovare la propria autonomia e di sganciarsi dalla presa guerrafondaia degli Usa, soprattutto nel suo intento di allestire un attacco simulato alla Russia …
Ma il Brexit preoccupa soprattutto il mondo economico tedesco, l'Uk è per volumi di merci il terzo partner commerciale, e perché secondo i dati della Bundesbank riportati dal quotidiano Die Welt, il volume del commercio bilaterale si è attestato nel 2015 sui 183 miliardi di euro, con una crescita del 7 per cento rispetto al 2014 … la parte del leone l’ha fatta il protezionismo tedesco, il valore delle merci tedesche esportate oltre Manica è stato complessivamente di 95 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti altri 23 miliardi di euro in servizi … viceversa i britannici hanno venduto merci ai tedeschi per un controvalore di 41 miliardi di euro e servizi per 23 miliardi di euro. In un’intervista allo Spiegel online, il presidente di Euler Hermes Ron van Het ha sottolineato che “gli esportatori tedeschi sarebbero i primi a perderci in modo significativo” … solo l’industria automobilistica segnerebbe un meno 2 miliardi di euro, mentre quella chimica e quella meccanica, rispettivamente tra 1 e 2 miliardi di euro.

E comunque ha contribuito al Brexit anche "l'elettorato anziano e provinciale, poco istruito e più spaventato, povero di speranze e di reddito … l'Europa degli Erasmus e delle città cosmopolite è stata sconfitta da un'Europa periferica e di contado, invecchiata, sottoccupata e incattivita" … scrive oggi Michele Serra su "L'amaca".
Il quale forse si è reso conto che ormai siamo prossimi al collasso Ue … ma mentre riversa tutto il suo disprezzo verso le folle periferiche, abbruttite dalla misera responsabilità del referendum, non si accorge che la campagna per il Brexit è stata ampiamente sostenuta dalla Gentry e da Buckingham Palace, che hanno mobilitato gli organi di stampa per riprendersi l'indipendenza del paese.
Il Brexit è stato una risposta al declino degli Stati Uniti, e alla possibile prossima implosione dell'euro … le élites economico finanziarie cercano in primo luogo di riguadagnare la loro sovranità nazionale e di far pagare ai leader dell'Europa occidentale il maltolto degli ultimi anni. È anche probabile che francesi, olandesi, danesi e altri ancora cercheranno nell'imminente di rompere con l'Ue … in ogni caso, nel caos sociale e istituzionale incombente, anche le lotte dei lavoratori francesi contro la Loi Travail saranno determinanti per la destabilizzazione sociale, a differenza della scelta silente e disorganizzata dei loro compagni inglesi e italiani.
E al contrario di quello che scrive la stampa europea, la City di Londra potrà utilizzare la sovranità acquisita per sviluppare il mercato dello yuan, grazie ad un accordo con la Banca centrale della Cina … e poi potrebbe sviluppare le sue progressive mansioni di paradiso fiscale … è probabile che l'Inghilterra possa ottenere rapidamente il massimo profitto in questo senso.

Però anche se il Brexit è un ritorno alla sovranità nazionale, non garantisce certo la "sovranità popolare", e dunque quello che s'intende con il termine "democrazia". E mentre stiamo assistendo ad una criminalizzazione del dissenso senza precedenti, tramite il discredito verso vecchi ed ignoranti (quando il 64% dei giovani non ha votato), condotto da molti gazzettieri nostrani … Severgnini, Saviano, Serra, Gramellini, Scalfari, Padellaro … il Brexit rappresenta l'hub di tutti i dissensi elettorali contro l'Europa, a partire da: Danimarca 1993 sul trattato di Maastricth, Irlanda 2001 su quello di Nizza, Irlanda 2008 sul trattato di Lisbona, Francia e Olanda nel 2005 sulla costituzione europea, Grecia con il referendum 2015.

Cos'è dunque la "democrazia"? Se non quel vizio assurdo in nome del quale si sono giustificate tutte le moderne guerre imperialistiche euroatlantiche della Nato? Ed ora che l'Inghilterra decide di uscire dall'Ue col referendum, la democrazia d’improvviso appare un sistema antiquato, desueto, un esercizio sgradito e un vizio insensato. Ma il tempo del big bang si avvicina, ed ora più che mai il carrozzone dell'Europa si trova dinnanzi ad una scelta obbligata, tra cambiamento ed estinzione, data l’insostenibilità di un progetto condotto unicamente al fine di soddisfare le istanze economico finanziarie dei potentati d'interesse, delle banche e delle corporation internazionali.

Quindi il Brexit non ha raccontato certo un esercizio democratico, quanto piuttosto, ancora una volta, un progetto di tipo massonico finanziario, condotto da parte della Corona inglese, alleata con i centri finanziari della City, che prendono accordi d'interesse con la Cina, per arginare il protezionismo tedesco, evitare la prossima implosione dell'euro e controllare l'ingerenza militare della Nato, sempre più affamata di contingenti finanziari per la guerra contro Assad ed eventualmente anche contro Putin ... altro che democrazia !!

Riferimenti
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126120&typeb=0&il-brexit-ridistribuisce-la-geopolitica-globale

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16609

martedì 28 giugno 2016

Condannati per mafia e piromani sospesi dalla forestale. Diversi i monrealesi I NOMI. - Giusi Madonia



Tra i nomi sono presenti anche lavoratori monrealesi ai quali sono state contestate differenti tipologie di reato.

Monreale, 28 giugno 2016 – Resi pubblici i nomi dei lavoratori espulsi: tra loro diversi monrealesi. Sono i lavoratori con questa tipologia di reato, ad essere stati sospesi dagli elenchi dei Forestali avviabili al lavoro lo scorso Marzo, a seguito di un provvedimento di licenziamento a firma del presidente della regione Crocetta.
Gli elenchi sono due.
La prima lista contiene i 62 nomi dei forestali sui quali pendono condanne penali per i reati di associazione di tipo mafioso e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
I condannati per associazione di tipo mafioso con l’aggravante dell’art. 416 bis, sono 21.
Per i restanti 41 le pene sono di interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Nel secondo elenco invece sono presenti i nomi dei 26 lavoratori esclusi dalla forestale per incendi di natura dolosa e colposa, danneggiamenti seguiti da incendi o in concorso, e piromani.
Tra i nomi sono presenti anche lavoratori monrealesi ai quali sono state contestate differenti tipologie di reato.
I nomi:
– Bellino Paolo – Pioppo – Incendio in concorso
– Buongusto Benedetto – Monreale – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Campanella Giuseppe – Pioppo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
Di seguito i nomi dei lavoratori dei comuni in provincia di Palermo
– Cefalù Eustachio – Altavilla Milicia – Danneggiamento seguito da incendio
– Raccuglia Salvatore – Altofonte – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Casella Giuseppe – Belmonte Mezzagno – Associazione di tipo mafioso art 416 bis
– Bacarella Giuseppe – Borgetto – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Secondo Pietro – Borgetto – Incendio doloso
– Fusco Giuseppe – Caccamo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Nicosia Antonino – Collesano – Incendio colposo
– Scardina Lorenzo – Collesano – Incendio colposo
– Billeri Giuseppe – Corleone – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Signorelli Vito – Marineo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Basile Isidoro – Palermo – Interdizione perpetua di pubblici uffici
– Biondo Carmelo – Palermo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Brandi Matteo – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Brusca Giovanni – Palermo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Capizzi Michele – Palermo – Incendio in concorso
– Di Pietra Gianfranco – Palermo – Incendio in concorso
– Marchese Mario – Palermo – Incendio colposo
– Piazzese Nicolò – Palermo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Sciurba Antonino – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Tumminia Salvatore Francesco – Palermo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Vitrano Francesco Paolo – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Galletto Marcello – Petralia Sottana – Incendio colposo
– Di Martino Antonino Francesco – Polizzi Generosa – Incendio doloso

lunedì 27 giugno 2016

MR BROWDER, IL NEMICO NUMERO UNO DI PUTIN. - ISRAEL SHAMIR

William F. Browder, Chief Executive Officer Hermitage Capital Management. Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo by Michael Wuertenberg. Credit: Wikimedia Commons.

Chapeau, Mr. Browder!  
Tanto di cappello per questo uomo incredibile. Il mese scorso, è riuscito a bloccare la proiezione di un film al Parlamento europeo e ha fatto oscurare un paio di articoli da siti web americani. Questa settimana, ha scatenato un putiferio  per l'unica proiezione negli Stati Uniti di un film critico verso la sua versione dei fatti. Nessuna libertà di parola per i suoi nemici! I suoi avvocati svolazzano intorno a chiunque provi a rilasciare qualsiasi osservazione che scavi nei suoi sordidi affari.  I suoi hacker hanno ri-scritto la voce che lo riguarda su Wikipedia, cancellando qualsiasi accenno sul tema: ma nonostante le centinaia di modifiche, su Wikipedia è rimasta la versione ufficiale. Solo pochi potenti riescono a ripulire completamente la loro immagine, fino a quel punto.
Comunque, buona Fortuna. Ma la Fortuna è molto volubile e sta per abbandonare questo Mr. Browder.  

Ma chi è quest'uomo tanto influente? 
Chi è quest'uomo tanto influente? Un uomo d'affari, un politico, una spia? William Browder è un magnate ebreo nato in America - dice The Jewish Chronicle - che si considera come il nemico numero uno di Putin. Per lui, Putin è "un non-amico degli ebrei",  è "un assassino a sangue freddo" e perfino "un dittatore criminale, non è troppo diverso da Hitler, Mussolini o Gheddafi". Per molti versi, Browder è l'uomo che ha maggiormante contribuito alla nuova guerra fredda tra l'Occidente e la Russia. Le radici erano già sottoterra ma lui le ha fatte fiorire. Se USA e  Russia non si sono ancora scambiate delle salve nucleari, non è colpa di Browder: LUI ci ha provato. Ed anche per un motivo (personale) molto valido: è stato colpito da quel crudele Hitler-come-Putin nel suo punto più sensibile, cioè direttamente nelle tasche. O ci sarà stata qualche ragione ancora più importante?
Browder, nipote di un leader comunista USA, andò in Russia nel suo momento peggiore dopo il crollo sovietico, e mise le mani su una enorme fortuna, che accumulò con transazioni finanziarie opache. Qurste fortune non le ha fatte in virtù della purezza dello spirito, è un uomo senza scrupoli che ha fatto tutto quanto qualsiasi altro oligarca potrebbe immaginare di fare pur di arricchirsi.
Alla fine arrivò a riconciliarsi con Putin, che era (ed è) molto tollerante con gli oligarchi, purché giochino rispettando le regole del gioco. Gli oligarchi però non diverrebbero oligarchi se, rispettare le regole del gioco, fosse una condizione facile. Alcuni hanno cercato di reagire: Khodorkovsky è andato a finire in carcere, Berezovsky e Gusinsky sono finiti in esilio. 
Browder aveva una posizione speciale: era l'unico oligarca ebreo in Russia che non si è mai preso la briga di chiedere la cittadinanza russa. Gli hanno impedito di tornare in Russia, hanno fatto una Audit alle sue aziende e hanno trovato parecchie irregolarità. 
Come ci si poteva aspettare, hanno trovato una enorme evasione fiscale. Browder aveva pensato che finché si fosse tenuto buono Putin, avrebbe potuto farla franca e scappare con il bottino, lasciando Putin con tutta la sua evasione fiscale. Ma si era sbagliato. Putin non è il burattino di nessuno. Gli adulatori non possono andarsene a passeggio liberi nella Russia di Putin. E Browder così è diventato troppo grande per i suoi stivali.

Si è scoperto che aveva fatto due cose imperdonabili. I Russi hanno sempre avuto paura che gli stranieri si comprassero tutti i loro beni con quattro bruscolini, grazie a tassi di cambio favorevoli e alla scarsità di capitali in loco, come era già successo nei paesi baltici e in altri paesi ex comunisti dell'Europa orientale. Per evitare questo fatto, le azioni delle società blue chip russe (Gazprom e simili) possono essere scambiate solo tra i cittadini russi. Gli stranieri devono pagare molto di più. Browder si è comprato molte di queste azioni per mezzo di prestanomi russi, ed era quasi arrivato ad ottenere il controllo del petrolio e del gas russo. Putin ha ha avuto il sospetto  che stesse agendo nell'interesse delle grandi compagnie petrolifere straniere, cercando di ripetere la stessa impresa che aveva tentato Khodorkovsky.

Il suo secondo errore è stato essere troppo avido. 
La tassazione in Russia è molto bassa; ma Browder non voleva pagare neanche queste basse tasse. Ha assunto un revisore esperto, un certo Magnitsky che ha messo le mani nel codice fiscale russo, per cercare di evitare di pagare qualsiasi tassa. Magnitsky ha creato una società di comodo con sede in una zona-franca della Russia, la bucolica Kalmykia, una piccola regione buddista e autonoma, dove era stato concesso uno status esentasse per migliorare l'economia locale e per ridurre la disoccupazione; ma le aziende di Browder non hanno contribuito né a risollevare l'economia né ad assumere personale; erano solo dei facsimile di imprese di carta mandati, che il proprietario ha subito mandato in bancarotta.
Un altro trucco di Magnitsky fu quello di creare delle imprese assumendo delle persone handicappate in modo da essere liberati dall'obbligo di pagare le tasse. Nel film, alcune di queste persone, spesso ignoranti e di scarsa intelligenza, avevano detto al regista di aver firmato delle carte senza saperle leggere e che avevano avuto dei soldi (per aver permesso che tutti quei milioni passassero sui loro conti).

(Browder non nega assolutamente queste accuse e dice che non c'è nulla di criminale ne uno vuole evitare di pagare le tasse. Si può leggere qualcosa sui trucchi inventati da Browder e da Magnitsky  QUI  e QUI, ma è interessante anche conoscere come attaccavano delle imprese russe mettendo insieme la forza delle azioni di minoranza e facendo qualche altro allegro giochetto.)
Alla fine, i giochetti sono stati scoperti e Magnitsky è stato arrestato. Dieci mesi più tardi, nel 2009, morì in carcere. A quel punto, il suo protettore, Browder era all'estero, e di lì cominciò la sua campagna contro la Russia nella speranza di recuperare i suoi beni perduti. Diceva che Magnitsky era stato il suo avvocato, che aveva scoperto i misfatti e il furto perpetrato a titolo definitivo dai funzionari del governo, e che per questo era stato imprigionato e torturato a morte.

Il Congresso degli Stati Uniti si precipitò ad approvare una legge Magnitsky, la prima avvisaglia della seconda guerra fredda. Con questo atto, qualsiasi russo poteva essere ritenuto responsabile della morte prematura di Magnitsky e di appropriazione indebita dei beni di Browder. Le sue proprietà avrebbero potuto essere sequestrate, i suoi conti congelati in banca - senza nessun processo legale e senza nessuna comunicazione. Questo atto fece infuriare tutti i russi, che presumibilmente avevano ancora almeno 500 miliardi di dollari nelle banche occidentali, così i russi resero pan per focaccia e così va avanti ancora oggi.

L'effetto reale della legge Magnitsky fu minimo: circa venti milioni di dollari congelati nelle banche e qualche decina di persone, nemmeno troppo importanti,  a cui fu preclusa l'entrata negli Stati Uniti. Il suo effetto psicologico fu però molto più pesante: l'élite russa si rese conto che avrebbe potuto perdere i suoi soldi e le case in qualsiasi momento - non in quella Russa senza Dio di Putin - ma nel libero Occidente, dove aveva preferito cercare un rifugio per i suoi beni. La legge Magnitsky fu quella che servì a spianare la strada per la confisca dei depositi russi a Cipro, alle sanzioni post-Crimea e ad una guerra fredda a tutti gli effetti.
Questo fu tanto penoso per la Russia, quanto la prima disillusione adolescenziale di una storia d'amore con l'Occidente, e quella disillusione le fece piuttosto bene, a mio avviso. Un po 'di guerra fredda (molto fredda, con tanto ghiaccio per favore) è un bene per la gente della strada, mentre al contrario, un'alleanza russo-americana, fa bene solo alle élite. I momenti peggiori per i russi furono tra il 1988 e il 2001, quando si innamorarono degli USA. Gli oligarchi rubarono tutto quello che c'era da rubare e se lo vendettero all' Occidente per pochi centesimi. 
Gli oligarchi compravano ville in Florida mentre in Russia stava crollando tutto. Fu un brutto momento per tutti: gli Stati Uniti invadevano l'Afghanistan e Panama senza nessuna opposizione, l'Iraq fu condannato a morte e la Jugoslavia fu bombardata e fatta a pezzettini.
Da quando è ricominciata la guerra fredda, è ritornata una certa normalità: i russi hanno fermato gli Stati Uniti che stavano distruggendo la Siria, e la nomenclatura russa ha imparato ad amare più Sochi che Miami. Solo per questo motivo, Browder può essere considerato come quella parte del potere che pur volendo il suo male eterno, lo fa funzionare eternamente bene
Al governo russo, tuttavia, non è piaciuta la doccia fredda.
I russi hanno rigettato qualsiasi addebito e qualsiasi ragione politica per trattare con Browder. Si dice che Magnitsky non fosse un avvocato ma solo un revisore dei conti, esperto di codice fiscale. Dicono che sia stato arrestato e processato per i suoi meccanismi di elusione fiscale, e che sia morto per cause naturali mentre era in prigione. Nessuno gli diede retta, fin quando fu chiesto a Browder di testimoniare sotto giuramento. E lui  rifiutò. Per due anni gli avvocati lo inseguirono nel tentativo di consegnargli una citazione, ma era uno che correva molto veloce.
Ci sono dei  video molto divertenti che mostrano Browder che sta scappando  per evitare la citazione.

Ma un barlume di buon senso ha cominciato a entrare nella testa degli americani. The New Republic si è chiesta se Browder sia veramente stato una vittima di persecuzioni in Russia o se, invece, abbia arruolato il sistema giuridico U.S.A. per riequilibrare la sua bilancia e  .... perché è stato così riluttante a offrire la sua testimonianza giurata in un tribunale americano?
Mettiamoci ora  Andrey Nekrasov, un regista russo dissidente. Ha fatto qualche film ritenuto molto critico del governo russo. Ha detto che sia stato il FSB  a  far saltare le case a Mosca, in modo da giustificare la guerra in Cecenia. Ha condannato la guerra russa contro la Georgia nel 2008, e ha preso una medaglia delle autorità georgiane. Non ha mai dubitato della versione ufficiale data in occidente sull'affair Browder-Magnitsky e ha deciso di fare un film sul nobile uomo d'affari americano e sul suo coraggioso avvocato russo che lotta per i diritti umani. Le organizzazioni e i parlamentari europei hanno messo i soldi per il budget del film e, per questo, si aspettavano che il film denunciasse Putin e glorificasse Magnitsky, il martire.
Comunque, mentre girava il film, Nekrasov ha avuto la sua visione sulla via per la Damasco e si è reso conto che tutta questa storia era imperniata su parole insostenibili di Browder. così dopo accurate ricerche è arrivato a conclusioni totalmente diverse e, nella sua versione, Browder è un imbroglione in conflitto con la legge, mentre Magnitsky è il suo braccio destro nei suoi crimini.

Nekrasov ha trovato un'intervista rilasciata da Magnitsky in prigione. In questa intervista, il ragioniere dichiarava di aver paura che Browder lo avrebbe ucciso per impedirgli di denunciarlo, e che lui sarebbe stato solo un capro espiatorio. 

E si è scoperto anche che Browder ha tentato di corrompere il giornalista che fece l'intervista per cancellare queste parole. Browder fu il principale beneficiario di questa morte - convenne Nekrasov - mentre i suoi investigatori furono soddisfatti per la collaborazione di Magnitsky.

Nekrasov non riuscì a trovare nessuna prova che Magnitsky cercò di indagare sulle malefatte dei funzionari del governo, era troppo occupato a coprire la sua evasione fiscale. E invece di montare nel film le sue idee preconcette, Nekrasov ha fatto il suo film su quello che aveva scoperto. (QUI ci sono alcuni particolari del film di Nekrasov)

Mentre la proiezione nel film, nel Parlamento Europeo, fu bloccata dal potente Browder, gli uomini di Washington DC - che sono fatti di stoffa più robusta - nonostante le minacce di Browder hanno visto il film che è stato proiettato con l'introduzione del miglior giornalista di inchiesta americano contemporaneo Seymour Hersh che, anche se ha 80 anni, va ancora forte.

Si deve riconoscere che gli Stati Uniti non sono secondi a nessuno per la libertà di parola a questo mondo.
Ma come fa questo Browder ad essere tanto potente?  E' uno che investe nei politici. Questa è probabilmente una qualità unica degli Ebrei: gli Ebrei sono quelli che spendono di più per donazioni alle figure politiche. Gli Arabi spendono di più per i cavalli e per gli aerei, i Russi preferiscono comprare le case, gli Ebrei preferiscono i politici. Il canale della NTV russa ha riferito che Browder ha generosamente finanziato i legislatori degli Stati Uniti. QUI  vengono presentate le presunte prove dei trasferimenti di denaro: alcune centinaia di migliaia di dollari dati ufficialmente dalle strutture di Browder a senatori e membri del Congresso per promuovere la legge Magnitsky.

Somme di denaro molto più grandi sono state trasferite per mezzo dei Fratelli Ziff, uomini d'affari americani ebrei mega-ricchi, come è stato documentato in due articoli pubblicati su Veteran News Network  e su The Huffington Post.
Questi due articoli sono stati immediatamente rimossi dai vari siti per le pressioni ricevute dai legali di Browder, ma sono disponibili nella memoria remota e forniscono l'identità del principale beneficiario della generosità di Browder. E' il senatore Ben Cardin, un democratico del Maryland che fu il promotore del Magnitsky Act, tanto che la legge è stata spesso chiamata  Cardin List. Cardin è un fervente sostenitore di Hillary Clinton, oltre che un sostenitore della Guerra fredda di buona reputazione. Per parlare chiaro, Cardin è un membro di spicco della lobby israeliana.
Tutto l' affare Browder  è un inebriante cocktail shakerato dalla Upper Class ebraica in cui si mischiano denaro, spie, politici e criminalità internazionale. Quasi tutte le figure coinvolte sembrano essere ebree, non solo Browder, i Fratelli Ziff e Ben Cardin. Anche il nemico di Browder, quello che ha tratto i maggiori vantaggi dalla truffa con cui (secondo Browder) si è impadronito dei suoi asset russi, è un altro uomo d'affari ebreo  Dennis Katsiv (in parte scagionato da un tribunale di New York come è ben descritto in questo pezzo).

Browder iniziò il suo cammino verso la ricchezza con il patrocinio di Robert Maxwell, un uomo d'affari ebreo, molto ricco e molto spregiudicato, di origine ceca, uno che assunse un nome scozzese. Maxwell rubò qualche milione di dollari dal fondo pensioni della sua azienda, prima di morire in circostanze misteriose a bordo del suo yacht, nell'Atlantico. Si disse che  fosse stato nei servizi israeliani della Military Intelligence, Ari Ben Menashe, si dise che Maxwell fosse stato un agente del Mossad per anni, e che Maxwell avesse scoperto la spia israeliana Mordecai Vanunu che poi fu rapito e che trascorse molti anni nelle prigioni israeliane.

Geoffrey Goodman ha scritto che Maxwell "fu quasi certamente usato come intermediario di intelligence nei due sensi [tra Oriente e Occidente]. Questa sua disponibilità includeva anche il passaggio di intelligence alle forze segrete israeliane con le quali fu sempre più coinvolto verso la fine della sua vita. "
Dopo Maxwell, Browder pronunciò la sua fedeltà a Edmond Safra, un ricco banchiere ebreo di origine libanese, che anche lui giocò un ruolo tra l'Oriente e l'Occidente. Safra gli fornì il capitale circolante per il suo fondo di investimenti. La banca di Safra fu il luogo improbabile dove transitò il prestito di quattro miliardi di dollari del FMI per la Russia e che scomparve. Le autorità russe affermano che Browder fu coinvolto in questo "crimine del secolo," insieme a Safra. Il nome del banchiere è stato collegato al Mossad: Safra, per paura di essere ammazzato si circondò di uomini armati, addestrati dal Mossad, ma questo non fu sufficiente: morì di una morte orribile nel bagno, quando la sua villa fu incendiata da una delle guardie.
Il terzo oligarca ebreo che apparve sul cammino di Browder fu Boris Berezovsky, il Re-fondatore della Russia di Eltsin. Anche lui morì nel suo bagno (sembra che questa sia una costante) e - a quanto pare  - suicida. Berezovsky fu un uomo politicamente attivo e appoggiò ogni forza che si opponeva a Putin in Russia. Tuttavia, pochi mesi prima della sua morte, chiese il permesso di tornare in Russia, e ci furono delle  trattative con le autorità russe.
Il capo della sua sicurezza Sergey Sokolov andò in a Russia e molto probabilmente portò con sé alcuni documenti che il suo defunto padrone aveva preparato per il suo ritorno. Questi documenti affermano che Browder era stato un agente dei servizi segreti occidentali, della CIA per cominciare, e del MI6 negli anni successivi. Il suo nome in codice era  Solomon, quando lavorava per la Salomon Brothers, ma allora la sua attività finanziaria era solo una copertura, per poter raccogliere dati politici ed economici sulla Russia, e per alimentare la guerra economica contro la Russia. Questa rivelazione fu fatta in Russia - sul 1° canale televisivo dal documentario Browder Effect  (del 13 aprile scorso) - e vi si afferma che Browder all'inizio era interessato più alle sue attività contro la Russia che ai soldi, poi, visto quanto queste altre attività erano redditizie, la sua visione politica passò in secondo piano.

La veridicità dei documenti è stata messa in dubbio, per alcuni motivi linguistici, da Gilbert Doctorow che è arrivato ad una conclusione ragionevole: " ... l'intensità e il tempo che Bill Browder stava dedicando alla promulgazione delle sanzioni che l' Europa ha messo alla Russia, non possono essere in alcun modo paragonabili al comportamento che dovrebbe tenere un uomo d'affari internazionale a così alto livello. Per me è risultato chiaro che in gioco c'era qualche altra cosa. Ma, in quel momento, nessuno si sarebbe potuto alzare in piedi e dire che l'uomo era un fasullo, che era un agente dei servizi segreti. Qualunque potrà essere il verdetto finale sui documenti presentati dal film "L'effetto Browder" le domande che solleverà su Browder sono le stesse che avrebbero dovuto sollevare i media occidentali tradizionali, molto prima, se i giornalisti avessero seguito gli eventi. A Yevgeny Popov va il merito di avere evidenziato queste domande, anche se i suoi documenti richiederanno altre indagini prima di arrivare a risposte definitive".
Noi non sappiamo se Browder è, o se sia stato, una spia, ma questo non dovrebbe sorprenderci, visti i suoi stretti collegamenti con Maxwell, Safra e Berezovsky, tutti finanzieri con forti legami nella comunità di intelligence.
Forse Browder è un sopravvissuto alla propria utilità. E' stato quello che ha fatto cominciare la guerra fredda, ma ora è il momento di tenerla dentro in suoi giusti limiti ed evitare la corsa verso un disastro nucleare o verso una accelerazione degli armamenti.
Questo è il compito di cui - possiamo sperare - si occuperà il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

autore della traduzione Bosque Primario  

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16601

domenica 26 giugno 2016

Brexit, Varoufakis: “È la rivolta dei deboli contro l’establishment. Anche l’Italia vicina al collasso”. - Roberta Zunini

Brexit, Varoufakis: “È la rivolta dei deboli contro l’establishment. Anche l’Italia vicina al collasso”

Per l’ex ministro delle Finanze della Grecia, che ha fatto campagna per Remain, "non bisogna distruggere ma cambiare l'Europa perché uniti si è più forti e si pesa di più. La sua ricetta? Per contrastare "Eurocrazia", populismi e razzismo la Ue "deve diventare una federazione".


“Sono preoccupato. La situazione mi pare ormai fuori controllo. I populismi e il razzismo stanno aumentando esponenzialmente mentre le maggiori economie dell’Unione, Italia per prima, stanno collassando, nonostante ciò che dice il vostro primo ministro Renzi”. L’economista Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco oggi leader del movimento paneuropeo DiEm da lui fondato, nonché consulente dei laburisti inglesi da quando è segretario Jeremy Corbyn, è a Roma in questa giornata che passerà alla storia e ha scelto di commentare la Brexit con Il Fatto.
Lei conosce bene il Regno Unito, ha insegnato all’Università dell’Essex: come legge questo risultato?
È una reazione contro l’establishment britannico più che europeo. Il ceto medio e la classe lavoratrice sono andati a votare contro l’ormai ex premier Cameron perché sono i più danneggiati dal progressivo taglio dello stato sociale e dall’aumento delle tasse, in linea con i diktat di Bruxelles. Non hanno rigettato l’Europa ma le modalità dell’eurocrazia. Se le cose non cambiano, vedremo il trionfo dei nazionalismi. Per questo un populista come Donald Trump festeggia.
La sinistra non ha colpe?
Non ho detto questo. La sinistra inglese ha commesso errori madornali, ma Corbyn ha cercato di far capire ai più disagiati che i loro problemi non sono causati dall’appartenere all’Unione bensì dalla politica non democratica di Bruxelles. Non è un caso che i banchieri e la City tifassero per il Remain.
E allora perché Corbyn, lei e tutti gli intellettuali come Noam Chomsky, persino il regista portavoce della classe operaia Ken Loach, peraltro tutti firmatari del manifesto del suo movimento, eravate a favore del Remain? Non è una contraddizione?
Non lo è. Se nella sua famiglia ci fossero dei problemi, sarebbe un buon motivo perché ognuno dei suoi membri se ne andasse per i fatti propri? In questi mesi sono stato spesso nel Regno Unito a fare campagna a favore del Remain nelle zone più disagiate e ho faticato molto a convincere gli abitanti che non bisogna distruggere ma cambiare l’Europa perché uniti si è più forti e si pesa di più.
E perché dunque non è riuscito a convincerli?
Perché i conservatori come Cameron e tutti i responsabili della politica sciagurata che sta rovinando l’Unione – cioè la troika, la Bce, il Fmi – erano dalla nostra parte, cioè erano contrari all’uscita del Paese dall’Unione. Se Cameron fosse andato in vacanza per un anno, oggi il risultato sarebbe probabilmente l’opposto.
Il 5 luglio di un anno fa, quando lei era ancora il ministro delle Finanze, il referendum greco sull’Ue l’ha costretta alle dimissioni. Non sarebbe meglio evitare referendum su questioni così delicate?
No. Io sono a favore dei referendum. Le ragioni di chi lo ha voluto in Gran Bretagna erano sbagliate, noi invece l’avevamo indetto non per uscire dall’Europa, bensì per renderla più giusta e coesa. Chi voleva la nostra uscita dall’Eurozona era il ministro delle Finanze tedesco Schäuble. L’unico che ha un’agenda per l’Europa. Schäuble ha fatto di tutto per fomentare i britannici a lasciare l’Unione. Vuole creare una piccola Europa basata su una permanente austerity.
La Brexit aiuterà Podemos a vincere in Spagna?
Non necessariamente. Anche se Podemos propone un modello contro l’austerity non ha un’agenda europea. Così come non ce l’hanno i suoi avversari. Questo è il cuore del problema europeo.
Non gli immigrati?
Sono diventati il capro espiatorio della crisi europea, economica e politica.
Il Leave ha prevalso, ma dalle urne emerge una Gran Bretagna divisa in due.
Tutta l’Europa è polarizzata: tutti hanno capito che, pur vivendo in paesi democratici, i loro governi non decidono più nulla.
DiEM cosa propone?
Di fortificare l’Europa, facendola diventare una federazione e indebolendo l’establishment.

Ma a noi italiani non è concesso il diritto di decidere.
Hanno creato una poltiglia informe che ha debilitato economicamente i paese più deboli ai quali non è stato lanciato un canotto di salvataggio nei momenti più critici, vedi la Grecia; da quando è entrato in vigore l'euro noi italiani abbiamo visto dimezzato il potere d'acquisto del nostro denaro, siamo stati costretti a cedere la dignità di lavoratori perchè lo imponeva la UE...se questa è l'unione che vogliono che ce lo dicano e ci diano la possibilità di decidere se accettare o meno.