domenica 24 marzo 2019

Venite già mangiati. - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 24 Marzo.

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono

Oggi si vota in Basilicata. E qualche ingenuo poteva forse immaginare un piccolo dibattito sul rapporto della commissione parlamentare Antimafia a proposito dei candidati impresentabili in lista: due condannati in primo grado e tre imputati, spudoratamente presentati dal centrodestra e dal Pd in barba al codice di autodisciplina che tutti i partiti approvano a ogni legislatura per poi violarlo allegramente. Roba da provocare un surplus di sdegno fra gli indignati speciali che in questi giorni bivaccano in Campidoglio vibranti di sacrosanta passione civile per l’arresto del pentastellato De Vito: se si scandalizzano, e giustamente, per un politico in manette, figurarsi che dovrebbero dire delle condanne e dei rinvii a giudizio, per giunta a carico di politici mai espulsi né sospesi né esclusi dai rispettivi partiti in attesa delle sentenze definitive, ma addirittura candidati. Invece tutti tacciono. E intanto continuano a tuonare contro i 5Stelle che hanno cacciato il loro presidente dell’Assemblea capitolina al solo clic delle manette, senza neppure attendere la richiesta di rinvio a giudizio. Strano, vero? Il centrosinistra, anzi il “nuovo centrosinistra” di Nicola Zingaretti, per distinguersi da quello vecchio che aveva visto cadere la sua giunta per l’arresto del governatore Marcello Pittella, ricandida Sergio Claudio Cantiani e Massimo Maria Molinari, alla sbarra dinanzi al Tribunale di Potenza. 
Cantiani è imputato per concussione, con l’accusa – risalente a quando era candidato a sindaco di Marsicotevere – di aver “costretto” la ditta aggiudicataria dell’appalto per la raccolta rifiuti ad assumere il fratello della sua segretaria e, una volta eletto, di aver “minacciato” di revocare l’appalto in caso di licenziamento dell’operaio, “malgrado le reiterate inadempienze” di quest’ultimo. 
Molinari invece risponde di corruzione in veste di ex vicesindaco di Potenza: l’accusa è aver facilitato l’iter di una gara per la gestione di parcheggi e premuto per l’acquisto di pubblicità sul settimanale edito da un parente.
Poi c’è il centrodestra, che almeno non si spaccia per nuovo, e infatti è orgogliosamente così vecchio che più vecchio non si può. Per non farsi mancare niente e tener fede alle tradizioni nazionali, schiera anche due condannati in primo grado: Paolo Galante (Psi) e Rocco Sarli (Fratelli d’Italia). Sono stati entrambi condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione per peculato nello stesso processo. Galante, già consigliere e vicepresidente del Consiglio regionale, era vicepresidente del Consorzio per lo sviluppo di Potenza, mentre Sarli sedeva nel Cda.
Il primo, consigliere uscente, fu sospeso dalla carica per 18 mesi in base alla legge Severino. Il secondo invece, consigliere entrante, lo sarà se verrà condannato anche in appello, mentre l’altro starebbe fermo altri 12 mesi. 
Vincenzo Clemente, terzo impresentabile del centrodestra, è imputato di corruzione in cambio della rateizzazione dei canoni d’affitto di una casa di riposo gestita da una società a Corleto Perticara. 
Ora, com’è noto, da tempo immemorabile tutti i partiti si sono impegnati formalmente in commissione Antimafia a non candidare indagati (e, a maggior ragione, imputati e condannati) per reati contro la Pubblica amministrazione: in primis per concussione, corruzione e peculato, che implicano tutti e tre il latrocinio di denaro pubblico. L’hanno fatto soltanto per farsi belli dinanzi agli elettori, specialmente dopo le prime denunce di Beppe Grillo nel 2006 sul suo blog contro il Parlamento degli inquisiti, prim’ancora che nascessero i 5Stelle. Poi, naturalmente, hanno sempre tradito l’impegno, prendendosela pure col presidente di turno dell’Antimafia (ieri Rosy Bindi, ora Nicola Morra) che si permette addirittura di pubblicare i nomi degli impresentabili, come previsto dalla loro legge-spot. Ora questi impuniti hanno pure il coraggio di accusare chi caccia i propri inquisiti senza neppure lo straccio di una richiesta di rinvio a giudizio di “essere come gli altri” (cioè come loro, che gli inquisiti non li cacciano nemmeno dopo il rinvio a giudizio, la condanna provvisoria e quella definitiva, anzi li candidano, li premiano e li promuovono).
Siccome c’è un limite a tutto, anche alla faccia di culo, proponiamo al presidente Morra un emendamento esplicativo e chiarificatore al Codice di autodisciplina dell’Antimafia. Un norma elementare di due soli articoli: 
“1. Chiunque venga arrestato, rinviato e giudizio, condannato in primo o secondo o terzo grado, è da ritenersi innocente per definizione e matura il diritto acquisito a essere candidato ed eletto a una carica pubblica adeguata, cioè non inferiore a quella di consigliere comunale. 
2. La regola di cui sopra vale soltanto per i politici iscritti a partiti che non hanno mai promesso ‘onestà’, anzi statutariamente rifuggono da simili turpiloqui. Chi si fosse lasciato sfuggire anche una sola volta quel termine ignominioso o suoi sinonimi, deve vergognarsi a prescindere”. 
Così finalmente verrà codificato un principio che ora si sente echeggiare sui giornali e in bocca ai politici, ma un po’ alla rinfusa: se finisce dentro un 5Stelle, si può dire subito che rubano tutti i 5Stelle (arrestano De Vito e tutti chiedono la testa della Raggi e di Frongia, forse perché De Vito è stato subito cacciato); se invece finiscono dentro decine di forzisti, pidini, leghisti, non si può dire che sono impresentabili neanche se li rinviano a giudizio e/o li condannano. Ergo, è infinitamente più grave candidare un incensurato insospettabile e poi espellerlo se lo arrestano, che candidare indagati e poi ricandidarli se li rinviano a giudizio o li condannano. Il segreto per rubare indisturbati è venire già mangiati.

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Vermi congelati si svegliano dopo 40.000 anni. - Davide Lizzani

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Questa scoperta dimostra che per gli organismi multicellulari è possibile svegliarsi dal "sonno" dovuto alle bassissime temperature. Questo anche dopo migliaia di anni.

C'è un nuovo incredibile record tra gli animali che tornano in vita dopo un periodo di ibernazione. Dopo ben 42 mila anni, infatti, alcuni vermi nematodi, rimasti intrappolati nei ghiacci siberiani durante il Pleistocene, sono stati da poco scongelati da un team di scienziati russi.

Immagini dei vermi estratti dal Permafrost Siberiano
Immagini dei vermi estratti dal permafrost siberiano. | DOKLADY BIOLOGICAL SCIENCES
IL (CRIO)SONNO PIÙ LUNGO. I vermi hanno cominciato a muoversi e mangiare dopo poche settimane dal prelievo dal permafrost (suolo perennemente ghiacciato). L'estrema resistenza di questi vermi (e dei loro parenti tardigradi) alle temperature estreme era già nota. Ma è la prima volta che si osserva un ritorno alla vita dopo un periodo tanto lungo.

I ricercatori hanno pubblicato un articolo scientifico sottolineando come i nematodi del Pleistocene dimostrino di possedere meccanismi adattativi che potrebbero risultare utili in diversi campi: criomedicina, criobiologia, astrobiologia...

PRENDERE TEMPO. In altre parole, conoscendo il segreto che ha consentito a questi vermi di sopravvivere a temperature estreme, si potrebbe poi provare ad applicarlo agli esseri umani. Questo potrebbe regalare qualche speranza, per esempio, a chi ha una malattia incurabile: "mettendo in pausa" la malattia, infatti, si potrebbe sperare che, nel frattempo, venga sviluppata una cura.

I cilindri che mantengono corpi umani ad una temperatura estremamente bassa.
I cilindri che preservano corpi umani mantenendoli ad una temperatura estremamente bassa. | ALBERTO GIULIANI
La crionica, ovvero la scienza che si occupa di conservare i corpi a basse temperature, sta in effetti riscontrando un interesse sempre crescente. Molte persone danno infatti disposizione di congelare i propri corpi dopo la morte, nella speranza di venire un giorno rianimati da tecnologie ancora sconosciute. Persino la Darpa, l'agenzia della Difesa americana che si occupa di sviluppare tecnologie militari, sta studiando un sistema che consenta di "congelare" i soldati feriti per avere più tempo per soccorrerli.

CRIOSONNO O CRIOSOGNO? Prima di lasciarsi prendere da facili (e ingiustificate) illusioni, vale la pena sottolineare che, al momento, non esiste ancora la possibilità di riportare in vita un corpo umano congelato. Gli ostacoli da superare sono infatti diversi, uno fra tutti è legato al fatto che l'acqua, quando ghiaccia all'interno delle cellule, finisce per rompere la parete cellulare. Ma forse, studiando questi vermi, potremo trovare un modo per risolvere i problemi legati al... sonno criogenico. Sarebbe non solo un enorme traguardo per la medicina, ma anche un incredibile strumento da utilizzare, per esempio, nell'esplorazione spaziale verso le mete più remote.

sabato 23 marzo 2019

Nicola Zingaretti indagato per finanziamento illecito. M5S attacca, lui si difende: «Estraneo ai fatti». - Fulvio Fiano

Nicola Zingaretti

Il neosegretario del Pd nel mirino della procura di Roma per una vicenda di un anno fa che coinvolge anche l’imprenditore Fabrizio Centofanti.


Il neosegretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, è indagato dalla Procura di Roma per finanziamento illecito in una vicenda risalente a oltre un anno fa ma della quale si è appreso solo ora.

La posizione del presidente della Regione Lazio potrebbe presto essere archiviata mancando riscontri investigativi sugli ipotetici passaggi di denaro. La vicenda viene fuori da un interrogatorio rilanciato dal settimanale L’Espresso in cui l’avvocato Giuseppe Calafiore — arrestato nella maxi inchiesta sul giro di presunte tangenti pagate da legali di importanti aziende per ottenere sentenze favorevoli al Consiglio di Stato — riporta ai magistrati una confidenza che avrebbe ricevuto dall’imprenditore Fabrizio Centofanti, anche egli finito in carcere nel febbraio 2018, e in passato capo delle relazioni istituzionali dell’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. A Calafiore, che ha patteggiato la pena e collabora con le indagini, i pm chiedono dei finanziamenti elargiti da Centofanti: «Lui — è la risposta — mi parlava solo di erogazioni verso Zingaretti. Mi disse che non aveva problemi sulla Regione Lazio perché Zingaretti era a sua disposizione».

«Una ricostruzione non credibile», secondo l’avvocato Maurizio Frasacco, che difende sia Centofanti che il segretario del Partito democratico: «Sia perché Centofanti non l’ha mai confermata, sia perché contro la Regione è ricorso al Tar». Anche due dei più stretti collaboratori di Zingaretti, l’ex capo di gabinetto, Maurizio Venafro, e il tesoriere delle sue campagne elettorali, Giuseppe Cionci, erano indagati per corruzione e finanziamento illecito per delle consulenze avute da Centofanti dopo aver lasciato gli incarichi in Regione, ma per entrambi le accuse sono già cadute, restando però quella di false fatture. Contro Zingaretti si scaglia il Movimento Cinque Stelle che parla di «pessimo inizio della sua segreteria», e di «soliti metodi del Pd», e ne chiede le dimissioni. Zingaretti si dice invece «estremamente tranquillo perché forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti. Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e non mi farò intimidire dalle bassezze del Movimento Cinque Stelle».

Mare Jonio, Luca Casarini indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. - Antonio Massari

Mare Jonio, Luca Casarini indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Dopo otto ore d'interrogatorio come persona informata sui fatti il nome del capo missione della Ong Mediterranea è stato iscritto nel registro degli indagati. Ha condiviso operativamente le decisioni prese dal comandante della nave Mare Jonio, Pietro Marrone, quindi è anch'egli sotto indagine per le medesime accuse.

È entrato come persona informata sui fatti ed è uscito da indagato. Dopo un interrogatorio di quasi otto ore Luca Casarini esce dalla caserma della Guardia di finanza di Lampedusa con l’accusa di concorso favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
In qualità di capo missione della Ong Mediterranea Casarini ha condiviso operativamente le decisioni prese dal comandante della nave Mare JonioPietro Marrone, quindi è anch’egli sotto indagine per le medesime accuse. È accusato in concorso di aver violato anche l’articolo 1099 del codice della navigazione, ovvero di aver disobbedito all'alt impartito dal pattugliatore della gdf prima di entrare nelle acque territoriali italiane. La prossima settimana, nella nuova veste di indagato, quindi con la presenza del suo avvocato, Casarini sarà nuovamente interrogato ad Agrigento dai titolari del fascicolo Salvatore Vella e Cecilia Baravelli.
I magistrati della procura di Agrigento, che è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, sono da giorni ormai sull’isola per coordinare personalmente le indagini sul caso della nave della Ong Mediterranea, avvicinatasi alla costa di Lampedusa nonostante un iniziale divieto della Guardia di finanza. La nave aveva salvato 49 migranti naufragati sulle acque di fronte alla Libia.
La notizia dell’indagine su Casarini era attesa da quando nel registro degli indagati era finito il comandante della nave. “Sono tranquillo, ho fatto il mio dovere. Avrei dovuto lasciarli morire? Rifarei tutto per salvare le persone”, il commento di Marrone. Due giorni fa i pm hanno convalidato il sequestro probatorio della nave disposto ieri dalla Guardia di Finanza. “Ovviamente nei prossimi giorni faremo ricorso. Noi non godiamo di nessuna immunità, ma siamo certi di avere operato nel rispetto del diritto e felici di avere portato in salvo 50 persone”,  ha annunciato la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba.

Lasciati a Conte 479 decreti bloccati.



Risultano ancora da approvare 307 provvedimenti risalenti a Gentiloni, 172 a Renzi e 14 persino a Letta.

Dopo un silenzio lungo otto mesi, finalmente – anche a seguito della denuncia de La Notizia – l’Ufficio per il programma di Governo che fa capo direttamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ha aggiornato i dati relativi allo stock di decreti che l’Esecutivo Conte dovrà attuare nel corso dei prossimi mesi e dei prossimi anni.
Dal report (fino al 28 febbraio 2019) emerge che dall’insediamento del Governo un gran numero di decreti sono stati attuati e il (pesante) lascito, di Matteo Renzi prima e Paolo Gentiloni poi, si è sensibilmente ridotto. Se infatti a luglio 2018 i decreti da adottare per rendere esecutivi i provvedimenti legislativi approvati ammontavano a 641, a febbraio si è scesi a 479. Si è registrata, dunque, una diminuzione dello stock di oltre il 25% in 8 mesi.
Nel dettaglio sono 307 quelli relativi al periodo Gentiloni e 172 quelli del periodo Renzi. A tutto questo, come se non bastasse, si aggiungono 14 decreti risalenti addirittura a Enrico Letta. Ovviamente anche il Governo Conte ha i “suoi” provvedimenti che richiedono un secondo intervento attuativo. L’andazzo anche qui non è encomiabile: dei 230 decreti previsti, solo 23 sono stati finora adottati. Rimandare, a quanto pare, è la parola d’ordine.

Banca Etruria, Cassazione conferma le multe a Boschi, Nataloni e Orlandi.

Banca Etruria, Cassazione conferma le multe a Boschi, Nataloni e Orlandi

Sono stati sanzionati da Bankitalia per "quattro distinti tipi di violazione": quelle inerenti le regole della governance, carenze nell’organizzazione e nei controlli interni, carenze nella gestione e nel controllo del credito, omesse e inesatte segnalazioni all’autorità di vigilanza.

La Cassazione ha confermato le multe inflitte da Bankitalia a Luciano Nataloni (156mila euro), Pier Luigi Boschi (144mila euro) e Andrea Orlandi (144mila euro), ex componenti del consiglio di amministrazione di Banca Etruria fallita e commissariata nel febbraio 2015. Per i supremi giudici è ben motivato il decreto della Corte di Appello di Roma che nel 2016 aveva contestato ai tre consiglieri, tra cui il padre della ex ministraMaria Elena Boschi, “quattro distinti tipi di violazione”: quelle inerenti le regole della governance, carenze nell’organizzazione e nei controlli interni, carenze nella gestione e nel controllo del credito, omesse e inesatte segnalazioni all’autorità di vigilanza.
Senza successo, la difesa di Nataloni, Boschi e Orlandi ha cercato di scaricare tutte le responsabilità sull’ex presidente della banca Giuseppe Fornasari dicendo che “non si adoperava efficacemente per favorire la dialettica interna e l’adeguata circolazione di informazioni”. Per la Cassazione toccava a loro pretendere tutte le informazioni nel rispetto del dovere di “agire informati”.
Boschi è stato indagato per vari reati in oltre 10 fascicoli. Ha visto archiviare la propria posizione per il falso in prospetto e l’accesso abusivo al credito. Fornasari è stato assolto dall’accusa di ostacolo alla Vigilanza “perché il fatto non sussiste”.

Formazione, milioni di euro per progetti inutili: condannati Crocetta, Bonafede e Corsello. - Antonio Fraschilla

Formazione, milioni di euro per progetti inutili: condannati Crocetta, Bonafede e Corsello

I giudici della Corte dei conti accolgono in parte le richiesta della procura sul progetto Spartacus: poteva costare un terzo e molte attività non sono state svolte. Condanna all'ex governatore, l'ex assessore al Lavoro e all'ex dirigente del dipartimento per 2,1 milioni di euro.

La Corte dei conti ha condannato a un risarcimento da 2,1 milioni di euro, circa 700 mila euro a testa, l'ex governatore Rosario Crocetta, l'ex assessore al Lavoro Esterina Bonafede e l'ex dirigente del dipartimento Anna Rosa Corsello. Nel mirino della sentenza dei giudici contabili il progetto Spartacus, costato 35 milioni e affidato senza gara al Ciapi di Palermo: un progetto di formazione per gli ex 1.800 sportellisti che, secondo la Corte dei conti, poteva costare appena un terzo. Il danno è confermato come chiesto dalla procura, pari a 35 milioni di euro, ma il risarcimento inflitto è minore per una serie di attenuanti.

La procura regionale della Corte dei conti aveva citato in giudizio per danno all'erario  tutto l'ex giunta regionale guidata da Rosario Crocetta e gli assessori Ester Bonafede, Nino Bartolotta, Luca Bianchi, Lucia Borsellino, Dario Cartabellotta, Mariella Lo Bello, Nicolò Marino, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti e Linda Vancheri, l'ex dirigente del Lavoro Anna Rosa Corsello e gli ex dirigenti del Ciapi. Tutti accusati di aver dissipato 35 milioni di euro di fondi europei e statali che avrebbero dovuto essere utilizzati per retribuire l'attività di formazione e di politiche attive del lavoro espletata, per otto mesi, da circa 1.800 ex sportellisti a favore di novemila cassintegrati. Lo scandalo Ciapi per il progetto Spartacus scoppiò nel 2014. In base alle indagini della Guardia di finanza scattate dopo un esposto di alcuni ex sportellisti, si appurò che pressoché nessuna attività lavorativa era stata fatta e che, invece di operare in uffici del dipartimento Lavoro, gli ex sportellisti erano stati assegnati ad alcune scuole e ad altri rami dell'amministrazione ma sempre per restare sostanzialmente inattivi, almeno secondo quanto dichiarato da alcuni capi di istituto.

I giudici alla fine hanno assolto il resto della giunta e ridotto, di molto, la condanna chiesta dalla procura. Si legge nella sentenza: " 
Innegabilmente, infatti, il governo Crocetta ha ereditato le mai risolte problematiche legate alla complessa situazione regionale che ogni amministrazione si è trovata, di volta in volta, ad affrontare, in modo sempre più complesso, ad ogni legislatura. Le pressioni delle parti sociali, soprattutto in un tema così delicato come quello dell’occupazione, relegano, innegabilmente, i politici e gli organi amministrativi, in angusti spazi di azione entro i quali è oggettivamente difficile potersi districare, tali e tante sono le pressioni che gli stessi spesso si trovano a subire. Dette problematiche emergono palesemente nel caso in esame ove i dipendenti degli ex sportelli multifunzionali lamentavano a viva voce la loro precaria situazione da anni; proprio loro che, alla fine, sembrano essere i soggetti che hanno beneficiato delle già censurate scelte poste in essere dall’Amministrazione. Questa serie di circostanze, che il Collegio non può non ignorare, porta il Collegio medesimo a ridurre nei più ampi termini il danno di cui oggi si discute. Del danno, così come rimodulato dal Collegio in euro 31.623.410, deve essere preso in considerazione il 70% (euro 22.136.387), da ripartirsi in parti uguali, come richiesto da parte attrice, tra i convenuti Crocetta, Corsello e Bonafede, per arrivare ad una somma di euro 7.387.795,67 per ciascuno. Il Collegio, però, alla luce delle argomentazioni poc’anzi esposte, ritiene di poter ricondurre alla condotta dei convenuti, ritenuti oggi responsabili, unicamente il 10% dell’intero danno contestato; conseguentemente, i convenuti Crocetta Rosario, Corsello Anna Rosa e Bonafede Esterina devono essere condannati al pagamento della somma di euro 738.780,00 ciascuno, a favore della Regione Sicilia".


https://palermo.repubblica.it/politica/2019/03/22/news/formazione_35_milioni_di_euro_per_progetti_inutili_condannati_croetta_bonafede_e_corsello-222231287/?fbclid=IwAR3rNidsNyzxHWSu3tZMFz1VzseRrLePHkRzv40ZBEG-zhvrDct5EgWgAro