domenica 4 giugno 2023

Pietra di Ingá - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Di Claudio JJ - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49328656

La Pietra di Ingá (Pedra do Ingá in lingua portoghese) è un grande monolite scolpito e decorato che si trova nel fiume Ingá vicino alla piccola città di Ingá, a 96 km da João Pessoa, nello stato di Paraíba, nel nord-est del Brasile.

La Pietra Ingá è anche chiamata Itacoatiara do Ingá. La parola Ita significa "pietra" nella lingua tupi degli indigeni che abitavano quella zona. Si tratta di una formazione rocciosa in gneiss che copre un'area di circa 250 m 2 che comprende un muro verticale lungo 46 metri per 3,8 metri di altezza.

Le pietre sono ricoperte di simboli e glifi (se ne contano circa 450)[1] che fino ad oggi risultano indecifrabili. Gli studiosi ritengono che sia stato creato da indigeni che hanno vissuto nella zona fino al XVIII secolo. La maggior parte dei glifi rappresenta animali, frutti, esseri umani, costellazioni e altre immagini irriconoscibili.

Ipotesi sulla realizzazione

Particolare delle incisioni (1)

La maggioranza degli studiosi ritiene che si tratti di antichi simboli sacri scolpiti da un'antica cultura precolombiana, ancora non identificata, che ha abitato la regione in tempi remoti; altri hanno ipotizzato che rappresenti la loro scrittura. La maggior parte delle figure sembra astratta e gli studiosi vorrebbero tentare una traduzione ma il problema principale è che mancano paralleli su cui operare un confronto.[1]

Tuttavia, fino ad oggi, non è stato possibile stabilire in modo definitivo chi fossero gli autori dei segni e quali sarebbero state le motivazioni per la realizzazione del monumento. Gli archeologi, come Dennis Mota e Vanderley de Brito, ritengono che le iscrizioni siano state fatte nel corso di molte generazioni, da comunità seminomadi in passaggi attraverso la regione, utilizzando scalpelli di pietra.

L'intero terreno roccioso presenta iscrizioni dalle forme più diverse, realizzate con varie tecniche di incisione su pietra . Le diverse parti sono state chiamate "Pannelli" dai professori Thomas Bruno Oliveira e Vanderley de Brito, per scopi di ricerca:

  • Pannello Verticale - È il più conosciuto e studiato dell'insieme dell'area rocciosa, è lungo 46 metri per 3,8 m di altezza, 15 metri di lunghezza per 2,3 m di altezza sono quasi completamente occupate da iscrizioni. La maggior parte di esse si trova al di sotto di una linea orizzontale leggermente ondulata di 112 incisioni capsulari. Queste iscrizioni sono molto pulite, presentano scanalature larghe (fino a 5 cm), relativamente profonde (fino a 8 mm) e ben levigate.
  • Pannello inferiore - Si trova sul pavimento della lastra di fronte al pannello verticale. Copre un'area di 2,5 m² con diverse iscrizioni arrotondate da cui emergono striature, simili a stelle . Gli studiosi ipotizzano che vi venga rappresentata la costellazione di Orione o delle Pleiadi, poiché sono le costellazioni che si possono vedere guardando il cielo notturno da quella posizione.
  • Pannello Superiore - Situato sopra il Pannello Verticale, in cima alla roccia, alto 3,8 metri. È composto da segni sparsi di minore profondità e larghezza e realizzati anche con meno cura di quelli sottostanti. L'iscrizione che più attira l'attenzione su questo pannello è un grande cerchio a forma di spirale , attraversato da un'iscrizione a forma di freccia che punta ad ovest .
  • Sono presenti anche le cosiddette Iscrizioni Marginali , che sono sparse in tutta l'area dell'insieme rupestre e hanno un aspetto più rustico rispetto alle altre iscrizioni, molti di loro sono appena stati raschiati via dalla superficie rocciosa. Il motivo per cui queste iscrizioni differiscono dalle altre, per la loro semplicità, è un altro dilemma per i ricercatori. Vanderley de Brito propone che potrebbero essere stati prodotti da culture precedenti a quella che ha prodotto le iscrizioni principali. Dennis Mota ipotizza invece che le iscrizioni marginali avrebbero potuto servire da schizzo per le iscrizioni più elaborate sui pannelli.

Ipotesi archeoastronomica

C'è un'ipotesi che attribuisce ai petroglifi di Ingá un'importanza dal punto di vista archeoastronomico. Nel 1976, l'ingegnere spagnolo Francisco Pavía Alemany iniziò uno studio matematico di questo monumento archeologico. I primi risultati sono stati pubblicati nel 1986 dall'Istituto di Arqueologia Brasileira (Pavía Alemany F. 1986).[2] Egli Individuò in Inga una serie di "ciotole" e un altro petroglifo inciso sulla superficie verticale del muro di pietra che formava un "calendario solare", sul quale uno gnomone proiettava l'ombra dei primi raggi solari di ogni giorno. L'Agrupación Astronómica de la Safor ha pubblicato nel 2005 una sintesi di questo lavoro nel suo bollettino ufficiale Huygens n. 53 (Pavía Alemany F. 2005).

Successivamente F. Pavia ha proseguito lo studio, concentrandosi questa volta su una serie di segni incisi sulla superficie rocciosa, che ha interpretato come un gran numero di "stelle" raggruppate a formare "costellazioni". Si ritiene che la coesistenza delle "ciotole" e delle "costellazioni" nella stessa roccia le conferisca un significato archeoastronomico.

Nel 2006, l'egittologo e archeoastronomo Jose Lull ha coordinato la pubblicazione di un libro intitolato Trabajos de Arqueoastronomía. Ejemplos de Africa, America, Europe y Oceania , un compendio di tredici articoli scritti da archeoastronomi. Tra questi ci sono "L'insieme archeoastronomico di Inga" dove è esposto lo studio sia delle coppe che delle costellazioni menzionate prima e le ragioni che giustificano Inga come un monumento archeoastronomico eccezionale.

Ipotesi Pseudoscientifiche

Vista la mancanza di notizie certe sui costruttori della Pietra di Ingà, sono state formulate delle ipotesi riconducibili alla cosiddetta "archeologia misteriosa" che non trovano alcun riscontro presso la maggioranza degli studiosi.

Il ricercatore italo-brasiliano Gabriele D’Annunzio Baraldi, studioso di lingue antiche che ha trascorso molti anni allo studio della Pietra di Ingá, sostiene che i glifi presenti sul monolite sono simili a quelli delle culture mesopotamiche primordiali.[1] Sempre a suo parere, la lingua Tupi – Guarani, parlata da alcuni gruppi etnici sudamericani, sembra avere una lontana assonanza con la lingua ittita.[3] Baraldi trova in questa comunanza una prova dell’esistenza di una grande civiltà globale esistita in tempi remoti, nota più comunemente con il nome di Atlantide. Se la tesi di Baraldi è corretta, la Pietra di Ingá rappresenta un messaggio che gli antichi superstiti di quella civiltà avrebbero lasciato ai posteri, come memoria del passato e come monito per il futuro. A sostegno dell’ipotesi di Baraldi vi sarebbe la somiglianza dei glifi della Pietra di Ingá con la scrittura utilizzata dagli antichi abitanti dell'Isola di Pasqua, il Rongorongo. Si tratta di una scrittura che è stata solo parzialmente decifrata e che non utilizza geroglifici. L’isola di Pasqua è l’unica nell’area del Sud Pacifico ad aver sviluppato nella propria storia una scrittura propria.

Molti sostengono che la Pedra do Ingá abbia origini fenicie. Il professore padre Inácio Rolim, vissuto nel XIX secolo, è stato uno dei primi promotori di questa tesi, facendo analogie tra i simboli scritti su Pedra do Ingá e i caratteri della scrittura fenicia. La ricercatrice Fernanda Palmeira, all'inizio del XX secolo , viaggiò attraverso diverse regioni dell'entroterra nord- orientale, studiando presunti resti fenici in questa regione. Oltre a diversi articoli, scrisse anche il libro "Storia antica del Brasile", in cui associava non solo le iscrizioni rupestri di Ingá ai Fenici, ma anche alla scrittura demotica egizia.

Esiste anche una corrente che sostiene che i segnali di Ingá siano opera di ingegneria extraterrestre. L'ufologo Cláudio Quintans ha suggerito che delle astronavi aliene sarebbero atterrate nella regione di Pedra do Ingá. L'ufologo ha persino raccolto campioni del suolo dove, secondo lui, sarebbe atterrato tale veicolo. Un altro ricercatore, Gilvan de Brito, nel libro Viagem ao Desconhecido , afferma che esistono, in Ingá, formule per la produzione di energia quantistica e persino combinazioni matematiche che potrebbero indicare la distanza tra la Terra e la Luna.

Foto:

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pedra_do_Ing%C3%A1_-_PB_-_panoramio_-_Zelma_Brito_(1).jpg#/media/File:Pedra_do_Ingá_-_PB_-_panoramio_-_Zelma_Brito_(1).jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Itacoatiaras_de_Ing%C3%A1_-_Ing%C3%A1_Para%C3%ADba_Brasil.jpg#/media/File:Itacoatiaras_de_Ingá_-_Ingá_Paraíba

_Brasil.jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Petr%C3%B3glifos_na_Pedra_do_Ing%C3%A1.

jpg#/media/File:Petróglifos_na_Pedra_do_Ingá.jpg


https://it.wikipedia.org/wiki/Pietra_di_Ing%C3%A1

 



sabato 3 giugno 2023

NAZIM HIKMET. - Simone Terreni

 

60 Anni fa moriva NAZIM HIKMET.
Uno dei miei Poeti preferiti.
Di origini turche, incarcerato ed esiliato per le sue idee, adorato da Roberto Vecchioni e dal regista Ferzan Özpetek.
Le sue Poesie sono struggenti, moderne, vanno dritte al cuore, con un linguaggio semplice e pieno di trepidazione.
A me hanno sempre tanto emozionato.
Ecco una delle mie preferite:
[ALLA VITA]
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla dal di fuori
o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio,
le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello,
più vero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio,
pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
- 1948

mercoledì 31 maggio 2023

Mattarella - DEMOCRAZIA. - Renata Girardi

 

Mattarella ama raccontarci la democrazia nello stesso modo con cui un nonno legge favole al nipotino, per addormentarlo.

Poi chiude il libro e se ne va via.
Noi abbiamo sperimentato chi lui sia dopo aver vinto le politiche del 2018, deve avergli tolto il sonno.
Il M5S lui lo vede come il fumo negli occhi da sempre.
Dopo gli esiti delle Politiche 2018 mentre si cercava di mettere assieme un governo, impresa resa quasi impossibile con il Rosatellum, Di Maio chiese udienza a Mattarella.
Lui gliela nego' e ricevette per contro Berlusconi.
Dopo l' incontro B. Dira' :
" Ci provino a fare un governo che li mando a schiantare"
Incassato l' ok a destra si lancia nel tentativo
Del golpettino tecnico...l' uomo col trolley
ben funzionale all' austerità ,Cottarelli, uomo di sistema , dura 3 giorni come quasi-premier.
Arrivati alla definizione di un accordo di
governo giallo verde, dopo la nomina di Giuseppe Conte dirà indignato:
" HO dovuto persino accettare un PDC non votato in Parlamento"...ogni riferimento a Monti e Renzi è puramente casuale.
Per dire come la sua rielezione sia vista come
medicina anti M5S.
I suoi moniti contro il populismo e la sua predisposizione ai tanti sacrifici cui ci esorta sono noti e presenti in ogni discorso di circostanza ; parla di dignità e diritti poi a Meloni che li cancella firma tutto senza fare un plisse' .
Oggi in un suo intervento, il suo endormement
a favore di Roccella, le contestazioni gli fanno
venire l'orticaria ed il dissenso va sciolto nella melensa retorica che esterna in ogni occasione.
Ma quanti sorrisi riserva alla Meloni ?
Avete notato?
Io non lo reggo.
Scrivo per non dimenticare ed invitarvi a ricordare, non so di chi e di cosa lui sia Garante, ma non siamo noi di certo.

GIUSEPPE CONTE E IL CIRCO MEDIATICO. - Gioacchino Musumeci

 

La procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione dell'indagine a carico di Giuseppe Conte. L'ex presidente del consiglio esce immacolato da un' inchiesta surreale che per taluni avrebbe preluso a chissà quale condanna penale. Che grande disappointment ! Conte Kriminal se la cava sempre, non potrà mai ambire a un posto in commissione antimafia, per entrarci bisogna avere qualche pendenza in corso: processi ne abbiamo? Farsi avanti per favore che si avvicinano le europee.

Stabilito quindi che Giuseppe Conte ha fatto ciò che doveva e poteva, le più vive condoglianze e le più morte speranze a chi via media aveva condannato e decapitato l'ex premier per reati mai commessi, chi aveva millantato che fosse stato autore di epidemie colpose, chi ha sostenuto che avrebbe potuto salvare vite che non si potevano salvare. E soprattutto chi l'ha condannato per le vacanze a Cortina. Cioè siete dei tossici in crisi d'astinenza a piede libero.
E ricordiamolo, l'Italia è un paese serio: se Giorgia Meloni non è Mosè quindi non può fare niente per la siccità (e soprattutto Mosè con la siccità nulla ebbe mai a che vedere se non nelle narrazioni meloniane) e Sallusti, Belpietro, Minzolini e Porro nulla hanno eccepito, Giuseppe Conte non poteva compiere miracoli durante la pandemia dopotutto pure lui non è Gesù Cristo. Perciò ragazzi pretendere che sconfiggesse l'influenza (perché era influenza vero?) gesticolando o ululando come usano certe divinità con la gobba a Dx, pare troppo.
E se da Giuseppe Conte i miracoli si sono pretesi e guai a non averli compiuti, il nulla concentrato di Draghi è stato propagandato “qualcosa”. Poi è calata dal cielo la Meloni e da quella che vuoi pretendere se non la moltiplicazione delle cazzate, nemmeno quella di pesci, quelli li pesca ma non li sa moltiplicare.
Resta acclarato che il bailame montato ad arte per sporcare l'immagine dell'ex premier, s'è dissolto nel nulla con cui è stato creato. Così è altrettanto è acclarato che i cittadini italiani, politici e giornalisti compresi, confutano qualsiasi evidenza scientifica consolidata: sono infatti capaci di usare il nulla per riempire bocca e media di nulla facendolo sembrare qualcosa. Per esempio è un dato scientifico che da Renzi non si crea nulla e quando si crea qualcosa è immondizia. Apposta serve un giornale, Il Riformista, per divulgare nulla o immondizia.
Ma le spremute di nulla chi le produce e chi se le beve? Gente da nulla che vuole l'Italia da nulla sulle spalle di chi fa tutto a spese sue.

Soldati italiani feriti. - Alessandro Orsini

 

Attenti! Spie serbe nei talk-show!
Siccome la manipolazione dell'opinione pubblica ha ripreso a correre dopo gli scontri in Kosovo, e siccome il sistema dell'informazione sulla politica internazionale in Italia è totalmente corrotto, preciso subito che, studi storici alla mano, la destabilizzazione dei Balcani è stata causata dall'espansione spaventosa della Nato in quell'area che, dal 2004 al 2020, ha inglobato nel proprio seno i seguenti Paesi:
Slovenia 2004
Albania 2009
Croazia 2009
Montenegro 2017
Macedonia del Nord 2020
Feriti i soldati italiani, cui sono vicinissimo, tutti a stupirsi che quell'area sia instabile, chissà perché. Magari perché la Nato ha schiantato la Serbia con le bombe nel 1999 in una guerra super-illegale e poi ha riscritto i confini con la minaccia di ricorrere nuovamente alla forza?
Scusate, dimenticavo, il blocco occidentale è buono, puro, illibato. Tutta colpa di questi maledetti intellettuali che introducono le scienze storico-sociali nel dibattito pubblico.
Ma l'Italia non starebbe meglio se abolissimo le università e i libri di storia?
Sai che festa Repubblica e Corriere della Sera?
Ma dai - diranno i miei detrattori - è tutta una macchinazione del professor Orsini. Che cosa volete che c'entri il mega-bombardamento Nato della Serbia del 1999?
Il Pofessor Orsini fa tutte 'ste storie per un po' di bombette su scuole, ponti, ospedali e bambini uccisi a Belgrado e non solo. Ma vi pare mai che adesso la Nato non possa schiantare due o tre Paesi in scioltezza? Dove andremo a finire con queste spie serbe nel talk-show!
Questa sera sarò a Carta Bianca alle 23,45.
Iscriviti al mio canale youtube, dove sono più libero di parlare.

Pensieri, considerazioni personali.

 

Penso che la politica attuale mi ha tolto anche la voglia di andarli a votare, tanto, anche se a vincere è chi ho votato, chi comanda il gioco fa cadere il governo e tutto torna come prima...
Ed io non voglio dare loro neanche la soddisfazione di avermi gabbato: non meritano neanche una briciola del mio tempo, loro sono inconsistenti, insulsi, incapaci, ma supponenti, dannosi e fastidiosi.
L'unico sentimento che mi suscitano è la stizza di doverli mantenere nel lusso, anche se non ne ho voglia.

cetta

L'orologio astronomico di Praga.

 

L'orologio astronomico di Praga è il più antico orologio astronomico del mondo ancora in attività.

Datata 1410, la costruzione è attribuita al mastro orologiaio Mikulas da Kadan, cittadina ceca a 110 km dalla capitale. L’opera fu inizialmente concepita a fini agricoli, in quanto fondamentale per i contadini nel rilevare i cambiamenti di stagione e le congiunture astrali.

L’Orologio, inscritto nell’ala gotica del Municipio della Città Vecchia, si compone fondamentalmente di tre parti: le finestrelle superiori con il gallo dorato e le statue degli Apostoli che si affacciano al cambio dell’ora; il quadrante astronomico centrale, a forma di astrolabio; il quadrante inferiore, in realtà un calendario rappresentante i 12 mesi dell’anno.

La fotografia dell'Archivio della città di Praga documenta i danni subiti dal Municipio Vecchio e dal suo orologio astronomico l'8 maggio 1945. L'antico edificio era stato preso di mira dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale e ne ha subito gravi danni. Mentre gran parte del municipio danneggiato è stato abbattuto dopo la guerra, l'orologio astronomico è stato ripristinato alla sua forma storica.

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